Roma ore 15. Abitare nella crisi in piazza Montecitorio

 Dopo l’iniziativa di venerdì scorso al cantiere della Nuvola di Fuksas, ieri mattina insieme all’inquilinato resistente abbiamo occupato un palazzo ex Inail in via Guidobaldo del Monte ai Parioli, vuoto da 5 anni, per riappropriarci di uno spazio pubblico, opporci alla dismissione e alla valorizzazione del patrimonio e per porre ancora una volta con forza la necessità di un blocco generalizzato degli sfratti.

Un’ora dopo polizia e carabinieri hanno sfondato il portone, trovando sul tetto centinaia di persone indisponibili ad accogliere l’”invito” ad uscire con le proprie gambe e determinate a farsi portare fuori con la forza. Una forza a cui si è contrapposta la consapevolezza di chi nella lotta riconquista diritti e dignità.

Le operazioni di sgombero sono durate più di 3 ore e al termine dell’identificazione di tutti gli uomini da parte del vicino commissariato di polizia, gli occupanti hanno rilanciato immediatamente la mobilitazione annunciando una nuova iniziativa per domani- lunedì 9 dicembre- in piazza di Montecitorio alle ore 15, durante la votazione alla Camera di un provvedimento sugli enti previdenziali. Provvedimento insufficiente e inadeguato rispetto alle necessità poste dall’inquilinato in lotta: il blocco degli sfratti, anche quelli per morosità incolpevole, delle dismissioni speculative, degli aumenti insostenibili degli affitti e il riconoscimento del diritto alla casa agli inquilini senza titolo fermando gli sgomberi.

Impegnati nel teatrino delle primarie e in nome della democrazia e della legalità, governanti e amministratori del Pd continuano a marcare la distanza dai bisogni reali di milioni di persone insistendo con un modello di sviluppo che devasta e saccheggia vite e territori attraverso privatizzazioni, cementificazioni, grandi opere e grandi eventi. Regalando affari ai fondi immobiliari, alle banche, alle lobbies amiche, alle mafie.

Alla retorica sbugiardata della legalità e alle logiche repressive contrapponiamo la legittimità delle lotte per i diritti e la dignità. Il reato è occupare uno stabile vuoto per abitarlo oppure lasciare all’abbandono migliaia di immobili per procurare affari agli amici speculatori?

No alla vendita del patrimonio pubblico. Le risorse devono essere destinate alla sola grande opera che ci interessa: casa e reddito per tutt@!

Oggi ore 15 tutt@ a Montecitorio! Riprendiamoci la città!

Roma, 10 Dicembre

Coordinamento “Abitare nella crisi”

I FORCONI ULTRAS, BATTAGLIA A TORINO

da: Il Fatto
TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO SI UNISCONO A ESTREMISTI E CANI SCIOLTI: UN ARRESTATO, 14 FERITI TRA AGENTI E CARABINIERI, SCHIERATI IN NETTA INFERIORITÀ NUMERICA. I POLIZIOTTI SI TOLGONO I CASCHI, E RICEVONO APPLAUSI

 

