“Soffermarsi sulla responsabilità individuale non è in grado di restituire quel sentimento collettivo” – le dichiarazioni spontanee degli imputati – 24/09/2014

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“Che non fossi li’ con l’intento di perseguire il terrore lo può’ capire qualsiasi persona dotata di buon senso…  che fossi li per manifestare una volta di più la mia radicale inimicizia per questo cantiere e se possibile sabotarne il funzionamento, ve lo dico io stesso.” Le dichiarazioni spontanee degli imputati.

Aula bunker, sono le 9:00 quando arrivano i primi solidali. All’interno dell’aula un nutrito gruppo di Carabinieri, apparentemente un meeting per organizzare il dispositivo di sicurezza. Entro e inizio a preparare l’attrezzatura, intanto arrivano anche i primi avvocati, alcuni agenti della Digos, e il PM Padalino. Arrivano anche gli avvocati della difesa, ancora non si vedono gli imputati.

9:20 entra la corte. Il Presidente restituisce ai legali la consulenza. Entra la prima teste, Maria Carla Boldino, il presidente prende atto che viene dato al perito l’incarico di trascrivere l’intercettazione ambientale, un file audio che, secondo il PM Rinaudo ha un ottimo audio, in quanto è stato fatto un primo intervento di pulizia dei rumori di fondo. Il perito è autorizzato a servirsi di ausiliari e prende atto dell’esistenza del file audio che potrà acquisire. Il Presidente evidenzia che c’è una certa urgenza, Rinaudo spiega che il dialogo dura 40 minuti (ambientale) ma la parte rilevante è di 15 minuti, “prima parlano solo su cosa devono mangiare”. “Trascriviamo tutto”, aggiunge Rinaudo, “ma il nucleo centrale è poco più di 20 minuti”. Il Presidente concede 30 giorni. Il risultato sarà presentato il 6 novembre. Il Presidente chiede se le parti nominano qualche consulente, l’avv. Novaro spiega che riserverà la nomina di un proprio consulente, le accuse nominano l’ing. Giuseppe Dezzani che è quello che ha già effettuato la prima trascrizione. L’inizio operazioni è fissato per il 29 settembre, in via Avigliana 52, ore 12:00.

Avv. Pelazza rideposita copia del brogliaccio esibita alla presenza del teste Musco. Viene fatto accomodare il teste Morelli, che acconsente ad essere ripreso. Dopo il giuramento di rito si accomoda al suo posto. Pietro Morelli, in servizio presso la Questura di Bologna in qualità di dirigente della squadra mobile.

