I Troll: prevedibili, scontati, noiosi (da evitare SEMPRE)

Posted By Alberto Medici On 28 giugno 2013

 

troll

 Perchè uno dei regali più belli che abbiamo ricevuto, con la tecnologia e internet, è proprio la possibilità di scrivere e leggere, e scrivendo e leggendo scambiare opinioni, aumentare e diffondere la conoscenza, crescere, maturare, in un modo che a volte di persona non si riesce a fare. Ho in mente certe riunioni familiari, in cui c’è sempre il personaggio che “tiene banco“, alza la voce, butta tutto in caciara e impedisce lo svolgersi di un confronte sereno, equilibrato, costruttivo.Oppure l’opposizione (magari degli anziani) a certi argomenti, o le pregiudiziali, sia da destra che da sinistra, che impediscono di affrontare certe discussioni.

 Invece sul web, un po’ per l’anonimato, ma soprattutto perchè i tempi sono diversi, e lo scrivere rende indispensabile filtrare, sintetizzare, meditare quello che si esprime, si trova un ambiente estremamente favorevole allo scambio di informazioni, idee, opinioni, anche nella contrapposizione, ma sempre “filtrata” dal mezzo. A riprova di questo, il successo dei forum o la grandissima importanza che hanno i commenti nei blog come questo, dove, molte volte, come ho già sostenuto, il post è a volte quasi solo una scusa per avviare la discussione, e andando a scorrere i commenti si trovano moltissimi spunti interessanti ed elementi di arricchimento.

 Siccome però a qualcuno dà fastidio che ci sia questo spazio, questa agorà incontrollabile, dove non basta immettere notizie di veline e calciatori, di sesso e di corna, di milioni di euro pagati a questo o a quello e di scandali, per distrarre la gente, come impedire lo sviluppo e la crescita di questa coscienza collettiva? La soluzione è presto trovata: pagare un gruppetto  (non ne servono neanche poi tanti, secondo me in Italia non sono neanche 100) di disturbatori di professione, pennivendoli che, coperti da diversi nickname (e, dopo i primi scivoloni iniziali, anche da diversi IP address, altrimenti si smascheravano facilmente) si inseriscono nelle discussioni buttando tutto in caciara, in rissa, offesa gratuita.

 Sul blog di Daniele Passerini, 22passi, è uscito qualche tempo fa questo articolo [2] in cui un presunt “whistleblower” (un insider)raccontava la sua esperienza di “seminatore di zizzania a pagamento“. Magari tutto inventato, però se leggete i commenti viene data assoluta e inequivocabile conferma della presenza di tali disturbatori. Anche Maurizio Blondet qualche anno fa aveva riportato la notizia di un piccolo stato mediorientale (“l’unica democrazia del medio oriente”, “i fratelli maggiori”, dice niente?) che aveva assoldato schiere di questi personaggi incaricati di sorvegliare le varie discussioni in giro per il mondo ed intervenire allo scopo di depistare; addirittra pochi mesi fa è venuta fuori la notizia che la stessa comunità europea aveva stanziato dei fondi per infiltrare commentatori anonimi allo scopo di rovinare le discussioni anti-Europa.

 Bene. Se, come dice Noam Chomsky, fra i mezzi usati dal potere uno è quello di conoscere alla perfezione la psicologia dei sudditi, noi, che non siamo scemi, abbiamo l’intelligenza e i mezzi per contrapporci. E, nel mio piccolo, lo faccio riportando la mia esperienza con uno dei “campioni” fra i debunkers, tale Claudio Gentile che si firma col nickname di Lefou reloaded; ne ho già parlato in questo post. [3]

 La storia: siccome in un suo video lui lamentava il fatto che i cosiddetti “complottisti” non avessero il coraggio di affrontarlo in diretta, io lo invitavo ad una diretta sul signoraggio. La sua prima risposta fu che il signoraggio non esiste, per cui non c’è nulla da discutere. Al che gli risposi che, visto che era così sicuro, sarebbe stato facile per lui smontare la mia tesi. Lui mi rispose: “prima mi dica la sua tesi, e poi deciderò se vale la pena affrontarla“. Insomma, per farla breve, dopo un po’ di insistenza riuscimmo ad organizzare, e il risultato fu il video che linko sotto. Non andate a vederlo, è abbastamza noioso, ma segnalo solo che ad un certo punto dice, in uno dei suoi ragionamenti (pieni di interruzioni, digressioni, parentesi, ecc., ): “.. e, siccome non c’è inflazione, se non in misura minima, questo evidenzia che non c’è creazione di moneta dal nulla come sostengono i signoraggisti;

 Ora, l’altro giorno, grazie ad una affermazione trovata sul libro del premio nobel per l’economia Paul Krugman, gli inserivo questo commento sulla sua pagina facebook:

 Il premio Nobel per l’economia Paul Krugman dice che la Fed crea denaro dal nulla. Niente da commentare?

e la sua risposta, prima:

 Come è ovvio per tutti coloro che conoscono il meccanismo di emissione monetaria. E quindi?

 e poi:

 L’emissione è “ex nihilo”, altrimenti la BC non potrebbe decidere di emetterne quanta ne vuole.

 Quindi, ancora una volta, ammette che il denaro è creato dal nulla, e addirittura la BC ne emette quanto ne vuole. Ne è seguita una discreta serie di botta e risposta che cito volentieri perchè (se volete andare a leggere si trova qui, su FB [4])  paradigmatica (cioè, esemplificativa e didascalica) del comportamento di questi disturbatori, che si può riassumere nei seguenti punti:

1.     negare, negare sempre anche l’evidenza (“e allora?”; ma come allora: hai negato il signoraggio, hai detto che non è vero che le banche creano moneta, e adesso pensi di cavartela così?))

