La Cina sostituisce il greggio saudita con quello iraniano

al-Manar

La raffineria cinese Sinopec Corp. ha deciso di sostituire il greggio saudita con quello iraniano, dopo il declino delle sanzioni contro l’Iran. La raffineria cinese ha annunciato che il petrolio iraniano è più conveniente del greggio saudita e l’allentamento delle sanzioni contro l’Iran ha portato i dirigenti della società cinese a prendere questa decisione. Le importazioni cinesi di petrolio iraniano sono aumentate del 36% a maggio rispetto al maggio 2013. Durante i primi cinque mesi del 2014, le importazioni cinesi di greggio iraniano sono aumentate del 50% rispetto allo stesso periodo nel 2013. La Cina è il primo cliente del petrolio iraniano, aumentando il tasso d’ importazione di petrolio dall’Iran dalla fine del 2013, dopo la conclusione degli accordi preliminari sul nucleare tra l’Iran e i 5+1.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://www.statopotenza.eu/12879/la-cina-sostituisce-il-greggio-saudita-con-quello-iraniano

India cerca il mega-accordo con la Russia sul gas sulle orme della Cina Valentin Mândrasescu,

 Voice of Russia

Meno di un mese fa, la Cina si è assicurata che la sua vorace economia abbia una costante fornitura di gas naturale russo per i prossimi 30 anni. La stampa indiana riferisce che Narendra Modi vorrebbe seguire l’esempio di Xi Jinping e collegare l’India alle vaste risorse energetiche della Russia.
Per un decennio, gli esperti russi hanno parlato di fare della Russia il più grande fornitore energetico in Asia, e della creazione di un asse energetico nord-sud, che porterà inevitabilmente a relazioni più strette tra i più grandi attori geopolitici del continente. Sembra che il primo ministro neo-eletto dell’India sia disposto a prendere le misure necessarie per realizzare il sogno di Mosca.
Il Financial Express riferisce che Narendra Modi sta considerando un piano ambizioso di estendere il gasdotto tra la Siberia e la Cina fino in India. Il gasdotto collegherà le risorse di gas naturale della Russia ai consumatori indiani, industriali e domestici, riducendo drasticamente gli esuberanti costi energetici correnti, che agiscono come un freno sull’economia del paese. Per Modi, l’industrializzazione è tutto, perché senza l’industrializzazione non può adempiere alle promesse fatte ai poveri e al ceto medio durante le recenti elezioni. Tuttavia, l’industrializzazione senza bassi prezzi dell’energia è impossibile, e il nuovo leader di India è quindi obbligato a cercare fonti economiche e affidabili di gas naturale e petrolio. L’unica opzione possibile è quella di trovare un accordo di lungo termine con la Russia.
I critici del progetto sottolineano come le consegne del Qatar sarebbero sicuramente più economiche, ma ci sono diversi fattori che rendono il Qatar una scelta inadatta per Modi. In primo luogo, il Qatar è un alleato risoluto degli Stati Uniti e, pertanto, se l’India fa arrabbiare Washington, rischia di perdere il Qatar come fornitore. Per Modi, che sta cercando di promuovere una politica indipendente basato sul concetto di “Prima l’India”, questo sarebbe inaccettabile. Un altro fattore di rischio è che il Qatar ha la possibilità di vendere in tutto il mondo, e l’India dovrebbe pagare un premio in aggiunta al prezzo globale al fine di avere una costante fornitura. Un gasdotto dalla Russia attraverso la Cina per l’India porta con sé dei  rischi politici, ma collegherebbe inesorabilmente la Russia all’India, giocoforza spingendo la Russia a un impegno di lungo termine.
Il Financial Express riferisce che Modi discuterà il progetto al prossimo vertice BRICS con i leader russi e cinesi. Se questo ambizioso progetto sarà approvato nel corso del vertice, invierà un messaggio politico molto forte al mondo e inaugurerà una nuova era geopolitica per il continente asiatico.

Traduzione di Massimiliano Greco
http://www.statopotenza.eu/12869/india-cerca-il-mega-accordo-con-la-russia-sul-gas-sulle-orme-della-cina

Social network invasi da una MANDRIA di bufale! Cosa c’è dietro?

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+++ ATTENZIONE +++
 
Da alcune settimane c’è una cospicua mandria di bufale che circola indisturbata su Facebook; e siccome sono in molti a dargli da mangiare, si stanno riproducendo come criceti! 
SCHERZI A PARTE, credo che avrete notato quante BUFALE stiano girando ultimamente… si parla di decine e decine di articoli-bufala al giorno, alcuni dei quali divengono talmente “virali” che vengono rilanciate da numerosi blog, e alla fine interviene persino la stampa nazionale per smentirle. E’ il caso, per esempio, della (FALSA) morte di un celebre attore divulgata recentemente. Un’altra bufala era quella circa “L’alibi di ferro di Bossetti”; i temi trattati nelle bufale spaziano in tutti i settori, dalla cronaca alla politica fino a scienza, motori, tecnologia, etc.

