La bimba No Tav contesta il carabiniere “Voi ci picchiate, non siete la legge”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/02/13/news/la_bimba_no_tav_contesta_il_carabiniere_voi_ci_picchiate_non_siete_la_legge-78500370/

E’ successo martedì ad Almese, in Valle di Susa, durante una conferenza sul bullismo tenuta da un ufficiale: dopo il botta e risposta i compagni hanno applaudito e lei si è messa a piangere. L’episodio rilanciato da No Tav e Cinque Stelle

di FABIO TANZILLI  –

13 febbraio 2014
 La bimba No Tav contesta il carabiniere "Voi ci picchiate, non siete la legge"
Bambini a una manifestazione No Tav 

“Voi carabinieri non rispettate la legge, voi picchiate i No Tav”. Una bambina di 11 anni, di prima media, ha contestato il comandante dei carabinieri che stava tenendo un incontro sul bullismo, tenendogli testa in merito alla gestione dell’ordine pubblico in Val Susa. Il tutto è avvenuto martedì mattina ad Almese, paese di 6000 abitanti, durante una delle abituali conferenze su legalità e lotta al bullismo con studenti e insegnanti, a cui partecipano come relatori le forze dell’ordine. Al momento delle domande del pubblico, la ragazzina ha chiesto, rivolgendosi al carabiniere: “Come mai venite qui a parlare di legalità e lotta al bullismo, mentre in Valle di Susa picchiate i No Tav e non rispettate la legge?”. Il maggiore ha risposto ribadendo che le forze dell’ordine rispettano sempre la legge, e quanto stanno facendo in Valle di Susa nasce proprio dal fatto che i carabinieri sono servitori dello Stato, e svolgono queste azioni per difendere il cantiere dagli attacchi dei No Tav. Ma questa spiegazione non ha soddisfatto la bambina, che ha ribadito al comandante come, a suo parere, le forze dell’ordine in Val Susa non stessero rispettando la legge perché usano i lacrimogeni. Ruocco ha nuovamente risposto all’undicenne, spiegando che i carabinieri operano per rispettare la volontà della nazione e hanno il dovere di difendere i cantieri e le opere pubbliche. La bambina, applaudita dai compagni, si è poi messa a piangere per l’emozione. “Sei una bambina coraggiosa” le ha detto il militare. Gli interventi degli altri alunni, ognuno sottolineato da applausi, sono poi continuati su altri argomenti e alla fine la conferenza si è conclusa ben dopo l’orario previsto.
La notizia di questo “botta e risposta” ovviamente è diventata di pubblico dominio sui siti No Tav. Il senatore Marco Scibona, dei Cinque Stelle, ha commentato su Facebook: “Questa storia rappresenta come la consapevolezza di essere nel giusto della popolazione informata si scontra con l’arroganza di uno Stato, che anziché proteggere e tutelare il suo popolo si preoccupa solo di educarlo all’obbedienza cieca”.
La dirigente scolastica Anna Salvatore ridimensiona però la ricostruzione fatta dai No Tav: “Non c’è stato nessun pandemonio durante l’incontro, la cosa si è svolta normalmente e serenamente, anche se quella domanda era inaspettata – dice la preside –  in realtà sono stati applauditi tutti i bambini che sono intervenuti, non solo la ragazzina che ha fatto la domanda sui No Tav, che è stata la prima a porre quesiti. Il carabiniere ha avuto grande pazienza e delicatezza nel rispondere, anche se lei è stata irruente, proprio perché le domande dei bambini sono libere. Ed è stato proprio il maggiore Rocco a riconoscere che la piccola ha avuto molto coraggio nel confrontarsi  così con un adulto”. Poi una riflessione: “Mi permetto, da educatrice, di affermare che una bambina di quest’età dovrebbe avere l’umiltà di ascoltare l’interlocutore, usano toni meno accesi, proprio perché siamo in democrazia”

L’Arabia Saudita si prepara alla guerra ?

 
Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality
  
Recenti informazioni dall’Arabia Saudita sembrerebbero prove sufficienti per dimostrare che i sauditi si stiano preparando per la guerra. Sarà per una questione interna al paese, con il possibile coinvolgimento dell’esercito, sarà l’ostilità del’Arabia Saudita verso l’Iran a sfociare in un combattimento aperto, o i carri armati sauditi attraverseranno le frontiere siriane come i media arabi prevedono – anche i più alti funzionari di Riyadh non lo sanno ancora . Tuttavia, all’inizio di quest’anno è stato annunciato l’acquisto di grande quantità di armi, che hanno triplicato il bilancio militare del paese.
 
In aggiunta alle armi americane vendute per un valore di decine di miliardi di dollari e acquistate di recente (nel 2010, il Ministero della Difesa saudita ha ordinato armi americane per un importo totale di 60 miliardi di dollari), Riyadh ha fatto i seguenti acquisti non molto tempo fa.
 
