dal 2009 ad oggi sono state acquisite da imprenditori/fondi d’investimento/fondi sovrani 363 aziende italiane per un controvalore di circa 47 miliardi di euro

viva la globalizzazione che porta tanto lavoro per tutti!!!! Saremo mica razzisti no?

LO STUDIO DI KPMG ADVISORY

Ecco dov’è finito il made in Italy negli anni della Grande Crisi

 Bulgari, Parmalat, Loro Piana, Valentino, Ducati, Prada: alcuni dei marchi finiti all’estero negli ultimi anni

 Niente paura. Nessuna linea Maginot da erigere a protezione delle nostre aziende. Neanche la più volte auspicata riconversione di Cassa Depositi e Prestiti in una nuova Iri per prevenire eventuali acquisizioni da oltre-frontiera. Tanto meno la volontà di rilanciare il dibattito sulla necessità dell’intervento statale misto a un campanilismo vecchia maniera non più adeguato ai tempi del commercio globale.

 Semmai solo una ricognizione sul made in Italy “venduto” agli stranieri (guarda il grafico interattivo) nei cinque anni della Grande Crisi tra luoghi comuni da sfatare, insicurezze da dissipare, persino qualche buona notizia nel Belpaese preda degli appetiti degli investitori esteri a caccia di marchi riconosciuti, aziende in saldo, complicate transizioni generazionali che favoriscono il passaggio di mano. Subito i numeri: dal 2009 ad oggi sono state acquisite da imprenditori/fondi d’investimento/fondi sovrani 363 aziende italiane per un controvalore di circa 47 miliardi di euro.

 Il made in Italy
              “venduto” agli stranieri (guarda il grafico interattivo)

Il made in Italy “venduto” agli stranieri (guarda il grafico interattivo)

 Lo studio realizzato dalla società di revisione Kmpg per il Corriere della Sera testimonia come il picco si è avuto nel 2011 quando sono state 109 le operazioni sul mercato italiano, mentre nei primi sei mesi del 2013 si è in linea con gli anni precedenti (42 acquisizioni per un ammontare di 4,1 miliardi di euro) nonostante “la dura recessione economica”.

 Da Bulgari acquisita dalla holding del lusso Lvmh per 4,3 miliardi di euro (2011) alla Parmalat finita nelle mani francesi di Lactalis per 3,7 miliardi (stesso anno). Alla più recente Loro Piana, rilevata all’80% dallo stesso gruppo emanazione dell’impresario Bernard Arnault (2013) alla Coin controllata dal fondo inglese di private equity Bc Partners a fronte di una spesa di 906 milioni di euro (sempre nel 2011). E ancora: la Ducati comprata dalla tedesca Audi del gruppo Volkswagen per 747 milioni (2012) e il gruppo Valentino ora di proprietà di Mayhoola for Investment, società riconducibile allo sceicco Hamad bin Kahlifa al Thani, emiro del Qatar che ha “sborsato” 700 milioni di euro nel 2012 per rilevare la prestigiosa griffe.

 Ecco dov?è finito il made in Italy negli anni della Crisi

 L’elenco potrebbe proseguire con Moncler, Ferrè, Bertolli, Orzo Bimbo, Cesare Fiorucci, Mv Agusta(passata alla Harley Davidson nel 2008 e poi rivenduta all’ex proprietario Claudio Castiglioni) e Ferretti yacht (ora cinese), ma è da smentire lo stereotipo che le acquisizioni da oltre-frontiera siano accelerate dalla crisi e da sette trimestri consecutivi di Pil italiano negativo. In realtà gli investimenti diretti esteri seguono una dinamica speculare alla situazione economica del sistema-Paese di destinazione, tanto che nel 2007 – l’ultimo anno di crescita sostenuta – le operazioni sul mercato italiano avevano toccato la cifra-record di 28,4 miliardi di euro.

 Dice Innocenzo Cipolletta, neo-presidente del Fondo Italiano d’Investimento (la società di gestione del risparmio compartecipata dal ministero del Tesoro, da Cdp, Abi, Confindustria e alcune banche-sponsor) che guardare gli investitori esteri con diffidenza è un clamoroso errore di valutazione: “Ogni acquisizione è una prospettiva di sviluppo per l’impresa in sé. Non sono mai investimenti in aziende decotte, quindi possono persino creare occupazione perché aprono nuovi mercati e suggeriscono nuove piattaforme distributive per i prodotti del made in Italy. Semmai dobbiamo preoccuparci del perché poche aziende italiane comprino oltre-frontiera, ma qui l’accento è da porre sul basso accesso ai capitali di rischio delle nostre imprese, poco interessate a quotarsi in Borsa per il terrore di perdere il controllo della società”.