2.     complicare le cose semplici: come ha scritto un amico fb, Matteo Perna: “Negare la verità è impossibile, ecco perché per poter negare l’evidenza bisogna per forza usare termini e modi diversi anche se in realtà esprimono esattamente la stessa cosa del concetto sintentico. Solo chi ha una buona capacità di ragionamento riesce a capire questo sottile meccanismo di menzogna. Spesso la gente normale viene truffata proprio in questo modo: si sta parlando della stessa cosa, ma sembra che si parli di due cose completamente diverse, e su questa cose le persone rimangono in dubbio. Ecco il compito del debunker, far rimanere le persone costantemente nel dubbio. Smentire e smentire la realtà dei fatti.” ; L’immagine migliore che mi viene in mente è questo: Io odio la pizza. Però vado matto per quei dischi di pane con pomodoro e origano e mozzarella cotti in forno a legna. Ma- ripeto- la pizza mi fa schifo

3.     attaccare l’avversario personalmente (la speranza è che si dimentichi dell’oggetto contestato e passi a sua volta ad offendere) ( Alberto Medici, qua lei è l’unico a vivere di queste fregnacce, la smetta di fare il minchione….comincerà a parlare di apparizioni mariane e di come satana governi la BCE…. Forse rendendosi conto che nessun organo di potere da peso alle sue parole, tanto da non metterla nemmeno a tacere o smentirla, le può far capire quale sia il valore dei suoi argomenti.Lei è ignorato, caro Medici, non per ignoranza, ma perché non vale la pena starla a sentire) Come se attaccare me servisse a nascondere la realtà della loro contraddizione;

4.     dividere il fronte opposto tirando in campo argomenti che non c’entrano nulla nella speranza che gli oppositori si dividano almeno su quelli (…Alla fine anche gli antivaccinisti si vaccinano. …Solo i cretinetti ci credono davvero….E di quello che si è iniettato il vairus dell’omosessualità pedofila? Ne vogliamo parliamo? SVEGLIA!!1!!!UNDICI!!!). Ancora una volta, lo scopo è quella della distrazione: siccome la contraddizione, l’incoerenza sono sotto gli occhi di tutto (grazie a Dio Internet conserva la memoria) l’unica via di fuga è salvarsi in corner sperando di avviare un nuovo “ramo” di discussione.

Insomma, il consiglio per tutti è: evitare accuratamente questi perditempo. Loro hanno un interesse a fare quello che fanno, voi perdereste solo tempo, pensando che ci sia della buona fede dietro, e, se non state attenti, rischiate di perdere anche un po’ di serenità (mentre il suggerimento migliore è quello del Sommo Poeta: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”).

 I commentatori seri, anche quando non sono d’accordo, si caratterizzano invece per tutt’altre caratteristiche: educazione, voglia di capire, magari portano argomenti, ma non ricorrono mai ai 4 punti sopra.

 Conclusione: Non diamogli spazio. Mai. Don’t feed the troll.

 URLs in this post:

 [1] Perchè mi occupo ancora una volta di Troll?: http://www.ingannati.it/2011/09/14/troll-se-lo-riconosci-lo-eviti/

Il PD si schiera contro la manifestazione anti-pedofilia a Milano

Fallitalia | 28 giugno 2013
FALLITALIA – Il PD, di solito così solerte a scendere in piazza a favore degli immigrati, chiede alla provincia di Milano di negare il patrocinio ad una manifestazione contro la pedofilia.

Il PD italiano pronto a scendere in piazza per il Gay pride, per tutte le manifestazioni a favore degli stranieri… ma incredibilmente si tira indietro quando la tematica è quella della pedofilia!

Si, avete capito bene: il deputato del PD Emanuele Fiano ha chiesto, a nome del partito, alla provincia di Milano di negare il proprio patrocinio alla manifestazione contro la pedofilia “Un calcio alla pedofilia”.

Sia chiaro, la manifestazione organizzata dalla Onlus “Caramella buona” e dalle associazioni “Branca comunitaria” e “Lealtà azione” non promette di intasare strade o bloccare la città: si tratta semplicemente di un torneo di calcio per adulti e di un altro per bambini. Un momento di aggregazione divertente e semplice che però può aiutare a sensibilizzare molte persone su un tema quanto mai delicato e, purtroppo, attuale.

MS

http://www.mattinonline.ch/il-pd-si-schiera-contro-la-manifestazione-anti-pedofilia-a-milano/

 

Italia accattona alla corte dell’Ue

attenzione, questo articolo potrebbe essere nazista. Secondo qualcuno, occuparsi dei disoccupati italiani, anche solo a livello di espressione di preoccupazione per il disagio italiano è da considerarsi atto profondamente discriminatorio. Così qualcuno in giro per la rete avvisa di questo “pericolo”..

Italia accattona alla corte dell’Ue

 di: Matteo Mascia

La maggioranza delle “larghe intese” affronta con notevole conformismo e volontà compromissoria il tema delle Politiche europee e dei vincoli di bilancio imposti dai Trattati siglati dell’Unione. Non poteva essere altrimenti, l’attuale Presidente del Consiglio è sempre stato uno dei più forti sostenitori dell’attuale situazione. Sembrano lontani anni luce gli annunci fatti durante l’ultima campagna elettorale; ampi settori del Pd e del Pdl avevano manifestato insofferenza verso i vincoli del bilancio ed i diktat imposti dalla EuroTower di Francoforte, sede della Banca centrale europea. Al clamore ed agli slogan ha fatto seguito un assordante silenzio, il pallino del gioco è stato lasciato nelle mani delle opposizioni e dei partiti extraparlamentari. Ieri, la Camera ha votato delle mozioni riguardanti gli orientamenti del Governo durante il prossimo Consiglio dei ministri dell’Unione. Passaggio fondamentale per capire quale sarà la piega che si prenderà nelle stanze dei grigi palazzi di Bruxelles. Come ha sottolineato qualcuno durante i lavori dell’Aula, la discussione è andata avanti in un’atmosfera surreale. Un silenzio ed una calma che non si sposano con la solennità degli argomenti. Pochissimi deputati hanno pensato di pronunciare parole come “Grecia” o “Cipro”, Paesi membri dell’Ue in cui si sta consumando una crisi imposta da Commissione e Troika. Sono quelli gli esempi che dovrebbero essere additati da tutti per segnalare cosa non va nell’unione commerciale e monetaria.
Quelle le realtà che conclamano lo sprezzo assoluto per la volontà popolare ed i Parlamenti legittimamente eletti dal corpo elettorale. Che gli errori greci siano stati tanti e rilevanti lo hanno riconosciuto anche a Berlino. Lo hanno fatto con notevole ritardo, complice una flessione del loro prodotto lordo.
Tre anni fa gli economisti di mezzo mondo avevano bocciato le strategie “comunitarie” dopo averne letto i contenuti in sintesi, consulenti e tecnocrati plurititolati hanno dovuto attendere trentasei mesi per riconoscere la propria debacle. Anche se – purtroppo – si segnala qualcuno che vorrebbe ancora puntare su austerità e vincoli sui livelli di indebitamento. Economisti che, evidentemente, non hanno ancora compreso che in un grafico o in un piano cartesiano si può dimostrare solo quanto si può trasformare in cifre.
Gli approcci ideologici possono essere tramutati in funzioni con diverse variabili indeterminate e spesso indeterminabili; una lacuna che dovrebbe spingere a diffidare da chi continua a propinare tagli lineari e pericoli di iperinflazione. L’intervento di Enrico Letta a Montecitorio è stato avulso dal contesto internazionale. La crisi si è avvertita solo in qualche passaggio, come se il milione di nuovi disoccupati italiani fossero un effetto collaterale di una terapia benefica per tutto il resto del tessuto economico-produttivo.
Il semestre di presidenza italiana nella seconda metà del 2014 “sarà un’occasione unica per una grande battaglia politica e per porre le questioni istituzionali e la dimensione politica al centro dell’azione della Comunità e degli Stati membri, ha spiegato il Presidente del Consiglio rispondendo alle domande arrivate dai banchi di maggioranza ed opposizione. “Sarà un’occasione unica per dare il via, proprio dall’Italia – ha aggiunto Letta – alla costruzione degli Stati uniti d’Europa, una idealità alta, ineludibile per le nuove generazioni, sola bussola per il nostro Paese”.
Una bussola impazzita a cui non è possibile far riferimento, non si capisce poi come declinare le parole del Governo. Più facile inquadrare delle dichiarazioni di Letta durante un’intervista rilasciata nel pomeriggio di domenica.
Il deputato pisano, in sostanza, si è detto preoccupato dall’interventismo delle corti costituzionali europee in merito agli accordi presi intorno ai tavoli di Bruxelles. Una frase pericolosa che non ha scatenato nessun tipo di reazione. Ammonire in questo modo i “giudici delle leggi” non evidenzia approccio al dialogo al confronto, le frizioni con le leggi fondamentali uno degli Stati aderenti non sono quisquilie da legulei. Fortunatamente, chi ha ragionato sull’Ue e la sua gestione pensò di introdurre l’unanimità per l’approvazione di decisioni riguardanti le materie più rilevanti.
Basta il veto del singolo per disinnescare i piani degli altri. Un gioco di equilibri studiato per evitare il fanatismo europeista di tanti protagonisti della politica continentale. Approccio che non giova all’Italia ed agli italiani.
25 Giugno 2013 http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21686#sthash.kq5NptNG.dpuf

