Archivi giornalieri: 23 giugno 2014
Lo Stato Islamico di Iraq e il Levante e quei conti che non tornano
La fondazione di D’Alema intasca 3 mln di euro all’anno di fondi pubblici
Il nuovo ‘manifesto’ per il cambiamento in Europa è un peggioramento del vecchio + Il maestro Padoan spiega, gli allievi francesi prendano nota
Questi due articoli sono da “abbinarsi” in quanto si riferiscono alla solita stantia litania delle riforme, presentate come inedite ….Padoan le va a spiegare ai francesi….ora i contratti sono troppi…..ma prima era indispensabile fare riforme per introdurne quanti più tipi possibile sennò non ripartiva il lavoro, ora il contrario….questi sono i tecnici responsabili
Il problema quindi di chi NON MANGIA E SI SUICIDA PERCHE’ NON SA DI CHE VIVERE NON E’ UNA PRIORITA’, COME SE LA DISOCCUPAZIONE FOSSE TALMENTE IRRILEVANTE CHE SI TRATTA DI POCHI CASI SFORTUNATI. CRIMINALE!!I IL SISTEMA DI SUSSITI è INEFFICACE, e questo è vero. E come pensa di risolverlo? Cancellarlo anche a quei pochi che rientrano nei requisiti per riceverlo?
Il nuovo ‘manifesto’ per il cambiamento in Europa è un peggioramento del vecchio
domenica, 22, giugno, 2014
Sarà pronto al massimo dopodomani e sarà il programma della nuova Commissione Ue. Il documento cui lavora Van Rompuy si intitola – si apprende – “Agenda for the Union in times of change”: la parte più importante, almeno per Roma, è “A Union of jobs, growth and competitiviness”, mirata a sostenere ripresa e occupazione, dando fiato agli investimenti.
Un documento, quello su cui sta lavorando Herman Van Rompuy – che ha ricevuto dall’ultimo vertice Ue il mandato di mediatore nella difficile partita delle nomine – cui è legato, almeno per l’Italia, il risiko delle poltrone europee. Sul lavoro finora portato avanti dal presidente uscente del Consiglio europeo e sui cui gli sherpa delle varie cancellerie sono in queste ore al lavoro per limare il testo, ci sarebbe – secondo fonti che seguono il dossier – un ok di massima di Roma che però “stressa” sulla necessità di dare spazio agli investimenti privati ed al mercato unico dell’energia.
Due elementi fondamentali, rispettivamente per la crescita e la competititività. Sul delicatissimo nodo del rigore, della finanza pubblica, non si punterebbe all’introduzione di un vago concetto di ‘flessibilità’ – che rischierebbe di aprire margini di manovra difficili da gestire anche negli equilibri europei – ma bensì a quello più circostanziato dell’utilizzo dei margini di manovra, già previsti dal Patto di Stabilità e Crescita, per quanto riguarda le riforme strutturali. Tenere cioè in considerazione, nei tempi di rientro nei parametri imposti, dei costi delle riforme strutturali, chieste proprio dall’Europa.
. Al momento sono al lavoro le diverse cancellerie europee. I contributi per l’Italia sono quelli del ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei Sandro Gozi. Quello che ne dovrebbe risultare e’ un ‘manifesto’ per l’Europa che vuole cambiare e che nasce dal colloquio tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel al G7 di Bruxelles.
Van Rompuy, nel documento, sembra aver fatto sua l’impostazione proposta dal premier italiano, prima il metodo e solo dopo i nomi. L’obiettivo: arrivare al vertice di Ypres, il 26 giugno, con un testo il piu’ possibile condiviso sia dallo schieramento progressista che da quello popolare. Ma soprattutto, restituire l’immagine di un’Europa che mostra di aver compreso il messaggio arrivato dal voto del 25 maggio su cambiamento e crescita.
http://www.imolaoggi.it/2014/06/22/il-nuovo-manifesto-per-il-cambiamento-in-europa-e-un-peggioramento-del-vecchio/
“l’Europa che vuole cambiare e che nasce dal colloquio tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel al G7 di Bruxelles.”
ma non ci stava lavorando Van Rompuy da solo?
“Un documento, quello su cui sta lavorando Herman Van Rompuy”
si certo questo manifesto sarebbe il parto di questi due, il Bilderberg si è appena riunito per niente. IL CFR lo sà? Ed alla Trilateral questi “due” erano sfuggiti di mano, si sono addirittura riuniti in segreto ad elaborare piani così in contrasto con quelli di tutti gli altri massoni banchieri……
Quindi Renzi e la Merkel si riuniscono in segreto e Van Rompoy prendeva appunti e ne ha fatta la sua agenda?