 Analisi condivisa da Giuseppe Latorre, partner Kpmg corporate finance, che punta il dito contro “la nostra ossessione del controllo che testimonia una visione miope in ottica di crescita e sviluppo” e invita a “non dispiacersi dell’eventuale perdita di sovranità”. Colpisce tuttavia come la politica di acquisizione di aziende italiane porti persino a un aumento del numero di addetti, al netto di un eventuale accentramento delle funzioni di staff che invece fuggono altrove. Secondo uno studio congiunto Politecnico di Milano/Intesa Sanpaolo il numero degli addetti italiani che lavorano per conto di aziende a ragione sociale estera è di oltre 886mila (dato 2012), in crescita di oltre 30mila unità rispetto al 2005.

 Spiega Stefania Trenti, economista dell’ufficio studi di Ca’ de Sass, come il nuovo fronte riguarda i servizi professionali: “L’apertura di filiali italiane da parte di grandi studi legali internazionali crea posti di lavoro ad alto valore aggiunto. Ed un è merito”.

 27 luglio 2013 (modifica il 28 luglio 2013)

http://www.corriere.it/economia/13_luglio_28/ecco-dove-finito-made-in-italy_8f2d99b2-f6df-11e2-9839-a8732bb379b1.shtml

Stranieri gettano cartelle esattoriali fra le immondizie

oh signur. Che facciamo pagare le tasse agli stranieri? Quale sommo gesto di razzismo!!! Alle “risorse” dovremmo concedere il diritto di evadere. Per loro varrà la clausola della “sopravvivenza”.

Stranieri gettano cartelle esattoriali fra le immondizie
IL CASO. Scoperte ieri mattina in un vicolo di via Capitano Sella
27/07/2013
Alcune delle cartelle esattoriali e avvisi gettati dai condomini. A.L.
SCHIO. Decine di lettere gettate in un vicolo di via Capitano Sella come se fossero immondizia. Si tratta per la maggior parte di avvisi di giacenza, lettere intestate Equitalia per il recupero crediti, avvisi di pagamento inviati da amministratori condominiali, tutti indirizzati a stranieri che risiedono nei condomini della via e di piazza Almerico Da Schio. Avvisi di riscossione mai aperti e gettati per terra, in attesa che oggi passino gli addetti della pulizia nella zona di mercato. A segnalare lo spiacevole episodio il neonato “Movimento autonomo e indipendente per rivoluzionare Schio”, guidato da Marco Schiavon, Piero Bastianello e Stevens Martini. Il plico è stato portato dagli stessi al comando dei vigili ma la vicenda apre un capitolo drammatico sulla situazione di alcuni condomini storici della città occupati da stranieri che da anni non pagano le spese condominiali e vivono alle spalle di chi invece rispetta le regole.  «Sono disperato – ammette l’amministratore Roberto Bertagnoli, mittente di molte lettere gettate – e nessuno ci aiuta. Negli ultimi anni nel condominio Dal Maso al civico 30 di via Cap. Sella abbiamo accumulato 40 mila euro di debito perché 5 famiglie del Bangladlesh si ostinano a non pagare le spese condominiali. Da anni non ritiro il mio compenso, ma questo è il minimo; chi ci rimette sono le famiglie italiane che regolarmente devono addossarsi le spese per non rimanere senza alcuni servizi essenziali». L’amministratore ha già provveduto a rendere autonoma la gestione del riscaldamento e dell’acqua per evitare brutte sorprese al momento del pagamento delle bollette, ma per altri servizi non è possibile procedere nello stesso modo. «Con queste famiglie ho provato a proporre un piano di rientro, fossero anche solo 20 euro al mese, ma non c’è il minimo di buona volontà.
Tutti i particolari sul Giornale in edicola.
Anna Lirusso
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/dalla_home/542334_stranieri_gettano_cartelleesattoriali_fra_le_immondizie/?refresh_ce

Scandaloso: dipingono intorno alla sua macchina le linee del parcheggio disabili e lo multano!

Scandaloso: dipingono intorno alla sua macchina le linee del parcheggio disabili e lo multano!
Il video «La strana multa» è una storia molto strana.
Viene poi raccontata da un automobilista sfortunatodi Monza. Si  trattana storia che viene confermata tuttavia dal comandante della Polizia locale del comune lombardo, tale Alessandro Casale.  
La squadra della segnaletica stradale ha dipinto infatti le strisce che delimitano un parcheggio per invalidi intorno a un’auto parcheggiata in modo regolare. Poi è arrivato il vigile che invece ha notificato la violazione al codice stradale.
Se non c’è il parcheggio… si inventa: è stato lo stesso proprietario dell’auto a segnalare la vicenda e a caricare poi il video su YouTube. C’è la macchina, parcheggiata duqnue oltre le vecchie strisce gialle, quelle riservate al parcheggio disabili; quelle “nuove” disegnate intorno, con la  sanzione di 84 euro che il proprietario si è ritrovato da pagare.
http://www.youtube.com/watch?v=alTJk7Q1qng

Fonte: http://www.controlacrisi.org/notizia/Conflitti/2013/7/27/35785-multa-shock-84-euro-dipingono-intorno-alla-sua-macchina-le/

Cold Lake, Alberta: perdite senza fine

 “Everybody at the company and in government is freaking out about this”

 Quello che sta succedendo a Cold Lake, in Alberta, Canada e’ una catastrofe senza fine.