La Siria e il narcisismo di Obama

giugno 27, 2013

Obama arma le milizie, il sarin fornito ai ribelli, le dichiarazioni di Kissinger e Brzezinski, il Ginevra2 rimandato – quello che si dovrebbe/potrebbe fare – e non si vuole – per far cessare il conflitto …

 La Siria è entrata nel terzo anno di conflitto, ma l’azione internazionale è sintonizzata sulla priorità di Obama: l’immagine da consegnare alla storia al termine di quest’ ultimo  mandato. Warmonger? Inerte? Così così?

 

 obama-cowboy

L’annuncio che gli Stati Uniti  forniranno all’opposizione siriana assistenza militare  è una mossa a effetto psicologico ed è l’unica che gli era consentita per non apparire debole e inerte di fronte al bagno di sangue del conflitto, ma senza avviare azioni militari dirette che insanguinassero ulteriormente l’America.

   ***

 Dopo aver lanciato a Bashar Assad l’ultimatum sull’uso delle armi chimiche,  la famosa “red line”, dopo aver affermato di  possedere le prove che essa era stata oltrepassata (a differenza dell’Onu che in questi giorni dà nuova conferma della mancanza di dati certi per accusare il governo siriano di aver usato armi chimiche sui civili)  era necessario  per Obama prendere una posizione.

Allora niente di meno impegnativo nell’immediato che affermare a chiare lettere quanto già avveniva in pratica.

 —–La fornitura di armi convenzionali alle milizie anti- Assad  è avvenuta sia tramite paesi del Golfo  sia attraverso la destabilizzazione della Libia. Fin dalla caduta di Tripoli, dagli arsenali libici saccheggiati dai ribelli partivano armi  per la Siria; dopo la sua uccisione l’11 settembre 2012, si è saputo che anche l’ex-ambasciatore Christopher Stevens   si occupava direttamente di spedizioni di armi.

 —– Le armi chimiche sono effettivamente presenti  in Siria poichè  da gennaio 2013 il Qatar, con il  beneplacito dei paesi “amici della Siria”,  fornisce il gas Sarin ai ribelli con l’espressa intenzione di imputare la responsabilità  del loro uso al governo Assad. La conferma si è avuta con le rivelazioni del caso Snowden, come si vede dal fermo immagine del video

Iran
                press su Snowden

Di recente la guerra in Siria  volge in negativo per il fronte degli insorti sia per il diretto intervento a fianco dell’esercito dei  libanesi Hezbollah(che ha permesso di chiudere la battaglia di Qusayr ) sia per i sempre più palesi collegamenti delle milizie antigovernative  con il terrorismo internazionale, in particolare del fronte Al Nusra con i terroristi di Al Qaeda in Iraq.

 Nonostante questo, la maggioranza degli americani rimane poco interessata alle vicende siriane; nei sondaggi risulta contraria all’intervento militare diretto e, secondo l’ultimo sondaggio  Gallup seguito all’annuncio di Obama, il 54% disapprova perfino la fornitura di armi.

L’opzione militare diretta è avversata anche dal Pentagono per i sicuri costi dell’operazione in uno scenario completamente sfavorevole, pertanto  intraprendere un’azione di tipo  muscolare appariva sconsigliabile per l’immagine di Obama.

 ****

 Così stando le cose, non è chiaro se le recenti dichiarazioni di Zbigniew Brzezinski, certamente non un pacifista e in passato grande supporter dell’intervento in Libia, siano realmente un

Brzezinski

monito o  una sottile  excusatio non petita  davanti a quella parte di opinione pubblica, interna ed estera, vogliosa di un invio di truppe.

  “Risolvere il conflitto siriano con la forza sarebbe controproducente, prematuro e destabilizzante” ha dichiarato. Provocherebbe la destabilizzazione dell’intera area e gli Stati Uniti verrebbero a trovarsi coinvolti come maggiori responsabili. Critica perfino  l’intero discorso della   “red line”  come insensato e rischioso,   aggiungendo che gli Usa dovrebbero eventualmente assecondare un intervento della  Turchia e dell’Arabia Saudita con l’approvazione dell’insieme dei paesi arabi.

 Anche l’ex Segretario di Stato Henry Kissinger nel corso di un

 Kissinger_Henry

discorso all’Università del Michigan sorprendetemente  s’impegna a  dipingere in modo diverso la situazione siriana. “Nella stampa americana il conflitto siriano è descritto come scontro tra la democrazia e una dittatura, con  il dittatore  che sta uccidendo la sua propria gente e, quindi, lo dobbiamo punire. Ma non è quello che sta succedendo. Ormai è in atto una guerra civile tra gruppi settari“.  Anche Kissinger  ha un personale auspicio per il futuro della Siria: la spaccatura del paese in tante regioni autonome.

 Un auspicio che  echeggia il “Piano Yinon”, dal nome del funzionario degli Affari esteri d’Israele, del 1982,  che delineava lo smembramento del mondo arabo su basi etniche, tribali o confessionali e  per la Siria proponeva  il ritorno alle federazioni  dei tempi del mandato francese.

