LETTA: «Faremo scendere la disoccupazione giovanile sotto il 30%»

03 giugno 2013

LETTA: «Faremo scendere la disoccupazione giovanile sotto il 30%»

Premesso che l’ISTAT dice che la disoccupazione ad aprile 2013 è al 12%, non si capisce bene la “strategia” di Letta.  Ha intenzione di far aumentare la disoccupazione oltre il 30% per poi mantenere la promessa di farla scendere… magari al 29%?

…Oppure adotterà il metodo suggerito da Troisi?

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XNAuRfdYoPs

http://www.vocidallastrada.com/2013/06/letta-faremo-scendere-la-disoccupazione.html

 

Tav, finora spesi oltre 50 milioni di euro. Ma non si sa come

Home Page

La Direzione generale trasporti della Commissione europea non vuole rendere noto come sono stati utilizzati i finanziamenti europei destinati alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Lione-Torino. In questo modo violerebbe il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

 

Numerose sollecitazioni scritte sono state inviate negli ultimi sei mesi dall’associazione Re:Common alla Direzione spesi_oltre_500_milioni_per_la_tavgenerale trasporti della Commissione europea per sapere nel dettaglio quali studi e quali lavori sono stati pagati con i soldi dell’Ue e quindi dei contribuenti europei.

La Commissione europea ha negato la disponibilità a divulgare le informazioni in suo possesso, affermando che “i documenti fanno capo a soggetti terzi… che non intendono renderli pubblici e non crediamo che ci sia un interesse diffuso in proposito”.

Successivamente, incalzata dai ricorrenti anche sulla base del mancato rispetto dei principi contenuti nella Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, alla fine del 2012 la Direzione generale trasporti della Commissione ha comunicato il valore dell’importo erogato fino ad oggi all’Italia (53.106.000 euro) senza entrare nel dettaglio.

 Circa l’utilizzo del denaro la Direzione generale trasporti della Commissione ha specificato che “è una questione bilaterale tra i due Stati membri, la quale non prevede il coinvolgimento della Commissione”, di fatto lavandosene le mani e negando un ruolo di supervisione.

Adottando questa condotta la Direzione generale trasporti della Commissione avrebbe violato l’articolo 15 del Trattato che regolamenta il funzionamento dell’Ue, dal momento che la Commissione deve rispondere del suo operato ai cittadini, che devono sapere come vengono impiegati i loro soldi.

Nello specifico, le condizioni generali della Decisione di finanziamento prevedono che le richieste in merito ai pagamenti devono essere sostanziate da rapporti tecnici e rapporti finanziari, oltre che da informazioni su contratti, sub-contratti ed eventuali studi che riguardino il progetto. Non è quindi possibile che la Commissione europea non sia a conoscenza di come siano stati utilizzati i soldi dagli Stati Membri Italia e Francia.

Il rifiuto a rendere pubblica quest’informazione viola anche i principi della Convenzione di Aarhus in materia di accesso alle informazioni ambientali che privando i cittadini della conoscenza circa la destinazione dei fondi europei.

“Ricordiamo che la Torino-Lione è, così come la definisce il Movimento No TAV, una grande opera inutile e imposta, a cui si oppone la maggioranza deispesi_oltre_500_milioni_per_la_tav_2 Comuni della Valle di Susa per cui riteniamo che sia evidente l’esistenza di un interesse pubblico per avere accesso a tutte le informazioni relative alla realizzazione del progetto” ha dichiarato Paolo Prieri del Presidio Europa del Movimento No TAV.

“Invece di scoraggiare la partecipazione dei cittadini, la Commissione europea dovrebbe adottare una posizione neutrale e rispettare i pilastri dell’ordinamento europeo e il dettato della Convenzione di Aarhus, con questo atteggiamento dà manforte all’opacità dell’operazione Torino Lione” ha aggiunto Caterina Amicucci di Re:Common.

Per far valere le loro ragioni, Re:Common ed il Presidio Europa No TAV hanno fatto ricorso all’Ombudsman europeo che ha il compito di esaminare  le denunce relative ai casi di cattiva amministrazione che coinvolgono istituzioni e organismi dell’Unione europea e si augurano che il caso sia esaminato in tempi rapidi e approfonditamente.

 

LEGGI DALLA FONTE ORIGINALE –Re:Common su Altreconomia.it

http://www.infiltrato.it/notizie/italia/tav-finora-spesi-oltre-50-milioni-di-euro-ma-non-si-sa-come

Sentenza di I° grado processo trivelle di Susa

da infoaut.org

images1-300x199.jpegSi è concluso con 5 condanne e due assoluzioni il processo per i fatti risalenti al 2010 a Susa, in zona autoporto, nel periodo delle trivelle. Un porcesso con 7 imputati, basato su filmati video dove ancora ad oggi non si vede nessun iputato commettere un reato, bensì due reparti della celere caricare con veemenza il corteo in avvicinamento. Il Pm Ferrando titolare dell’accusa ha lavorato a lungo su questo processo, arrovelandosi nel tentativo non solo di condannare gli imputati a pene molto alte (chiese fino a 3 anni e 6 mesi), ma a dimostrare un attacco pianificato dai parte dei notav, organizzato con tanto di capi e mandanti. Non si è rassegnato fino all’ultima udienza nella comprensione di come vengono prese le decisioni nel movimento, in assemblea pubblica, e ha spinto fino alla fine per affibbiare qualche anno ai notav, ma il tentativo è andato storto: 2 assoluzioni e 4 condanne a cinque mesi, una ad un mese. L’unico vero reato? Resistere per difendere il futuro di tutti.