Allora se pensano agli “investimenti”, cioè rubinetti aperti, addio austerità?
La “strega del Nord” si è ammorbidita ed ora ci attende un futuro di lavoro, crescita e competitività???
Nessun rigore?
Pare il patto per la crescita siglato anni addietro tra sindacati e Confindustria….
“Tenere cioè in considerazione, nei tempi di rientro nei parametri imposti, dei costi delle riforme strutturali, chieste proprio dall’Europa.”
ah ecco, rigore e crescita.
E competitività, cioè? Se il portoghese stira per 3 euro l’ora il greco offre a 2,50 e l’italiano a due????
PAROLA D’ORDINE: COSTRUIRE DRONI CATTIVI | I N T E R M A T R I X
Pubblicato da BOJS – LION OF YAHUDA venerdì 20 giugno 2014
Skunk è un drone anti-sommossa dotato di quattro lanciatori di paintball, ma può impiegare anche proiettili e munizioni di ogni genere
I primi 25 modelli saranno forniti quest’estate all’industria dell’estrazione mineraria, dove spesso si registrano scioperi violenti. Ogni Skunk completo costerà circa 340mila euro (CHI PAGHERA’? LO SAPPIAMO BENE CHE SONO SEMPRE SOLDI PUBBLICI)
Cyber-drone con GoPro: stabilisci qual’è il “target” e lui fa da solo
Dopodiché il drone volante fa tutto da solo: evita ostacoli, si muove in aria, accelera e rallenta, eccetera. Il suo unico obiettivo è tenervi al centro della scena, come avete stabilito via app.
L’ultima nota curiosa è che è ancora disponibile il kit fai-date-te. Per 299 dollari vendono il dispositivo di guida automatica e i file che consentono la stampa 3D del drone.
A parte il potenziale legato all’intrattenimento è evidente …(!) che HEXO+ potrebbe essere usato in occasioni diverse. Immaginate in campo giornalistico magari durante una manifestazione oppure in sede di reportage. E che dire poi in ferie, mentre si fa una camminata in montagna, oppure ancora in barca a vela durante qualche manovra.
E che dire se usato per scopi di “Ordine Pubblico”? Vi inseguirà fino a casa!
E non finisce ancora quì..
Robot Raptor: corre come un dinosauro e batte Usain Bolt
Pagati da Mosca ?
Chi non vuole il fracking in Europa è un agente della Russia. Sembra incredibile, eppure il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen ha detto proprio così. Se non fosse ridicola, sarebbe un’accusa molto grave.
Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, non teme di essere accusato di caccia alle streghe. Durante un discorso alla Chatham House, a Londra, si è lanciato a dire che la Russia sostiene dietro le quinte organizzazioni ambientaliste che fanno campagna contro l’estrazione di gas di scisto con il fracking, nel tentativo di danneggiare gli interessi europei.
Ha parlato di un complotto. «Ho incontrato alleati che possono riferire come la Russia, nell’ambito delle sue sofisticate operazioni di informazione e disinformazione, ha stretto rapporti attivi con cosiddette organizzazioni non governative – organizzazioni ambientaliste che lavorano contro il gas di scisto – allo scopo di mantenere la dipendenza europea dall’importazione di gas russo», ha detto Rasmussen. Quando gli sono stati chiesti dettagli di questa operazione russa, il segretario generale della Nato è rimasto sul vago: «È una mia interpretazione».
Il fracking, abbreviazione di hydraulic fracturing, «fratturazione idraulica», è la tecnica che permette di estrarre gas naturale o petrolio che giace in formazioni rocciose a grandi profondità (è il gas di scisto, o shale gas), sparandovi acqua mista a sabbia e agenti chimici a a grande pressione in modo da spaccare le roccie. Negli Stati uniti è in grande voga, dal 2011 sono stati aperti quasi 40 mila nuovi pozzi in 12 stati per estrarre petrolio e soprattutto gas di scisto – anche se la cosa ha un impatto molto forte, tra l’altro sul consumo di acqua <http> e i reflui tossici nelle falde idriche, e ha suscitato opposizioni locali. Anche in Europa esistono giacimenti di petrolio e gas di scisto, ma qui le condizioni sono ben più difficili in termini di geografia, geologia, regolamentazioni.
Dopo la crisi ucraina però i sostenitori del fracking in Europa sono partiti alla carica. Si tratta, dicono, di indipendenza dalle forniture di gas della Russia – che in effetti è una delle maggiori fonti di approvvigionamento per molti paesi europei occidentali, inclusa l’Italia. Gli Stati uniti hanno offerto di vendere all’Europa il suo shale gas (cosa che in ogni caso richiederà alcuni anni, anche perché viaggia allo stato liquido di navi cisterna e serviranno poi impianti rigassificatori).