Ha acquistato nuovi DF-21 East Wind, missili a medio raggio a carburante liquido, che sono facili da usare e hanno una buona accuratezza, scrive Claudio Gallo nel suo articolo pubblicato sul sito del quotidiano La Stampa. I missili cinesi nelle mani saudite non sono l’arma per invertire la situazione, ma piuttosto per portare più tensione nella guerra psicologica, vale a dire, il tipo di confronto che potrebbe portare a conseguenze più imprevedibili. Va aggiunto a questo che nel 2007, i sauditi hanno acquistato missili balistici – ancora una volta dalla Cina e con l’aiuto di agenzie di intelligence americane, che hanno assicurato che i missili non potessero essere dotati di testate nucleari.
 
Allo stesso tempo, il Ministero della Difesa saudita intende acquistare un centinaio di motovedette dalla Germania per un importo complessivo di 1,4 miliardi di euro, è stato riportato nella rivista Der Spiegel, con riferimento ad una lettera confidenziale scritta da Steffen Kampeter, segretario della Germania di Stato delle Finanze. Nel novembre 2013, si è appreso che l’Arabia Saudita intende acquistare dalla Germania cinque sottomarini Type 209, con la possibilità di aumentare l’ordine a 25 navi. Il costo di acquisto di questa flotta è stimato in circa 12 miliardi di euro.
 
Oltre a questo, la storia della possibile vendita del carrarmato tedesco Leopard 2 è vicino alla realizzazione. È già stato fatto l’accordo per la consegna del primo lotto (circa 270 veicoli per un costo stimato di 3 miliardi di euro), ed è ora in attesa di approvazione ufficiale da parte della Repubblica federale del Consiglio di sicurezza della Germania. Secondo il quotidiano Bild, Riyadh è disposto ad acquistare fino a 800 veicoli corazzati Leopard 2S. Questa è la versione appositamente progettato per soddisfare le esigenze sauditi,  che ha superato con successo i test nel in Arabia Saudita.
 
Allo stesso tempo, Pakistan e Arabia Saudita hanno avviato negoziati per la fornitura di nuovi carri armati di Al-Khalid e JF-17 Thunder jet da combattimento a Riyad. Il contratto per la fornitura di hardware militare può essere firmato nell’ambito di un accordo di più larga scala in materia di cooperazione militare e scientifica tra Islamabad e Riad. Il numero esatto di veicoli blindati e aerei previsti per l’acquisto rimane sconosciuto.
 
Nel frattempo, va notato che tutte le apparecchiature militari in Arabia Saudita sono mantenute da numerosi specialisti stranieri. Naturalmente, questi sono principalmente  gli americani che hanno diverse basi militari qui. I sistemi missilistici sono seguiti da ingegneri cinesi, ci sono molti militari dal Pakistan nel paese, e il loro numero aumenterà con le nuove consegne che faranno arrivare gli specialisti tedeschi che intendono lavorare sul mantenimento dei loro carri armati più complicati e dei loro veicoli ancora più complicati, come i sottomarini. Va notato che i sauditi sono per lo più dei beduini, un popolo del deserto, e temono il mare dalla loro nascita. E’ interessante sapere chi formerà gli equipaggi di questi nuovi sottomarini.
 
La stampa mondiale scrive in modo diretto che i sauditi hanno deciso di agire con un pugno di ferro militare per difendere la loro ricchezza incalcolabile. Ma la domanda è: perché i sauditi hanno bisogno di tale potere militare, quando nessuno sta per attaccarli, e gli americani hanno aperto il loro ombrello antimissile sull’Arabia Saudita tempo fa?
 
Inoltre, i sauditi non hanno quasi nessuna esperienza in combattimento. In realtà, già nel 2010, le truppe saudite hanno partecipato a una operazione militare in Yemen contro i ribelli, dal nome semplice e completo: “Terra bruciata”, e nel marzo 2011, Riyadh ha inviato un contingente militare limitato in Bahrain. Questo è tutto quello che sappiamo sulle vittorie militari saudite.
 
Tuttavia, questi distaccamenti militari stranieri possono tornare utili per la creazione di una provocazione su larga scala. Non dobbiamo dimenticare come il principe Bandar bin Sultan ha offerto il suo aiuto al Presidente della Russia V. Putin a garantire la sicurezza per l’Olimpiade di Sochi, riferendosi ai sauditi come avere il pieno controllo dei gruppi terroristici. Di conseguenza Putin ha fatto capire loro che la Russia è perfettamente in grado di garantire la sicurezza al Olimpiade. Tuttavia, ora il principe saudita può tentare di giocare ancora questa carta, e organizzare una provocazione durante i Giochi Olimpici. Tra l’altro, gli arabi hanno un modo di dire che un saudita non perdona mai un reato, proprio come un cammello.
 
