Biocidio. Il regalo di Renzi agli industriali e ai militari

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 Giovedì, 26 Giugno 2014 16:39

  •  Redazione Contropiano
Biocidio. Il regalo di Renzi agli industriali e ai militari

Bonifiche. Miracolo del Governo Renzi, 30.000 ettari di nuove aree industriali in Sardegna e migliaia in altre parti d’Italia!

E’ solo un favore ai vertici militari, si alzano i limiti per l’inquinamento dei suoli di 100 volte.

 Il Governo Renzi moltiplica le aree industriali del paese ma l’obiettivo non è creare occupazione ma mettere sotto al tappeto la contaminazione dei suoli delle aree militari alzando anche di 100 volte i limiti di legge.

Il decreto 91/2014 pubblicato ieri sulla gazzetta Ufficiale, chiamato in maniera tragicomica “Ambiente Protetto” dal Ministro Galletti, è un vero e proprio vergognoso colpo di spugna sullo stato di contaminazione delle aree militari del paese. Decine di migliaia di ettari distribuiti in tutto il paese occupati da poligoni militari, campi di addestramento, caserme, e in cui sono state svolte per decenni attività che possono aver liberato sostanze pericolose (si pensi ai continui brillamenti di cariche nei poligoni) ora vengono equiparati ad aree industriali per i quali la legge prescrive soglie di contaminazione molto più alte.

Il decreto prevede, infatti, che nelle aree militari si deve far riferimento ai limiti della colonna B della tabella relativa alle soglie di contaminazione dei suoli del decreto Legislativo 152/2006, quella relativa alle aree industriali, e non già alla colonna A, quella con i limiti per le aree residenziali e a verde.

Per fare un esempio, nelle aree a verde la soglia per il Cobalto è 20 mg/kg mentre per le aree industriali è 250 mg/kg, più di 10 volte. Per la sommatoria dei composti policiclici aromatici (tra cui diversi tossici e/o cancerogeni) addirittura il limite per le aree industriali è più alto di 100 volte (1 mg/kg contro 100 mg/kg). Il benzene, cancerogeno di prima classe per lo IARC, ha un limite più alto di venti volte (0,1 mg/kg contro 2 mg/kg). Per il tetracloroetilene, un altro sospetto cancerogeno e tossico per il fegato, il limite è 40 volte più alto.

Il tutto in aree che spesso appaiono come ampie zone verdi coperte da macchia mediterranea e boschi! Si pensi a Capo teulada e Quirra (Perdasdefogu) in Sardegna oppure a Monte Romano in Lazio (vasto 5000 ettari!).

Il Decreto di fatto impedirà l’alienazione delle aree militari a favore di regioni e comuni che li richiedono da tempo per un loro uso civile perché si prevede che in tal caso si debba tornare a considerare  la tabella A, quella con i limiti più stringenti. A quel punto chi sarà così incauto da proporre di spendere centinaia di milioni di euro per le bonifiche in presenza di una legge che consente di rispettare la legge con limiti molto più elevati e senza spendere un euro?

