Processo baita. Colpo di scena!

http://www.tgvallesusa.it/?p=5661

SCRITTO DA: VALSUSA REPORT – FEB• 21•14
 In un aula di tribunale strapiena, colpo di scena. L’imputato non è imputato e gli avvocati ringraziano il Movimento No Tav.

È così che inizia l’ultima giornata delle difese in quello che diventa un processo alle intenzioni. Ancora, gli avvocati del Legal Team spiegano come nelle foto non siano rinvenibili le prove del coinvolgimento dei loro assistiti, sottolineando il valore morale e sociale di quelle giornate. Fanno notare che le forze dell’ordine controllano i documenti all’entrata dell’aula, balzano in piedi i due Pm replicando che è un controllo di Polizia giudiziaria sulla base del C.p.p. “È una cosa normale che nelle aule si eseguano dei controlli” Pronto il Legal Team ribatte “Vorremmo che ai verbali si faccia notare che sempre e solo i No Tav sono sottoposti a questo trattamento”. Denunciano il clima che qualcuno vuole creare nel processo. Ma per l’accusa “un imputato siede nel pubblico mentre esiste ancora il banco degli imputati, e noi non abbiamo riferito nulla”.

Di stranezze se ne vedono: giornalisti entrano dalla parte riservata ai Pm, siedono dietro la loro scorta senza che nessuno si preoccupi, finché non si accomoda una giornalista sgradita, che viene pregata di alzarsi e andare altrove. Baita Clarea

E si assiste all’arringa dell’avvocato Cristina Patrito che lascia l’aula impietrita (vd. qui Ringrazio il Movimento No Tav per la dignità che ha ridato al Paese). La passione per la giustizia non soltanto trapela ma esplode nelle sue parole.

Le difese incalzano sulla posizione del sigillo. Quel nastro bianco e rosso con su scritto “Carabinieri”. Ricordano che nelle udienze passate un teste sostenne vi fossero due nastri: uno regolare sul manufatto, e un secondo a pochi metri, “Per rafforzare il sequestro” dice il militare. Il sequestro è della baita. Ma allora, alcuni imputati, che non sono entrati nella baita, ma si sono soltanto avvicinati, vengono condannati per aver superato un “pre-sigillo”? in che cosa consiste il reato? E ancora: “La mia assistita, giorni a seguire, quando del nastro non vi era più traccia, porta il figlio al bagno della baita, è reato? L’imputata si affaccia all’entrata della baita e il teste dell’accusa ci dice che non vi è entrata, dobbiamo considerarlo reato?”

Colpo di scena. Viene ingrandita la fotografia nella quale il teste dell’accusa ha rilevato i riconoscimenti. Ma la difesa, aguzza l’occhio! Non riconosce il suo assistito. Non solo le fattezze, nella descrizione che di lui viene fornita (per esempio non porta gli occhiali né li ha mai portati) ma neanche il luogo in cui si crede che l’imputato dovesse trovarsi in quel momento. Ne viene chiesta l’assoluzione, e dal pubblico si solleva un’ovazione. “Si sentono talmente coperti politicamente che l’importante è condannare. Chi se ne frega come!” si sente dire intorno. E quando torna il silenzio si alza un sonoro “Minchia! Che cappella!”

L’aula è strapiena. È la giornata delle grandi occasioni. Ma Beppe Grillo non si presenta. Lo difende il suo avvocato, profondendosi in un’arringa molto tecnica che distanzia a ogni parola l’imputato dal dolo penale: “Il mio assistito non modifica il bene nel giorno cinque dicembre, non sottende al sequestro preventivo finalizzato a impedire la terminazione dell’opera”. Le sezioni riunite lo dicono chiaro, citando l’Art. 334, che riguarda l’utilizzo momentaneo – “Il reato deve essere ricondotto all’uso momentaneo” dirà il legale.  E anche fosse, condannato sì, ma alla pena pecuniaria di euro 103.

casa-abusiva

Il giudice rinvia al 3 marzo le eventuali repliche e chiede di acquisire il foglio di sequestro che le accuse non hanno mai prodotto. Un documento che riporta appunto il tipo di reato in cui il sequestro era volto a impedire l’ultimazione dei lavori di assetto della baita: un reato appunto edilizio. Un’ammenda come nel resto d’Italia. Niente di più.

