Uomini soli: Mattei ucciso dai francesi, De Mauro sapeva

Daniele Di Filippo 14.apr 2013
C’erano tre agenti segreti francesi, coperti dalla Cia e aiutati da manovalanza mafiosa, dietro la tragica fine di Enrico Mattei? Lo suggerisce il nuovo libro-inchiesta di Michele Di Salvo sulla tragica fine dell’uomo-chiave del “miracolo economico” italiano nel dopoguerra, Enrico Mattei: il presidente dell’Eni, schiantatosi col suo aereo il 27 ottobre 1962 a Bascapè sulle colline dell’Oltrepo Pavese, era decollato da Catania, dove il suo aereo era stato manomesso.
Poco prima, aveva tenuto il suo ultimo discorso pubblico, a Gagliano: dal nastro con la registrazione, poi fatto sparire, il giornalista siciliano Mauro De Mauro intuì che Mattei era pedinato. De Mauro scomparve a sua volta il 16 settembre 1970. Secondo Cosa Nostra, era giunto troppo vicino alla verità sulla fine di Mattei. Sulla scomparsa di De Mauro indagarono i carabinieri di Carlo Alberto Dalla Chiesa e i poliziotti di Boris Giuliano: entrambi gli investigatori furono a loro volta assassinati dalla mafia. “Uomini soli”, il libro di Di Salvo in formato ebook, illumina nuovi retroscena che coinvolgono gli Usa e la Francia nella morte dell’italiano più potente dell’epoca.
Chi fu a collocare una bomba da 150 grammi di tritolo sull’aereo di Mattei? Domanda senza risposta da cinquant’anni, annota Daniele Chicca su “Wall Street Italia”, che presenta la nuova inchiesta di Di Salvo. Solo dalla sentenza del 2012 sulla morte di De Mauro, sostiene il giornalista, emergono con chiarezza alcuni tasselli decisivi. La pista è siciliana: secondo Tommaso Buscetta e altri pentiti, De Mauro sarebbe stato strangolato – in presenza di Bernardo Provenzano – perché «stava indagando sulla morte di Mattei e aveva ottime fonti». Secondo lo stesso De Mauro, il questore Ferdinando Li Donni aveva ordinato alla Digos di indagare sul presidente dell’Ems, Graziano Verzotto: il capo dell’Ente Minerario Siciliano aveva incontrato De Mauro due giorni prima della scomparsa. Per Giuseppe Lo Bianco, autore con Sandra Rizza di “Profondo Nero” (Chiarelettere), libro in cui si lega il caso De Mauro a quelli di Mattei e Pasolini, proprio il presidente dell’Ems avrebbe indicato in Eugenio Cefis, numero due dell’Eni, un possibile mandante dell’omicidio di Mattei.
Anche secondo Michele Di Salvo, quello di Verzotto fu un ruolo-chiave, ma l’autore di “Uomini soli” punta sulla pista francese: secondo il Sisde, Verzotto era in contatto coi servizi segreti transalpini e riparò proprio a Parigi quando venne coinvolto nel caso Sindona. Lo stesso Buscetta riferì ai magistrati che la bomba sull’aereo di Mattei fu collocata dal boss Giuseppe Di Cristina, di cui Verzotto era stato testimone di nozze. Semplici manovali, secondo Di Salvo: gli uomini di Cosa Nostra potrebbero aver procurato l’esplosivo e controllato l’operazione sul terreno, ma solo degli 007 esperti avrebbero pouto agire con tanta perizia. Indizio fondamentale per il sabotaggio dell’aereo, il nastro sottratto a De Mauro: conteneva la prova che qualcuno, in Sicilia, era perfettamente a conoscenza degli spostamenti di Mattei, con precisione cronometrica, calcolando perfettamente il periodo in cui l’aereo sarebbe rimasto incustodito. Secondo il pm Vincenzo Calia della Procura di Pavia, Mattei venne tradito dalle istituzioni italiane e da soggetti interni all’azienda che guidava e che avrebbero ottenuto vantaggi dalla sua scomparsa: è la tesi sposata da Pasolini in “Petrolio”. Ora, il libro di Di Salvo amplia lo scenario: oltre a Cefis e alla mafia compare l’ombra dei servizi segreti francesi.
A compiere fisicamente l’attentato, racconta Di Salvo, sarebbero stati agenti della Oas, l’organizzazione terroristica anti-algerina, poi inquadrati nel dispositivo Nato conosciuto come “Stay Behind” e in Italia come “Gladio”. «Il sabotatore – afferma Di Salvo nell’intervista a “Wall Street Italia” – risulta essere lo stesso ingegnere che in Florida, per conto della Cia, ha addestrato emigrati cubani nel compiere attentati di simile natura», come quello contro l’allora ministro della Difesa di Cuba, Camilo Cienfuegos. L’analisi di Di Salvo scaturisce da una lunga ricerca sui 3 miliardi di finanziamenti pubblici Usa ai progetti per la cosiddetta “guerra digitale”, in particolare legati a fondazioni e grosse aziende per l’esportazione della “democrazia digitale”. Di Salvo si è imbattuto in una serie di collegamenti con alcuni personaggi protagonisti della guerra fredda: dopo mesi di riscontri e verifiche incrociate, è emerso uno scenario più complesso ed articolato rispetto a quanto sinora ricostruito nelle aule giudiziarie italiane.
Chi ha decretato la morte di Mattei lo ha identificato come uno dei grandi finanziatori dell’Algeria post-coloniale, l’uomo che avrebbe messo fine al sogno imperialista francese  in Nord Africa. La Cia, osserva Di Salvo, era ben consapevole del rischio dell’operazione: se si fosse scoperto che gli attentatori erano francesi, lo scandalo «avrebbe fatto cadere la presidenza De Gaulle». Impossibile dare un nome ai componenti del commando, almeno sino a quando non verrà desecretato, da parte francese, il fascicolo che rivela l’identità dell’”agente Laurent”. Tuttavia, i dati raccolti da Di Salvo sono sufficienti a lasciar emergere «uno scenario inquietante, in cui la Cia avrebbe razionalizzato tutta una serie di operazioni in Europa creando quella che poi sarebbe diventata la Gladio», struttura creata in chiave anti-Urss ma in realtà utilizzata per destabilizzare i governi democratici europei, in modo da «scongiurare qualsiasi indipendenza politico-economica rispetto agli Stati Uniti».
Il processo di Pavia si chiuse nel 2005 con l’archiviazione, nonostante 200 pagine di ordinanza che ammettono che l’aereo di Mattei esplose in volo a causa di una bomba. Nessun seguito, inoltre, alla notizia rilevata da Di Salvo: i cugini Nino e Ignazio Salvo, futuri capofila della corrente andreottiana in Sicilia, «ebbero l’incarico di pedinare Mattei». Furono i servizi francesi, attraverso Gladio, a ingaggiare la mafia? Se così andò, conclude Di Salvo, si potrebbe riscrivere l’intera “sceneggiatura” dell’epoca e rivedere in una chiave nuova una serie di rapporti internazionali, dalle «relazioni segrete tra Usa, Francia e Italia» alle manovre degli ambienti dell’estrema destra dei servizi segreti francesi. «Stesso discorso per l’episodio che vede i servizi di Roma dare l’input per interrompere le indagini sulla scomparsa di De Mauro, fino ad arrivare all’omicidio Sindona e alle operazioni di riciclaggio di denaro». Tutti punti oscuri, ripresi dall’inchiesta che Di Salvo ha dedicato alla sorte di quegli “uomini soli” così importanti per il destino del nostro paese.
(Il libro: Michele Di Salvo, “Uomini soli – La verità sulla morte di Enrico Mattei e Mauro De Mauro”, ebook in formato Kindle, 186 Kb per 16 pagine stampabili, acquistabile online su Amazon, euro 2,99).
fonte:Italian Irib
http://www.losai.eu/uomini-soli-mattei-ucciso-dai-francesi-de-mauro-sapeva/#sthash.cyHM02Tq.dpuf