Coordinamento Nazionale Siti Contaminati

Forum Nazionale Movimenti per l’Acqua Pubblica

Stop Biocidio Lazio – Stop Biocidio Abruzzo

Il MUOS non è mai NATO

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L’Associazione Anti­ma­fie “Rita Atria”, sta depo­si­tando tra­mite il pro­prio legale avvo­cato, Gof­fredo D’Antona del foro di Cata­nia denun­zia con­tro il sot­to­se­gre­ta­rio di stato alla difesa on. Gioac­chino Alfano per il reato di falso ideo­lo­gico ex art. 479 C.p..
La denun­zia è rela­tiva alla dichia­ra­zioni, non veri­tiere e quindi false, com­piute dall’On.Alfano durante la seduta in Senato rela­tiva alle mozioni sul Muos di Niscemi.
Dal corpo della denun­zia, si evince, la palese fal­sità delle affer­ma­zioni del mem­bro del Governo, rela­tive in spe­cie modo alla non noci­vità del Muos e all’uso della base di Niscemi anche da parte della Nato.
Fal­sità rile­va­bile dagli stessi atti indi­cati dal sot­to­se­gre­ta­rio a sup­porto della sue dichia­ra­zioni.
Ovvero la rela­zione sugli effetti del MUOS redatta dall’Istituto Supe­riore della sanità, non­ché i trat­tati inter­na­zio­nali.
A titolo esem­pli­fi­ca­tivo ed in rela­zione agli effetti sulla salute del MUOS il sot­to­se­gre­ta­rio “ ha evi­den­ziato che un docu­mento dell’Istituto supe­riore di sanità nega l’esistenza di peri­coli per la salute dei cit­ta­dini “, fatto asso­lu­ta­mente non veri­tiero, ed invero lo stu­dio ISS, che va letto uni­ta­mente ai pro­pri alle­gati, sostiene invece che occorre pro­ce­dere con molta pre­cau­zione potendo esserci peri­coli per la popo­la­zione più gio­vane, in par­ti­co­lare per i bam­bini. Lo stesso stu­dio, inol­tre, sot­to­li­nea come non siano stu­diati gli effetti dell’inquinamento elet­tro­ma­gne­tico nel lungo periodo e le sue inte­ra­zioni con l’inquinamento chi­mico pro­ve­niente dal vici­nis­simo polo petrol­chi­mico di Gela.
L’Associazione Anti­ma­fie “Rita Atria” con­ferma così il suo impe­gno con­creto con­tro il MUOS
Il comu­ni­cato dell’Associazione Anti­ma­fie “Rita Atria” è qui reperibile:http://​www​.ritaa​tria​.it/​A​r​c​h​i​v​i​o​N​e​w​s​/​t​a​b​i​d​/​1​5​9​/​E​n​t​r​y​I​d​/​6​7​8​/​C​O​M​U​N​I​C​A​T​O​-​S​T​A​M​P​A​-​M​U​O​S​-​D​e​p​o​s​i​t​o​-​D​e​n​u​n​c​i​a​-​P​e​n​a​l​e​-​c​o​n​t​r​o​-​i​l​-​s​o​t​t​o​s​e​g​r​e​t​a​r​i​o​-​d​i​-​s​t​a​t​o​-​a​l​l​a​-​d​i​f​e​s​a​-​o​n​-​G​i​o​a​c​c​h​i​n​o​-​A​l​f​a​n​o​.​a​spx

“No Tav: non è terrorismo se lo Stato non deve rinunciare all’opera”

Rese note le motivazioni della sentenza della Cassazione che ha detto no all’accusa di terrorismo nei confronti di quattro arrestati per gli scontri in Val Susa nel maggio 2013

27 giugno 2014
"No Tav: non è terrorismo se lo Stato non deve rinunciare all'opera"
(ansa)

Proteste no Tav: non ci può essere condanna per terrorismo se non c’è un “grave danno” per lo Stato e se non si è “creata un’apprezzabile possibilità di rinuncia da parte dello Stato alla prosecuzione” delle opere per l’Alta Velocità. Lo scrive la Cassazione nel motivare il perché, lo scorso 15 maggio, ha detto no agli arresti con l’accusa di terrorismo nei confronti dei quattro attivisti No Tav, Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi, legati all’area anarchica, in carcere da cinque mesi per aver lanciato petardi e bombe molotov durante un attacco messo a segno nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2013.

In particolare, la Sesta sezione penale, disponendo un nuovo esame al Tribunale di Torino, spiega che “la connotazione terroristica dell’assalto di Chiomonte non può essere efficacemente contestata in base alla generica denuncia di una sproporzione di scala tra i modesti danni materiali provocati e il macroevento di rischio cui la legge condiziona la nozione di terrorismo”.

