Henry Kissinger: i piani del Bilderberg

Se volete vedere le vere conseguenze del Bilderberg, guardate i suoi piani, quelli che si sono realizzati: austerità, perdita di sovranaità e democrazia in Europa, l’enorme trasferimento di ricchezza e produttività dall’America all’élite comunista in Cina.

Un abituale partecipante Henry Kissinger, è stato coinvolto in guerre segrete, colpi di stato militari, torture per mano della e terrorismo: tutto ciò è costato la perdita di decine di migliaia di vite.

Le macchinazioni del suo mentore, David Rockefeller e le manipolazioni delle banche centrali, se non vengono fermate, potrebbero causare un disastro economico mondiale, carestia e guerra.

nel video “interessanti” immagini di Mao e Kissinger, che tanto ha lodato l’esperimento sociale di Mao. E Rockefeller aumenta la lode. “l’esperimento di maggior succeso nella storia umana”.

Per l’élite non umana che ha in scacco il mondo, siamo “esperimenti”…

Alla fine del video anche immagini della protesta a Francoforte (alla sede BCE) nei giorni scorsi.

 

D. Rockefeller: “Siamo sull’orlo di una trasformazione globale. Ciò di cui abbiamo bisogno è la giusta grande crisi e le nazioni accetteranno il nuovo ordine mondiale”. Fonte tratta dal sito .


In Turchia 80 avvocati arrestati, la rivolta violentemente repressa e censurata dai media

Assad è ben voluto dal 70% della popolazione (che sarebbe massacrata dallo stesso secondo la leggenda della propaganda della guerra umanitaria)- Erdogan non lo vuole più nessuno, ammazza i manifestanti ma è un campione dei diritti umani e la Bonino, serva dell’imperialismo come una colonia deve essere, assicura che quei manifestanti vanno repressi e non sostenuti, poiché la loro rivolta non va confusa con le primavere arabe….

Credo che questa dichiarazione valga più di ogni altra considerazione……

 In Turchia 80 avvocati arrestati, la rivolta violentemente repressa e censurata dai media

 Posted By Nicoletta Forcheri On 12 giugno 2013 @ 03:09 In DOMINIO E POTERE

80 avvocati arrestati

In Turchia la polizia ha arrestato l’11 giugno un’ottantina di avvocati che manifestavano occupando pacificamente il tribunale. Questo è il simbolo del suggello polizia/magistratura bancaria al soldo degli interessi NATO/bancari. Sta emergendo sempre più evidente che il popolo sta protestando in ricordo della laicità e della democrazia di Attaturk, contro un Erdogan che sta imponendo, per sottomissione supina agli USA e relative basi, l’ismalizzazione del paese. Un’islamizzazione in atto da almeno dieci anni.  Del resto che i wahabiti salafiti, islamizzazione e interessi petroldollaristi/NATO siano collegati è oramai evidenziato anche dai finanziamenti e le collusioni tra i terroristi islamici in Siria e i finanziamenti occidentali, e addestramenti CIA vari. E’ successo così alla laica Libia, che dopo la “democratizzazione” per “gentile concessione” di Francia (TotaFinaElf, BNP, Suez Gaz de France), GB (BP), Olanda (Shell), USA (Chevron? Texaco? Exxon?) si è ritrovata con la legge della shariah in casa, così sta succedendo alla Siria e in modo larvato alla Turchia, solo che in Siria vi è un presidente che resiste, Erdogan invece ha già dovuto calare le mutande da anni, essendo il paese una enorme base militare NATO. In questo la sua posizione geostrategica e geopolitica è del tutto simile a quella italiana con la differenza che la Turchia non avendo l’euro è in crescita economica esponenziale e la gente, giustamente, è ancora molto vivace. Erdogan ha già iniziato le privatizzazioni delle aziende di Stato. Un cocktail di ismalizzazione e di privatizzazione potrebbe essere la vera causa del malcontento popolare.

Ricordiamo che la miccia di questa rivolta è stata accesa oltre dieci giorni fa da un progetto di centro commerciale nell’ultimo polmone verde di Istanbul – il Gezi Park – che prevede il taglio di 600 alberi: è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso del malcontento popolare nei confronti di Erdogan. Poi con l’uccisione di tre manifestanti, maltrattamenti brutali ivi compresi stupri da parte della polizia, le proteste sono dilagate in tutte le città turche. Questa protesta vede pacifici manifestanti accampati nel parco dare lezioni di yoga, alternarsi a scontri violenti con la polizia di notte.

Qualche ora fa è spuntato un video del primo giorno di protesta in cui un poliziotto ha sparato in testa a un manifestante di 27 anni che si è accasciato a terra, non si hanno notizie certe del suo stato di salute (morte cerebrale o coma).

Sul sito http://www.informarexresistere.fr/2013/06/11/video-shock-turchia-un-poliziotto-spara-in-testa-a-un-manifestante-e-fugge/ [1] si legge:

La vittima si chiama Ethem Sarısülük, un lavoratore di 27 anni. E’ stato colpito alla testa e si è accasciato a terra. I suoi compagni hanno sventolato bandiere bianche perché fosse soccorso nell’immediato. Fonti turche parlano di morte cerebrale, ma il suo legale ha fin ora smentito. Sarebbe la quinta vittima della repressione — telecomandate dal Primo Ministro Erdogan — che stanno letteralmente insanguinando la protesta in Turchia.
Un pubblico ministero si è già rivolto alle forze di polizia perché fosse fatto il nome dell’uomo che ha aperto il fuoco. Al momento, secondo il Partito Comunista Turco, non è ancora arrivata una risposta. Rimaniamo in attesa di nuovi aggiornamenti, di cui vi informeremo ora per ora.

Dalla Turchia provengono notizie di maltrattamenti brutali ivi compresi sessuali sui manifestanti: sul sito http://www.mattinonline.ch/turchia-sesso-come-punizione-della-polizia/ [2] leggo un articolo tratto da un quotidiano inglese e tradotto sui metodi brutali della polizia su inermi e innocenti passanti e o manifestanti:

Come previsto dunque la tregua tra islamisti e laici non è durata e da ieri a Istanbul sono ripresi, durissimi, gli scontri tra polizia e manifestanti. Scontri che malgrado le ipocrite e svogliate ramanzine della UE sono più volte degenerati nella violenza più bestiale come raccontano molti giornali turchi a partire dalla versione inglese di Hurriyet.

Hurriyet racconta la storia di Erkan Yolalan, uno studente, che spiega: “Mi trovavo alle nove di sera a Besiktas. Non facevo niente, non gridavo slogan, non buttavo pietre. Appena mi hanno visto mi hanno afferrato. E sono scivolato nell’inferno. Ogni poliziotto presente ha iniziato a prendermi a calci e pugni. Per 150 metri, fino al bus della polizia, tutti mi hanno picchiato, maledetto, insultato. Non finivano mai”. 

“Dentro il furgone – continua- le luci erano spente. Ho sentita la voce di una ragazza che supplicava: “Non ho fatto nulla, signore”, ma loro la picchiavano e lei pareva soffocare. Poi un agente in borghese le ha detto esattamente questo: “Ti sbatto per terra e ti violento, ora”. La risposta della ragazza, con un filo di voce, ci ha spezzato il cuore: “Sì, signore”.

 “Poi ci hanno costretto, con altri  arrestati, a gridare, tra una pioggia di botte: ‘”Amo la polizia! Amo il mio paese!’” Urlavano: “più forte, più forte!’”, ci picchiavano, ci insultavano”. 

 “Poi è arrivato un altro giovane. Mustafa, dell’Università del Bosforo. Venti agenti lo avevano attaccato. Non stava in piedi. Nel bus lo hanno ancora colpito alla testa con un casco. Non bastava. Gli hanno sbattuto il capo contro il finestrino. Perdeva sangue dalla testa. Era ammanettato. Hanno continuato a picchiarlo”.

Alla fine sono stati portati al commissariato, dove li attendevano gli avvocati mandati dagli altri manifestanti. Come finirà? Lo spiega la giornalista Belgin Akaltan, autrice del pezzo, che dice: “Sapete che cosa succederà ora? Erkan sarà intimidito dalle denunce dei poliziotti, che diranno che lui li ha attaccati. Il procuratore darà la priorità alle loro denunce rispetto alla sua e a quelle degli altri ragazzi e così Erkan e gli altri giovani del bus che oseranno testimoniare saranno dichiarati colpevoli e condannati”.

Poi le ultime notizie di oggi 11 giugno le traggo dalla bacheca di Andrea Mazzone da Smirne: tutte le città turche si stanno infuocando, compresa Izmir

“le persone stanno scendendo nelle piazze per riunirsi e in coro urlare “Her Yer Taksim, Her Yer Direnis”… Persone in pigiama scendono per strada e si mischiano alla folla… Questa sera Taksim è stata invasa e sembra davvero che l’anima di un popolo sia stato ferito” (https://www.facebook.com/andrea.mazzone.1656 [3])

Giungono voci di migliaia di persone per strada in tutta la Turchia…si sono recati centinaia di avvocati in tribunale, per occuparlo pacificamente, poi hanno fatto irruzione i poliziotti e hanno arrestato moltissimi avvocati, al momento si parla di 80 avvocati arrestati.

Intanto in piazza Gezi Park hanno staccato la corrente, per sgomberare i manifestanti accampati li da giorni: la polizia sta sgomberando ogni veicolo e oggetto presenti all’interno dell’area e alcuni alberghi aprono le porte ai manifestanti sgomberati.

