Corano e fucili, le donne dell’Isis sognano la prima linea

che strani integralisti….vogliono la sharia ma le donne combattenti sono ammesse…. un progresso….la donna si sà, migliora tutto ed è più buona dell’uomo anche quando ammazza…

giovedì, 18, settembre, 2014
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Duecento jihadiste, forse di più. Arrivano da 14 paesi e rappresentano il 15% delle reclute. Sono le donne del califfato, le amazzoni sulle quali il leader del cosiddetto Stato Islamico (Is), Abu Bakr al-Baghdadi, può contare nella sua battaglia contro i “miscredenti”. Hanno lasciato l’università, il lavoro e la famiglia per viaggiare in Siria e Iraq, nei territori dove l’Is comanda e vige un’interpretazione estremista della sharia che punta a seminare il terrore tra la popolazione. Nello Stato sognato da al-Baghdadi non si accontentano di un ruolo marginale, vogliono essere protagoniste, vogliono la linea del fronte.
 
Vengono dall’Europa, in gran parte da Gran Bretagna e Francia, dove oggi cinque persone sono state arrestate con l’accusa di aver formato una cellula di reclutamento per ragazze destinate ad ingrossare le fila dell’Is in Siria. Gli arresti sono stati effettuati nella zona di Lione, come ha spiegato il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve. Non tutte però vengono fermate dalla polizia nei loro paesi d’origine.
 
E’ il caso di Umm Khattab, la cui storia è descritta sul sito web della Cnn. Giovanissima, 20 anni circa, un tempo postava su internet le ricette del pollo alla vietnamita. Oggi si ritrae con Ak-47 e Corano e sogna di infilzare la testa del primo ministro britannico, David Cameron.
 
Non è certo la prima volta che le donne vengono reclutate per la ‘guerra santa’. La stessa al-Qaeda, da cui deriva l’Is, può contare da anni su un plotone di donne kamikaze pronte al martirio. Ma è la prima volta che si assiste a un tale arruolamento di massa. “La ‘mujahidat’ (il corrispettivo femminile di ‘mujahidin’, ndr) classica ha un ruolo di supporto – come moglie o madre che esegue i lavori domestici – per il jihadista. Modello casalinga anni ’50″, spiega Veryan Khan, analista del Terrorism Research and Analysis Consortium (Trac).
 
Alcune di loro, tuttavia, non accettano il ruolo di comprimarie. Come Aqsa Mahmood, ex studentessa a Glasgow che lo scorso anno ha lasciato la famiglia e l’università per recarsi in Siria. Oggi Aqsa ha sposato un combattente dell’Is e scrive su un blog con il nome di Umm Layth dove fornisce consigli alle ragazze che come lei vogliono unirsi alla ‘guerra santa’: “Portatevi le pallottole, scarponi robusti e una giacca calda” sono alcune delle sue dritte.
 
Aqsa ha l’ambizione di combattere al fonte, ma al momento ha raccolto più che altro delusioni. “Sarò sincera con tutte voi – scrive – non c’è nessun ruolo per le sorelle che vogliono partecipare al ‘qitaal’ (combattimento, ndr). Per le sorelle è assolutamente impossibile. Se Dio vuole in futuro“.
 
Non manca in alcune delle aspiranti jihadiste la smania di dimostrarsi all’altezza dei criminali più efferati dell’Is. Così lanciano la sfida agli uomini sul piano della violenza e dell’orrore. Due giorni fa una giovane studentessa di medicina britannica, che dice di chiamarsi Mujahidah Bint Osama, ha pubblicato una foto su Twitter in cui appare con in mano la testa mozzata di un uomo.
 
Questa ambizione trova a volte il ‘giusto’ riconoscimento. Di recente l’Is ha formato un battaglione di 60 ragazze tutte sotto i 25 anni, tra le quali anche britanniche, che ha due compiti principali: presidiare i checkpoint e controllare che i costumi delle donne di Raqqa, nella Siria settentrionale, siano rispettosi dei precetti dell’Islam. La milizia di sole donne, chiamata al-Khanssaa, ha il compito di verificare che i comportamenti delle siriane siano conformi a un’interpretazione tradizionalista della sharia e soprattutto che non ci sia un’interazione ‘indebita’ tra uomini e donne.
 