 Un impianto di lavorazione dei bitume estratto dalle Tar Sands del Canada ha avuto una perdita, e sono ormai almeno 9 SETTIMANE che il petrolio ed il bitume fuoriescono incontrollati, distruggendo tutto quello che trovano per strada.

 Si parla di circa 26,000 barili di bitume – circa 100,000 litri su 30,000 acri di foresta. Il sito si chiama Primrose e non e’ un sito tradizionale, in cui si arriva, si distrugge la foresta, si arriva alla nuda terra e si tira fuori il bitume.

 A Primrose, non lontano da Edmonton, invece la foresta la si lascia intatta, ma si iniettano milioni e milioni di litri di vapore ad alta pressione e ad alta temperatura, circa 300 gradi centigradi, a varie decine di metri sotto la crosta terrestre per diluire il bitume, pesante e viscoso, cosi’ lo si puo’ poi pompare in superficie.

 Il processo si chiama cyclic steam stimulation (CSS). I petrolieri amano dire che questa tecnica e’ piu’ “delicata” con l’ambiente che non i processi tradizionali collegati alle tar sands, ma gli studi mostrano che il CSS rilascia piu’ anidride carbonica che i metodi selvaggi praticati altrove.

 Ogni giorno da Primrose si estraggono cosi’100,000 barili di bitume.

 Gia’ nel 2009 ci fu un incidente simile, il bitume diluto inizio’ a riaffiorare in superficie, molto probabilmente per colpa degli eccessivi tassi di vapore sparati sottoterra.  Adesso ci sono limiti piu’ severi su quanto vapore chimico si possa iniettare nel sottosuolo, ma evidentemente ci sono stati anche qui tassi eccessivi di sostanze chimiche immesse sottoterra.

 Le perdite furono scoperte il 21 Maggio quando dal sottosuolo si videro apparire come dei laghetti di acqua bitumosa.  La Canadian Natural Resources fermo’ allora le pompe del vapore nel raggio di un chilometro, ma non e’ servito a molto perche’ sono 9 settimane e qui il flusso petrolifero continua a gorgheggiare!

 In realta’ le perdite erano iniziate gia’ dall’inverno scorso. In totale si sa che ci sono state circa 4 esplosioni sotterranee di petrolio che hanno contaminato foresta, laghi e tundra e che hanno ucciso castori, uccelli e papere.

 Lo strato di petrolio e’ emerso e’ di circa 7-8 metri.

 Alcuni rappresentanti governativi dicono che nessuno sa ancora quale sia la causa del problema e che non ci sono ancora metodi effettivi per fermare il tutto.

 Cold Lake non e’ solo posto disastrato del Canada:qualche settimana ci fu un evento simile a Zama City, sempre in Alberta.

 

http://dorsogna.blogspot.it/2013/07/cold-lake-alberta-perdite-senza-fine.html

Ma chi ci lavora al FMI, il mago Otelma?

Mentre i nostri governanti di sbracciano a farci credere che entro la fine dell’anno si comincerà ad intravedere una luce in fondo al tunnel della crisi, a gelare tali previsioni arriva un rapporto del Fondo Monetario Internazionale che mette sotto accusa le debolezze strutturali della zona euro e, indovinate un po’?, sottolinea ancora una volta come in Italia persista un alto costo del lavoro: evidentemente nessuno gli ha trasmesso l’ultimo accordo realizzato tra governo, cgil, cisl, uil, confindustria e istituzioni lombarde che abbassa il costo del lavoro per gli assunti per l’EXPO a livelli che neppure in Cina!
Ma neppure a questi esimi esperti sfugge che la cura dimagrante a cui stanno sottoponendo i paesi europei più deboli, insieme al resto della Troika, Commissione e Banca Centrale Europea, imponendo drastiche riduzioni della spesa e del debito pubblico, non potrà che rallentare qualsiasi prospettiva di crescita.

Per l’Italia giungono a prevedere ‘un elevato rischio di stagnazione nel medio termine’ sottolineando come mentre in altri paesi il costo del lavoro sia stato abbassato in Italia la tendenza continua ad essere al rialzo.
Secondo l’FMI il nostro paese dovrebbe attuare le condizioni per ‘valutare la possibilità di una differenziazione regionale per i salari del pubblico impiego,  introdurre rapporti di lavoro flessibili illimitati e promuovere la contrattazione aziendale’.
Ma da quanto mancano in Italia ‘sti signori?  Ma chi gli trasmette le statistiche sulla percentuale di lavoro precario, flessibile, a intermittenza, nel nostro paese? Il Mago Otelma?