 *****

 Da un’ inutile riunione a Doha,  gli “amici della Siria”  sono usciti rimandando nel tempo la convocazione di Ginevra2, Conferenza che dovrebbe mettere di fronte “il regime e l’opposizione”.

Non ci si aspetti una convocazione a tempi brevi, affermano le cancellerie, non prima del mese di settembre.

Ma potrà mai avvenire se le dimissioni di Bashar Assad saranno mantenute come precondizione? Quale opposizione  al tavolo? Quella frammentata ma riconosciuta internazionalmente, se davvero  sta per eleggere  il suo nuovo “governo”,  darsi una leadership e scegliere quale sarà la sua componente militare? Si potranno escludere le milizie ora legittimate da una palese fornitura di armi?

 L’Occidente si considera patria della democrazia rappresentativa edificata sui risultati delle consultazioni elettorali. Volendo rappresentare Bashar Assad come il dittatore che fa uso di armi proibite, preclude ai siriani la soluzione che sarebbe, invece, già  a portata di mano.

 Il 26 febbraio 2012 un referendum popolare convocato dal governo di Assad  confermava la bozza della Nuova Costituzione: Syria – Draft of the New Constitution  la cui parte qualificante è l’eliminazione dal testo del 1973 dell’articolo 8 «il partito Baath dirige lo Stato e la società”   sostituito da  ”Il sistema politico dello Stato si basa sul principio del pluralismo politico ed esercita il potere democraticamente attraverso il voto”

 Con l’avvenuto passaggio dal totalitarismo alla pluralità degli orientamenti politici, indire  elezioni sotto controllo internazionale e constatare i risultati della volontà popolare consentirebbe di far nascere un governo rappresentativo delle componenti più vaste della società. Un governo da sostenere internazionalmente  nelle necessarie azioni per debellare i gruppi jihadisti, accertare i crimini ,  celebrare i processi  e far tornare in patria i profughi.

 

Un bambino nel campo profughi siriani a Zaatar, Giordania

 Al di fuori di questo  iter non vi può essere pace in Siria e nell’intero Medio Oriente; il conflitto già minaccia il Libano, com’era facile previsione da tempo, mentre in Giordania e in Turchia l’emergenza profughi  raggiunge livelli  di una inenarrabile drammaticità.

 Raccolta articoli stampa internazionale sulla Siria in Pearltrees

 Post sulla Siria  in questo blog

 http://mcc43.wordpress.com/2013/06/27/la-siria-e-il-narcisismo-di-obama/

Epifani si spolvera un po` di ipocrisia

Carlo Tata

L’era Epifani è caratterizzata da un po’ di verità. Il segretario del Pd, nel corso del programma di Raitre Agorà, ha infatti detto che il problema della crisi non è legato a questo o quel partito ma a problematiche internazionali. Insomma anche con Bersani e Vendola a Palazzo Chigi la crisi non ci avrebbe certo lasciati. Dunque il problema non è Berlusconi. 

E questo tutti lo hanno capito meno le solite voci ipocrite di un certo centrosinistra che si nasconde dietro il solito paravento dell’antiberlusconismo. 

Berlusconi sbaglia come hanno sbagliato Ciampi, Amato, D’Alema e Prodi. 

Anzi a pesare gli errori, è molto più grave l’averci portato nella moneta unica, rovinando le imprese, le famiglie e i lavoratori che non le berlusconate. 

E poi francamente questa visione diametralmente opposta tra il centrosinistra e il suo specchio di centrodestra proprio non la vediamo. 

Risiede forse nell’Imu? 

O nell’Iva? 

 O forse nelle politiche del lavoro? 

O forse nelle politiche industriali? 

O forse nel dare più risorse a scuola e ricerca?

 O nel sostenere le missioni militari all’estero?

 Niente di tutto ciò, se non a livello di spostamento di piccole risorse qua e là. Oppure di piccole visioni che non generano crescita, sviluppo e qualità di vita. 

Dove ti giri c’è disoccupazione, povertà e degrado, altro che ricetta migliorista dell’uno e dell’altro schieramento. 

La ricetta non c’è l’ha né Berlusconi né tantomeno Bersani e Vendola. 

E nemmeno il rampante Renzi.

 Questo almeno finché non si staccherà la spina all’Ue, alla Bce e al Fmi. 

E questo si potrà fare solo dando un calcio all’euro della miseria, della disoccupazione e del degrado. 

Senza un ritorno alla nostra sovranità non vale un soldo né la ricetta del Berlusca né quella di altri spocchiosi del centrosinistra o della cosiddetta società civile. 

L’uscita dall’euro è il primo passo per tornare a respirare con i propri polmoni e non con quelli meccanici che ci tengono in vita. 

Siamo ormai ridotti a dei vecchietti bisognosi del badante. E questo è il ruolo della Bce, dell’Ue e del Fmi. 

Berlusconi è colpevole come tutti gli altri per averci lasciato marcire in questo pantano europeo. 

Non siamo più capaci di creare lavoro degnamente retribuito ma solo sfruttamento e disoccupazione. 

Ma in fondo è quello che vogliono i potentati economici e finanziari: un grande bacino di schiavi. 

Il problema sembra solo legato alla successione del Cavaliere, nel campo del centrodestra, o alla scalata di Renzi, nel campo di centrosinistra. 

Come se la ricetta tra i due schieramenti fosse davvero antitetica. 

Il sogno di un cambiamento per le imprese, per le famiglie e per i giovani non lo può dare né l’uno né l’altro, almeno fin quando resterà questo ruolo di camerieri europei. 

Non sarà certo Vendola o la Puppato a dare una sterzata forte per uscire da questo inferno. 

Il Paese è soffocato da tasse, da piccola e grande criminalità, d degrado sociale e povertà. 

Oltretutto la dirigenza del Pd appare con le mani legate. 

È legata non solo mani e piedi al carrozzone europeo ma anche al carro del Colle. 

Infatti Bersani, D’Alema e compagnia bella si sono impegnati con Napolitano a tenere in piedi il governo delle larghe intese. 

Naturalmente assieme al “nemico” Berlusconi. Però la base del partito deve continuare a credere che il nemico ci sia  ancora. 

E la sceneggiata della diversità va avanti, tanto per sentirsi eticamente a prova di bomba.       