TAV, AREA DELLA MADDALENA VIETATA A STAFFELLI DI “STRISCIA LA NOTIZIA”: “LA PREFETTURA MI HA NEGATO IL PASS”

http://www.valsusaoggi.it/?p=1902

BY  – PUBLISHED: 02/20/2014 – SECTION: CRONACA

Valerio Staffelli non é un componente occulto dei nuovissimi Noa, e neanche un anarco-insurrezionalista. Eppure la Prefettura di Torino gli ha negato il visto per recarsi nella zona “proibita” della Maddalena di Chiomonte. Il tutto, nonostante l’inviato di Striscia la Notizia lo avesse chiesto per tempo. Ma Staffelli non doveva andare in Val Clarea per portare tapiri o fare inchieste, bensì aveva chiesto di recarsi a Chiomonte per far visita alle vigne dell’azienda agricola Clarea. “Saremmo dovuti andare presso la loro cantina – racconta Staffelli sul suo blog – ma la questione “TAV” (Treno ad Alta Velocità) ce lo ha impedito”.
In che senso? “Ricorderete le manifestazioni che da prima del 2005 sono presenti in Val di Susa – spiega Staffelli sul suo sito – tutte persone contrarie a questa operazione sia per il costo eccessivo che per l’impatto ambientale e sulla salute umana. Nonostante la richiesta fatta con 15 giorni di anticipo per visitare la cantina, la Prefettura di Torino non ci ha dato il lasciapassare (chissà cosa avranno da nascondere), quindi la visita è stata effettuata nel negozio nel centro città”.
Ma i disagi per questi continui impedimenti vengono esposti anche da chi lavora in quelle vigne. Staffelli infatti aggiunge: “Il proprietario, il sior Turio, ci ha detto con amarezza: “Mi avevano promesso che l’area sarebbe stata liberata a Natale 2011 e invece oggi è ancora occupata. Pensate che disagio soffrono i miei clienti e fornitori”.

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altra brutta fuffa: Tav: lettera anonima a Repubblica,tanti pronti a lotta armata

Tav:lettera anonima a Repubblica,tanti pronti a lotta armata
Autore si firma ‘cattivo maestro preoccupato’
TORINO
(ANSA) – TORINO, 21 FEB – Nuovo messaggio sul caso No Tav. Un “cattivo maestro preoccupato”, come si firma, ha inviato una lettera alla redazione di Repubblica di Torino in cui sostiene di aver visto circolare in Valle di Susa il documento dei Nuclei Operativi Armati recapitato mercoledì scorso all’ANSA. L’anonimo autore – si legge nelle pagine locali del quotidiano – sostiene anche che “in valle sono sempre di più quelli che si rendono disponibili ad andare dietro” ai metodi di chi predica la lotta armata.

NEXT STATION, KIEV

http://www.tgvallesusa.it/?p=5641

SCRITTO DA: CONTRIBUTI – FEB• 21•14

Di Claudio Giorno

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Era tutto più facile un tempo. Di fronte a un fatto che irrompeva nel quotidiano ci si chiedeva subito: a chi giova? Una domanda semplice per una risposta che spesso lo era altrettanto e che le inchieste giornalistiche prima e la magistratura poi si incaricavano di certificare. Oggi appare tutto più difficile; come la sopravvivenza alla crisi cronica voluta da chi da essa trae gli stessi profitti che un tempo venivano “garantiti” solo dai conflitti mondiali. “I No Tav” sono cittadini normali ma che hanno dato vita a un movimento che si è messo di traverso alla spartizione di un malloppo che oggi è stimato a preventivo poco meno di 30 miliardi di euro.Una lotta che nonostante tutto (e tutti) dura da un quarto di secolo! 25 anni nei quali è finita (dicono) una repubblica (la prima), si sono estinti la democrazia cristiana, i socialisti e tutti i vassalli del pentapartito (anche se gli sono sopravvissuti tutti i ladri trovando ospitalità nei “non-partiti che nel frattempo sono stati inventati… Anni di frustrazioni in cui sono stati vanificati gli esiti di quasi tutti i referendum popolari, si sono spenti  gli occupy di mezzo mondo mentre le rivoluzioni del nord Africa sono servite all’avvicendamento di regimi più o meno teocratici, direttamente o indirettamente sostenuti manu-militari. Nel nostro piccolo (una dimensione di cui la più parte di noi resta perfettamente consapevole) costituiamo una speranza, un orizzonte di resistenza in un panorama di rese incondizionate o – peggio – di disponibilità a farsi cooptare anche e solo nel sottoscala di uno qualsiasi dei “palazzi”. 2

