M5S. Chi è debole di stomaco rimetta il mandato

Grillo critica i “cittadini” che sono caduti nel tranello del Pd e indica come punto centrale il rispetto delle regole 

michele mendolicchio

L’inizio non è proprio rassicurante. Con il voto dei presidenti di Camera e Senato anche il M5S dimostra di essere molto simile agli altri. La foglia di fico del voto di coscienza non può essere utilizzata per nascondere la propria incapacità a gestire delle emozioni, dei richiami di appartenenza. Se c’è della sintonia con il Pd o il Pdl non c’era mica bisogno di candidarsi nel 5 Stelle. Il movimento di Grillo è nato per essere diverso dagli altri non per fare le stesse cose o per essere una costola dell’uno o dell’altro. E poi le regole vanno rispettate. Se uno si avvale del voto di coscienza il movimento non ha più alcun senso. “In gioco non c’è Grasso ma il rispetto delle regole del M5s. Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato deve mantenere la parola per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori”. Questo il giudizio di Grillo. Fare di volta in volta delle scelte sui contenuti o a seconda di chi le propone diventa un esercizio in piena libertà che poco ha a che fare con un progetto unitario e diverso. Anche il plauso alla nomina della Boldrini e di Grasso lascia poco spazio alla diversità. Quando si vota si finisce immancabilmente per essere accomunati all’uno o all’altro. E questo è indice di fallimento non certo di segnali di democrazia. “La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore”, questo il commento aggiuntivo del comico genovese. I 15-17 voti in libertà a favore della candidatura di Grasso rappresentano un brutto segnale di contiguità. Il M5S ha preso i voti per un mandato molto chiaro: tutti a casa. Invece una buona dozzina di grillini ha preferito prendere parte alla corrida. “La coppia senatoriale è stata decisa a tavolino dal Pdl e Pdmenoelle. I due gemelli dell’inciucio sapevano perfettamente che Schifani non sarebbe stato eletto”. Solo alcuni esponenti del 5 Stelle non l’avevano capito. Purtroppo sono caduti nella trappola dell’inconscio dualismo tra il bene e il male. Non è certo Grasso a rappresentare il bene e Schifani il male. E i cittadini del 5 Stelle non si debbono assolutamente sentire come dei purificatori. L’esorcismo lasciamolo fare ai preti.   
“I capricci di Monti che per ripicca aveva minacciato di votare Schifani erano una pistola scarica. I giochi erano già fatti per mettere in difficoltà il Movimento 5 Stelle”. E così è stato. L’applausometro alla Boldrini e il voto a Grasso non è stato un bel segnale di diversità.  
Il Paese non ha certo bisogno né di una nuova madre Teresa di Calcutta né della reincarnazione di un novello Padre Pio. Se dei  discorsi mielosi e piena di retorica dell’uno e dell’altro riescono a far breccia nei cuori dei 5 Stelle allora vuol dire che dentro c’è davvero poco. Per elevare gli ultimi occorre mettersi alla guida della locomotiva, altrimenti si resta tutti a terra. Non è certo con i buoni sentimenti che si cambia il mondo. Chi si è lasciato adulare dalle parole dei nuovi predicatori dovrebbe dare le proprie dimissioni. Quando si entra a far parte di un gruppo poi bisogna pure attenersi alle regole, altrimenti si diventa come gli altri. I casi di coscienza non si possono tollerare in alcun modo. Non sei d’accordo? Ti dimetti. Ed è quello che dovrebbero fare coloro che hanno votato Grasso e la Boldrini. “L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti -così si legge sul codice di comportamento- anch’essa a maggioranza”. Chi si piega al sentimentalismo non ha alcun diritto di rappresentanza. Sono stati mandati in Parlamento perché diversi non per essere una fotocopia. Le debolezze non sono un bel messaggio di diversità. Intanto uno dei senatori sensibili alla parola dei nuovi predicatori del bene contro il male si è detto pronto alle dimissioni. “Se si cercano i colpevoli di alto tradimento ai principi del M5S, ecco, uno l’avete trovato”, così Vacciano offre il suo petto. Francamente la prima cosa che uno dovrebbe fare è dimettersi e poi giustificare il suo operato. Invece Vacciano fa il contrario. Il M5S non è entrato in Parlamento per fare distinzioni tra Grasso e Schifani ma per rompere con un sistema. E soprattutto per ridare slancio e sviluppo al Paese, non certo per patetici slogan di uguaglianza e fraternità che spettano ai preti e ai missionari.
Se diventa salutare la parola di una come la Boldrini allora il Paese è destinato alla povertà assoluta, altro che miglioramento delle condizioni degli ultimi. Il Paese non ha bisogno di una missionaria istituzionale ma di chi mette le sue idee per la crescita e lo sviluppo.
Dunque al primo impatto il M5S dimostra di non avere nervi saldi e coesione. Ora si attende il passaggio successivo: il voto di fiducia. Se anche in questo caso ci sarà un voto di coscienza allora il 5 Stelle è destinato a vita molto breve.
 
 
19 Marzo 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19734

M5S. Chi è debole di stomaco rimetta il mandatoultima modifica: 2013-03-21T05:22:00+01:00da davi-luciano
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