un tale potentato e sarebbe in bancarotta? Dove li ha nascosti i soldi lo svizzero De Benedetti?
di Giuseppe Maneggio – 19/02/2014
un tale potentato e sarebbe in bancarotta? Dove li ha nascosti i soldi lo svizzero De Benedetti?
di Giuseppe Maneggio – 19/02/2014
Decenas de imágenes circulan en estos momentos en redes sociales y medios de comunicación de diferentes países, como forma de alegar que existe una “cruel represión” por parte de los cuerpos de seguridad venezolanos contra los manifestantes opositores. Alba Ciudad recopila algunas de estas imágenes como forma de ayudar a desmontar esta campaña de mentiras contra Venezuela. Todas las imágenes pueden ampliarse y descargarse haciéndoles click.
Texto: Luigino Bracci, Alba Ciudad
Arriba: La portada del diario impreso argentino Clarín del 13 de febrero de 2014 colocó la imagen de una persona con un fusil y dio a entender que era uno de los “chavistas armados ayer, en Caracas (…) actuaron grupos parapoliciales que, según testigos, dispararon a la multitud”. Dieron a entender que estas personas son responsables de dos muertes ocurridos el día anterior.
La realidad es que la persona mostrada era un efectivo del CICPC (policía científica venezolana), protegiéndose de la quema de 5 vehículos de dicho cuerpo policial realizada por opositores violentos, a pocos metros de la entrada de su sede en Parque Carabobo (Caracas). Otros diarios y páginas web, como Infobae y El Mundo de España, hicieron actos similares omitiendo la leyenda original de esta foto de la agencia EFE: “Miembros de la CICPC caminan frente a un vehículo incendiado durante una marcha convocada por la oposición, en Caracas (Venezuela).”
Pubblicato da titus a 12:53 p. m.
AFP 14 febbraio 2014
Russia ed Egitto verso l’accordo da 3 miliardi per acquistare armamenti finanziato da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, affermava un giornale di Mosca. Le due parti hanno già “siglato o firmato” contratti per l’acquisto di caccia MiG-29, sistemi di difesa aerea e costiera, elicotteri d’attacco Mi-35 e armi leggere, affermava il quotidiano Vedomosti citando due fonti governative russe. L’articolo appare il giorno dopo i colloqui a Mosca tra il presidente russo Vladimir Putin e il capo dell’esercito egiziano Abdel Fatah al-Sisi, probabile nuovo capo di Stato del Paese nordafricano.
Cairo si è rivolta a Mosca, principale fornitore di armi negli anni ’60 e primi anni ’70, dopo che Washington ha tagliato l’assistenza al suo alleato regionale dopo il rovesciamento a luglio del presidente islamista democraticamente eletto Muhammad Mursi.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://www.statopotenza.eu/10486/russia-ed-egitto-verso-laccordo-da-3-miliardi-sulle-armi
c’è poco da stupirsi e molto da schifarsi quando c’è gente che inneggia ai genocidi etici e salutari discriminando vittime di guerre ingiuste. Tanto basta attribuire ogni cadavere ai perdenti che non hanno facoltà di replica ed il gioco della coscienza pulita è fatto.
La foto è emblematica. Queste due “femen” festeggiano l’atroce bombardamento di Dresda. Ringraziando l’atlantico “Bomber Harris” d’aver assassinato 250 mila abitanti della Firenze del nord senza alcuna logica strategica militare ma soltanto per terrorizzare una nazione ormai alle corde.
– See more at: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23019&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Rinascita-Tutti+%28Rinascita+-+Tutti%29#sthash.NaNnDH2C.dpuf
Dresda brucia ancora
Michelle Richardson, ricercatrice al centro Natick Soldier dell’ U S Army, un laboratorio di ricerca con sede nel Massachusetts, ha dato, con l’ annunzio di aver creato una pizza che resta commestibile, tre anni tre, la prova di cosa possa realizzare la scienza e a quali estremi possa giungere quando non si tiene nel debito conto il fattore umano.