Ad esempio, l’articolo di Ahmed Sherkawi dal titolo “L’Arabia Saudita sta preparando un attacco contro la Siria e l’Hezbollah” è recentemente diventata uno degli articoli più popolari del mondo arabo in Internet. L’autore scrive che i sauditi hanno preso una decisione irrevocabile di cambiare l’equilibrio di potere nella regione, scartare la loro vecchia strategia e iniziare una campagna militare (indiretta, in quanto essa è eseguita attraverso i loro fantocci) contro la Siria e gli Hezbollah in Libano. Prima di tutto, l’attuazione di questo progetto comporterà regolari eserciti mercenari. A questo proposito, gli esperti di sicurezza hanno informato che i comandanti sauditi ed israeliani hanno tenuto riunione congiunta e continua già 10 giorni fa. Stanno lavorando sullo sviluppo di un accordo di cooperazione nel campo della sicurezza, e i sauditi hanno già promesso di concedere all’aviazione israeliana il diritto di passaggio sul loro territorio, se decideranno di ‘risolvere’ il problema iraniano.
 
Altre notizie di stampa suggeriscono lo sviluppo di piani per attaccare la capitale della Siria, Damasco, durante le Olimpiadi di Sochi , così come diverse strutture militari importanti in Siria; preparativi per l’aggressione in Libano, che intendono colpire gli Hezbollah, sono in corso. Nello stesso Libano, la quinta colonna si prepara per l’azione con il pretesto del “movimento 14 marzo”. Le attività di questi poteri sono coordinate da Ashraf Rifi.
 
Inoltre, il dottor Navaf Ubayad, consigliere del Ministro degli Affari Esteri, ha informato la stampa occidentale sui dettagli di un piano per formare due nuove armate saudite. Il primo esercito sarà formato dai cittadini del regno, mentre il secondo comprenderà gli stranieri, soprattutto dal Marocco, Yemen e Giordania. I due eserciti saranno utilizzati in vari conflitti regionali, e prima di tutto nella campagna aggressiva contro la Siria.
 
A questo proposito, il ministro dell’Informazione Omran az-Zoubi della Siria ha messo le cose molto succintamente:“Sono gli stessi poteri che sono dietro gli atti di terrorismo in Siria, Iraq e Russia. Se qualche partito ha miliardi di dollari da spendere, questo non significa che possa rimanere impunito per essere il mandate di attacchi terroristici qui e là”.” In questo caso, egli intendeva gli attuali governanti dell’Arabia Saudita”
 

Israele, Schulz parla alla Knesset e i ministri lasciano l’Aula

così Schulz come Kerry, passeranno alla storia come i protettori dei deboli e pure contro Israele, una barzelletta per gonzi 

«È vero che i palestinesi non hanno acqua?». Sdegno di Israele.

 
Il discorso tenuto alla Knesset il 12 febbraio dal presidente del parlamento europeo, Martin Schulz, ha suscitato aspre polemiche in Israele.
Rivolgendosi ai parlamentari, Schulz aveva chiesto conferma dell’informazione secondo cui un israeliano dispone in media di 70 metri cubi d’acqua rispetto ai 17 a disposizione di un palestinese.
MINISTRI ABBANDONANO L’AULA. Parole lette come una provocazione dai ministri del partito nazionalista israeliano che, indignati, hanno abbandonato l’Aula.
«Insopportabile sentir pronunciare menzogne alla Knesset e per giunta in tedesco», ha accusato Uri Orbach, Ministro dell’Economia del partito Focolare ebraico.
Schulz, intervistato il 13 febbraio dal giornale tedesco die Welt, ha commentato così l’episodio: «Io ero tenuto a rappresentare la posizione del parlamento europeo nella Knesset. Naturalmente non posso dire solo cose che piacciono a tutti», ha dichiarato.
ANCHE KERRY CONTESTATO ALLO STESSO MODO. «Ho tenuto un discorso a favore di Israele», ha aggiunto Schulz, che si è meravigliato della forte reazione al suo discorso, aggiungendo però che esponenti di diversi partiti e anche membri del governo hanno applaudito alla fine.
«Le persone che hanno protestato appartengono alla linea dura, che reagisce a ogni parola critica in questo modo», ha aggiunto, «hanno attaccato anche il segretario di Stato Usa John Kerry allo stesso modo», ha concluso il presidente del parlamento europeo.
UE FAVOREVOLE A SOLUZIONE DEI DUE STATI. Il discorso di Schulz ai deputati israeliani aveva anche affrontato la questione del processo di pace e della soluzione dei due Stati.
«Sono fermamente convinto», aveva detto alla Knesset, «che una soluzione negoziata che abbia come risultato uno Stato israeliano e uno palestinese che vivono in pace l’uno accanto all’altro sia realistica. L’Unione europea è di questo avviso ecco perchè, una volta firmato un accordo definitivo, siamo disposti a fornire un appoggio completo in termini di finanziamento e risorse umane attraverso un partenariato speciale».
 
