Putin vuole divulgare prove per dimostrare che l’11 settembre è stato organizzato dagli Usa

By Edoardo Capuano – Posted on 03 giugno 2014
 
Mentre le tensioni tra Stati Uniti e Russia rimangono ad un livello elevato paragonabile solo a quello della guerra fredda, sembra che Putin ne ha avuto abbastanza dei capricci di Obama.
 
Diversi analisti hanno recentemente ipotizzato che, per mettere Obama al suo posto, una volta per tutte, Putin si è organizzato per rilasciare le prove (ad esempio immagini satellitari) nella sua posizione che riveleranno che gli attacchi terroristici dell’11 Settembre sono un lavoro interno.
 
Questi cosiddetti “lavori interni” sono meglio conosciuti come attacchi falsa bandiera, sono attacchi appositamente e strategicamente progettati in modo tale da ingannare il pubblico e costringerlo a pensare qualcosa che non è vero. In altre parole, i funzionari americani avrebbero progettato di eseguire un attacco contro l’America e la sua gente per farlo apparire come se una certa entità nemica avesse effettuato l’atrocità.
 
11 Settembre
 
Questo è solo il caso in cui l’America ha dimostrato interesse nella patria del gruppo attribuito. Come molti hanno spiegato in precedenza, da entrambi i lati gli Stati Uniti avevano un interesse pesante sul petrolio e si pensa quello sia stato il motivo per presunti attacchi sotto falsa bandiera.
 
Diversi casi documentati sono stati esposti mostrando che questo non sarebbe nulla di nuovo nel regno militare dell’America nel perseguimento di interessi egoistici. Stando così le cose, sembra come se il resto del mondo sta diventando stanco dell’impatto che America sta avendo e del modo in cui svolge la sua agenda.
 
Nel tentativo di esporre il governo per quello che sta facendo – di uccidere gli americani nel tentativo di invadere altrove e poi uccidendo cittadini ovunque si trovino – alcuni hanno minacciato di far trapelare dettagli militari per esporre le atrocità americane. La più recente speculazione è caduta su Putin secondo quello che ha detto di avere alcune immagini satellitari che dimostrano, senza ombra di dubbio, che l’America è stata complice di un attacco a falsa bandiera.
 
Presumibilmente dimostrando che gli attacchi dell’11 Settembre sono stati eseguiti da funzionari americani – bene, si possono immaginare le ripercussioni. Tutta la fede e fiducia nel governo sarebbe disintegrata, tumulti scoppierebbero per le strade e, forse, avrebbe inizio una rivolta civile.
 
Detto questo, immaginate come verrebbe vista l’America sulla scena mondiale. Un facile bersaglio per gli estremisti islamici o forse un cambio di gestione da parte di una superpotenza concorrente straniera? Anche se questi scenari possono essere temporanei, potete immaginare come altre forze potrebbero facilmente approfittare di una tale situazione.
 
Cosa ne pensate voi ragazzi – potrebbe Putin avere tali prove in suo possesso? Potrebbe essere questo il motivo per cui Obama ci è andato così morbido con Putin per tutto il mese passato – forse è stato ricattato? Fateci sapere cosa ne pensate di questo in un commento qui sotto.
 
Articolo originale: tellmenow.com / Via: terrarealtime.blogspot.it

A OBAMA GLI SCAPPA IL GAS – IL PRESIDENTE VORREBBE VENDERE AGLI EUROPEI IL METANO DEGLI USA PER INDEBOLIRE PUTIN. MA ORA È DENTRO CASA CHE GLI FANNO LA GUERRA

In America, lungi dall’esserci una voglia di “invadere” il mercato europeo, il dibattito politico sull’energia tradisce resistenze formidabili.”
qui naturalmente si riferisce allo shale gas
,
ma il TTIP che cos’è per Rampini??? E com’è quando è la lobby dell’industria a dire no nessuna paternale?
Ma bella questa, senza spiegare come, ora gli ambientalisti non hanno scuse per opporsi in Europa al fracking, dal vertical passano all’horizontal fracking….
QUINDI VIA A TRIVELLARE IN EUROPA

Al G7 senza la Russia Barack minaccia Vladimir: “Se non convince i separatisti ucraini a lasciare le armi, scatteranno sanzioni ancora più dure” – Due mesi fa aveva promesso di portare qui il suo gas da fracking, ma in patria non vogliono rinunciare ai prezzi stracciati garantiti dalla sovrabbondanza…

1 – UCRAINA, IL G7 AVVERTE MOSCA “INACCETTABILE, DEVE FERMARSI” OBAMA: NOI SIAMO CON KIEV

Federico Rampini per “la Repubblica”

L’azione della Russia in Ucraina «è inaccettabile» e deve fermarsi. Il G7 si è aperto ieri sera a Bruxelles, per la prima volta in 16 anni senza la Russia, la cui espulsione ha segnato la fine del “formato” G8. Nel comunicato che i leader hanno discusso ieri sera a cena si dicono pronti a «intensificare sanzioni mirate» contro Mosca. Il G7 preme sulla Russia per accelerare il ritiro delle sue truppe dai confini dell’Ucraina e affinché utilizzi la sua influenza per fermare i separatisti. Si chiede a Mosca di avviare «un dialogo con l’Ucraina per trovare una soluzione politica alla crisi».
C’è l’impegno a sostenere «un meccanismo coordinato di donatori internazionali per assicurare l’effettiva consegna degli aiuti all’Ucraina». Programmato inizialmente come G8 a Sochi e poi annullato dopo l’annessione russa della Crimea, il G7 subisce però “l’ombra di Vladimir Putin”, che da domani si unisce ai leader occidentali a Parigi e in Normandia per il 70esimo anniversario dello sbarco.

François Hollande, Angela Merkel e David Cameron hanno già annunciato colloqui bilaterali con Putin, mentre Obama è stato più evasivo («non abbiamo mai smesso di parlarci»). Sulla compattezza degli alleati, gli Usa hanno dei dubbi: la Casa Bianca è in allarme per la decisione francese di vendere a Mosca le navi da guerra Mistral. Sulla crisi dell’Ucraina il G7 «deve parlare con una sola voce» ha sottolineato Obama. Angela Merkel ha ribadito che Putin deve «fare pressione sui separatisti perché lascino le armi» in Ucraina dell’est. Se questo non accade, scatteranno le sanzioni del livello 3.
«Noi vogliamo collaborare con la Russia — ha detto la cancelliera — ma se necessario saranno decise». Ieri mattina Obama aveva incontrato per la prima volta a Varsavia il neo-presidente ucraino Petro Poroshenko. «Gli Usa sono risolutamente impegnati al fianco del popolo ucraino — ha detto Obama — non solo per i prossimi giorni o le prossime settimane, ma negli anni a venire». Il G7 discute anche di economia, sicurezza energetica, cambiamento climatico.

2 – MA IL RICATTO DEL GAS DIVIDE USA ED EUROPA

Federico Rampini per “la Repubblica”
Renzi è il relatore del G7 sull’energia: tema cruciale visto il “ricatto del gas” che la Russia ha usato più volte nei confronti dei vicini. Tema delicato, anche, per le incomprensioni tra le due rive dell’Atlantico. Che si aggiungono ad altri motivi di frizione: François Hollande è indignato per la maxi-multa americana alla banca Bnp Paribas, Barack Obama a sua volta giudica inquietante che Parigi proceda come niente fosse con la vendita di navi da guerra alla Russia. Poi c’è l’allarme americano per l’euro- deflazione: la Casa Bianca teme che il Vecchio continente si stia avvitando in una spirale depressiva, una “sindrome giapponese”, che può avere ripercussioni sulla ripresa mondiale.
L’energia resta comunque uno dei terreni più scivolosi. In Europa ha avuto una certa diffusione la “leggenda del gas americano” come alternativa disponibile a quello russo. Addirittura sono circolate teorie su Obama “commesso viaggiatore” del gas made in Usa. La realtà è molto diversa. Il gas americano è sovrabbondante, ma finora gli Stati Uniti se lo tengono ben stretto, sono loro ad essere riluttanti ad esportarlo.