L’era Epifani è caratterizzata da un po’ di verità. Il segretario del Pd, nel corso del programma di Raitre Agorà, ha infatti detto che il problema della crisi non è legato a questo o quel partito ma a problematiche internazionali. Insomma anche con Bersani e Vendola a Palazzo Chigi la crisi non ci avrebbe certo lasciati. Dunque il problema non è Berlusconi. 
E questo tutti lo hanno capito meno le solite voci ipocrite di un certo centrosinistra che si nasconde dietro il solito paravento dell’antiberlusconismo. 
Berlusconi sbaglia come hanno sbagliato Ciampi, Amato, D’Alema e Prodi. 
Anzi a pesare gli errori, è molto più grave l’averci portato nella moneta unica, rovinando le imprese, le famiglie e i lavoratori che non le berlusconate. 
E poi francamente questa visione diametralmente opposta tra il centrosinistra e il suo specchio di centrodestra proprio non la vediamo. 
Risiede forse nell’Imu? 
O nell’Iva? 
 O forse nelle politiche del lavoro? 
O forse nelle politiche industriali? 
O forse nel dare più risorse a scuola e ricerca?
 O nel sostenere le missioni militari all’estero?
 Niente di tutto ciò, se non a livello di spostamento di piccole risorse qua e là. Oppure di piccole visioni che non generano crescita, sviluppo e qualità di vita. 
Dove ti giri c’è disoccupazione, povertà e degrado, altro che ricetta migliorista dell’uno e dell’altro schieramento. 
La ricetta non c’è l’ha né Berlusconi né tantomeno Bersani e Vendola. 
E nemmeno il rampante Renzi.
 Questo almeno finché non si staccherà la spina all’Ue, alla Bce e al Fmi. 
E questo si potrà fare solo dando un calcio all’euro della miseria, della disoccupazione e del degrado. 
Senza un ritorno alla nostra sovranità non vale un soldo né la ricetta del Berlusca né quella di altri spocchiosi del centrosinistra o della cosiddetta società civile. 
L’uscita dall’euro è il primo passo per tornare a respirare con i propri polmoni e non con quelli meccanici che ci tengono in vita. 
Siamo ormai ridotti a dei vecchietti bisognosi del badante. E questo è il ruolo della Bce, dell’Ue e del Fmi. 
Berlusconi è colpevole come tutti gli altri per averci lasciato marcire in questo pantano europeo. 
Non siamo più capaci di creare lavoro degnamente retribuito ma solo sfruttamento e disoccupazione. 
Ma in fondo è quello che vogliono i potentati economici e finanziari: un grande bacino di schiavi. 
Il problema sembra solo legato alla successione del Cavaliere, nel campo del centrodestra, o alla scalata di Renzi, nel campo di centrosinistra. 
Come se la ricetta tra i due schieramenti fosse davvero antitetica. 
Il sogno di un cambiamento per le imprese, per le famiglie e per i giovani non lo può dare né l’uno né l’altro, almeno fin quando resterà questo ruolo di camerieri europei. 
Non sarà certo Vendola o la Puppato a dare una sterzata forte per uscire da questo inferno. 
Il Paese è soffocato da tasse, da piccola e grande criminalità, d degrado sociale e povertà. 
Oltretutto la dirigenza del Pd appare con le mani legate. 
È legata non solo mani e piedi al carrozzone europeo ma anche al carro del Colle. 
Infatti Bersani, D’Alema e compagnia bella si sono impegnati con Napolitano a tenere in piedi il governo delle larghe intese. 
Naturalmente assieme al “nemico” Berlusconi. Però la base del partito deve continuare a credere che il nemico ci sia  ancora. 
E la sceneggiata della diversità va avanti, tanto per sentirsi eticamente a prova di bomba.       
 

29 Giugno 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21760

Tav, per la Francia non è più una priorità

Ciò che non abbiamo mai voluto ammettere, continuando ad ascoltare dichiarazioni e leggere articoli in cui il ministro Lupi e altri esponenti politici asserivano convinti che la Tav Torino-Lione era “cosa fatta” e necessaria ora e subito, è stato invece messo nero su bianco dal governo francese.

Lo stavamo dicendo da tempo, senza palla magica, solo con la lettura della documentazione tecnica ed economica, solo con l’analisi della realtà dei nostri rispettivi paesi, solo con il buon senso di chi mettendo in fila le cose comprendeva che non poteva essere questa un’opera prioritaria. Non in questo momento.

Lo abbiamo detto pacatamente, spiegando perché. Siamo stati tacciati di eversione, assimilati con disprezzo ai “No Tav”, contro lo sviluppo e per il “no” a prescindere. Solo perché non abbiamo perso il vizio di leggere le carte, studiare i fatti, andare fisicamente a vedere i luoghi, confrontarci con tecnici e amministratori. Insomma verificare prima di assumere una decisione.

Dal 1988 quella tratta è in progressiva e costante riduzione di traffico merci e passeggeri, il progetto non era neppure esecutivo, i costi stratosferici e i danni paesaggistici immensi senza che vi fosse uno straccio di ragione per scegliere di devastare invece che di implementare l’esistente.

Il corridoio 5 come corridoio est-ovest appunto, era stato interrotto e contestato dall’estremo est all’estremo ovest e ormai tutti, compreso il commissario Mainardi della Tav Trieste-Venezia, affermavano come voce nel deserto, che non ci si può permettere una spesa di decine di miliardi di euro in assenza di prospettive vere di collegamento e di traffico con gli altri Paesi Eu. Non senza prima operare su miglioramento ed ampliamento delle reti esistenti con costi infinitamente inferiori e vantaggi immediati sulla velocità di trasporti merci e passeggeri.

Non solo la Ue non considerava più – per le medesime ragioni – opera strategica questa Torino-Lione come la Venezia-Trieste ma invitava, implicitamente e attraverso il diverso accasamento dei finanziamenti, a concentrare le risorse sulle tratte sud-nord da porto a porto, come tutte le previsioni sul traffico indicano. Brennero, Tarvisio, San Gottardo sono i valichi interessati dalle tratte in crescita e su queste si deve concentrare l’investimento per l’alta capacità ferroviaria.

La domanda è: quando finiremo d’essere il paese della Santa Inquisizione che si è rifiutata di guardare dentro il cannocchiale di Galileo e così ha respinto l’idea che il mondo fosse una sfera?
Quando guarderemo con gli occhi dell’obiettività ciò che accade intorno a noi e faremo le scelte conseguenti ammettendo d’avere sbagliato quando si è sbagliato e non incaponendoci sull’irragionevole? O forse, meglio, quando smetteremo di anteporre gli interessi di pochi all’interesse di tutti?

Non è bastata la Corte dei Conti Francese che a Novembre 2012 negasse giustificazione a quell’opera. La politica rappresentata da Monti si è affrettata in quel momento a ri-garantire che la Francia sarebbe andata avanti “come un treno”. Appunto.