Giovedì, 13 Febbraio 2014
 

Perchè Gli Americani Vogliono Ammazzare Snowden (Magari Torturandolo per Bene)

13 febbraio 2014
 
 
La peggiore calamità capitata agli USA negli ultimi 10 anni non è Lehman and Brothers, ma Edward Snowden. E non c’entra nulla il fatto che l’ex analista della NSA abbia rivelato che gli USA spiano massivamente gli alleati, c’entra il fatto che abbia rivelato come lo fanno al mondo cioè ai soggetti economici.
 
Ora tutti sanno (prima lo sospettavano e basta) che l’america possiede una Back door su qualsiasi apparecchiatura MADE IN USA collegata a internet in grado di leggere dati su computer e soprattutto spiare il flusso di informazioni che passa su internet.
 
Il punto è che in realtà quella roba chiamata “sicurezza nazionale” si traduce in “spionaggio industriale” in meno di un secondo. E il motivo vero per cui ad esempio i tedeschi sono incazzati come bufali e si stanno costruendo la loro infrasstruttura internet made in deutschland (in Italia ci facciamo le seghe sull’Italicum…)  non riguarda affatto il telefonino sotto controllo di frau Merkel, ma piuttosto il sospetto che possa capitare nelle gare di appalto che ad esempio General Electric faccia offerte migliori di Siemens, come se GE conosca prima l’offerta di Siemens.
 
Ora il ragionamento dei tedeschi lo sta facendo il 100% delle multinazionali non americane e il 100% delle nazioni con una classe dirigente un minimo decente e non grottesca come la nostra (avete sentito parlare di un sistema di mail criptate made in italy, no eh?)
 
E dunque, tanto per incominciare le grandi aziende USA che vendono hardware e software per l’infrastruttura internet stanno subendo un cortese Yankee Go Home, ed anche un meno cortese fanculo  Obama, e la NSA ovvero il suo mandante chiamato Corporate America.
 
Non ci credete?
 
Pare che, per fare un esempoio Cisco (sapete quei fenomeni che si spacciano come il non plus ultra della sicurezza? E si fanno pure pagare PROFUMATAMENTE le loro backdoor) ,  abbia qualche leggerissimo problema a piaazzare router e firewall (hahahaahhaha)  fuori dai suoi confini:
 
da Zh
 
Back in November, when Cisco reported that instead of a 4% increase in revenues it would have an 8-10% collapse in sales (thank you NSA and Edward Snowden) we penned “Something Is Very Wrong With This Picture.” And for those who hadn’t seen the chart, we urge you to click on the hyperlink. Moments ago CSCO reported earnings, which just barely beat the already sharply downward revised estimates, but more importantly it provided guidance on what to expected in the next quarter. Well, instead of reporting it, here is a chart of how the Company’s guidance looks now and relative to what Goldman was expecting CSCO would sell as recently as November. We like to call the new trendline: Cisco’s disastrous new normal.
CSCO Q2 guidance
But that’s not the worst news. The worst news, by far, was the following announcement from the conference call:
  • CISCO SEES 3Q ADDING DEBT TO FINANCE MATURING BONDS
In other words, issuing incremental debt to fund maturities. We hope, for its sake, that like all the developed world’s insolvent governments who do just that, that CSCO stock also doubles as a reserve currency. Then again, judging by the market reaction after hours, the answer is no.
20140212_csco
 E siamo solo all’inizio…….. diciamo che c’è spazio per crescere nel business dell’infrastruttura internet se non sei americano.
 
p.s. Fossi in E. Snowden mi terrei al coperto per i prossimi 30 anni.
 

Draghi: ‘La ripresa è già finita’, era cominciata?

13-02-2014

“Si attende un lento recupero del prodotto nell’area euro” e i rischi per le prospettive di crescita “continuano a essere orientati al ribasso“.Lo comunica la Bce, secondo cui pesano negativamente le incertezze dei mercati mondiali. Inoltre, domanda interna ed export potrebbero deludere le aspettative.
La Bce prevede un’inflazione”sui livelli attuali”e il Consiglio direttivo intende”mantenere un orientamento accomodante di politica monetaria finché sarà necessario;ciò sosterrà la graduale ri-
presa dell’economia nell’area euro”.
Tradotto dal gergo dei banchieri, la ripresa appena cominciata è già finita, anzi, non è mai iniziata.
http://voxnews.info/2014/02/13/draghi-la-ripresa-e-gia-finita-era-cominciata/

Chomsky: padroni dell’umanità, hanno ucciso l’Europa

Si credono i padroni dell’umanità, e purtroppo lo stanno diventando: la politica democratica ha cessato di resistere loro, spianando la strada alla dittatura incondizionata dei poteri forti, economici e finanziari, che ormai dettano le condizioni della nostra vita pubblica. Parola di Noam Chomsky, considerato il maggior linguista vivente, autore del capolavoro “Il linguaggio e la mente”.

