Lucchetti nei cancelli del cantiere – Fermati studenti No Tav

http://www.lastampa.it/2013/06/15/cronaca/lucchetti-nei-cancelli-del-cantiere-studenti-no-tav-subito-fermati-b4zSbmamCF4U8fyQACs1pJ/pagina.html
CHIOMONTE
15/06/2013

Il tunnel geognostico della Torino-Lione in costruzione
 
Polizia e carabinieri escono dai varchi e bloccano gli attivisti

massimo numa

chiomonte

Giovani attivisti No Tav allo sbaraglio. Dopo gli incitamenti al sabotaggio del cantiere da parte di un settore del movimento No Tav (ma ormai apertamente diviso sull’uso di queste strategie di lotta), dopo l’incursione di ieri all’«Itinera» di Salbertrand, oggi una cinquantina di attivisti, molti minorenni, hanno raggiunto le recinzioni del cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. Hanno tentato di chiudere con dei lucchetti i cancelli del varco 8 bis, all’altezza del presidio abusivo, la baita di Clarea. Ma i poliziotti, ora muniti di cesoie , hanno subito riaperto. I reparti di polizia e carabinieri sono usciti. C’è stato un contatto con i mini-attivisti, alcuni con il volto coperto con la maschera di Anonymous, tutti ospiti del camping studentesco di Venaus,;alcuni sono stati bloccati e identificati. Gli altri sono fuggiti lungo il sentiero delle Gorge, in direzione di Giaglione. Si preannuncia un’altra serie, l’ennesima, di denunce. Unanota informativa sulla presenza dei minori sarà inviata alla procura dei minorenni di Torino. Ieri i carabinieri della compagnia di Susa aveva fermato e identificato i 42 giovanissimi attivisti, dieci i minorenni, autori del raid vandalico all’interno dell’Itinera. Nei giorni scorsi era stata incendiata una ruspa di proprietà dell’azienda del gruppo Gavio, «rea» di essere tra i fornitori del cantiere Tav. La Statale è stata bloccata per una ventina di minuti, due betoniere sono state costrette a fermarsi. Stasera concerto nel campeggio e dj box. 


La Pato perforazioni perfora a Chiomonte. E il certificato antimafia revocato?

 WRITTEN BY: MASSIMO BONATO – JUN• 16•13

pato6wLa Pato perforazioni di Rovigo, ditta entrata nei subappalti della Cmc di Ravenna per eseguire lavori al cantiere dell’Alta velocità di Chiomonte, era stata la prima ditta esclusa per la revoca del certificato antimafia, da parte del prefetto Provolo (come scrivevaRovigo Oggi il 28 marzo scorso).

La revoca era avvenuta il 13 marzo e il 21 maggio (ne dava notizia NoTavInfo) a «la Repubblica» Ltf dichiarava “La prefettura ha comunicato l’esito della procedura antimafia e l’esito è che l’impresa non potrà lavorare”.

Ma la Pato è sempre lì. Le fotografie scattate oggi colgono i mezzi della Pato all’opera, in prossimità di punti di scavo, nella parte bassa del cantiere.

 M. B. 16.06.13

Un ringraziamento a G. F. per le fotografie

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Il governo prende i soldi Tav e li dirotta su altre grandi opere

Il ministro Lupi però rassicura: “E’ solo un utilizzo temporaneo di risorse che non saranno utilizzate nel breve periodo. E che verranno presto reintegrate”. Coinvolti anche i soldi per il Terzo Valico. 

di MARIACHIARA GIACOSA

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/06/16/news/il_governo_prendi_i_soldi_tav_e_li_dirotta_su_altre_grandi_opere-61176368/

Nessun disimpegno perché la Torino – Lione è un’opera strategica. Il governo, per voce del ministro dei trasporti, Maurizio Lupi mette subito le mani avanti. Ma di fatto il decreto Fare, approvato ieri a Palazzo Chigi, ha preso 524 milioni per la Torino – Lione nei prossimi tre anni e li ha dirottati sul fondo “sblocca cantieri”: 2 miliardi di euro destinati a opere immediatamente cantierabili. A farne le spese non c’è solo la Tav valsusina, ma anche il Terzo Valico, tra Piemonte e Liguria, che ha “ceduto” oltre 770 milioni di euro. Il ministro comunque rassicura. “In merito ad alcune allarmistiche anticipazioni stampa sul fondo destinato a far partire immediatamente i cantieri, preciso che con c’è nessun definanziamento nè blocco di grandi opere. C’è un utilizzo temporaneo di risorse già previste, ma che non verrebbero utilizzate nel breve periodo, in quanto l’avanzamento dei lavori non lo ritiene necessario. Queste risorse  –  precisa il ministro  –  verranno prontamente ricollocate”. Quando? Per il Terzo valico a strettissimo giro, assicura Lupi: “Il 21 giugno con un provvedimento all’esame dal Parlamento e già approvato in Senato”. 

