TAV – Progetto per San Giuliano di Susa

DALLE INFORMAZIONI FORNITECI DAL DOTT. GIUNTI E DALL’ING. VELA ( INFORMAZIONI TRATTE DAL PROGETTO DEFINITIVO DELLA NUOVA LINEA TORINO -LIONE DI LTF ) SI EVINCE CHE I CANTIERI SI INSTALLANO DAPPRIMA IN UN PUNTO PRECISO DELLA PIANA DI SUSA ( A RIDOSSO DELLA CASA DI CURA “SAN GIACOMO” ) E , IN SEGUITO, NELL’AREA DELL’AUTOPORTO ( CHE ANDRA’ SMANTELLATO) PER POI DIFFONDERSI SU TUTTA LA PIANA , CON PESANTE COINVOLGIMENTO DELLE FRAZIONI , SPECIE DI SAN GIULIANO.
INSOMMA : UN MALE INCURABILE CHE INIZIA IN SORDINA PER POI DIFFONDERE INESORABILMENTE LE PROPRIE METASTASI ED INVADERE IRRIMEDIABILMENTE ( PER DISTRUGGERLA ) L’ESISTENZA DI CENTINAIA DI PERSONE……

Col suo «motore impossibile» smentisce Newton e Einstein

di Paola Dalli Cani

IL CASO. Talento dell’elettronica, a 14 anni ha dovuto andare a lavorare. Poi, studiando la sera, ha preso due lauree
Mirco Gregori, 44 anni, ingegnere, è il primo al mondo ad aver replicato la macchina che di fatto smonta la famosa teoria della relatività sulla quale si basa la fisica moderna

E’ veronese l’erede di Marco Todeschini, l’ingegnere bergamasco che ha smentito una parte delle teorie di Newton e di Einstein. Mirco Gregori, ingegnere montefortiano quarantaquattrenne, è il primo al mondo ad aver replicato per pura passione il «motore impossibile» che dimostra quanto sia «relativa» la teoria della relatività sulla quale si basa la fisica moderna. Una sperimentazione, la sua, che rende giustizia allo scienziato bergamasco, ne riporta prepotentemente d’attualità le teorie e che è destinata a riaccendere la discussione sulla finitezza della fisica classica e su tutto il sapere che, secondo Gregori, sarebbe costruito su un assunto sbagliato. «Guardi qua: come può essere vera questa cosa?», dice Gregori mettendo il dito sotto i cardini della relatività. Insomma, lo vedrebbe anche un bambino delle scuole elementari che la formula C= C+V non sta né in cielo né in terra, «perchè come può una cosa essere uguale a se stessa più qualcosa d’altro, cioè, nel caso specifico, il postulato della costanza della velocità della luce?».