Erdogan e la finanza hanno bloccato il net, offrendo di comprare gli account di twitter più in vista:

“Stiamo cercando di comprare gli account Twitter. Il budget adesso é 125 000 lire turche. Gli account che hanno fra 500 000 e 600 000 seguaci, se volessero vendere i loro conti sono pregati di contattarci subito. Non intendiamo comprare quelli sotto i 10 000.
Non abbiamo tempo per trattare, diteci direttamente quanto volete. Se il prezzo non é adatto per noi non tratteremo e non proporremo un prezzo. I prezzi adatti saranno conattati e parleremo su come pagare.
@SosyalMedyaEkip é solo un broker e i conti non saranno comprati da @SosyalMedyaEkip .I nomi di chi compra non saranno nominati. Vi preghiamo di non chiedere informazioni su chi compra. I pagamenti verranno realizzati da noi.

In mezzo a tanta censura, si prega di diffondere le notizie. Qua un altro video delle violenze:

Intanto gli alberghi aprono le porte ai manifestanti sgomberati dalla polizia:

In un’intervista di Andrea Mazzone (cfr. https://www.facebook.com/andrea.mazzone.1656/posts/10151731936645757 [4]) per capire il malcontento desumo quindi che, le privatizzazioni sono iniziate, ad esempio l’azienda telefonica è passata sotto il controllo degli arabi (che vi dicevo, i petrodollaristi?) il secondo intervistatore alla domanda di che cosa pensa che succederà, risponde:

“Caos. E poi la guerra. Iraq, Siria, Palestina e ora tocca a noi. Potrebbero richiamarmi da militare. Gli americani hanno un piano per la Turchia secondo me.” E aggiunge: “Gli USA usano Erdogan per un piano. Vogliono mettere la nazione nel caos per poi subentrare e prendersi il petrolio che noi abbiamo ma che non possiamo estrarre”.

Altri pensano che Erdogan abbia vinto con brogli elettorali poiché nel sudest del paese era andata via la corrente durante i ballottaggi, e che Erdogan e il governo usino la religioneper manipolare bene la gente, soprattutto quella ignorante.

Questa protesta ha assunto Mustafa Kemal Ataturk a simbolo:

“Ataturk è il nostro eroe. E’ intoccabile. Ha dato tutto alle persone e siamo debitori a lui per tutto quanto”.

Nicoletta Forcheri


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Liberiamo l’Italia da questi quaquaraquà

Carlo Tata

Il dato che salta agli occhi non è certo la vittoria di Marino, ma quello dell’astensione. Anche nella Capitale il trend del disgusto per il voto è in continua ascesa. Si è infatti passati dal 37,69% del primo turno al 32,3% del ballottaggio. Marino esulta per una vittoria di Pirro. Anche se avesse vinto Alemanno ci sarebbe stato poco da festeggiare. Siamo di fronte ad una secca sconfitta dei partiti e degli uomini che negli ultimi 20 anni hanno ridotto Roma e l’Italia in uno stato di profonda crisi e abbandono. E Marino se la ride… Ma c’è poco da ridere. Non solo il sindaco della Capitale non conterà nulla, in quanto le decisioni vengono prese da fuori ovvero dall’Ue, dalla Bce e dal Fmi, ma addirittura prende in giro i romani con promesse che non potranno mai essere mantenute. E il fatto che non conti nulla, lui come tutti gli altri amministratori di centrosinistra e di centrodestra, è testimoniato proprio dalla diserzione delle urne da parte degli ital iani. A questi partiti e a questi amministratori è arrivato l’ennesimo schiaffo dell’elettorato, stanco di essere continuamente preso in giro. Di fronte al 68% dei romani che non è andato a votare c’è poco da ridere. Il candidato del Pd sale il Campidoglio con una percentuale di voti davvero bassissima, eppure canta vittoria. Un vincitore del genere dovrebbe subito presentare le proprie dimissioni, altro che festeggiamenti. La stessa cosa varrebbe anche per Alemanno. Non è certo questione di persone ma di totale presa in giro dei romani e più in generale di tutti gli italiani. Ma a quanto pare questi imbelli continuano a far finta di niente.

E addirittura festeggiano con le loro facce vergognose. Mentre le famiglie scivolano nella disperazione e in preda alla microcriminalità, queste facce di bronzo hanno pure il coraggio di dichiararsi vincitori. Sono solo degli zombi che funzionano a secondo della batteria targata centrosinistra o centrodestra. E nulla più.

Dai dati della Capitale emerge una sberla tremenda delle periferie romane, che in massa hanno disertato le urne. Il candidato del Pd e di Sel è andato in giro, soprattutto nelle borgate, a promettere mari e monti, ma dalla risposta della gente è venuto solo un forte disprezzo e disgusto. Gli italiani sono stanchi di essere presi in giro, ora dall’uno ora dall’altro. Non è questione di giubba rossa o bianca ma è questione di credibilità. E la credibilità non è di casa né nel centrodestra né nel centrosinistra. Non decide nulla il presidente del Consiglio, figurarsi i sindaci. Sono solo dei camerieri che prendono ordini dagli organismi europei e internazionali. E questo la gente lo sa. Regge solo l’apparato dell’ex Pci-Pds-Ds-Pd che ancora crede alla favola della superiorità morale. E solo per questo Marino vince, non certo per la bontà del suo programma.

Con il fattucchiere piddino la Capitale precipiterà ancor di più nell’illegalità e nel degrado, altro che liberare Roma dalla tristezza e dalla povertà. Tra 5 anni bisognerà fare i conti con i forconi romani.

Il dato che salta agli occhi non è certo la vittoria di Marino, ma quello dell’astensione. Anche nella Capitale il trend del disgusto per il voto è in continua ascesa. Si è infatti passati dal 37,69% del primo turno al 32,3% del ballottaggio. Marino esulta per una vittoria di Pirro. Anche se avesse vinto Alemanno ci sarebbe stato poco da festeggiare. Siamo di fronte ad una secca sconfitta dei partiti e degli uomini che negli ultimi 20 anni hanno ridotto Roma e l’Italia in uno stato di profonda crisi e abbandono. E Marino se la ride… Ma c’è poco da ridere. Non solo il sindaco della Capitale non conterà nulla, in quanto le decisioni vengono prese da fuori ovvero dall’Ue, dalla Bce e dal Fmi, ma addirittura prende in giro i romani con promesse che non potranno mai essere mantenute. E il fatto che non conti nulla, lui come tutti gli altri amministratori di centrosinistra e di centrodestra, è testimoniato proprio dalla diserzione delle urne da parte degli italiani. A questi partiti e a questi amministratori è arrivato l’ennesimo schiaffo dell’elettorato, stanco di essere continuamente preso in giro. Di fronte al 68% dei romani che non è andato a votare c’è poco da ridere. Il candidato del Pd sale il Campidoglio con una percentuale di voti davvero bassissima, eppure canta vittoria. Un vincitore del genere dovrebbe subito presentare le proprie dimissioni, altro che festeggiamenti. La stessa cosa varrebbe anche per Alemanno. Non è certo questione di persone ma di totale presa in giro dei romani e più in generale di tutti gli italiani. Ma a quanto pare questi imbelli continuano a far finta di niente.

E addirittura festeggiano con le loro facce vergognose. Mentre le famiglie scivolano nella disperazione e in preda alla microcriminalità, queste facce di bronzo hanno pure il coraggio di dichiararsi vincitori. Sono solo degli zombi che funzionano a secondo della batteria targata centrosinistra o centrodestra. E nulla più.

Dai dati della Capitale emerge una sberla tremenda delle periferie romane, che in massa hanno disertato le urne. Il candidato del Pd e di Sel è andato in giro, soprattutto nelle borgate, a promettere mari e monti, ma dalla risposta della gente è venuto solo un forte disprezzo e disgusto. Gli italiani sono stanchi di essere presi in giro, ora dall’uno ora dall’altro. Non è questione di giubba rossa o bianca ma è questione di credibilità. E la credibilità non è di casa né nel centrodestra né nel centrosinistra. Non decide nulla il presidente del Consiglio, figurarsi i sindaci. Sono solo dei camerieri che prendono ordini dagli organismi europei e internazionali. E questo la gente lo sa. Regge solo l’apparato dell’ex Pci-Pds-Ds-Pd che ancora crede alla favola della superiorità morale. E solo per questo Marino vince, non certo per la bontà del suo programma.

Con il fattucchiere piddino la Capitale precipiterà ancor di più nell’illegalità e nel degrado, altro che liberare Roma dalla tristezza e dalla povertà. Tra 5 anni bisognerà fare i conti con i forconi romani.

10 Giugno 2013


http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21416&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Rinascita-Tutti+%28Rinascita+-+Tutti%29

DRAGHI PREPARA LA NUOVA LETTERINA?

DRAGHI PREPARA LA NUOVA LETTERINA? MARIUCCIO NON HA ALTRE FRECCE DA SPARARE, E I CONTI ITALIANI NON TORNANO

Ed ora Mario Draghi prepara la bozza per la nuova lettera all’Italia.

 Ieri quando Mario Draghi ha concesso la prima domanda della conferenza stampa al giornalista del Sole 24 Ore i più bravi dei traders a Londra hanno capito che era il momento di vendere i Btp. Era chiaro che Mariuccio non aveva in tasca niente ed avrebbe tentato il bluff di far intendere che comunque “c’è un colpo di pistola in canna”.

 Nonostante la domanda soft del quotidiano economico nazionale il gioco non è riuscito, dopo aver alimentato per mesi la bolla con il programma di acquisto di titoli di stato (OMT), con i miliardi regalati alle banche e con la discesa dei tassi d’interesse al minimo storico, le frecce nell’arco del nostro alchimista nazionale erano rimaste due: portare i tassi sui depositi in BCE in territorio negativo ed iniziare un programma di acquisto dei crediti problematici delle banche.