Per la Torino – Lione, invece, i tempi sono più lunghi, ma nel fronte pro Tav non c’è allarmismo perché, assicurano, quei soldi per ora non servono. “E’ una decisione condivisa  –  spiega il commissario Mario Virano  –  frutto di una ricognizione sulle risorse che effettivamente
serviranno nei prossimi tre anni. Ne è emerso che le due opere da finanziare sono la galleria di Chiomonte, che ha già le sue risorse, e il tunnel da 9 chilometri a Saint Martin la Porte, in Francia, che l’Italia pagherà con fondi delle Ferrovie. Quindi i soldi accantonati per la TorinoLione non servono fino al 2016. E’ solo una questione di cassa  –  assicura Virano  –  e non si può cercare attribuire a Lupi o a Letta un disimpegno su questo tema”. Gli fa eco anche Stefano Esposito, senatore del Pd, che tenta di spegnere sul nascere quella che definisce “la solita propaganda strumentale No Tav”. “Condivido la decisione del governo  –  precisa  –  e mi aspetto che, quando sarà approvato il progetto definitivo dell’opera e sarà cantierabile, le risorse siano subito ripristinate”.

La scelta di Palazzo Chigi, tuttavia, ringalluzzisce il fronte della protesta che nell’ultimo mese ha dovuto fare invece i conti con una serie di provvedimenti che hanno dimostrato, in maniera inequivocabile, il sostegno all’opera: la presenza di Alfano e Lupi a Torino, la visita di quest’ultimo al cantiere di Chiomonte, soldi per i comuni e il via libera al trattato con la Francia. Eppure non rinunciano a provare a leggere un’inversione di rotta: “E’ una decisione in linea con quanto abbiamo sempre detto  –  ha detto il presidente della Comunità montana Sandro Plano  –  dettata dal buon senso che spero usino anche in futuro”.

(16 giugno 2013)

 

Speculatori doc

al di là di quel che si può pensare dell’euro deputato Mario Borghezio, la sua domanda ha molto senso gradirei davvero una risposta se non è troppo disturbo per i signori dell’olimpo europeidi.

Mi piacerebbe sapere come mai nessuno dei tanti “polici presentabili” abbia pensato di porre sta domanda. Gli amici non devono essere tirati in mezzo? Forse che se le derrate alimentari non fossero sottoposte a speculazione finanziaria molti paesi poveri NON SAREBBERO tali? E poi le ongs che vivono di raccolta fondi che farebbero

Speculatori doc

 Mario Borghezio – che la recente sospensione dal gruppo misto dell’europarlamento non ha affatto placato… – ha osservato che “in un recente rapporto di Oxfam France si è rilevato che la finanza basata sui mercati delle commodities agricole specula in realtà sulla fame dei ceti meno abbienti”. Il leader leghista ha sottolineato come “negli ultimi dieci anni si sia innescato un pericoloso sistema di scommesse sull’andamento dei listini. Un esempio: su un bushel di grano (unità di misura) gravitano capitali fittizi sino a 80 volte il suo prezzo, e basta una modesta diminuzione dei raccolti, per alluvioni o siccità o incendi, a fare volare i prezzi delle materie prime.”

Alla Commissione Europea Borghezio ha chiesto se ha – o meno… – intenzione di ”proporre la regolamentazione degli strumenti finanziari (speculativi) sulle derrate alimentari”.

 14 Giugno 2013

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21528&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Rinascita-Tutti+%28Rinascita+-+Tutti%29

 

A Fukushima la radioattività del mare si è innalzata di oltre 100 volte

By Edoardo Capuano – Posted on 13 giugno 2013

L’incidente di Fukushima ha innalzato i livelli di stronzio radioattivo al largo della costa Est del Giappone di oltre cento volte.

 Sono questi i risultati di uno studio condotto dalla Universitat Autonoma de Barcelona sulla diffusione dello stronzio radioattivo nelle acque costiere occidentali e orientali del Giappone durante i tre mesi seguenti l’incidente nucleare di Fukushima, nel marzo 2011.

 I campioni analizzati hanno mostrato l’impatto del rilascio diretto di materiale radioattivo nel Pacifico: in particolare, la quantità di stronzio-90 scaricato in mare durante quei tre mesi è stata fra i 90 e i 900 Tbq (terabecquerel), che ha innalzato i livelli di oltre cento volte.