E’ fin troppo evidente che NON si tratta ne di un errore, ne di uno “scherzo” ordito da qualche ragazzino in vena di ridere. Sono spuntati dal nulla ALMENO 5 SITI, con nomi SIMILI ad organi di stampa veri, che divulgano quotidianamente bufale più o meno ben costruite. Diversi di questi sono ospitati da “altervista”: (nomesito.altervista.org) e per “pararsi il c**o” da eventuali querele – spesso rivolgono accuse false e infamanti ma verosimili, che possono trarre in inganno – a piè di pagina, in piccolo, hanno scritto che SI TRATTA DI UN BLOG UMORISTICO…

Per divulgarle hanno creato pagine ad Hoc, inoltre alcuni personaggi, mediante profili FALSI, pubblicano gli articoli sui gruppi di informazione, accompagnando i post con frasi ad effetto per suscitare indignazione e far “decollare” la bufala.

Sul gruppo FB di  Nocensura.com (https://www.facebook.com/groups/116760358397891) qualche giorno fa, cancellai uno di questi post; li per li, credevo che l’utente ci fosse “cascato”, e mi limitai ad eliminare il post, senza “bannare” il profilo. Ma il giorno dopo, lo stesso ha pubblicato una nuova bufala, e la cosa ovviamente mi apparve molto strana…. ma prima di bannarlo, decisi di aspettare il 3° post, per avere la prova assoluta. Tra l’altro in quei giorni insieme agli altri admin stavamo monitorando il gruppo più del normale a causa dei problemi di spam che ho descritto in questo articolo: http://www.nocensura.com/2014/06/ecco-come-gli-spammer-infestano-i.html – e il terzo post dell’individuo non tardò ad arrivare.

Ho dato un’occhiata al suo profilo, che aveva come foto il simbolo del M5s (OVVIAMENTE non c’entra niente con M5s…) e notai che era iscritto a oltre 300 gruppi, dove presumibilmente “spamma” le bufale.

DAVVERO QUALCUNO VUOLE CREDERE ALLA “GOLIARDATA” ? Qui non si tratta di “un post ogni tanto”, ma di DECINE DI POST AL GIORNO: un lavoro REDAZIONALE ben sviluppato, che richiede non solo ORE E ORE AL GIORNO, ma anche una certa preparazione.

Dopo 4 anni che collaboro con un blog, collaborazioni passate con alcune testate locali e circa 1.500 articoli scritti, credo di avere l’esperienza necessaria per esprimere un giudizio. E sono ragionevolmente sicuro che dietro a tutto questo ci sono PIU’ PERSONE con discrete competenze.

Questi NON sono siti come “Lercio”, che è NOTORIAMENTE un sito di bufale-satiriche, ed è pure simpatico… questi siti operano in modo diverso, con il PRECISO SCOPO di generare confusione e instaurare un clima di DIFFIDENZA VERSO LE NOTIZIE REPERITE SU INTERNET… che è l’unica fonte di verità, al di la di queste bufale…

QUAL è L’OBIETTIVO? CREARE CONFUSIONE TRA GLI UTENTI. Se molti infatti riconoscono una bufala da lontano, c’è chi ci casca in pieno, per poi accorgersi che si tratta di una bufala solo quando qualcuno glielo fa notare…

Per l’ “utente medio” questo è sufficiente per INIZIARE A DIFFIDARE DI QUALSIASI NOTIZIA reperisca in rete; stanno creando un clima di DIFFIDENZA, e c’è da dire che certe notizie, ahimé, sono VERE ma APPAIONO INCREDIBILI;

EUROGENDFOR: “Seee ma ti pare che abbiano creato un corpo di Polizia che non risponde al governo ma alla NATO? E poi hanno la completa immunità e la loro sede è inviolabile… dai è una bufala”

SIGNORAGGIO: Il debito pubblico è una truffa? Naa… ha detto Alan Friedman a “La Gabbia” che il debito è stato fatto da Craxi e Fanfani… in effetti sprecavano, Craxi ha rubato… poi… ma ti pare mai possibile che ci truffino in questo modo? E’ una bufala…

BANCHE: Stampano denaro dal nulla? Cioè lo stampano e lo emettono indebitando gli stati? Senza copertura aurea? Ah ah ah questa è forte, che cazzata…

SBAGLIO?