Nota positiva immediata è che le risorse pari a 2mld e 250milioni di euro stabilite nella manovra del dicembre 2012 con il ddl “Stabilità”, spalmate su 15 anni, verranno investite altrove ed io suggerisco sul miglioramento delle tratte ferroviarie esistenti in particolare sulle tratte regionali, sulla metropolitana di superficie, sui colli di bottiglia che impediscono di viaggiare con orari garantiti, insomma una serie di piccole e medie opere pubbliche, invece che una grande opera inutile, spalmate sull’intero territorio nazionale che offriranno lavoro e dunque occupazione e prospettive all’intero paese. Migliorando la mobilità si compete e si risparmia sui costi delle famiglie e delle imprese.

Ancora, come già chiesto con intervento in parlamento solo all’inizio di questo mese di giugno 2013, reinseriamo i 10 miliardi di euro indicati, per scelta del ministro Lupi, nel dL emergenze a favore delle opere complementari della Tav Val di Susa, nel corretto alveo dei fondi per le vere emergenze ovvero i terremotati dell’Emilia e dell’Aquila, correggendo un obbrobrio frutto della sola necessità di imporre, con la forza del potere, un punto a favore della Tav su un tema contrastato.

Insomma oggi è un buon giorno, per dire “basta” alle prese di posizione frutto di faziosità e populismo riprendiamoci il dovere di pianificazione indicando le priorità con serietà e congruità economica nelle scelte per il paese.

ansa

Parigi: “Il Tav? Può aspettare il 2030

Da: “Il Fatto”

 LA COMMISSIONE FRANCESE MODIFICA LA LISTA DELLE OPERE: LA TORINO-LIONE NON È PRIORITARIA

di Daniele Martini

  Se continua così, i sostenitori italiani a oltranza del Tav, la ferrovia ad alta velocità tra Torino e Lione, alla fine faranno la fine dei cavalieri del Boiardo che “del colpo non accorti” ancora guerreggiavano, ma erano “morti”. Continueranno, cioè, a sostenere la grande e costosa opera senza rendersi conto che nel frattempo intorno a loro si sta facendo il vuoto.   L’ULTIMA e significativa presa di distanza dal gigantesco progetto proviene dalla Francia e si somma al colpo inferto di soppiatto al Tav dal governo italiano che, praticando come al solito una specie di doppia verità, da una parte continua a ripetere solennemente per bocca del presidente, Enrico Letta, e del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che quella ferrovia si farà perché è vitale per gli interessi del paese. Ma con l’altra mano sottrae i fondi necessari ai lavori prendendo atto che di soldi per opere grandi, ma opinabili, in questo momento non ce ne sono davvero più. In Francia quello che somiglia tanto ad un de profundis per il Tav lo ha intonato la commissione mista sulle grandi opere, 6 deputati, 6 senatori e 4 tecnici più un presidente, il sindaco di Caen nonché deputato socialista del dipartimento del Calvados, Philippe Duron, a cui era stato affidato il compito di fare il tagliando alla politica dei grandi investimenti per infrastrutture varata all’epoca del presidente precedente, il conservatore Nicolas Sarkozy. Con una dose di buon senso e di realismo la commissione ha messo in dubbioche nel prossimo quarto di secolo possano essere disponibili 245 miliardi di euro da investire per le grandi opere francesi. Quindi, inutile insistere con i sogni di gloria e di grandezza, meglio tagliare la testa al toro e concentrarsi su ciò che è possibile fare sul serio. Il Tav tra Torino e Lione non viene inserito tra queste priorità. O meglio, la cosa non viene esplicitata così chiaramente, ma le indicazioni assunte sono tali che quello è l’inevitabile sbocco. Per quanto riguarda i 57 chilometri di tunnel in senso stretto sotto le Alpi con annesse le stazioni di Susa e di S.J. de Maurienne la commissione non si pronuncia non avendo i requisiti per poterlo fare in quanto l’opera è prevista da un accordo internazionale tra Francia e Italia siglato alla fine dell’anno passato tra il presidente italiano Mario Monti e quello francese Francois Hollande. Un’intesa che, proprio per la sua natura, può essere messa in discussione solo dai rispettivi Parlamenti e non da un organismo diverso. La commissione si pronuncia sulle infrastrutture collaterali al tunnel, come le vie d’accesso, senza le quali lo stesso tunnel da solo è però poco più di un inutile buco nella montagna preceduto e seguito sostanzialmente dal nulla. Ebbene, queste opere collaterali vengono definite “seconde priorità” dalla commissione transalpina e la loro esecuzione rinviata addirittura al 2030. Se non è una bocciatura di tutto il Tav, poco ci manca. La cosa politicamente significativa è che le conclusioni a cui è arrivata la commissione non sono state chiuse in un cassetto, ma hanno ricevutoun immediato endorsement al più alto livello dal primo ministro transalpino Jean Marc Ayrault. Nonostante le affermazioni contrarie di fonte governativa, anche in Italia gli atti concreti non suonano bene per un iter spedito della Torino-Lione. Nella Finanziaria 2013, approvata a fine 2012, per il Tav era autorizzata una spesa di 60 milioni per il 2013, 100 milioni per il 2014 e 680 per il 2015. Cifre sensibilmente ridotte e addirittura quasi azzerate con il cosiddetto “decreto del fare” approvato dal governo alcuni giorni fa.

Lavori per un tunnel dell’alta velocità   Ansa

Anonymous #IAG attacca Bersani e pubblica i conti del PD

certo che Anonymous è strano. Attacca M5S un giorno si e l’altro pure sostenendo che si occupano solo di epurazioni, quando invece il Movimento è l’unico a presentare mozioni ed interpellanze serie e per il bene comune, ma di queste anonymous pare non accorgersi.  Però vuole un Pd pulito

Anonymous #IAG attacca Bersani e pubblica i conti del PD
Questa notte prima delle 02:00 Anonymous#IAG defaccia il sito della Fiom di Milano, ma non si limita ad un semplice defacciamento, ma inserisce nel sito dati di Bersani che sono visibili a tutti pubblicamente. Non faccio nessun commento, mi limito solo a riportare integralmente il loro comunicato:
“Oggi Anonymous #IAG è Th3_S3c Hackers ha deciso di rendere pubblici i versamenti illegali ricevuti da Bersani. Lo facciamo nel sito del sindacato in quanto ancora più forte arriverà il nostro grido di battaglia: “Apocalisse..!!” non è ancora finita. Siamo in possesso di tutti i vostri database….
Le vostre bugie da ora in poi saranno pubblicate. Versamenti illegali per svariate centinaia di migliaia di euro. Versamenti poco chiari. Due soli donatori di cui uno versa la somma di 9999,00 per volta (ID 9 ) questo per evitare il controllo fiscale che ne deriva quando si passa la soglia dei 10 mila euro. Anonymous #IAG vuole chiarezza come la vogliono i vostri iscritti e i votanti del PD. Non ci fermeremo…!! d’ora in poi pubblicheremo qualunque cosa nefandezza da voi compiuta nei confronti della povera gente. Rivoluzione digitale”
Anonymous #IAG
Anonymous #IAG attacca Bersani e pubblica i conti del PD
http://www.periodicodaily.com

http://campagnadisobbedienzaciviledimassa.blogspot.it/2013/06/anonymous-iag-attacca-bersani-e.html

