Marcia No Tav del 29 giugno a Modane

Bonjour

En PJ  L’Invitation à la


MARCHE CONTRE LA  LGV LYON-TURIN

de MODANE à VILLARODIN-BOURGET (Savoie)

SAMEDI 29 JUIN 2013
Au programme :

13h Rassemblement en gare de Modane pour la marche
14h Départ en musique
16h Goûter & apéro tirés du sac au pied du Bourget
18h Concert & soirée festive

 Cette première marche  en Maurienne doit être celle de tous les opposants au Lyon-Turin. Venez nombreux !

 Voir également en PJ La motion votée par le conseil municipal du Bourget-Villarodin contre le projet

 cdlt

André Duplan du comité NO TAV Maurienne

 

I No Tav: “Un’estate di fuoco, faremo la guerra alla talpa”

 

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/06/14/news/la_minaccia_dei_no_tav_danneggeremo_la_talpa-61070486/

In un’assemblea Bussoleno uno dei leader del Movimento annuncia che sarà fatto ogni tentativo per bloccare l’arrivo della fresa che deve scavare la galleria a Chiomonte. E ha elencato le iniziative di lotta

Lo leggo dopo

I No Tav: "Un'estate di fuoco, faremo la guerra alla talpa"

I No Tav annunciano “guerra alla talpa” che dovrà scavare il tunnel nel cantiere di Chiomonte. E danno il via alla campagna estiva contro la Torino-Lione.  “Faremo almeno due grosse iniziative”, nei prossimi mesi contro la linea ad alta velocità.
“Li sfideremo al cantiere e proveremo a danneggiarlo”, promette Lele Rizzo, uno dei leader del movimento, che annuncia anche di volersela prendere con la talpa, la fresa per lo scavo che entrerà in funzione  in autunno. “Dobbiamo fare di tutto – dice – perché non arrivi”. La nuova dichiarazione di guerra è stata fatta in un’assemblea pubblica a Bussoleno, la scorsa notte, in occasione del campeggio No Tav. L’annuncio del prossimo arrivo della talpa a Chiomonte, era stato fatto una decina di giorni fa in occasione di una visita di giornalisti al cantiere. “Sarà protetta in ogni modo da possibili attentati e attacchi” avevano però spiegato i tecnici di Ltf.  

Giustamente: I “domiciliari” non si negano a nessuno

 Da il Fatto

di Bruno Tinti

  n BAMBOLE non c’è una lira, si diceva in tv negli anni   70. Che è poi il motivo per cui, da sempre, non si costruiscono carceri. Dal che consegue che i delinquenti devono essere scarcerati; ovvero e meglio, nemmeno ci devono entrare in prigione: non c’è posto dove metterli.   Per conseguire questo risultato è stato fatto molto nel corso degli anni e oggi delinquere è praticamente gratis nel 99% dei casi. Allo stato non si va in carcere se si è condannati fino a 6 mesi di prigione: si pagano 6.840 euro; fino a 1 anno (se non si può avere la sospensione condizionale della pena): libertà controllata, devi abitare nel tuo comune di residenza e farti vedere ogni tanto dalla polizia; fino a 2 anni (se non si può avere la sospensione condizionale della pena): semidetenzione, puoi farti i fatti tuoi di giorno e tornare a dormire di notte in prigione, insomma ti risolvono il problema dell’alloggio; fino a 2 anni: sospensione condizionale della pena: se per 5 anni non commetti un altro delitto la fai franca; fino a 3 anni: affidamento in prova al servizio sociale, ti trovano un lavoro e ti pagano; in cambio non devi commettere reati; che è un bel sistema per risolvere il problema della disoccupazione; fino a 4 anni: detenzione domiciliare, stai a casa tua, magari nella villa di famiglia e la Polizia (che non ha altro da fare) ti controlla ogni tanto; quando hai scontato metà della pena (ti hanno ficcato 15 anni e ne hai fatti 7 e mezzo): semilibertà che è come la semidetenzione, di giorno a spasso e di notte dormi in prigione   n A TUTTO CIÒ va aggiunto che, tra permessi vari e legge Gozzini (un anno di prigione sono 9 mesi perché, se non ti comporti male – non se ti comporti bene, se non fai troppo casino – ti abbuonano 3 mesi: per dire, 3 anni sono in realtà 2 anni e 3 mesi), le pene inflitte dai giudici diventano in pratica la metà: 10 anni sono poco più di 6, 20 poco più di 11 e via così. Perciò, quando si arriva (arrivava) a 3 anni, fuori di galerae, mi raccomando, state bravi.   Dovete sapere ancora un’altra cosa: i reati puniti con più di 6 anni di prigione sono pochissimi: droga, rapine, violenze carnali, sequestri di persona e, naturalmente omicidi.   Tutti gli altri, in particolare corruzione, frode fiscale, falso in bilancio, truffe, abuso d’ufficio, inquinamento, frodi comunitarie etc hanno pene massime tra i 3 e i 6 anni e, nella pratica, nessuno si becca più di 3 anni. Sicché delle prigioni conoscerà solo le cancellate esterne.   n PERÒ, ogni tanto, qualche persona dotata di spiccata capacità delinquenziale, potrebbe essere punita con pene intorno a 6 anni per questi reati, diciamo così, da classe dirigente, i celebri ricchi che rubano.   Roba da far tremare i polsi, qui si finisce in galera! Che problema c’è? Il nuovo governo di larghe intese ha proposto una legge (di cui, in questo momento di tranquillità economica e sociale, davvero si sentiva il bisogno): la detenzione domiciliare potrà applicarsi anche a pene fino a 6 anni. Parlamentari corrotti e mafiosi, presidenti di tutto un po’ (regioni, provincie, autorità, consigli di amministrazione …) gente che conta, statevene tranquilli: male che vada, se non avete una villa, un palazzo, un buen retiro da un paio di miliardi di euro, vi ospiteranno di sicuro i i vostri colleghi. Solidarietà, che diamine!