Il fracking, dicono molti, permetterebbe all’Europa di procurarsi una nuova fonte interna per rendersi indpendente. Anche volendo lasciar da parte l’impatto ambientale però la fattibilità economica del fracking europeo è dubbia, anche perché non è chiaro quanti dei giacimenti attuali sarebbero sfruttabili commercialmente. La Polonia, che aveva messo in cantiere progetti di estrazione con fratturazione idraulica, ci sta ripensando (non per motivi ambientali ma perché le difficoltà geologiche sono notevoli). Nel Regno unito, altro paese che ha giacimenti, nessun progetto è stato approvato e non solo perchè vi sono state forti proteste.
Dunque sostenere il fracking al momento è più che altro una presa di posizione politica. E Rasmussen è l’ultimo, in ordine di tempo, a schierarsi. Ma si dev’essere lasciato scappare la lingua, perché l’ufficio stampa della Nato poi ha dichiarato che le affermazioni del segretario generale esprimevano la sua opinione personale, non una posizione ufficiale.
Il primo nemico non si scorda mai. Che la Nato si ponga in termini antagonisti alla Russia è quasi ovvio – l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico è nata all’inizio della Guerra fredda come alleanza dell’Europa occidentale e degli Stati uniti in oposizione all’Unione sovietica (quasi quasi la crisi in Ucraina è un sollievo: un’alleanza in crisi d’identità ritrova la sua funzione). Certo Rasmussen è stato tra le voci più dure contro la Russia.
È anche naturale che il blocco di nazioni europee si preoccupi delle fonti di approvvigionamento energetico – così come è ovvio che la Russia usi il suo gas come strumento di pressione, o comunque elemento di negoziato. Quello che di sicuro la Russia ha fatto, appena un mese fa, è stato firmare con la Cina un mega contratto per la fornitura di gas nei decenni a venire, un accordo da 400 miliardi di dollari. Funzionari della Nato ora dicono al Guardian che Mosca sta usando «un mix di hard e soft power per ricreare la sua sfera di influenza, anche attraverso campagne di disinformzione sull’energia». Ma non è quello che fa ogni ogni stato, usare strumenti di pressione e/o campagne di informazione per difendere i propri interessi?
Le organizzazioni ambientaliste che fanno campagna contro il fracking ribattono: la loro opposizione ha solidi motivi di impatto ambientale, senza alcun bisogno di essere pagati da Mosca. C’è anche dell’incredibile: Greenpeace ad esempio ha visto un gruppo di suoi attivisti sbattuti in galera per parecchi mesi in Russia, la scorsa estate, per una protesta contro le perforazioni petrolifere nell’Artico.
In effetti l’accusa lanciata dal segretario generale della Nato equivale a dire: chi si oppone al fracking è pagato da Mosca, è un agente russo. Se non fosse ridicolo, sarebbe molto grave – forse è insieme ridicolo e grave.
Marina Forti
Fonte: www.pagina99.it
Link: http://www.pagina99.it/blog/6137/Ambientalisti-pagati-da-Mosca–La.html
20.06.2014
Iraq, atrocità indescrivibili dei miliziani Isis: donne stuprate, sequestri e stragi
domenica, 22, giugno, 2014
“Queste bande armate hanno commesso un gran numero di atrocita’ contro la popolazione delle province di Ninive, Diyala, Salahuddin e Anbar”, ha raccontato il ministro, citando “il massacro di 480 prigionieri detenuti nel carcere di Badush a Ninive, l’uccisione di 14 religiosi che si erano rifiutati di aderire all’Isis a Mosul, e la strage di 175 studenti i cui corpi sono stati gettati in una fossa comune”.
Inoltre, ci sono stati “stupri di donne, cinque delle quali si sono suicidate, l’incendio di chiese e l’imposizione di tributi nei confronti della comunita’ cristiana di Ninive”. I terroristi,ha aggiunto il ministro iracheno, “hanno sequestrato 150 cittadini appartenenti alla comunita’ religiosa Shabak” e distruggono sistematicamente monumenti d’importanza religiosa o storica, come la statua del mullah Osman Musli, sottraggono documenti e manoscritti preziosi e hanno manifestato l’intenzione di profanare le tombe dei profeti e i luoghi sacri sciiti.
Nel commettere questi crimini, ha detto al Sudani, “i gruppi terroristi si avvalgono di sostegno esterno e interno nelle province coinvolte, sia livello militare che politico”. La loro azione si sta risolvendo in una catastrofe umanitaria di proporzioni immense, visto che sono gia’ almeno 900 mila le persone che hanno dovuto abbandonare le loro residenze per sfuggire a violenze e massacri, ha sottolineato al Sudani. agi