 Entrambe le pericolose trovate pro- bolla sono state bocciate senza appello dalla Bundesbank e dal Governo tedesco che hanno puntato l’indice contro i limiti delle politiche espansive americane e giapponesi e non volevano importare l’esperienza di una massa monetaria fuori controllo. Quando il mercato ha percepito che Draghi bleffava le borse si sono accartocciate su se stesse e lo spread e ritornato a correre verso tetti più alti.

 Sia il presidente della BCE, sia Saccomanni, sanno che questo è solo l’inizio, quando usciranno i dati sul PIL Italiano più bassi delle stime del governo e la Corte di Costituzionale tedesca dirà che la BCE non può comprare illimitatamente titoli di Stato dei paesi in crisi senza una previa approvazione del Bundestag, rientreremo di nuovo nell’emergenza.

 Ma non è forse questo che Enrico Letta, il temporeggiatore, sta aspettando per servirci una manovra da 20 miliardi? Il fabbisogno (entrate meno uscite) dello Stato nei primi 5 mesi del 201 3 è di 26 miliardi di euro, pari cioè all’intero ammontare del 2013, il gettito dell’IVA è in calo di quasi 8 punti percentuali ed in consumi sono a minimi storici: è impossibile che i conti quadrino con le previsioni!

 Letta (nipote) parla d’altro, Saccomanni si sta chiaramente perdendo nella terra di nessuno fra bilancio di competenza e bilancio per cassa e Mario (Draghi) per sopravvivere nel suo ruolo di alchimista della finanza dovrà presto scaricare la colpa sulle “mancate riforme strutturali” per l’esplosione della bolla da lui stesso creata.

   LETTA, ALFANO, SACCOMANNI

 Presto il Presidente della BCE ci manderà un’altra letterina rimproverandoci per non aver affondato il paese abbastanza rapidamente, la risposta non si farà attendere: un discorso alla nazione in cui si chiedono nuovi sacrifici ai soliti noti, mentre a Francoforte l’alchimista manter rà la sua aureola di santità.

fonte http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/draghi-prepara-la-nuova-letterina-mariuccio-non-ha-altre-frecce-da-sparare-e-i-57285.htm

http://altrarealta.blogspot.it/2013/06/draghi-prepara-la-nuova-letterina.html

 

La crisi ci impone di cambiare (speriamo in meglio)

Posted By Alberto Medici On 11 giugno 2013

 A seguito del video pubblicato ieri ho ricevuto il seguente commento:

 Vorrei aggiungere dato che in nessun video o scritto su questi argomenti se ne parla mai su internet e neanche si accenna,che oggi più che mai,con l’accentuarsi della crisi pilotata dalle mani forti ,e le famiglie sempre più indebitate e in estrema difficoltà,che esiste un numero di persone in continua crescita(decine,centinaia di migliaia o forse qualche milione) che per i più svariati motivi,sono iperindebitati (il sottoscritto è uno di questi e familiari idem) che nn possono più onorare i propri debiti con lo stato e in minimissima parte con una banca,per situazioni personali e familiari,che sono sfuggite di mano per inesperienza e mancanza di conoscenze,oltre a consulenti incapaci, accadute a tutti i componenti del nucleo familiare! Ora la cosa su cui vorrei far riflettere chi ancora sta relativamente bene ed è “pulito” da un punto di vista debitorio,che prima di tutto in queste situazioni ci si potrebbe ritrovare chiunque di voi,e seconda cosa nn meno importante,è il domandarsi “che fine faranno questa tipologia di persone come me e la mia famiglia se dovessero davvero arrivare a togliere il contante???? Ve lo dico io……o si torna la baratto,cosa assolutamente nn pratica nel mondo odierno,il nero nn esisterebbe più quindi niente,l’ultima chance sarebbe quella di andare a rubare per sopravvivere con tuti i rischi connessi ovviamente,altrimenti si muore senza nessuna possibilità! Possibile che nessuno si renda conto della gravità di questa cosa? Capisco focalizzarsi sul signoraggio,sulla sovranità monetaria ecc……problemi reali e attuali importantissimi,ma la realtà da me descritta vi garantisco che nn è da meno!!!! Riflettiamoci gente perchè chiunque, lo ripeto, può potenzialmente finire in questo abisso senza ritorno,almeno per la stragrande maggioranza delle persone comuni! Quello che mi meraviglio è che nessuno ne parli cercando di trovare soluzi oni pratiche immediate …

  -oOo-

 Penso sia opportuno mettere nero su bianco che la crisi (innegabile, sotto gli occhi di tutti, fuori discussione, ecc.) ha un impatto diverso sulle famiglie e sulle persone a seconda delle occupazioni che queste hanno.

 La crisi ha di fatto diviso in due gli italiani: quelli che sono a reddito fisso, impegati presso la pubblica amministrazione o simili, e che quindi, checchè se ne possa dire, non corrono il rischio di perdere il posto di lavoro, e quelli che questa possibilità ce  l’hanno, molto concreta, o per i quali questa possibilità è già diventata tragica, amara realtà.

 Inutile negarlo: la legislazione del lavoro vigente in Italia, nonostante il trattato di Lisbona, nonostante la cessione della sovranità all’Europa, è ancora tale per cui chi sta in una grande azienda che non chiude i battenti è garantito che il suo posto rimarrà. E con questo possiamo dire che la grossa (sempre maggiore ormai) fetta di dipendenti del settore pubblico (pubblica amministrazione locale e centrale; istruzione; sanità; esercito e difesa; polizia e carabinieri; para-statale come poste e ferrovie, Eni, ecc.) può, tutto sommato, dormire sonni tranquilli; per loro la crisi può addirittura portare benefici, se sanno spendere con oculatezza e approfittare delle offerte e degli sconti che si trovano sempre più spesso (ristoranti, viaggi, vacanze, elettronica di consumo, palestre, ecc.), attuati da produttori e commercianti che provano di tutto per non chiudere. Anche l’IMU, la tanto odiata IMU, ha dato tutto sommato un aiutino a questa categoria: con il numero di compravendite di abitazioni in calo, facile che di qui a breve (2-3 anni) il prezzo reale delle abitazioni, specialmente delle seconde case, cali ulteriormente.

 Diverso il discorso per chi lavora in piccole aziende, nel privato, o peggio, lavora come professionista, o magari ha già perso il lavoro. Proprio la rigidità del sistema, quel sistema che garantisce il posto a chi ce l’ha, rende quasi impossibile trovare una nuova occupazione a chi l’ha persa, specialmente se non si più giovanissimi (sotto i 30 anni) e disponibili a tutto pur di avere una occupazione (anche a stipendi da 500 € al mese per un neolaureato in ingegneria, visto!). E chi il lavoro non l’ha ancora perso è costretto a sottostare a condizioni umilianti, spesso a fare straordinari non pagati o ad accettare ritardi anche di svariati mesi nell’accredito dello stipendio perchè, a volte in buona fede, a volte in malafede, il titolare non ha i soldi per pagare i dipendenti, magari perchè a sua volta non pagato dai clienti, magari non pagato dal cliente “Stato“, che se ne approfitta, della sua posizione di forza, dove da una parte non paga i fornitori, dall’altra esige con puntualità il pagamento di imposte e contributi che mandano sul lastrico le imprese e le costringono a chiudere.

 In un’ottica di lungo periodo il sistema sarà costretto ad implodere: non si vive di sola burocrazia, che faremo, ci mangeremo i certificati anagrafici? Il sistema deve cambiare: le cose da fare sono tantissime, per rendere migliore questa società! Pensare che milioni di persone semplicemente non trovano un impiego adeguato, con tutto quello che ci sarebbe da fare, è la prova provata del fallimento del nostro modello:  un modello chiaramente da buttare.

 Ma è anche vero che se da una parte facciamo bene a denunciare e a suggerire soluzioni a livello politico, dobbiamo anche ricordare che c’è bisogno di mangiare tutti i giorni, e non possiamo disinteressarci di chi, amici, fratelli, vicini di casa o semplici conoscenti, sta peggio di noi. Dobbiamo attuare la condivisione, anche perchè non esiste il bene privato, esiste solo il bene pubblico, il bene comune.

 Immaginate la vostra casa, cone le sue comodità, con il frigorifero pieno, la corrente elettrica, il riscaldamento, ecc., magicamente trasportata nel mezzo di una bidonville del terzo mondo. Tutto rimane uguale, ma fuori avete gente che non riesce a fare due pasti al giorno. Stareste altrettanto bene? No! Perchè noi possiamo godere solo del bene comune, non di quello individuale. Siamo fatti così. Dio ci ha fatto (per fortuna) così. E quindi dobbiamo sempre più mettere in pratica la condivisione, e farci carico anche dei problemi degli altri (noi che possiamo), perchè questa è l’unica srada per la felicità. E se vi sembra una motivazione egoistica, lo ripeto: non esiste il mio bene separato dal tuo. Il fallimento di un individuo, il suicidio di un disperato, è un fallimento di tutti. E solo se condivisa, la gioia fiorisce e cresce. Chiusa in casa avvizzisce e muore.

 Conclusione: cominciamo a dare. Liberamente. Senza aspettarci nulla in cambio. Anzi, aspettandoci tutto in cambio: la felicità, altrimenti impossibile, in un mondo diviso in due, fra chi ha e chi non ha.