Ecco perché il giudice del rinvio “dovrà verificare se per gli effetti direttamente riferibili al fatto contestato sia stata creata una apprezzabile possibilità di rinuncia da parte dello Stato alla prosecuzione dell’opera Tav, e di un grave danno che sia effettivamente connesso a tale rinuncia, o comunque, all’azione indebitamente mirata a quel fine”Nel dettaglio, la Suprema Corte critica
l’ordinanza del Tribunale di Torino (9 gennaio scorso) per avere “assunto una ricostruzione dei fatti non sufficientemente argomentata, per poi desumerne comunque conseguenza giuridicamente scorrette”. La Cassazione si riferisce, ad esempio, al fatto che “dalle riprese il Tribunale ha tratto la conclusione che gli autori dell’assalto non potevano sapere chi o cosa sarebbe stato colpito dal lancio di bottiglie incendiarie, per l’ora notturna, ma soprattutto, perché gli ordigni venivano gettati in luogo non visibile degli autori del fatto, posto che l’area del cantiere era delimitata da un’alta recinzione”.
Ecco perché piazza Cavour bacchetta il Tribunale colpevole di essere incorso in una “rimarchevole confusione (o meglio contraddizione) che segna finanche, nel loro complesso, le osservazioni difensive sull’andamento dei fatti”.

Più in generale, la Cassazione ricorda che perché possa scattare la contestazione di terrorismo ci deve essere “un grave danno per un Paese o una organizzazione internazionale” e si comprometta “il sereno svolgimento della vita pubblica, il fisiologico esercizio del potere pubblico, la stabilità e l’esistenza stessa delle istituzioni di una società pluralistica e democratica”.

Per quel che riguarda il delitto di attentato – a prescindere

 

 dal suo finalismo terroristico – la Cassazione manda a dire al giudice del rinvio che “non sussisterebbe se non fosse provato che il lancio degli ordigni era univocamente diretto ad offendere il diritto alla vita e all’integrità personale degli operai di Chiomonte”.

Tav, scavi dalla Francia? Perino: “Scemenze”

post — 26 giugno 2014 at 16:15

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Un articolo di Paolo Griseri, pubblicato da Repubblica, dava come possibile l’inizio dei lavori del Tav dal versante francese, per disinnescare la protesta No Tav. Alberto Perino spiega nel dettaglio perché è tecnicamente impossibile. E sull’articolo commenta: “Scemenze per fare propaganda e demotivare il movimento”.

Ipotesi beffa per i No-Tav. Scavi solo dalla Francia “. È questo il titolo dell’articolo firmato da Paolo Griseri e pubblicato questa mattina sul sito di Repubblica. Nel pezzo, il giornalista dà come possibile l’ipotesi di cominciare i lavori di scavo del tunnel dell’Alta Velocità dal versante francese invece che da quello italiano, in modo da disinnescare la battaglia dei No Tav. Secondo Griseri, l’idea che circolerebbe tra i tecnici potrebbe essere discussa nel vertice italo-francese di luglio a Chambery.

Per Alberto Perino, anima storica del movimento No Tav, quelle scritte da Griseri sono semplicemente “scemenze” e spiega perché.
Non c’è alcuna autorizzazione e nessun accordo per iniziare gli scavi del tunnel. Griseri, in realtà, cita uno studio per un tunnel geognostico di 3 o 7 km, che durerà 10 anni e dovrà verificare i problemi tettonici nella zona di Saint Martin La Porte, perché in quel punto si incontrano due placche tettoniche e c’è il rischio del collasso di una eventuale galleria”.

Le ragioni che rendono impossibile l’avvio dei lavori dal versante francese, secondo Perino, non sono finite: “Se si dovesse cominciare dalla Francia, dovrebbero fare 45 km prima di arrivare al confine e se per fare 7 km impiegheranno 10 anni…”.
L’esponento No Tav, inoltre, cita il comma 3 dell’articolo 1 del Trattato Internazionale firmato il 30 gennaio 2012, che non consente l’inizio dei lavori sulla linea prima di un nuovo accordo Italia-Francia, da fare quando si conosceranno esattamente gli impegni economici dell’Unione Europea.
In ultimo, ma la questione è dirimente, la Francia non metterà un centesimo per l’opera nei prossimi 15 anni.