Dal punto di vista scientifico, pare che il risultato sia stato ottenuto con l’aggiunta di sali, zuccheri ed altri ingredienti a me sconosciuti che hanno la proprietà di impedire l’inumidimento – fonte di batteri – provocato dal pomodoro ed altri umori. A parte la temperatura ambiente a cui viene servita, pare che abbia tutte le caratteristiche organolettiche di una pizza almeno come la intendono gli yankee.
Che qualcosa non funzionasse nelle menti dei burocrati del Pentagono l’avevo intuito (buon ultimo ?) quando, dopo aver segnalato l’aumento di suicidi tra i militari dell’aeronautica USA per due anni di fila con post su questo blog, ho visto che il rimedio apportato è consistito in uno sviluppo di tecnologie atte a portare attacchi aerei con i Drone, gli aerei senza pilota che consentono a trattare gli omicidi mirati in Pakistan come una pratica amministrativa da espletare con una punta di fastidio dalla poltrona del videogioco situato a Tampa ( Florida).
Per poi andare a farsi una pizza alla mensa e un bagnetto a Miami beach.
La follia burocratica si era spinta fino al punto di varare un decreto per l’attribuzione di apposite decorazioni per questi Guerrieri da Balestra il cui tasso di errori – ossia di omicidi delle persone sbagliate – giunge al 50%.
La reazione degli ex combattenti americani pare sia riuscita a scongiurare almeno questo grottesco risvolto che andava ad aggiungersi alla disonorevole aberrazione di ammazzare tavolino le persone sbagliate. Le razioni di combattimento non sono mai state piatti da gourmet, tanto che le RBE ( così l’acronimo) furono ribattezzate dai soldati della prima guerra del golfo come Refused By Ethiopians , perciò, qualcuno deve aver pensato che una buona pizza avrebbe potuto essere il giusto conforto per i soldati in zona di operazioni.
L’ex colonnello ed ora P.R. del laboratorio, David Accetta – ci informa Le Figaro – ha dichiarato che un buon pezzo di pizza caldo può dare un senso di comfort che ricorda ai militi il calore di casa.
A Napoli è sempre esistito uno strumento finanziario chiamato ” pizza a sette giorni” : la mangiavi il giovedì e la pagavi il giovedì successivo. Adesso abbiamo la “pizza a tre anni” del laboratorio Natick Soldier da usare come strumento di motivazione umana.
Complimenti allo chef.
Antonio de Martini
Fonte: www.corrieredellacollera.com
20.02.2014
Per fortuna, hanno reso noto fonti ufficiali, la stiva dell’imbarcazione era vuota al momento dell’incidente. Sembra che la nave fosse diretta verso un porto vicino per caricare le merci, quando a un tratto il motore si è guastato. Le onde avrebbero così spinto l’imbarcazione contro la diga. Nell’impatto, è rimasto ferito un uomo e, secondo le autorità francesi, solo una piccola quantità di carburante sarebbe stata riversata in acqua.
In questi giorni, le agenzie stampa hanno diffuso la notizia che, durante l’impatto, il mercantile spagnolo aveva disperso in mare “Verosimilmente 20 tonnellate di carburante, anche se le autorità francesi minimizzano sui rischi ambientali, che sono limitati e non dovrebbero avere conseguenze dirette sul litorale”.
Patrick Dallennes, vice-prefetto, durante una conferenza stampa a Parigi ha parlato di una “forte perdita” avvenuta a causa delle mareggiate e che poi, in un secondo momento, si sarebbe diluita.
Dopo un primo tentativo fallito, esperti incaricati dall’assicuratore del mercantile, accompagnati da tecnici, pompieri, e membri del centro di expertise anti-inquinamento (Ceppol), sono penetrati nel pomeriggio nella parte anteriore del relitto accertando che, dei tre serbatoi anteriori della nave, uno solo conteneva gasolio ed è comunque risultato “intatto”.