A 86 anni, il professore statunitense dimostra una lucidità di pensiero e di visione che non lascia spazio a dubbi. Nessuna illusione: «Le nostre società stanno andando verso la plutocrazia. Questo è il neoliberismo», dice Chomsky, in Italia per il Festival delle Scienze di Roma, gennaio 2014.

Il titolo dell’ultima raccolta di testi inediti tradotti in italiano è estremamente esplicito: loro, gli oligarchi globali, signori delle multinazionali e grandi banche d’affari, sono “I padroni dell’umanità”.

«La democrazia in Italia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti, designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori», afferma Chomsky. In generale, come riporta il newsmagazine “Contropiano”, per Chomsky «le democrazie europee sono al collasso totale, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere».

Sono “finite”, le democrazie del vecchio continente – Italia, Francia, Germania, Spagna – perché le loro sorti «sono decise da burocrati e dirigenti non eletti, che stanno seduti a Bruxelles». Decide tutto la Commissione Europea, che non è tenuta a rispondere al Parlamento Europeo regolarmente eletto. Puro autoritarismo neo-feudale: «Questa rotta è la distruzione delle democrazie in Europa e le conseguenze sono dittature».

Per Chomsky, il neoliberismo che domina la dottrina tecnocratica di Bruxelles è ormai un pericolo planetario. Il fanatismo del “libero mercato” come via naturale per un’economia sana poggia su dogma bugiardo e clamorosamente smentito: senza il supporto pubblico (in termini di welfare e di emissione monetaria) nessuna economia privata può davvero svilupparsi.

Oggi il neoliberismo si configura come «un grande attacco alle popolazioni mondiali», addirittura «il più grande attacco mai avvenuto da quarant’anni a questa parte». Desolante il silenzio dell’informazione, che coinvolge gli stessi “new media”: la loro tendenza è quella di «sospingere gli utenti verso una visione del mondo più ristretta».

In modo sempre più automatico, «le persone sono attratte verso quei nuovi media che fanno eco alle loro stesse vedute», quelle cioè dei “padroni dell’umanità”.

Noi ex cittadini, ora sudditi del Trattato Transatlantico
Ttip, fuorilegge Stati e diritti: vogliono ucciderci così
Chomsky: liberarsi dagli Usa, lo Stato-canaglia impunito
Susan George: poteri occulti, la Terra è sotto scacco
Chomsky: fermate la Germania, vuole solo depredarvi

http://ningizhzidda.blogspot.it/2014/02/plutocrazia-neoliberismo.html

La Romania torna ad attirare le aziende italiane. Nel 2013 duemila in più

ma che bella cosa la libera circolazione di merci (umane comprese) e capitali tanto care alla Ue?

ma gli italiani sono choosy e non vogliono trasferirsi. Non vogliono nemmeno accondiscendere ai ricatti in salsa Electrolux, siamo troppo esigenti.
Non sarebbe più utile dirottare le volenterose risorse che a differenza degli italiani non sono pigri, verso quei lidi dove il lavoro viene CREATO? L’Italia risulta tra questi?

13 febbraio 2014 Di L’indipendenza

La Romania torna ad attirare le aziende italiane. Nel 2013 duemila in piùdi LUIGI CORTINOVIS

Ieri, leggevo di un’azienda che negli Usa ha impiegato 10 mesi per costruire una nuova azienda. In Italia aspettava da anni i permessi. Qualche giorno fa, su queste pagine, persino il premier albanese ha aperto le porte agli imprenditori del “belpaese”. Ora, porte aperte anche della Romania al business Italia. Con una crescita economica del 2,8% nel 2013, stimata dal Fmi al 2,2% nel 2014, esportazioni in aumento e un settore agricolo in piena salute, il Paese lo scorso anno ha registrato l’avvio di quasi 2000 nuove imprese italiane, un valore pari al 31% del totale delle nuove aziende a partecipazione estera. E anche per il 2014 le occasioni di investimento per le imprese nostrane gia’ presenti, circa 37mila di cui 17.883 attive con un capitale versato di circa 1,614 miliardi di euro, sono aumentate soprattutto in settori quali l’agricoltura, le infrastrutture e i trasporti, l’energia.