FATE ATTENZIONE, E SOPRATUTTO, CERCHIAMO DI FARE DELLE “LISTE DI PROSCRIZIONE” PER FARE IN MODO CHE LA GENTE NON CI CASCHI… E CHE COMPRENDA L’ARCANO, DIETRO AL QUALE NON MI SORPRENDEREI CI FOSSE UNA REGIA “ALTO LOCATA”…


Nota: Un utente ha commentato il post di questo articolo su Facebook, ipotizzando che si tratti di una trovata per guadagnare: “le bufale divengono virali, ottengono molte visite, e guadagnano“. Personalmente ritengo che non sia così, in quanto premesso che i guadagni dei siti sono piuttosto bassi, chi gestisce un blog per guadagnare anziché scrivere – cosa che richiede tempo – più facilmente può pubblicare 20, 30 articoli al giorno “copiandoli” da altri siti, e magari modificando il titolo per renderlo più sensazionalistico possibile.Conosco diversi blog che fanno così… il “copia-incolla” richiede pochi secondi, mentre scrivere articoli richiede molto tempo, e chi scrive lo sa bene. Dietro a questi blog c’è un lavoro redazionale di almeno 2-3 persone…

Alessandro Raffa, portavoce di Nocensura.com 

http://www.nocensura.com/2014/06/social-network-invasi-da-una-mandria-di.html

Giornalisti condannati a 7 anni perché accusati di fare disinformazione; ovvero fomentavano la rivolta degli islamici….

A cura di Alessandro Raffa per nocensura.com 

Credo che la maggioranza di voi da me si aspetterebbe qualcosa tipo: “è uno scandalo, vergogna, liberateli!” invece più mi informo attraverso fonti “libere“, e più inizio a pensare… EBBENE SI: CHE ABBIANO FATTO BENE! So che molti non condivideranno questo mio punto di vista, ma dopotutto non sono qui per compiacere nessuno; non scrivo per essere applaudito, ne per scopi pubblicitari… quindi sono libero come un fringuello  Non ho la pretesa di avere ragione, sono una persona come voi che dice la sua, il mio scopo è indurre riflessione, dibattito, offrire un punto di vista alternativo e indipendente, cercando di essere più ‘obiettivo’ possibile. 

Dopo questa premessa, veniamo ai fatti.
Al Jazeera è la maggiore emittente TV del Quatar, in lingua araba: AMICI (servi) DEGLI AMERICANI da sempre, hanno avuto un ruolo FONDAMENTALE nella “primavera araba”,rivolte alimentate a tavolino dagli USA, mediante agenzie preposte al servizio della CIA (conoscete OTPOR? http://youtu.be/dgSInRDMLHA) per defenestrare i governi. Dove non potevano intervenire con la forza, come in Iraq, Afghanistan e Libia, lo hanno fatto fomentando rivolte; è il caso di Moubarak che certo non sarà stato il miglior governante desiderabile, ma dobbiamo dargli atto che ha – anzi, aveva – fatto progredire notevolmente l’Egitto. Con Moubarak i cittadini avevano un certo grado di libertà, niente a che vedere con la Sharia o simili, ed era riuscito a far diventare l’Egitto una delle mete turistiche più ambite del mondo. A Sharm El Sheikh e Marsa Alam erano sorti moltissimi villaggi turistici, che garantivano lavoro a moltissimi egiziani, direttamente e indirettamente… villaggi che oggi sono chiusi e in molti casi, devastati completamente.

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Tutte le rivolte indotte da Otpor hanno adottato come simbolo il pugno chiuso…

Negli ultimi anni l’Egitto, che credeva di essersi “liberato” con la caduta dell’ “ultimo Faraone”, ha vissuto anni profondamente bui, sprofondando nel baratro. Anni di tensioni sociali e scontri, che hanno portato al governo. Al Sisi è un ex colonnello di Moubarak, ma sopratutto NON è un estremista islamico… e questo probabilmente da noia a chi ha fatto di tutto per mettere l’Egitto nelle mani di estremisti islamici, che oggi imperversano anche in Libia, dove le condizioni di vita sono già notevolmente peggiorate con la caduta di Gheddafi…

Anche in Siria se riusciranno a far cadere il governo di Assad, il paese finirà in mano agli estremisti islamici: E NONOSTANTE POSSA SEMBRARE UN CONTROSENSO, visto che gli USA e Israele dichiarano di voler combattere l’estremismo islamico, è PROPRIO QUELLO CHE VOGLIONO! 

I mass media hanno un ruolo fondamentale nell’agitare le acque e fomentare queste “rivolte”, insieme alle agenzie sopracitate che operano anche attraverso i social network, tramite i blog… dove condizionano anche i “blog liberi” che inconsapevolmente cadono nel loro tranello e fanno il loro sporco gioco.