Tutto, per Mirco Gregori, è partito da qui, o meglio da una domanda ancora più semplice: «Ma sarà vero che la luce ha una velocità e che sia la massima raggiungibile, e sarà vero che la terra galleggia nel vuoto?». Ce ne sarebbe abbastanza per diventare matti, ma l’ingegner Mirco Gregori è un tipo a dir poco pragmatico. Anzi, questo è il suo marchio di fabbrica. Lo ha imparato dalla vita ad esserlo quando, avviato a brillanti studi tecnici per via di un talento non comune per la meccanica e l’elettronica, si è trovato a interromperli a quattordici anni per andare a lavorare. A dire il vero, lavorare l’ha sempre fatto perchè è tra i carrelli dell’officina del papà, storico meccanico a Costalunga, che ha scoperto il suo talento. Va a lavorare, Mirco, e a vent’anni, aiuto carrellista all’Aia, si rivela: «Ci fu un blocco tecnico che paralizzò tutta la produzione. Mi feci avanti. Mi guardarono dubbiosi, ma alla fine mi dissero di sì: tolsi la scheda che governava le macchine, ci lavorai un po’ e la produzione ripartì». Nulla di strano per uno che a 14 anni realizzava programmi per computer e si costruiva i videogiochi. Il signor Veronesi lo premia e così Mirco, alle scuole serali, conquista la maturità da perito tecnico e telecomunicazioni. Il resto è una corsa a perdifiato: due lauree, «ma basta scrivere che sono dottore in scienze informatiche e c’è dentro tutto», e lo studio sempre abbinato al lavoro. Dopo l’Aia c’è la Bauli e oggi il ruolo da responsabile dei servizi informativi di un colosso veronese della grande distribuzione organizzata. «Ma sì, è lavoro», taglia corto. «La passione è altra cosa». Già, altra cosa, cioè gli ultimi cinque anni di studio partiti da quelle domande: «Ho scoperto Nikola Tesla, il papà del sistema elettrico a corrente alternata e delle onde radio. Così ho conosciuto e mi sono innamorato di Todeschini». Cerca e ricerca, studia e ristudia, Gregori incontra Fiorenzo Zampieri, il depositario di tutto quello che Marco Todeschini ha scritto e fatto fino al 1988, anno della sua morte. Tutto o quasi perchè la sua rivoluzionaria invenzione, il «motore impossibile» che Gregori ha replicato, è letteralmente svanito nel nulla. E si capisce anche il perchè, «visto che a molti scienziati che si muovono con la mente libera, che sperimentano e discutono il consolidato si chiude la bocca. Antonella, la figlia di Marco Todeschini, me lo ha detto tra le lacrime vedendo il motore impossibile in funzione: a lei è andata meglio che ad altri congiunti di scienziati perchè le cose del padre sono state nascoste e non bruciate». Ma torniamo a Zampieri che negli occhi scuri di Gregori vede quella luce che lo convince che solo quell’ingegnere quarantenne farà rivivere Todeschini. Ecco perchè gli mette nelle mani tutto. E Mirco Gregori studia. Poi, due anni fa, trasforma tutto in realtà fisica e costruisce pezzo per pezzo il motore, con l’aiuto dell’amico Giancarlo. Ci hanno provato in tanti, lui è il primo a farlo funzionare: «Semplice», spiega, «attraverso un moto rotatorio è possibile ottenere un moto rettilineo pulsato. La fisica non lo ammette, la realtà sì», dice mostrando il motore in funzione. Per semplificare, il senso è pressappoco questo: a un’azione corrisponde una reazione. Punto. Fine. Prima di Todeschini e Gregori la frase sarebbe continuata con la precisazione «uguale e contraria». Sotto i tuoi occhi, però, ti accorgi che non è così. Come si spiega tutto ciò? «Esiste se concepiamo l’esistenza dell’etere che pervade il cosmo intero. Ecco perchè, diversamente da quello che comanda la fisica classica, quello che hai visto adesso è così non solo sulla Terra». A Valsecca, il paese natale di Todeschini, nel Bergamasco, dove Gregori ha presentato per la prima volta il motore, la gente piangeva. E lui, dando voce a Todeschini, lo ha ribadito: «La forza non esiste, è apparenza. La massima velocità raggiungibile per una particella non è limitata a quella della luce, ma di gran lunga superiore». E così, col «motore impossibile», potrebbe saltar fuori anche un modo diverso per esplorare il cielo.

