ma ce lo avevano il permesso di ribellarsi dalla società politically correct? Sennò attenzione, son fascisti. A quanto pare, i loro sindacati il permesso lo han concesso ma i nostri sindacati sono all’avanguardia, ritengono lo sciopero generale una desueta forma di lotta. Sarà per questo che son secoli che non la usano
Archivi giornalieri: 23 dicembre 2013
Le catene si stringono. L`Italia nel vortice di un falso ”debito pubblico”
20 dic 2013 – di Fabrizio Fiorini –
L`Italia nel vortice di un falso ”debito pubblico” Come si chiama quel bicchiere che più lo si svuota e più si riempie? Nessuno alza la mano? Bene, ecco la risposta: è il “debito pubblico”. O almeno, così vorrebbero farci credere i governi della fame che si sono susseguiti, nel corso degli ultimi anni, all’amministrazione della colonia italica.
Quel debito pubblico sul cui altare, quotidianamente, sacrifichiamo pezzi di sovranità e in base al quale regoliamo l’agenda politica di una nazione costretta, peraltro, a dover passare sotto le forche caudine dei meccanismi di controllo (“stabilità”, la chiamano) dell’Ue. Quel debito pubblico che, a detta dei politicanti (e a rigor di logica) dovrebbe ridursi diminuendo la spesa pubblica o aumentando le entrate fiscali. I tagli alla spesa pubblica sono oramai all’ordine del giorno: la sanità pubblica è in ginocchio (è di oggi la notizia del taglio di 1500 posti letto ospedalieri nella sola regione Sicilia), nella scuola pubblica si fa fatica a garantire la mera retribuzione del personale docente e non docente. I consulenti del Fmi, cui il governo Letta ha spalancato le porte, stroncano sul nascere ogni entusiasmo di facciata del Ministero dell’economia: occorre tagliare, flessibilizzare, contenere la spesa. Se sul fronte delle dismissioni dello Stato sociale siamo oramai al bollettino di guerra, sul fronte delle imposizioni fiscali non va così meglio. Nel girone dantesco dell’arzigogolo burocratico e delle mille sigle (Tares, Tasi, Tari, Iuc), non si contano più le attività commerciali e artigianali costrette alla chiusura e i cittadini e le famiglie condannate alla disperazione o al suicidio per insolvenza. Meno spese, più entrate, vincoli di bilancio. E il debito pubblico, invece che diminuire, incrementa. In un solo mese, da settembre a ottobre, secondo i dati statistici comunicati dalla stessa Banca d’Italia, di ben 18 miliardi, toccando la irrazionale cifra di 2085 miliardi di euro. Ci sarà a Roma un maestro di algebra capace di spiegarci il perché. Ci sarà qualcuno che non penserà di risolvere il problema restituendo due milioni di euro di indennità parlamentari (lo 0,001% dell’incremento mensile della nostra situazione debitoria). Ci sarà qualcuno che ricordi che “pagare un debito di moneta con altra moneta emessa a debito è impossibile” . Occorre, sì, riprenderci il futuro, come in tanti hanno urlato in questi giorni nelle piazze: ma non sarà possibile senza riappropriarci innanzitutto della nostra moneta, spezzando definitivamente i tentacoli alla piovra bancaria. Era scritto su uno striscione oggi in piazza: “il Sole non sorge a Bruxelles”.
Fonte: Rinascita
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La scienza è in mano ad una casta… La notizia più ignorata del momento.
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poi si indignano se la gente sta con il movimento 9 dicembre
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e per qualcuno la cosa preoccupante è che il malcontento sia captato dai “cattivi” non politicamente corretti (movimento 9 dicembre) e che questi cattivi non si fidano più della bontà ed onestà intellettuale di coloro che hanno causato questo disastro
La crisi morde, ma la Cgil si rintana alla corte del Pd
mi fa piacere che la preoccupazione di Cremaschi sia quella di non lasciare la protesta ai forconi (cattivi, gente che non si fida più dei sindacati ma che maligni) e non quella di METTERE FINE AI DECENNI DI AUSTERITA’ che la gente non è più in grado di affrontare.
Insomma come capitalizzare il malcontento, NON porvi fine con un’unione di intenti. Non a caso il potere sta tranquillo con tanti servi
Crollo Storico del Credito in Italia
La Rivoluzione Silenziosa (L’altra Faccia di #9dicembre )
- 10 dicembre anticipi Irap, Irpef
- 16 dicembre IMU seconde case e immobili commerciali
- 27 dicembre anticipi IVA
- Mancanza di reddito/utili
- Opportunità di rinviare il pagamento a Gennaio per tentare di compensare, ovvero mancanza di liquidità.
- Protesta