DECRETO DEL FARE…….RIDERE

Vi ricordate le buffonate mediatiche di autoesaltazione e incensamento dei media che accompagnavano i parti  della fantasia malata e dell’incompetenza dei tecnici del governo Monti?
Chiamiamoli pure così,per non dire  parti degli zelanti camerieri degli usurai europei.Titoli roboanti…Salva Italia…Cresci Italia….che oggi,come allora, suonano ridicoli,grotteschi,una presa in giro…
 Ebbene,la stessa strada é quella che percorre oggi il suo scolaro prediletto dei pizzini,e socio degli stessi clubs di malfattori : il curiale e servile commediante democristiano Enrico Letta.
Con meno sfrontatezza del maestro,da buon DC usa toni soft,pazienti,rassicuranti….qualcuno ha detto ” un atteggiamento di recitata prostrazione”….già,una recita per nascondere l’impotenza e sopratutto gli obiettivi a lui affidati dai padroni,ma senza spaventare troppo un popolo già abbondantemente mazzolato dal predecessore bocconiano.
Qualche briciola – si son detti i boss –  dovremo pur darla al nostro ascaro per non destare troppi sospetti,il giochetto così scoperto e a brutto muso di Monti non possiam ripeterlo….non lo bevono più….meglio uno che dice il 10% di verità e il 90% di balle con la faccia da pagliaccio afflitto...sarà più credibile nel non fare nulla…nulla per il paese e nulla contro di noi….dissimulare,dissimulare il più possibile,in tono bonario,dimesso….gli italiani così crederanno ancora….poi i media completeranno l’opera.
 Già,ma gli italiani,già scottati una volta da un altro non eletto,messo lì dall’amico degli amici sul Colle con la stessa maggioranza di Monti, e nonostante la recita,sarà difficile che bevano questa pantomima da quattro soldi.Un tragico dejà vu….
 Dopo mesi di chiacchiere e promesse,la montagna ha partorito il suo solito topolino…un decreto detto “del fare”….già,del fare ridere…una supercazzola…!
 
Ragazzi,80 misure….mica poche! Vediamone qualcuna..
 – LAVORO –  “sblocca cantieri”: pare vengano sborsati (pare perchè il dubbio di come finiscano poi le cose é d’obbligo) circa due miliardi per il completamento di varie opere infrastrutturali.
Quelle opere erano già state finanziate, ma senza aver erogati i fondi ?oppure é una integrazione dovuta nel frattempo all’aumento dei costi ? Un puro atto contabile,oppure è la solita manfrina di incuria,inspiegabili ritardi o inghippi vari?
Mah….saperlo!
Anche se pare  siano fondi già stanziati e quindi spostati… infatti, i vari interventi son sempre quelli.
Troviamo i soliti miglioramenti della rete ferroviaria,la Tangenziale Esterna Est di Milano,,la A24 e A25, che aspettano da anni la costruzione della terza corsia,metro di Milano, Roma e Napoli, e altri cantieri che non finiscono mai…….
Parlano di 30 mila posti di lavoro,da dove venga questo numero nessuno lo sa.
I disoccupati sono tre milioni…..come si farà a rilanciare il lavoro,lo sanno solo loro,tanto più che i fondi vengono tolti ad altre opere già programmate,e quindi….sarà uno scambio tra disoccupati…