terrarealtime.blogspot.it/

https://soundcloud.com/la-conoscenza-ti-rende-libero/col-suo-motore-impossibile

Ragazzina trasforma alghe in biocarburanti

Ragazzina trasforma alghe in biocarburanti

Evie Sobczak è una ragazzina di 16 anni, ed è una vera rock star della scienza: ha fatto più lei in 16 anni che la maggior parte di noi in tutta la vita! Lo so, dovrei parlare solo per me stessa però…! Non posso che provare invidia nel leggere la biografia della sedicenne: Evie Sobczak andava in quinta elementare quando ha scoperto che l’acido contenuto nella frutta poteva alimentare la batterie del suo orlogio. In seconda media è riuscita a generare energia pulita da particolari pale eoliche e in terza media ha iniziato un progetto che è diventato poi la sua passione: la produzione di biocarburanti dalle alghe.
Se i biocarburanti prodotti da apposite coltivazioni agricole possono incrementare il problema della fame nel mondo, i biocarburanti da laboratorio non sono così nocivi. Evie Sobczak ha concentrato tutta la sua attenzione sulla produzione di biocarburanti dalle alghe ma non in modo convenzionale: la ragazzina puntava a sviluppare un modo privo di sostanze chimiche che incrementassero la crescita di alghe. Insomma, voleva produrre biodiesel dalle alghe in modo più naturale possibile.
Il risultato?
La ragazzina è riuscita a sviluppare un processo di produzione di biocarburante che è fino al 20% più efficiente rispetto ai metodi attualmente impiegati nei laboratori del globo. Tale metodo potrebbe rendere la produzione di biodiesel dalle alghe più economico così da rendere il biodiesel davvero una risorsa rinnovabile, non solo in termini teorici.
Evie Sobczak ha ottenuto il primo premio del concorso International Science & Engineering Fair indetto da Intel (ecco che cresce l’invidia!), e nel video dedicato all’esperienza ha commentato così il suo processo di produzione di biocarburanti:
“Credo davvero che le alghe potrebbero essere la fonte di combustibile del nostro futuro perché per coltivarle non è necessario sacrificare terreno sottraendolo alle coltivazioni alimentari. Usando il processo che ho sviluppato non si danneggerà l’ambiente perché privo di sostanze chimiche nocive. Io vivo in Florida e sulle coste il problema delle alghe si fa sentire, quindi ho pensato, perché non trasformare questo problema in qualcosa di positivo che può aiutare il Mondo?”
E già, perché non farlo?!
Non importa quale sia la vostra opinione circa i biocarburanti o le energie rinnovabili. Ciò che conta è vedere una giovane ragazza impegnata nella salvaguardia dell’ambiente che può essere d’ispirazione a tutti noi!

fonte: sapereundovere.jimdo.com/

https://soundcloud.com/la-conoscenza-ti-rende-libero/ragazzina-trasforma-alghe-in

 

Stazione Ferroviaria Internazionale di Susa

Kengo Kuma & Associates won the first prize for the competition “Susa International train station” in Turin, Italy.

Susa is a small city located in the middle of a valley within the Italian Alps, near the border with France. A long time ago, this strategic position made the Susa valley an important gateway between the two countries, however, over the decades, with the growing hegemony of air transportation, it has become just another valley. A renewed interest in the development of the high-speed trains is now giving the Susa valley another chance to recover its strategic role.

In this project, the station is like an extension of its surrounding spaces. The building rises from the ground as an exterior spiraled promenade that achieves all-around vista of the valley, a panoramic balcony where locals, tourists and transit travelers can equally enjoy the landscape. Our aim is to avoid the new station becoming a stranger within the valley.

With the design recalling the surrounding mountains and not prioritizing any of its facades, the station has the intention to tie and merge within the surrounding alpine environment.

Ita
E’ stato presentato il 31 gennaio 2013, presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il Progetto definitivo della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, approvato da Ltf (Lyon Turin Ferroviaire), società responsabile dell’opera.

Si tratta di un progetto che, rispetto allo studio originario del 2005, ha recepito diverse modifiche sia come tracciato che come modalità realizzative. Un documento predisposto con l’intento di costruire un’infrastruttura strategica per il Paese inserita nella rete europea TEN-T, dando massima attenzione alle necessità del territorio e limitando ogni tipo di impatto ambientale. L’idea di fondo che ha animato il lavoro dei progettisti e degli amministratori è stata quella che il nuovo progetto dovesse generare valore aggiunto al territorio e non sottrarre qualità ambientale.

Le comunità locali disponibili al dialogo, direttamente o attraverso loro esperti, sono state partecipi di un confronto continuo durante l’intero processo di definizione delle scelte, dalle prime ipotesi di tracciato fino al progetto definitivo. L’Osservatorio Torino-Lione è stata la sede di questo confronto con 204 sedute (dal 12 dicembre 2006 al 29 gennaio 2013), 10 gruppi di lavoro e oltre 300 audizioni di cui 65 internazionali. Il Tavolo istituzionale di Palazzo Chigi in 7 riunioni ha definito gli obiettivi e i tempi dell’Osservatorio. Sono state considerate 11 alternative di tracciato e alla fine è stato individuato il corridoio migliore anche sulla base dei suggerimenti delle comunità locali raggruppate in 5 ambiti territoriali omogenei.

Il progetto è quasi totalmente in sotterraneo e prevede nei tratti all’aperto la riqualificazione delle aree d’intervento in parte oggi compromesse. Attraverso il fasaggio, cioè la selezione delle priorità, nella tratta internazionale, il Progetto definitivo ha consentito di intervenire solo su siti già destinati al trasporto, con utilizzo minimo di terreno vergine, e di massimizzare i benefici (dimezzamento dei tempi di viaggio per i passeggeri e raddoppio della capacità di trasporto per le merci).