Sulle questioni sopracitate ci sarebbe moltissimo da dire; 

LA DISINFORMAZIONE MEDIATICA è UNO DEI MALI PIU’ GRANDI DEI NOSTRI TEMPI: I MASS MEDIA E LA PROPAGANDA SONO IL VERO “BRACCIO ARMATO” DEI POTERI FORTI, che tramite la MANIPOLAZIONE fanno e disfanno, talvolta dando al popolino l’impressione di essere “libero” e di aver deciso…

A questo punto, mi chiedo: HA SBAGLIATO AL SISI A FERMARLI? 

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Chi mi conosce, chi mi segue da tempo, sa bene quanto sia GARANTISTA e quanto RIPUDIO ogni forma di “forcaiolismo”; ma la DISINFORMAZIONE effettuata consapevolmente per manipolare l’opinione pubblica è un REATO CONTRO L’UMANITA’ che deve essere punito!

Non mi riferisco alla “diffamazione“, non mi riferisco a chi ESPRIME OPINIONI di qualsiasi tipo e genere; sia chiaro. Mi riferisco a chi anziché fare informazione, CREA informazione, per condurre il gregge nella direzione desiderata.

Possiedo prove documentali che dimostrano che in Ucraina in piazza contro il precedente governo ucraino c’erano gruppi neonazisti; una esigua minoranza. C’erano gruppi ARMATI di tutto punto, dalle molotov alle armi da fuoco di tutti i tipi: pistole, mitra, fucili… e aprivano il fuoco… MA I MASS MEDIA OCCIDENTALI QUESTO NON LO HANNO MAI DETTO. Raccontavano che in piazza ci fossero MOLTI cittadini ucraini, dicevano che la polizia reprimeva duramente legittime proteste, mentre in realtà, se consideriamo il contesto, hanno avuto anche la mano troppo morbida… e questo non perché il governo ucraino era buono e bravo, intendiamoci. Bensì perché sapevano che USA e UE non aspettavano altro che il governo rispondesse alla violenza con la violenza per poterlo accusare e giustificare un’azione. QUANDO IL GOVERNO UCRAINO NON HA RISPOSTO COME CREDEVANO – perché aveva capito l’antifona – HANNO MANDATO LORO I CECCHINI A SPARARE SULLA FOLLA, per dare la colpa al governo ucraino! E alla fine, come abbiamo visto, hanno ottenuto il loro obiettivo…

La vera violenza del governo gli ucraini l’hanno conosciuta con il NUOVO governo filoguidato da Usa e UE con la regia del gruppo Bilderberg e dei poteri forti bancari e dell’alta finanza; HANNO PERSINO UTILIZZATO FOSFORO BIANCO contro la popolazione!!! ED I MEDIA TACCIONO!!!

DISTORCERE LA REALTA’ A QUESTO LIVELLO, INVENTARE CIO’ CHE FA COMODO AI POTENTI, NON è CRIMINALE ?!?!?!?!? PERSONALMENTE NON CREDO CHE QUESTO MODO DI FARE GIORNALISMO MERITI IL “PREMIO PULITZER” BENSI’ IL CARCERE!

E mi auguro sinceramente che un giorno quei giornalisti che tutt’oggi MENTONO SPUDORATAMENTE, SAPENDO DI FARLO e lavorano per convincere i cittadini – per esempio – che il debito pubblico sia dovuto agli sprechi e alle ruberie, QUANDO SANNO BENISSIMO – perché loro lo sanno – CHE è FRUTTO DELLA TRUFFA DEL SIGNORAGGIO BANCARIO, E LOGICA CONSEGUENZA DI UN SISTEMA MONETARIO BASATO SUL DEBITO, UNA VERA E PROPRIA TRUFFA DI DIMENSIONI COSMICHE, siano PROCESSATI E CONDANNATI.

Chi lavora deliberatamente per OCCULTARE questo sistema che ci rende schiavi DEVE ESSERE PUNITO !!!