 Le maggiori concentrazioni sono state trovate nella parte Nord della corrente Kuroshio, che agisce come barriera contro la diffusione del materiale radioattivo alle latitudini più basse.

 I campioni sono stati prelevati dalla superficie dell’acqua e da oltre 200 metri di profondità, in un’area compresa fra 30 e 600 chilometri al largo delle coste giapponesi, alla ricerca dei raioisotopi stronzio-90 e stronzio-89.

 FontI: AGI – terrarealtime.blogspot.it

http://www.ecplanet.com/node/3896

Ibernare Fukushima

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Ibernare Fukushima. E’ l’ordine – serio quanto avveniristico e disperato – del Governo giapponese per fermare il torrente di acqua di falda che, dal sottosuolo, continua ad entrare negli edifici della centrale nucleare affetta da triplo meltdown.

 L’acqua viene a contatto con i reattori – o quel che ne resta – e diventa fortemente radioattiva. Finora è stata estratta e stoccata in serbatoi, in attesa di decontaminarla almeno parzialmente e smaltirla in qualche modo. Ma manca lo spazio, la situazione sta diventando ingestibile. Congelando il sottosuolo il flusso d’acqua si fermerebbe.

 Ma la Tepco, la società proprietaria della centrale nucleare cui toccherebbe pagare le spese per l’impianto di refrigerazione, non l’ha mica presa tanto bene. Ha altre idee, forse meno efficaci ma certo meno costose.

 L’acqua fluisce negli edifici della centrale nucleare al ritmo di 400 tonnellate al giorno: una quantità sufficiente a riempire una piscina olimpica in una settimana, e dall’inizio di questa infinita tragedia nucleare sono passate ormai all’incirca 120 settimane.

 E’ necessario agire per evitare ulteriori accumuli di acqua radioattiva. Donde il muro di ghiaccioordinato dal Governo alla Tepco.

 Le fonti anglosassoni (il link sopra rimanda ad Abc News) parlano proprio di un ordine del Governo. L’edizione in inglese di Japan Today usa vocaboli più sfumati che ruotano sul concetto di “suggerimento” e fornisce qualche particolare tecnico: si tratterebbe di realizzare una rete sotterranea di tubi con liquido refrigerante a -40 °C.

 Sempre Japan Today riferisce che la Tepco ha promesso di esaminare accuratamente il “suggerimento”, ma teme che sia troppo dispendioso. Continua a pensare di scavare 12 pozzi a monte di Fukushima attraverso i quali intercettare l’acqua di falda prima che entri negli edifici della centrale nucleare per scaricarla direttamente in mare.


Fukushima, all’inizio la Tepco sbagliò un calcolo basilare per la gestione della crisi

 

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              tepco

 

Tanto per cambiare, alla Tepco si sono sbagliati. La società proprietaria di Fukushima ha commesso un grave errore di calcolo nei primissimi giorni della tragedia nucleare.

 Una tragedia nella tragedia: se i conti fossero stati esatti, nell’ambiente avrebbe potuto diffondersi meno radioattività. Quanta, non lo sapremo mai: la storia non si scrive con i “se”.

 Ci sono altre due novità da Fukushima: una piccola perdita di acqua fortemente radioattiva e la constatazione che l’acqua della falda sotterranea è radioattiva anche a monte della centrale nucleare: sì, hanno sbagliato le prime analisi secondo le quali era invece pulita. Ma la gravità di quell’errore iniziale di calcolo fa passare il resto in secondo piano.

 La notizia viene dall’edizione inglese del quotidiano nipponico Asahi Shimbun. Si tratta di un fatto avvenuto il 16 marzo 2011 e riguarda il reattore numero 2.

 Ricordate quei giorni? Terremoto e tsunami avevano messo fuori uso il sistema di raffreddamento della centrale nucleare, tre reattori stavano andando in meltdown, si cercava disperatamente di raffreddarli innaffiandoli con acqua di mare.

 La pressione all’interno di ogni “pentolone” di acciaio in cui era contenuto il reattore era un dato indispensabile per dedurre se si era rotto e quanta acqua gettargli sopra per cercare di mantenere la situazione sotto controllo.

 I dipendenti Tepco sbagliarono ad applicare una formula e dedussero una pressione all’interno del reattore 2 pari a 400 kilopascal. In realtà era solo 40.

 Stavano rischiando la vita per cercare di domare il mostro nucleare imbizzarrito, molti avevano perso casa e parenti per il terremoto e lo tsunami: in una simile situazione nessuno dà il meglio di sè e non sarò certo io a lanciare la prima pietra.