Poco si conosce invece del ruolo della donna che è più vicina al califfo al-Baghdadi, la moglie Saja Hamid al Dulaimi, della quale girano sul web alcune immagini. Si sa – per voce di un leader del Fronte al-Nusra – che era tra le detenute scarcerate dal regime siriano in cambio del rilascio delle suore di Maulula. E’ vedova di Falleh Ismail Jassem, un jihadista ucciso ad Anbar nel 2010 e la sorella Duaa avrebbe partecipato ad un attacco suicida ad Erbil. Niente altro. Nemmeno voci su un suo eventuale ruolo di primo piano nella leadership del califfato. Forse c’è da credere a chi sostiene che avrebbe lavorato come parrucchiera oppure come sarta nella provincia di Anbar. Un curriculum non certo da ‘mujahidat’. adnkronos
 

Il FMI ordina all’Italia di tagliare su pensioni e sanità

ariecco il disco rotto, ma che novità…..ma chissà cosa han fatto i governi degli ultimi 20 anni…..Opererà per conto dei tedeschi senz’altro….
giovedì, 18, settembre, 2014
 
La spendig review e’ uno ”strumento importante”, ma le analisi suggeriscono che ”ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l’elevata spesa per le pensioni”. Lo afferma il Fmi nell’Article VI sull’Italia, sottolineando che ci sono spazi per migliorare anche la spesa sanitaria.
 
“L’Italia resta ”vulnerabile a una perdita di fiducia del mercato” e al ”contagio finanziario”. Per questo l’Italia potrebbe anche essere ”fonte di contagio per il resto del mondo”.
 
Il Fmi promuove l”’agenda ambiziosa di riforme” del premier Matteo Renzi. ”La loro risoluta attuazione e’ essenziale per creare lavoro, aumentare la produttivita’ e aumentare il potenziale di crescita” afferma il Fmi. ”Attuare le riforme strutturali simultaneamente e genererebbe significate sinergie di crescita”.
”Un ulteriore aggiustamento rispetto ai piani delle autorita’ (fino allo 0,5% del pil a seconda della forza della ripresa) aiuterebbe a raggiungere un piccolo surplus strutturale nel 2015”. Lo afferma il Fmi nell’Article VI sull’Italia. Lo 0,5% del pil equivale a una correzione di circa 7,5-8 miliardi.
Il Fmi, che spiega che l’Italia deve ”muoversi rapidamente sulle riforme”. Bene l’idea di un ”singolo contratto di lavoro”. ”Con il 70% dei nuovi contratti a tempo determinato, ulteriore flessibilita’ ai margini fa poco per ridurre dualita’ e spingere investimenti”.
La legge elettorale e’ importante per la crescita perche’ aiuta il sostegno e l’attuazione delle riforme. Lo afferma il Fmi nell’Article Iv sull’Italia, annoverando la riforma della giustizia e del lavoro le altre centrali per l’Italia.

Prostitute per i disabili, Bologna dà il via ai corsi. Dl di un senatore PD

ci sono due cose che non comprendo:

– perché un non disabile può avvalersi di tali servigi e pagarseli di tasca propria i disabili invece no? Questi servizi si possono prenotare anche via web da siti appositi, perché per i disabili dovrebbe essere il comune a pagare?

– perché quando per via dei tagli tanto cari allo stesso Pd, si toglie ore di insegnamento ai bimbi disabili nelle scuole, tolgono ore di assistenza a disabili a domicilio, tanto interesse per garantire questo servizio????
C’è qualcos’altro dietro? E’ questa la ricetta Pd per creare lavoro?

giovedì, 18, settembre, 2014

  
La chiamavano “Bocca di Rosa” ed ora si chiama “assistente sessuale”, e al di là dell’Oceano – ed anche da noi per gli anglofili – “love giver”, “donatrice d’amor” se vogliamo fare gli aulici. In modo più prosaico è una prostituta. Ma una prostituta con tanto di diploma che potrà offrire i suoi servizi solo ad una categoria particolare di persone: i disabili (perché in politichese corretto l’assistente sessuale sta al disabile come la prostituta sta all’handicappato).
 