Opportunità, peraltro, dischiuse soprattutto dai fondi europei, dai programmi di privatizzazione, dalle prospettive di ammodernamento della rete infrastrutturale e dei trasporti, dal buon tessuto industriale ma anche dalla grande disponibilità di risorse agricole e minerarie e dal costo competitivo di manodopera del Paese. Secondo le stime del Fmi si prevede un rafforzamento della domanda interna rumena anche. Aspettative economiche che si sono trasferite già nell’aumento delle esportazioni, pari a 49,5 miliardi di euro nel 2013, +10%. Le importazioni (pari a 55,2 miliardi di euro)sono anch’esse salite dell’1% , mentre il deficit commerciale di 5,7 miliardi, e’ sceso di 3,9 miliardi rispetto al 2012.

L’Italia si conferma il principale investitore per numero di imprese registrate, il settimo per capitale investito ma soprattutto secondo partner commerciale dopo la Germania. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INS), il valore complessivo dell’interscambio con l’Italia nei primi nove mesi del 2013 e’ arrivato a 8,73 miliardi di euro, in aumento dell’1,99 % rispetto al corrispondente periodo del 2012. La Romania ha esportato verso l’Italia un valore di 4.248,4 milioni (+ 3,5% rispetto al corrispondente periodo del 2012), mentre le importazioni dall’Italia hanno raggiunto un valore di 4.488,1 milioni (+ 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2012). Complessivamente nei primi nove mesi del 2013, l’Italia ha registrato una quota sul totale dell’interscambio della Romania pari all’11,33%. Sono cresciute soprattutto le esportazioni dalla Romania di veicoli e attrezzature per il trasporto (+ 47,8%); prodotti alimentari, bevande e tabacco (+ 35,8%); pelli, cuoio, pellicce e prodotti derivati (+ 24,3%); materie plastiche, gomma e articoli derivati (201,1 milioni di euro; + 14,8%); prodotti in legno, mobili esclusi (+13,7%); calzature e simili (+ 6,9%) e animali vivi e prodotti animali (+ 5%). Mentre l’Italia ha registrato un aumento di esportazioni nel Paese di prodotti chimici (+ 23,2%); prodotti alimentari, bevande e tabacco (+ 15,5%); pelli, cuoio, pellicce e prodotti derivati (+ 7,3%); veicoli e attrezzature per il trasporto (+ 6,8%); strumenti ed apparecchi per ottica, fotografia (+6,5%) e calzature e simili +4%). Uno scambio a tutto campo che coinvolge anche il settore culturale, favorito dalla condivisione delle medesime origini latine e dalla capillare diffusione della lingua italiana nel Paese.

Il governo rumeno, non a caso, ha messo in atto da tempo una politica di promozione della cultura italiana nel Paese attraverso l’istituzione di licei bilingui, di lettori italiani presso le principali Università, di diffusioni editoriali e mediatiche in lingua italiana.

da L’indipendenza
http://www.rischiocalcolato.it/2014/02/la-romania-torna-ad-attirare-le-aziende-italiane-nel-2013-duemila-in-piu.html

La Commissione Europea ammette che l’Eurozona continuera’ ad impoverirsi sugli USA per altri 10 anni

ma tu guarda, ma non era la Germania che ci guadagnava dall’euro e Ue??????13 febbraio 2014

 
 
Eurotruffa, grazie alla collaborazione con alcuni amici della rete, ha tradotto un documento della Commissione Europea estremamente interessante che delinea un crollo progressivo dello standard di vita dell’Eurozona rispetto agli USA, in corso da meta’ anni 90, e che proseguira’ fino al 2023.
 
Per accedere al PDF clicca sul titolo:
 
  • Traduzione: Jacopo D’Alessio, Alessio Aru, Christian Dalenz, Letizia Turrisi, Aldo Scorrano, Maurizio Gustinicchi.
  • Revisione e impaginazione: Aldo Scorrano.
  • Fonte: dal sito della CE
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Eurotruffa segnala che Paolo Barnard, che ha scovato l’articolo in questione, scrive:
 
C’è un documento della Commissione Europea che dice tutto quello che c’è da dire sulle politiche economiche europee. Basterebbe quello per zittire qualsiasi dibattito TV su Eurozona sì o Eurozona no, Trattati UE sì o no. Basterebbe quello che scatenare una rivolta europea simile a una guerra civile. In sintesi la Commissione Europea, quella che ci ha imposto la catastrofe dell’euro assieme a poche elite di tecnocrati che sappiamo, sa benissimo oggi… che nel 2023… nel 2023!, l’Europa sarà crollata nello standard di vita dei cittadini, rispetto agli USA, del 40%, ovvero uno standard di vita, sempre rispetto all’America, inferiore a quello che avevamo negli anni ’60.
 

SANREMO 2014: UN MESSAGGIO NASCOSTO

Postato il Mercoledì, 12 febbraio

Fabio Fazio non è un presentatore: è un additivo. Un colorante artificiale. Rosso de sinistra per gli allocchi. Rosa socialdemocratico per quelli semi svegli. Verde dollaro per quelli svegli del tutto.