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La fabbrica dello spread

dedicato a tutti coloro che amano sostenere che la Germania sia dietro ogni disgrazia mondiale, come amano sostenere che sia quella nazione la sola a guadagnarci dallo spread, manco l’avessero inventato i tedeschi

 

La fabbrica dello spread

di Glauco Benigni

 

L’argomento appare ammantato da fitte nebbie. È difficile trattarlo in linguaggio corrente in quanto le scarse fonti sono costellate da definizioni tecnofinanziarie angloamericane. La sua storia inoltre è innervata da scelte e decisioni politiche spesso inspiegabili. Una questione da Iniziati veramente “esoterica”, nella quale “pochissimi”, come vedremo, hanno messo e mettono le mani. Una questione però da divulgare, in quanto ogni giorno, i suoi esiti generano pesanti ricadute sugli Stati (ex Sovrani) e sulle famiglie che abitano in Europa. Su milioni di individui che sono inconsapevolmente, ma al dunque, i “prestatori di ultima istanza” del Debito Sovrano e quindi i garanti di quei cambialoni, detti BOT e CCT, che gli Stati danno alle banche in cambio di denaro.

 

Questa è la mini-Storia di Sua Maestà lo SPREAD e del luogo virtuale dove i suoi valori oscillano incessantemente. Una Storia che, “stranamente”, non è mai comparsa con la giusta evidenza nei media mainstream. Una storia le cui origini risalgono ormai a 25 anni fa e i cui protagonisti rimangono grossolanamente “evocati”. Li chiamano i Mercati. La definizione assicura un’impermeabile anonimità. in particolare a uno dei mercati: il famigerato “secondario” di Londra, anche noto nei Pub della City come Jack lo Squartatore.

 

Se si effettuano delle ricerche però, affiorano nel web antiche tracce di gesti e decisioni rilevanti.

In un’intervista rilasciata a Specchio Economico nel 2007, Gianluca Garbi, ex consigliere del Ministero del Tesoro, esperto finanziario con incarichi alla Banque Paribas e alla JP Morgan, collaboratore di Mario Draghi, afferma: «Nel 1988 il Ministero del Tesoro, per assicurare una corretta gestione dei Titoli del Debito Pubblico e per indicare anche in modo trasparente i prezzi, istituì un Mercato all’ingrosso dei Titoli di Stato basato su un circuito telematico.»

 

Un mercato all’ingrosso dei cambialoni di Stato? Telematico? E chi gliel’ha suggerito al Tesoro nell’88?

 

Garbi, attualmente Amministratore Delegato di Banca Sistema, conosce bene la questione perché giustappunto Mario Draghi, dieci anni dopo l’esordio di quel particolare Mercato, lo nominò nel 1998 Presidente del Consiglio di Gestione dell’MTS – Mercato dei Titoli di Stato. «Nacque così – continua Garbi – una vera e propria Borsa del Debito Pubblico in cui ogni giorno vengono scambiati 110 miliardi di euro».

 

MTS dunque. Jack lo Squartatore ha un nome. Un acronimo, che all’origine, significa Mercato Titoli di Stato. Se si chiede però oggi“MTS” ad un motore di ricerca del web si rinviene una definizione diversa, ancorché sovrapponibile. Ciò che appare infatti è: MTS Group – Market of Treasury Security, (mtsmarkets.com) una società con uffici a Londra, New York, Milano e Roma che, grazie ad una elegante sito, ci racconta una storia aggrovigliata ma molto interessante. Nonostante sia iniziata in Italia, la Storia è narrata ed è rinvenibile solo in inglese.

 

È vero, conferma la brochure, «tutto comincia nel 1988». A quel tempo in Italia due importanti uomini politici: Giuliano Amato, nel ruolo di Ministro del Tesoro e Carlo Azeglio Ciampi, nei panni di Governatore della Banca d’Italia hanno una folgorante intuizione, un satori degno dei grandi geni delle nuove tecnologie: “Cominciamo a offrire Titoli a reddito fisso emessi dallo Stato non più e non solo secondo le tradizioni, ma con le modalità offerte dalla contrattazione su reti digitali. Ne abbiamo facoltà.” In pratica un Mercato che, probabilmente ispirato dal successo di Nasdaq, si collocava nel solco della Rivoluzione Digitale in corso. Geniale! Degno, come dicevamo, di Guru informatici ispirati da una chiara visione tecnofinanziaria. Un modo di comprare e vendere che, da quel momento in poi, avrebbe travolto ogni precedente rituale di scambio dei Titoli di Stato.

 

I BoT, i CCT (e simili) dei nonni e delle zie rimaste vedove… quelli che sarebbero stati in seguito definiti Bond, diventavano Securities trattabili e scambiabili a grandissime velocità in ambiente “digitale ubiquo”.

 

Una parte degli scambi si continuava (e si continua) a fare “a voce”, ma la tendenza da accreditare era (ed è) quella di usare al massimo i sistemi online. Fin qui tutto bene.

 

L’MTS era stato “inventato” dagli italiani e restava di proprietà e sotto il controllo degli italiani.

 

Per 4 anni si procede, per fasi progressive, alla sperimentazione-evoluzione del sistema. Nel 1992 l’MTS consolida l’uso di una sua piattaforma proprietaria che diventa il suo vero pezzo forte. Nel 1994 vengono introdotti sistemi di controllo ulteriori. Nel 1997 lancia il mercato elettronico delle “repo transactions”, i Pronti contro Termine.

 

Il 1997 è anche l’anno della prima svolta. Nel 1998 l’MTS viene privatizzato: ovvero trasformato in soggetto giuridico di diritto privato. Per l’esattezza una SpA, di proprietà di 52 istituti bancari, operante comunque sotto la supervisione della Banca d’Italia, del Ministero del Tesoro e della Consob.

 

È a questo punto che entra in scena Gianluca Garbi. Sotto la sua guida l’MTS continua a svilupparsi e comincia a rappresentare un modello in diversi paesi d’Europa e nel mondo. Addirittura sostiene l’attivazione e assume partecipazioni in alcuni mercati locali simili,interfacciando 250 istituzioni finanziarie. Un primato! Un successo che, nel mondo, tutti ci invidiano. Strano ma vero: oltre che per la pizza, la moda, la Mafia e il Bel Canto, gli italiani (alcuni italiani) assumono la leadership in uno dei settori più strategici della contemporaneità. E tutto nell’assordante silenzio dei Media italiani. Il valore della Società passa da 6 a 245 milioni di Euro. Fantastico!

 

«A partire dal 1999 – continua Garbi nella sua intervista – il modello MTS è stato esportato in tutti i Paesi dell’area Euro in seguito alla creazione di una piattaforma paneuropea, l’EuroMTS.»

 

Nel 2001 l’MTS SpA si fonde con l’Euro MTS. Nel 2003 viene lanciato l’indice Euro MTS: «primo indice di titoli statali per l’area dell’Euro – continua Garbi – calcolato in tempo reale e totalmente indipendente e trasparente», vengono anche avviati «il New EuroMTS e l’EuroGlobal MTS. Il primo per lo scambio di bond denominati in euro ed emessi dai Governi entrati a far parte dell’UE. L’altro per lo scambio dei bond emessi da Governi non UE.

 

Un’insalatona ricca. Veramente appetitosa. Non c’è che dire. Tant’è che comincia a suscitare gli appetiti dei Moloch. «Nel novembre 2005 – ricorda Garbi – Euronext N.V., che raggruppa le Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona, il Liffe e la Borsa Italiana, acquisisce la maggioranza della MTS SpA. . sul tavolo sono arrivate ben 17 offerte d’acquisto e oggi l’azionista di maggioranza, attraverso la holding MBE, è il gruppo formatosi tra la Borsa di New York e l’Euronext».

 

E qui l’MTS smette di parlare e tenere conti in italiano.

 

Comincia a sciogliersi nel grande mare della finanza globalizzata. Perché? «La fusione con Wall Street – dice Garbi – potrebbe portare ulteriori opportunità di crescita per tutto il Gruppo.» Potrebbe!

 

In effetti il 2006 è un anno record: i volumi di compravendita aumentano del 13,5%; la società registra un Ebit (guadagno prima delle tasse) di oltre 16,7 milioni di euro; mantiene la leadership nel mercato Interdealer e nel settore reddito fisso europeo, attira addirittura gli interessi della Borsa Cinese e lancia MTS Israel, che in poche settimane raggiunge volumi di scambio superiori al miliardo di euro. «L’alchimia funziona – dicono i Boss – vediamo come tramutare in oro i sogni e i bisogni della gente».

 

Da quel momento si crea infatti una specie di bacino virtuale, un lago digitale di bonds, alimentato dalla esigenza degli Stati di ottenere denaro in una stagione in cui non possono più stampare moneta. È qui, al mercato secondario MTS, che si rivolgono gli Stati che hanno adottato l’Euro, più ogni Stato che sta per adottarlo (era il tempo della Slovenia), più Israele. È qui che si trattano le emissioni a reddito fisso. È qui che le Banche manifestano il loro interesse ad acquistare.

 

Usiamo il termine lago digitale perché, secondo alcuni analisti birboni, la configurazione assunta a quel punto dall’MTS avrebbe potuto favorire una vera e propria mattanza, in cui alcuni Stati giocavano la parte dei tonni e le reti dei compratori (vedremo poi chi) giocavano la parte delle tonnare. E tutto per una brillante intuizione degli italiani. Però!

 

In quei giorni Garbi così commentava orgogliosamente: «Oggi ogni stato che adotta la moneta unica si rivolge all’MTS per la gestione del mercato secondario . io ho sempre voluto sottolineare la capacità di una società italiana di rivestire una posizione di leadership internazionale . il mercato europeo dei titoli di stato oggi ha sede in Italia, così come la BCE si trova a Francoforte e il Parlamento Europeo a Strasburgo. . anche per questo ho sempre insistito affinché vi fosse personale preparato di diverse nazionalità e di varie culture. Ve ne sono rappresentate ben 17. L’85% parla almeno due lingue, l’età media è 34 anni, il 50% è costituito da donne ». Meraviglioso!