Elementi che portano Perino a definire “emerite stupidaggine” quelle scritte dal giornalista di Repubblica. “Fare scoop a tutti i costi su cose che non esistono – afferma il No Tav – la dice lunga su quella che è l’informazione in Italia. Quell’articolo è propaganda e sensazionalismo per tentare di demotivare il movimento, che invece conosce bene tutte le questioni e non si farà fermare”.

Ascolta l’intervista ad Alberto a questo link

leggi anche Beffa ai notav? Ma cosa diav…

Il presidente impossibile. José Mujica da guerrigliero a capo di stato

http://contropiano.org/rdc/pubblicazioni/item/24848-il-presidente-impossibile-jose-mujica-da-guerrigliero-a-capo-di-stato

contropiano.org

  •  Mercoledì, 25 Giugno 2014 09:15
  •  Redazione ContropianoIl presidente impossibile. José Mujica da guerrigliero a capo di stato

A chi non è capitato di sentir parlare di Pepe Mujica, il capo di stato più povero del mondo, che vive coltivando fiori in una piccola fattoria nella campagna uruguayana, che dona il 90% del suo stipendio ai poveri e che ha legalizzato l’uso della cannabis nel suo paese? Che parla alla gente con la lingua dei più umili e che fa della sobrietà uno stile di vita? Questo libro racconta proprio la sua storia, al di là del folclore e dell’agiografia che lo dipingono come un ‘santo moderno’. Narra della sua infanzia e gioventù in un Uruguay attraversato da grande fermento culturale e politico, della sua adesione alla lotta armata nel Movimento di Liberazione Nazionale – Tupamaros, dei lunghi anni passati in carcere, ostaggio della dittatura, in isolamento pressoché totale e durante i quali ha rischiato di impazzire. Descrive la sua passione per la terra, la sua storia d’amore con la sua attuale moglie Lucía Topolansky, anche lei guerrigliera, il loro proposito di vivere in campagna come contadini in mezzo agli altri contadini, la sua passione politica che lo ha portato alla presidenza dell’Uruguay. Riporta le sue parole e le sue idee, raccolte dopo un’accurata ricerca tra i tanti documenti, libri, interviste, documentari che lo riguardano o lo vedono protagonista e attraverso conversazioni degli autori con compagni di viaggio, conoscenti e altri protagonisti della vita politica e della guerriglia del paese sudamericano. Gli ultimi capitoli raccontano il suo impegno come Ministro prima e Presidente poi, i progetti di legge che ha implementato e analizza quanto e se la presidenza di un uomo così fuori dalla norma ha cambiato l’Uruguay. In mezzo tanti aneddoti di vita vissuta, alcuni resi noti al grande pubblico per la prima volta grazie a questo libro, dalle rocambolesche fughe dal carcere alla comparsa come attore in un cortometraggio, dall’impegno nel ciclismo come semiprofessionista ai dialoghi con le rane nel fondo di una cella oscura, dalle origini italiane alle domeniche nella Chiesa dei francescani di Nuevo París come chierichetto. La prima biografia italiana di Pepe Mujica.

 IL PRESIDENTE IMPOSSIBILE. 

José Mujica da guerrigliero a capo di stato
di Nadia Angelucci e Gianni Tarquini
con prefazione di Erri De Luca, in allegato intervista a Lucía Topolansky
Nova Delphi, 2014

Wikileaks rivela al mondo gli accordi segreti del TISA

TISA, TTIP, il mondo finanziario si cela dietro sigle apparentemente innocue che in realtà nascondo trame ai danni delle democrazie e dei cittadini

 di Davide Amerio

Una ne fanno, cento ne pensano. Pochi giorni or sono vi abbiamo dato notizia e ragioni di un accordo commerciale (TTIPTransatlantic Trade and Investment Partnership) traUnione Europea e Stati Uniti; accordo gestito con molto, -troppo, – riserbo sul quale pende il plausibile dubbio dell’ennesima fregatura ai danni dei cittadini.

