Economia di plastica

eppure c’è gente, tra politici ed economisti ma anche tra chi si professa essere paladina della controinformazione, che ritiene che iniettare liquidità nel sistema bancario automaticamente finisce l’austerità per tutti. Vedi tendopoli in Usa come aumentano. La Germania è l’unica che si oppone a questo piano, ossia iniettare soldi alle banche che i media fanno credere regaleranno a loro volta alla gente ed ai governi affinché interrompano l’austerità. Quindi la Germania è un demone perché nega i soldi alle “gente”, anche se i soldi come dimostrano gli anni di QE della FED  AL POPOLO USA NON E’ ARRIVATO.

Ma tanto siamo abituati a credere alle favole.

 Scritto il 3 settembre 2014 alle 09:16 da Danilo DT

Rich-Man

Che frenesia, che emozione, quasi mi tremano le gambe. Mancano circa 30 ore al discorso diMario Draghi post Meeting BCE… Pensa se ci regala un nuovo quantitative easing ma stavolta europeo! Torna a salire tutto. I BTP anche se ora sono stracari saliranno ancora. E l’equity non potrà che andare su! Inoltre forse taglia i tassi e li porta allo 0.05%. Cioè tasso ZERO. Evviva evviva! E poi comunque arriva il TLTRO.

Per farla breve abbiamo la concreta possibilità che il mondo della finanza, o dell’economia di plastica come mi piace chiamarla, possa continuare la sua gloriosa ascesa verso l’Olimpo del nulla, generando nuovi guadagni artificiosi.

Ma attenzione, oltre a quel mondo patinato che poi, alla fine, non ci appartiene nemmeno troppo, ce n’è un altro. Quello del contadino che il mattino si alza per lavorare nei campi, quello dell’operaio che a stento riesce a tenere il suo posto di lavoro, quello del commerciante che continua a farsi i conti e non sa se tenere duro o se chiudere.

Insomma c’è anche il mondo dell’economia reale, quello che necessita di interventi non tanto della BCE ma soprattutto dei governi, quello che è soffocato dalla pressione fiscale e dalla burocrazia, quello che subisce la deflazione e il crollo degli acquisti. Quello che è sempre stato l’unico vero indicatore dello stato di salute di un sistema economico. Ma oggi non è più così. Sembra che la priorità sia altrove, nell’economia di plastica, appunto.

Badate bene, non voglio criminalizzare nessuno con questo post, anzi. Secondo me la cura corretta deve essere quella guidata da un intervento bipartisan, equilibrato, sia dall’una che dall’altra parte. Però, sia ben chiaro, chi oggi è veramente con l’acqua alla gola non è il mondo della finanza ma quello dell’economia reale. Guardatevi il benchmark più tradizionale per il mondo bancario, ovvero l’Euribor. Signori siamo ad un passo dallo zero. Vi sembra che ci sia pressione di un qualche tipo?

Euribor ed i suoi fratelli

EURR002W Index (ECB Main Refinan 2014-09-03 08-22-59

Quelli di cui occorre preoccuparsi adesso, sono questi dati.

NEGOZI -chiusura

“Ancora un semestre molto negativo, da cui il commercio esce con le ossa rotte. Nei primi 6 mesi del 2014, stimiamo che il settore nel suo complesso abbia perduto circa 2,2 miliardi di euro di fatturato. E per le imprese commerciali è sempre più difficile sopravvivere: tanto che, ormai, un’attività del commercio su quattro vive meno di tre anni“. È quanto calcola Confesercenti che commenta così i dati Istat relativi alle vendite al dettaglio di giugno. (…) L’associazione di categoria segnala un altro dato allarmante: molti esercizi chiudono definitivamente approfittando della sosta estiva. Così, in sordina, spariscono soprattutto bar e ristoranti, librerie e negozi di abbigliamento. Tra luglio e agosto, per ogni nuova impresa commerciale che è stata avviata, ben due sono invece, defunte. A giugno 2014 più del 40% delle attività aperte nel 2010 – quasi 27mila imprese – hanno chiuso bruciando investimenti per 2,7 miliardi di euro. (…) “ I saldi estivi si sono rivelati un flopcompleto: il Codacons stima che le vendite si sono ridotte di un 5-8%. Ogni famiglia italiana ha speso al massimo 65 euro. (Source) 

E poi ancora…

Nel 2014 due famiglie su tre hanno ridotto non solo la quantita’ della spesa alimentare, comperando sempre meno, ma anche la qualita’, rinunciando alle marche e dirottando gli acquisti su beni piu’ economici. Lo afferma il Codacons, che lancia l’allarme in merito all’alimentazione dei cittadini.  (Source)

Questa è l’economia che conta. Non quella di plastica. E credetemi, 1000 giorni sono un eternità per chi ha bisogno di aiuto entro…ieri…

Chiudo con quello che deve diventare il leitmotiv…

STAY TUNED!
 
Economia di plasticaultima modifica: 2014-09-06T13:37:32+02:00da davi-luciano
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