Così, la prefettura competente ha dichiarato che “la quantità e la natura del carburante contenuto nei serbatoi della nave naufragata non sono tali da provocare una marea nera”.
Le operazioni per pompare il gasolio contenuto nell’imbarcazione sono state effettuate nel pomeriggio stesso, da una società olandese specializzata nel salvataggio di mercantili in difficoltà. L’allarme inquinamento è così rientrato.
Restano però ancora da determinare le circostanze dell’incidente sulle quali sta indagando la magistratura e i mezzi per recuperare e rimorchiare quel che resta del cargo.
http://ambientebio.it/nave-cargo-si-schianta-contro-una-diga-rischio-disastro-ambientale-in-francia/
Di Agnese Tondelli su febbraio 17, 2014
La maggior parte degli stati membri dell’Europa è contraria ma, con molta probabilità, la coltivazione del mais geneticamente modificato 1507, prodotto dal gruppo americano Pioneer sarà autorizzata in tutto il continente. Ecco perché.
Lo scorso 11 aprile, in Consiglio Ue una ventina di Paesi si era detta contraria all’autorizzazione a coltivare nel continente una nuova specie di mais geneticamente modificato, denominato “Ogm Pioneer 1507”. In quel contesto, la presidenza greca ha deciso di interrompere la procedura di voto, per l’assenza di una maggioranza qualificata. Così, la “patata bollente” è stata rinviata alla Commissione europea che, con tutta probabilità e in base alle regole attuali, senza un voto favorevole o contrario, può adottare automaticamente il via libera al mais 1507. Possibilità su cui il commissario maltese Borg si sarebbe mostrato favorevole.
Così, nel disperato tentativo di bloccare una decisione che assume a tutti gli effetti i tratti di un’imposizione, l’Italia e altri 11 Paesi membri hanno chiesto formalmente alla Commissione Ue di ritirare la proposta di autorizzazione.
Durante il dibattito in Consiglio, i Paesi che si sono detti contrari all’introduzione del mais 1507 sono stati una ventina. A favore solo 5 Stati: Spagna, Regno Unito, Finlandia, Estonia e Svezia. Quattro, invece, avevano manifestato l’intenzione di astenersi: Germania, Belgio, Portogallo, Repubblica Ceca.
Nella lettera si legge: “La discussione di ieri al Consiglio ha reso chiaro che nella sensibile questione di autorizzare il mais Ogm Pioneer 1507, la soluzione è nelle mani della Commissione. Che è ancora nella posizione di ritirare la sua proposta”.
Già a gennaio, la maggioranza degli eurodeputati si era espressa in maniera contraria alla richiesta della Pioneer, sollecitando la Commissione Ue a non proporre o rinnovare le autorizzazioni di qualsiasi varietà di Ogm, fino a un miglioramento dei metodi di valutazione del rischio. Al momento del voto, infatti, i parlamentari hanno sottolineato come questo particolare tipo di mais possa rappresentare un rischio concreto per farfalle e falene, a causa di un gene che esprime la tossina insetticida Bt. Il mais 1507, inoltre, sarebbe resistente all’erbicida Glufosinato Ammonio, rischioso per la biodiversità.
Eppure, nonostante tutti questi dubbi e pareri contrari, Tonio Borg avrebbe già annunciato che l’approvazione sarà automatica, questo perché la “Corte di Giustizia ha stabilito il principio secondo cui l’esecutivo di Bruxelles, in assenza di indicazione politica dai governi, debba omologarsi al parere dell’Efsa, che non ritiene esistano abbastanza prove per bocciare il supermais”.
I 12 Paesi firmatari della lettera si dicono convinti che la Commissione non potrà ignorare le “preoccupazioni legali, politiche e scientifiche di così tanti Stati e del panorama politico”.
In risposta, Borg avrebbe commentato che nella lettera non c’è “nessun nuovo argomento”.