C’è anche un disegno di legge che vuole introdurre questa figura professionale, proposta presentata nell’aprile scorso dal senatore Pd Sergio Lo Giudice, omosessuale dichiarato che in barba alle leggi italiane volò all’estero per avere un bambino tramite la pratica dell’utero in affitto.
 
Il disegno di legge si intitola “Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità”. Maximiliano Ulivieri, portavoce del primo comitato italiano per una legge sull’assistenza sessuale, spiega la bontà di una tale proposta normativa: per la persona disabile «si è concepito un aiuto per ogni tipo di necessità, ma non per quella sessuale. Come se il disabile non sentisse il bisogno di toccarsi, di ricevere piacere, come se non fosse idoneo a certe esigenze. Ma non è così, e chi ha limiti psichici o fisici tali per cui non può provvedere da sé a questi bisogni deve essere assistito».
 
Se la premessa è che il sesso è come mangiare o andare in bagno – un bisogno fisiologico come altri – la conclusione appare ovvia: occorre che vi sia qualcuno che soddisfi le esigenze sessuali anche di chi sta in carrozzina o inchiodato in un letto di ospedale. […]
 
Tommaso Scandroglio nuovabussolaquotidiano

Un’inchiesta esclusiva di Radio Spada sui personaggi che animano il movimento italiano per la legalizzazione dell’assistenza sessuale ai disabili. Uno dei gruppi ha anche avuto il patrocinio del Comune di Roma
A causa delle tematiche trattate, la visione di questo documentario è consigliata al solo pubblico adulto.

Iran, Rohani: la coalizione internazionale anti-Isis a guida USA è ridicola

giovedì, 18, settembre, 2014
 
Una campagna in tre fasi per “indebolire e infine distruggere” le forze jihadiste in Iraq e in Siria. Un’offensiva militare e politica che durerà almeno tre anni e molto probabilmente destinata a concludersi quando Barack Obama non sarà più presidente. Il piano anti-Isis è pronto. (ansamed.http://alturl.com/mdzw4)
 
“Ridicola”. Cosi il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha bollato la coalizione internazionale guidata dagli Usa contro i jihadisti dello Stato islamico. In un’intervista alla Nbc, Rohani ha criticato la decisione di Obama di contrastare l’Isis con i raid aerei.
 
“Gli americani temono di lasciare vittime sul terreno in Iraq? Forse i raid aerei sono necessari in alcune circostanze. Ma – ha sottolineato Rohani – dovrebbero essere lanciati con il permesso della gente di quel Paese”.

Texas: Fece morire di fame il bimbo della compagna, 38enne giustiziata

giovedì, 18, settembre, 2014
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Lisa Coleman è stata uccisa con un’iniezione letale nel braccio della morte di Huntsville, in Texas. Si tratta solo della 15esima esecuzione di una donna da quando, nel 1976, la pena capitale è stata reintrodotta negli Stati Uniti, vale a dire l’un per cento delle 1389 esecuzioni avvenute in questo lasso di tempo.
 
Coleman, che aveva 38 anni, era stata condannata 10 anni fa per aver fatto morire di fame un bambino di nove anni, figlio della sua partner, che era tenuto segregato dalle due donne. La madre del bambino collaborò con i procuratori ottenendo solo la condanna all’ergastolo. In Texas l’omicidio commesso durante un rapimento è punibile con la pena capitale, e dal 2011 anche l’omicidio di un bambino sotto i 10 anni.
 
Era stato sempre il Texas – stato tristemente campione dell’applicazione della pena di morte, 516 esecuzioni in 38 anni – a condurre l’ultima esecuzione di una donna, Suzanne Basso, uccisa lo scorso febbraio per aver torturato ed ucciso un uomo. Nel braccio della morte texano al momento vi sono sette donne.