 Tuttavia è anche una questione di stile: la Tepco si accorse successivamente dell’errore ed inserì elegantemente l’esatta pressione del reattore 2 all’interno di una valanga di informazioni diffuse in un secondo tempo. Non disse che era stato corretto un dato così importante e nessuno se ne accorse: finora, almeno.

 Per quanto riguarda le altre due novità da Fukushima, la perdita di acqua fortemente radioattiva è solo pari – ha detto ieri la Tepco – ad una goccia ogni 3 o 4 secondi.

 Inoltre la Tepco ha ammesso di aver sbagliato le analisi in base alle quali affermava che l’acqua di falda a monte di Fukushima non è contaminata.

 Come è noto, vuole pomparla direttamente in mare per evitare che entri negli edifici della centrale nucleare (lo fa al ritmo di 400 tonnellate al giorno), dove diventa enormemente radioattiva. Per ovviare al problema, il Governo giapponese ha ordinato alla Tepco di congelare il terreno attorno a Fukushima.

 Si tratta di una soluzione a medio termine rispetto alla quale la Tepco non ha ancora pronunciato il fatidico obbedisco. La società sta lavorando per buttare a mare l’acqua di falda bypassando la centrale.

 Quell’acqua fino all’altro giorno era data per pulita. Ora la Tepco ha scoperto che il carico di Cesio radioattivo è pari a 0,61 becquerel al litro.

http://blogeko.iljournal.it/fukushima-allinizio-la-tepco-sbaglio-un-calcolo-basilare-per-la-gestione-della-crisi/73642

Tav: Si farà! Ma anche no

cameraIn molti si domandano da tempo come è possibile, a fronte della crisi che attanaglia l’Italia, dedicare le risorse finanziarie necessarie per continuare la costruzione del Tav. A sentire le roboanti dichiarazioni di ministri e Presidenti del Consiglio l’opera sarà sicuramente realizzata in quanto “assolutamente strategica e irrinunciabile”. Un ritornello che viene ripetuto quasi ogni giorno dai vari organi di informazione con la stessa pervicacia di un mantra buddista.
I fatti però raccontano una storia diversa. Il confronto con la dura realtà dei conti costringe il governo, con il nuovo “decreto del fare”, a stornare pesantemente risorse finanziare da quelle destinate alle grandi opere previste nella legge finanziaria a fine 2012.
Il Fatto Quotidiano, in un articolo di Stefano Feltri pubblicato il 15 giugno specifica che nella legge di stabilità (la Finanziaria) approvata a fine 2012 al comma 208 si leggeva:

Per il finanziamento di studi, progetti, attivita’ e lavori preliminari nonche’ lavori definitivi della nuova linea ferroviaria Torino-Lione e’ autorizzata la spesa di 60 milioni di euro per l’anno 2013, di 100 milioni di euro per l’anno 2014, di 680 milioni di euro per l’anno 2015 e 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2029.
Ed ecco la parte del decreto di oggi in cui si indicano le coperture per finanziare una serie di interventi: quanto a euro 96 milioni per l’anno 2014, a euro 143 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e a euro 142 milioni per l’anno 2017 mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 208, della legge 24 dicembre 2012, n. 228.

“Se fate i conti, restano 4 milioni per il 2014, 537 milioni per il 2015, 7 milioni per il 2016. Tutta la parte di autorizzazioni di spesa dal 2017 al 2029 resta intonsa. Ma c’è da scommettere che con la scarsità di risorse di questi tempi molto presto il governo attingerà anche lì”, conclude Feltri. Ma il Tav non è l’unica opera discutibile e controversa che viene colpita dai necessari risparmi: identica sorte tocca al Terzo Valico in Liguria.

A tal proposito Il Sole24ore.com specifica in relazione al decreto del governo che “il Dl definanzia parzialmente la Tav Torino-Lione e il Terzo valico Milano-Genova, oltre al Ponte sullo Stretto di Messina. Due miliardi complessivi che andranno a opere già cantierate o cantierabili. Il credito d’imposta sulle opere in project financing scende da 500 a 200 milioni”.