La  precarietà dilaga da anni, dalle prime leggi varate da Treu nel ’97, passando per  legge 30 del 2003, per arrivare alle riforme di Sacconi, Fornero e ora di Letta il giovane, senza alcuna distinzione tra governi di centro sinistra e centro destra,  tutti accomunati nella furia per abolire qualsiasi forma di stabilità e certezza ai lavoratori, alle donne, ai giovani disoccupati.

Anche sulla raccomandazione di promuovere la contrattazione aziendale e sostenere la flessibilità salariale nel settore privato’ arriva ben ultimo, ci hanno già pensato CGIL CISL UIL insieme al padronato, con numerosi accordi che prevedono tali e tante deroghe al contratto nazionale che questo di fatto non esiste più, a partire dalla determinazione degli aumenti salariali (sic!) e delle condizioni di lavoro, che i lavoratori italiani oramai preferiscono non rinnovarli visto che  ogni rinnovo contiene evidenti peggioramenti.
Per ultimo FMI ritiene che si debba procedere nelle privatizzazioni in particolare delle aziende locali: ci sta già pensando il nostro Ministro dell’economia.
Vorremmo però spiegare ai questi sputasentenze internazionali che queste ricette sono applicate nel nostro paese da almeno vent’anni e il risultato è stato: nessun aumento dell’occupazione, immiserimento progressivo di gran parte della popolazione, scadimento dei servizi, arricchimento di molti pescecani.

N.B. In Irlanda il prossimo 4 ottobre si terrà un referendum per decidere l’abolizione del Senato vista la necessità di continuare a ridurre le spese come prezzo del salvataggio concesso dall’Europa, l’opposizione ha bollato questa decisione come il tentativo di cancellare l’unica Camera dove sopravvivono libertà di parola, di pensiero e azione.

Da noi si parla della stessa cosa ed è già pronto un disegno di legge per modificare la Costituzione. Del resto che il capitalismo in crisi non possa sopportare regole democratiche è un dato di fatto, ce lo ha detto chiaramente qualche settimana fa un report di JP Morgan, colosso della (mala)finanza, considerata dal governo USA uno dei maggiori responsabili della crisi dei subprime, che solo per questo dovrebbe avere il buon gusto di scomparire dalla faccia della terra, secondo il quale i sistemi politici dei paesi del Sud Europa sono deboli a causa delle loro Costituzioni, inadatte a favorire l’integrazione e lo sviluppo perché antifasciste, influenzate da idee socialiste, contenenti addirittura tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori!

Stia tranquillo mister JP Morgan, ci sta già pensando il governo delle lunghe attese a modificarla la nostra Costituzione!

L’autunno dovrà essere veramente caldo e non certo per l’effetto di Caronte.
http://www.vocidallastrada.com/2013/07/ma-chi-ci-lavora-al-fmi-il-mago-otelma.html

Letta vergognoso sulla Grecia

Questo sarebbe il premier imposto dal Bilderberg, gruppo che come
denuncia il giudice Imposimato sta dietro TUTTE le stragi compiute in
Italia.
Quello che scrisse nel 97 il libro Morire per Maachstricht. Peccato che
sta giocando con la vita DEGLI ALTRI

_______________________

Le parole di Letta:
«Porto in Grecia l’idea che l’Ue deve essere speranza. Se l’Ue è vista
come disperazione, non abbiamo nessuna soluzione per il futuro» ha
affermato. Quindi ha osservato che la Grecia «ha fatto passi avanti
molto importanti. È interesse di tutti che siano definitivi».

Ecco le vergognose parole di uno che se l’è sempre passata bene col suo
stipendio da parlamentare. Sicchè la Grecia ha fatto passi in avanti?
Vite distrutte e migliaia di persone che hanno perso il posto di lavoro
a causa delle misure richieste dalla troika. E lui si augura pure che
siano definitive!
Da:
http://galileo2009.altervista.org/2013/07/vergognose-parole-di-letta-sulla-g
recia.html

Riferimenti:
http://www.corriere.it/politica/13_luglio_27/letta-missione-grecia-ue-anno-s
volta_91ed258a-f6dc-11e2-9839-a8732bb379b1.shtml

Ciampi (1995): UE strumento per sposare libero mercato

ma come scrivono taluni afecionados del progetto dell’usurocrazia bancaria detta Unione Europea sostengono che senza l’euro, precedenti storici dicono ci sarebbe la guerra tra nazioni europee (cioè? i 60 anni di pace con le proprie monete nazionali?!?!? si stravolge la storia pur di sostenere i banchieri, fino al punto di dire più europa) 