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PM: lei ricorda se nel maggio del 2013 la squadra mobile di Bologna avesse un’attività d’indagine con particolare riferimento a intercettazioni telefoniche nel corso delle quale sono stati captati dei dialoghi inerenti una vicenda che aveva rilievo per la zona qui del Piemonte? Teste: si PM Vuole dare qualche indicazioni a questo tribunale e come siete venuti a sapere che le problematiche non erano riferenti a indagini vostre? Teste la mia sezione narcotici in quel periodo, maggio 2013, aveva in atto un’attività investigativa su un gruppo di criminali dell’est europeo, che erano dediti al traffico di sostanze stupefacenti, in particolare di eroina, agivano nel territorio dell’Emilia Romagna e altrove. I nostri indagati fornivano a loro volta dei cittadini del Magreb di eroina. I soggetti in indagine si rifornivano da alcuni loro connazionali che agivano in Piemonte. Nel corso di quest’attività, in occasione dell’arresto di uno dei trafficanti, rinvenimmo una scheda telefonica che era in uso ad un albanese ma era intestata fittiziamente a un cittadino iracheno. Come accade in queste circostanze uno dei miei uomini ebbe l’intuizione di verificare presso tutti i gestori se quel cittadino iracheno, le cui generalità erano state utilizzate dall’albanese per non far risalire a sé l’utenza, avesse intestate altre schede telefoniche. Scoprimmo che a nome di quel cittadino iracheno erano state attivate nello stesso giorno, il 15 gennaio 2013, altre due schede telefoniche. Il 13 maggio del 2013 chiedemmo alla procura distrettuale di Bologna di sottoporre con decreto d’urgenza ad intercettazione telefonica, nella convinzione che fossero in uso ai trafficanti, fornitori degli albanesi. In realtà, sin dall’attivazione dell’intercettazione, ci rendemmo conto… le intercettazioni cominciarono verso le 20 del 13 maggio 2013, che in realtà questa utenza, 327-1137169, era invece anziché albanese, era in uso a italiani sostanzialmente. Tra l’altro noi quest’attività d’intercettazione, trattandosi di attività volta a intercettare trafficanti di droga solitamente la facciamo con il sistema “positioning”, il gestore telefonico fornisce ogni 15 minuti un dato che localizza sul territorio l’utenza. Avendo ascoltato tutte le conversazioni a partire dalle 20 del 13 maggio fino alle 21 registriamo una serie di conversazioni, gli utilizzatori sono diversi, vari soggetti, altre conversazioni nel corso della notte, alle 4 del mattino, altre ancora alle 13 del 14 maggio. Riascoltando tutto facciamo un quadro che sostanzialmente queste persone nel conversare tra loro è come se segnalassero il movimento di persone e di macchine. Non credo di poter dire quale fosse il contenuto ma genericamente penso di poter rappresentare che si segnalasse la partenza in movimento di gruppi di persone, come se ci fossero delle vedette, era evidente che c’era qualcosa di strano e di illecito, e da subito capimmo che era un’attività diversa da quella supposta… Poi grazie al sistema del POSITIONING collocammo tutte queste conversazioni nell’area della Val di Susa, quindi quando poi dai media si ebbe notizia di un attentato, mi recai immediatamente dal commissario di Bologna che ci coordinava l’attività di indagine e ci rendemmo conto che quelle conversazioni erano riferibili a quello che era successo e quindi queste utenze, queste attività, la Procura distrettuale di Bologna si mise in contatto con la Procura competente del territorio e trasmettemmo gli atti relativi, tutti gli atti riferibili all’evento registrato. Presidente: era una, l’utenza che avevate monitorato? Quella dell’iracheno? Teste: No, noi avevamo una serie di utenze riferibili all’iracheno. Una quella che ci consenti’ di fare la richiesta ai gestori. Fermammo l’albanese e aveva con se una scheda intestato all’irachenochiedemmo a tutti i gestori se fossero state attivate altre schede a nome di quest’iracheno e le mettemmo sotto controllo. PM: Voi intercettaste tutte le schede? Teste: si, chiedemmo al GIP di mettere sotto controllo tutte le schede, un lotto di schede riferibili a quell’iracheno, perché solitamente è un sistema in uso tra i criminali, quello di comprare nello stesso posto 10-20 schede per volta, infatti spesso mettiamo sotto controllo i progressivi successivi, quindi in virtu’ di questo ragionamento richiedemmo l’intercettazione di queste utenze. Poi però per una ci sbagliammo perché non era in uso a un trafficante di droga ma era in uso a degli italiani. PM: Ma tutte queste schede, le tre schede, erano state attivate a Milano? Teste: io ho memoria di due schede attivate lo stesso giorno presso un dealer di corso novara 10 di Milano, intestate allo stesso cittadino, credo fosse il 15 gennaio 2013. Poi c’era la terza, non ne ho il ricordo, evidentemente  è quella che poi è stata trovata all’albanese che fu arrestato, quando fu arrestato aveva una serie di schede e  una era intestata al cittadino iracheno. PM: E invece le altre due, quelle intestate sempre allo stesso cittadino e attivate dal dealer di Milano le avete intercettate tutte e due, una è oggetto di trasferimento alla procura di torino, e l’altra? E’ ancora attiva? Se puo’ rispondere Teste: su questo non ricordo, sinceramente… PM: L’altra non aveva nulla a che fare con le vicende di cui ci stiamo occupando oggi? Teste: no, assolutamente no. PM: Voi avete intercettato solo questa utenza che avesse una valenza investigativa per i fatti di cui ci stiamo occupando, finale 169? Teste: si, la 169 finale. PM: E durante l’ascolto avete avuto modo di capire se quest’utenza dialogasse con più utenze o sempre con una sola utenza? Teste: no, dialogava con almeno altre 4 o 5 utenze. PM: Quando lei ha detto “dal contenuto delle conversazioni abbiamo avuto modo di capire che si stessero riferendo a spostamenti, a movimenti di macchine”, se vuole essere più preciso Teste: si, per il passaggio di automezzi e macchine venivano indicati colori, targhe, si fece anche riferimento al passaggio di una macchina della DIGOS, poi con la verifica del sistema POSITIONG verificammo che tutte le conversazioni in uscita verso altre 4 o 5 utenze in uso a uomini e donne che si avvicendavano al telefono fossero collocate tutte nelle parti in cui scoprimmo dopo che si era verificato l’attentato PM: Come avete scoperto il collegamento tra quest’utenza e i fatti relativi all’attentato del 13 maggio? Teste: perché ne fu data notizia dalla stampa, i fatti della no tav erano costantemente riportati dai mezzi e fu riportata la notizia di questo attentato, e ci rendemmo conto che senza ombra di dubbio si riferisse a quello, chiesi al PM titolare dell’indagine per comodità, era immediata la reperibilità delle conversazioni… PM: Lei ha detto prima che durante l’ascolto vi siete resi conto che c’è stato un periodo di silenzio e poi l’attività di dialogo è ripreso successivamente, può essere più preciso sull’aspetto temporale? Teste: ci sono delle prime conversazioni che cominciano verso le 20 di sera. Alcune di una durata di poche secondi, un minuto, a partire dalle 20:10 circa del 13 maggio. 