Di contro l’irrigidimento dello stato ci ha posto “nostro malgrado” in condizione di rappresentare un livello di antagonismo che non avremmo neanche lontanamente immaginato possibile, alla fine degli anni ‘80 quando alcuni “reduci della lotta all’autostrada del Frejus” cominciammo a intravedere un nuovo pericolo – quello definitivo, il Tav – affacciarsi all’orizzonte affollato del nostro esiguo e fragile territorio. Soprattutto non avremmo mai immaginato che avremmo potuto mantenere così a lungo la posizione senza arretrare di un millimetro. In una condizione così “estrema” sarebbe molto stravagante se non fossimo stati “debitamente” infiltrati: l’ho gia scritto e “in tempi non sospetti”…Peccato che nel frattempo i giornali abbiano (quasi tutti) smesso di fare inchieste e la magistratura sembra essersi spaccata tra chi svolge un ruolo di supporto della politica sempre più inadeguata e chi ne mette a nudo la corruzione insanabile…Ciononostante ci sono alcune sentenze passate in giudicato e qualche coraggiosa iniziativa editoriale che documentano sufficientemente i primi tentativi di inquinare la lotta in difesa della nostra terra. Tentativi inquietanti che hanno caratterizzato gli anni a cavallo tra gli ’80 e ‘90  e che si sono svolti con la complicità se non per iniziativa di pezzi “deviati” dello stato. E per giunta su uno sfondo noire che ha avuto per protagonista un certo Franco Fuschi (di cui ha parlato di recente solo Luca Rastello in un capitolo di Binario Morto, scritto con Andrea De Benedetti). Un uomo del mistero che – detto per inciso – è stato il peggior serial-killer made in italy dopo aver svolto una “funzione” nei “servizi”; un ex “incursore di marina” venuto a trascorrere una “serena vecchiaia” (tra un omicidio e L’altro) tra gli alpini e gli artiglieri di montagna…Ed ha avuto un ruolo anche nel traffico d’armi scoperto attorno all’armeria Brown-Bess di Susa.  E’ in questo clima torbido che la procura di Torino e in particolare il sostituto procuratore Maurizio Laudi (che aveva gia indagato in Valle di Susa ai tempi di “Prima linea”) si convincono che sia in atto unaripartenza del fenomeno terrorista e che ciò avvenga a margine della lotta contro il Tav e che sia essenzialmente opera di “frange estreme” legate all’area anarco-insurrezionalista. Le “prove “granitiche” raccolte attraverso indagini svolte anche da inquirenti che si riveleranno attivamente coinvolti nella fabbricazione delle medesime non reggeranno oltre l’istruttoria per la maggior parte degli “attentati” (oltre una dozzina di danneggiamenti a ripetitori telefonici e televisivi, centraline di ventilazione di gallerie stradali, l’incendio di una trivella, del portone di una chiesa e del garage del Comune di Caprie, oltre al rinvenimento di armi sotto un viadotto autostradale e di bombole del gas lungo la ferrovia).

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Solo per due di questi fatti verranno mandati a processo Edoardo Massari (detto Baleno) e Maria Soledad Rosas (detta Sole) con Silvano Pelissero, condannati in primo grado ma assolti in appello: peccato che nel frattempo – com’è noto – i primi due si fossero suicidati mentre stavano scontando una pena per dei fatti da cui saranno poi scagionati, ma troppo tardi. Un errore che dovrebbe pesare some un macigno sulla coscienza di chi indagò in un’unica direzione ma che – a quanto pare – non ha insegnato nulla. Nel frattempo la lotta assume sempre più una veste popolare e istituzionale col coinvolgimento di quasi tutti i Comuni della Val di Susa. Nel 2005 una vera e propria ribellione pone fine al cantiere di Venaus per la realizzazione del cunicolo geognostico prima ancora che partano i primi lavori di insediamento del campo base. Poi l’Osservatorio, il suo cambio di destinazione d’uso in corso d’opera e l’attribuzione al suo responsabile di funzioni chiaramente destinate non più alla verifica della reale necessità, ma alla realizzazione dell’opera. La scelta del sito “alternativo” della Maddalena di Chiomonte per il cunicolo geognostico, lo stravolgimento progettuale prima con l’allungamento sino a Susa dell’ipotetico imbocco est del Tunnel ferroviario e poi con la scelta di un percorso tortuoso e improbabile per riesumare l’interporto di Orbassano condannato a morte dalle FS…E soprattutto la militarizzazione della valle, la definizione di area strategico-militare per il cantiere, gli scontri per la sua recinzione prima e difesa poi di un’opera definita civile …  3