#IoStoConAlSisi
 

Alessandro Raffa per nocensura.com

Il credit-crunch è peggiore di quanto vi raccontano

24 giugno 2014
 
vera dimensione della ‘straordinaria contrazione’ del credito (che non è la stessa cosa di credit-crunch secondo la diplomatica ironia del primo ministro) non appare essere quella dei numeri totali comunicati dalla Banca d’Italia e dall’ABI. Questa è la scoperta fatta sfogliando le pubblicazioni della stessa Banca d’Italia sulle Economie Regionali.  Nelle tabelle contenute negli ultimi rapporti pubblicati in giugno se ne può trovare una che mostra l’effettivo tasso di riduzione del credito alle imprese nelle sue principali forme tecniche, che sommate rappresentano circa il 90% del credito erogato. E i dati sono a dir poco sorprendenti. Prendendo 6 tra le principali regioni d’Italia si scopre che i volumi di aperture di credito in conto corrente sono diminuiti dell’11% tra dicembre 2012 e dicembre 2013, gli anticipi fatture e il salvo buon fine sulle RiBa sono scesi del 12% e i finanziamenti a scadenza dell’8,3%. (vedi grafici), in totale molto di più di quel 4-5% di riduzione dichiarato dalle statistiche aggregate.
 
Prendendo il dato medio non ponderato per le 6 regioni la differenza sarebbe di quasi il 6% (4,85% con sofferenze e pronti-termine, contro 10,50% di dato depurato).
 
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CREDIT-CRUNCH_REGIONALE_B
CREDIT-CRUNCH_REGIONALE_C
Perché questa differenza? Lo rivelano le note alle tabelle pubblicate nei rapporti. Il dato complessivo di credito alle imprese contiene anche le sofferenze (che sono stabili per definizione) e i volumi di pronti-termine,  il fattore che distorce il dato sul credito effettivo. Depurata di queste due componenti la stretta del credito mostra la sua peggiore faccia su valori che come si vede si avvicinano al 10%, confermando una sensazione che veniva dalla pratica quotidiana e dalla vicinanza con le imprese. Per amore di precisione e concretezza.
 

Imprese: oltre 1.000 fallimenti al mese nel 2014 (+18,9%)

eh come faremmo a tirare avanti senza le risorse a lavorare al posto nostro per il nostro beneficio?
Con tutto sto lavoro…

Picco in Abruzzo (+67,1%). In controtendenza Molise e Calabria. In Lombardia 1.404 chiusure, 600 a Milano

di red/ban – 20 giugno 2014 13:13
Oltre mille fallimenti al mese: è il bilancio dei primi cinque mesi del 2014, che ha visto crescere in Italia le procedure fallimentari del +18,9% rispetto allo stesso periodo del 2013. Vale a dire che da gennaio a maggio 6.342 imprese sono entrate in fallimento. È quanto rileva una indagine dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese. A livello territoriale, si registra una variazione più evidente di nuovi fallimenti in Abruzzo con un aumento del 67,1% rispetto allo scorso anno, seguono la Liguria e l’Umbria (rispettivamente +46,2% e +44,4% di fallimenti). Molise e Calabria si discostano dal trend nazionale con diminuzioni del 18,2% e del 15,7% del numero di imprese entrate in fallimento rispetto allo stesso periodo del 2013. L’incidenza è più elevata in Lombardia, dove si sono iscritte tra gennaio e maggio dell’anno in corso 1.404 procedure fallimentari (+15,9% rispetto al 2013).

Dopo la Lombardia, seguono Lazio, Veneto e Campania che fanno rilevare il dato più alto per nuovi fallimenti con rispettivamente 652, 537, e 510 imprese entrate in questa procedura concorsuale dall’inizio dell’anno ad oggi. Nello specifico della Lombardia su 1.404 imprese entrate in procedura fallimentare, circa 600 sono concentrate nel capoluogo di Regione dove si registra un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2013. Monza e la Brianza in controtendenza rispetto al dato regionale, con 99 nuovi fallimenti dall’inizio dell’anno ad oggi, registra rispetto al 2013 una diminuzione dell’1% delle procedure. Diminuzioni anche a Como (-28,6% le procedure fallimentari rispetto allo scorso anno) e a Lodi (-31,0%). A Mantova si registra l’incremento maggiore di fallimenti rispetto al 2013 (61 fallimenti, +144% rispetto al 2013).
http://www.ilvelino.it/it/article/2014/06/20/imprese-oltre-1000-fallimenti-al-mese-nel-2014-189/624b05eb-c9f2-4585-88be-4a7e297bf7e1/

riesame solidali antisfratto. è andata male!

Torino
Riesamenews da macerie

dopo gli arresti del 3 giugno 

Giovedì 26 Giugno 2014

Il Tribunale del Riesame ha in buona parte confermato le misure cautelari emesse dal GIP il 3 giugno scorso.

Escono dal carcere, ma per andare agli arresti domiciliari, Beppe, Daniele, Francesco, Marianna e Nicolò .

Confermata la misura per tre delle quattro persone che già si trovavano ai domiciliari.

Rimangono in carcere Andrea, Fabio, Michele, Paolo, Toshi, Chiara, Claudio e Niccolò.