20:11, 20:12… PM: Scusi se la fermo, a che ora avete attivato l’intercettazione? Teste: alle 20:00 PM: Quindi prima delle 20 voi non avete intercettato nulla? Teste: NO. Chiedo scusa, alle 19:20, poi c’è il tempo tecnico con il gestore, la prima conversazione utile è delle 20:12 e dura 52 secondi. Poi ce ne sono altre a distanza di pochi minuti, tra le 20:12 e le 20:39, sono 7 se non sbaglio, 6 o 7, poi ad un certo punto non registriamo più traffico fino all’1:06, poi un’altra alle 3:53 e un’ultima alle 4:41 poi nulla fino alle 6:07, poi alle 6:36, altre tre fino alle 6:51, due, tre, un’altra alle 6:53, alcune… poi ci sono SMS dei gestori ma non c’è conversazione, poi alle 6:58 il telefono comincia ad essere di nuovo utilizzato per le conversazioni e dalle 7 in poi si registra un diverso traffico, e invio di messaggi di testo, sms, e proseguono alla mattina del 14 maggio, per tutta la mattina, tra le 7 e le 8 del 14 maggio, conversazioni e messaggi fino alle 9 del mattino. Poi c’è un salto, alle 13:28 e poi si succedono dei messaggi del gestore, quindi possiamo dire che l’ultimo che vedo qui dall’analisi del brogliaccio, delle 8:53 è un messaggio di testo, poi sono tutti impulsi del sistema di positioning, non sono conversazioni telefoniche. PM: Quindi l’ultima è quella delle 8:53? Teste: si, è un messaggio di testo. Poi impulso 10:59 in cui non c’è comunicazione, e poi abbiamo 5 messaggi del gestore, del tipo relativo al traffico, al credito, irrilevanti. E poi basta. PM: Vuole dire alla corte quando gli atti sono stati trasmessi per competenza  a Torino? Teste: il 15 maggio. PM: E successivamente, all’intercettazione delle 8:53, non ci sono state altre intercettazioni? Teste: no, non che mi risulti. Poi noi abbiamo trasmesso tutto alla procura competente PM: Non ho altre domande. Avv. Novaro: Buongiorno, senta qualche chiarimento perché mi sfuggono alcuni passaggi della vicenda. Se non ho capito male lei ha detto che ad un certo punto avete arrestato un albanese che aveva in uso una particolare scheda telefonica Teste: si, l’aveva con se’ Avv: nella zona di Bologna? Presidente: e’ rilevante? Avv: è per capire, abbiamo dei decreti autorizzativi e faccio fatica a capire come si è dipanata la vicenda. Nel decreto d’intercettazione disposto dal PM in caso di urgenza si fa riferimento a un’utenza 169 riferito ad un albanese da identificare, ma il teste riferisce di un albanese fermato, identificato, ha la disponibilità di una scheda telefonica…  (brusio con i PM) Teste: forse mi sono espresso male. Quando l’albanese è arrestato viene identificato, ma questo albanese ha in uso una scheda… in un caso del genere, traffico internazionale di stupefacenti , eroina, facciamo tutti gli accertamenti e ovviamente vengono rilevati tutti i numeri possibili, perché se noi arrestiamo un trafficante è lecito supporre che tutte le utenze di cui lui dispone sono riferibili a suoi possibili complici. Tra le schede che questo albanese aveva ce n’era una intestata ad un cittadino iracheno. Quindi noi in un momento successivo richiedemmo ai gestori se a nome di quel cittadino iracheno fossero state rilasciate ulteriori schede. La Wind ci rispose e ci disse che a nome di quel cittadino iracheno in data 15 gennaio 2013 un dealer di via novara di Milano aveva rilasciato 2 schede. Una delle due era la 169 finale che fu oggetto di intercettazioni, e la procura di Bologna la trasmise alla procura competente. PM Rinaudo: Mi pare che la vicenda sia abbastanza chiara.. Avv Novaro: vorrei fare rispondere il teste Presidente: l‘avv. Novaro si chiede come mai parlate di un albanese da identificare se l’avevate già identificato? Teste: l’indagine ovviamente era molto più vasta, avevamo scoperto che ci fosse un traffico di droga tra gli albanesi attivi nel nostro territorio con altri che li rifornivano e che erano attivi in Piemonte, erano quindi albanesi… PM Rinaudo: Mi pare di capire che quando il Procuratore della Rep. di Bologna fa riferimento “in uso ad un albanese da verificare” intende riferirsi non all’albanese arrestato che non aveva la 169 in tasca, voi quello l’avete trovato sull’indagine che avete fatto sull’albanese arrestato.. Teste  (non si sente ). In questo caso c’era un’utenza di un soggetto che era stato identificato che chiama verso un altro numero che era da stabilire a chi fosse intestato. L’accertamento fatto alla Wind, eravamo già consapevoli che fosse un intestatario fittizio.. Avv Novaro: io pensavo che la vostra ipotesi investigativa fosse diversa, credevo che l’ipotesi investigativa fosse che il cittadino albanese ha comprato tre schede ma sempre attraverso lo stesso nome fittizio Presidente : mi pare che abbiamo capito com’è la questione Avv Novaro: ci sono delle curiosità… (Padalino ironizza) devo usare altre parole se il PM ironizza. Volevo capire sul piano cronologico, quando viene arrestato questo signore.. Teste: non me lo ricordo Avv: non ha gli atti da consultare? Teste: no, non li ho Avv: lei parla del 15 gennaio per l’attivazione delle schede Teste: ma non lo so Avv: non so che cosa? Teste: non so, probabile pure che l’abbiamo arrestato prima… non ricordo Avv :può verificare la data? Teste: si, come no Avv: Cmq dalla data dell’arresto parte quest’inchiesta, quindi si parla di 3 schede intestate ad un cittadino iracheno Teste: no, la scheda anagrafica del 15 gennaio sono solo due utenze Avv: due utenze tra cui c’è il 169? (il teste controlla le carte) Test:e si Avv: ha potuto controllare se dal 15 gennaio quelle schede sono state attive o se in epoca pregressa sono state utilizzate da altri soggetti? Avete fatto verifiche sulle sim? Teste: la squadra mobile di bologna penso di no, a noi interessavano i trafficanti albanesi, non abbiamo fatto sviluppi sul 169 finale, nel momento in cui ci siamo resi conto che c’erano quelle conversazioni…. Avv: no ma io ragionavo sul vostro lavoro nella data precedente al 13 maggio, avete in mano due schede, fate una verifica per capire se quelle schede parlano nei mesi precedenti al 13 maggio? La data di attivazione è il 15 gennaio, poi il 13 maggio c’è un decreto di autorizzazioni da parte del PM e guarda caso proprio la sera in cui capita quello che è capitato in Val di Susa, una stranezza fortunata che vorrei sottoporre a verifica. Come mai, avete segnalato un’urgenza? Perché era necessario e perché era urgente? Teste: tutto quello che abbiamo scoperto l’abbiamo scoperto dopo, ma in un’indagine che attiene gli stupefacenti è prassi nostra.. perché i trafficanti sanno benissimo quali sono le attività di polizia giudiziaria per contrastarli, quindi ogni trafficante che si rispette cambia schede con una frequenza anche quotidiana. Noi mettiamo sotto anche l’IMEI perché spesso usano le schede in apparato diverso o si scambiano le schede, quindi tutte le indagini di droga vanno avanti a ritmo continuo, quotidiano, costante e solo esclusivamente con decreti d’urgenza. Tutte le forze dell’ordine che si occupano di contrasto al narcotraffico agiscono chiedendo decreti d’urgenza perché se si va in via ordinaria.. se il corriere parte stamattina e arriva stasera non abbiamo nessun dato per sorprendere il corriere… invece cosi’ se il corriere parte, con la geolocalizzazione capiamo dove sta e ci facciamo trovare li, è nel corso ordinario dei fatti di procedere con attività e richieste d’urgenza. Avv: quindi il rischio che la scheda passasse di mano… è questo il senso… Teste: cambiano continuamente le schede Avv: ma allora avevate questa informazione da pochi giorni..  era un’informazione recentissima, perché se ce l’avevate a GENNAIO il ragionamento che lei fa non sta più in piedi… Teste: si, ma non riesco ad essere preciso, sono il dirigente di 6 sezioni e non ho seguito le indagini direttamente, per cui non riesco a ricordare con precisione i dettagli e me ne scuso Avv: lei poi ha detto che qualcuno si è messo ad ascoltare nella sala ascolto, e ha arguito che si parlasse di qualcosa che non riguardava il traffico di stupefacenti, aiutato anche dalla geolocalizzazione, chi era questo soggetto che ha effettuato questo ascolto e si è reso conto che si trattava di altro? Teste: assistente Antonio Spezia e Moraccini, squadra Narcotici di Bologna Avv: ecco, e poi avete riascoltato e vi siete fatti un’idea, lei ha riascoltato? Teste: no, me l’hanno riferito i miei uomini, tra il 14 e il 15 maggio Avv: ma voi avete contattato il PM quando? Teste: il 15 maggio Avv :il PM che a sua volta ha contattato la Procura di Torino? PM Rinaudo:  non può rispondere certamente il teste Avv: quindi il 15 è la data in cui avete fatto la verifica sul contenuto, avete allertato il PM e poi la vicenda è andata avanti senza più essere seguita da voi Teste: la trasmissione degli atti è avvenuta il 15 maggio Avv: a me interessa capire quand’è che capite che si tratta di attentato e quando poi comunicate la vostra intuizione… Teste: mi pare sia stato comunicato il 15 maggio PM Rinaudo: abbiamo i dati, Bologna 15 maggio trasmissione comunicazioni registrate sull’utenza 169  – procura Bologna Dott. Caveca, ce l’ha in atti anche lei (a Novaro). Presidente: ma l’orribile sospetto? Avv: nessun sospetto ma circostanze da appurare PM Padalino: c’è anche un destino cinico e baro