Pubblicato su 28 luglio 2013  da Andrea Franceschelli Posted in Storia   
Il 15/05/1995 Carlo Azeglio Ciampi, già Governatore della Banca d’Italia (1979-1993), ex presidente del consiglio (1993-1994), futuro ministro del tesoro (1996-1999) e futuro  Presidente delle Repubblica italiana (1999-2006), di fronte ad una platea di studenti della università la Sapienza, tiene un discorso nel quale oltre a dichiarsi: “profondo assertore dell’unità d’Europa”, rivela che lo SME è stato uno ” strumento importante per giungere all’UNIONE EUROPEA”.
Ci rivela altresì che gli scopi che muovevano la voglia di Unione Europea provenivano dal raggiungimento di taluni obiettivi: “agganciare l’Italia a istituzioni internazionali quale strumento per impedire la spirale inflazionistica, al tempo stesso quale strumento anche per impedire l’allargamento della sfera pubblica”, per arrivare quindi a ” sposare, ma anche applicare le regole del libero mercato “.

QUESTE DICHIARAZIONI OGGI SUONANO COME LA CONFESSIONE DELLA SVENDITA AD UN ORGANISMO SOVRANAZIONALE DELLA SOVRANITA’ DEL POPOLO ITALIANO E DELLA SUBORDINAZIONE DEI PRINCIPI ECONOMICI COSTITUZIONALI ALLE REGOLE DEL LIBERO MERCATO.

CI LIBEREREMO!!!

Le parole di Carlo Azeglio Ciampi:

“Sono stato, sono sarò sempre un profondo assertore dell’unità d’Europa.
Mi sono trovato ad essere partecipante alla preparazione del Sistema Monetario Europeo (SME ndr) ed essere soprattutto Governatore (della Banca D’Italia ndr) appena e sei mesi dopo dall’inizio del Sistema Monetario Europeo (SME ndr). Come sapete il sistema entrò in funzione nel marzo del 1979 e io cominciai ad esercitare le funzioni dl governatore nell’ottobre di quell’anno.
Avevo partecipato prima, insieme al governatore Baffi,  a tutte le riunioni preparatorie di quegli incontri, quindi ho vissuto l’esperienza dello SME nella sua interezza, l’ho vissuto considerandolo sempre come uno strumento importante per giungere all’UNIONE EUROPEA e al tempo stesso come occasione per l’Italia di stroncare il male endemico dell’Italia che per tanti anni è stato l’INFLAZIONE.
D’altra parte questo obiettivo coincideva pienamente con quello che è l’obiettivo fondamentale per un banchiere centrale: quello della stabilità dei prezzi, anche se è questo obiettivo non è formalmente iscritto nei testi sacri della banca centrale italiana, tuttavia esso lo è di fatto nello spirito di ogni banca centrale dell’occidente.
Nel partecipare alle SME ho sempre tenuto presenti due principi che credo che hanno sempre guidato e che credo fossero anche propri di precedenti governatori:  quello di agganciare l’Italia a istituzioni internazionali quale strumento per impedire la spirale inflazionistica, al tempo stesso quale strumento anche per impedire l’allargamento della sfera pubblica.

D’altra parte associarsi ad un unione del genere (UE)  significa anche non solo sposare, ma anche applicare le regole del libero mercato, e applicare le regole del libero mercato significa nel campo  finanziario andare al di là dello stretto valore tecnico, perché significa dare in sostanza la possibilità ai cittadini di esprimere sui mercati, direi quotidianamente, un voto sulla politica che il proprio governo sta seguendo.”
http://www.riconquistarelasovranita.it/?p=1116

Gli Stati Uniti del Terrorismo finanziano i poliziotti Siriani disertori per mantenere sotto scacco le popolazioni civili martoriate dalla guerra.

L’Onu e la Bonino han qualcosa da dire? Le miss diritti umani TACCIONO?

Gli Stati Uniti del Terrorismo finanziano i poliziotti Siriani disertori per mantenere sotto scacco le popolazioni civili martoriate dalla guerra.Migliaia di poliziotti siriani che si sono uniti ai ribelli sono sul libro paga degli Stati Uniti

WASHINGTON – Gli Stati Uniti hanno pagato migliaia di agenti di polizia Siriana per disertare il presidente Bashar Assad.

I Funzionari Americani hanno detto che l’amministrazione del presidente Barack Obama ha approvato decine di milioni di dollari di finanziamenti per pagare gli stipendi degli agenti di polizia che hanno aderito ai ribelli. Gli ufficiali hanno detto che la polizia sta lavorando per mantenere l’ordine in territorio controllato dai ribelli, per lo più nel nord della Siria.
Polizia siriana, veicolo blindato a Homs.

“Ci sono letteralmente migliaia di poliziotti che hanno abbandonato la polizia ufficiale dello stato Siriano, all’interno della Siria”, ha detto l’assistente del Segretario di Stato Rick Barton. “Loro sono credibili nelle loro comunità perché hanno disertato.”