 

Stando a Garbi dunque l’MTS, ancora nei primi mesi del 2007 aveva sede in Italia. Quanto fosse italiano è discutibile visto che la maggioranza – a sua detta – era finita nelle mani di Wall Street-Euronext . però il timone restava in mani italiane.

La torta, come sempre, era infarcita di parolone quali: “opportunità di crescita, politiche globali delle grandi Borse, sviluppo della liquidità, trasparenza, efficienza, partnership strategiche . etc.”, gli abituali mantra della liturgia tecnofinanziaria praticata dalle élites.

Ma la tecnologia tricolore era in grado di assicurare l’innovazione richiesta?

 

«Purtroppo l’Italia importa nuova tecnologia – rispondeva sull’argomento Garbi – tuttavia per noi questo non è un freno ma uno stimolo.»

In realtà non era proprio così.

Nel 2007, nonostante l’orgoglio e le aspettative di successo italiano sbandierate da Garbi, Borsa Italiana, che possedeva il 60,37% di MTS SpA, si fonde con il London Stock Exchange e si crea il London Stock Exchange Group. Perché? Ancora: “opportunità di crescita, politiche globali, etc…” Qualche analista birbone invece dice seccamente: “Sudditanza finanziaria, ordini di lobbies transanazionali, interessi personali”.

 

Non è la prima volta che Qualcuno aveva adombrato questa triste ipotesi. Già nella seduta del 6 aprile 2005, in un’interpellanza parlamentare, a pag. 18654, l’On. Aldo Perrotta affermava: «Dopo la privatizzazione del 1997 la MTS ha conquistato la leadership mondiale tra i listini dedicati ai bond governativi; attualmente però il 54% delle azioni sono in mano ad una società estera; il controllo in mano straniera potrebbe portare a crisi come quella della Citigroup; l’Italia non deve abbandonare più “pezzi di competenza” di finanza». E l’interpellanza concludeva con il classico appello: «se non sia il caso di adottare iniziative.»

Aldo Perrotta, Deputato di Forza Italia eletto a Napoli, era considerato un personaggio “pittoresco”, però . aveva visto giusto.Sarebbe stato eccome il caso di adottare iniziative ma, come spesso accade in Italia, nonostante gli allerta, il danno si compie puntualmente.

Tanto puntualmente che sembra programmato.

I media, nel frattempo, distolti da altro, si guardavano bene dall’informare e commentare. Tutto normale.

 

I boss del London Stock Exchange Group a questo punto, inevitabilmente, strapparono il timone dalle mani italiane e lo affidarono a Mr.Jack Jeffery. A settembre del 2009 l’uomo, che dal 1990 al 2001 era stato manager director della (guarda caso) Citigroup, considerato un grande esperto di digital brokerage e reduce dal’incarico di Direttore generale di una società detta (guarda caso) SuperDerivatives, si siede al tavolo di comando della MTS che, come abbiamo visto ormai è diventata Market of Treasury Securities e conferma «il volume di scambio è in crescita: 2 trilioni di euro l’anno». Una bella cifretta.

 

«La sua nomina è voluta da Xavier Rolet», potente chief executive del LSE. «La sua missione – scrive in quei giorni il Financial News online  – «è placare le grandi Banche d’investimento che nel 2008 hanno protestato perché il mercato dei bonds è stato aperto ad altri soggetti finanziari, tra cui i temuti hedge funds». Jeffery è tutto contento e dice che c’è tanto da lavorare «grazie al livello record di indebitamento dei Governi in tutta l’Eurozona.» Cioè: più si va verso il tracollo più noi diventiamo ricchi.

 

Dal 2010 al 2012 la nuova MTS elabora procedure sempre più complesse per la gestione online delle compravendite (riportiamo per la gioia degli esperti: «Key upgrades to MTS Cash – MidPrice and Striker – and BondVision functionalities – Single Dealer Pages and MultiLeg») e acquisisce quali “clienti” l’Ungheria e la Repubblica Ceca, portando così a 17 il numero totale degli Stati europei che chiedono denaro alle banche attraverso l’MTS.

 A questo punto è bene farsi alcune domande. La scena operativa si è trasferita definitivamente alla City di Londra, sappiamo che tra London Stock Exchange e Nasdaq ci sono accordi, sappiamo che gli intrecci proprietari nel mondo dell’Alta Finanza conducono a grovigli impenetrabili, ma ufficialmente di chi è la MTS? La brochure risponde che «la Proprietà include i seguenti azionisti» (http://www.mtsmarkets.com/About-Us/Corporate-Information) e pubblica la lista di una ventina di banche che sono, ovviamente, le maggiori banche del mondo occidentale o loro rami (J.P. Morgan; Barclays; Deutsche Bank; Credit Agricole; Royal Bank of Scotland; BNP Paribas; HSBC; ABN AMRO; Citigroup; NATIXIS; Goldman Sachs; Societé Generale; Citibank; UBS, Merrill Lynch; Commerzbank; Credit Suisse).

 E gli italiani? Dove sono finiti gli “inventori”, i nipotini di Amato, Ciampi, Draghi? Quelli che – a detta di Garbi – l’hanno fatta grande?

Ci sono. State tranquilli, ci sono. In testa c’è Borsa Italiana SpA, seguita da Intesa San Paolo, Sella, Mediolanum, Cassa di Risparmio di Rimini, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare di Bari, Unibanca, Corner Sim e BCC di Roma.

La composizione azionaria al momento non ci è dato sapere.

 Ci si chiede però:

“Come mai, a ridosso di Giganti Mondiali, trovano posto un numero relativamente così grande di piccole banche italiane?”

“Qual’è il loro ruolo nelle decisioni prese dal board e quali i vantaggi all’Italia che dovrebbero derivare dalla loro presenza?”

Non sappiamo.

Si auspica un dibattito pubblico che però non è mai stato ancora iniziato.

 In ogni caso chi opera nel lago digitale dove ogni giorno si ammassano 90 miliardi di eurotonni-bonds? Questo più o meno si sa. A grandi linee, un drappello di 6 maggiori Istituti di Credito:Barclays, Deutsche Bank, RBS, Credit Agricole, J.P.Morgan e Societé Generale si siede al tavolo delle prime contrattazioni e valuta le offerte di bonds dei 17 Stati.

È ovvio che i rappresentanti delle banche sono quelli che “fanno il prezzo“. È ovvio che il governo della nazione che mette all’asta i propri Titoli di Stato vive una certa ansia in attesa dell’accettazione o meno delle proprie richieste. È ovvio che ogni 5 minuti che passano, ogni mezz’ora che passa, ogni dubbio, ogni verifica richiesta dai compratori, abbassa il prezzo e/o alza il tasso di interesse. È ovvio che i compratori hanno un’influenza indebita e spropositata sui Governi e sui Popoli che i Governi rappresentano.

 La contrattazione è complessa. Vi confluiscono molti elementi determinati dalle economie locali e dai giochi della finanza globale.

Ma intervengono anche valutazioni di natura propriamente politica e talvolta addirittura militari.

Al dunque tutto si fonda su un concetto molto astratto: l’affidabilità di un Governo. Un concetto che però diventa concreto quando “affidabilità” si traduce in “capacità di un Governo di far pagare ai cittadini i debiti che hanno contratto i Governi che lo hanno preceduto”.

 I Grandi Compratori mettono a disposizione di un gruppo di altre 30 Banche i Titoli che si stanno trattando. Le 30 Banche mettono a disposizione di circa 1000 Istituti di Credito, disseminati sui territori, i Bond che sono stati acquistati. In quei lunghi momenti il batticuore dei Ministri delle Finanze e del Tesoro (teoricamente) aumenta a dismisura. In quei momenti, grazie a velocissime contrattazioni online, alle quali come abbiamo visto vogliono avere accesso solo Istituti Bancari, si succedono sequenze di prezzi tali che, alla fine del processo, il Titolo è disponibile agli sportelli delle Banche medesime per essere offerto (in gran parte) a quegli stessi cittadini-risparmiatori, che sono in definitiva sia i produttori del PIL che i garanti del Debito del loro Stato.

 In quei momenti i Grandi Compratori dirigono il traffico di flussi strategici e vitali per gli Stati.

In quei momenti i Grandi Compratori hanno facoltà di sostenere o mettere in difficoltà i Governi. E lo fanno inevitabilmente privilegiando i propri interessi. E lo fanno – spesso – chiedendo ricadute e privilegi su quei territori che hanno bisogno di accedere al credito.

 “Privatizza questa azienda… fammi comprare quest’altra . ostacola la produzione in questo settore . rallenta quella legge, accelera quest’altra”.

 Si chiama perdita di sovranità e globalizzazione passiva. Ci siamo dentro fino al collo. Chi più, chi meno, ci sono dentro tutti i paesi di Eurolandia.

 È all’MTS, fra l’altro, che s’innesca la miccia dello Spread. Al variare del comportamento dei Grandi Compratori, questo valore- parametro oscilla su e giù. Lo Spread si ottiene dal rapporto tra il tasso di interesse applicato ai bond di una nazione di Eurolandia e quello equivalente applicato alla Germania.

 La Germania infatti ha ottenuto lo status di paese di riferimento. Perché? Perché altrimenti non entrava nell’euro.

 La miccia dello Spread è tremenda. Quando il suo valore cresce, brucia velocemente, si avvicina pericolosamente alla bombabancarotta e giustifica rimozioni di Primi Ministri e membri dei Governi, emergenze “tecniche”, perverse e frettolose manovre finanziarie, licenziamenti di massa, suicidi, proteste di piazza e conseguenti scontri con morti e feriti.

 La scena è decisamente paradossale. Come si è giunti a tutto ciò?Come si può pensare di sostituire la giusta esigenza di un popolo di sopravvivere dignitosamente, magari andando a deficit come fanno tutti quelli che ancora possono, con il gioco usuraio sul bisogno indotto?