I successivi sabotaggi attribuiti sempre e comunque al movimento sino ai processi, agli arresti preventivi per reati di terrorismo e alla clamorosa sentenza del tribunale civile di Susa (ancorché chiuso per spending review) che condanna tre portavoce del movimento presi nel mucchio a un risarcimento di oltre 220mila euro per aver impedito dei carotaggi (ritenuti inutili persino in sede UE) e con l’implicita ammissione della congruità dell’affitto di un fazzoletto di terra incolta e degradata per 16mila euro/giorno pattuito tra due società interamente pubbliche! L’incredibile colletta che certifica nel più concreto dei modi  la solidarietà diffusa e che sancisce  in modo definitivo che la nostra lotta non sia derubricabile a localismo egoista.

E ora irrompono sulla scena i NOA (o NEO-LUPI GRIGI?) che decretano condanne a nome del popolo e indicano la strada al movimento No Tav romanticamente affezionato a criteri nonviolenti pur nella radicalità dello scontro…Per questo il loro comunicato (inneggiante al 23 aprile?!) è stato rispedito al mittente. Un mittente che sa di deja vu. Uno, dieci, cento  mittenti che in questi anni non solo non hanno fatto quanto in loro potere e soprattutto dovere per disinnescare  gli “ordigni esplosivi”, ma li hanno “messi a dimora”… (Qualcuno manualmente sotto un viadotto, altri virtualmente in conferenze dei servizi-burla, confronti truccati, procedure umilianti prima ancora che scorrette). Chi doveva risolvere ha complicato, chi doveva indagare non pare aver sempre finito il lavoro…

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Chissà che fine ha fatto una inchiesta datata gennaio 2002 e affidata al PM Andrea Padalino – con il collega Onelio Dodero – su una pistola sequestrata all’armeria del traffico d’armi in Valsusa e trovata successivamente in possesso di un personaggio che a luglio del 2012 pare fosse alla Maddalena di Chiomonte ma non tra chi contestava il cantiere, ma dall’altra parte…Un’arma di cui si trovò traccia – credo – grazie a una indagine della Procura di Reggio Calabria sulla ‘drangheta… L’onorata società che sta agli appalti come le api al miele: altro capitolo che sarebbe interessante approfondire per capire certi percorsi che altrimenti sembrano casuali e che invece qualcuno ha forse aperto intenzionalmente perché la trattativa su cui indagano i coraggiosi magistrati di Palermo ha tanti fautori e a tutte le latitudini…

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Ma oggi c’è davvero qualcosa di inquietante all’orizzonte-est non solo della Val di Susa, ma dell’Europa SpA dei finanzieri e dei lobbysti: è Kiev in fiamme travolta da una crisi che è prima morale, poi economica e infine anche strategica…Quella Kiev che qualcuno voleva capolinea della “nostra” grande opera, e che oggi brucia nonostante o a concausa di un’altra grande opera appena celebrata: gli europei di calcio coi suoi stadi e le sue majorettes…Quella Kiev – ultima stazione – che ancora Luca Rastello descriveva così alla fine del suo viaggio in un corridoio immaginario: “il caffè ci sveglia a Kiev, stupito, stropicciato: la stazione alterna il moderno allo stile imperiale russo, l’orizzonte è abolito da barriere di torri a trenta piani che disegnano spietatamente il futuro cementizio delle metropoli europee…” Un futuro che oggi è un presente di rovine fumanti e corpi insanguinati…Altro che le condanne del tribunale del popolo…