di Cosimo Caridi
   Torino

   Sembra nebbia, ma gli occhi bruciano. Piazza Castello, sede degli uffici del governatore Roberto Cota, è avvolta nei fumi dei lacrimogeni. É la guerra dei forconi, il movimento nato due anni fa in Sicilia dalla rabbia dei contadini e diventato simbolo dello scontento nazionale, il collante che adesso però tiene insieme ultrà, cani sciolti ed estremisti di ogni colore contro la casta, la politica, il nemico comune.    In terra, a Torino, ci sono pietre, fumogeni, mattoni, bottiglie di vetro, bulloni: le armi utilizzate dagli ultrà contro le forze dell’ordine. A fine giornata il bilancio è di 14 agenti feriti e un manifestante, Alessio Mi-rotta, 19 anni, di Avigliana, arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltre che per danneggiamento aggravato. A Torino la protesta è iniziata prima dell’alba: dalle 5:30 due presidi hanno rallentato il traffico cittadino. Due piazze sono state occupate, una a nord e una a sud della città, entrambe vicine agli svincoli autostradali. Blocchi alle stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa, con 17 corse ritardate o cancellate. In piazza Pitagora i manifestanti sono oltre 200: “Fermiamo le macchine per qualche minuto – spiega un disoccupato 30enne – giusto il tempo di spiegare le nostre ragioni”. Niente simboli di partito, solo bandiere tricolore: “Qui non ci sono né comunisti, né fascisti – dice un manifestante –. Nessuno si nasconde dietro a un Che Guevara o a una croce celtica”.    L’APPUNTAMENTO è alle 9 in piazza Castello. Gli organizzatori confermano che “sarà una giornata di disagi, ma pacifica”. Bar, edicole, alimentari: tutti rimangono con le saracinesche abbassate. Qualcuno affigge un cartello “chiuso per sciopero”, ma per molti la serrata è obbligata. “Sono passati con dei volantini – racconta un barista – e ci hanno ‘caldamente consigliato’ di rimanere chiusi”. Migliaia di persone si sparpagliano per il centro, non c’è una testa, ogni gruppo sceglie il suo obiettivo. Le due stazioni ferroviarie vengono occupate. Mentre una parte degli attivisti si ferma davanti all’Agenzia delle Entrate: un po’ di tensione, nessun contatto con le forze dell’ordine. La folla invita i poliziotti a cambiare lato dello schieramento: “Dovete stare con noi, siamo tutti nella stessa merda”. La polizia in assetto antisommossa toglie i caschi. “Erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo” sosterrà poi la questura. Dal popolo dei forconi arrivano applausi e urla di approvazione. “Il gesto merita un plauso – spiega Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia Siulp –. Togliersi il casco è un atto che per quanto simbolico dimostra che la misura è colma e che i palazzi, gli apparati e la politica sono lontani dai problemi reali dei cittadini”. Beppe Grillo sul suo blog: “Sono i gesti di cui abbiamo bisogno. Le forze dell’ordine provengono dal popolo”.    Poco dopo mezzogiorno i vari gruppi convergono su Piazza Castello. La sproporzione delle forze in campo è evidente: sei mezzi di carabinieri e polizia devono difendere la sede della Regione da migliaia di ‘arrabbiati’. Arrivano in piazza anche gli ultrà di Juventus e Torino. Prima qualche coro da stadio, ma ben presto parte la prima sassaiola.

Scontri in Piazza Castello, a Torino LaPresse

Blocco totale a Barletta!

BARLETTA – Prosegue senza sosta con disagio per gli automobilisti nella zona di Barletta la protesta dei Forconi che questa mattina hanno bloccato la zona industriale su via Trani e la litoranea di Levante: le due principali arterie sono interdette al traffico.

Ai manifestanti si sono unite anche alcune centinaia di studenti. Presidi sono presenti nei pressi del castello svevo e a ridosso del porto. Ancora disagi ma in attenuazione nelle altre province e in particolare lungo la statale 16 a Bari e nel foggiano.

10 Dicembre

http://www.giornaledipuglia.com/2013/12/forconi-blocchi-barletta.html

NOVE DICEMBRE: IMPORTANTE COMUNICAZIONE

Posted By Redazione On 9 dicembre 2013
 
 
LE MANIFESTAZIONI E I PRESIDI CONTINUERANNO ANCHE NELLA GIORNATA DI DOMANI.
 
PER INFO. SU EVENTUALI SPOSTAMENTI, TENETEVI IN CONTATTO CON I REFERENTI TERRITORIALI O CON IL GRUPPO DELLA VOSTRA CITTA’!
 
 
 
 
 
 
 
 
CHI SIAMO
 
La protesta del 09 dicembre 2013 è una mobilitazione del popolo. L’obiettivo è mandar via la classe politica attuale con presidi a oltranza.
 

Forconi Torino dopo lo sciopero la protesta continua. Occupazioni e presidi in tutta Italia

Nuovo presidio di protesta in piazza Castello, a Torino, di fronte agli uffici della giunta regionale del Piemonte, dove ieri si sono registrati gli scontri più accesi tra manifestanti e forze dell’ordine. Alcune centinaia di persone, in prevalenza studenti, si sono radunati nella piazza cantando l’inno nazionale e sventolando tricolori. Chiuso a scopo precauzionale il tratto della centrale via Roma tra la stessa piazza Castello e piazza San Carlo. Le forze dell’ordine sono schierate ma, al momento, la situazione sembra tranquilla.

Manifestazioni continuano in tutta Italia, bloccata la ferrovia a Imperia, a Genova presidio permanente in piazza De Ferrari, disagi su molte autostrade e ai caselli.

Assedio alla Regione siciliana, blocchi stradali
I Forconi assediano la Regione siciliana. Un folto gruppo ha bloccato piazza Indipendenza, davanti al palazzo della presidenza. L’immobile è presidiato dalla forze dell’ordine, presenti massicciamente con uomini e mezzi. Cori e slogan contro “la politica e i politici assassini”. In tilt la circolazione stradale. Rallentamenti in via Ernesto Basile, a causa del volantinaggio dei manifestanti.