5 X MILLE I milioni sottratti alleOnlus

Da: il Fatto

  Lo Stato, l’anno scorso, si è fregato quasi cinque milioni di euro di proprietà delle circa 50mila onlus, enti di ricerca, associazioni e fondazioni che ricevono il 5xmille dai contribuenti. Da ieri la cosa è agli atti del Parlamento, anche se in termini meno diretti dei nostri.   Accade questo. Un deputato del Pd, il cattolico Luigi Bobba, aveva chiesto al Tesoro quanti soldi erano stati destinati dai cittadini al 5xmille e quanti effettivamente erano stati consegnati ai destinari. Ieri l’Agenzia delle Entrate ha risposto per bocca del viceministro Stefano Fassina: nel 2011 sommando tutte le scelte espresse dai contribuenti si arrivava a 487 milioni di euro. Problema: il 5xmille – che peraltro non è strutturale, ma viene rifinanziato di volta in volta – ha un tetto massimo a 400 milioni, quindi solo quei soldi sono stati effettivamente distribuiti secondo la percentuale delle scelte espresse. Un po’ spiacevole, ma normale visto che si è scelto di avere un tetto. Quindi onlus e soci hanno avuto 400 milioni? Non proprio: “In data 30 gennaio 2013 – ha spiegato un imbarazzato Fassina – la Ragioneria dello Stato ha comunicato che le risorse disponibili in bilancio sull’apposito capitolo 3094 corrispondevano a 395.012.422 euro”. E gli altri 4,99 milioni? Mistero. Si sa solo che la Ragioneria non li tirerà fuori e quegli altri non li prenderanno.

DOPO LE ELEZIONI – La sinistra dorme e B. ringrazia

Da; Il Fatto

 di Gianni Vattimo

  Ma davvero non c’è un cane nella sinistra che non condivida la valutazione di Brunetta, Cicchitto, Letta (Enrico, dico) e verosimilmente anche di Berlusconi e, manco a dirlo, Napolitano, circa i risultati delle ultime elezioni amministrative? Tutti davvero credono (vogliono far credere) che queste elezioni in cui “ha vinto la sinistra”, come dicono anche e soprattutto i forzaitalioti, siano una conferma della fiducia universale nelle larghe intese? A nessuno vienein mente che, invece di discutere vacuamente sui propri prossimi congressi di partito, e cioè invece di continuare a osservarsi l’ombelico (altro che gli scontrini di Cinque Stelle!) il centrosinistra, o quel che l’è, potrebbe finalmente fare accadere ciò che dovrebbe essere accaduto da qualche tempo: mandare in aria la pseudo maggioranza di governo proponendo finalmente qualche provvedimento significativo e non dettato solo dalle banche, magari annunciando l’appoggio alla deprecata mozione sul-l’ineleggibilità del cavaliere, costringendo il riluttante inquilino del Quirinale a indire nuove elezioni? Dobbiamo dunque aspettare che, complice la prudenza biblica del Capo dello Stato, Berlusconi abbia ancora una volta (e sempre per la stessa prudenza!) il tempo di rimettersi in forze portandoci alle elezioni quando giudicherà che gli faccia più comodo? Che cosa diavolo si aspetta?   LA LEGA è in rotta persino nelle sue roccaforti lombardo-venete; il Pdl idem; e anche la temuta forza dirompente del partito di Grillo si è molto smussata, sia per colpa degli infiniti dibattiti sugli scontrini, sia per il fatto, ben più concreto, che finora la forza elettorale di Cinque Stelle non ha prodotto nessun risultato – nemmeno la tanto attesa sospensione dell’inutile cantiere del Tav, in cui le mafie continuano a ingrassare a spese di un’Europa distratta che finge ancora di credere nel fantomatico“corridoio cinque” (da Lisbona a Kiev!) di cui nessuno, salvo il Pd, con i suoi Virano ed Esposito, si ricorda più.   Ebbene, in questa situazione che più favorevole alla “sinistra” (o quel che l’è) non potrebbe essere, gli Epifani, i Letta (anche lo zio, evidentemente), i Franceschini e compagnia si affrettano a dichiarare che l’esito delle elezioni (in molti sensi clamoroso, compreso l’astensionismo crescente) non avrà nessunriflesso sul governo, se non appunto l’effetto di rafforzarlo e di spingerlo ad adempiere con slancio rinnovato il suo disastroso lavoro. É più o meno questa la “spinta” che Epifani dice di aspettarsi dall’esito elettorale. Bei tempi quando la vecchia gloriosa Dc mandava in crisi i governi a ogni stormir di foglia elettorale, per lo spostamento di uno zero virgola per cento di voti nelle elezioni locali di qualche remota provincia italiana.   Ma noi no, noi abbiamo da preparare il congresso, magari con primarie e relativa ombelicale campagna – il che sarebbe una ragione sacrosanta in tempi “normali”. Ma i nostri tempi sono ormai così normalizzati da non sembrare più nemmeno “misura del cambiamento”, come diceva Aristotele.   A meno di non considerare cambiamento i sempre più vacui moniti del Capo dello Stato, voce che grida, o semplicemente sussurra, nel deserto della politica spoglia finalmente di ogni partigianeria perché affidata completamente alla ragioneria.

Il presidente Giorgio Napolitano   LaPresse