Spese militari: non solo jet F35, ci stiamo armando fino ai denti

Che il governo – anzi i governi che si sono susseguiti dai tempi di Prodi all’attuale Letta – abbiano siglato e portato avanti un accordo per l’acquisto di decine di Jet F35 ormai lo sanni tutti: quando si sente parlare di spese militari, negli ultimi anni, generalmente nel mirino ci sono loro.

il “famoso” Jet F35
Ma in realtà i cacciabombardieri – pur essendo l’acquisto più oneroso – sono solo una parte delle nuove armi acquistate.

Nel Febbraio 2012 infatti, mentre montava la protesta per i Jet F35, il governo ha deciso di acquistare anche ulteriori cannoni semoventi da 155mm, pur avendone già uno stock di settanta.

cannone semovente da 155mm
Nell’estate dello stesso anno, mentre lasciava senza lavoro e senza pensione 390.000 esodati, il governo Monti ha stabilito che l’Italia non poteva non avere anche i tecnologicissimi (e costosissimi: 750 milioni di euro l’uno) “super jet” Gulfstream, definiti “le Ferrari della guerra aerea”. Per fortuna si sono accontentati “solo” di due esemplari, al costo di partenza di 1,5 miliardi.

Dopo aver acquistato armi terrestri e aeree, nel Gennaio 2013 il “Colonnello Bilderberghino” Mario Monti ha deciso di rinforzare anche le truppe del mare, assicurandosi ben 2 sommergibili da 2 miliardi di euro, di fabbricazione tedesca. La Merkel ringrazia. E l’ex Ministro Riccardi ci ha spiegato bene quanto ci tenesse Monti a compiacerla.

Ma non è finita. Estate 2013: praticamente nessuno ne parla, molti giornalisti probabilmente non lo sanno nemmeno, visto il silenzio generale e la “discrezione” con la quale si muove il governo PD-PDL-centro, che controlla tutti i mass media “mainstream”.

Ma nuovi armamenti sono in arrivo: dopo i cacciabombardieri, i cannoni, i super-jet ed i sottomarini, non potevano non acquistare anche elicotteri da “supporto logistico”:

Un contratto che prevede la fornitura di 16 elicotteri CH-47F Chinook, con opzione per ulteriori 4 esemplari. Il costo dell’operazione si aggira intorno al miliardo di euro, ed i primi elicotteri arriveranno in queste settimane.