A conferma dei sospetti (oramai pensar male non è nemmeno più sufficiente) l’organizzazione di Assange svela una prima parte di documenti riguardanti un accordo segreto che coinvolge molti paesi a livello mondiale e l’Europa nel suo complesso. In Italia ne da notizia l’Espresso che è partner di Wikileaks.

Il documento è incompleto ma fornisce interessanti, e preoccupanti, indicazioni sul contenuto degli accordi, così come rivela l’analisi di Jane Kelsey, professoressa di legge dell’Università di Auckland, nota per il suo interesse sugli esiti nefasti della globalizzazione.

L’accordo si chiama  T.I.S.A., acronimo di “Trade in services agreement”, ovvero “accordo di scambio sui servizi”. Questa volta il trattato non prende in considerazione le merci bensì i servizi che, nell’ economie sviluppate, occupano un ruolo rilevante nella produzione del PIL.

L’Italia non lo negozia direttamente ma attraverso la Commissione Europea come gli altri paesi membri (brividi!).

Specifica Stefania Maurizi de L’Espresso:

A sedere al tavolo delle trattative del Tisa sono i paesi che hanno i mercati del settore servizi più grandi del mondo: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell’Unione Europea, più Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica. Con interessi in ballo giganteschi: gli appetiti di grandi multinazionali e lobby sono enormi.

Abbiamo di fronte un panorama sempre più preoccupante: l’obiettivo delle corporation e delle lobby non è solo più quello di fare business ma quello di eliminare l’intermediario politico che potrebbe intralciare i loro affari. Ancora da L’Espresso:

Dobbiamo supportare la capacità delle aziende di competere in modo giusto e secondo fattori basati sul mercato, non sui governiscrive la Coalition of Services Industries lobby americana che porta avanti un’agenda di privatizzazione dei servizi, dove Stati e governi sono semplicemente visti come un intralcio al business. 

Definizione alquanto bizzarra quella proposta dalla Coalition of Service Industries: cosa significa “competere in modo giusto” se allo Stato (sovrano) viene preclusa la facoltà di arbitrare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? chi se non un governo (magari democraticamente eletto) può, – o dovrebbe, – tutelare l’interesse dei cittadini ivi compresi i diritti primari e fondamentali? È evidente che il concetto di ‘giustezza’ di questa filosofia viene concepito e articolato tutto all’interno di una logica altra rispetto a quella della democrazia.

Ne è prova la segretezza con la quale queste trattative sono in corso e il valore che viene dato alla riservatezza dei contenuti sino a spingersi nel dichiarare che:

E il documento potrà essere desecretato «dopo cinque anni dall’entrata in vigore del Tisa e, se non entrerà in vigore, cinque anni dopo la chiusura delle trattative».

Ma quali sono i servizi di cui questi accordi si occupano? Si parla di servizi finanziari, bancari e assicurazioni; ma i più pessimisti (o realisti) intravedono la seria intenzione di occuparsi della sanità, della scuola, delle forze militari. Obiettivo primario sono le informazioni che fanno gola al mercati finanziari per poter realizzare investimenti speculativi e, ovviamente, le privatizzazioni.

Chiaramente questi ‘mercati’ viaggiano con logiche distanti dalla realtà delle persone: esse mirano a creare la realtà stessa a loro interesse e somiglianza. Nulla hanno insegnato le catastrofiche crisi degli ultimi anni e le dolorose conseguenze.

In un simile contesto è facile immaginare quali ostacoli troveranno i governi di quei paesi, come il nostro, che necessitano assolutamente di rinegoziare il debito sovrano e i trattati che vincolano e bloccano l’agognata ripresa. Chi avrà interesse affinché uno stato sovrano non fallisca o non sia messo in condizioni tali da dover cedere i propri asset strategici? Quali sicurezze possono avere i cittadini se sono, e saranno, governati da politici (e parlamenti) troppo facilmente preda della corruzione ancorché eletti democraticamente?