NO TAV/ Udine Azione Diretta alla Stazione

http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=2352%3Ano-tav-udine-azione-diretta-alla-stazione&catid=82%3Anoi

Scritto da Administrator   Venerdì 21 Febbraio 2014 18:19
notav striscione ud

L’azione è durata dalle 17.10 alle 19.10 poi è intervenuta la Questura zoom

arrivano

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/02/21/news/si-arrampicano-sulla-stazione-e-appendono-uno-striscione-no-tav-1.8713091

Messaggio di Solidarietà da Stoccarda

Con grande indignazione il Comitato “Stuttgart 21 è dappertutto” ha appreso la notizia dell’incredibile accusa contro i 4 attivisti No TAV attualmente imprigionati.
Mandiamo i nostri più calorosi e solidali saluti ai 4 giovani: non lasciatevi sopraffare!
Dopo il processo con l’enorme richiesta di risarcimento di più di 220.000 €, questo sembra un ulteriore tentativo di annientare definitivamente il Movimento No TAV.
I nostri avversari, nell’insana alleanza tra economia, politica, media e giustizia ci vogliono intimoriti e a testa bassa.
Noi affermiamo che sono loro che vogliono invece imporre con mezzi terroristici le Grandi Opere Inutili.
Ma essi non tengono conto della forza dei nostri movimenti: le innumerevoli manifestazioni di sabato 22 febbraio in Italia e a Notre-Dame-des-Landes, Francia sono un importante segnale.
Rimarremo in piedi e rinforzeremo la nostra collaborazione con un’opposizione ancora più forte!
Anche a Stoccarda diffonderemo queste notizie e vi sosteniamo con tutte le nostre forze.
A SARA DURA! OBEN BLEIBEN!

RISPOSTA DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI TORINO

Ieri ho scritto , come molti altri , alla procura e al Tribunale di Torino e al Ministero della Giustizia a Roma questo testo :

Chiedo che a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia vengano riconosciuti tutti i diritti previsti dall’ordinamento penitenziario, che vengano tolti dall’isolamento e vengano revocati i divieti di incontro e colloquio attualmente in corso.
Ritengo ingiuste e spropositate le misure restrittive che colpiscono i quattro ragazzi arrestati agli inizi di dicembre 2013. Sono indignata come cittadina , poiché non vedo chiarezza, trasparenza ed equilibrio in questa gestione della Giustizia in Italia.

Doriana Tassotti

Oggi ho ricevuto dalla Procura di Torino questa risposta:

Si restituisce il messaggio e-mail rammentando che, allo stato attuale, le istanze, gli esposti e le comunicazioni in genere dirette a questa Procura, non possono essere ritenute ricevibili se trasmesse via e-mail, non garantendo tale strumento di comunicazione la piena, immediata e certa identificazione della fonte di provenienza.

Procura della Repubblica di Torino

Identica cosa é accaduta ad altri amici.

Foto: RISPOSTA DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI TORINO

Ieri ho scritto , come molti altri , alla procura e al Tribunale di Torino e al Ministero della Giustizia a Roma questo testo :

Chiedo che a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia vengano riconosciuti tutti i diritti previsti dall’ordinamento penitenziario, che vengano tolti dall’isolamento e vengano revocati i divieti di incontro e colloquio attualmente in corso. 
Ritengo ingiuste e spropositate le misure restrittive che colpiscono i quattro ragazzi arrestati agli inizi di dicembre 2013. Sono indignata come cittadina , poiché non vedo chiarezza, trasparenza ed equilibrio in questa gestione della Giustizia in Italia.

Doriana Tassotti

Oggi ho ricevuto dalla Procura di Torino questa risposta:

Si restituisce il messaggio e-mail  rammentando che, allo stato attuale, le istanze, gli esposti e le comunicazioni in genere dirette a questa Procura, non possono essere ritenute ricevibili se trasmesse via e-mail, non garantendo tale strumento di comunicazione la piena, immediata e certa identificazione della fonte di provenienza.

Procura della Repubblica di Torino

Identica cosa é accaduta ad altri amici.

