Dilma Rousseff perseguitata dalla destra pro yankee

Arthur Gonzalez

È palpabile l’interesse della destra brasiliana, e naturalmente del Governo degli Stati Uniti, che il Partito dei Lavoratori del Brasile non continui a rimanere al potere; gli eventi avvenuti in quel paese lo dimostrano. Non è un caso che alle porte del Mondiale di Calcio si verifichino tanti scioperi e proteste di piazza; è la stessa ricetta applicata in altri paesi, “i golpe morbidi” per svolgere azioni di “Lotta nonviolenta strategica” sviluppati dallo statunitense Gene Sharp, dell’Albert Einstein Institute.
Nel disegno di questa strategia vengono utilizzati diversi pilastri di supporto tra cui: la polizia, i militari, i funzionari pubblici, i media, la comunità imprenditoriale, i giovani, i lavoratori, le organizzazioni religiose e le ONG.
Tra le categorie di azioni per la “Lotta non violenta” si contemplano, fra altro, le proteste, lo stesso che sta accadendo nel gigante sudamericano da diversi mesi.
Tutto indica che il piano approvato a Washington mira all’obiettivo che Dilma non venga rieletta nelle prossime elezioni di ottobre.
Il successo della manifestazione calcistica ha un forte peso per l’attuale governo brasiliano, per questo tutto è diretto a danneggiare la sua immagine, tra cui il ritardo nel completamento dei lavori di costruzione, tra cui la metropolitana, una situazione che danneggerebbe anche le nuove installazioni per le Olimpiadi del 2016.

Dopo che il governo ha preso il controllo della situazione interna, non è rimasto altro argomento che denunciare le presunte “violazioni dei diritti umani”; in ciò prendendo l’iniziativa la screditata ONG pro diritti umani Amnesty International (AI).
Recentemente il mondo ha visto stupefatto, in TV, la selvaggia repressione della polizia spagnola contro i pacifici manifestanti della Puerta del Sol, la stragrande maggioranza giovani studenti e lavoratori, ma a quanto pare l’ONG Amnesty International non capisce la lingua spagnola o ha confuso la brutale repressione della polizia con la festa taurina di San Fermin perché non ha reclamato né chiesto una singola spiegazione a Mariano Rajoy per questi fatti, e tanto meno per la promulgazione della Legge “Mordaza” che impedisce le proteste popolari.

Che “casualità” che si organizzi una manifestazione pacifica a San Paolo, in concomitanza con la partita inaugurale della Coppa del Mondo di Calcio 2014, dove era presente il corrispondente della rete televisiva USA CNN.
Per tale manifestazione ci sono reclami, ma per le centinaia di giornalisti assassinati ogni anno in America Latina non si sono estratti “cartellini gialli”.
Qual è la ragione perché alla Spagna non si esige un’indagine immediata dell’uso eccessivo della forza contro manifestanti pacifici, che metta i colpevoli a disposizione della giustizia e che assicuri che non si ripetano le molto frequente repressioni?
Molto semplice, Rajoy rappresenta la destra marcia e screditata ma servile all’impero yankee. Il recente invio di aerei da guerra nella zona ucraino è un esempio vivente.
Per dare più forza a questa previsione ci sono le dichiarazioni dell’ex presidente brasiliano Fernando Henrique Cardoso, che ha appena inviato una lettera all’ esponente dell’ultra destra venezuelana Maria Corina Machado, esprimendo il suo sostegno di fronte al “clima di crescente persecuzione politica che colpisce l’ ‘opposizione democratica’ in Venezuela”.
Così agiscono quelli che difendono gli interessi nord americani. Cioè, Henrique Cardoso, offre il suo pieno sostegno ai “democratici” che hanno incendiato tre centri universitari, un centro di assistenza all’infanzia, l’edificio del ministero della giustizia, assassinando persone innocenti, accaparrano prodotti alimentari di prima necessità, aumentano i prezzi e attuarono un colpo di stato contro il presidente costituzionale del Venezuela, Hugo Rafael Chavez Frias.

Ora si presume come saranno le prossime elezioni in Brasile mentre gli yankee preparano il terreno per la loro guerra non convenzionale.

Il Partito della Social Democrazia Brasiliana (PSDB), il principale avversario del Partito dei Lavoratori della presidente Dilma Rousseff, ha proclamato senatore Aecio Neves come proprio candidato per le elezioni presidenziali di ottobre e non a caso come il futuro “rappresentante” di coloro che oggi protestano nelle strade brasiliane.

Il dado è tratto, neppure fanno attenzione a nascondersi dietro una falsa pelle di pecora. L’arroganza che dà loro il sostegno della Casa Bianca e della CIA, li fa sentire forti al punto di uscire allo scoperto con la loro vera veste di lupi.