Per scrivere a tutti loro:

Andrea Ventrella C.C. Via Port’aurea, 57 – 48121 Ravenna;

Paolo Milan e Toshiyuki Hosokawa C.C. Località Les Iles, 14 – 11020 Brissogne (Aosta);

Michele Garau C.C. Strada Quarto Inferiore, 266 – 14030, località Quarto d’Asti, Asti;

Fabio Milan C.C. Via del Rollone, 19 – 13100 Vercelli;

Niccolò Blasi C.C. San Michele strada Casale, 50/A – 15121 Alessandria;

Zenobi Chiara e Alberto Claudio C.C. Via Maria Adelaide Aglietta, 35 – 10151, Torino.

Scavo del TAV dal lato francese: triste epilogo del percorso di non-dialogo

http://www.marcoscibona.it/home/?p=526

L’ipotesi di realizzare lo scavo del tunnel di base della Torino-Lyon procedendo dal solo lato francese, come già avvenuto per i lavori della seconda canna del Frejus, rappresenta la prova e l’evidente triste epilogo di un lungo ed astuto percorso svolto da chi ha interesse a costruire questa opera inutile, come certificato in ben due pareri della Corte dei Conti francese.

Triste epilogo per l’evidente connessione tra la supposta decisione di far partire i lavori dal territorio francese e l’accordo tra Italia e Francia ratificato nel 2012.

Avevamo già denunciato l’incostituzionalità della ratifica dell’accordo del 2012 per una serie di ragioni afferenti il diritto applicabile ai lavori della sezione transfrontaliera ed, in particolare, la previsione dell’utilizzo del diritto francese anche sul territorio italiano.

Con dispiacere affermiamo che avevamo ragione: iniziare i lavori dal territorio francese equivale ad applicare il diritto transalpino anche sul territorio italiano, come ben espresso dall’art. 10.2 lettera b sub (prevedente, appunto, che il diritto applicabile è quello dello Stato dove parte l’esecuzione delle opere sino alla congiunzione, anche in territorio diverso, con l’opera realizzata dall’altro Stato).

E stiamo parlando sia di diritto applicabile agli appalti, con le già denunciate gravi conseguenze sul piano dell’applicazione del codice antimafia, e sia alle condizioni di lavoro e di occupazione del personale.

Ma tale scelta, che già presenta il triste e vergognoso vantaggio, da parte dei sostenitori dell’opera, di evitare il controllo da parte delle Istituzioni italiane, consente loro di continuare a violare il principio della democratica partecipazione.

Per anni si è volutamente, con vergognosi artifici giuridici, evitato un vero confronto tecnico, adesso si vorrebbe evitare anche il controllo, da parte degli enti territoriali e delle popolazioni, sull’avanzamento dei lavori, pronti a rilevare ogni irregolarità, nella speranza che le denunce possano avere un seguito.
Inoltre si assisterebbe al definitivo tramonto dell’illusione delle ricadute positive sul territorio: promesse la cui irrealizzabilità troverebbe finalmente un alibi.

Marco Scibona – Senatore M5S Piemonte
Francesca Frediani – Consigliere Regionale M5S Piemonte

VENTI DI GUERRA FREDDA SULLE SCIE CHIMICHE: L’EMBLEMATICO CASO DEI DUE AEREI ANTONOV 124

Secondo quanto riferiscono analisti militari russi, l’India e la Nigeria avrebbero costretto ad atterrare e posto sotto sequestro due aerei “chimici”
Secondo il parere di analisti militari russi, sarebbe in atto a livello globale una vera e propria nuova guerra fredda attorno ai piani di geoingegneria clandestina portati avanti dalle forze armate statunitensi e delle altre nazioni del blocco della N.A.T.O. Si starebbe formando, infatti, un fronte sempre più compatto di paesi determinati a fermare, con le buone o con le cattive, quella che molti non esitano a definire una pratica criminale di alterazione climatica indotta, che da anni viene perpetrata con il massiccio utilizzo di aerei che deliberatamente irrorano nell’atmosfera alluminio, bario, cadmio e altre sostanze nocive che ormai molti scienziati indicano, oltre che come causa dei repentini mutamenti climatici in atto, anche come la principale causa dell’aumento esponenziale di malattie neuro-degenerative.

Le guerre climatiche sono ormai una drammatica realtà che vede la complicità e la connivenza di tutti i governi dei paesi dell’area occidentale e spesso il loro coinvolgimento diretto ed attivo, e l’aspetto più inquietante è la pesante cappa di segretezza che avvolge queste sperimentazioni, delle quali l’opinione pubblica viene tenuta all’oscuro. Eppure si tratta di una realtà inconfutabile, come ha dichiarato già nel 2007 il Generale Fabio Mini sulla rivista Limes, in un suo articolo intitolato “Owning the weather: la guerra ambientale globale è già cominciata”. Realtà che il Generale Mini ha poi confermato lo scorso Febbraio in un’intervista che ha fatto molto rumore e che è da tempo disponibile in rete.