Avv: si ricorda su che media ha appreso la notizia? Teste: giornali, tv, mi pare repubblica Presidente: se ci sono elementi per ritenere che ci sia qualche complotto.. senno’ i media… io vado a vedere tutti i giorni, se ha vinto la juve o quelle cose li’, o la cronaca se c’è stato un omicidio, loro andranno a vedere di più Avv: non ho elementi per dire che c’è un complotto ma è mio compito verificare elementi cronologici, mi fermo qua.

AvvPelazza Avv. Pelazza: qualche richiesta di chiarimento a mia volta. Lei prima ci ha detto del fermo o arresto di questo albanese, dopo di che un uomo della sua squadraha una brillante intuizione, quella di chiedere le schede anagrafiche delle eventuali utenze intestate all’iracheno, ricorda quando avviene quest’intuizione? Teste: appena il sostituto commissario ha potuto verificare dopo il controllo le schede Presidente: forse non è neppure una brillante intuizione.. e non ha nessuna rilevanza… Avv: ha rilevanza per cercare di capire i tempi nei quali è arrivata questa richiesta.. Presidente: ma l’abbiamo già detto Avv Pelazza: se non posso fare domande me lo dica Presidente: io e lei dobbiamo chiarirci, ci becchiamo tutte le volte, lei può fare tutte le domande che vuole ma io ho anche il compito di stabilire se una domanda è rilevante o meno, per legge Avv: allora vorrei chiedere al teste se su questo service di via novara a Milano avete fatto indagini Teste: non lo so, non credo, non so come hanno sviluppato la cosa Avv Pelazza: lei ha parlato di un riascolto di tutta quanta l’intercettazione, come da sue carte in realtà finisce alle 13:07 del 15 maggio, quindi il riascolto sarà avvenuto dopo, suppongo. Teste: il termine riascolto.. è chiaro che oggi siamo qui per un caso specifico e quindi guardiamo un caso specifico e mi rendo conto della coerenza di tutte le domande, ma se partiamo dal presupposto che la polizia giudiziaria è una realtà dinamica provo a farvi vedere quello che succede la sera del 13 quando parte l’attività. Eravamo convinti che fosse in uso ad un albanese, i miei uomini hanno altre linee telefoniche e magari qualche ambientale (intercettazione), quando siamo partiti con il presupposto che l’utenza fosse riferita agli albanesi è chiaro che il ragazzo (che ha necessità dell’interprete) quando si è reso conto che l’utenza era in uso ad un italiano, si è reso conto…  Cioé è cosi’, appena sento che parlano italiano, se ci fossi stato io in sala ascolto avrei lasciato la cuffia e sarei passato ad altro perché è chiaro che avrei cannato perché non aveva niente a che fare con gli albanesi, fu evidente che avevamo sbagliato l’attività per questo parliamo di riascolto, perché è col senno di poi che abbiamo capitoAlle 8 di sera del 13 l’unica certezza che avevamo è che avevamo fallito, perché quelle telefonate non erano riferibili al traffico di stupefacenti. Avv: lei diceva che dopo le 8:53 del 14 non ci sono più comunicazioni se non quelle provenienti dalla stessa wind. Io vedo che ci sono in sequenza dalle 13:20 alle 10:59 delle chiamate dal 39334662432, lei è in grado di dire a chi corrisponde questo numero? 13:28 la prima, fino alle 10:59 (del mattino dopo), 14 maggio. Ci sono 6 chiamate provenienti dal numero che le ho detto e che sta scritto.. 232 finale. Teste: a me risulta SMS di localizzazione. Avv: si ma su quel numero avete fatto accertamenti? Teste: noi avevamo sotto intercettazioni il 169, quando ci siamo resi conto che non riguardava la nostra indagine abbiamo trasmesso i dati alla procura di Bologna che li ha trasmessi a Torino quindi gli altri accertamenti li avrà fatti la procura di Torino, non avevamo la possibilità di fare in data 15 gli accertamenti Avv: non avete ritenuto per voi rilevante procedere ad un’intercettazione di questa utenza… pensavate l’avrebbe fatta Torino? Teste: si, quando ce ne siamo resi conto, data la gravità di Torino abbiamo immediatamente fatto la trasmissione degli atti a Torino, data la gravità della situazione, a quel punto la PG di Torino avrà fatto ulteriori accertamenti, Avv Losco: Dai documenti che noi abbiamo negli atti abbiamo acquisito il decreto d’intercettazione d’urgenza fatto dal PM, del GIP di Bologna 15 maggio 2013, abbiamo acquisito anche un’annotazione del suo ufficio sempre datata 13 maggio e risulta una storia un po’ diversa e volevo capire qual è quella esatta.Non si parla di albanesi arrestati, ma si dice che da altre intercettazioni c’è un albanese nella zona di casale monferrato che non è identificato, che ha un’utenza wind e sviluppando l’anagrafica wind si scopre che il giorno in cui è stata comprata quest’utenza sono state comprate altre utenze, per cui si chiede di intercettare queste utenze, una storia completamente diversa… non si parla di persona arrestata… Presidente: non è completamente diversa PM: c’è un’indagine in corso Teste: ma c’è anche la richiesta di prorogare l’intercettazione di altre… Avv: io sto parlando dell’utenza 169 Teste: si, ma quella richiesta del 13 maggio è antecedente ai fatti per i quali sono qui a deporre, quindi va innestata nell’ambito di tutta l’indagine madre che era in atto per cui oltre a richiedere l’intercettazione delle nuove utenze emerse noi con la stessa nota chiediamo anche la proroga delle attività già in essere, perché c’erano dei numeri in scadenza e avevamo necessità di chiederne la proroga, quindi questa nota fa seguito e integra le note precedenti che hanno riguardato le indagini sin dai suoi albori. Se è incompleta è perché sia il GIP che il PM avevano ben chiaro quale fosse l’indagine Avv Losco: io pero’ non le ho chiesto questo. Volevo sapere, mi sa dire in che data avete sviluppato quest’anagrafica wind? Teste No, non lo so. Presidente: se non ci sono altre domande possiamo ringraziare il teste.

Breve pausa. Alla ripresa gli imputati chiedono di poter fare delle dichiarazioni spontanee. Dalle gabbie non possono farle, il microfono non funziona, il Presidente chiede che vengano portati uno alla volta vicino ai loro avvocati. Gli agenti li tengono per le braccia, come se potessero scappare….

Accolti da grandissimo calore, il primo è Mattia Zanotti. Riporto frammenti delle loro dichiarazioni, che pubblicherò in un video più tardi.

Le dichiarazioni spontanee di Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia

mttia

Mattia

Conoscevo la Maddalena e la Val Clarea prima che ci venisse impiantato il cantiere dell’alta velocità. In quei boschi ho camminato, ho dormito, ho mangiato, ho cantato, ho ballato. In quei luoghi ho vissuto frammenti di vita preziosa insieme ad amici che ora non ci sono più e che porto nel cuore. In quei luoghi sono tornato più volte negli anni. Di giorno, di notte, di mattino, di sera; d’estate, d’inverno, in autunno e in primavera. Ho visto quei luoghi cambiare nel tempo, gli alberi cadere abbattuti a decine per fare spazio a siepi di acciaio spinato. Ho visto il cantiere crescere e un pezzo di bosco sparire, le torri-faro spuntare numerose e l’esercito arrivare a sorvegliare un desolato sterrato lunare con gli stessi mezzi blindati che pattugliano i monti afgani. Così in Val Clarea son tornato una volta ancora in quella ormai celebre notte di maggio. Molto, troppo, è stato detto e scritto su quella notte e non sta a me, né mi interessa, dire come si trascriva quel gesto nella grammatica del codice penale. Quello che posso dire è che quella notte c’ero anch’io. Che non fossi lì con l’intento di perseguire il terrore altrui o anche peggio, lo può capire qualsiasi persona dotata di buonsenso che abbia anche solo una lontana idea di quale sia la natura della lotta no-tav e quale il quadro di coordinate etiche all’interno del quale questa lotta esprime la sua ventennale resistenza. Che fossi lì per manifestare una volta di più la mia radicale inimicizia verso quel cantiere e, se possibile, sabotarne il funzionamento, ve lo dico io stesso. E se abbiamo deciso di prendere la parola oggi prima che questo processo si addentrasse nella selva delle perizie e delle controperizie vocali è proprio per affermare una semplice verità: quelle voci sono le nostre. Su questo la procura ha costruito una storia. Una storia in cui i cellulari diventano prove dell’esistenza di una catena di comando, addirittura di una pianificazione paramilitare, ma la verità -come spesso accade- è molto più semplice e meno roboante. Esiste un motto in Val Susa che da anni è entrato nel bagaglio comune della lotta no tav e ne orienta nella pratica le azioni di disturbo al cantiere. Questo motto è: “si parte e si torna insieme”. A significare che in questa lotta ci si muove insieme. Insieme si parte e insieme si torna. Nessuno va lasciato indietro. A questo servivano i telefoni quella notte, a questo si sono prestate le nostre voci. Parlare invece di capi, di organigrammi, di commando, di strateghi, significa voler proiettare su quell’evento l’ombra di un mondo che non ci appartiene e stravolgere il nostro stesso modo d’essere e di concepire l’agire comune. Per quanto mi riguarda lascio agli entusiasti speculatori ad alta velocità il triste privilegio di non avere scrupolo della vita altrui, e a loro lascio anche il culto della guerra, del comando e del profitto ad ogni costo. Noi ci teniamo stretti i valori della resistenza, della libertà, dell’amicizia e della condivisione e da questi cercheremo di trarre forza ovunque le conseguenze delle nostre scelte ci porteranno.

Claudio

La notte fra il 13 e il 14 maggio ho preso parte al sabotaggio avvenuto al cantiere della Maddalena a Chiomonte. Ecco svelato l’arcano. Non mi stupisce che gli inquirenti nel tentativo di ricostruire i fatti usino parole come “assalto, attentato terroristico, gruppi paramilitari, armi micidiali”. Per chi è solito vivere e difendere una società fortemente gerarchizzata non può comprendere quello che è avvenuto negli ultimi anni in Val di Susa. Per descriverlo attingerà dalla propria cultura intrisa di termini bellici. Non è mia intenzione annoiarvi sui motivi per cui ho deciso di impegnarmi nella lotta contro il tav o su cosa significhi la difesa di quella valle, voglio solo sottolineare che qualsiasi cosa che abbia a che fare con guerra o eserciti mi fa ribrezzo. Capisco lo sgomento dell’opinione pubblica e dei suoi affabulatori per la ricomparsa di questo illustre sconosciuto, il sabotaggio, dopo che si erano tanto spesi nel seppellirlo sotto quintali di menzogne. Alla lotta contro il treno veloce il merito di aver rispolverato tale pratica, di aver saputo scegliere quando e come impiegarla e di essere riuscita a distinguere il giusto dal legale. Alla lotta contro il treno veloce la grossa responsabilità di mantenere fede alle speranze che molti sfruttati ripongono in lei e di far assaporare ancora il gusto sapido del riscatto.

Mi permetto di rispedire alcune accuse al mittente. Siamo accusati di avere agito per colpire delle persone o quantomeno incuranti della loro presenza, come se provassimo profondo disprezzo per la vita altrui. Se c’è qualcuno che dimostra tale disprezzo è da ricercare nei militi che esportano pace e democrazia in giro per il mondo, gli stessi che presidiano con devozione e professionalità il cantiere della Maddalena. Per quanto concerne l’accusa di terrorismo non ho intenzione di difendermi. La solidarietà che abbiamo ricevuto dal giorno del nostro arresto ad oggi ha smontato a sufficienza un’incriminazione così ardita. Se dietro quest’operazione c’era il tentativo, non troppo velato, di chiudere i conti con la lotta no tav una volta per tutte, direi che è fallito miseramente.

Niccolò

I motivi che mi hanno spinto in Val di Susa a prendere parte a questa lotta sono tanti; i motivi che mi hanno spinto a restare e continuare su questa strada sono ben di più. In mezzo c’è un percorso di maturazione collettiva, di assemblee pubbliche e private, di campeggi e presidi, di confronto e scontro. In mezzo c’è la vita, quella di tutti i giorni, quella delle alzatacce e delle nottate insonni, della gola secca sui pendii rocciosi e dei pasti frugali, dei piccoli impegni e delle grandi emozioni.

In questo percorso chi lotta ha imparato la precisione del linguaggio, a chiamare le cose per quello che sono e non per l’involucro formale con cui si pubblicizzano, come un cantiere che prima era un fortino ed ora sta diventando una fortezza. Parole in grado di restituire il portato emotivo e l’impatto sulle proprie vite di determinate scelte della controparte, di chi ha deciso di invischiarsi in questa grande opera. Parole rispolverate da un lessico che sembrava antico e invece si riscoprono in tutta la loro potenza e semplicità nel descrivere le proprie azioni. Un’accortezza di linguaggio che mi accorgo non essere così diffusa nel mondo circostante, quando leggo di improbabili ”commando” che secondo una certa ricostruzione propinata anche dai giornali avrebbero assaltato il cantiere nella notte del 13 maggio. Una parola quanto mai infelice non solo per il suo richiamo all’atto del comandare ma anche per una certa allusione mercenaria, inaccettabile, di chi sarebbe disposto a qualsiasi mezzo pur di raggiungere il proprio fine. Di contro chi lotta ha imparato a convogliare con intelligenza persino le passioni forti e irruente che nascevano dai tanti colpi subiti quando un amico perdeva un occhio per via di un lacrimogeno o un altro era in fin di vita.

Per quanto mi riguarda la Val Clarea mi è amica fin da quando nel 2011 rilanciavamo la terra a mani nude nei buchi scavati dalle ruspe durante gli allargamenti del cantiere. Ricordo che tra le tende di quel campeggio eccheggiava una canzone, tra le tante inventate per divertirsi e darsi forza, sulle note di un vecchio canto partigiano. Il primo verso recitava ”dai boschi di Giaglione uniti scenderemo….”. In questi anni molte volte è stato dato seguito e rilanciato quelle parole e qualcuno in quella notte di maggio ha deciso di farlo con altrettanta convinzione e io ero tra loro. Una delle voci dietro a quel telefono è la mia. Ma soffermarsi su una responsabilità personale per tesserne o meno le lodi non è in grado di restituire quel sentimento collettivo maturato nelle case di tante famiglie, di valle e di città, o tra una chiacchierata e una bevuta in un bar, nelle piazze e nelle strade, nei momenti conviviali come quelli più critici. Un sentimento che ha saputo esprimersi in uno degli slogan più gridati dopo i nostri arresti e che descrive bene la vera appartenenza di quel gesto: “dietro a quelle reti c’eravamo tutti…”. Uno slogan che ci riporta direttamente ad un assemblea popolare tenutasi a Bussoleno nel maggio 2013 con cui l’intero movimento salutava e accoglieva quel gesto chiamandolo sabotaggio. E se dietro quelle reti c’eravamo tutti, dietro queste sbarre un pezzetto di ognuno ha saputo sostenerci e darci forza. Per questo, anche qui, qualunque siano le conseguenze delle nostre azioni, ad affrontarle non saremo soli.