La destra come mai prima accoglie il principio della cosiddetta “Conversione”, disegnata dall’Albert Einstein Institute, come “il meccanismo principale per l’espansione e il rafforzamento delle forze pro-democratiche, insieme con la propaganda mediatica”, per contrastare i progressi della società brasiliana sotto la presidenza del Partito dei Lavoratori.
Dilma Rousseff acosada por la derecha pro yanqui

Arthur González
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G77+Cina: una vera e propria organizzazione delle nazioni unite

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Il tema “creare un nuovo ordine mondiale” ha la pelle spessa. Ha resistito alla globalizzazione, che ha fallito come tsunami che doveva spezzare gli anelli deboli della “comunità internazionale”, sottoponendoli a un nuovo regime peggiore di quello del colonialismo. 40 anni dopo il famoso summit dell’ONU che trattò questo tema, riemerge a Santa Cruz, in Bolivia, la rivendicazione lanciata dal presidente boliviano Evo Morales al vertice del G77+Cina, apertosi il 21 giugno alla presenza di 110 delegazioni e una dozzina di capi di Stato. Evo Morales sostiene “l‘emancipazione dal sistema finanziario internazionale” e propone la creazione di una Banca del Sud, sostituendo il FMI, vera rovina dei popoli non solo nel Sud ma anche, come abbiamo visto in Grecia, del Nord. Il G77+Cina dimostra che non vi è un’unica “comunità internazionale” nel mondo. E’ ben noto chi scatena guerre con la scuse di portare ai popoli democrazia e diritti umani, ma in realtà solo per saccheggiare le risorse naturali di questi popoli, indifferente al dramma che i suoi interventi armati causano. La lotta contro la povertà non è all’ordine del giorno della comunità occidentale guidata dagli Stati Uniti.
A Santa Cruz c’era un’altra comunità internazionale, riunitasi sul tema “Nuovo ordine mondiale del benessere“, rappresentando una vera forza: il G77+Cina creata 50 anni fa e che raccoglie 133 Stati di Sud America, Africa e Asia, cioè oltre la metà della popolazione mondiale e due terzi degli Stati membri dell’ONU. Questo gruppo rappresenta la comunità internazionale che promuove pace e sviluppo e si preoccupa dei popoli soffrono. In caso di successo nel convergere verso l’istituzione di una vera e propria cooperazione Sud-Sud, raggiungerà il suo obiettivo.
 
Qamil Mulfi Algerie Patriotique
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio

Gli Stati Uniti hanno formato l’ISIS in una base segreta in Giordania.

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GERUSALEMME – I membri dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, o ISIS, sono stati formati nel 2012 da istruttori americani che lavoravano in una base segreta in Giordania, secondo le informazioni dei funzionari giordani.
 
I funzionari hanno detto che decine di membri ISIS sono stati addestrati, al momento come parte di un aiuto segreto ai ribelli, rivolti al regime del presidente siriano Bashar al-Assad in Siria. I funzionari hanno detto che la formazione non è stata pensata per essere utilizzata per qualsiasi futura campagna in Irak.
 
I funzionari giordani hanno detto che tutti i membri di ISIS che hanno ricevuto una formazione dagli Stati Uniti per combattere in Siria sono stati controllati per eventuali collegamenti a gruppi estremisti come al-Qaida.
 
Nel febbraio 2012, WND è stato il primo a riferire che gli Stati Uniti, la Turchia e la Giordania erano in possesso di una base di addestramento per i ribelli siriani nella città giordana di Safawi nella regione desertica del nord del Paese.
 
Tale relazione è stata successivamente confermata da numerosi altri resoconti dei media.
 
Nel marzo scorso, il settimanale tedesco Der Spiegel ha riportato che gli americani stavano addestrando i ribelli siriani in Giordania.
 
Citando quello che è stato riferito non è ancora chiaro se gli organizzatori, erano dell’esercito americano oppure erano imprese private USA, ma la rivista ha detto che alcuni organizzatori e istruttori indossavano uniformi. La formazione in Giordania è stato riferito essersi focalizzata sull’uso di armi anti carro.
 
La rivista tedesca ha registrato che circa 200 uomini hanno ricevuto tale formazione nel corso dei tre mesi precedenti i piani statunitensi per addestrare un totale di 1.200 membri dell’Esercito siriano libero in due campi nel sud e est del Giordano.
 
In Gran Bretagna il quotidiano Guardian ha anche riferito che lo scorso marzo i formatori statunitensi sono stati visti aiutare i ribelli siriani in Giordania insieme con istruttori inglesi e francesi.
 
Reuters ha riferito che un portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha rifiutato un commento immediato sulla relazione della rivista tedesca. Il ministero degli Esteri francese e i ministeri degli esteri e della difesa della Gran Bretagna, inoltre, non hanno voluto commentare la Reuters.
 