Una domanda che dovrebbero porsi molti connazionali dopo l’esito dell’ultima tornata elettorale.

D.A. 23.06.14

Gratteri: “Campi di lavoro per i mafiosi. Coltivino la terra se vogliono mangiare”

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/gratteri-campi-di-lavoro-mafiosi-coltivino-1882676/

Guarda la versione ingrandita di Nicola Gratteri (Foto Lapresse)

Nicola Gratteri (Foto Lapresse)

ROMA – “Campi di lavoro per i mafiosi in carceredetenuti al 41 bisColtivino la terra se vogliono mangiare”: è la proposta del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. 

Durante un’audizione in Commissione diritti umani in Senato Gratteri ha detto:

”Io sono per i campi di lavoro, non per guardare la tv. Chi è detenuto sotto il regime del 41 bis coltivi la terra se vuole mangiare. In carcere si lavori come terapia rieducativa. Il tossicodipendentedeve lavorare otto ore al giorno, perché un altro può stare 10 ore davanti alla tv? Occorre farli lavorare come rieducazione, non a pagamento. Se abbiamo il coraggio di fare questa modifica, allora ha senso la rieducazione. Ci sono capi mafia di 60 anni che non hanno mai lavorato in vita loro. Farli lavorare sarebbe terapeutico e ci sarebbe anche un recupero di immagine per il sistema”.

L’entusiasmo del Corriere per i nazisti ucraini

http://contropiano.org/internazionale/item/24831-l-entusiasmo-del-corriere-per-i-nazisti-ucrainicontropiano.org

  •  Martedì, 24 Giugno 2014 10:45
  •  Redazione Contropiano

L’entusiasmo del Corriere per i nazisti ucraini

“Una ragazza piange abbracciando il suo fidanzato, nuova recluta del battaglione “Azov” dell’esercito ucraino. Circa 600 volontari hanno giurato fedeltà all’arma durante una cerimonia a Kiev. Adesso partiranno per un addestramento di tre settimane prima di prendere parte alle operazioni militari contro i separatisti filorussi nell’est del Paese. Intanto a Donetsk si è aperto un vertice Mosca-Kiev-Osce per mettere fine alle violenze nell’Ucraina orientale. All’incontro partecipano anche rappresentanti dei separatisti mentre per Kiev c’è il controverso ex presidente Leonid Kuchma. In serata i filorussi hanno acconsentito a onorare il cessate il fuoco ordinato dal presidente ucraino Petro Poroshenko venerdì 20 giugno per sette giorni e si sono impegnati a partecipare a ulteriori colloqui per contribuire alla risoluzione del conflitto”.

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Con questo quadretto strappalacrime e idilliaco, ieri il Corriere della Sera celebrava spudoratamente i miliziani nazisti di Pravyi Sektor. Naturalmente, così come era avvenuto per un quadretto analogo presentato alcune settimane fa dal canale all news della televisione di stato italiana Rainews 24, anche il maggior quotidiano nazionale si è ben guardato dallo spiegare chi sono i combattenti incappucciati che abbracciano le loro fidanzate o sorelle prima di partire per il fronte. Basta scorrere il servizio fotografico accluso alle poche righe di presentazione per rendersene conto. A partire dalla bandiera con la runa nazista sventolata da uno dei partecipanti alla cerimonia, per finire alle insegne dei Corpi Neri che ognuno dei miliziani incappucciati porta sul braccio. Sono questi gli eroi del Corriere della Sera? Evidentemente si.

