Ravenna: Chiude l’ex Vinyls, operai senza sussidi in attesa di ricevere le paghe Cigs di 4 mesi

Però la TASI da pagare arriva

7 giugno 2014
Una lunga vicenda iniziata quasi dieci anni fa si è conclusa “nel peggiore dei modi” il 30 maggio. L’azienda Coem – ultimo di tanti nomi di uno stabilimento che si è chiamato Ineos, Evc, Vinyls – ha chiuso i battenti, questa volta definitivamente, anche se il concordato non è ancora stato definito. L’impianto e la palazzina uffici direzione sono stati recintati e sono stati tolti acqua, luce e gas. “E’ la fine della produzione di PVC in Italia – scrivono i sindacati -.Sottolineiamo ancora una volta che quello di Ravenna era l’unico stabilimento rimasto in Italia per la produzione di Pvc, e che il nostro Paese in buona parte ha molte piccole e medie imprese manifatturiere che utilizzano come materia prima proprio il Pvc, con un consumo annuo di circa 700.000 tonnellate. Ora queste piccole e medie imprese saranno costrette a rifornirsi solo dall’estero, ovviamente al prezzo che stabiliranno gli altri Paesi europei e/o extra europei, con la conseguente perdita di competitività per il sistema Italia”.
Dal 18 giugno i lavoratori saranno posti in mobilità dopo avere vissuto la vertenza in tutte le sue forme e “dopo essere riusciti con il massimo impegno e sacrificio a rendere l’impianto perfettamente pronto per la produzione di Pvc/s raggiungendo lo scopo, ora stanno ricevendo le lettere di licenziamento.(…)

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Belluno: Chiuse 236 imprese 7 mila senza lavoro «Il 2013, l’anno zero»

il nord è ricco perché sono tutti evasori

7 giugno 2014

Oltre 200 imprese hanno chiuso i battenti mentre 7 mila persone cercano lavoro. Eppure qualche timido segnale di ripresa c’è. Dopo l’orribile 2012, il 2013 è considerato l’anno zero dal quale ripartire per ripensare ad un nuovo modello economico.
Le imprese. Non si ferma l’emorragia delle imprese bellunesi. A delineare il quadro è l’Ufficio Studi e Statistiche della Camera di Commercio che nella Giornata dell’Economia evidenzia come, rispetto al 2012, il 2013 abbia visto 236 unità in meno nel mondo dell’imprenditoria locale. Le sedi attive sono 14.859, l’1,6% in meno rispetto all’anno precedente. Ma la crisi colpisce soprattutto nel lungo periodo. Rispetto al 2009 si sono perse 439 unità. A risentire maggiormente della situazione è il settore costruzioni (-3,8%), seguito dal manifatturiero (-3%) e dalle attività di alloggio e ristorazione (-2,7%). Qualche buona notizia: le imprese femminili, che sono il 22,6% del totale delle imprese registrate, reggono meglio all’onda d’urto della crisi. Se la cavano bene anche le imprese nate nell’ultimo periodo. La percentuale di sopravvivenza imprenditoriale per le unità nate dopo il 2010 è superiore a quelle di Veneto e Italia.
Il lavoro. Nel Bellunese a fine 2013 la forza lavoro è di 99mila persone: 92.100 sono occupati, ben 7.100 in cerca di occupazione (erano 6 mila nel 2012) e di questi la metà ha tra i 15 e i 34 anni. La maggior parte degli occupati lavora nel settore dei servizi (60,5%) o nell’industria in senso stretto (30,7%). Il numero degli occupati nel 2012 era di 93.700 persone: un calo di 1.600 unità che riguarda prevalentemente l’industria mentre servizi e agricoltura segnano un bilancio positivo. Ma la contestuale diminuzione del numero di occupati e della forza lavoro indica che, accanto ai disoccupati in ascesa, c’è anche una nutrita schiera di scoraggiati che non cercano nemmeno più un lavoro.(…)

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Comiso: Aeroporto a La Torre, No Muos contestano la presidente della Camera Laura Boldrini

7 giugno 2014

Alcuni esponenti dell’associazione No Muos hanno fischiato il messaggio del presidente della Camera, Laura Boldrini, letto durante la cerimonia di reintitolazione dell’aeroporto di Comiso a Pio La Torre. Alla cerimonia erano presenti il presidente del Senato, Pietro Grasso, e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. In particolare i manifestanti hanno sonoramente contestato i passaggi del messaggio della presidente Boldrini, che parlava del ruolo di pace svolto nell’area dall’aeroporto di Comiso e da Pio La Torre.
Fonte Ansa
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Livorno: Padre disoccupato mamma part time, l’appello «Aiutiamo Carlo a vivere all’aria aperta»