Chiara

In quest’aula non troverete le parole per raccontare quella notte di maggio. Usate il linguaggio di una società abituata agli eserciti, alle conquiste, alla sopraffazione. Gli attacchi militari e paramilitari, la violenza indiscriminata, le armi da guerra appartengono agli Stati e ai loro emulatori.

Noi abbiamo lanciato il cuore oltre la rassegnazione. Abbiamo gettato un granello di sabbia nell’ingranaggio di un progresso il cui unico effetto è l’incessante distruzione del pianeta in cui viviamo.

C’ero quella notte ed è mia la voce femminile che è stata intercettata. Ho attraversato un pezzo della mia vita insieme a tutti quegli uomini e a tutte quelle donne che da più di vent’anni oppongono un no inappellabile ad un’idea devastante di mondo. Ne sono fiera e felice.

Scatta un lungo applauso, ed il grido “Libertà! Libertà!”, il Presidente invita alla calma mentre Padalino minaccia di sgomberare l’aula.

Torna la calma, entra il teste successivo.

Teste Di Grigori, Digos di Torino che si occupa “in particolare del Movimento anarchico

Teste DI GRIGORI Vincenzo, digos di Torino, si occupa “in particolare del Movimento anarchico PM :Ha redatto annotazione in data 16 maggio 2013… Teste: Ho ascoltato intercettazione da digos bologna e ho riconosciuto Di Blasi, Zanotti e Zenobi. I file audio erano 48. Nessuna domanda. PM produce intercettazione e rinuncia a testi Sgueglia e Martina, produce anche CD scorsa udienza con documenti che mancavano. Giudice chiede di “asciugare un po”” Pm propone di “fare colazione insieme a difesa” decidendo di unificare documenti… su quella notte Novaro: Mi pare complicato scorporare… Viene introdotto il teste Di Gregori, digos responsabile sezione antiterrorismo PM chiede se ha partecipato indagini 13-14 maggio Teste risponde affermativamente e dice che ha coordinato indagine, preso atto dei sopralluoghi, dei video e i sequestri…furono sequestrate un numero consistente di bombe molotov, bottiglie incendiarie, artifizi alcuni esplosi alcuni no, alcuni lanciarazzi utilizzati per sparare artifizi con gittata + ampia. Poi catene che avevano chiuso 2 cancelli di ingresso al cantiere e una trombetta utilizzata per dare segnale di inizio e fine attività. Personale del mio ufficio ha fatto i singoli atti già la mattina del 14 maggio e io ho poi riunito gli elementi utili in un unico fascicolo. Scorrono immagini… Presidente: Ma abbiamo già sentito di sequestri… PM: sì ma ora specifichiamo Teste: Quante persone avevano operato, come si erano mossi ed eventuali riconoscimenti. Da Bologna è arrivata notizia intercettazione da indagine su stupefacenti e abbiamo esaminato: riconoscimento voci,  prima lettura che faceva capire azione pianificata, parole come “Gruppi d’assalto, Gruppo Marmotte, Vedetta, Autisti”, molta è la cura di non dire troppo al telefono e si dice “Ci vediamo lì un quarto d’ora prima dell’ora prefissata”, cura certosina soprattutto per un attacco che è durato sì e no 7 minuti.

riepilogo_utenze_attacco

Abbiamo analizzato contatti telefonici utenza intercettata, l’IMEI, le celle, e gli intestatari dei numeri telefonici. Preciso che la richiesta per quanto riguarda i tabulati noi la facciamo a tutti gli operatori, in quanto dall’analisi complessiva si possono rilevare ulteriori informazioni. Dalla prima analisi quindi il primo dato emerso è che rispetto alle 6 utenze in contatto quella notte…dice solo i numeri finali… PM: commenti schema che stiamo proiettando, è+ semplice. Teste: UN’utenza ha contatto con 5 utenze, sono quelle cerchiate. Il nr della Zenobi coordina attività con autisti e anche con il gruppo di assalto cui faceva capo Zanotti che scende da Ramat. Da questo schema  si capisce il ruolo centrale dell’utenza. Ad esempio nel momento della fuga del gruppo di assalti coordinato da De Blasi, e l’utenza passerà in mano a donne non ancora riconosciute, e aumentano i contatti in modo esponenziale. Possiamo quindi riconoscere i gruppi: Autisti, Autisti gruppo Marmotte, Vedetta, Avanscoperta prima e dopo l’assalto per la risalita per il via libera. Emerge la storia di otto utenze, intestatari tutti cittadini stranieri, africani, un rumeno che da accertamenti sul codice fiscale risultavano o inesistenti o clandestini, senza traccia. Le prime 3 utenze attivate il 15 gennaio 2013 a Milano, poi c’è stata attivazione di altre 2 e poi il 30 aprile 2 a Torino e a fine maggio l’ultima sempre a Torino. Non è un caso che i soggetti riconosciuti risiedano in queste 2 città. Queste utenze non generano alcun traffico, non sono attive, tranne per alcune attività che poi dagli accertamenti successivi si sono rivelate propedeutiche all’attacco, perché cominciano ad attivarsi via via dall’1 maggio del 2013, quindi a distanza di 13 giorni dall’attacco. Abbiamo ricostruito con l’aiuto della polizia scientifica dove si sono attivati, il primo maggio c’è il primo segnale tra il numero in uso alla Zenobi e la vedetta. Ci sono due tentativi di chiamata, squilli, evidentemente per scambiarsi il numero. La cellula è quella corrispondente , compatibile con la casa occupata di via Lanino, dove abitualmente risiedono Zenobi, Alberto e Blasi. Tra l’altro è stata occupata nel 2011 e tra gli occupanti figuravano Blasi e Zenobi. La Zenobi è stata arrestata il 9 dicembre proprio in via Lanino, qui a Torino. Poi ..

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PM Rinaudo: se può spiegare alla corte, in particolare ai giudici popolari, quando ha fatto riferimento alle chiamate significative… lei dice che ha attivato il 15 gennaio la scheda, e quando parla di attivazione del telefono? Teste: sono due momenti diversi, l’attivazione è quando si va in un negozio, un centro tim  o quello che è, si fa proprio l’iscrizione di un numero di telefono, quello che avviene il primo maggio è la prima attività di utilizzo dei cellulari. Un evento nelle comunicazioni. In quel caso come si vede abbiamo l’occasione di vedere la slide, la 776 fa dapprima una chiamata di zero secondi, il primo sulla sinistra, verso l’utenza 162, questa chiamata di zero secondi non va a buon fine, infatti immediatamente dopo arriva quello che è un sms del gestore con cui dice “ti ho chiamato”. successivamente c’è un altro squillo di zero secondi che però non aggancia nessuna cella, può essere stata rifiutata la chiamata. Il 2 maggio le utenze che ho citato prima 162 e 776, se ne aggiunge un’altra, la 169, prende vita in aree compatibili al cantiere TAV di Chiomonte, nella parte alta che sarà poi quella che verrà percorsa dagli assalitori quella notte di maggio, e qui ci sono comunicazioni di qualche secondo. Evidentemente volevano provare la copertura in determinati punti dei boschi, della montagna, piuttosto che del cantiere.