 Come si può pensare che un Debito Pubblico palesemente iniquo e gonfiato, accumulato in modo cinico, incauto e avido dai Governi che si avvicendano, debba e possa essere ripagato con privazioni, lacrime e sangue dai cittadini? Come si può giustificare che tale Debito Pubblico è raddoppiato nella sola Italia, dal 1994 ad oggi, passando da 1000 a 2000 miliardi di euro? Come si può sopportare che le sorti dei Popoli, sottratte ai Parlamenti, siano finite nelle mani di Mercanti anonimi, diabolici alchimisti che tramutano le nostre vite in oro per le loro casse?

STAMPA LIBERA » Erminia Scaglione: cittadini belgi avrebbero preso parte alla decapitazione di un uomo in Siria » Print

Soso, un siriano italiano che da anni vive in Italia, ex militante del partito comunista italiano ha dato vita al comitato giù le mani dalla siria che unisce chiunque voglia manifestare in favore dell’integrità della sovranità siriana contro l’aggressione Nato, completamente trasversale.

Per il 15 giugno prossimo appunto è stata indetta una manifestazione contro il finanziamento dei mercenari da parte delle petrolmonarchie, Usa, Israele e Turchia per destabilizzare la Siria. Contro questa manifestazione si è elevata la società civile, indottrinata dall’Huffington post secondo il quale si terrà un raduno nazista in favore di Assad.

Senza parole, la solita mistificazione per conservare l’imperialismo americano. E pensare che nemmeno il partito comunista siriano vuole l’ingerenza straniera ed è favorevole al dialogo. Diversamente comunisti.

 Erminia Scaglione: cittadini belgi avrebbero preso parte alla decapitazione di un uomo in Siria

Posted By Redazione On 11 giugno 2013 

 La bestia nera in Medio Oriente è il terrorismo wahabita salafita, sono loro che terrorizzano la popolazione siriana, sono loro che con finanziamenti internzionali decapitano cristiani e sciiti, sono loro che sono stati addestrati da generali USA e la CIA (un algerino mi ha mostrato una foto di un generale americano in compagnia di questi salafiti che avevano rapito degli impiegati in Algeria). In questo TG di RTL che descrive la scena di una decapitazione di un uomo, solo perché sciita, si sente parlare fiammingo, poiché alcuni belgi sono in Siria ad aiutare i salafiti, se ci volessero ancora prove dell’orrore che questa Europa sta esportando in Medio Oriente. L’Europa che si vanta di non essere più in guerra, ma che ha alimentato travestendola la guerra nei paesi di conquista di NATO/USA/GB/FR.

Il Belgio sta diventando un paese integralista musulmano. Dieci anni fa, ricordo che:

1 in giro si vedevano donne con il burqa, coperte da cima a fondo, neanche visibili gli occhi, senza che fossero minimamente infastidite dalle forze dell’ordine;

2 senza parlare dei numerosi casi di poligamia, di segregazione in casa delle donne, dei numerosi casi di rapimenti dei figli di matrimoni misti;

2 le bambine musulmane i cui genitori lo chiedevano dovevano astenersi da certe lezioni di scienza e GINNASTICA senza che nessuna autorità scolastica obbligasse i genitori ad accettare che le seguissero;

3 noi che facevamo trapezio volante in una scuola pubblica di un quartiere popolato da questi brutti ceffi, dovevamo fare attenzione quando ci cambiavamo in palestra che gli imam non ci vedessero, allungando il collo o usando dei binocoli, dalle finestre, per il rischio di incorrere in non so cosa, a detta del professore.

 …. E questo succede più facilmente in un paese artificiale come il Belgio con poca personalità storico culturale…. Ma l’opera di distruzione delle radici culturali identitarie e storiche di questo paese è celermente in atto nel nostro paese.

 N. Forcheri

  Fonte: http://andreacarancini.blogspot.it/2013/06/erminia-scaglione-cittadini-belgi.html[1]

 DEI CITTADINI BELGI AVREBBERO PRESO PARTE ALLA DECAPITAZIONE DI UN UOMO IN SIRIA

Di Erminia Scaglione, 09.06.2013

Secondo il portavoce della procura federale, il video non è stato ancora reso noto dalla procura. “Questa è una nuova informazione per noi”, ci spiega Lieve Pellens.

L’ufficio del procuratore federale è venuto a conoscenza dell’esistenza di un video in cui alcuni giovani che parlano in olandese (fiammingo) avrebbe contribuito a decapitare un uomo nudo giacente a terra, ha riferito il portavoce del ministero Lieve Pellens.

Il video è stato pubblicato nel mese di giugno con uno pseudonimo, su un sito web che è uso proporre altri video sinistri e perturbanti. Secondo la legenda, la vittima è un uomo di una certa età accusato di essere sciita. L’autenticità del video è difficile da determinare.

( link diretto http://www.rtl.be/videos/video/447291.aspx[2] )

Si può vedere un gruppo di giovani, che al grido di “Allah Akbar” e “Tafkir” stanno in piedi vicino alla vittima nuda mentre uno di loro gli taglia la testa dopo averlo sgozzato con un coltello.

Durante questa scena macabra, si possono sentire chiaramente le osservazioni degli astanti in olandese con un marcato accento fiammingo. Una voce si sente dire “giratelo”, seguita dalla frase mettetelo “supino (a pancia sotto)” e “tenetegli bene fermi i piedi”.

Oltre che in olandese, si sente anche parlare sia in francese che in arabo.

Secondo il portavoce della procura federale, il video non è stato ancora diffuso dalla procura. “Questa è una nuova informazione per noi”, ha detto Lieve Pellens.

“E sarà esaminata nel quadro dell’inchiesta penale in corso, denominata “Sharia4Belgium”, da parte del magistrato di Anversa, che coinvolge diversi membri dell’organizzazione salafita”.

Ma chi sono gli appartenenti a questo gruppo che predica l’integralismo islamico wahhabita in Belgio? Sharia4Belgium è un associazione che predica un adesione totale alla Sunnah e che propone ai suoi adepti di lottare per la diffusione globale dell’Islam wahhabita ad ogni costo e di non riconoscere altre leggi che la Sharia.

fonte: http://www.rtl.be/videos/video/447291.aspx[2]

Il loro leader portavoce Belkacem alias Abu Imran é già stato condannato a due anni di prigione per incitazione alla violenza ed all’odio contro i non musulmani ed in generale i miscredenti, ( per i salafiti anche gli sciiti sono miscredenti), in ragione di un video diffuso su Youtube nel quale si incitava anche all’omicidio degli infedeli nella logica della diffusione dell’Islam salafita ad ogni costo. Il movimento essenzialmente denuncia la democrazia come sintomo di corruzione e fa appelli per trasformare il Belgio in uno stato islamico.

Tra i tanti deliri di Fouad Belkacem c’è la pena di morte per chi ha preferenze non eterosessuali e la venerazione di Osama bin Laden. Il gruppo opera per lo più ad Antwerp ed in ragione dei loro exploit oltranzisti nel 2010, secondo indicazione del Ministro degli interni Annemie Turtelboom, è stato messo sotto indagine ed il loro sito oscurato per un breve periodo.

In passato, la Sharia 4 Belgium ha promosso video in rete di Jihad in cui invitava i belgi a convertirsi all’Islam perché se avessero aspettano la conquista islamica sarebbero stati costretti a vivere la loro vita comedhimmi (una specie di cittadini di seconda classe).

Fouad Belkacem

 Ma i precedenti penali di Belkacem non si limitano al suo ruolo nell’organizzazione: questo oscuro personaggio ha una lunga lista di crimini che macchiano la sua fedina penale che, nel caso di furto e resistenza all’arresto, raggiungono cifre da record. Anche in Marocco è ben conosciuto perché si chiede la sua estradizione in quanto condannato nel 2012 per possesso di droghe illegali e perché connesso al traffico di stupefacenti:

Nello stesso anno l’associazione annuncia sul suo sito l’intenzione di sciogliersi, soprattuto in ragione dei problemi legali in cui i suoi membri rischiavano di essere coinvolti:

Ma sarà davvero così? La domanda che sorge spontanea è quanti soldi ha investito il Golfo, Al Saoud e Hamad Al Thani all’interno di moschee ed associazioni, per creare questi esemplari che si nutrono di odio settario e che sognano di partire per la Siria o l’Afghanistan per combattere la loro Jihad contro i miscredenti???

a questo proposito cito un articolo:http://www.syrianews.cc/terrorist-recruits-syria-arrest-sharia4belgium/[3]

Reclutamento di terroristi per la Jihad in Siria: La polizia arresta il leader di Sharia4Belgium

La Polizia belga ha perquisito alcune abitazioni in ragione di evidenti elementi di prova circa le connessioni con organi di reclutamento per i gruppi di terroristi e di jihadisti in Siria. La polizia ha fatto irruzione in Belgio in circa 46 abitazioni nella città di Anversa (Belgio settentrionale) e, secondo la dichiarazione ufficiale della polizia belga, almeno una persona è stata arrestata.

Quest”individuo è stato arrestato con l’accusa di reclutamento di alcuni “volontari” (jihadisti/ terroristi) per combattere fianco a fianco con i terroristi mercenari ingaggiati dall’estero e gli islamisti fomentati dai predicatori del Golfo contro il governo siriano in ragione della sua politica laica e rispettosa delle minoranze religiose e contro l’esercito arabo siriano in Siria.