Questo è quanto: mi astengo da inserire ulteriori commenti…

Alessandro Raffa per nocensura.com
http://www.nocensura.com/2013/06/spese-militari-non-solo-jet-f35-ci.html

Squali, draghi e speculatori

Risale lo spread Btp-Bund. La Bce comprerà titoli da 1 a 3 anni. E sull’ex Goldman Sachs si abbatte la tegola dei derivati, utilizzati per entrare nell’euro e che minacciano di peggiorare lo stato dei conti pubblici

di: Andrea Angelini
L’annuncio di Bernanke sull’intenzione della Federal Reserve di cessare dal luglio 2014 l’acquisto di titoli pubblici statunitensi ed europei ha provocato come era prevedibile il calo della quotazione dei Btp italiani, un rialzo degli interessi sulle future emissioni e un aumento del differenziale di rendimento con i Bund tedeschi. Mario Draghi ha cercato di spargere tranquillità, intervenendo a Berlino, ad un convegno della Cdu, il partito di governo di Angela Merkel,  con la quale ha stabilito da tempo un solido rapporto. Un legame fatto della difesa del rigore dei conti pubblici e del taglio della spesa, in particolare   quella improduttiva. Una linea che ovunque, nell’Eurozona come nell’Europa dei 27, ha finito per peggiorare gli effetti della recessione, far esplodere la disoccupazione e far cadere drasticamente la domanda interna.  Draghi ha cercato di atteggiarsi un po’ a banchiere “sociale”. Così, dopo aver difeso il principio del pareggio di bilancio, il presidente della Bce ha sostenuto che esso non può essere ottenuto facendo debiti. Della serie: se il disavanzo è ora al 2,9-3% rispetto al Pil, grazie a 13 mesi di “cura” Monti il debito è arrivato al 127%, ben 7% in più rispetto all’era Berlusconi. Si tratta forse di una polemica in famiglia tra Draghi e Monti, dovuta al fatto che entrambi hanno lavorato per Goldman Sachs? Agli esperti l’ardua sentenza. Così, a seguire, Draghi ha sostenuto che una ripresa economica nell’Eurozona è ancora possibile nella seconda metà del 2013. Ovviamente, l’intenzione era quella di far passare l’idea che se ciò si verificasse, sarà tutto merito dei suoi interventi “non convenzionali”, anticipazioni di cassa e altre varie, più i prestiti veri e propri fatti alle banche (1.000 miliardi di euro) nel periodo novembre 2011-marzo 2012 per fare prestiti alle imprese e alle famiglie, sostenere la domanda interna e fare ripartire la crescita economica. Tutti obiettivi rimasti sulla carta considerato che le banche si sono ben guardate dall’erogare prestiti e la stretta creditizia è perfettamente palpabile.
Con poco senso del ridicolo, Draghi ha parlato di “miglioramenti” dei mercati finanziari grazie anche al meccanismo dell’Omt della Bce che ha comprato titoli pubblici dei Paesi dell’Eurozona da 1 a 3 anni e ha calmierato lo spread tra Bund e Btp. Peccato che proprio nei giorni scorsi, a traino delle dichiarazioni di Bernanke, lo spread sia risalito a quota 300 punti dopo mesi di bonaccia in una fascia tra 260 e 270 punti. La Bce continuerà comunque ad essere “accomodante”. Termine che implica una politica di tassi di interesse bassi tale da convincere le imprese a indebitarsi e ad investire. Ma la carenza è stata quella delle banche che, finora, hanno utilizzato i soldi presi a prestito dalla Bce per ricapitalizzarsi e rifarsi delle perdite subite a causa di investimenti andati a male e di vere e proprie speculazioni. Di conseguenza la sperata ripresa manca del carburate essenziale per potersi attivare.

Quei derivati targati Wall Street
Se questo è il presente, a disturbare il passato di Draghi sta arrivando una grana non da poco. Quella di 8,1 miliardi di euro in titoli derivati che peseranno sui conti dello Stato. Titoli che nei Palazzi romani si sapeva che sarebbero venuti a scadenza ma che tutti avevano fatto a gara per occultare. E quel tutti ,sono i direttori generali del Tesoro, Draghi lo è stato dal 1991 al 2011, che avrebbero fatto passare sotto silenzio perché quei titoli erano stati sottoscritti per permettere l’entrata dell’Italia nel sistema dell’euro, tramite il meccanismo delle anticipazioni di cassa. Titoli che dovevano assicurare l’Italia da eventuali contraccolpi negativi dovuti ad oscillazioni eccessive sia dei cambi che dei tassi di interesse.