Tutte le opere significative della Sezione Transfrontaliera in Italia sono concentrate in due Comuni; Susa e Chiomonte. La Torino-Lione si riduce pertanto in Italia a 12 km di galleria profonda e a poco più di 3 km di sistemazioni in superficie nella Piana di Susa riutilizzando a destinazione ferroviaria l’autoporto esistente. Il consumo totale di suolo naturale previsto per la Sezione transfrontaliera (lato in Italia) è meno di un ettaro, poco più di un campo di calcio.

Il progetto definitivo è costituito da:

• Tunnel di base di 57 km (due gallerie indipendenti a singolo binario con rami di comunicazione ogni 333 metri) che trasformerà l’attuale tratta di valico in una linea di pianura.
• Sezione transfrontaliera che sul lato italiano si estende per 18,1 km, di cui 12,5 nel tunnel di base. La parte in superficie nella Piana di Susa per 2,6 km e la connessione alla linea storica a Bussoleno per 3 km, di cui 2,1 Km in galleria.
• Galleria geognostica e di servizio de La Maddalena a Chiomonte di 7,5 km.

Grillo, sul blog la lista degli espulsi dal Partito democratico

Grillo, sul blog la lista degli espulsi dal Partito democratico

Nel post dal titolo “Pdmenoelle sovietico” il comico genovese riprende a sua volta un post pubblicato su bojafuss.ilcannocchiale.it in cui compare il lungo elenco. Tra i nomi degli esponenti Pd espulsi figurano Carmine Parisi di Agropoli “cacciato perché ho denunciato la speculazione edilizia” e due consiglieri comunali di Troina espulsi “per avere votato in contrasto con le indicazioni del partito”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/19/non-era-grillo-a-espellere-dissidenti-ecco-lista-epurati-pd/419332/

Valentina Spata Pd espulsa. Ha annunciato di votare 5 stelle e non il candidato ex centrodestra del proprio partito

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La giovane esponente del Partito Democratico ragusano Valentina Spata è stata espulsa per aver detto pubblicamente: “Mi rifiuto di votare il candidato del mio partito, uomo del centrodestra e di Totò Cuffaro. Il mio partito, il PD, è stato svenduto per un posto da vicesindaco. Voterò come sindaco Piccitto (MV5Stelle), persona perbene al di la delle appartenenze.” Le è stato comunicato che è ”decaduta d’ufficio da iscritta del PD”, insomma, un modo elegante per dire che è stata espulsa.

La colpa di Valentina Spata è quella di essersi schierata contro le larghe intese “alla ragusana” che hanno radici molto profonde nel passato. Infatti il candidato del PD Cosentini ha un lungo trascorso da vice sindaco Udc della giunta di centro destra che ha amministrato Ragusa fino all’estate scorsa. Come racconta Il Fatto Quotidiano “il primo cittadino era Nello Dipasquale, per molto tempo appoggiato da Forza Italia, oggi deputato regionale e luogotenente di Crocetta a Ragusa. Alla vigilia delle elezioni regionali Dipasquale è stato “fulminato” sulla via di Crocetta, lasciando il centro destra e trasferendo sull’altra sponda voti, sigle e soprattutto amicizie.

La sterminata coalizione che sosterrà Cosentini in vista del ballottaggio comprenderà anche “Ciccio Barone, appoggiato da due liste civiche e proveniente dall’area di Cantiere Popolare, il partitino fondato da Totò Cuffaro e Saverio Romano. Anche Barone è un sodale di Dipasquale, dato che gli aveva fatto da assessore quando ancora a Ragusa andava di moda il centro destra. Ma non è finita. Il Pdl ha subito annunciato di voler appoggiare Cosentini al ballottaggio creando di fatto una coalizione sterminata che va da Berlusconi, passa da Saverio Romano e dal Pd e giunge fino a Crocetta.”

di Claudio Pietro Esposito

http://gek60.altervista.org/2013/06/valentina-spata-pd-espulsa-ha-annunciato-di-votare-5-stelle-e-non-il-candidato-ex-centrodestra-del-proprio-partito/