La vittoria di Pirro degli operai che fanno causa alla Fiom

poi si indignano se la gente sta con il movimento 9 dicembre

di Stefania Carboni  – 21/12/2013 –
I lavoratori della Flexider hanno trascinato in aula il sindacato di Landini, colpevole di non aver impugnato in tempo i loro licenziamenti. Ma il tribunale ripartisce anche la minima colpa con gli ex lavoratori risarcendoli con appena 4mila euro a testa
 
 Vi ricordate gli operai della Flexider di Torino, azienda che si occupa di componentistica auto, che si sono ritovati a dover far causa al loro sindacato? Noi avevamo raccontato la loro storia qui. Come è andata a finire? Il gruppo ha fatto trascinato in aula il sindacato di Maurizio Landini e ha vinto. Fiom ora dovrà risarcire i suoi associati per «comportamento inadempiente». Peccato che però la sentenza del Tribunale di Torino è una vittoria a metà: dei circa 800 mila euro previsti per il risarcimento danni ne sono stati stabiliti solo 42 mila. Ovvero? Circa quattromila euro a testa per ogni operaio. Avrebbero consegnato anche loro in ritardo la documentazione. Una beffa, per persone che lottano nelle aule dei tribunali dal 2009, lavorano a singhiozzo o hanno già definitivamente perso il loro impiego. Tutto partì nell’estate 2009, quando, secondo la sentenza del tribunale piemontese, il sindacato non ha impugnato entro i termini il loro licenziamento.
 
 
I FATTI – L’odissea degli operai Flexider iniziò nell’agosto 2009 quando l’azienda metalmeccanica, con la chiusura di un reparto, optò per licenziamento di 25 unità. Una decisione arrivata non proprio come un fulmine a ciel sereno, dato che, dopo tanti mesi di cassa integrazione, stando a quanto raccontano gli operai stessi nell’aria circolavano già suggerimenti di “dimissioni”. In una delle ultime assembleee però Elvira Nobile della Fiom Cgil(“sbalordita” della linea adottata dal sindacato precedentemente) suggerì ai lavoratori di non licenziarsi. In caso di licenziamento si sarebbe optato per il ricorso. Arrivarono le lettere d’addio. Per i primi di gennaio 2010 le pratiche dovevano arrivare tutte all’avvocato indicato per l’impugnazione. Così non fu. Da quel momento in poi partirono i problemi. I mesi passarono tra promesse di deposito ricorsi ed assemblee fino ad inizio 2011 quando i funzionari Fiomconfermarono che alcune impugnazioni furono fatte troppo in ritardo: per quei lavoratori non ci sarebbe stato più nulla da fare. Perché? Perché i ricorsi furono impugnati oltre i 60 giorni previsti dalla legge.
 
 
 
IN AULA – Dopo la doccia fredda i licenziati trascinarono il sindacato in tribunale, sotto la tutela degli avvocati Michele Ianniello e Alessandra Beltramo. Quest’ultima, contattata da noi di Giornalettismo, ci spiegò a marzo i dettagli dell’azione legale: «Abbiamo fatto una causa ordinaria di richiesta risarcimento danni per la perdita di istanze. Imputiamo il sindacato di averci tolto la possibilità di arrivare davanti ad un giudice e verificare se il licenziamento era legittimo o meno». A legittimare la tesi dell’accusa la prova che il mandato al sindacato sia stato dato verbalmente molto prima della scadenza delle impugnazioni ai dipendenti. A provarlo, riunioni, testimoni e trascrizioni fonografiche. Dall’altra parte della barricata la Fiom, difesa dall’avvocato Alberto Manzella ha sostenuto come per 14 dipendenti già la delega al sindacato fu firmata fuori tempo massimo, rendendo di fatto impossibile presentare qualsiasi cosa.
 
I MOTIVI DEL TRIBUNALE – Ed è su questo che viaggia la decisione deltribunale di Torino. Gli operai pretendevano un risarcimento totale di 800 mila euro. Perché? Perché secondo il legale dei dipendenti Flexider altri due lavoratori, trovatisi nella medesima situazione, hanno impugnato entro i terminiottenendo di fatto il reintegro. Il tribunale piemontese però non ha dato del tutto retta alle unità licenziate riconoscendo il concorso di colpa dei lavoratori. Per questo, come riporta anche l’edizione locale della Stampa Torino, uno dei legali Iannello ha annunciato ricorsi: «Faremo ricorso in appello – ha spiegato – perché secondo noi non c’è alcuna documentazione da presentare in questi casi: è sufficiente spedire una raccomandata chiedendo l’impugnazione».
 
TRA MUTUO E NATALE – E intanto gli ex lavoratori Flexider come vivono la sentenza? «Siamo rimasti un po’ tutti quanti basiti sulla decisione – spiega Gateano Di Gennaro, uno dei dipendenti coinvolti nella vicenda – il risarcimento varia a seconda del richiedente: c’è chi ha preso 3 mila e 500, chi tremila. Il massimo rimane comunque 4 mila euro». Gli operai che saranno risarciti dalla Fiom sono 15. Altri hanno optato per un accordo col sindacato o per altre vie legali. Gaetano entra ed esce dai cancelli della fabbrica ad intermittenza, con continue proroghe: «Questa è la quinta proroga – spiega – il contratto mi scade il 30 di questo mese. Non credo me lo rinnoveranno più». Ha una figlia (“da mandare a scuola”), una moglie sotto part-time e un mutuo da pagare. «Si va a singhiozzo, si lavora due mesi quando va bene. Fortunatamente ho ottenuto la disoccupazione, anche se ho comunque difficoltà. Altrimenti non saprei come fare». Gaetano spera in un piccolo regalo di Natale: «Il rinnovo? Sarebbe un miracolo». Ora non sta più sotto alcun sindacato, così come i suoi colleghi. «C’è chi lavora come me due/tre mesi, chi è tornato a casa con i suoi. Tre di noi riusciti a trovare impiego: è difficile». Quei quattromila euro sembrano una barzelletta davanti a tutti i problemi che gli ex dipendenti devono oggi affrontare: «Non sono niente. Io non dico che 40 mila euro ti cambiano la vita, ma solo 4 mila, con un mutuo, ti lasciano comunque a terra». Ora il risarcimento finirà nelle loro tasche ma gli ex dipendenti non si arrendono: «Solo che il ricorso ci impegnerà un altro anno. Io non so come abbia calcolato il giudice». La cifra risarcitoria stabilita varrebbe come equivalente di cinque mesi senza stipendio: «Se lui riesce a campare una famiglia con 4 mila euro per cinque mesi bene. Io non so se riesco. Speravo in una sentenza giusta. Speravo di tornare a casa a Natale con una buona notizia. Io non so come farò. C’è gente che prende per cause stupide prende fior di soldi. Noi per i nostri diritti abbiamo perso soldi, stabilità ed un impiego. tutto per colpa dell’”incompetenza”».
La vittoria di Pirro degli operai che fanno causa alla Fiomultima modifica: 2013-12-23T08:33:28+01:00da davi-luciano
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