Titoli garantiti ovviamente dalle solite banche d’affari (e di speculazione) americane e da alcune europee, come quelle tedesche. Rischi che non si sono poi verificati ma che hanno comportato che tali titoli finissero per pesare sui nostri bilanci pubblici a causa della restituzione del capitale venuto a scadenza. E perché molti di questi derivati sono stati rinegoziati con clausole punitive per lo Stato italiano. Queste operazioni hanno così aperto buchi non da poco nei conti pubblici che i governi di destra e di sinistra hanno pensato bene di coprire facendo pagare agli italiani con un aumento indiscriminato della pressione fiscale. Nessuno dei governi è immune da responsabilità. L’aspetto più inquietante è comunque dato dal fatto che non pochi dei protagonisti italiani di questa vicenda, tra ministri ed alti funzionari dello Stato, e alcuni loro famigliari, hanno ottenuto consulenze pagate lautamente e incarichi di prestigio da quelle stesse banche che avevano emesso o garantito questi derivati. Insomma, tutta questa bella (si fa per dire) gente è stata premiata per aver asservito il nostro Paese agli interessi delle banche di Wall Street. Le stesse, è appena il caso di ricordarlo, che hanno speculato contro la lira nel 1992 a ruota di quel criminale di professione che risponde al nome di George Soros. Le stesse che hanno speculato in questi anni contro i nostri Btp e di riflesso contro l’euro. Le stesse che hanno aiutato la Grecia a truccare i propri conti pubblici in maniera tale da creare un euro con le gambe molli e pronto a crollare al primo attacco deciso. Fra queste anche la banca che gestisce buona parte del patrimonio personale dell’ex presidente del Consiglio.
Tutto questo dimostra che siamo di fronte non soltanto ad un gigantesco conflitto di interessi tale da far impallidire quello personale del Cavaliere. Ma al tempo stesso esso dimostra che tutte le forze politiche sono complici di questa rapina organizzata ai danni degli italiani e che tutte le chiacchiere che sono state diffuse a piene mani in questi due giorni sono soltanto fumo per coprire una realtà vergognosa. Monti è un ex consulente di Goldman Sachs, come lo sono stati Gianni Letta, Romano Prodi e il non compianto Tommaso Padoa Schioppa. Mario Draghi è stato per tre anni vicepresidente per l’Europa della Goldman Sachs.  Senza parlare di figli vari di altri gerarchi e gerarchetti piazzati in banche di prestigio come ringraziamento per il lavoro amichevole svolto dai padri. In ogni caso, adesso si parla di un danno per 8.1 miliardi di euro, a fronte di contratti per 31,7 miliardi, che verranno prelevati dalle tasche degli italiani che in tal modo si troveranno cornuti e mazziati.
Immediata è arrivata in giornata una precisazione del Tesoro, affidata una nota che afferma che non esisterebbe alcun pericolo per i conti dello Stato. La nota parla di “illazioni avanzate da alcune testate”, come il britannico Financial Times, e poi riprese anche da Repubblica. In ogni caso si tratta di una situazione preoccupante che ha suscitato l’interesse della Corte dei Conti che negli ultimi tempi sembra essersi assunta il compito di coscienza critica del sistema a fronte dell’assenza delle autorità di governo e di quelle di vigilanza. Il Tesoro ha negato che i derivati siano stati utilizzati per permettere l’entrata nell’euro ma non ha potuto negare che siano stati utilizzati. Sarebbe tutto un malinteso,  insistono da Via XX Settembre. E poi non c’è stata alcuna perdita e non ci sarà alcun aggravio per i conti pubblici. Vedremo.
Più abbottonata la Commissione europea che, nonostante tutto, non intende cambiare le proprie valutazioni sui disavanzi passati dell’Italia (nel 1995 era al 7,7% e nel 1998 era sceso al 2,7% proprio grazie ai giochetti con i derivati) e le previsioni sul futuro. Resta il fatto che la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo senza indicare il reato o gli indagati ma soltanto per accertare i fatti. Poi si vedrà.
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21714

 

Finte rinnovabili: centrali biogas super-sussidiate

L’elettricità in Italia sovrabbonda e i costi calano, ma continuano a spremerci con gli incentivi a centrali inutili… facendoci pagare più volte i rifiuti
di Francesco Buda e Roberto Lessio
In Italia possiamo generare tantissima elettricità, più del doppio di quanta ce ne serve, sia di giorno che di notte ed a costi più bassi. Come da tempo spiega Acqua & Sapone, il prezzo all’ingrosso della corrente in Italia è sceso,
grazie alle fonti rinnovabili vere, soprattutto il fotovoltaico. Per questo la nostra bolletta della luce dovrebbe diminuire progressivamente. Eppure è già in funzione un sistema per continuare a tenere alti i prezzi e che ci costringe a pagare più volte lo smaltimento di rifiuti e gli scarichi urbani depurati.
Si tratta del “biogas” da rifiuti urbani, l’ultima trovata per mungere le casse pubbliche con la scusa dell’ecologia. Nuovo nome, nuovi impianti, stessa solfa degli inceneritori e delle altre fonti cosiddette “assimilate” alle rinnovabili, come gli inceneritori o le mitiche centrali a metano “turbogas”. Impianti comunque inquinanti, anche se meno, e non veramente rinnovabili, ma considerati tali dalla normativa per fargli prendere incentivi pubblici da capogiro (circa 40 miliardi stimati finora),
sottratti alle fonti realmente pulite. Una enorme capacità produttiva sempre più alle corde, che deve cedere il passo ai kilowatt generati con fonti pulite per davvero: l’elettricità “Verde”, infatti, per legge dev’essere immessa e venduta prima di quella prodotta con le centrali “sporche” (carbone, petrolio, gas), che si ritrovano costrette a rimanere ferme per molte ore al giorno.
NUOVI IMPIANTI, VECCHI TRUCCHI  
Anche con il biogas, come con il furbesco trucchetto linguistico della “termovalorizzazione” e della “assimilazione alle rinnovabili”, si gioca con concetti e parole.
A spese della collettività. Di per sé il sistema è intelligente e valido: si tratta di impianti che da materiale organico estraggono gas (tipo metano) che poi viene bruciato per generare a sua volta elettricità. E sono di due tipi: quelli “sani” usano letame e altre deiezioni animali (allevamenti), mais e altri vegetali prodotti con coltivazioni dedicate, magari su campi un tempo abbandonati riportati a vivere. Queste materie hanno una resa energetica molto alta. Puntano insomma a massimizzare il processo ed i costi di produzione in un ciclo di emissione chiuso o quasi chiuso, con colture che tra l’altro riassorbono l’anidride carbonica prodotta dalla combustione della centrale biogas cui sono dedicati. Al contrario, l’altro tipo di centrali biogas replica la logica degli inceneritori. Sono alimentate con la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (scarti di cucina, potature), fanghi dei depuratori, carcasse di animali e altri scarti organici che hanno una bassa resa energetica (fanno poco gas), e perciò ci mettono anche carta, cartone, legname.
Guarda caso, sono proprio queste le centrali che stanno spuntando come funghi un po’ ovunque. Una cifra può chiarire: l’elettricità prodotta in questo modo rende 4 volte tanto rispetto ad una centrale a combustibile fossile. Per ogni megawattora prodotto, intascano la bellezza di 119,6 euro di sovrapprezzo, oltre i 77 euro a megawattora di prezzo ordinario fissato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Un surplus, pagato dai cittadini, di quasi il 156%!