Per una ragione evidente: grazie all’eccesso di quella fonte domestica, l’intera economia Usa paga il gas un terzo dei prezzi di mercato mondiali, ricavandone un formidabile vantaggio per la propria competitività. Gli Stati Uniti sono in pieno boom energetico, nel gas naturale hanno tolto alla Russia il primato mondiale; e secondo le proiezioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia potrebbero entro 15 o 20 anni sorpassare perfino l’Arabia saudita nell’estrazione di greggio.

Tutto grazie alla rivoluzione tecnologica, con nuovi metodi di estrazione che sono chiamati “horizontal drilling” e “fracking”. Quest’ultimo in particolare è inviso agli ambientalisti, in quanto utilizza potenti getti di acqua e solventi chimici per separare il cosiddetto “shale gas” da rocce e sabbie. Obama è stato più volte criticato dagli ambientalisti, anche se a questo G7 arriva dopo un’importante decisione della sua Environmental Protection Agency per tagliare le emissioni di CO2 delle centrali elettriche.

Gas sovrabbondante, dunque, ma non da esportazione. Le leggi federali Usa sono molto restrittive sulle vendite all’estero: retaggio degli shock petroliferi (anni Settanta), quando l’America varò delle normative a tutela della propria autonomia energetica. Solo di recente c’è stato un inizio di allentamento sui limiti all’export, ma col contagocce. «Le prime vendite di gas all’Europa? Forse arriveranno tra due anni», dice un dirigente del colosso energetico Bg Group. Su venti domande di licenza per esportare gas liquefatto, Obama finora ne ha approvate solo sette.
E l’approvazione della licenza è solo un passo preliminare, poi bisogna costruire infrastrutture adeguate (terminali di liquefazione, porti attrezzati). Gli esperti Usa stimano che su 260 milioni di tonnellate di export potenziale, le vendite effettive all’estero saranno di soli 70 milioni… nel 2025. Non certo di che rappresentare un’alternativa immediata al gas di Putin. In America, lungi dall’esserci una voglia di “invadere” il mercato europeo, il dibattito politico sull’energia tradisce resistenze formidabili.

Obama ha cercato di spiegare al Congresso che bisogna controbilanciare il ricatto energetico della Russia verso il Vecchio continente. Ma un suo compagno di partito, il senatore democratico Edward Markey della commissione Esteri, non ci sta affatto: «Così esportiamo anche i nostri posti di lavoro e i vantaggi per il consumatore americano». L’obiezione ha una logica: se il gas americano potesse circolare liberamente sui mercati mondiali, i prezzi tenderebbero a livellarsi e gli Usa perderebbero l’enorme “sconto energetico” di cui beneficiano tutti i settori dell’economia, famiglie incluse.

Contro l’export del gas è schierata una formidabile lobby confindustriale di “compratori”, la potente associazione America’s Energy Advantage cui partecipano colossi industriali come Alcoa (alluminio) e Dow Chemical (chimica). «Liberalizzare l’export sarebbe un grave errore — protesta questa lobby — lo pagheremmo con miliardi di dollari di investimenti perduti, e milioni di posti di lavoro a rischio. Aumenterebbero i prezzi interni dell’energia con grave danno per la competitività di tutta l’industria manifatturiera».

L’ultima volta che Obama incontrò i leader europei, a fine marzo proprio qui a Bruxelles per il G7 d’emergenza convocato dopo l’annessione della Crimea, il presidente americano ebbe un messaggio verso gli alleati: «Nell’energia bisogna fare scelte difficili, esaminare tutte le opzioni».

Traduzione: lo “shale gas” lo avete anche voi europei, ma finora vi siete preclusi il suo sfruttamento per paura delle obiezioni ambientaliste. Quel messaggio ha cominciato ad avere qualche effetto. Il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, ha lanciato un appello ai governi europei perché diano il via libera almeno a degli «esperimenti dimostrativi » per verificare gli effetti del fracking. Ancora più clamoroso, in un paese ad alta sensibilità verde come la Germania, Angela Merkel ha deciso di autorizzare il fracking dall’anno prossimo. Meritandosi il plauso della Confindustria tedesca: «È la più importante lezione dalle tensioni con la Russia».

La Germania ha 2.300 miliardi di metri cubi di riserve potenziali di gas naturale, con cui potrebbe arrivare a soddisfare il 35% del suo fabbisogno domestico. Se il gas russo ha un costo geopolitico altissimo, e quello americano non è dietro l’angolo, alcuni europei cominciano a trarne le conseguenze.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/obama-scappa-gas-presidente-vorrebbe-vendere-europei-78399.htm?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Nessun virus nel messaggio.

BILDERBERG 2014 CARRELLATA FINALE : PRIVACY, TRASPARENZA E BORSE DI HERMES

Borse privacy, trasparenza e Birkin: Bilderberg 2014 roundup

Mentre il sole scandinavo quasi ma non del tutto imposta sul Bilderberg 2014, possiamo finalmente prendere un respiro e guardare indietro a un anno significativo. Così che cosa abbiamo imparato?

Björn Wahlroos
Finanziere finlandese Björn Wahlroos lascia Bilderberg in stile. Foto: Hannah Borno

2014 è stato l’anno dell’accessorio

Per una conferenza notoriamente camera-shy, una posizione centrale è stata sempre sarà una sfida. Naturalmente, alcuni dei delegati gustato l’attenzione, come la passerella re del Bilderberg, Bjørn Wahlroos.

Bjorn è il presidente della grande società finanziaria del gruppo finlandese Sampo, e del Bilderberg meglio vestite uomo da un miglio di paese. Quei pantaloni butterscotch sono a dir poco un trionfo, e lui lo sa.Un pignolo per i dettagli, Bjorn aveva il suo assistente personale trascorrere l’intera notte ottenere il diritto di aggraffatura in quel fazzoletto. Vale ogni minuto.

L’unica persona in questo anno di Bilderberg, che è andato vicino al Bjørn la posta in gioco di stile è stata Christine Lagarde, il capo del FMI. 

Lagarde

Modo di accessoriare. Un favoloso foulard Hermès e una borsa Birkin acquamarina box-fresco. Elegante, diabolicamente costosa – la borsa ideale in cui portare in giro le statistiche sul debito del terzo mondo.

Ecco Marie-Josée Kravis, consulente della Fed di New York, accessorizing brillantemente con il suo serpente-effetto seta sciarpa fuori per una passeggiata di potenza con il miliardario finanziere marito Henry Kravis, capo della società di investimento KKR predatori. Nessuno rocce occhiali da sole come questa coppia.

Kravises del Bilderberg

Non tutti al Bilderberg è un comò favoloso

Mi dispiace per il miliardario John Elkann. Ha un senso all’italiana di fascino, ma fa cilecca abbastanza spesso. Elkann è l’erede miliardi Agnelli e membro del consiglio del gruppo Economist. E ‘anche l’orgoglioso proprietario del peggior capo di abbigliamento fabbricati negli ultimi 700 anni di civiltà occidentale.

Elkin

Wow. E ‘come un crimine di guerra contro cashmere. E che cosa sta succedendo con le spalle? Sono imbottiti? Ha maglia lui stesso? Ha perso una sfida? Egli non ha una sola persona nella sua vita a dire: “John, tu sai che il ponticello rosa ti amo così tanto? Ho buttato nel canale. “

Elkann sta avendo una risata con ACE capo assicurazione Evan Greenberg, che siede nel consiglio di Coca-Cola.