7 giugno 2014

Carlo ha tanta voglia di vivere, di stare all’aria aperta, di uscire e godere della brezza marina, del sole del lungomare e di farsi scompigliare i capelli castani dalle libecciate. Esperienze normali per la maggior parte delle persone, ma che per lui e per la sua famiglia sono un’impresa. Carlo, 18 anni, è tetraplegico spastico e ipovedente. Dipende in tutto dai genitori, che lo lavano, vestono, gli danno da mangiare, lo assistono in ogni gesto quotidiano. Purtroppo, a causa della sua malattia, il ragazzo non ha equilibrio e per stare sulla sedia a rotelle, sua compagna inseparabile, deve essere legato. Questo rende ogni spostamento, anche piccolo, un’impresa. «Metterlo nell’auto è complicatissimo e molto pericoloso -spiega la mamma, Michela Lampredi – Dobbiamo slegarlo, prenderlo di peso e sistemarlo a bordo dell’abitacolo, dove poi però, uno di noi deve tenerlo in braccio. Cosa che è anche vietata… Per non parlare dei viaggi sugli autobus: le pedane non funzionano mai, è raro trovare qualcuno che ti aiuti a caricare la carrozzina. Una volta mia madre è caduta all’indietro e s’è fatta male. E la stessa cosa stava per succedere a me. Per fortuna, è intervenuta una persona da dietro, che mi ha ripreso al volo». Ne consegue che le uscite di Carlo sono sempre più limitate. «Spesso rinunciamo a passeggiate sul mare – dice la madre – o a incontri importanti, come è successo qualche tempo fa: volevo portarlo nel nord Italia a un congresso di luminari, esperti della sua malattia, ma ho dovuto rinunciare. E anche le visite mediche mensili a Firenze diventano un supplizio».
Una soluzione a questa brutta situazione potrebbe essere l’acquisto di un furgone particolare, attrezzato per il trasporto disabili. Un mezzo a bordo del quale Carlo potrebbe essere caricato con tutta la carrozzella. Il furgone però è molto costoso: sta sui 10mila euro. Una cifra che la sua famiglia non può permettersi. La mamma Michela fa le pulizie part time, suo marito Roberto Salvi è disoccupato. L’unica fonte certa di reddito è la piccola pensione della nonna, Luisella Trotta, 74 anni. Ma non basta. «Abbiamo provato a chiedere un mutuo – dice la Lampredi – ma non ce lo danno. Le banche sono rigide… Cosa possiamo fare? Stiamo cercando di organizzare delle serate di beneficenza. Ad aprile, abbiamo fatto un evento a cui hanno preso parte un gruppo di cantanti napoletani, giunti apposta dalla Campania a spese loro, oltre al “nostro” Pietro Fornaciari. E ora, in vista dell’estate, vorremo fare nuovi eventi del genere. Nel frattempo però è dura andare avanti. Mio marito cerca un lavoro, di mestiere fa muratore e imbianchino, ma ha grande esperienza anche come idraulico, elettricista e piastrellista. Ha alle spalle 30 anni di pratica. Questa crisi è dura, ma noi vogliamo essere positivi. E speriamo anche che a breve Carlo possa ottenere una pensione di invalidità».
È per questo che la famiglia del 18enne chiede aiuto alla città di Livorno, sensibile ai problemi del sociale, per raccogliere dei soldi per poter comprare il furgone a Carlo. Chi volesse, può fare un’offerta, facendo un versamento sul conto corrente intestato a Michela Lampredi e Luigia Trotta (Cassa di risparmi di Lucca Pisa e Livorno), Iban IT43V0503413902000000000189. Per informazioni, si può chiamare Michela al 3204033676.

Fonte iltirreno
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Torino: Rapporto «Giorgio Rota», città spaccata disoccupazione vicina al mezzogiorno

come? Povertà al Nord? Impossibile, son tutti ricchi evasori.
Fassino la città ha saputo reagire???Cioè? Non ci sono più indigenti? Ha garantito vitto e alloggio a tutti per sempre? Ammazza che mago….