Fabio Fazio è collaudatissimo, e viene utilizzato di conseguenza. Si sa a priori quello che c’è nelle sue corde. Si sa ancora meglio quello che nelle sue corde non c’è, nemmeno per sbaglio. Quello che lui è incapace non diciamo di fare ma anche solo di immaginare, concepire, desiderare. Per dirla in termini canori, visto che incombe il Sanremo 2014 e che quest’anno gliene hanno affidato addirittura la direzione artistica (artistica, sic), la sua voce intellettuale (intellettuale, doppio sic) ha l’estensione di un’ottava scarsa. Più che cantare, canticchia. Ma siccome conosce a fondo il repertorio e ha la battuta facile – facile e, tuttavia, così controllata – nei limiti del pianobar televisivo si destreggia. Non proprio un playback, ma quasi. E quando aggiunge allo spartito una variazione, benché modesta, si guarda intorno per verificare subito se non si sia spinto troppo in là, anche se è evidente che ci ha pensato su mille volte e ponderato, con somma cura, i pro e i contro.

Il personaggio è questo. Un professionista affidabile, secondo gli standard attuali, e ormai proiettato nella dimensione del produttore di sé stesso, ossia dello spettacolo di turno da mettere in scena. Praticamente l’ideale, per i burocrati Rai perennemente a corto di idee. Se le cose vanno male, la responsabilità è di chi ha elaborato il progetto. Se invece vanno bene, o benissimo, il merito è loro, che gli hanno dato la possibilità di realizzarlo. Il cinema si rimpicciolisce nelle fiction. Il giornalismo politico nei talkshow. La musica meglio non parlarne, tra il kitsch dei “grandi successi” rispolverati in tutti i modi e i Castrocaro del Terzo Millennio a caccia di nuove (pseudo) star.   

Ed eccoci al Sanremo 2014, allora. Lunedì si è svolta la conferenza stampa di presentazione e il suddetto Fazio ha provato a volare alto. Il presupposto è che «non abbiamo fatto un cast televisivo, abbiamo scelto canzoni all’insegna della contemporaneità, che immaginiamo possano essere ascoltate e scaricate dai consumatori di musica». L’obiettivo, ambiziosetto anzichenò, è che quest’anno «il tema che farà da filo conduttore sarà quello della bellezza, sentito come necessità». Dopodiché, a conferma inoppugnabile dell’assunto, vai con gli esempi concreti: quell’urgenza estetica «sarà declinata in tutte le sue sfumature: con Franca Valeri, bella ed elegante, con Raffaella Carrà, energia della bellezza, e Letizia Casta, bellezza francese».

Ma c’è di peggio. Una frase che è caduta nel nulla e di cui, benché fosse contenuta in diverse edizioni del gr di Radio24, sembra non esserci traccia neanche in Internet. Fazio ha contrapposto l’Italia del passato, «un Paese che ha costruito quantitativamente la più grande bellezza del mondo», a quella odierna che «sta vivendo di aggressività, di contrapposizioni sempre più dure». La sua tesi, quindi, parrebbe essere che la creatività artistica sia il naturale riflesso della pace sociale, che com’è noto è così cara a Giorgio Napolitano e al resto dell’establishment. Se almeno in questo caso, però, l’orizzonte non si riduce a quello delle attrici in passerella, o del mero intrattenimento, o di una funzione soltanto decorativa e di per sé rassicurante di qualsivoglia opera visiva o letteraria o musicale, l’affermazione è totalmente infondata.   

Prendiamo il Rinascimento, ad esempio. Come sottolineò Bertrand Russell, nella sua Storia della filosofia occidentale, «Le condizioni politiche del Rinascimento favorivano lo sviluppo individuale, ma erano instabili; l’instabilità e l’individualismo erano strettamente connessi, come nell’antica Grecia. Uno stabile sistema sociale è naturalmente necessario, ma d’altra parte ogni sistema stabile fin qui realizzato ha impedito lo sviluppo di meriti eccezionali, artistici o intellettuali. Quanto sangue e quanta anarchia gli uomini sono pronti a sopportare, pur di compiere conquiste grandi come quelle del Rinascimento? Nel passato, moltissimo; nel presente, molto meno. Fino ad oggi non è stata trovata alcuna soluzione a questo problema, benché l’organizzazione sociale vada diventando sempre più progredita».

Certo: Fabio Fazio non è tenuto a conoscerlo, Bertrand Russell, e figuriamoci ad averlo letto e a ricordarsi di ciò che ha scritto. Tanto, visto che il filosofo è morto nell’ormai lontano 1970, non potrebbe invitarlo comunque in trasmissione.