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In quell’occasione in orario poco dopo questi eventi tra le tre utenze citate c’è stata una manifestazione organizzata dal movimento no tav, tra i cui partecipanti il personale riconosceva Blasi e Alberto, due degli utilizzatori di quelle utenze. Passiamo ad altri segnali di vita, l’11 maggio, finora sono stati silenti tranne quei 3, l’159 che saranno gli autisti del gruppo RC, del gruppo di Zanotti, milanese, ricarica il cellulare a Milano prendendo la cella di via Noto , via Bismonte (messaggio wind infocredito ricarica). Il 12 maggio c’è un’altra ricarica, questa volta a Torino, la 776 (vedetta), il 13 maggio si ricaricano le altre 4 utenze, quelle in uso alla Zenobi, 162, la 169, Alberto, la 750 , assalitori e autisti del gruppo Marmotte (350). Poi la 501 e la 869, queste non risulta abbiano mai generato alcun traffico fino all’attacco del 13 maggio. Quindi la mattina del 13 maggio abbiamo il dato che queste 4 utenze hanno ricaricato insieme quasi contemporaneamente a distanza di mezz’ora i cellulari, qualcuna di loro che non era ancora emersa fa degli squilli evidentemente per scambiarsi i numeri, quel giorno in zone e orario compatibile con le celle agganciate in quest’operazione di ricarica venivano… c’era una manifestazione dell’area anarchica, con 20-30 persone, tra queste Blasi e Zenobi venivano riconosciute dal personale dipendente. Da quel momento abbiamo poi la notte del 13-14 maggio in cui le utenze si interfacciano tra di loro. Una volta avuto contezza dei rapporti, delle relazioni e della vita precedente al 13-14 maggio ci siamo focalizzati sul combinato disposto dai contenuti dell’intercettazione, i riscontri dei tabulati e delle celle e abbiamo ricostruito le tre fasi della notte. La prima fase, quella dell’arrivo, del posizionamento, che va dalle 20:12 all’1:06. Qui abbiamo zero messaggi di contenuto e solo 7 telefonate. In questa parte qui gli argomenti di discussione saranno, e già ci danno elementi utili, si riconoscono già i 4 odierni imputati, perché parlano tra loro. Si capisce che ci sono due gruppi d’assalto che scendono da due parti diverse: RC con Zanotti che scende da Ramat, e quello coordinato da Blasi Alberto che invece scende da Santa Chiara e percorrerà una zona vicino al fiume Clarea, nelle intercettazioni i rumori di sottofondo fanno sentire per gran parte acqua che scorre. Abbiamo contezza appunto di quello che dicevamo prima, nomi in codice. Vengono fuori autisti, vedette, i nomi dei gruppi. E abbiamo contezza del fatto che i due gruppi sono arrivati in auto e le auto poi se ne sono andate. Quelle del gruppo RC perché Zanotti dice ad Alberto… non riuscivano a contattare le macchine, avevano difficoltà, in questo senso tant’è che probabilmente il tel 159 si riaccende alle 22 di quella sera ricevendo due messaggi. Mentre invece il gruppo Blasi Alberto interloquisce con la Zenobi che si assicura che tutto fosse andato a buon fine e alle 20:39 dice “io stacco, vado via, riaccenderò il tel alle 6:30 come concordato” quindi era tutto previsto, anche il silenzio radio fino alle 6:30. Da questa prima fase c’è un’altra informazione importante, che entrambi i due gruppi d’assalto, sia RC che Alberto Blasi, faranno, prima di chiudere le comunicazioni, li sentiremo dopo l’attacco, fanno una telefonata di vari secondi all’utenza 501. La 501 noi l’abbiamo individuata come utenza di avanscoperta, anche dai discorsi delle celle con il supporto della PS di Roma viene collocata in una parte bassa, in prossimità del cantiere o giù di li. PM Rinaudo: c’è una cartina, se vuole indicare… Presidente: è cosi’ fondamentale? Comunque ce lo indichi

L’avv. Novaro interviene per chiedere che l’intervento sia più stringato, il Presidente concede alle parti un attimo di tempo per concordare il da farsi. Il teste viene allontanato.

Dopo 10 minuti riprende la deposizione dello stesso teste.

il teste prosegue ricostruendo l’azione, l’ingresso nel cantiere, il taglio reti con flessibile… sono apparati collegati a Zenobi e a autista del gruppo di cui faceva parte Zanotti. Pm: produco mail di cui si parla

Novaro

Avv. Novaro: Opposizione, il teste legge da annotazione non depositata. La giurisprudenza parla di mancata deposizione…vorremmo capire Teste: Sono informazioni già presenti nei tabulati depositati a ottobre che ci consentono di dire questo. Avv.: Reitero opposizione, annotazioni addirittura del novembre 2012 ci sono sconosciute, sono atti a sorpresa senza che noi abbiamo potuto prenderne visione. Come dicevo la giurisprudenza parla di questo problema: se manca la discovery non è possibile trarre deduzioni. Chiedo di non fare più domande su questo punto Pm: Il teste sta riferendo su atti depositati. Stiamo semplicemente collocando l’apparato telefonico nello stesso momento in cui in valle ci fu un altro evento Giudice: Sono solo considerazioni del teste Teste: Sono informazioni che già sapevo, perché nei tabulati del 18 ottobre vi erano già questi dati Pm: Si fa riferimento a sentenza Cassazione che si è pronunciata su attuali imputati su problematica contesto parla di necessità a parte responsabilità personale di dare un senso una collocazione contestuale a fatti precedenti e susseguenti. E’ sulla base di questo che abbiamo proceduto Pm: chiederei al teste di dare lettura al tabulato. Chiedo al teste se ci sono ulteriori contatti dopo il 14 maggio. Avv. :Sono ipotesi, è problema di mancato riscontro. Chiedo al teste chi e quando ha avuto contezza di intercettazioni Teste: Il dirigente di Bologna ha chiamato dirigente Petronzi di Torino immagino la mattina stessa Avv. Pelazza: Avete chiesto di effettuare perquisizioni presso il server? Quando? Gli esiti? Teste: Sì, penso sia nell’ordinanza. Per quanto riguarda gli esiti… a memoria posso dirvi che è stato perquisita anche la documentazione di attivazione utenze, fotocopia passaporto, il soggetto non era presente in alcuna banca dati Avv. Pelazza: Restringendo il campo, l’ utenza di via novara a milano, è stata perquisita? Teste :Ne ricordo 2, una sì, l’altra no, ma faccio sforzi di milano, se ne è occupata digos di milano Avv. :Non ricorda cos’ha scritto in relazione? Le risulta perquisizione digos di milano o se non c’è stata. Produce documentazione Giudice: La rilevanza non capisco quale sia… polemica che non vorrei innescare… Teste: legge sua relazione PM :si cerca di mettere in difficoltà teste Giudice: Le risulta sia stata fatta perquisizione? Se non è in grado di dirlo, lo dica Teste: Non è stata data esecuzione, in quanto l’attività della ditta era cessata Avv. Pelazza: Era chiuso va bene, ma c’era intestatario di questa ditta. Ultima domanda sull’ultima che chiama per ultima verso le 13 del 14 maggio: è stata identificata? Teste: Il brogliaccio ricevuto squadra mobile di Bologna consta di 113 elementi, noi ne abbiamo presi in considerazione 92, gli altri sono ripetuti in quanto quando il telefono è spento il sistema riprova parecchie volte. E’ un servizio aggiuntivo della ditta di intercettazione.