7 giugno 2014

È una città spaccata in due quella che emerge dal Quindicesimo Rapporto «Giorgio Rota» su Torino. Il rapporto parla di «punte di successo inserite però in un tessuto economico e sociale che invece fa fatica a reggere la competizione». In particolare, il lavoro a Torino «costituisce un’emergenza crescente. I tassi di disoccupazione sono ormai prossimi a quelli del Mezzogiorno» si legge nell’indagine che spiega «la situazione torinese sta peggiorando vistosamente. Il tasso di disoccupazione generale continua a crescere (nel 2013 toccando l’11,4% Torino supera tutte le province metropolitane del centro nord), ma è soprattutto la disoccupazione giovanile a destare maggiori preoccupazioni». In questo contesto nonostante alcuni segnali positivi di ripresa si registra «una polarizzazione crescente , tra contribuenti ad alto e basso reddito, tra zone della città (in termini tanto di valori immobiliari quanto di indicatori di malessere sociale), tra adulti che riescono a restare nel mercato del lavoro, pur a fatica, e giovani che invece stentano ad entrarci». Anche per il sindaco Piero Fassino è «la disoccupazione giovanile a preoccupare di più» unita «all’emergenza casa». Il primo cittadino ha però sottolineato che «per me resta un punto fermo che i servizi alla persona vadano garantiti, magari prendendo delle misure, ma l’offerta non deve diminuire». Secondo Fassino in questo contesto di crisi «la città ha saputo reagire e non si è fermata». La sfida è che «le trasformazioni della città vadano a beneficio di tutti i cittadini. L’obiettivo – ha rilevato il sindaco – è una maggiore coesione sociale, riducendo le differenze tra centro e periferia, tra chi sta male e chi sta bene». Per farlo «non basta l’attore pubblico, che deve comunque garantire una regia forte, ma serve fare relazione con tutti gli stakeholders pubblici e privati del territorio» ha concluso.

Fonte Adnkronos

TERMOLI: DISOCCUPATO RAPINA UN BAR, INVECE DELL’INCASSO ARRAFFA SNACK E PATATINE

tutti choosy scansafatice. Per loro niente vitto e alloggio gentilmente offerto da tutti gli altri contribuenti come riservato a talune categorie.

On: 7 June 2014

Spiana una pistola davanti al barista, ma anziché rapinarlo dell’incasso arraffa snack e patatine. L’insolito colpo è avvenuto in un bar di Montenero a opera di un giovane di 27 anni, R.D., disoccupato, arrestato poco dopo dai carabinieri con l’accusa di rapina aggravata. L’assalto è stato messo a segno a tarda ora. Era quasi tempo di chiudere, all’«Harrys», quando si è presentato il giovane con una Beretta calibro 6.35 con otto colpi nel caricatore. Il ventisettenne ha intimato al barista di consegnargli qualcosa da mangiare. Il giovane, sempre tenendo sotto minaccia l’esercente, ha poi arraffato un insolito bottino: alcuni snack ed un’aranciata per poi fuggire dal locale e dileguarsi nelle strade circostanti. R.D., rintracciato poco dopo, alla vista dei militari ha consegnato la pistola, che teneva nascosta in una scatola.(…)
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BELLARIA: ANZIANO TROVATO SANGUINANTE IN SPIAGGIA, AVEVA TENTATO IL SUICIDIO

On: 7 June 2014
Venerdì mattina verso le 6.30, i Carabinieri di Bellaria, sono intervenuti in via Cristoforo Colombo in uno stabilimento balneare dove era stata segnalata la presenza di una persona anziana sanguinante. Giunti sul posto i militari hanno trovato l’anziano adagiato su di un lettino prendisole, notando che che perdeva vistosamente sangue dalle braccia ed era in preda ad una crisi di shock. Gli uomini del 118 hanno trasportato il malcapitato al Pronto Soccorso di Rimini. Inizialmente si era pensato ad un incidente oppure ad un’aggressione, ma successivamente si è scoperto che le ferite, in realtà, erano auto inferte e si trattava di un tentativo di suicidio.(…)

ZERO BRANCO: RISTORATORE IN RITARDO CON LA BOLLETTA, “RIALLACCIATE IL GAS O MI SUICIDO”

On: 7 June 2014 By:
Crisi e disperazione. Questa volta si tratta di un ristoratore di Zero Branco. A causa di un ritardo nel pagamento di una bolletta, come riporta Veneto Uno, l’ente fornitore gli ha staccato il gas. L’uomo, in preda al panico, si sarebbe recato agli uffici dell’Enel, minacciando il suicidio se non fosse stato ripristinato il servizio. Una bolletta da 1200 euro. Il quarantenne, titolare di un ristorante nel Trevigiano, aveva mancato di regolare i conti nei tempi utili. Puntuale il provvedimento di sospendere il gas all’intero locale, proprio con l’incombere del week end. L’utente si sarebbe dunque recato negli uffici di pertinenza, allarmando gli operatori: se non gli fosse stato riallacciato il gas, si sarebbe impiccato.(…)

Roma: Caro Ticket sanità, in tre anni +25% a carico dei cittadini

8 giugno 2014

Gli italiani nel 2013 hanno pagato più di 2,9 mld di ticket sanitari (per farmaci, diagnostica, specialistica, pronto soccorso). Il 25% in più (circa 700 mln di euro) rispetto al 2010 quando avevano speso 2,2 mld. La crescita si ricava dall’analisi dell’ANSA sui Rapporti della finanza pubblica della Corte dei conti degli anni 2012 e 2014.
Fonte Ansa
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Ravenna: Equitalia, il giudice respinge il ricorso e conferma lo sfratto per centenaria e disabile

bravo giudice, la magistratura sempre dalla parte dei deboli vero?