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Per fortuna non tutti i media internazionali sono “ingenui” come Rainews 24 o il Corriere della Sera. Ad esempio un servizio del 9 giugno scorso mandato in onda dalla rete satellitare panaraba Al Jazeera a proposito del Battaglione Azov parla esplicitamente di fascisti. Nel servizio, dal titolo “I neofascisti si addestrano per combattere i ribelli ucraini” compare ad un certo punto anche un italiano che, a detta del corrispondente di Al Jazeera David Chater, sarebbe un “52enne che ha lasciato a casa moglie e figlio per combattere per l’Ucraina.” “Per la mia formazione, io combatto dove ci sono i miei camerati,” dice l’italiano, probabilmente Francesco Fontana, con il volto coperto da occhiali e passamontagna. “Qui mi sono subito sentito a casa, e loro mi hanno fatto sentire a casa.”

ukrainaLeggi ancheIn Ucraina è un massacro. Ma Rainews 24 si emoziona per i baci dei nazisti alle fidanzate

Fascisti italiani in Ucraina? Una storia lunga

Spurgo Service: bella gente le ditte Tav!

post — 23 giugno 2014 at 23:36

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In queste foto raccolte dai notav al cantiere che vigilano e documentano tutto si vedono partire  gli ultimi camion che trasportano all’esterno del cantiere della Maddalena lo smarino del cumulo 9, quello che fino a poco  tempo fa non veniva toccato…la destinazione è ignota (e ci sarebbe da indagare sia sul materiale che sulla destinazione) ma è chiara invece la ditta che si occupa di questa operazione:  la Spurgo Service.

La ditta fa capo al gruppo Marazzato. Per rimanere nel solco della legalità delle ditte che concorrono alla devastazione della Valle, il padrone, Alberto Marazzato, è stato arrestato a dicembre per corruzione e turbativa d’asta in un’operazione che ha avuto come epicentro Monza, e si è snodata nel nord Italia nel solito giro di tangenti tra ditte e politici per la costruzione di opere pubbliche.

Qui l’articolo http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/tangenti_appalti_milano_sindaco_assessori/notizie/401653.shtml

Probabilmente il curriculum della ditta, dopo questi fatti, è perfetto per lavorare nel cantiere e nel sistema Tav.

(nella foto si vede nel retro del mezzo una R che è il segno convenzionale di trasporti pericolosi e/o inquinanti)

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L’ultima battaglia di Bianca la rossa. È mancata Bianca Guidetti Serra

Stamane Torino ha perso una grande donna, figura centrale della giustizia e della politica per molti anni. A darne notizia il figlio Fabrizio Salmoni.

 la Redazione

Bianca Guidetti Serra è stata l’avvocato dei deboli, delle minoranze, degli sfruttati, ha difeso operai, studenti, e minorenni che hanno subito abusi, ha lavorato per ottenere leggi moderne sull’adozione. È mancata stamane, 24 giugno alle 8,30, dopo lunga malattia a 95 anni nella sua casa di Torino che era stata anche il suo studio legale. Lo comunica il figlio Fabrizio Salmoni con la moglie Cecilia e la figlia Loretta Lisa.

 

Al di là delle sue brevi esperienze istituzionali (consigliere comunale indipendente con Democrazia Proletaria 1985-87; deputata indipendente per DP 1987-90*; poi ancora con il Pds 1990-99), Bianca è stata un grande avvocato anche quando si è trattato di confrontarsi con i poteri forti: fu parte civile con i sindacati contro la Fiat per le schedature illegali dei dipendenti (unica, storica condanna penale della Fiat); fu difensore del Direttore del giornale Lotta continua Pio Baldelli contro il commissario Calabresi e fu parte civile nel processo contro i Frati Celestini di Prato, imputati di maltrattamenti nei confronti dei bambini a loro affidati. La ricordiamo anche per altri processi storici (banda Cavallero, banda XXII Ottobre, Brigate Rosse, Ipca di Ciriè, Eternit di Casale Monferrato) ma la gente la ricorderà soprattutto per la miriade di processi in difesa di militanti politici degli anni Sessanta-Settanta.