E COSì PAGHIAMO PIÙ VOLTE LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
E così ci ritroviamo, come sempre, a pagare lo smaltimento dei rifiuti più volte: con la bolletta dell’immondizia, con la bolletta elettrica sulla quale pesano per il 7% gli incentivi al biogas, con il contributo Conai su tutti i prodotti che acquistiamo, con gli incentivi regionali per la raccolta differenziata, con la bolletta idrica con cui paghiamo già il trattamento dei liquami. E il costo sanitario a forza di respirare certi fumi. Non potendo più fare gli stessi affari coi nostri rifiuti attraverso gli inceneritori e superate le centrali “fossili”, ecco il nuovo modo per seguitare a spremerci continuando a trasformare in oro la nostra immondizia, spuntando prezzi migliori. Ma appare un controsenso continuare a proporre ed autorizzare centrali che usano i rifiuti urbani, quando questi invece andrebbero ridotti il più possibile – come impone l’Unione Europea – e quando la soluzione è nel riusare e riciclare quelli prodotti. Cose che rischiano di essere sabotate. Ad esempio, alle porte di Roma, vi sono progetti di centrali biogas a rifiuti che dovrebbero trattare quantità di organico ben superiori a quelle che i comuni dell’area producono. Dove prenderanno tutto quell’umido? E se faccio un impianto che guadagna coi rifiuti urbani, è chiaro che più immondizia si produce e meglio è. La logica opposta rispetto a quella della normativa nazionale ed europea e al buon senso. E per giunta dirottando immondizia su impianti che producono CO2. L’umido e gli altri scarti organici possono essere invece trasformati in buon terriccio (compost), e la carta può tornare a vivere come imballaggio, libri, giornali, ecc.
E PRODUCONO PURE RIFIUTI SPECIALI
Con il nuovo “bioinganno” si aiutano a vicenda le fauci di due lobby: quella elettrica e quella dei rifiuti, che continua così a controllare questo settore strategico, imponendo regole, costi e tempi. Non a caso, risalendo nella catena azionaria delle società proponenti impianti biogas che utilizzano proprio rifiuti urbani, sempre guardando solo il caso, troviamo dappertutto personaggi e gruppi che comandano nella gestione dell’immondizia. Le loro centrali servono solo a limitare l’espansione di fonti rinnovabili vere, a mantenere altissimo il costo di una bolletta elettrica che dovrebbe progressivamente scendere e a mitigare, o addirittura sabotare, la raccolta differenziata porta a porta ed il riciclaggio sano dei materiali. Con l’ulteriore beffa che negli impianti biogas entrano rifiuti normali ottimi per essere riciclati senza inquinare e ne escono rifiuti speciali (scarti FOS, frazione organica stabilizzata) da smaltire in apposite discariche, con costi molto più alti per la comunità.

Fonte: http://www.ioacquaesapone.it/

Ecuador rinuncia ai dazi preferenziali USA, e gli offre aiuti per i diritti umani

Secca replica alle minacce per l’eventuale asilo a Snowden

“Ecuador non accetta pressioni o minacce da nessuno e non commercia con i principi, né li subordina agli interessi mercantili, per importanti che possano essere”, ha detto il segretario per le Comunicazioni Fernando Alvarado, per il caso dell’agente del NSA Eduard Snowden.

L’Ecuador rispedisce al mittente pressioni e intimidazioni provenienti da Washington, in special modo le minacce del Congresso di sospendere alcune tariffe doganali preferenziali per le esportazioni agli Stati Uniti. Il governo di Quito rinuncia unilateralmente a questo accordo, si svincola con sdegno dal ricatto che mette sul piatto della bilancia sovranità, diritti umani e tariffe doganali. Il portavoce ufficiale ecuadoriano rincara e cala sul tavolo l’asso di bastoni della dignità.

“L’Ecuador offre aiuti economici agli Stati Uniti per 23 milioni di dollari all’anno, un importo simile a quello che abbiamo ricevuto dalle preferenze tariffarie, al fine di fornire una formazione in diritti umani ed evitare attentati alla riservatezza delle persone, torture, esecuzioni extragiudiziali, e altri atti pregiudizievoli per l’umanità “. Una vera e propria sberla morale.