Mentre quindi all’opinione pubblica europea viene impedito, con la piena e totale complicità dei grandi organi di informazione, di sapere la verità su queste sperimentazioni, e soprattutto sui rischi che esse comportano per la nostra salute, stiamo assistendo a livello planetario ad una nuova fase di guerra fredda che vede da un lato gli Stati Uniti, sempre più isolati, e dall’altro la Russia, la Cina, importanti paesi come l’India e altri stati emergenti.

Di questo clima di tensione è emblematica una vicenda che risalirebbe al 2009, ma che soltanto di recente è stata divulgata. Vicenda che riguarderebbe due aerei Antonov AN-124 Ruslan, di fabbricazione ucraina ma impiegati dalla base militare americana “Diego Garcìa”, situata sull’omonimo atollo dell’Oceano Indiano, 1600 km. a Sud dell’India.

L’Antonov AN-124 Ruslan (nome in codice NATO “Condor”) è un quadrimotore turboventola da trasporto strategico ad ala alta progettato dall’OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovic Antonov e sviluppato in Unione Sovietica negli anni ’80. Trattandosi del più grande aereo da carico prodotto in serie (più grande dell’equivalente Lockheed C-5 Galaxy dell’USAF al quale sottrasse il record di carico per altezza), ha trovato grandissima diffusione in tutto il mondo sia in ambito civile che militare e viene indicato da molti come uno dei mezzi più utilizzati per le irrorazioni chimiche dell’atmosfera.

Secondo gli analisti militari russi che hanno reso nota questa vicenda, le forze aeree cinesi avrebbero notificato ai servizi di intelligence di India e Nigeria la vera funzione di questi aerei, ovvero l’irrorazione nei cieli di sostanze chimiche e “agenti biologici”, manifestando a riguardo seria preoccupazione.

Uno di questi apparecchi, dopo aver cambiato il suo segnale da civile a militare mentre si approssimava ad entrare nello spazio aereo del Pakistan, sarebbe stato intercettato dall’aviazione militare indiana (IAF), che lo obbligò ad atterrare a Bombay. L’aereo venne messo sotto sequestro dalle autorità militari dell’India, che ne arrestarono l’equipaggio. Una simile procedura sarebbe stata condotta dall’aviazione militare nigeriana, nel cui spazio aereo avrebbe intercettato un altro di questi Antonov, costringendolo ad atterrare e, anche in questo caso, arrestandone l’equipaggio.

Dalle informazioni che sono state diffuse dagli analisti militari russi, informazioni presentate loro dai servizi segreti dell’India e della Nigeria, la cosa più insolita riguardo a questi due aerei catturati non era tanto l’armamento che trasportavano, bensì un complesso sistema di smaltimento che poteva contenere, in entrambi i casi, più di 45.000 kg. di gas. Una rete di sofisticati tubi collegavano questi imponenti serbatoi alle ali dei velivoli, in modo da disperdere nell’atmosfera il loro contenuto attraverso il vapore delle loro scie.

Vi sarebbero state, a detta di questi analisti, delle immediate e “furiose” richieste da parte delle autorità militari americane sia all’India che alla Nigeria per un dissequestro dei due aeromobili. Il governo indiano avrebbe ceduto per primo, non si sa dietro a quali minacce, e avrebbe acconsentito in tempi rapidi ad un dissequestro dell’aereo che deteneva e al rilascio del suo equipaggio. La Nigeria, inizialmente sorda alle richieste americane, intentò con esse un lungo braccio di ferro, fino a quando sarebbe stata “persuasa con la forza” a liberare l’altro velivolo.

Avrebbe ceduto in seguito all’esplosione di uno dei suoi oleodotti, causata da un attentato condotto da uno dei tanti gruppi terroristici che, appoggiati e finanziati dai servizi americani, operano indisturbati sul suo territorio.

Non siamo riusciti a reperire ulteriori informazioni su questa vicenda e sui suoi sviluppi, ma riteniamo che essa abbia segnato un importante punto di svolta nel campo delle guerre climatiche. Ci sono paesi che cominciano a dire “no” e ad alzare la voce contro lo scempio che avviene nei nostri cieli, e le autorità militari americane avrebbero dimostrato, se questa vicenda è vera come pensiamo, di ricorrere alle minacce e alle intimidazioni pur di mettere tutto a tacere e di rientrare in possesso dei velivoli “incriminati”. Un evidente segno di debolezza, a nostro parere.