Le autorità belghe hanno già pubblicato la dichiarazione ufficiale che attesta che l’uomo che è stato arrestato è il leader del cosiddetto gruppo “Sharia4Belgium” – Fouad Belkacem. Quindi, non è una sorpresa che un tale individuo voglia reclutare soggetti come mercenari finanziati dall’estero per combattere in Siria contro il governo del laico e tollerante presidente Bashar al-Assad per riuscire ad imporre la cosiddetta legge della sharia nel paese.

 Questa cosiddetta rivolta, che è solo una copertura per la guerra per procura contro la Siria ed i tentativi di rovesciare il governo siriano e nello specifico il presidente  Assad con l’uso della forza, non è mai stata nè secolare nè pacifica. Questi fanatici religiosi, islamisti e jihadisti sono un numero enorme – tra i più ignoranti ed oscurantisti uomini armati e deliberatamente soldati di ventura – sostenuti in senso finanziario e logistico da governi stranieri, ostili alla Siria.

Tra questi Turchia, Qatar, Arabia Saudita, Giordania, Israele, Stati Uniti, Francia, Inghilterra ma anche la Germania e l’Italia sostengono i terroristi armati in in Siria, e quindi le amministrazioni dei paesi sopracitati ed anche di altri coinvolti violano a tutto titolo il diritto internazionale , quotidianamente e vantano già da due anni litri di sangue siriano sulle loro mani.

Belgio: raid della polizia – il leader di Sharia4Belgium arrestato

Secondo un portavoce della procura federale in Belgio, ci sono indicazioni precise che il sospetto del gruppo islamista radicale salafita “Sharia4Belgium” stava  attivamente reclutando ed inviando persone in Siria in modo da unirsi come mercenari ai gruppi terroristici armati già presenti sul territorio. Finora, i pubblici ministeri in Belgio hanno rifiutato di confermare che ci siano altri responsabili, oltre al (probabilmente islamista) Fouad Belkacem che  è stato arrestato.

Il gruppo “Sharia4Belgium” è un noto gruppo di salafiti e pertanto è sempre stato un gruppo pericoloso non solo per la Siria ma per ogni stato laico e tollerante ed in generale per la società. In questo caso, soprattutto per i cittadini Belgi, naturalmente. Inoltre, come è stato dichiarato, è chiaro che questi salafiti radicali vogliono rovesciare il presidente Bashar al-Assad soprattutto perché laico in Siria.

Dopo il solito comportamento e la propaganda del governo Belga, assistiamo finalmente ad una buona azione da parte loro e della polizia belga. Questi gruppi salafiti sono una minaccia per ogni società laica ed in generale per ogni stato – pertanto, hanno molte similitudini con i più pericolosi soggetti della Fratellanza Musulmana.

Il titolo di “islamisti moderati” è stato inventato alcuni anni fa – al fine di vendere meglio con questo camoufflage, le connessioni con gli islamisti dei Fratelli Musulmani all’opinione pubblica europea, per farglieli accettare. Ma non esistono “islamisti moderati”. Questa è solo una copertura e un termine fabbricato a fini di propaganda per far passare i legami dei nostri governi con il minaccioso termine “Fratellanza”, che suggerisce immediatamente l’dea di una setta, più accettabile e meno pericoloso agli europei ed agli americani.

E a prescindere da questo aspetto sicuramente preoccupante, quanti di questi fantocci mercenari delle corporazioni atlantico-sioniste gonfiate a suon di petrodollari ci troviamo in casa come mine vaganti anche qui nella vecchia Europa, pronte a rispondere a qualsivoglia agenda, manipolati in senso religioso da qualche oscuro predicatore???

Bisognerebbe ricordare ai nostri governanti guerrafondai, disposti a tutto ed a servirsi di tutti per portare avanti guerre segrete per soddisfare le politiche neo-coloniali dell’Impero che…

…Il sonno della ragione genera mostri…

http://www.stampalibera.com/?p=63866

 

 

Multe cancellate ai ricchi- il paese della redistribuzione …

Tratto da http://www.seigneuriage.blogspot.com

 Multe cancellate: dopo Cassano e l’attrice, indaga la Corte dei Conti

 Solo ai fratelli Bernabei annullati verbali per oltre 120 mila euro

 http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_giugno_10/multe-cancellate-vigili-indaga-corte-conti-2221569074732.shtml

 Qualcuno rischia di saldare di tasca propria il conto delle multe mai pagate da una categoria di cittadini privilegiati. A tremare sono i funzionari dell’Ufficio contravvenzioni. Qualora dovessero essere ritenuti responsabili dalla Corte dei Conti, che indaga un anno sulla mancata riscossione delle multe, saranno i dipendenti del Dipartimento ad aprire il portafoglio per risarcire il danno provocato all’Erario dal mancato incasso delle contravvenzioni stracciate a calciatori, politici e loro parenti, personaggi del mondo dello spettacolo, facoltosi imprenditori.

 L’istruttoria dei giudici contabili, guidati dal Procuratore Raffaele De Dominicis, corre in parallelo all’indagine dei magistrati penali, il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Laura Condemi: il fascicolo è stato aperto dopo la denuncia del capo del Dipartimento Pasquale Pelusi, il dirigente che ha segnalato l’anomala sparizione di oltre mille verbali di contravvenzione dei fratelli Bernabei. E fin da adesso si può avanzare qualche ipotesi sulla cifra che rischiano di sborsare gli eventuali responsabili delle distruzione dei verbali. Secondo una stima della polizia giudiziaria, i fratelli Bernabei hanno risparmiato circa 120mila euro soltanto per quello che concerne le multe non pagate grazie alla sparizione delle relate di notifica. Una somma mai sborsata, come scrivono gli inquirenti, grazie al lavoro di qualcuno che ha «agito per conto dei due imprenditori».

 I funzionari, a cui sarà attribuita la responsabilità della scomparsa della documentazione, saranno condannati a pagare – oltre ai 120mila euro – anche i danni di immagine provocati allo Stato e gli interessi maturati sulla cifra mai riscossa. Ma a questa somma dovrà essere aggiunta il danno dovuto al mancato introito per tutte le altre migliaia di multe finite nel nulla e riconducibili ai cittadini «graziati». Roba da far tremare i polsi, considerando che l’elenco dei beneficiati è composto da poco più di 1200 persone.

 Al momento gli inquirenti di piazzale Clodio puntano il dito contro Angelo Vitali e Tiziana Diamanti, arrestati il mese scorso con l’accusa di falso ideologico mediante soppressione di atti pubblici. «La mia assistita ha solo eseguito degli ordini», osserva il difensore della funzionaria dei vigili urbani, Claudio De Amicis. «L’inchiesta è di una gravità spaventosa – sottolinea Antonio Paparo, avvocato di Enrico Riccardi, uno dei cinque indagati -. E il mio assistito, pur avendo un ruolo marginale nell’Ufficio, è pronto a dare alla magistratura un contributo per accertare la verità».

Giulio De Santis

10 giugno 2013

http://www.stampalibera.com/?p=63894#more-63894

La mafia delle aste giudiziarie

Fonte: http://www.avvocatisenzafrontiere.it/?page_id=26

 

LE VENDITE GIUDIZIARIE NELLE MANI DI COMITATI D’AFFARI, PARTITI E LOGGE OCCULTE CHE CONTROLLANO DA NORD A SUD IL RACKET DEI FALLIMENTI E DELLE ASTE, IVI COMPRESA UN’ALTA PERCENTUALE DELLA MAGISTRATURA DI REGIME.

Un’associazione a delinquere di stampo massomafioso, finalizzata a sovvertire l’Ordinamento democratico e la legalità, è in grado di condizionare l’attività giudiziaria da nord a sud del Paese, attraverso la collusione di intranei ai centri di comando delle istituzioni, sino alla Corte di Cassazione, al C.S.M. e alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo che, ignorando svariate migliaia di denunce inviate ogni anno da cittadini e imprenditori italiani, garantiscono l’impunità di magistrati corrotti, collusi con banche, finanziarie, usurai, speculatori, partiti, logge massoniche e criminalità organizzata.

Dopo oltre 25 anni di attività abbiamo compreso che il sistema delle aste è strutturalmente marcio e privo di dialettica interna e controlli esterni: solo una rivoluzione civile dal basso potrà cambiarlo, trattandosi di un sistema autoreferenziale, dove ogni rimedio giurisdizionale interno è vanificato, a causa dell’assoluta discrezionalità nell’interpretazione ed applicazione delle leggi.

LA SCOMMESSA PERDUTA DELLA GIUSTIZIA ITALIANA.

A partire dal caso eclatante del Tribunale di Milano, i media già 10 anni fa diedero grande risalto alla dilagante corruzione giudiziaria legata alle vendite giudiziarie e ai fallimenti. Lo stesso Tribunale di Milano fece pubblicare varie pagine a pagamento sui maggiori quotidiani nazionali, facendoci credere che con gli arresti di alcuni avvocati e pubblici funzionari di quella che fu definita la “compagnia della morte“, si sarebbe posto fine al cartello di speculatori, in grado di condizionare le gare d’asta per l’acquisto degli immobili pignorati e svenduti a valori vili “agli amici degli amici”.

Istituzioni e media di regime si affannarono a spiegare ai cittadini che per svariati anni una banda di “professionisti” aveva potuto agire impunemente, scoraggiando la partecipazione alle aste del pubblico, che veniva intimidito e minacciato, imponendo il pagamento di una tangente (o “pizzo”) pari al 10-15% del valore dell’immobile pignorato, ovvero pilotando l’assegnazione su prestanomi, professionisti e società, i cui interessi, ci veniva però sottaciuto, risultatavano spesso riferibili agli stessi magistrati o loro parenti, come nei casi da noi vanamente denunciati, tra quello dell’allora Presidente della Sezione Esecuzioni immobiliari, dr.ssa Gabriella D’Orsi, tuttora applicata presso altra sezione del Tribunale di Milano, senza che il CSM e la Procura di Brescia abbiano adottato alcun provvedimento a quanto risulta neanche di carattere disciplinare.