Non c’è riposo per i delegati del Bilderberg

Se riesci a sopportare di, guardare indietro a quella immagine di Elkann.Vedrete nella mano destra un cuneo di carte. E ‘davvero notevole il numero di file, cartelle e documenti delegati portare in giro con loro. Si vedono spesso la loro revisione in angoli tranquilli, giocherellando con le loro stampe. E ‘come stanno mischiare tra esami.

E chi può dimenticare Ed Balls, bloccati fuori Bilderberg, armeggiando un’intera valigia piena di carte in cerca di suo cordino .

Sono piccole api operose. Sabato scorso, uno dei partecipanti alla conferenza di quest’anno è stato blandito verso la barriera di sicurezza mentre tornava da un jog pomeriggio. E ‘stato Christian Rynning-Tønnesen, che gestisce Statkraft – la società energetica norvegese di proprietà dello Stato, e il più grande produttore di energia rinnovabile in Europa. Christian sembrava un po ‘riluttante a tornare in albergo, e indugiava intorno per una chiacchierata .

Christian dietro il filo
Christian Rynning-Tønnesen. Fotografia: wearechange.org

Quando gli è stato chiesto se si stava godendo il suo weekend. Fece un sorriso mesto e rispose: “Penso che godere è la parola sbagliata. E ‘molto … interessante. “Intense? “Intense. Sì. E ‘incontri per tutto il tempo. “Ci ha detto ai partecipanti ottengono tre ore fuori il Sabato e la sua rottura era quasi finita. “Adesso c’è incontri programmati; anche domani mattina “, ha rivelato stancamente. E se ne urtato, su indietro verso l’inesorabile Bilderberg mola.

Non tutti è costruito per Bilderberg

Christian Rynning-Tønnesen sembrava tutto troppo “normale” per salire molto lontano il palo scivoloso del Bilderberg. Alcune persone semplicemente non può tagliare. Il mio cuore è andato a Jason Kenney, il ministro canadese di occupazione, sviluppo sociale e multiculturalismo, che abbiamo guardato un periodo difficile al pre-dinner drink festa nella notte di Sabato.

Jason Kenny

Così vicino eppure così lontano: nel sancta sanctorum, ma al di fuori del cerchio interno. Un muro impenetrabile di sartoria su misura in piedi tra lui e il potere. Sembra malinconica. Io so che viso. Ho indossato abbastanza volte io stesso. Vuol dire: quanto tempo posso lasciare questo partito dimenticato da Dio senza guardare maleducato?

Non tutti vogliono la stampa di essere qui

Il controllo supplementare attribuito il gruppo di quest’anno è stato particolarmente duro con generale Keith Alexander, capo recentemente sostituito la NSA. Il generale ha dato un sospiro visibile quando è stato mostrato le lenti che punta a lui …

Generale Alexander

Povero Keith. Lui odia davvero le persone in cerca di lui, senza il suo permesso. Ha trascorso così tanto tempo snooping sul pubblico in generale che deve essere stato uno shock terribile per il sistema per avere le tabelle girato.

L’idea stessa di ‘privacy’ è sul tavolo

Alexander è un esperto mondiale nel rispetto della privacy (e come liberare il mondo di esso), ed è probabile che aveva qualcosa da dire durante la discussione conferenza sul tema: “Fa privacy esiste” Purtroppo non so cosa ha detto, perché la discussione era privata.

Quest’anno, abbiamo avuto modo di assistere ad una fuga privacy chiacchierata che ha avuto luogo sul patio dell’hotel …

Privacy tea party

Questo è il transatlantico privacy dibattito in azione. Sulla destra, commissario Ue Viviane Reding, probabilmente il più importante negoziatore privacy in Europa. Nel mezzo, Eric Schmidt, il presidente esecutivo di Google – una società che è stato ampiamente criticato per la sua attività di lobbying aggressivo in Europa nella speranza di meno stringente normativa sulla privacy. E a sinistra, Alex Karp, il CEO di Palantir Technologies, specializzata in spyware e grandi analisi dei dati.

Sono in privato, discutendo quanta privacy dovrebbe essere garantita al pubblico, pur avendo la loro privacy pagato (almeno in parte) dal pubblico.

I politici possono essere incitato al Bilderberg 24/7

Google spende milioni di lobbying nell’Unione europea sulla privacy, ma qui si arriva a farlo, al più alto livello, gratuitamente. Circondato da titani aziendali predatori, i politici semplicemente non hanno alcuna possibilità in questo ambiente. Qui Thomas Enders (a destra), amministratore delegato del colosso produttore di armi Airbus, fa un affondo affamato di ministro degli esteri svedese Carl Bildt (a sinistra), ma Victor Halberstadt di Goldman Sachs lo ha afferrato con destrezza. In questa occasione, Goldman Sachs festa prima.

Bildt

Bilderberg è meno importante del gatto di George Osborne

Purtroppo, non una grande quantità di inchiostro tradizionale è stato versato descrivere quest’anno Bilderberg. I tempi non sembrano notare due ministri britannici che servono erano qui. I capi della NATO, del FMI, BP, Shell, Google e MI6 camminato dritto davanti a loro, a braccetto. The Times ha visto nulla di interessante. Il comandante supremo alleato in Europa girato la ruota su per le scale dell’hotel; non hanno fatto una piega.

Allo stesso modo, Reuters non ha effettuato un solo riferimento alla manifestazione. Il Daily Mail sbatté le palpebre per tre giorni di fila e perso. Eppure in qualche modo, qualche giorno prima, il Mail ha trovato un sacco di tempo a riferire in merito gatto mancante di George Osborne.

Quando il proprietario del gatto, il cancelliere dello scacchiere britannico, trascorre tre giorni a Copenhagen discutere Ucraina con i ministri, gli investitori miliardari ei vertici militari, le parole falliscono. In nome di Goldman Sachs è sbagliato con queste persone?

Il business plan della media alternativi sta lavorando

Fortunatamente, i media alternativi stanno facendo un buon lavoro di limatura del vuoto. Il filmato di Rynning-Tønnesen è stato preso da Luca Rudkowski di WeAreChange.org. E ‘uno di un gruppo di giornalisti-folla finanziato, tra cui Dan Dicks da pressfortruth.ca che sono stati finanziati da donazioni da loro pubblico per venire e coprire Bilderberg. Fanno anche soldi attraverso i loro canali su YouTube – è sufficiente per vivere e permette loro di continuare a fare quello che stanno facendo.

Ecco cosa è successo quando hanno rintracciato Peter Sutherland, presidente di Goldman Sachs International, mentre passeggiava su Copenhagen con la sua nuova protetta Bilderberg esordiente Simon Coveney (ministro irlandese per l’agricoltura, il cibo e la marina).

Non c’era perso tra i media alternativi e gli organizzatori della conferenza amore. Poco prima dell’inizio della conferenza, il “signore Leiden” sono stati avvicinati da Luca e Dan in hotel, che ha cercato di impegnarsi in loro un po ‘di conversazione. (SPOILER ALERT: questa avventura si conclude con i nostri giornalisti-folla finanziato intrepidi nelle celle della polizia.)

Sono sicuro che Luca e Dan sarà l’anno prossimo, ovunque il Bilderberg circolava. Se avete voglia di un minibreak trasparenza a tema intenso, si dovrebbe considerare venendo pure. I sussurri per le strade di Copenaghen sono che potrebbe essere il Portogallo. Se scopriamo qualcosa, ci atteniamo fino a bilderbergmeetings.co.uk – che stiamo lentamente trasformando in una risorsa per i giornalisti e ricercatori.

Ma per ora, come si dice a Copenhagen, vi auguro un Medisterpølse appassionato e piedi doloranti. (…e salsicce speziate-Medisterpølse )

 Charlie Skelton can be found on Twitter: @deyook
 
 
 
3.06.2014
 
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63

Lo shale gas degli Usa si inchina all’accordo tra Russia e Cina

di Demostenes Floros
RUBRICA GEOPOLITICA DEL CAMBIO Il contratto trentennale tra Mosca e Pechino ha una portata geostrategica oltreché economica. La presunta rivoluzione energetica statunitense non cambierà le carte per l’Europa e per l’Italia.
 