soldiDi tono diverso l’articolo diRepubblica che pone in evidenza le rassicurazioni di Lupi e Virano sulle intenzioni del governo: “Nessun disimpegno perché la Torino-Lione è un’opera strategica. Il governo, per voce del ministro dei trasporti, Maurizio Lupi mette subito le mani avanti. Ma di fatto il decreto Fare, approvato ieri a Palazzo Chigi, ha preso 524 milioni per la Torino-Lione nei prossimi tre anni e li ha dirottati sul fondo ‘sblocca cantieri’: 2 miliardi di euro destinati a opere immediatamente cantierabili. A farne le spese non c’è solo la Tav valsusina, ma anche il Terzo Valico, tra Piemonte e Liguria, che ha ‘ceduto’ oltre 770 milioni di euro. Il ministro comunque rassicura: ‘In merito ad alcune allarmistiche anticipazioni stampa sul fondo destinato a far partire immediatamente i cantieri, preciso che con c’è nessun definanziamento nè blocco di grandi opere. C’è un utilizzo temporaneo di risorse già previste, ma che non verrebbero utilizzate nel breve periodo, in quanto l’avanzamento dei lavori non lo ritiene necessario. Queste risorse – precisa il ministro – verranno prontamente ricollocate’. Quando? Per il Terzo valico a strettissimo giro, assicura Lupi: ‘Il 21 giugno con un provvedimento all’esame dal Parlamento e già approvato in Senato’”.

“Per la Torino-Lione, invece, i tempi sono più lunghi, ma nel fronte pro Tav non c’è allarmismo perché, assicurano, quei soldi per ora non servono. ‘E’ una decisione condivisa – spiega il commissario Mario Virano – frutto di una ricognizione sulle risorse che effettivamente serviranno nei prossimi tre anni. Ne è emerso che le due opere da finanziare sono la galleria di Chiomonte, che ha già le sue risorse, e il tunnel da 9 chilometri a Saint Martin la Porte, in Francia, che l’Italia pagherà con fondi delle Ferrovie. Quindi i soldi accantonati per la Torino-Lione non servono fino al 2016. E’ solo una questione di cassa – assicura Virano – e non si può cercare attribuire a Lupi o a Letta un disimpegno su questo tema”. Gli fa eco anche Stefano Esposito, senatore del Pd, che tenta di spegnere sul nascere quella che definisce “la solita propaganda strumentale No Tav’. ‘Condivido la decisione del governo – precisa – e mi aspetto che, quando sarà approvato il progetto definitivo dell’opera e sarà cantierabile, le risorse siano subito ripristinate’”.
Nei prossimi mesi vedremo se siamo di fronte alla solita propaganda No Tav o se la ragione dei conti prevarrà su quella delle promesse e delle illusioni governative.

Davide Amerio 16.06.13

Turchia: la solidarietà di PBC ai rivoltosi

Il Movimento Politico di Liberazione – Per il Bene Comune esprime la propria decisa condanna alla feroce repressione poliziesca attualmente in atto in Turchia.

Esprime la propria vicinanza alle rivendicazioni dei cittadini Turchi che si oppongono all’attuale regime pagando un altissimo tributo di sangue.

Il governo islamico di Recep Tayyip Erdoğan, al potere dal 2002,si trova a fare i conti con una vasta protesta che coinvolge ormai l’intero paese.

Nata inizialmente per opporsi agli scriteriati progetti di trasformazione urbana e all’abbattimento del “polmone verde” del Parco di Gezi, ha presto assunto il carattere di vera e propria rivolta contro le politiche neo capitaliste ed autoritarie del premier Erdoğan e del partito islamista al potere (Akp).

La crescente islamizzazione del paese e delle sue istituzioni ;la progressiva eliminazione delle forze non compiacenti il regime : militari, giornalisti, sindacalisti, politici e militanti per i diritti umani, e di tutte le forze tradizionalmente a difesa della laicità dello stato e del pluralismo politico e culturale.

La complicità criminale e l’appoggio militare ai ribelli del FSA in Siria;l’alleanza strategico militare con gli USA e gli interessi Sionisti nella regione; le politiche reazionarie e liberiste invise al popolo, hanno portato ampi e differenziati strati della popolazione a sfidare il suo potere e l’apparato repressivo a sua disposizione.

La spropositata e feroce reazione della Polizia,già causa di diversi morti ammazzati, migliaia di arresti e ferimenti di liberi contestatori, dimostra lo stato di autoritarismo e “dittatura democratica” nel quale e’ stato condotta la Turchia.

Il Movimento Politico – Per Il Bene Comune difende il diritto del popolo Turco, e di tutti i popoli, a manifestare il proprio libero e pacifico dissenso. Inoltre, auspica che questa diffusa presa di coscienza del popolo possa portare presto alle dimissioni di Erdoğan ed alla revisione delle politiche nazionali ed internazionali attualmente in atto.

 

Scritto da Coordinamento PBC il 09/06/13

http://www.perilbenecomune.net/index.php?p=24:6:2:119:589