 “Esprimiamo apprezzamento e rispetto al popolo nordamericano, che ha sempre mantenuto ottimi rapporti con noi, manifestiamo solidarietà per lo spionaggio di massa che deve subire”

Pd licenzia i dipendenti: li pagheremo noi

28-06-2013
Il Pd manda a casa i suoi dipendenti, e li pagheremo noi. Si inizierà dal primo luglio, quando 8 dipendenti del partito in Sicilia entreranno in cassa integrazione al 50%.
“La decisione è stata un gesto di imperio del tesoriere. Non può finire così”. Scrivono i dipendenti.
Ma è anche inconcepibile che la collettività debba pagare gli stipendi ai dipendenti del Partito Democratico.
Perché poi, è solo l’inizio. Mesi fa, il tesoriere del partito aveva annunciato: “La situazione non è drammatica ma certo con la nuova legge sul finanziamento ai partiti in discussione non c’è alcuna garanzia di evitare una riduzione delle entrate. E quindi sarà inevitabile un ridimensionamento dei costi strutturali e anche di costi del personale”.
Di riffa o di raffa, paghiamo sempre noi. O con i finanziamenti, o con la cassa integrazione.
http://voxnews.info/2013/06/28/pd-licenzia-i-dipendenti-li-pagheremo-noi/

 

Notifiche di Accettazione Condizionata: testimonianza di come evitare i soprusi del fisco

Posted By Dioni On 28 giu 2013.
Notifiche di Accettazione Condizionata per Banche, Istituti di Credito, Recupero Crediti, EquiItalia, Multe
Ormai è una marea montante. La consapevolezza che la NAC è uno strumento legale efficace contro i soprusi del sistema si sta diffondendo.
Gli indecisi, che increduli hanno aspettato che qualcuno più coraggioso di loro mettesse alla prova la NOTIFICA DI ACCETTAZIONE CONDIZIONATA del presunto credito, stanno cominciando ad avere prove del funzionamento. Molte di queste prove e testimonianze, spesso entusiastiche, sono sparse in gruppi Facebook e forum tematici.
Cercheremo di riunirne un certo numero per poter dare il giusto “corpo” ad un fenomeno, ormai inarrestabile, di cui sentiremo parlare molto presto anche nel Mainstream.
Dobbiamo solo attendere che qualcuno dei giornalisti si ricordi di essere tale e si decida a fare “il salto della quaglia”.
Jervé

La mia esperienza con la NAC
Sono Francesca, una persona che ha sempre avuto una buona gestione dei soldi. Non ho mai chiesto finanziamenti, mutui, prestiti, fidi su conti correnti, MAI. Sono sempre stata in grado di gestire quello che avevo nel migliore dei modi.
La mia vita scorreva “serena” ma un giorno ho scoperto di avere un tumore. Quella “serenità” non corrispondeva a quello che dentro di me stava esplodendo come un vulcano per farmi capire di guardare la mia vita da un’altra angolazione. Ecco che avvenne il mio personale RISVEGLIO.
Quello che prima poteva, in qualche modo andare bene ora era intollerabile. Sono  piano piano cambiata : lasciavo: sensi di colpa, pregiudizi, preconcetti, sensi di inferiorità che mi avevano fatto vivere in prigione da sempre. Stava nascendo una nuova Francesca, anzi quella Francesca era stata sempre lì, sotto le ceneri.
Dopo qualche anno, proseguendo la mia strada verso il risveglio, il mio matrimonio giunse al termine. Durante i miei due anni di interventi e cure naturali per estirpare il tumore, il mio ex marito aveva attinto ed esaurito il mio cospicuo conto dei risparmi senza dirmi nulla!
Dovetti richiedere la separazione giudiziale per farlo uscire dalla mia vita ed il suo rancore e odio nei miei confronti si trasformarono in, a oggi, otto anni di cause in tribunale. Mi piovevano atti di citazione da parte sua  per qualsiasi motivo: ero incredula.
Lui intanto si era spogliato di ogni bene e così era “intoccabile”. Venne condannato a risarcirmi i soldi “indebitamente presi” dal mio conto corrente con gli interessi, venne condannato a pagare il mio legale, venne condannato a pagare il CTU del tribunale, venne condannato a pagare le tasse di registro…… risultato? Non pagò NULLA. Ora però queste persone si rivalevano su di me e così dovetti pagare la parcella del CTU, la parcella di uno degli avvocati e qualche settimana fa l’Agenzia delle Entrate mi richiese la modica cifra di € 40.000,00 come DEBITORE SOLIDALE perché il mio ex non ha nulla!
Questa è stata la ciliegina sulla torta, ho detto “ORA BASTA, NON E’ POSSIBILE NON POTER FAR NULLA PER DIFENDERMI DALLE INGIUSTIZIE”.
Leggevo da qualche tempo articoli sul sito ICONICON POST, mi interessava molto quanto trattato: alcuni avevano dell’incredibile…..troppo belli per esser veri. A fine aprile, il mio compagno mi inviò, via mail, un articolo sulle NAC e mi disse “Credo ti possa riguardare”.
Ho lasciato “decantare” quella mail per una settimana, poi mi son sentita pronta: ho letto, approfondito, studiato questo  documento e ho richiesto informazioni più specifiche a Jervé, del sito di Iconicon Post che , prontamente mi ha risposto.
Mi diede fiducia sull’utilizzo della NAC, spiegandomi che doveva esserci però un’elaborazione personale profonda prima di inviare la mia prima NAC.
Così inviai la mia prima NAC all’Agenzia delle Entrate richiedendo della documentazione inerente il mio “presunto” debito nei loro confronti. Mi risposero OLTRE il quindicesimo giorno, termine da me richiesto, ma ritirai comunque la loro raccomandata. Quando aprii la loro lettera, mi venivano date delle risposte molto vaghe solo a proposito degli interessi da loro calcolati. Di tutta la documentazione legittimamente richiesta….nulla, il vuoto.
Così mandai la mia seconda NAC di sollecito e, come per magia  sono letteralmente SCOMPARSI, EVAPORATI, SCIOLTI COME NEVE AL SOLE!!!
Dopo l’invio di due  circostanziate NAC, il loro credito nei miei confronti è inesigibile e se dovessero proseguire potrebbe configurarsi il reato di estorsione.
La  consapevolezza è  cresciuta sempre più e la mia determinazione nel comportarmi come un ESSERE SOVRANO è sempre più forte grazie anche al mio compagno e a persone illuminate che si mettono al servizio del prossimo come Jervé.
GRAZIE DI CUORE
Francesca