 
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[Carta di Laura Canali da Limes 4/14 L’Ucraina tra noi e Putin]
 
A maggio, il prezzo del Brent è aumentato dai 108.05 dollari al barile [$/b] ai 109.55$/b (massimo 110.53$/b il giorno 23) mentre il Wti è cresciuto dai 99.19$/b ai 102.9$/b, con un picco a 104.37 il 27 maggio, sulla scia delle guerre civili in Ucraina e Libia.
 
Abitualmente, un aumento del costo del petrolio porta a un deprezzamento del dollaro (mantenendo così inalterati i profitti). Questa volta però il biglietto verde si è apprezzato, chiudendo a 1,3607€/$ (dopo aver toccato addirittura quota 1,3953 in data 8 maggio), probabilmente scontando le prossime scelte di politica monetaria espansiva da parte della Bce, attese per il 5 giugno.
 
Cina e Federazione Russa hanno firmato un accordo trentennale per la fornitura di 38 miliardi di metri cubi di gas naturale, che nel tempo aumenteranno fino a 68 miliardi di m³, per una stima di oltre 1 trilione di m³ per l’intero periodo. Il contratto take or pay vale circa 400 miliardi di dollari – quanto il pil della Svezia – e sarà valido a partire dal 2018. Il prezzo non è stato reso noto ma dovrebbe aggirarsi attorno ai 350-380 $/m³, quindi poco meno di quanto attualmente pagato dagli Stati europei.
Quali significati racchiude tale accordo? In primo luogo, è strategico nella misura in cui Mosca punta il suo baricentro verso l’Asia, orientandosi anche nella direzione di paesi consumatori come il Giappone e la Corea del Sud, ma scontrandosi con produttori di gas naturale liquefatto come l’Australia, la quale sarà costretta a prezzi di vendita meno vantaggiosi.
L’accordo contribuisce inoltre a delineare con maggior chiarezza il nuovo concetto di “Eurasia“. Questo va messo in relazione con il nuovo livello d’integrazione politico-economica raggiunto lo scorso 28 maggio dall’Unione doganale con Bielorussia e Kazakistan (cui sono prossimi alla piena adesione Armenia e Kirghizistan) e le sempre più consolidate alleanze diplomatico-militari dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva della Csi (Otsc) e dell’Organizzazione di Shangai per la cooperazione (Sco).
L’intesa ha poi un significato storico e politico che il presidente russo Vladimir Putin ha voluto chiarire proprio nel corso di un’intervista con i principali media cinesi: “I tentativi di distorcere i risultati della Seconda Guerra Mondiale sono estremamente pericolosi, come testimoniano i tragici eventi in Ucraina, dove le forze neonaziste più oltranziste hanno scatenato un vero e proprio terrore contro i civili”. Ha rincarato la dose la dichiarazione congiunta russo-cinese, secondo la quale è necessario che alcuni paesi “cessino di usare il linguaggio delle sanzioni unilaterali e di incoraggiare attività tese a cambiare il sistema costituzionale di un paese straniero”.
Da ultimo, emerge il significato economico del patto, a partire dal fatto che il gas naturale verrà inizialmente pagato in dollari per poi essere gradualmente scambiato in yuan. Diversi tra i 40 accordi raggiunti in tema di energia, costruzioni, metallurgia, sistema bancario e militare prevedono l’utilizzo di rublo e yuan.
All’indomani delle sanzioni imposte a Mosca da Washington, il Ceo di Gazpromneft, Aleksander Dyukov, aveva già espresso la possibilità di effettuare i pagamenti non più in dollari ma in euro. Possibilità chea suo dire [9′ del video] sarebbe stata accettata dal 95% dei propri clienti.
Il viceministro italiano dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha affermato che “raggiungere rapidamente un accordo politico sul trattato di libero scambio con gli Stati Uniti, che includa anche il settore dell’energia, diventa fondamentale, dopo l’accordo bilaterale sul gas stipulato tra Cina e Russia”. Riguardo al trattato transatlantico (T-Tip) Calenda ha aggiunto: “noi europei non possiamo aspettare i rituali di un normale negoziato commerciale. Nel semestre italiano di presidenza dell’Ue [luglio-dicembre 2014, ndr], l’Italia si adopererà per arrivare a questo risultato”.
Ad aprile, in un’intervista rilasciata presso l’Ispi, il Ceo di Centrex Massimo Nicolazzi spiegava che “se si considerano i dati Iea sulla produzione futura di gas negli Stati Uniti e si incrociano con quelli del consumo, emerge che il sistema Stati Uniti-Canada sarà in grado di produrre circa 40 mld di di gas liquefatto l’anno. La gran parte di quel gas andrà in Medio Oriente, una piccola parte potrà arrivare in Europa. Ma l’Europa più ampia, non solo l’Ue, ha consumato lo scorso anno (2013) 462 mld di m³ e ne ha importati da Gazprom 161.
Il gas americano non può sovvertire l’assetto energetico russo-europeo, per le capacità di approvvigionamento, per il costo degli impianti, per le tipologie di contratto”. Secondo Bloomberg inoltre, “la diminuzione dell’output di shale è più veloce rispetto alla produzione con metodi convenzionali. Secondo l’International Energy Agency, in North Dakota servono 2500 nuovi pozzi ogni anno per sostenere la produzione di 1 milione di barili al giorno. L’Iraq può fare la stessa cosa con 60 pozzi [7′ del video] ”.
Tenendo conto che i 2/3 delle riserve totali a stelle e strisce si stimano essere in California, non sarà marginale la velina di latimes.com, secondo la quale “ufficiali governativi americani hanno tagliato le stime delle riserve di shale oil della Monterey Shale del 96% [10′ circa del video]”.
Speriamo almeno che qualcuno informi urgentemente il nostro viceministro circa il significato delle parole pronunciate dal presidente della Cina, Xi Jinping, di fronte a Putin, in merito alle operazioni navali congiunte nel mar della Cina orientale: “Si tratta di manovre necessarie per dimostrare la capacità dei due paesi di rispondere alle minacce e alle sfide così come a proteggere la sicurezza e la stabilità della regione”.
La risposta di Barack Obama non si è fatta attendere. Nel corso del tradizionale discorso ai cadetti dell’Accademia militare di West Point, il presidente degli Usa ha affermato: “Siamo e restiamo il centro del mondo”.
 
 
Demostenes Floros è un analista geopolitico ed economico. Docente a contratto del Master di 1° livello in “Relazioni Internazionali Italia – Russia”. Modulo: Geopolitica dell’Energia, Università di Bologna.
 
(4/06/2014)

PRONTI PER LA GUERRA NUCLEARE ? SI VINCE AL PRIMO COLPO

Postato il Mercoledì, 04 giugno
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DI PAUL CRAIG ROBERTS
 
 
Dovremmo leggere attentamente “La Letalità delle Armi Nucleari” di Steven Starr. Washington pensa che in una guerra nucleare ci possa essere chi vince e sta progettando un primo attacco alla Russia, o forse alla Cina, per evitare qualsiasi sfida alla sua egemonia sul mondo.
Il piano è molto avanzato ed è quasi pronto.
 
Basterebbe l’1% degli arsenali nucleari degli USA o della Russia per provocare una “piccola guerra nucleare” che porterebbe a un disfacimento catastrofico del clima globale e alla distruzione massiccia dello strato di ozono, con conseguenti danni, tanto gravi per l’agricultura del mondo, che due miliardi di persone potrebbero morire di fame.
 