Federico Zamboni
Fonte www.ilribelle.com
12.02.2014

Il Ftse Mib crede nel governo Renzi

i mandanti….

di Francesco Colamartino

I principali indici europei hanno ridotto le perdite nell’ultima parte della seduta grazie al recupero delle Borse americane (Dow Jones +0,2%, S&P +0,26%). Il Ftse Mib ha segnato un -0,17% a 20.110 punti, il Ftse 100 un -0,23%, mentre il Cac-40 ha guadagnato lo 0,17%, l’Ibex lo 0,18% e il Dax lo 0,6%.

Le aste di Btp italiani di metà mattinata non hanno avuto un grande impatto sul principale indice milanese, ma sono comunque andate molto bene sia dal punto di vista della domanda che da quello dei rendimenti.

Nel dettaglio, il Tesoro ha collocato 3,5 miliardi di euro di Btp 2016 all’1,41%, 2,5 miliardi di euro di Btp 2021 al 3,02% e 1,5 miliardi di euro di Btp 2044 al 4,59%.

Proprio per approfittare delle nuove emissioni di titoli di Stato, che offrono un rapporto rischio/rendimento molto interessante, secondo un esperto molti investitori hanno venduto i vecchi titoli di Stato detenuti in portafoglio per acquistare i nuovi. Questo ha comportato una riduzione dei prezzi e un aumento dei rendimenti. Lo spread Btp/Bund a 203 punti base non è quindi legato per l’esperto alla situazione politica italiana, anche perchè se ci fossero state reali preoccupazioni il rendimento sui titoli decennali sarebbe salito oltre il 4%.

L’ipotesi di Matteo Renzi alla guida dell’Esecutivo sembra invece molto apprezzata dal mercato. Secondo alcuni analisti, infatti, questa eventualità potrebbe comportare un’accelerazione delle riforme, anche se il rischio di attuazione delle stesse resterebbe.

Neanche i dati americani pubblicati nel pomeriggio hanno avuto un particolare impatto sui listini. Le vendite al dettaglio sono scese dello 0,4% su base mensile a gennaio, in calo rispetto al consenso degli economisti (invariato mese su mese), mentre nella settimana all’8 febbraio le richieste di sussidi di disoccupazione (dato destagionalizzato) si sono attestate a 339 mila unità, in aumento di 8 mila unità rispetto al dato confermato della settimana precedente a 331 mila unità.

Per quanto riguarda i titoli di Piazza Affari, per gli esperti di Nomura è arrivato il momento di puntare su alcune banche del sud Europa, e in particolare sugli istituti di credito portoghesi e su alcuni italiani che risultano “più economici”. Gli analisti hanno quindi alzato il rating su Banco Popolare (+4,42% a 1,419 euro) a buy da reduce e il prezzo obiettivo a 1,6 euro da 1,5 euro. Gli esperti hanno poi confermato la raccomandazione buy sia su Intesa Sanpaolo (-0,84%) che su Ubi (+0,84%). In contrasto gli altri titoli del comparto bancario: Bper ha guadagnato l’1,85%, mentre Mps ha ceduto l’1,02%, Intesa Sanpaolo lo 0,84% e Mediobanca l’1,39%.

In linea con il mercato Eni (-0,18% a 16,98 euro), che ha pubblicato conti migliori delle attese, anche se tra gli analisti resta qualche dubbio sulla guidance 2014. Il gruppo ha confermato la generosa politica di dividendo e ha anche comunicato l’importante scoperta di un giacimento in Congo.

In lieve rialzo Telecom Italia (+0,12% a 0,856 euro). Deutsche Bank ha confermato sul titolo la raccomandazione buy e il target price a 0,9 euro e dopo l’investor day di Vimpelcom gli esperti vedono il consolidamento del mercato mobile italiano più probabile, sebbene non prima del terzo o quarto trimestre. Anche il consolidamento del mercato brasiliano con la sottintesa cessione di Tim Brasil a detta degli analisti resta possibile.

In rosso invece Azimut (-1,92%), Mediolanum (-1,73%) e Yoox (-1,1%), che ha visto qualche presa di profitto dopo la buona performance dell’ultimo periodo.

Sul resto del listino si segnala Saras (+5,73% a 1,07 euro). Gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno alzato sul titolo il target price a 0,8 euro da 0,7 euro, confermando il rating reduce. Per gli esperti il rimbalzo dell’azione è dovuto alle rinnovate speculazioni sull’aumento della partecipazione di Rosneft, che ora detiene una quota del 21%.

Concordano con questa tesi anche un altro analista e un gestore.

Acquisti su Trevi (+2,34%) grazie alla notizia che la controllata Drillmec si è aggiudicata la fornitura di nuovi impianti petroliferi onshore ed offshore del valore di circa 135 milioni di dollari da Aker Solutions, Idc Iraqi Drilling Company ed Enel.

In positivo anche Prelios (+1,24%), che ha beneficiato della cessione del portafoglio residenziale tedesco Dgag.

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