Ma ora (sic!) – ci veniva fatto credere già ben 10 anni orsono – le cose sarebbero “cambiate” …

(Vedasi La Repubblica 11/11/03).

LA NOSTRA ESPERIENZA CI PORTA A RITENERE IL CONTRARIO.

Si trattò infatti solo di un’operazione di maquilllage per cercare di ridare credibilità al volto corrotto della giustizia italiana e del sistema delle aste, solo a fini di marketing. Lo dimostrano l’alto numero di denunce che interessano pressoché tutti i tribunali italiani, senza trovare risposta e soluzione da parte degli organi giurisdizionali interni e sovranazionali.

Gli immobili per lo più pignorati dalle banche continuano a venire svenduti a valori infimi a società vicine o soggetti privati legati a doppio filo agli interessi degli stessi istituti di credito e alle loro clientele politico-affaristiche dedite alla speculazione e allo strozzinaggio, come insegna il caso eclatante dell’associziazione a delinquere denominata Monte dei Paschi di Siena, anello di congiunzione tra il malaffare berlusconiano e quello delle cooperative rosse, su cui si arenò anche “mani pulite”.

Attraverso gli sportelli MPS, come di altri Istituti bancari accreditati ad aprire agenzie all’interno dei tribunali italiani, passano, tra l’altro, senza alcun controllo, il riclicaggio e l’autoriciclaggio di ingenti capitali di illecita provenienza, con il beneplacito degli stessi magistrati che dispongono la vendita e l’assegnazione degli immobili pignorati, grazie a una legislazione costruita ad hoc che, dopo le recenti riforme, nonostante la crisi economica, ha ristretto sempre più le possibilità e gli strumenti di difesa dei cittadini esecutati, lasciati in balia delle mafie locali che controllano i tribunali, seppure spesso risultino oberati da pretese illegittime e tassi usurari.

I casi da noi raccolti e in parte pubblicati nella mappa della malagiustizia vedono tra i tribunali più corrotti Milano, Treviso, Alessandria, Brescia, Firenze, Lucca, Roma, Perugia, Napoli, Palermo, etc.

Lo stesso dicasi per quanto attiene l’ambito delle procedure fallimentari controllate da un vero e proprio racket di professionisti delle estorsioni, che con il caso del maxi-ammanco negli uffici giudiziari del Tribunale di Milano (Radio 101), da cui furono sottratti in 10 anni da una cinquantina di fallimenti, circa 35 milioni di euro, mietendo oltre 7000 vittime, misero a nudo una ultradecennale capacità di delinquere interna agli uffici istituzionali, in grado di resistere ad ogni denuncia-querela, forma di controllo ed ispezione ministeriale.

Fatti per i quali si è cercato, anche in questo caso, di farci credere che tutto sarebbe avvenuto all’insaputa dei magistrati, dei vertici del Tribunale di Milano e degli organismi di controllo preposti (CSM, Ministero di Giustizia, Procura di Brescia, Procura Nazionale Antimafia), i quali, invero, seppure edotti di tutto, dagli anni ’80, hanno sistematicamente insabbiato anche le stesse segnalazioni di magistrati onesti, come la dr.ssa Gandolfi, occultando svariate decine di migliaia di esposti a carico di avvocati, magistrati e curatori fallimentari, nei cui confronti sono rimasti del tutto inerti, giungendo, persino, a tollerare la dolosa elusione dell tassativo obbligo di registrazione delle denunce nel Registro delle notizie di reato (Art. 335 c. 1° c.p.p.).

A riguardo, basti ricordare i ben 26.000 procedimenti mai registrati e occultati in soffitta, sotto la reggenza dell’ex Procuratore di Brescia, Francesco Lisciotto, che anche dopo il ritrovamento, dietro nostra denuncia, sono rimasti inesaminati, portando al mero trasferimento-promozione del magistrato con tessera P2, salito per dirla come Monti alla Corte di Cassazione.

Analoghi insabbiamenti sono toccati alle denunce di onesti magistrati fallimentari romani, come nel caso del Dott. Paolo Adinolfi, il quale è stato addirittura fatto sparire fisicamente. (1)

Un caso di lupara bianca insabbiato dalla Procura di Perugia ad alta densità massonica, trattato anche dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”.

Secondo quanto riferito dal magistrato Giacomo De Tommaso, Adinolfi gli confidò il timore di essere seguito e spiato. La moglie di Adinolfi, Nicoletta Grimaldi, rivelò che il marito aveva acquisito prove e documenti che avrebbero potuto far affondare l’intero Tribunale di Roma. Inoltre Adinolfi pochi giorni prima della sua scomparsa aveva chiesto ed ottenuto un appuntamento con il P.M. di Milano Carlo Nocerino, davanti al quale avrebbe voluto testimoniare come persona informata sui fatti.

Le uniche indagini possibili in questo Paese sono solo quelle rivolte nei confronti di coloro che denunciano con prove alla mano i misfatti del potere, accusandoli a scopo eminentemente persuasivo e dissuasivo, come ai tempi del fascismo, di reati ideologici, quali “diffamazione, calunnia, oltraggio a magistrato in udienza, resistenza a pubblico ufficiale…”, molto spesso in relazione agli stessi scritti difensivi e alle denunce mai esaminate delle incolpevoli vittime delle mafie.

La vastità e gravità del fenomeno che non riguarda le sole zone del sud a forte concentrazione criminale ci ha portati a coniare la definizione di “mafia giudiziaria”, in quanto abbiamo rilevato trattarsi di una condizione connaturata all’esercizio stesso della giurisdizione e alle modalità di gestire le funzioni giurisdizionali, a tutela di interessi particolaristici, corporativi e lobbistici, ovvero al modo di intendere le stesse finalità del diritto, secondo una visione deviata rispetto ai principi dello stato di diritto, ad esclusivo appannaggio di partiti e gruppi affaristici trasversali, corporazioni, logge massoniche, che della giustizia e del suo capillare controllo hanno fatto strumento di indebito arricchimento e fonte di finanziamento illecito, in base ad un “codice non scritto“, secondo cui vince chi ha le giuste aderenze e si sottomette alle logiche dominante, che hanno messo in ginocchio l’intera nazione, entrando a fare parte del “giro” dei vari comitati d’affari.

Un codice criminale e preverso imposto dalla politica e dalla cultura del potere che lega larghi settori della magistratura di regime alla criminalità organizzata, dando luogo ad un fenomeno di elevatissima pericolosità e allarme sociale, che possiamo definire come “mafia giudiziaria”, il cui fine è quello di arricchirsi indebitamente, fare carriera negli apparati della burocrazia statale e attingere, consenso, protezione, scambio di favori e illeciti vantaggi, grazie ai legami con la massoneria e la criminalità organizzata.

Non crediate, dunque, di essere gli unici ad avere subito un’ingiustizia dallo svolgimento delle aste giudiziarie o da anomale procedure fallimentari. Si tratta di un sistema criminale istituzionalizzato, da nord a sud del Paese, voluto ed alimentato da banche, partiti, colletti bianchi e mafie locali che controllano il territorio.

Un malaffare legalizzato e tollerato dallo Stato-mafia, che pur cercando di mostrare il volto legale dei propri tribunali, non riesce a celare, alla prova dei fatti, il largo coinvolgimento nel racket delle aste e dei fallimenti da parte di magistrati ed infedeli funzionari.

A riguardo, basti dire che l’ex Presidente della sezione esecuzioni immobiliari del Tribunale di Milano, dr.ssa Gabriella D’Orsi, indicata nel succitato articolo del quotidiano “La Repubblica”, come una sorta di eroina, che avrebbe denunciato il controllo delle aste giudiziarie da parte della “compagnia della morte”, risultava essa stessa indagata dalla Procura di Brescia per avere favorito la vendita di un appartamento, a prezzo irrisorio, in favore della figlia, quando è notoriamente vietato dall’Ordinamento Giudiziario a magistrati e pubblici funzionari di partecipare, anche tramite terzi, alle aste giudiziarie… (ma questa è un’altra storia che potrete conoscere nelle pagine web della Mappa della malagiustizia in Italia).

Segnalateci gli abusi subiti da banche, società immobiliari, avvocati, giudici, curatori, notai delegati, cancellieri, pubblici ministeri, od anche, i casi di cui siete a conoscenza, gli daremo voce, pubblicandoli in tempo reale nella mappa della malagiustizia in Italia.

E’ l’unico modo per spezzare il silenzio e impedire ai poteri forti di nascondere la verità.

Hanno venduto la Vostra casa ad un prezzo irrisorio?

Hanno venduto all’asta il Vostro immobile senza avvertirvi?

Vi hanno fatto fallire ingiustamente?

I Vostri ricorsi non sono serviti a nulla o il Vostro difensore vi ha abbandonato e nessuno vuole più prendere la Vostra difesa?

Vi hanno impedito di esaminare il fascicolo o sono spariti gli atti? Hanno archiviato senza indagini e senza farvi sapere nulla?

Se volete avere assistenza prima di tutto associatevi e scrivete ad Avvocati Senza Frontiere, cercheremo di aiutarvi nei limiti delle possibilità. A causa dell’elevato numero di richieste non siamo in grado di dare informazioni telefoniche e per regolamento possiamo rispondere solo agli utenti registrati e in regola con i versamenti delle quote che ci hanno inviato la necessaria documentazione di supporto.

(1)  (uscito di casa e scomparso il 2 luglio 1994, cfrhttp://www.duralexsedlex.it/index.php?zone=19&sottosezione=107&spag=&id=342, NdR)


http://www.stampalibera.com/?p=63919