Diretta udienza 21/02 processo #notav per rimozione sigilli baita Clarea

http://www.tgmaddalena.it/diretta-udienza-2102-processo-notav-per-rimozione-sigilli-baita-clarea/

Baita Clarea

Dopo l’appello, la difesa esordisce ripetendo il concetto già approfondito nell’udienza del 14 febbraio scorso, che la rottura dei sigilli della baita, perfettamente consona al contesto ambientale come attestato anche dalla Sovrintendenza, va valutato OGGETTIVAMENTE nel CONTESTO non materiale ma altamente simbolico per il movimento notav, essendo accertato che gli obiettivi degli imputati, pur con un comportamento illegittimo per la rottura dei sigilli, non erano di sfruttamento privato economico, ma di liberazione altamente simbolica e di prosecuzione di un’attività legittima quale l’informazione e la pacifica manifestazione popolare contro un’opera ritenuta dannosa al proprio territorio e all’Italia tutta. Vengono citati casi analoghi di legittime protesta della popolazione contro disastri ambientali, quali quello degli abitanti della Val Bormida.
I testi sentiti in precedenza hanno infatti testimoniato di non voler portare a compimento l’opera edilizia, ma di tenere solo ed esclusivamente alla difesa dell’identità del movimento notav, motivo per cui si chiede l’assoluzione.

La Difesa di qualche altro imputato esordisce ringraziando il Movimento, che ha ridato al Paese una dignità battendosi da vent’anni contro il potere mediatico e politico, esempio più alto degli ultimi vent’anni di resistenza e civiltà, e cita Dossetti, democrazia cristiana nel 1946, e la richiesta di inserire nella Costituzione il diritto e il dovere di ogni cittadino di resistenza. Art. 3 – art. 21.
Il più sacro dei diritti, il più imperioso dei doveri. Viene citato Aldo Moro, che a tale proposito disse che non vanno sanzionate le difese di diritti fondamentali,implicito peraltro nella carta costituzionale anche nell’art. 1, art. 9. Tornando al Tav, viene precisato che tutti tutti abbiamo capito ormai che è dannoso e inutile, ma ci viene detto che siamo in democrazia, e che la maggioranza decide. Noi però pensiamo che questo concetto di maggioranza che schiaccia la minoranza è quella sì terroristica..Il movimento notav parte dal basso e si tratta di democrazia partecipata.

Ore 10.17 Stessi concetti ribaditi da altri avvocati per altri imputati. Si insiste sul diritto di informazione delle ragioni del movimento, spesso violato dai media, nonostante l’adesione e gli appelli di intellettuali italiani e non solo. Ogni giorno, è sufficiente leggere i giornali, o almeno la cronaca di questo processo, in particolare cosa hanno scritto giornalisti dei media generalisti, ignorando le complesse oggettivamente discussioni svolte in aula, per rafforzare invece negatività e uno addirittura con squalificanti paragoni tra movimento e nazismo addirittura. Richieste di assoluzione x non aver commesso il fatto o in subordine assoluzioni varie, ed esame caso x caso: Gagliardi, mancanza di prove oggettive e palese inoffensività; Schiari Daniel semplicemente non è lui nelle foto del pm, e l’avv. consegna alla corte ingrandimenti probatori; Giuseppe Grillo evidentemente entrato in baita per sostegno ad un movimento così determinato e non certo per violare la legge di abuso edilizio…il semplice ingresso non è da considerare utilizzo se temporaneo, come si sono espresse in passato sentenze varie. Ammonito dal cap. Mazzanti prima dell’ingresso, Grillo, non destinatario del decreto e non avendo visto alcun sigillo, gli rimane la consapevolezza di  non ottemperare ad un ordine forze ordine, quindi violazione art. 650 comunque contestabile, in subordine a richiesta assoluzione.
Per Tarabini avv.  Melano si associa argomentazioni precedenti e cita Aldo Capitini oltre a sentenze precedenti su diritto manifestazione e funzione sigilli, poi scende nei particolari: il suo assistito oltre che nelle foto ritratto di spalle, giacca marroneverde, fazzoletto notav al collo, riconosciuto solo per la capigliatura e sempre al di fuori baita, nessuna prova di violazione dei sigilli, assoluzione x non aver commesso il fatto o comunque il fatto non sussiste.
L’udienza si conclude ore 11.00, prox udienza il 3 marzo aula 3 ore 9.

(di Maria Eleonora Forno – TGMaddalena)