Ecco la risposta della Agenzia delle Entrate che omette di fornire i dati richiesti da Francesca che ha usato la versione classica della NAC, fornendo unicamente riepilogo del metodo di calcolo con cui è giunta a determinare l’ammontare della somma richiesta, ma non facendo alcuna menzione specifica a prove documentali circa l’esigibilità legale del credito.
Ora in chiusura una importante precisazione, che tutti devono sapere:

La Cassazione Civile Tributaria n. 4516 del 22 febbraio 2012, stabilisce che la cartella di pagamento non può limitarsi a riportare la cifra globale degli interessi dovuti. Al contrario, in essa deve essere indicato come si è arrivati ad un dato calcolo, specificando le singole aliquote a base delle annualità prese in considerazione. L’operato di Equitalia non deve risultare ricostruibile soltanto attraverso difficili indagini che non competono al contribuente, perché se così fosse, risulterebbe violato il diritto di difesa del destinatario dell’atto.
La Cassazione ha precisato che sono illegittimi tutti gli atti di riscossione notificati dopo giugno 2008, se privi dell’indicazione della base di calcolo degli interessi: quindi sono tutte illegittime le cartelle Equitalia notificate dopo giugno 2008.
Fonte http://www.iconicon.it/blog/2013/06/nac-ancora-una-bella-testimonianza/

Per approfondire su cosa sono e come usare le NAC vedi http://movimentosovrano.blogspot.it/2013/06/tutto-sulle-nac.html
http://www.dionidream.com/notifiche-accettazione-condizionata-testimonianza-evitare-sopprusi-fisco/

BOMBA DERIVATI: ora indaga anche la procura

Esposto di Adusbef e Federconsumatori a 10 procure: va fatta luce sulla bomba ad orologeria pronta ad esplodere nel bilancio di stato ed enti locali. Intollerabile che banche e Tesoro facciano profitti su contratti fraudolenti.

ROMA (WSI) – Non basta che il Tesoro chiarisca tutti gli aspetti dell’oscura vicenda degli strumenti finanziari sottoscritti durante la rincorsa all’euro, la procura deve aprire un’indagine per fare piena luca sulla bomba a orologeria pronta a esplodere nel bilancio di stato ed enti locali. Incombe lo spauracchio di almeno 8 miliardi di perdite, una somma pari all’intero fabbisogno diun punto di Iva ed Imu prima casa.

Le associazioni a tutela dei consumatori Adusbefe Federconsumatori hanno presentato un esposto a 10 procure dela Repubblica, per chiedere che sia fatta giustizia, sottolineando come non sia piu’ tollerelabile che “banche d’affari e tecnocrati del Tesoro facciano profitti su contratti fraudolenti”.
I derivati acquistati dai vertici del ministero delle Finanze per 160 miliardi di euro negli Anni 90, quando il numero uno della Bce Mario Draghi era direttore generale del Tesoro (ministro dell’Economia era Azeglio Ciampi e governatore di Bankitalia Antonio Fazio) per rientrare negli obiettivi di deficit fissati dalle autorita’ europee, sono stati rinegoziati nel 2012 perché le banche avevano l’esigenza di ridurre il rischio rappresentato dal nostro Paese.
“Per fare piena luce sui metodi opachi, analoghi a quelli praticati dalla consorterie da parte del ministero dell’Economia, nell’occultare perfino alla Guardia di Finanza ed alla Corte dei Conti i contratti sui derivati tossici, alcuni ristrutturati all’apice della crisi finanziaria nel gennaio 2012, che avrebbero causato una perdita di almeno 8 miliardi di euro, pari all’intero fabbisogno di un punto di Iva ed Imu prima casa”, Adusbef e Federconsumatori hanno chiesto, in esposti denunce, di aprire un’indagine ad alcune Procure della Repubblica, tra le quali Milano, Roma, Firenze, Palermo, Trani.
Dopo l’allarme lanciato dal Financial Times, sottolinea Adusbef in una nota, emergono risvolti preoccupanti per i conti pubblici rispetto ad una quantità di derivati sottoscritti, “la cui ristrutturazione dei contratti avrebbe permesso all’Italia di ratealizzare i rimborsi alle banche, pagando su un periodo più lungo”.
Adusbef e Federconsumatori ricordano che il governo Monti “in soli sei mesi riuscì a ristrutturare contratti per 30 miliardi di euro, consolidando 8,1 miliardi di perdite, sborsando cash oltre 2,5 miliardi di euro a Morgan Stanley, dove lavora l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco ed il figlio di Mario Draghi, potente presidente della Bce e direttore generale del Tesoro tra il 1991 ed il 2001, prima di essere arruolato da una delle banche d’affari che ha appioppato derivati tossici”.
“Negli esposti, dopo aver chiesto di indagare sui tecnocrati che hanno prosperato attorno al Ministero del Tesoro, quali Draghi, Grilli, La Via, ed altri furbetti fomentati dalle banche d’affari, che poi hanno ripagato i ‘civil servant’ con lavori o consulenze lautamente pagate”, Adusbef e Federconsumatori hanno chiesto di sequestrare i contratti derivati i quali, analogamente a Santorini ed Alexandria del Monte dei Paschi di Siena, sono stati ristrutturati con perdite rilevanti per lo Stato.
La nota si conclude sottolineando “il gravissimo danno causato dalle banche di affari”. Tra queste Goldman Sachs, che ha poi assunto Mario Draghi nei primi anni novanta; Morgan Stanley, che ha cooptato l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco; Credit Suisse, che ha arruolato l’ex direttore e poi ministro Vittorio Grilli, in un sistema di porte girevoli con il ministero dell’Economia.
“In una fase di crisi drammatica per milioni di famiglie italiane e di giovani senza futuro”, le due associazioni chiedono ai procuratori “di individuare i responsabili del disastro derivati ed i relativi danni che hanno causato sui conti pubblici, stante tutte le clausole peggiorative, con finestra temporale a oggi, sarebbero già state esercitate con enormi vantaggi esclusivi alle controparti bancarie”.