OGM le balle di repubblica

Scorrazza sul web, in questi giorni, un’altra bufala enorme sull’agricoltura europea. Repubblica venerdì ha scritto che Monsanto “rinuncia alle sue speranze di distribuire anche sul territorio dell’Unione Europea le sue sementi transgeniche”. L’articolo è stato ripreso da diversi siti ed ha suscitato ampio entusiasmo in chi (come me) vede gli Ogm come il fumo negli occhi.

 Spiace dirlo, ma è una balla sesquipedale. Sementi Ogm della Monsanto, e non solo sue, sono già distribuite; vari Paesi dell’Ue (Italia compresa) non possono impedirne la coltivazione; non è affatto vero che “Ogm, Monsanto rinuncia all’Europa”, come invece ha titolato Repubblica.

 La fonte migliore è un articolo in inglese di Reuters. Spiega che Monsanto ha annunciato di non voler espandere (espandere, notare il verbo) le sue colture geneticamente modificate in gran parte dell’Europa, dal momento che in molti Paesi esse non incontrano il favore dell’opinione pubblica.

 Inoltre, scrive sempre Reuters, la Monsanto dice che non farà più azione di lobby in Europa e non chiederà più nuove approvazioni per le sue colture geneticamente modificate.

 Fin qui Reuters. Punto primo, con queste parole la Monsanto ammette implicitamente di aver fatto azione di lobby per favorire i suoi interessi nell’Ue: suo pieno diritto, ma nostro pieno diritto (e dovere) di cittadini individuare i politici e-o i burocrati che hanno accettato e assecondato l’azione di lobby e prenderli a metaforici, politicissimi calcioni laddove non batte il sole.

 Punto secondo, e sostanziale. Sul sito della Fondazione diritti genetici c’è l’elenco delle colture Ogm già autorizzate per la coltivazione nell’Unione Europea: colza, tabacco, mais, compresa una varietà targata Monsanto. Sono e restano autorizzate. Non risulta alcuna rinuncia della Monsanto o di altri.

 Repubblica (torno al suo articolo dal quale sono partita) scrive ancora: “Del resto in Europa 8 nazioni, Austria, Bulgaria, Francia, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Polonia e da aprile l’Italia, vietano la coltivazione di campi con semi Ogm”.

 E’ un’altra balla sesquipedale. Per quanto riguarda l’Italia, il diritto europeo ha prodotto due sentenze (Consiglio di Stato italiano e Corte di Giustizia dell’Unione Europea) che vietano all’Italia di vietare la coltivazione di Ogm. C’è anche un’ordinanza recentissima della Corte Europea all’Italia nello stesso senso.

 Non ho seguito le vicende negli altri Paesi dell’Ue, ma il diritto è uguale per tutti e produce identici risultati: tranne laddove i Governi nazionali hanno adottato la cosiddetta “clausola di salvaguardia“. In Italia ora con ogni probabilità sta crescendo mais Ogm, dal momento che la clausola non è stata adottata anche se il Parlamento ha impegnato il Governo ad agire in questo senso.

 E poi, se anche la Monsanto smetterà di fare azione di lobby per espandere la sua presenza in Europa, ha già incassato l’ok all’importazione in Ue di molte sue colture Ogm. Ecco la lista delle colture geneticamente modificate (non solo Monsanto, chiaro) autorizzate per il consumo umano dall’Unione Europea. La presenza di Ogm va indicata in etichetta quando supera lo 0,9%, fissato come soglia di possibile contaminazione involontaria e accidentale.

 Questo infine è l’elenco degli Ogm autorizzati per i mangimi animali: sempre lunghissimo, sempre non solo made in Monsanto; la differenza è che l’uso di Ogm in zootecnia non va segnalato sull’etichetta di latte, carne, uova e degli altri prodotti animali.

 Mi spiace aver letto su tanti siti che hanno ripreso l’articolo di Repubblica cose come “Vittoria!”, “Sconfitta la Monsanto!”. Mi spiace: il risultato di questa bufala (un risultato credo apprezzato da Monsanto) è che gli italiani, in stragrande maggioranza contrari agli Ogm, sono indotti a credere di non avere Ogm fra i piedi. Invece, purtroppo, li abbiamo eccome.

http://blogeko.iljournal.it/monsanto-rinuncia-a-distribuire-i-suoi-semi-ogm-in-europa-e-una-balla-sesquipedale/73511

 

Questa non è una primavera finanziata dagli oligarchi atlantici

chi lo dice ai turchi che i pacifinti politically correct sono stati i supporter più assidui della no fly zone contro la Libia e che la vogliono anche per la Siria? Chi lo dice ai turchi che proprio costoro spianano la strada alle guerre umanitarie atlantiste al grido bella ciao contro il dittatore “cattivo” secondo l’agenda di Washington?

Questa non è una primavera finanziata dagli oligarchi atlantici

“Noi, antimperialisti e socialisti turchi, vi preghiamo di sostenere questo movimento popolare contro l’oppressione, l’imperialismo e il capitalismo finanziario. Questa non è una primavera finanziata dagli oligarchi atlantici, questo è un movimento genuino per la difesa della nostra unica Patria, la Turchia.