In un discorso all’Aspen Security Forum  il 19 luglio, Barton, responsabile delle operazioni di stabilizzazione del Dipartimento di Stato, non ha detto quanti disertori della polizia erano sul libro paga degli Stati Uniti. Ha detto che gli ufficiali stavano ricevendo circa $ 150 al mese, uno stipendio notevole in Siria.

L’affermazione segna una rara divulgazione degli Stati Uniti per ribelli (Terroristi-Cannibali-Takfiri-Salafiti NDT) sunniti in Siria in termini di aiuti diretti. Il Congresso ha approvato più di 50 milioni di Dollari per l’opposizione siriana, molti dei quali non sono ancora stati spesi.

Barton ha detto che gli agenti di polizia sono rimasti nelle loro comunità, nonostante  la loro defezione da Assad. Ha detto che lo stipendio fornito dagli Stati Uniti è stato pensato per assicurare che essi rimangono sul posto di lavoro.

“Preferiamo avere un poliziotto esperto che gode della fiducia da parte della comunità che dover portare dentro una nuova forza di polizia o portare addirittura dentro  un gruppo internazionale che non conosce il luogo “, ha detto Barton.

Barton ha detto che il movimento dei ribelli (Terrorist-Cannibali-Takfiri-Salafiti NDT)  sono in attesa di una serie di forniture non-letali da parte degli Stati Uniti. Ha citato sistemi di visione notturna e forniture mediche.
Postato Yesterday da Frammenti di Realtà

FONTE
Tradotto e Riadattato da Fractions Of Realityhttp://fractionsofreality.blogspot.it/2013/07/gli-stati-uniti-del-terrorismo_27.html

CRISI: STAMPARE MONETA ? MA PER FAVORE…

 DI VALERIO LO MONACO
ilribelle.com

Che il Partito Democratico, ultima trasformazione di quello che una volta vantava dichiararsi partito dei lavoratori sia diventato da decenni una delle punte di lancia del liberismo e faccia parte esso stesso del problema di cui si vantava di rappresentare la soluzione, è cosa che ormai sanno anche i sassi. Ma che uno dei candidati alle primarie di qualche anno addietro, ovvero Piergiorgio Gawronski, si spenda oggi per sostenere e promuovere soluzioni keynesiane alla crisi è cosa nuova e degna di nota.
Secondo il giornalista si deve andare verso direzioni marcatamente neoliberiste.
Beninteso, tutta l’impalcatura del dibattito attuale sui grandi media in merito alle possibili soluzioni della crisi oscilla tra le posizioni degli economisti neoliberisti e quelle dei fautori della austerity. Nessuna delle due coglie, o vuole cogliere, il dato di fondo che ha causato la crisi stessa: per trovare analisi in questo senso si deve andare a pescare tra giornalisti, economisti e intellettuali di vario genere che ovviamente non trovano posto nei media mainstream. Ciò che conta, ciò che rimane da fare per tutti quelli che sono costretti loro malgrado a occuparsi di controinformazione è dunque smontare, logica e aritmetica alla mano, le varie cialtronerie che vengono invece divulgate e diffuse (e bevute) in pompa magna in ogni dove.
Ora, facendo una estrema sintesi del pensiero che Gawronski porta in giro da tempo, sul Corriere della Sera, sul Sole 24 Ore e anche sul Fatto Quotidiano, quello che l’Italia e l’Europa dovrebbero fare è stampare moneta.
Ciò che manca, sostiene Gawronski, non è l’offerta, ma la domanda. Non si spende più perché non c’è denaro. Elementare, si direbbe. E cosa di meglio, per alimentare la domanda, che stampare moneta? Né più né meno che quello che sta facendo la Fed da tempo. Ma soprattutto – e la citazione dello stesso giornalista non è casuale – quello che sta facendo il Giappone. Tokio ha registrato un rialzo del Pil senza precedenti proprio grazie alle politiche economiche eterodosse che ha adottato da tempo. E se, sempre secondo Gawronski «vendere il patrimonio pubblico non serve a nulla» è però vero che «come diciamo noi economisti keynesiani da cinque anni, si può uscire dalla crisi stampando moneta».
Ci sforziamo di sorridere per non piangere. Soprattutto perché, e in questo risiede l’aberrazione più importante, egli si lamenta di essere considerato come una sorta di rivoluzionario. Ci troviamo così di fronte alla pietosa situazione, dunque, secondo la quale gli ortodossi sarebbero quelli che vogliono continuare a battere la strada dell’austerità e della svendita del patrimonio pubblico onde pagare i debiti contratti con la speculazione, mentre gli eterodossi sarebbero quelli che spingono invece per politiche economiche folli come quelle della Fed e della Bank of Japan.