Come ho già scritto in precedenza, la dottrina strategica degli Stati Uniti è cambiata e il ruolo dei missili nucleari è stato portato da strumento di re-azione a arma offensiva, da usare al primo colpo. 
 
Sono stati piazzati dei missili anti-balistici (ABM) nelle basi americane in Polonia sulla frontiera della Russia, e altri missili verranno piazzati in altre basi. Una volta completato il lavoro la Russia sarà circondata da basi missilistiche americane.
I Missili anti-balistici, noti come “star wars “, sono armi progettate per intercettare e distruggere missili balistici intercontinentali. Secondo la nuova strategia di guerra di Washington, gli Stati Uniti dovrebbero colpire la Russia per primi, e qualunque sia la residua forza di rappresaglia che la Russia potrebbe ancora usare, non riuscirebbe comunque a raggiungere gli Stati Uniti: sarebbe bloccata dallo scudo degli ABM.
 
La ragione per cui Washington ha optato per un cambiamento della sua dottrina di guerra è la possibilità che anche i terroristi potrebbero avere un’arma nucleare con cui distruggere una città americana. Una spiegazione senza senso.  I terroristi sono persone o gruppi di persone, non sono una nazione che dispone di un esercito minaccioso. Usare le armi nucleari contro i terroristi significa distruggere molto più dei terroristi stessi, sarebbe come inviare dei missili convenzionali per abbattere un singolo drone. La ragione per cui Washington ha dotato di ABM la base in Polonia è proteggere l’Europa contro i missili balistici intercontinentali iraniani. Washington, come ogni altro governo europeo, sa bene che l’Iran non ha nessun ICBM e che l’Iran non ha mai detto di aver intenzione di attaccare l’Europa.
 
Nessun governo crede nelle ragioni di Washington. Qualsiasi governo si rende conto, invece, che le ragioni di Washington sono deboli tentativi di nascondere il fatto che si sta posizionando le sue basi per poter vincere una guerra nucleare.
Il governo russo è consapevole che questo cambio di strategia di guerra degli Stati Uniti e le basi ABM americane poste ai suoi confini siano orientate contro la Russia e questi sono segnali evidenti che Washington intende essere pronta per un primo attacco con armi nucleari contro la Russia.
Anche la Cina ha capito che Washington ha le stesse intenzioni contro la Cina. Come ho riferito qualche mese fa , in risposta alla minaccia di Washington, la Cina ha attirato l’attenzione del mondo sulla sua capacità di distruggere gli Stati Uniti, nel caso che Washington dovesse intraprendere un conflitto di questo genere.
 
Comunque, Washington crede di poter vincere una guerra nucleare con pochi o o senza danni per gli Stati Uniti. E’ questa convinzione che rende probabile una guerra nucleareCome Steven Starr dice con chiarezza, questa convinzione è basata sull’ignoranza. Una guerra nucleare non avrà nessun vincitore. Anche se le città degli Stati Uniti fossero salvate dallo scudo contro gli ABM, le radiazioni e gli effetti prodotti dall’inverno nucleare delle armi che hanno colpito la Russia o la Cina distruggerebbero gli Stati Uniti allo stesso modo.
 
I media, opportunamente concentrati in poche mani durante il corrotto regime di Clinton, sono complici perché stanno ignorando il problema. Anche i governi degli stati vassalli di Washington in Europa occidentale e orientale, del Canada , dell’Australia e del Giappone sono complici, perché accettano il piano di Washington e mettono a disposizione le basi militari per la sua attuazione. Un governo polacco demente, probabilmente, ha già firmato la condanna a morte per l’umanità.
Il Congresso degli Stati Uniti è complice, perché non è stata presentata nessuna audizione contro il progetto esecutivo per l’avvio di una guerra nucleare.
 
Washington ha creato una situazione pericolosa. Dato che Russia e Cina sono state chiaramente minacciate di un primo lancio nucleare, anche loro potrebbero decidere di colpire per prime. Perché Russia e Cina dovrebbero restare sedute ad attendere l’inevitabile, mentre l’avversario sta creando i presupposti per proteggersi, sviluppando il suo scudo ABM ?  Una volta che Washington ha terminato lo scudo, Russia e Cina sono certe che saranno attaccate, a meno che non si arrendano prima.
 
La relazione di 10 minuti di Russia Today, mette in chiaro che il piano segreto di Washington per colpire la Russia per prima, non è un segreto . La
relazione chiarisce anche che Washington è pronta a eliminare qualsiasi leader europeo che non si allineerà con Washington. Una trascrizione del testo è suGlobal Research.
 
Molti lettori mi chiedono: “Cosa possiamo fare ? “ Questo è quello che si può fare.
 
Non ASCOLTARE il Ministero della Propaganda spegnendo Fox News , CNN , BBC , ABC , NBC , CBS , smettendo di leggere il New York Times, il Washington Post, il Los Angeles Times.
 
Basta uscire dal circuito dell’informazione dei media ufficiali. Non credere una parola di quello che dice il governo. Non votare. Rendersi conto che il male è concentrato a Washington. Nel 21° secolo Washington ha distrutto in tutto o in parte sette paesi. Ha ucciso milioni di persone, li ha mutilati, li ha fatti fuggire dalle loro case e Washington non ha mai dato segni di rimorso.
E nemmeno le chiese “cristiane”. Tutta la devastazione che Washington ha provocato nel mondo è raccontata come se fosse stato un grande successo. Ha vinto Washington.
Washington è determinata a vincere. Ma è lo stesso male, che Washington rappresenta, che sta portando il mondo verso la sua distruzione .
 
Paul Craig Roberts è stato Assistente Segretario del Tesoro degli Stati Uniti e Associate Editor del Wall Street Journal. Il suo ultimo libro è “The Failure of Laissez-Faire Capitalism”. Sempre di Roberts è disponibile presso Counterpunch in formato elettronico “How the Economy Was Lost”.
 
 
 
3.06.2015
 
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.

PERCHE’ GIOVEDI’ 5 LA BCE NON FARA’ NULLA PER TE (MA TANTO PER LA FINANZA)

ah giusto. Domina la Germania in Ue dicono, come se non avesse perso la guerra e come se gli Usa ci avessero annesso all’impero statunitense per poi lasciarci la libertà di creare un polo che poteva infastidire gli interessi americani. Draghi rappresenta GS,per intenderci. Churchill disse e scrisse nel suo libro degli anni 50 che i membri della comunità anglosassone avevano l’onere di guidare le sorti del mondo. Questa teoria non fu mai giudicata razzista stranamente. Ma no, oggi addirittura si crede che una nazione perdente, la Germania,….e che la Ue, così come prevista nel piano marshall, avrebbe gabbbato tutti….

Postato il Martedì, 03 giugno

Giovedì 5 giugno è una data che il mondo attende. La Banca Centrale Europea di Mario Draghi annuncerà quali misure prende per salvare l’Europa dalla sua più grave crisi nel dopoguerra.
Ecco le misure: nulla che a te persona, madre, pensionato, studente, operaio, impiegata, imprenditore, contadino, anziano,  negoziante risolverà un accidenti. Ma invece decisioni che allo speculatore, finanza.
Perché? Perché Draghi, come tutti i tecnocrati criminali che ci governano da quando la UE ha abolito gli Stati, fa solo politica monetaria, e non politica economica.
Cioè: manovra soldi astratti, aspettative di mercato, giochi monetari che arricchiscono adepti, e non fa l’economia della casa, del pane, dei redditi, degli ospedali, dell’OCCUPAZIONE, delle aziende e delle cose che ci fanno vivere. Fine del discorso. Sti tecnocrati della cricca di Draghi ci fottono di nuovo, e sempre più a sangue, nel dolore sociale, e noi non sappiamo reagire. Fine dell’articolo.