Nicola Bizzi
Fonte: signoraggio.it

Link: http://www.signoraggio.it/venti-di-guerra-fredda-sulle-scie-chimiche-lemblematico-caso-dei-due-aerei-antonov-124/

IL MANAGEMENT “GIREVOLE” DI SCARONI E MARCHIONNE

Di comidad del 26/06/2014
 
La notizia, riportata dal “Financial Times”, dell’imminente passaggio di Paolo Scaroni, ex AD dell’ENI, al gruppo finanziario Rothschild, ha suscitato clamore e perplessità, ma non particolari riflessioni. Forse perché il riflettere, in questo come in altri casi, si identifica con il sospettare, dati i noti rapporti storici tra Rothschild ed uno dei principali concorrenti dell’ENI, cioè la BP.
La trasmigrazione alla maggiore multinazionale finanziaria mondiale, infatti non può che essere stata preparata da contatti precedenti, e ciò rischia di mettere in questione molto dell’operato di Scaroni alla guida dell’ENI negli ultimi anni, a cominciare dalla equivoca gestione della vicenda libica, all’insegna del “tutto va bene, madama la marchesa”.
La vicenda di Scaroni, ennesimo caso di disinvolto “revolving door”, ripropone nuovamente l’immagine di un “management” che vive come corpo separato rispetto alle aziende di cui fa parte, e che appare disponibile ad impegnarsi in attività di lobbying a favore di gruppi portatori di interessi diversi. Non si è di fronte a manager come battitori liberi che si vendono al migliore offerente, poiché alla fine le loro porte girevoli trovano un preciso aggancio nei tentacoli delle maggiori multinazionali. Il cosiddetto sistema del mercato e della libera concorrenza si rivela in effetti una gerarchia tra le multinazionali, ed i manager delle multinazionali di serie B, come l’ENI, hanno il loro riferimento principale non nella propria azienda, ma in multinazionali maggiori, come Rothschild, appunto.
Il caso Scaroni infatti non è l’unico oggi all’evidenza della cronaca, dato che i giornali sono ancora riempiti dalle imprese di Sergio Marchionne, a capo di una delle più note multinazionali di serie B, la FIAT. In questi anni si è generato un vero e proprio culto nei confronti di Marchionne, con i suoi sacerdoti, i suoi evangelisti, ed anche con i suoi mistici e profeti, quei fortunati toccati dalle visioni celestiali della prossima espansione planetaria della FIAT. L’atteggiamento dei media nei confronti di Marchionne è ancora di sfacciata apologia. C’è anche qualche voce apparentemente fuori dal coro, come quella di una giornalista di “Panorama” che ha pubblicato un libro, con un titolo dal suono “critico”: “Come Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la FIAT”. In realtà il libro, con l’alibi di voler fornire solo dati e di lasciar decidere il lettore, non va ad indagare più di tanto sul rapporto causa-effetto tra le fortune della Chrisler e le disgrazie di una FIAT, che in questo decennio ha pur continuato nella sua storica politica degli aiuti dallo Stato.
La tattica ritorsiva di Marchionne nei confronti della FIOM è arrivata al punto di bloccare il passaggio di cinquecento cassintegrati di Mirafiori alla Maserati, e ciò è avvenuto a fronte di uno sciopero che la stessa direzione aziendale ha bollato come “esiguo” quanto a partecipazione. La FIOM viene presentata come una minoranza, ma la ritorsione, successivamente rientrata, sarebbe andata a colpire indiscriminatamente, come a cercare pretesti per tenere l’intera fabbrica in ostaggio. L’apparente “happy end” del caso Maserati non sgombra il campo dalla vera questione, e cioè che Marchionne appaia di tutto preoccupato tranne che di dotare la FIAT di un prodotto vendibile, e che gli stabilimenti italiani della stessa FIAT siano tenuti in ostaggio in un’alternanza di provocazioni, minacce e rassicurazioni.
La domanda che rimane sempre inevasa, anzi che non viene neppure posta, è per chi lavori davvero Marchionne. Il fatto che il nome di Marchionne figuri nell’official board della multinazionale Philip Morris, non è mai stato posto in particolare evidenza dei media, e gli apologeti del supermanager di FIAT hanno sempre sostenuto che una tale equivoca appartenenza fosse ininfluente e di carattere puramente onorifico. Sta di fatto che pochi giorni fa Marchionne ha portato nel Consiglio di Amministrazione della Chrysler, fra sei nuovi membri, anche un certo Hermann Waldemer, già direttore finanziario della Philip Morris.