Le soluzioni sul tavolo sarebbero dunque due. Si continua sulla strada degli ultimissimi anni, dove dopo lo spostamento dei debiti dalle Banche ai bilanci degli Stati, e dunque dei cittadini, si pensa di ridurre il tutto tassando direttamente le popolazioni, oppure si passa direttamente all’illusione suprema di far stampare moneta per alimentare la domanda, far risalire i consumi e quindi continuare a far muovere il meccanismo verso la bolla successiva. Alla fine, stampa oggi e stampa domani, qualcuno inizierà pure a capire che tale moneta non vale nulla. E quando ci si accorge della cosa a livello diffuso, l’inflazione non può che andare alle stelle. Visto che la moneta costa solo la spesa della stampa, cosa volete che siano un milione di euro per un chilogrammo di pane?

Ci scrivono in redazione, sempre più spesso, con email piene di domande con il tema seguente: “ma alla fine dei conti, se per far ripartire l’economia, decidono di stampare moneta, a noi cosa importa?”. Come dire: vista la situazione attuale, pur di non continuare a sprofondare, si accetterebbe anche l’illusione della moneta virtuale. Tanto cosa cambia?

Cambia molto, a dire il vero. Soprattutto per un motivo: che tale moneta, ove si decidesse di stampare a più non posso, non sarebbe “nostra”. Non sarebbe dello Stato e dei cittadini, ma continuerebbe a essere di chi la emette come adesso. E dalle nostre parti ciò significa Banca Centrale Europea, ovvero una società privata posseduta dalle Banche che da questa operazione genererebbe introiti personali.

E ancora, si solleva da più parti l’obiezione: “e a noi cosa importa? Ovvero, se pure la BCE e i suoi proprietari fanno fortune immense da questa operazione, se alla fine il denaro arriva anche all’economia reale, non è sempre forse meglio della situazione attuale?”.

No, non è affatto meglio. Perché quella enorme ricchezza privata prodotta dalla creazione di denaro, finisce poi nelle tasche di pochi soggetti. In fondi di investimento enormi. In entità che poi, proprio grazie a tale potenza di fuoco, sono in grado di andare a intervenire nel mondo con attacchi speculativi e razzie di ogni tipo. È come se giorno dopo giorno, pur di continuare ad avere l’illusione di un pezzo di pane, consegnassimo loro munizioni su munizioni da usare a piacimento, quando lo ritengono opportuno, per andare a farci la guerra in ogni ambito che possa metterci in ginocchio.

Un solo dato: secondo il Global Wealth Inequality, i miliardari, nel mondo, sono circa 200 persone (o soggetti). Ebbene questi possiedono circa 2.7 trilioni. Più di quanto possiedono 3.5 miliardi di persone. E sono solo dati parziali.

Cosa ci fanno, questi soggetti, con tale ricchezza? Guidano le politiche di ogni Paese, guidano i media, guidano la speculazione mondiale, razziano parti fisiche in ogni luogo e le comprano per sé, controllano le ultime risorse energetiche e fondamentali del pianeta stabilendo tariffe per tutti gli altri. In altre parole, comprando il mondo, e controllano le vite di ognuno di noi.
Se la stampa di moneta rimane appannaggio di pochi soggetti e non sono invece prerogativa di ogni Stato, dunque di ogni cittadino, l’illusione breve può anche andare avanti e alleviare, dal punto di vista percettivo, la crisi attuale. Ma è come se giorno dopo giorno consegnassimo loro sacche del nostro sangue.

A fronte di questa possibilità, quando non anche in accoppiata con essa, come stiamo sperimentando da anni, ci sono invece le politiche restrittive che stiamo vivendo in Europa. Ma il fatto che per ostare a queste si lasci percepire all’opinione pubblica che la strada maestra sia quella della stampa di denaro, inducendo in errore persino alcuni nostri lettori, certamente più informati di altri, è un crimine in piena regola.

Discorso differente, è ovvio, sarebbe se la creazione di moneta fosse prerogativa dello Stato, cioè dei cittadini. In quel caso lo Stato potrebbe creare moneta per quanta ne serve. Senza signoraggio. Per le sole esigenze statali di investimenti e di circolazione di beni, merci e servizi.

Ma ciò vorrebbe dire tornare a essere sovrani. Tornare a essere padroni della propria vita. E per le oligarchie finanziarie, politiche e predatrici, ciò rappresenta l’orrore allo stato puro. O si pensa davvero che esse lascino tornare libere le popolazioni senza una loro rivolta?

Valerio Lo Monaco>
www.ilribelle.com
23.07.2013
Per gentile concessione de “La Voce del Ribelle”
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=print&sid=12119

FABRIANO: OPERAI A 5 STELLE

vanno in Turchia perché gli italiani sono choosy. Il FMI lo ha detto, costiamo troppo. Ci vuole più flessibili, come le risorse che sbarcano a Lampedusa, ah per loro che non sono choosy il lavoro si materializzerà magicamente. Chiedere a Ministro Kyenge.