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Teste; Il sistema riprova più volte alla consegna del messaggio, di fatto sono 3 gli eventi Avv: lei quindi dice che l’utenza finale 232 sarebbe della ditta di intercettazioni? Teste: è un servizio aggiuntivo della ditta d’intercettazione con cui è stata attivata l’intercettazione sull’169 che nel momento in cui il cellulare non è più localizzabile in quanto spento o irraggiungibile manda degli input che consentono di agganciare il telefono e di localizzarlo Avv la ditta di intercettazione nel momento in cui l’intercettazione deve essere svolta nei locali della Procura locale non capisco…. Teste è un messaggio di sistema, sono input… Presidente: sono solo messaggi di localizzazione Avv Pelazza: della ditta d’intercettazione….. Presidente mi pare che abbia già risposto, se ha altre domande… altrimenti…. Avv Pelazza ringrazio

Entra il teste Di Ieva Giuseppe, perito capo della Polizia di Stato in servizio Dir. Anticrimine, Polizia scientifica di Roma. PM: Lei ha redatto due note, una del 26 settembre e una del 15 ottobre 2013 sull’analisi del tabulato trasmesso dalla procura di Torino, può spiegare cos’ha fatto? Teste: esattamente l’incarico era rivolto alla verifica delle celle di copertura di determinate aree indicate dalla Digos di Torino. Presso la PS è in dotazione uno strumento tecnico che in sostanza simula un telefono, sono due strumenti, uno è customizzato all’interno di un telefono e uno è un po’ più grande all’interno di una macchina. Sono stati utilizzati per capire se dei punti erano compatibili con determinate celle. Questo telefono simula un telefono ma registra i dati tecnici utili per capire la potenza della cella che arriva in quel punto, latitudine e longitudine e altri dati tecnici chiamati primarie e secondarie, quando la cella è più forte in un punto rispetto ad un’altra. Cattura determinati valori, la potenza, il recking (primaria, secondaria).

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PM: I risultati sono quelli che avete trascritto Teste: le nostre relazioni si susseguono tra immagini dei punti dove siamo andati con le tabelle delle CGI divise per ogni operatore che sono gli operatori emersi dall’analisi dei tabulati PM: Può spiegare come si legge? Teste: il numero è CGI, il valore della cella, dal punto di vista numerico e non di potenza, questi numeri sono 15 caratteri e ogni carattere ha un significato, i primi tre numeri rappresentano la nazione (222 italia) poi l’operatore (01 TIM, 99 H3G, 10 Vodafone, 88 Wind, 30 o 31 FFSS) gli altri 5 numeri rappresentano la LAC (Local Area Code), le celle sono divise sul territorio da macro aree e poi dal palo fisico che sono gli ultimi 5 numeri, il pannello e la sua irradiazione. Esempio, 12345 rappresenterà 90 gradi nord, 6 finale 180 gradi nord… e così’ via. Come ogni CGI è rappresentata in gradi ce lo dice l’operatore. Noi come ufficio, abbastanza spesso, chiediamo le cosiddette anagrafiche celle e gli operatori ci forniscono le anagrafiche nazionali. PM :Siete andati anche in loco? Teste: si, esattamente. L’attività tecnica non si è soffermata soltanto dalle CGI date dalla DIGOS ma siamo andati a verificare i vari punti, con latitudine e longitudine. PM: Grazie. Presidente: qui usiamo l’annotazione, ci sono domande? (no).

Il teste viene congedato.

Inizia la discussione per organizzare le prossime udienze. Presidente: La Taricone, ci interessa cosi’ tanto? Avv Losco: sul contenuto… PM Rinaudo: ci sono passaggi significativi, capisco l’interesse dell’accusa e della difesa, che sia trascritto nel modo più corretto possibile perché c’è un passaggio significativo Presidente: poi dopo? PM Ci sono eventuali 507 Presidente quali testi ci sono da sentire? PM Padalino: faremo anche una produzione di attività integrativa d’indagine, che sarà poi presentata.. Avv Losco: noi dobbiamo sentire due consulenti, Abbà sul cantiere, le distanze, i rilievi e il nostro consulente balistico, Soldati.

Avv Novaro: vorremmo anche una consulenza sui tabulati e le celle, magari la produciamo Presidente: quando possiamo sentirli questi consulenti? PM Padalino: dopo il 9 Presidente:La Villa la volete sentire il 9? PM Si, il 9 con Petronzi Presidente allora poi possiamo sentire anche i consulenti, no? Soldati e Abbà, il che vuol dire che salteremo il 2.

VIENE ANNULLATA L’UDIENZA del 2 OTTOBRE. E il 9 ottobre è prevista udienza per l’esame dei testi Villa, Petronzi e dei consulenti della difesa. Gli avvocati della difesa dichiarano che non ci sarà l’esame degli imputati.

Il Presidente chiede direttamente agli imputati se vogliono sottoporsi ad esame, spiegando loro che possono scegliere liberamente, gli imputati rinunciano all’esame.

Si discute sulle richieste ex 507, il PM Padalino fa presente che per il 9 possono già anticiparlo, perché sarà in concomitanza con il deposito degli atti al tribunale del riesame che è il 6 (ottobre) e quindi la difesa verrà a conoscenza.. Avv Losco: ho capito che sono ingenti questi atti e dovremo analizzarli… Presidente : sono ingenti? Padalino: eh, c’è un po’ di produzione, si..

Alle 12:30 l’udienza si conclude.

 Simonetta Zandiri , Maria Eleonora Forno

“Soffermarsi sulla responsabilità individuale non è in grado di restituire quel sentimento collettivo” – le dichiarazioni spontanee degli imputati – 24/09/2014ultima modifica: 2014-09-24T22:28:56+02:00da davi-luciano
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