I funzionari giordani hanno parlato a WND della violenza settaria in Iraq e lamentavano preoccupazioni riguardo uno sconfinamento nel loro paese, così come in Siria.
 
ISIS in precedenza ha pubblicato un video su YouTube minacciando di andare avanti fino in Giordania e di arrivare a “macellare” il Re Abdullah, che vedono come un nemico dell’Islam.
 
WND ha segnalato la scorsa settimana che, secondo fonti del regime giordano e siriano, l’Arabia Saudita sta armando ISIS e i sauditi sono una forza trainante nel sostenere il gruppo collegato ad al-Qaida.
 
WND inoltre ha riferito che, secondo una fonte sciita in contatto con un alto funzionario del governo del primo ministro iracheno Nouri al-Maliki, l’amministrazione Obama è consapevole da ben due mesi che il gruppo di ispirazione Qaidista è in Iraq e ultimamente ha preso più di due città irachene e ora sta minacciando Baghdad.
 
La fonte ha detto a WND che almeno uno dei campi di addestramento del gruppo iracheno dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria, l’ISIS, è nelle vicinanze di Incirlik la Air Base nei pressi di Adana, in Turchia, dove si trovano personale e attrezzature americane.
 
Ha chiamato Obama “complice” negli attacchi che minacciano il governo Maliki e che gli Stati Uniti hanno contribuito a creare con la guerra in Iraq.
 
La fonte ha detto che dopo l’allenamento in Turchia, migliaia di combattenti ISIS sono andati in Iraq attraverso la Siria per unirsi allo sforzo per stabilire un califfato islamico soggetta alla legge islamica.
 
Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality

MOSSA DISPERATA DI DRAGHI, L’EURO SULL’ORLO DELL’ABISSO

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TAGLIO DELLA BCE METTE IN EVIDENZA TUTTI I DANNI DELL’EURO
La Banca centrale europea è alla canna del gas. Ha lanciato una serie di misure che si possono tranquillamente definire ‘disperate’ e fuori tempo, per combattere quella che ormai è, a tutti gli effetti, una depressione deflazionista.
 
La BCE ha tagliato tutti i suoi principali tassi ai minimi storici per combattere il rischio di deflazione e far scendere il tasso di cambio dell’euro. Per la prima volta, le banche dovranno pagare – lo 0,10 per cento – per i fondi che parcheggiano presso la banca centrale.
 
E’ una mossa disperata e prevista. Niente quantitative easing, per ora, ma il presidente della Bce Mario Draghi non ha escluso altre mosse – disperate – in futuro.
 
Il problema è che la Bce è sempre ‘dietro la curva’. E in un quadro mondiale di banche centrali che stampano moneta come baldracche, non farlo, significa un Euro che rimarrà sopravvalutato. Strozzando l’economia.
 
I provvedimenti mirano a sbloccare la massa monetaria e incentivare le banche a concedere prestiti. Che sono in calo in tutta la UE.
 
Draghi ha delineato un piano quadriennale di 400 miliardi di euro per le banche che non stanno concedendo credito a causa dell’incombente stress test. E’ un incentivo ad aumentare i prestiti alle imprese nella zona euro .
 
“Ora siamo in un mondo completamente diverso”, ha detto Draghi in una conferenza stampa, citando “una bassa inflazione, una debole ripresa e deboli dinamiche monetarie e creditizie”.
 
Il pacchetto, approvato all’unanimità, mira ad aumentare l’erogazione di prestiti “economia reale”, ha detto.
 
Altri passi estendono la durata di illimitata di liquidità a buon mercato per le banche della zona euro, l’iniezione di circa 170 miliardi di euro, ed eventuali futuri acquisti di titoli per sostenere le piccole imprese.
 
Le proiezioni pubblicate dalla BCE hanno mostrato un’inflazione solo 0,7 per cento quest’anno. Molto sotto il limite ‘normale’ del 2% e sotto l’1% definito negli stress test della stessa BCE come ‘limite minimo’ per non mandare a gambe all’aria il sistema bancario.
 
“Se necessario, agiremo rapidamente con un ulteriore allentamento della politica monetaria”, ha detto Draghi, aggiungendo che il Consiglio direttivo di definizione politica è stata unanime nel suo impegno a utilizzare strumenti non convenzionali, se necessario “per affrontare ulteriormente i rischi di un troppo prolungato un periodo di bassa inflazione “.
 
Sono mosse dettate dalla disperazione. E’ vero che il mercato del credito è bloccato, e le banche sono riluttanti nel concedere prestiti, ma è soprattutto vero che è l’economia anemica a ‘non richiedere prestiti’.
 
Quando un’impresa non vende, perché la domanda è debole, non ha alcun interesse ad investire. Non va a chiedere un prestito.
 