(Ora per chi vuole continuare, un approfondimento)
Le mosse di Draghi potranno essere le seguenti:

A) Taglio dei tassi d’interessi (refi-rate) o addirittura imporre un tasso negativo sui depositi di denaro alla BCE (nel secondo caso chiunque abbia denaro depositato alla BCE non solo non prenderà interessi, ma li pagherà lui alla BCE). Il razionale (in apparenza) di queste azioni sarebbe di costringere gli investitori/banche a levare il denaro dai depositi e a prestarlo, naturalmente a tassi bassissimi, così da favorire l’economia delle aziende. Draghi vuole anche, disperatamente (e in apparenza), far circolare più soldi per aumentare l’inflazione in UE, perché oggi è talmente bassa da divenire Deflazione. Deflazione = i prezzi crollano perché pochi comprano, quindi crollano i profitti di aziende, esse chiudono o licenziano, crolla l’occupazione, crollano i redditi, la gente compra sempre di meno, i prezzi crollano ancor di più, e tutto va in vacca in una spirale che si auto alimenta. Ma non solo: un’inflazione bassissima significa che il debito dello Stato non si erode in valore spontaneamente, come invece accadrebbe con inflazione più alta, quindi lo Stato si sobbarca spese da debito più alte, con tutti i danni che ne derivano (se si ha l’euro, perché con moneta sovrana i danni non ci sono).

B) Un altro giro di prestiti alle banche europee a tassi di favore (il LTRO), come quello già fatto tre anni fa (1.000 miliardi prestati alle banche UE). Di nuovo credendo (in apparenza) che così le banche saranno incoraggiate a prestare a poco costo a cittadini e aziende e ci saranno soldi che circolano nell’economia.

C) Acquisto di beni finanziari per 300 miliardi fra (qui si va sul tecnico) Asset Backed Securities, obbligazioni del MES o EFSF, e asset privati vari. Sempre con l’intento (apparente) di dare liquidità al sistema.

D) Quantitative Easing (QE, ma quasi impossibile che lo facciano). Si tratta dell’acquisto da parte della BCE di enormi quantità di titoli di Stato dei Paesi UE. Questo fa due cose: abbassa i tassi d’interesse che gli Stati devono pagare sui loro titoli (più titoli si comprano più si abbassano i tassi); e immette enormi liquidità nel sistema, perché i detentori dei titoli ora si ritrovano in mano il capitale che avevano investito in essi. In teoria queste due cose servirebbero ad aiutare l’economia, per via del risparmio dello Stato sugli interessi e del fatto che la nuova liquidità dovrebbe circolare, essere investita e via dicendo.

Ora, nessuna di queste azioni avrà l’effetto sperato, anzi, ci faranno danni orrendi e sono una presa in giro per tutti noi persone comuni. Non avranno effetto per quattro semplici motivi, che chi conosce veramente l’economia monetaria capisce bene (e non solo noi della Mosler Economics MMT, ma anche alcuni grandi analisti finanziari – leggete sotto).

A) I tassi d’interesse molto bassi (per non parlare di quelli negativi) ottengono il risultato opposto per alcune ragioni: sottraggono guadagni da interessi all’economia dei risparmiatori (parlo proprio dei piccoli-medi che sono decine di milioni), e quindi l’economia s’impoverisce. Poi succede una cosa paradossale: i mercati, quando ci sono tassi bassissimi, si attendono che poi da un momento all’altro la BCE li alzerà per prevenire inflazione, quindi con questo timore possono decidere di fuggire dall’euro, con conseguenze negative per la stabilità delle economie (questi sono gli investitori che puntano sul valore dei titoli che hanno in mano, che con un rialzo dei tassi perdono valore). Oppure i mercati si aspettano che i tassi collassino ancora di più, e di nuovo fuggono dall’euro e vanno a investire in asset rischiosi che gli danno interessi alti, e queste sono le pericolosissime bolle che poi esplodono rovinandoci tutti (qui parlo degli investitori che puntano sui rendimenti dei titoli che hanno in mano, che appunto calerebbero troppo).

B) Inondare le banche di liquidità con un altro LTRO non significa affatto che questa liquidità finisca poi in circolo fra cittadini e aziende. Lo si è già visto. Le banche che ricevono oceani di soldi dalla BCE a tassi bassissimi vanno poi quasi sempre a investirli in finanza speculativa, che distorce il mercato con gli effetti catastrofici che tutti oggi conosciamo. E questo significa che le aziende e i cittadini quei soldi non li vedranno affatto trasformati in prestiti, mutui e fidi. Di nuovo: di economia reale se ne crea quasi zero. Ma poi…

C) … anche se le banche non facessero giochi sporchi, comunque non presterebbero i soldi che Draghi gli darà, per il semplice fatto che le banche prestano se vedono un’economia che tira, se vedono che cittadini e aziende hanno redditi/profitti tali da garantire il ripagamento dei prestiti bancari, e qui da noi quell’economia NON C’E’. Fra l’altro sappiamo che le banche UE sono oggi già stracolme di liquidità (anche se come capitalizzazione sono quasi tutte fallite), e non la prestano. Bloomberg ci dice che le banche UE stanno negando credito per il 24esimo mese consecutivo nell’Eurozona. Inutile dagli altri soldi, tanto non prestano a un’economia depressa!! e l’economia dell’euro è depressa a causa proprio delle politiche di Bruxelles, cioè le Austerità, di cui paradossalmente Draghi è un fanatico sostenitore.

D) Sul QE la realtà è ben diversa da come la propagandano i soliti tecnocrati coi loro economisti prezzolati. Prima cosa anche il QE, comprando montagne di titoli di Stato dai piccoli medi risparmiatori, gli sottrae reddito da interessi, ed è come se li si tassasse di fatto. Poi non è per niente detto che quella liquidità entri nel sistema produttivo di lavoro ed economia reale, perché in realtà tutto quello che accade è che la Banca Centrale sposta numeri (denaro) da conti di risparmio a conti di riserva che stanno dentro la medesima Banca Centrale e finché qualcuno non li spende, quei soldi, essi non fanno un accidenti di nulla. Ma qui in Europa c’è un altro problema. Ed è che gli isterici tecnocrati che hanno creato il mostro indecente che risponde al nome di Eurozona, e quindi la BCE, hanno reso anatema l’idea che la Banca Centrale possa in qualsiasi modo aiutare gli Stati comprandogli i titoli. Voi sapete che i titoli possono essere comprati sul mercato primario (là dove lo Stato li emette ‘appena nati’), oppure sul mercato secondario (cioè comprare titoli che già furono emessi dallo Stato e che ora sono in mani altrui). La legge dell’Eurozona proibisce alla BCE di comprarli sul mercato primario, ma gli rende la vita difficilissima anche se li comprasse sul secondario. In ogni caso, ripeto, il QE non significa affatto la garanzia che i soldi finiscano poi nell’economia reale (vedi il caso clamoroso degli USA, dove il QE ha fatto flop per cittadini e aziende).

Ecco spiegato perché le azioni più probabili di Draghi saranno del tutto inutili per noi cittadini e aziende. Ora però viene il peggio, perché la parte del danno che la BCE ci farà è come sempre orribile.

In primo luogo c’è questo: quando una Banca Centrale, come la BCE, promette di inondare di soldi il mercato, la reazione degli speculatori è immediatamente quella di correre a investire in Borsa, e non solo, ma a investire nelle azioni più rischiose, quelle che potrebbero rendere fortune in poco tempo. Lo abbiamo visto mille volte, e mille volte abbiamo assistito a ste bolle speculative che si gonfiano mostruosamente e sempre esplodono con dei collassi (crash) orrendi. Solo che come sempre accade, nel breve periodo della bolla un pugno di milionari fanno milioni, e poi a raccogliere i cocci e il dolore rimaniamo noi cittadini, coi nostri miserabili Stati senza più potere.