28 luglio. Bella e importante la manifestazione del Movimento 5 Stelle svoltasi ieri a Fabriano (nella foto). «Prendi i soldi e scappa, dal caso Indesit al caso Italia». Com’è noto la famiglia Merloni, proprietaria della Indesit, sta chiudendo lo storico stabilimento di Fabriano per trasferirlo in Turchia. L’altro ramo della famiglia, anch’esso nel settore della produzione di elettrodomestici,  aveva già fatto lo stesso con il grande stabilimento di Nocera Umbra. Centinaia i posti di lavoro che andranno in fumo, che colpiscono in maniera letale una città già gravemente ferita dalla crisi del suo tessuto industriale.
Un corteo di circa 500 persone, partito dal piazzale antistante la Indesit, è quindi giunto nella centrale Piazza del comune, dove, gli organizzatori hanno dato la parola, oltre che a vari parlamentari di M5S (tra cui il capogruppo alla Camera dei deputati) a operai e cittadini.

Simbolicamente importante questa manifestazione, una manifestazione operaia, nel senso più nobile della parola. La prima di questo genere promossa da M5S. La Piazza ad un certo punto era gremita. Molti gli interventi che si sono succeduti, quasi a microfono aperto. Il tutto andava in diretta streaming sul canale La Cosa.

I parlamentari di M5S, dopo aver portato la loro solidarietà ai lavoratori della Indesit, hanno spiegato, non senza orgoglio, la battaglia che essi hanno fatto contro il “decreto del fare”, in difesa della Costituzione, contro la maggioranza dell’inciucio e dell’austerità.

Ma ciò che a noi ha più colpito sono stati gli interventi di alcuni operai, quello di Tommaso Pirozzi anzitutto, un leader della Resistenza operaia della Fiat di Pomigliano D’Arco. Tommaso ha fatto un intervento fiume, di grande radicalità, emozionante, non solo contro Marchionne, anche contro la triplice sindacale, Fiom compresa, che a parole difendono i diritti dei lavoratori e nei fatti aiutano il padrone a smantellarli. Tommaso, dopo aver sottolineato che M5S è la sola forza politica che sta appoggiando la battaglia degli operai FIAT di Pomigliano D’Arco, ha quindi chiamato tutti a resistere perché le classi dominanti stanno portando il paese verso la catastrofe portando quindi un attacco frontale all’Unione europea e all’euro. Tra gli applausi Tommaso ha concluso:  «Solo se usciamo dall’euro ci salveremo, ma dobbiamo uscirne da sinistra, non da destra!».

Sulla stessa linea l’intervento di Gianluca Tofi, esponente del Comitato dei Lavoratori dello

Un momento della manifestazione di Fabriano
stabilimento Merloni di Nocera Umbra (da due anni e mezzo gli operai sono tutti in cassa integrazione). Il Comitato nacque dall’iniziativa autonoma di alcuni operai, fuori e contro la triplice sindacale, triplice che infatti ha sottoscritto tutti gli accordi capestro. Gianluca ha spiegato che non è facile resistere; la maggioranza degli operai è ricattata e va ancora dietro ai sindacati confederali perché si aggrappa alla promessa di rientrare in produzione. E se vuoi rientrare devi leccare il culo ai burocrati di CGIL, CISL e UIL. Anche l’operaio di Nocera Umbra non si è limitato ad esporre le sue istanze particolari, anche lui ha portato una critica ai politici che da anni ci fanno fare durissimi sacrifici per l’Europa e per l’Euro, due gabbie da cui sarebbe meglio uscire. Sulla vicenda dello stabilimento Merloni di Nocera Umbra i parlamentari di M5S hanno recentemente presentato un’Interrogazione urgente al governo.

Ci sono poi stati altri interventi di cittadini tra cui anche un rappresentante di “Imprese che resistono”, e poi altri parlamentari di M5S, tra cui quello, combattivo e vibrante di Alessandro Di Battista, che ha annunciato una grande manifestazione nazionale sabato 7 settembre contro lo stupro della Costituzione, contro il governo Letta e l’austerità. Di Battista ha quindi invitato tutti a tenere alta la guardia, “uno shock economico e finanziario è alla porte, il governo Letta ha vita breve. Voteremo presto e M5S dovrà vincere queste elezioni per dare un governo di vera svolta al paese”.

Con felice sorpresa della piazza ha concluso la manifestazione Daniela Di Marco, portavoce del Comitato promotore della Marcia della Dignità. Giovane disoccupata, fra tanti operai, ha incitato la piazza a non demordere, a lottare uniti, in difesa della collettività, dei propri diritti, del lavoro. Ha sottolineato come non si può più stare a guardare alla finestra, come sia arrivato il momento di lasciare vergogna ed imbarazzo. Il lavoro è dignità, e per tenerla alta ha invitato tutti a partecipare alla Marcia che si terrà a Perugia il 12 ottobre.
http://sollevazione.blogspot.it/2013/07/fabriano-operai-5-stelle.html