E’ dal lato della domanda che si deve intervenire. Ma questo è il ‘vizio strutturale’ che risiede nella stessa struttura della Globalizzazione: c’è un eccesso di produzione rispetto alla domanda. C’è troppa Cina, che esporta in Europa il suo eccesso di produzione.
 
E’ lì che bisognerebbe intervenire, ma questo metterebbe in discussione tutto l’enorme castello della Globalizzazione. Ecco allora le mosse disperate dei sacerdoti del Sistema. Ecco Draghi che crede di risolvere un problema strutturale, con una mossa finanziaria.
 
Non servirà a nulla.
 
Non si può costringere un cavallo che non ha sete a bere, così non si può, aumentando la liquidità disponibile, indurre le imprese a chiedere prestiti per investimenti che non servono a nulla, perché non c’è una domanda equivalente.
 
L’acqua c’è, è il cavallo che non beve.
 
Fonte:voxnews
 

Le Otto proposte di Prodi per il rilancio dell’industria

Roba da ridere (per non piangere)
Un consiglio:  cari amici lettori  leggete  subito le Otto proposte ( o “mosse”) di Prodi per il rilancio dell’industria (*). Certo, ci si rovina la colazione…  Ma ne vale la pena,  perché rappresentano la riprova del semianalfabetismo economico  del ex Premier,  ben  innaffiato, come prevedibile,  da ovvietà dirigiste nel peggiore  stile  sinistra democristiana.  Roba da ridere (per non piangere) Vediamole  da vicino.
Primo punto. Se le imprese non ricevono  denari  dalle banche, la colpa è delle imprese  che – scoperta dell’ acqua calda-  devono  imparare ad autofinanziarsi…  E come?  Se la pressione fiscale è a livelli proibitivi?

Secondo punto: vanno incentivate le fusioni e  concentrazioni. Le piccole imprese devono sparire. Perfetto. Come uccidere il modello economico italiano.

Terzo punto. Servono più fondazioni, per favorire la discontinuità dell’imprese italiane, di tipo “famigliare”,  e  aprire  a nuovi apporti esterni. Certo, per come sono andate male  le Fondazioni è  proprio il caso di insistere… 

Quarto punto. Bisogna aiutare gli imprenditori falliti a tornare in campo. E chi paga? Lo Stato, of course…   Ergo nuove  tasse…

Quinto punto.  Per incrementare  gli investimenti esteri in Italia, oltre alle  solite  semplici-semplici-semplici cose  da fare ( più flessibilità, meno burocrazia, più sicurezza),  vanno subito  costruite  buone scuole per i  figli dei collaboratori esteri…  Si commenta da sé…

Sesto punto. Bisogna scegliere tra meccanica strumentale ed elettronica di consumo.   E chi decide? Il mercato? Non sia mai… Decide lo Stato,  come accadeva nei paesi del socialismo reale…

Settimo punto. Nuova politica energetica.  Anche qui, chi decide?  Lo Stato, ovviamente…  Ergo nuove  tasse…

Ottavo punto.   Vanno  subito create reti  di ricerca alla tedesca (Fraunhofer)   destinate a risolvere i problemi di innovazione della imprese…  Così come per incanto…  E chi paga?   Lo Stato, naturalmente… Ergo nuove  tasse…
Insomma, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore, Stato-Imprenditore…  Quindi tasse-tasse-tasse-tasse…  Prodi è una specie di disco rotto (statalista).   Esistono due tipi  di cretinismo economico.  Quello di chi non conosce  l’economia  e parla a vanvera. E quello di chi conosce una sola teoria e  pretende di sapere tutto… Quest’ultimo è il caso di Prodi, un semianalfabeta.  Dell’ovvio democristiano, con “scappellamento” a sinistra…

Carlo Gambescia  
http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.it/2014/06/le-otto-proposte-di-prodi-per.html

Un terzo delle banche europee ha bisogno di nuovi capitali per sopravvivere agli stress test. WSJ

in altre parole, urge stampare. Per il bene dell’umanità….trasformiamo sta Bce in Fed
 
Circa un terzo delle banche della zona euro hanno bisogno di una ricapitalizzazione per sopravvivere all’ultimo round di stress test da parte della Banca centrale europea. Lo riporta il Wall Street Journal.
 
Secondo un’indagine condotta da Ernst and Young, le banche spagnole sono quelle più in difficoltà, con, al contrario, gli istituti tedeschi chehanno minor necessità di protezione a livello di liquidità.
 Notizia del: 23/06/2014
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=11&pg=8185

I fondi pensionistici in Grecia: verso un buco da 10 miliardi di euro. Kathimerini

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Kathimerini riporta come i fondi pensionistici greci vanno incontro ad un buco immenso di 10 miliardi di euro da qui al 2020 a causa dei tagli imposti dai governi e il numero sempre minore di lavoratori che contribuiscono a rifornirli.
Notizia del: 23/06/2014