Per la Commissione, quindi, l’autorizzazione alla coltivazione del nuovo mais transgenico probabilmente sarà inevitabile. In barba alla libertà di scelta.
http://ambientebio.it/europa-pronta-a-imporre-il-mais-ogm-nonostante-il-parere-contrario-degli-stati-membri/
se sciacalli speculatori come le ag di rating confermano che l’immigrazione serve alle banche…altrimenti perché questa minaccia? Non è il caso di farsi domande? Gli speculatori sono interessati alla libera circolazione del capitale umano per pura compassione umanitaria? E chi sostiene la libera circolazione quindi sostiene le banche e i loro giri?
18 febbraio 2014
L’esito del referendum del 9 febbraio in Svizzera che ha visto l’approvazione con una piccola minoranza dell’iniziativa mirante a porre delle quote sull’immigrazione, é negativo per il profilo di credito della stessa Svizzera (Aaa Stabile) e delle sue banche. È quanto osservano oggi gli analisti di Moody’s secondo cui «limitare l’immigrazione avrà probabilmente effetti negativi sul potenziale di crescita del paese, sulla sua ricchezza e sulla sua forza economica complessiva».
Nel corso dell’ultima decade, prosegue Moody’s, la Svizzera «ha beneficiato di forti influssi di lavoratori altamente qualificati». Moody’s ritiene che «questo abbia aiutato a mitigare gli effetti contrari dell’invecchiamento della popolazione e della mancanza di manodopera specializzata, contribuendo di conseguenza in maniera positiva all’occupazione e alla crescita economica». L’esito é negativo anche per la qualità degli asset delle banche elvetiche e, «potenzialmente, per la loro capitalizzazione».
«L’introduzione di quote sull’immigrazione dei lavoratori – osserva l’agenzia di rating – potrebbe ridurre la domanda di alloggi, creando di conseguenza pressioni al ribasso sui prezzi delle abitazioni a uso residenziale». Inoltre «ripercussioni negative sui rapporti commerciali tra Svizzera e Unione Europea potrebbero mettere sotto pressione le attività orientate all’export, portando a un indebolimento della qualità degli asset aziendali».
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-18/anche-moody-s-boccia-svizzera-esito-referendum-negativo-le-banche-184357.shtml?uuid=ABK06Sx
Reggio Calabria: 22enne senza lavoro si toglie la vita. Padre tenta suicidio, in coma.
18 febbraio 2014
Era una famiglia normale e tranquilla, come tante altre, fino a stamattina quando Bruno Mazzitelli, da poco 22enne, s’è suicidato lanciandosi dal cavalcavia dell’A3 a Pentimele: un colpo durissimo per i genitori che mai si sarebbero aspettati un simile gesto da una persona che tutti raccontano come tranquilla e serena. Il padre, un apprezzato carrozziere della città, dopo l’interrogatorio con i Carabinieri è andato a salutare per l’ultima volta il figlio ma evidentemente dopo aver visto il cadavere non ha resistito ed ha provato a uccidersi a sua volta, tagliandosi le vene di entrambi i polsi. Adesso è ricoverato in coma nel reparto di rianimazione degli Ospedali Riuniti della città dello Stretto. Intanto gli inquirenti non riescono ad individuare il movente del folle gesto di Bruno: non aveva lavoro.(…)
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http://www.crisitaly.org/notizie/reggio-calabria-22enne-senza-lavoro-si-toglie-la-vita-padre-tenta-suicidio-coma/
Palermo: Arriva lo sfratto 57enne minaccia il suicidio
18 febbraio 2014
Ha ricevuto lo sfratto e una donna di 57 in via Ausonia a Palermo ha minacciato di buttarsi giù dal quarto piano. Sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco al civico 150 per cercare di fare desistere la donna in preda ad una crisi. L’inquilina non aveva alcuna intenzione di lasciare l’appartamento.(…)