Poi: tutte le azioni sopra descritte avrebbero l’effetto d’indebolire il valore dell’euro. Ma questo, come dimostrano le esperienze di Gran Bretagna e Giappone, non significa un aiuto immediato all’economie. Di fatto una moneta più debole non aiuta subito le esportazioni, mentre nel frattempo fa aumentare i prezzi delle importazioni quasi all’istante, con perdita del valore d’acquisto dei cittadini. Quindi la solita tragica spirale di depressione economica, disoccupazione ecc. Infine, sempre come dimostra il Giappone, incoraggiare le esportazioni non solleva un Paese dalle crisi, e infatti a Tokyo sono 20 anni che esportano e 20 anni che ristagnano.

Infine, rimarrà TOTALMENTE INALTERATA la morsa mortale sui limiti di spesa pubblica degli Stati imposta da Bruxelles, dalla stessa BCE e dai Trattati UE sovranazionali, che è invece l’unica ricetta (la spesa pubblica) per creare redditi/profitti ed occupazione subito. Mentre la scellerata corsa degli speculatori a profittare dell’orgia monetaria di Draghi alimenterà sempre più l’economia dei soldi artificiali, quella delle scommesse coi numeri che generano moltiplicatori di numeri fittizi, quella che già ha rovinato mezzo mondo dal 2007 in poi (senza il mezzo…), quella porcheria di mondo finanziario dove l’1% s’ingrassa a dismisura e il 99% crolla verso la servitù della gleba. Bravo Draghi.

Ma qui arriva una chicca. Ci sono analisti finanziari che sanno fare il loro mestiere, che capiscono tutto quello che ho scritto contro le alchimie monetarie di sti tecnocrati scellerati, e che hanno l’onestà di dirci le cose come stanno. Uno di questi lavora nella mega-banca francese Société Générale, un colosso bancario mondiale, e ha scritto quanto segue sul giovedì 5 giugno prossimo:

“Siccome Draghi non annuncerà alcun finanziamento reale della Spesa Pubblica degli Stati, che è proibito dai Trattati, noi crediamo che l’impatto delle sue azioni sull’economia reale sarà assai modesto. Se invece i tecnocrati europei prendessero le distanze dalle Austerità, questo aiuterebbe l’economia a breve.”

Avete letto bene? Alla fine è sempre lui, il vecchio grande Keynes, che persino un analista di una mega-banca d’investimento deve ammettere che aveva ragione. Ciò che va fatto è AUMENTARE LA SPESA PUBBLICA NELLE CRISI ECONOMICHE, E NON DIMINUIRLA CON LE AUSTERITA’, NON FARE GIOCHI MONETARI CHE CREANO BOLLE SPECULATIVE. Ma qui ripesco dal testo più sopra quelle parentesi con dentro scritto “in apparenza… apparente…”.

Se si volesse guardare alle prossime azioni di Draghi con un occhio benigno, potremmo dire che alla BCE non capiscono nulla di macroeconomia reale, che come al solito seguono i dogmi delle Austerità e della scuola monetaria Neoclassica, facendo disastri su disastri, e non c’è verso che cambino testa. La conseguenza di ciò, sempre nell’ipotesi benigna, è che si arricchiscono gli speculatori e non i cittadini.

Ma io non ci credo. Ho documentato a fondo il disegno Neofeudale di questa Europa dei tecnocrati di Bruxelles, dove i discepoli di Friedrich Von Hayek lavorano decisi a distruggere l’economia reale dei popoli per ristabilire paura, incertezza, sottomissione in essi, e quindi dominarli senza più limiti come fu in passato. Io credo che Draghi sia come minimo un servetto del progetto Neofeudale, o forse anche del tutto concorde e partecipe, e che quindi le sopraccitate disastrose azioni della BCE non vengano a caso, anzi, che siano studiate apposta. Io credo che giovedì 5 sarà un altro dei micidiali passi del Neofeudalesimo verso la sua affermazione storica. Ma qui mi fermo. Dopo un po’ uno si stanca di ripetere le stesse cose.

Paolo Barnard

Fonte: http://paolobarnard.info/

Link: http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=869

FUKUSHIMA E’ ANCORA DISASTRO

Postato il Giovedì, 05 giugno
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DI HARVEY WASSERMAN
Il silenzio dei media generalisti su Fukushima è stato assordante, anche se le acque radiattive fuggite dalla fusione della centrale nucleare giapponese ormai stanno lavando le spiagge americane. Acqua sempre più radioattiva continua a riversarsi nel Pacifico.
Almeno tre elementi radioattivi estremamente volatili sono bloccati in aria presso l’Unità 4. Tre anni dopo l’11 Marzo 2011, il giorno del disastro, nessuno sa esattamente dove potrebbero essere finiti i nuclei fusi delle unità 1, 2 e 3.
Nella foto: L’Ambasciatrice degli Stati Uniti in Giappone, Caroline Kennedy indossa un casco giallo e una maschera per ispezionare la sala di controllo centrale delle unità 1 e 2 dei reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi dopo lo tsunami – (Foto: AP/Toru Yamanaka)
 
La decontaminazione dell’intera zona è molto rischiosa a causa delle infiltrazioni del crimine organizzato e il rilascio di radiazioni in quantità massicce diventa una possibilità reale in qualsiasi momento.
 
Il lavaggio delle acque radioattive sotterranee di tutto il complesso è un problema serio che la Tepco, proprietaria di Fukushima Daiichi, ha appena ottenuto una controversa approvazione per costruire una parete di ghiaccio, intorno al sito del reattore bloccato: non è mai stato costruito un muro di tale portata e di questo tipo, e tra due anni potrebbe ancora non essere pronto. Uno scetticismo diffuso ha avvolto il progetto per il suo potenziale impatto sulla stabilità del sito e sulle enormi quantità di energia necessaria per mantenerlo. I Critici dubitano anche che sarebbe in grado di proteggere con efficacia il sito dalle inondazioni e sono preoccupati per i danni ancora più gravi che potrebbe provocare se non dovesse funzionare.
 
Nel frattempo, i bambini nelle vicinanze stanno morendo. Il tasso di tumori alla tiroide tra i circa 250.000 giovani della zona è superiore di 40 volte a quello normale. Secondo l’esperto di salute Joe Mangano, oltre il 46% dei giovani hanno noduli e cisti precancerose alla tiroide e avverte: Questo è “solo l’inizio” di una tragica epidemia.
 
C’è, tuttavia, una buona notizia — esattamente di quel genere che il settore nucleare non vorrebbe diffondere — Quando il terremoto e il conseguente tsunami colpì Fukushima, esistevano 54 reattori commerciali autorizzati a operare in Giappone, oltre il 12% del totale mondiale.
Ad oggi, nessuno sito è stato riaperto. I sei di Fukushima Daiichi non saranno mai più attivati e almeno trenta dei reattori più vecchi in tutto il Giappone non arrivano a soddisfare le norme di sicurezza attualmente vigenti (una realtà che potrebbe applicarsi a 60 o più reattori che continuano a operare negli Stati Uniti).
 
Per fare la sua parte e dare una spinta disperata alla voglia di riapertura dei reattori, il Primo Ministro Shinzo Abe ha rimescolato la struttura delle agenzie di controllo in tutto il paese e ha rimosso almeno uno degli oppositori più critici, sostituendolo con un sostenitore del nucleare.
 
Ma il mese scorso un tribunale giapponese ha respinto una richiesta di riavviare i due più moderni reattori della centrale di Ooi nella prefettura di Fukui. I giudici hanno deciso che sulla base dell’incertezza su quando, dove e quanto sarà violento un inevitabile prossimo terremoto, è impossibile garantire che il funzionamento di qualsiasi reattore in Giappone sia in sicurezza.
 