Alberto Salmoni (primo), Bianca Guidetti Serra (seconda). e Primo Levi (ultimo )

All’avvocatura era approdata nel 1947, dopo la Resistenza che l’aveva vista staffetta partigiana in Val di Susa e in Val Chisone; impegnata ad aiutare, con Ada Gobetti amici e conoscenti ebrei, considerati di “nazionalità nemica” dalla Repubblica Sociale italiana; e ancora come organizzatrice dei Gruppi di Difesa della Donna a Torino.

Quando sui muri di Torino apparvero i primi manifesti antisemiti, Bianca – con la più giovane sorella Carla (che avrebbe poi sposato Paolo Spriano), con Alberto Salmoni (che sarebbe, in seguito, diventato suo marito) e altri giovani – si mise metodicamente a strapparli. Forse in questa determinazione (che la polizia, per fortuna dei ragazzi, considerò soltanto un atto di vandalismo), giocò l’amicizia con Primo Levi. (Anpi)

Iscritta al Pci dal 1943, ne uscì nel 1956 a seguito dei fatti d’Ungheria e si dedicò quindi completamente all’attività professionale, pur sempre nell’ambito della più ampia sinistra italiana, da indipendente: si occupa con determinazione del diritto di famiglia e della tutela dei più deboli, dei minori e dei carcerati; è presente nelle fabbriche torinesi per assistere gli operai per conto della Camera del lavoro; negli anni Settanta combatte la battaglia contro le schedature politiche degli operai alla Fiat.

Nel maggio del 2009 intervistata dal  quotidiano «La Stampa» in occasione dei suoi 90 anni, le fu chiesto quale significato ebbe il processo, che la vide protagonista come parte civile, sulle schedature scoperte dall’allora pretore Guariniello – processo che si concluse con l’assoluzione degli imputati:

Io credo che un significato l’abbia avuto: quello di non accettare un sistema iniquo senza protestare. Era una storia di abusi. Che giustificava la volontà di ribellarsi. Dopo di allora nessuno poté più pensare di trattare così gli operai. («La Stampa»)

Bianca Guidetti Serra

Nel 1987 si dimise da consigliere per presentarsi, sempre come indipendente nelle fila di Dp, alle elezioni per la Camera dei Deputati. In Parlamento prese parte ai lavori delle Commissioni giustizia e antimafia. Nel 1990, insieme a Medicina Democratica e all’Associazione Esposti Amianto (AEA) partecipò alla presentazione, come prima firmataria, di una proposta di legge per la messa al bando dell’amianto, approvata poi nel 1992 (“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, Legge n. 257 del 27 marzo 1992).

Aveva smesso di esercitare nei primi anni Novanta per le prime difficoltà fisiche, poi nel 1997 il primo ictus ne aveva definitivamente interrotto l’attività.

Il suo impegno nel campo del diritto ci dice che, in coerenza con le sue scelte di sempre e con la sua indole combattiva, oggi la vedremmo certamente dare battaglia in Tribunale in difesa dei valsusini e di chiunque subisce gli abusi del Potere. Per questo, e in omaggio alla sua vita, siamo sicuri che saranno in molti a volerla andare a salutare per l’ultima volta. Si attendono nelle prossime ore informazioni più dettagliate sulle sue esequie.

La redazione di TG Vallesusa si stringe con affetto attorno all’amico e collega Fabrizio Salmoni in questo momento di dolore per la perdita della mamma Bianca.

* Diede le dimissioni da parlamentare dopo poco più di due anni per incompatibilità personale con quel tipo di lavoro

Bibliografia di Bianca Guidetti Serra:

Il paese dei celestini (con Francesco Santanera), Einaudi, Torino 1973

Compagne. Testimonianze di partecipazione politica femminile (II vol.), Einaudi, Torino 1977

Le schedature Fiat, Rosenberg & Sellier, Torino 1984

Storie di giustizia, ingiustizia e galera, Linea d’Ombra 1994

Da segnalare la sua biografia autorizzata: Santina Mobiglia, Bianca la rossa, Einaudi, Torino 2009.