Leggi tutto su palermo.blogsicilia
http://www.crisitaly.org/notizie/palermo-arriva-lo-sfratto-57enne-minaccia-il-suicidio/
NAPOLI: OPERAIO DA 6 ANNI IN CIG SI COSPARGE DI BENZINA E MINACCIA DI DARSI FUOCO
Home > Degrado sociale > Napoli: Operaio da 6 anni in cig si cosparge di benzina e minaccia di darsi fuoco
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18 febbraio 2014
Si cosparge di benzina e minaccia di darsi fuoco davanti allo stabilimento, esasperato per la mancanza di lavoro che lo costringe da sei anni in cassa integrazione: è accaduto alla Magneti Marelli di Napoli (che fino a qualche anno fa produceva componentistica in plastica per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco), dove un operaio ha minacciato di darsi fuoco, ma è stato salvato dal tempestivo intervento dei colleghi che lo hanno dissuaso dal compiere il gesto. Secondo quanto si è appreso, l’uomo oggi si era recato nello stabilimento per cercare di parlare con il capo del personale, per verificare la possibilità di effettuare qualche trasferta in altri stabilimenti del gruppo. Ma il superiore era assente e l’uomo, una volta uscito dalla fabbrica, si è cosparso di benzina minacciando di appiccare il fuoco. Subito raggiunto da alcuni colleghi, l’operaio è stato dissuaso dal compiere il folle gesto, ma ha avuto un malore ed è stato portato in ospedale in codice verde per gli accertamenti del caso. «Ormai siamo disperati – spiegano alcuni colleghi dell’operaio – siamo in cig dal 2008, ed a luglio scadrà la cassa integrazione, dopodichè non sappiamo cosa ne sarà di noi. Dei circa 700 lavoratori in organico, oltre 200 dovrebbero andare nello stabilimento Fiat di Pomigliano, una cinquantina saranno accompagnati alla pensione, ed altrettanti potrebbero essere assunti dall’Adler. Ed il resto?». Sull’episodio la Fiom lancia l’allarme «sociale». «Dopo il suicidio dell’operaio in cig del reparto logistico Fiat di Nola, avvenuto qualche settimana fa – afferma Francesco Percuoco, responsabile settore auto per la Fiom di Napoli – oggi un altro operaio ha minacciato di uccidersi. Segnale che il disagio sociale è forte, e che bisogna interrogarsi su cosa sta accadendo per trovare soluzioni che permettano il rientro di tutti i lavoratori ancora in cig della Fiat e dell’indotto».
Reggio Emilia: Crisi, imprenditore voleva soldi per curare figlia, tenta rapina
18 febbraio 2014
Era proprietario di due aziende di costruzioni che, a causa della crisi, sono inattive, l’imprenditore edile di origine calabrese che questa mattina ha sequestrato e tentato di estorcere denaro a un notaio di Reggio Emilia. La Beretta calibro 38 che aveva in mano era pronta per sparare. C’erano sei colpi nel caricatore di cui uno in canna, pronto a essere esploso, e il ‘canè dell’arma era alzato. L’allarme è stato dato alla polizia oggi verso le 9.30 da una parente del professionista. Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra mobile di Reggio Emilia, diretti da Domenico De Iesu, che con molta attenzione sono riusciti ad entrare nello studio. Il professionista era seduto dietro alla scrivania e davanti c’era il 47enne con l’arma pronta a sparare tra le gambe. I poliziotti lo hanno bloccato e disarmato. Condotto in questura, ha spiegato le ragioni del suo gesto. La crisi della aziende ha creato un grave disagio economico alla famiglia, tanto da non avere nemmeno i soldi per curare la figlia. Una situazione che lo ha portato alla disperazione. Ora il 47enne è stato ristretto nella casa circondariale di Reggio Emilia a disposizione del sostituto procuratore di turno Valentina Salvi. Il professionista, vista anche la sua conoscenza con l’imprenditore, ha preferito non fare denuncia.