In altre parole , nessun reattore può essere riaperto senza mettere in pericolo il Giappone e i tribunali non potranno ignorarlo. Queste sconfitte legali sono estremamente rare per l’industria nucleare del Giappone e non si può escludere che questa sentenza possa essere ribaltata.
Ma si è trattato comunque di un sorprendente colpo contro l’ agenda pro-nucleare di Abe.
 
Sulla scia di Fukushima, la popolazione giapponese è diventata molto più anti-nucleare. Una rabbia profonda è diffusa per il trattamento grossolano e per le modeste compensazioni pagate in tutta fretta alle vittime. In particolare, la preoccupazione è alta per i bambini piccoli costretti a tornare a vivere nelle zone ancora fortemente contaminate nei pressi degli stabilimenti.
 
Secondo la legge giapponese, sono i governi locali che devono dare l’approvazione ad ogni riavvio delle centrali, ma i candidati anti-nucleari si sono presentati divisi al votonelle recenti elezioni, solo se il movimento si riunificasse  potrebbe finalmente travolgere l’amministrazione Abe.
 
Un nuovo fumetto satirico sulla decontaminazione della centrale di Fukushima è diventato un best-seller a livello nazionale. Il paese è stato scosso dalla rivelazione che circa 700 lavoratori sono fuggiti dal sito di Fukushima Daiichi al culmine dell’incidente, lasciando solo una manciata di personale a fronteggiare la crisi, tra questi il Direttore dello stabilimento, che subito dopo è morto di cancro.
Nel frattempo, Abe ha messo un infame e repressivo segreto di stato che ha gravemente limitato il flusso di informazioni tecniche. Un oppositore al nucleare è stato perseguito per aver inviato di un tweet critico contro chi difende l’industria nucleare e un professore è stato incarcerato per aver criticato la gestione delle scorie nucleari fatta dal governo: E’ venuto negli Stati Uniti per parlarne.
 
I grandi media americani restano in un silenzio tombaleoppure, in alternativaignorano sprezzanti il fatto che le radiazioni ormai stiano lavando le coste occidentali, e ignorano anche l’ estrema pericolosità del lavoro di recupero delle barre di combustibile altamente radioattivo dalle piscine danneggiate.
 
I reattori della General Electric di Fukushima hanno una piscina per i combustibili esausti a circa 100 metri di altezza e dopo l’arrivo dello tsunami, migliaia di barre sono rimaste sospere in aria sopra le unità 1, 2, 3 e 4 .
Secondo l’ingegnere nucleare Arnie Gundersen, il recupero delle barre dell’Unità 4 potrebbe aver incontrato un serio intoppo, perchè da novembre 2013, la Tokyo Electric Power ha rimosso solo la metà delle barre esauste e almeno tre barre sono rimaste bloccate, cioè la parte più difficile del lavoro non è ancora stato fatto. Le piscine delle altre tre unità costituiscono un altro problema. Un incidente in una sola piscina potrebbe provocare altri significativi rilasci di radiazioni (che hanno già superato di gran lunga quelle di Chernobyl e quelle dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki .
 
Almeno 300 tonnellate di acqua pesante contaminata di Fukushima si riversa ancora quotidianamente nel Pacifico. Altre centinaia di tonnellate vengono bonificate in loco, ma gli apologeti della Tepco sostengono che vengono scaricate direttamente in mare, senza essere decontaminate.
 
Nonostante i miliardi di dollari di aiuti pubblici, la Tepco è ancora il principale proprietario di Fukushima. Il ” lavaggio ” è diventato un importante centro di profitto. La Tepco ha avuto forti perdite nel 2013 e i suoi soci in affari sono disperati per non aver potuto riaprire neanche gli altri reattori e recuperare il loro enorme flusso di cassa annuale .
 
Poco di queste storie è arrivato sui grandi media americani .
 
Nuovi studi della Nuclear Regulatory Commission hanno sottolineato i significativi rischi sismici che esistono anche per i siti nucleari commerciali americani. Nei siti di maggior rischio ci sono i due reattori di Indian Pointappena a nord di New York City, che si trovano nei pressi della faglia di Ramapo, e i due che si trovano a Diablo Canyon, tra Los Angeles e San Francisco, direttamente a contatto con la Central Valley della California.
 
L’ industria statunitense ha anche subito un durissimo colpo con il Waste Isolation Pilot Project del New Mexico. Inizialmente questa era una discarica militare e fu usata per provare che l’industria poteva gestire i propri rifiuti. Non si è badato a spese per creare depositi nelle caverne di sale del deserto del sud-ovest, considerato ufficialmente il luogo ideale per scaricare 70.000 tonnellate di barre di combustibile ad alto livello ormai inutile per i siti dei reattori americani.
 
Ma il mese scorso nel progetto pilota c’è stata una esplosione che ha rilasciato radiazioni molto importanti che hanno contaminato i residenti della zona, sollevando oltre ad una nube nucleare tossica anche una profonda nube su eventuali piani futuri per lo smaltimento dei rifiuti del reattore americano. E’ assurdo che l’industria continui con le sue continue denunce contro le barriere di controllo, dichiarando che sono solo poste per motivi “politici”.
 
Mentre l’industria americana dei reattori continua a succhiare miliardi di dollari dal tesoro pubblico, i suoi alleati dei media generalisti sembrano sempre più restii a nascondere ancora la notizia dell’effetto post-Fukushima in Giappone. In realtà, quei reattori sventrati sono ancora estremamente pericolosi.
E’ un popolo arrabbiato che vede i suoi figli soffrire, quello che finora è riuscito a far restare chiusi tutti gli stabilimenti nucleari del Giappone. Se dovessero restare chiusi in modo permanente, sarebbe un durissimo colpo per l’ industria nucleare globale — uno di quei colpi di cui, quasi certamente, non si parlerà molto sui media generalisti statunitensi (ma non solo).
Harvey Wasserman –www.progressiveradionetwork.com  – www.nukefree.org. www.harveywasserman.com   Insieme a Bob Fitrakis è co-autore di quattro libri di inchiesta, tra cui How the GOP Stole America’s 2004 Election,
 
3.06.2014
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.

È accaduto in aula bunker

di Gabriella Tittonel

Martina oggi è giunta, in braccio a mamma e nonna, in un luogo davvero altro, nell’aula bunker delle Vallette. A Torino. Piccina, poco più di due spanne di tenerezza su cui brillavano due occhi spalancati su un mondo diverso, fatto di lunghi tavoli, di transenne. Di sbarre.

Martina davanti alle sbarre ci è arrivata. In braccio a mamma. Per salutare la zia Chiara, per assaggiarne le carezze attraverso sbarre troppo strette per far passare abbracci. Di zia Chiara, Martina ancora non conosce il tiepido calore delle braccia intorno e neppure il battito del cuore di quando il capo s’appoggia sul seno e rinfrancato lascia che gli occhi scivolino nel sonno.

Di fronte a questa parentesi d’intimità vissuta da tutti, accolta nel silenzio e nella commozione, ancora più evidente è stata l’immensa distanza fra come oggi viene “costruita” la vita detentiva (in questo caso, tra l’altro, preventiva) e quella che dovrebbe essere. Vita che dovrebbe offrire concrete possibilità di crescita. Nella giustizia e nel rispetto anche dei legami affettivi.

Tra dichiarazioni, fascicoli, interventi e tanto altro ancora, oggi Martina ha fatto la differenza. Per chi ha voluto vederla. Ha lanciato un messaggio da un futuro possibile.

E se la sua piccola presenza ha lasciato un segno nella spoglia grande aula ferrata un altro piccolo gesto, fatto con umanità, partecipazione, rispetto, ancora attraverso le sbarre, è stato quello del saluto di un avvocato, il Novaro, ai quattro ragazzi. Un piccolo gesto per ristabilire umanità in un mondo troppo spesso consegnato a separazioni, pregiudizi, congetture. Mondo fatto di muri. Muri di cuore ancor prima che di cervello…

G.T. 05.06.14