7 giugno 2014

Il giudice Giangiacomo Lacentra ha respinto il ricorso dell’avvocato Luigi Piccarozzi contro l’esecuzione dello sfratto ai danni della famiglia di Stefano Tassinari. Il caso è quello della villetta di via Borromini dove vivono anche la nonna centenaria, la madre anziana e malata e la sorella (disabile psichica al cento per cento) di Tassinari. Caso sollevato mesi fa da Ravenna&Dintorni e di cui si sono occupati anche i media nazionali.Tassinari si sta battendo per non lasciare la propria abitazione, pignorata però da Equitalia pochi giorni prima che entrasse in vigore la legge che ora vieta alla società pubblica di riscossione dei tributi di pignorare la prima casa.
Il ricorso dell’avvocato Piccarozzi respinto dal giudice oggi non tirava in ballo però Equitalia – con l’opposizione al pignoramento (che secondo il legale sarebbe illegittimo per vizi formali e per una sorta di effetto retroattivo della legge) che verrà discussa solo a fine ottobre e da un altro giudice del tribunale di Ravenna – bensì solo la richiesta di sfratto da parte di Giovanni Ballardini, l’immobiliarista che ha acquistato la casa all’asta fallimentare per circa 140mila euro, secondo Tassinari la metà del suo valore reale.
Il pignoramento è dovuto a circa 90mila euro di tasse non pagate dallo stesso Tassinari, il cui debito nei confronti dello Stato si è gonfiato a dismisura nel corso degli anni a causa degli interessi di mora, arrivando ora a sfiorare – secondo quanto riporta Equitalia – i 200mila euro.(…)

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Monsummano: Chiude il calzaturificio Parlanti, 38 lavoratori vanno a casa

e la ripresa? Per fortunta che arrivano risorse a sostenerla…altrimenti con tutti questi licenziamenti di fannulloni scansafatiche come faremo?

7 giugno 2014

Ancora un duro colpo per l’economia e l’occupazione in Valdinievole. Il calzaturificio Parlanti di Monsummano cessa l’attività e manda in cassa integrazione 38 lavoratori, in maggioranza donne, senza prospettare soluzioni alternative. “La repentina decisione – spiegano Filctem-Cgil e Uiltec-Uil – è avvenuta, come dichiarato dall’azienda, a causa dell’enorme sofferenza finanziaria determinata dal calo degli acquisti per i prodotti a marco proprio, dalla politica tariffaria esercitata dalla griffe Prada che non ha consentito all’azienda di avere la necessaria remunerazione per la sopravvivenza aziendale, olttre all’insolevenza di numerosi clienti e alle banche che hanno chiuso da tempo i rubinetti per erogare il credito”.(…)

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Monfalcone: Disabili, l’Aias lasciata al verde, stanziati appena 300 euro, si va verso la chiusura

8 giugno 2014

La sezione di Monfalcone dell’Associazione italiana assistenza spastici (Aias) non è una priorità per l’amministrazione comunale, che nel 2013 ha stanziato appena 300 euro. Anche in conseguenza a ciò l’Aias pensa sia meglio chiudere. È l’amara conclusione cui giunge Mirella Migliavacca, da oltre trent’anni anima del sodalizio ora presieduto da Giorgio Nogherotto. Anima nel vero senso della parola perché la signora Migliavacca è stata ed è una rassicurante compagna nel tortuoso viaggio nella vita dei disabili e dei loro familiari. Non c’è rabbia né rancore nella parole di Migliavacca, ma la constatazione di una sensibilità che non c’è nei confronti dell’Aias. «Si vede che sono più importanti altre associazioni. Resta il fatto che in queste condizioni non possiamo andare avanti. Dal Comune abbiamo ottenuto solo 300 euro nel 2013, un importo su progetto. Mille euro dalla Provincia, duemila euro promessi dalla Regione ma non ancora accreditati. Ci sostiene con generosità solo la Fondazione Carigo. No, così non può stare in piedi l’associazione. Io posso andarmene in “pensione”, ma ai ragazzi e alle famiglie chi ci penserà?».(…)

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