http://www.altrainformazione.it/wp/2013/06/27/bomba-derivati-ora-indaga-anche-la-procura/#sthash.TsecnAsC.dpuf

I Satelliti possono modificare il clima. Ecco il brevetto

Posted By Dioni On 27 giu 2013.
Quello che segue è la dimostrazione tramite osservazioni e brevetti della capacità di modificare le jetstreams e quindi il clima globale artificialmente. Questo è un apparato per modificare le condizioni meteorologiche, attraverso un fascio di microonde sparato da un satellite verso le correnti a getto. Sappiamo come molti brevetti siano in ritardo sulle applicazioni di natura strategica. Il Solar power satellite è un indizio di quei sofisticati impianti, ubicati sia a terra sia nello spazio, con cui i militari stanno devastando i biomi? E’ molto probabile.
Le correnti a getto o jet streams sono flussi ad altissima velocità (circa 20-30 metri al secondo) che si generano tra stratosfera e troposfera, con direzione da ovest ad est, ad altitudini comprese tra 6 e 15 kilometri. La presenza di notevoli variazioni di temperatura in relazione alla latitudine determina forti correnti lungo i paralleli. Tra le jet streams, occorre citare quella subtropicale: essa varia in rapporto alla stagione per quanto concerne sia la posizione sia l’intensità, mentre la quota resta pressoché immutata, intorno ai 12 kilometri. Un’altra corrente a getto è quella associata al fronte polare: tale flusso può cambiare sia la sua posizione sia la direzione. A questo getto sono correlate le perturbazioni che interessano le medie latitudini.

Da tempo si sa che tale corrente non è solo un vento, ma anche una sorta di antenna lungo la quale si propagano impulsi elettromagnetici, come, ad esempio, le onde di risonanza Schumann. È altresì accertato che è usata dai sistemi H.A.A.R.P.

Ecco come è presentato il brevetto cui si accennava.

“Solar power satellite è un sistema che è in grado di dirigere un fascio di microonde, comprese tra 50 e 100 GHz ed in grado di riscaldare le correnti a getto.

[…] La loro posizione è determinata da differenze di pressione tra grandi masse d’aria. Le principali correnti a getto sono venti occidentali sia nell’emisfero settentrionale sia nell’emisfero meridionale. Il percorso della corrente ha in genere una forma sinuosa.

Questi flussi incidono sui sistemi ciclonici nei livelli inferiori nell’atmosfera e così la conoscenza del loro corso è diventata una parte importante delle previsioni meteorologiche. Le correnti a getto svolgono anche un ruolo importante nella creazione di supercelle, i sistemi di tempesta che determinano gli uragani. Grandi siccità ed inondazioni possono essere associate con la jet stream, quando essa rimane ferma per settimane. (E’ quello che è accaduto in Russia ed Ucraina, cfr infra, n.d.r.) Il Satellite Jet Stream Solar Power è un satellite adatto ad un doppio uso che può concentrare energia a microonde in una corrente a getto o per cambiarne la posizione o per impedire che resti stazionaria per un lungo periodo di tempo”.

I vantaggi derivanti dall’impiego di questo sistema satellitare sono i seguenti: la possibilità di ridurre le inondazioni, combattere la siccità, i cicloni, combattere gli effetti del riscaldamento globale.”

Intanto anche qualche meteorologo dei media mainstream si è accorto di alcune anomalie. All’interno di Channel4, reperiamo le seguenti istruttive informazioni.

“I monsoni superpotenti confondono i meteorologi. Il corrispondente scientifico Tom Clarke ricorda che la jet stream è molto importante nella determinazione di modelli meteorologici di ampio raggio. Il flusso attuale risulta spaccato in due. Un braccio si è diretto verso nord, l’altra diramazione a sud. Il lembo in mezzo è occupato dalla zona in cui si è manifestata la siccità, la regione della Russia. La circolazione d’aria si è bloccata sulla Russia per molto più tempo del normale, causando le temperature estreme e gli incendi. Ciò che sta avvenendo in Pakistan è ancora più strano. Il braccio meridionale del flusso è avanzato tortuosamente e, valicato l’Himalaya, si è rivolto nel Pakistan nord-occidentale. Gli esperti presso l’Ufficio meteorologico riferiscono che questo è molto insolito. Il risultato è che il movimento rapido e vorticoso della jet stream ha contribuito a ‘succhiare’ il caldo umido dell’oceano, generando monsoni ancora più veloci e più elevati nell’atmosfera rispetto a quelli usuali. Tale configurazione atmosferica ha provocato piogge torrenziali: così copiose non si ricordano a memoria d’uomo”.

Fonte http://www.tankerenemy.com/2010/08/la-manipolazione-delle-jet-streams.html