 – EQUITALIA – Tanti avranno tirato un sospiro di sollievo nell’apprendere che tra i provvedimenti  vi è anche quello che prevede che Equitalia possa fare iscrizione ipotecaria sulla prima casa, ma non agire con la pignorabilità, ovvero l’esecuzione forzata.
Non dicono però se il creditore può essere SURROGATO DAL TERZO; ovvero un soggetto terzo può acquisire il credito ed agire per la sua riscossione in via giudiziale.
Non si poteva dire invece con chiarezza “non pignorabilità della prima casa da parte di qualsiasi soggetto” ?
 – FISCO-  Dopo vergognose manfrine su IMU ,IVA(*), riduzione l’IRPEF….si arriva ad un grande intervento… sulle imbarcazioni: tassa azzerata fino ai 14 metri di lunghezza, dimezzata per gli scafi superiori ai 14 metri. Non male come ridistribuzione del reddito…..
 – CONSUMI- Riduzione delle bollette elettriche…sarà…..comunque alcuni parlano di un risparmio annuale a famiglia di una ventina di euro, (550 milioni/25 milioni =22),altri addirittura di cinque…essendo i consumi familiari il 20%…..
però,tanto per non sbagliare,da luglio aumenta dell’1-2%la bolletta della luce “causa complicazioni legate alle norme sulle rinnovabili (meglio non parlarne..)”
 – SEMPLIFICAZIONI – Tutta una serie…..ma che nulla hanno a che fare con la crescita,lo sviluppo…..certificati medici e di malattia… e infine misteriose ed esoteriche zone a ‘burocrazia zero…che vorrà dire poi ce lo diranno.
 – PROMESSA- Un indennizzo per i cittadini e le imprese danneggiate dai ritardi della PA….e qui i dubbi sono molti….conoscendo la grande celerità di queste procedure….prendere subito,dare vedremo….
 – DIGITALE….da anni circola questo mantra…ma il territorio nazionale ancora non è nemmeno coperto dall’ADSL….poi email certificata….donazione organi digitalizzata…bene,ma anche qui non si sa che ci azzecchi con la crescita…comunque lo slogan é “wi-fi per tutti”….che molto assomiglia al famoso “meno tasse per tutti”…..come sia finita,tuttui lo sanno.
 – GIUSTIZIA……ripristinata  una inutile specie di giudice di pace,senza alcun potere,visto che le parti poi sono libere di ricorrere alla giustizia ordinaria..
Aumento di personale giudiziario,volontari non togati,meritevoli neo laureati per stages non retribuiti….ed eliminazione del giudice naturale (e te pareva….!) per gli investitori esteri…controversie dirottate a Milano,Napoli,Roma.
 Fermiamoci qui.Ce n’è abbastanza….
 Commenti autorevoli:  Corsera,”misure che indicano come uscire dal tunnel”
E dai con sto tunnel….! a forza di sentir gente che vede la luce nel tunnel,dovremmo essere già accecati a quest’ora…o forse sono loro i veri cecati….
Non manca Scalfari,ultras da curva sud di Letta come ieri di Monti.”Lunga la strada, stretta la via. Ma la marcia è cominciata”….
Acuto frate Eugenio….già che c’era,poteva pure dire chi fa da sè fa per tre… a caval donato non si guarda in bocca….insomma,qualcosa di così filosofico non stona…
 Alla fine,stringi  nel pugno questo pacchetto del fare e ti scivola via come sabbia,in mano ti resta poco o nulla. La sproporzione tra la gravità dei problemi e l’azione di questo governicchio è troppo evidente. Per carità,molte cose non fanno certo male,tutt’altro…in tempi normali sarebbero anche gradite…ma 80 misure (ottanta)presentate come misure per l’uscita dalla crisi,é una presa in giro…
Come ci si riesca,come si aiuti l’economia in stato comatoso e dopo tutto quello che ha sofferto in questi due anni di distruzione,resta un mistero…o meglio,una colossale bufala.
 Certo,non sarà più necessario il certificato di “sana e robusta costituzione” per fare il farmacista….. o l’obbligo del certificato di “idoneità psico-fisica” per fare il maestro di sci. Una conquista…un’innovazione davvero fondamentale…  vietato ridere…..é gente seria
Commenta Nigel Farage,leader degli antieuropeisti inglesi : “Enrico Letta? Non ho alcuna opinione su di lui. È un personaggio irrilevante. Un altro burattino. Nessuna offesa personale, per carità. Ma, oggi, chi è al potere in Italia non conta niente. Non comanda su nulla. L’Italia non è più uno Stato sovrano, ma una colonia della Germania “
 Già che ci siamo,speriamo che dopo il fare non seguano…dire, baciare, lettera e testamento…specie quest’ultimo.
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 Una new entry fresca fresca: un provvedimento inserito nel secondo pacchetto di norme per la semplificazione che verrà discusso  in Consiglio dei ministri.
Una modifica al Codice dell’ordinamento militare che prevede che la Difesa possa “svolgere per conto di Stati esteri attività di supporto tecnico-amministrativo ovvero contrattuale per l’acquisizione di materiali di armamento prodotti dall’industria nazionale”.
Il ruolo della Difesa come trafficante di armi e piazzista estero
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/18/ddl-semplificazioni-mini-trasformano-difesa-in-trafficante-di-armi/628844/#.UcQreGtthGd.facebook
Tratto da: stavrogin2.com
(*) “Non è che non voglio bloccare l’aumento dell’Iva. Dico che è molto difficile trovare le coperture, visto il poco tempo a disposizione. Comunque Saccomanni è impegnato a farlo, e mi auguro davvero che ci riesca. Speriamo nel miracolo”.
Così il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato in un’intervista a Repubblica.,e ancora “E’ come chi gioca al Totocalcio: sarebbe felice di vincere e nello stesso tempo è preoccupato di non vincere”
Mah….paragoni degni di una mente superiore che non tutti possono capire….se poi un ministro si appella al miracolo,c’è da chiedersi che ci sta a fare…dovendoci rivolgere al Padre Eterno…!
http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-decreto-del-fare-ridere-118756974.html

Euro e Draghi, comincia l’ammaina banderuola:

Perché sappiamo solo ora degli 8 miliardi di derivati? Perché c’erano gli spin doctors prodiani e non solo che sostenevano sarebbe stata la fine dell’Italia se avessimo perso il treno “dell’Europa”…

Euro e Draghi, comincia l’ammaina banderuola:
Di ilsimplicissimus
Come mai sappiamo solo adesso degli 8 miliardi di derivati sottoscritti negli anni ’90 per drogare i bilanci ed entrare nell’euro? C’è chi interpreta la rivelazione in maniera molto casalinga e consona agli usi italiani, come un siluro lanciato a Draghi, al tempo direttore generale del Tesoro,  partito dall’interno di Bankitalia e/o da ambienti vicini a Grilli per questioni di nomine e di potere. Però se l’obiettivo è certamente il capo della Bce le ragioni di questo fendente, sono forse diverse dai duelli per le poltrone: si avvicina sempre di più il tempo del redde rationem per l’euro. Il punto di svolta  è settembre con le elezioni in Germania e il pronunciamento della corte costituzionale tedesca sull’ammissibilità di meccanismi europei che passano completamente sulla testa dei cittadini e offendono la democrazia.

Non lo dico io, lo dice il presidente della corte suprema tedesca, Andreas Vosskuhle per il quale è quanto meno improprio che “le decisioni più importanti a livello europeo vengano negoziate nei corridoi anonimi della burocrazia di Bruxelles, o nelle riunioni del Consiglio d’Europa, o in qualche altro posto senza un’adeguata discussione pubblica e senza che i cittadini europei abbiano alcun potere di influenzare queste decisioni. Sarebbe davvero tragico se dovessimo perdere la democrazia per risolvere i problemi dell’euro o per raggiungere una maggiore integrazione europea”.

E’ abbastanza chiaro che siamo di fronte a radicali mutamenti di umori e pensieri che fatalmente finiscono per avere come oggetto Draghi, vale a dire l’uomo simbolo dell’euro e del governo finanziario. Non a caso gli attacchi al presidente della Bce non si contano in Germania. E adesso questo siluro tutto italiano partito fra l’altro tra un giornale come Repubblica fino a ieri tra i più osannanti. Si potrebbe anche pensare che si cominci ad attaccare il contesto e gli uomini che hanno portato all’ingresso nella moneta unica come per preparare un cambiamento di posizione, rendendo più agevole il giro di valzer, del resto inevitabile vista la situazione insostenibile e senza uscita nella quale ci si trova. E non solo insostenibile, ma anche grottesca visto che il famoso ” mercato” punisce qualsiasi segnale che indichi un rallentamento del flusso di denaro dalle banche centrali.
Naturalmente anche questa è solo un’interpretazione che nasce anche dallo scandalo di oggi e dalla noncuranza invece  con cui venne trattata nel 2012 la chiusura di un’analoga operazione sui derivati con Morgan Stanley che costò al Tesoro più di tre miliardi totali. Non è nemmeno un caso che adesso si rammenti come Kohl conoscesse la vera situazione finanziaria dell’Italia, ma non disse nulla per non creare difficoltà all’entrata nella moneta unica. Insomma la sensazione è che con la scoperta degli altarini dell’operazione euro, si voglia cominciare a prendere le distanze dalla moneta stessa. Anzi quasi quasi mi figuro plasticamente gli “io l’avevo detto” di economisti e di opinionisti, di responsabili economici di partito e belle firme che invece hanno ostinatamente detto il contrario. comincia l’ammaina banderuola.
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