A Genova presidio permanente in piazza De Ferrari
Presidio in piazza De Ferrari a Genova da parte dei cittadini che hanno aderito al coordinamento ‘9 dicembre Genova’, nell’ambito della protesta nazionale organizzata dal movimento dei Forconi. Dopo aver paralizzato ieri la città con un lungo corteo e aver occupato per alcune ore anche i binari della ferrovia a Brignole mandando in tilt la circolazione dei treni, questa mattina i manifestanti hanno annunciato che oggi non metteranno in atto manifestazioni ma solo un presidio permanente nella piazza del centro cittadino.

Casello Modena nord, problemi alla circolazione
Alcuni manifestanti del movimento dei forconi si sono riuniti al casello Modena nord e hanno iniziato il volantinaggio. Una cinquantina di persone, nella seconda giornata di proteste, ha occupato a singhiozzo parte della carreggiata e rallentato l’ingresso in autostrada

Blocchi sulla A-4 Brescia Padova
Roseguono anche oggi le proteste del Movimento dei “forconi”. Sono decine i manifestanti che stanno causando disagi sulle principali arterie del veneto. In particolare, si registrano rallentamenti al casello di soave nel veronese sull’autostrada a4 (brescia-padova) dove è stato chiuso il casello.
Altri punti di raccordo delle proteste sono al casello di montecchio maggiore (vicenza). Disagi anche sulla mestre-belluno e sulla pontebbana e a treviso sud.

A Imperia occupati i binari della stazione
Alcune decine di manifestanti poco dopo le 11 hanno occupato i binari della stazione di Oneglia-Imperia, bloccando il traffico ferroviario. La linea internazionale Genova-Ventimiglia è interrotta, come accaduto anche ieri pomeriggio.

http://www.huffingtonpost.it/2013/12/10/forconi-torino-protesta-_n_4417234.html?utm_hp_ref=italy&ir=Italy#3_blocchi-sulla-a4-brescia-padova

Trasporto Unito soddisfatto primo giorno fermo

Lunedì 09 Dicembre 2013 21:31

Alle ore 20:00 del primo giorno di proteste, l’associazione degli autotrasportatori che coordina il fermo traccia un bilancio “sicuramente positivo”, ribadendo che la circolazione dei veicoli industriali nella Penisola è stata “scarsa”. I presidi continueranno nella notte.

La nota di TrasportoUnito precisa che “Alcuni dei punti autorizzati, per disposizioni delle Prefetture e Questure, in queste ore hanno dovuto diminuire l’attività per motivi di sicurezza, altri invece hanno iniziato in queste ore, ma tutto si svolge nel rispetto delle regole senza blocchi e distribuendo solamente volantini”. I concentramenti avvengono “con serenità e massima collaborazione delle forze dell’ordine” e proseguiranno anche durante la notte.

A tale proposito, l’associazione raccomanda ai manifestanti “Di essere vigili e prudenti nel rispetto del Codice di Autoregolamentazione dell’Esercizio dello Sciopero nel Settore dell’Autotrasporto valutato idoneo dalla Commissione di Garanzia Scioperi, e attenersi alle disposizioni prescritte dalle Prefetture e dalle Questure”. TrasportoUnito precisa che la segreteria nazionale sarà attiva anche nelle ore notturne e aggiorna l’elenco dei punti di concentramento, aggiornato alle ore 20:00 di lunedì 9 dicembre:

Padova ( rotatoria SS.16 per Este ); Padova ( Uscita A13 Boara ); Padova ( Zona industriale ); Padova ( Uscita ovest ); Bergamo ( casello autostrada ); Milano ( Tangenziale ); Brescia ( M O F ); Brescia ( Cementeria Rezzato ), Brescia ( Uscita ovest ); Pavia ( Raffineria di Sanalzano ); Alessandria ( casello Novi Ligure – Serravalle ); Alessandria ( Rivalta Scrivia ); Alessandria ( Casello Tortona ); Asti ( casello uscita est ); Torino ( Orbassanno Grugliasco ); Torino ( Interporto ); Genova ( Porto tutti i varchi ); Genova ( casello Bolzaneto ); La Spezia ( Porto ); Cairo Montenotte ( SS. extra urbana ); Firenze ( casello Scandici ); Valdichiana ( casello uscita ); Arezzo ( casello uscita ); Livorno ( casello uscita ); Pontedera ( casello uscita ); Viareggio ( casello uscita ); Versilia ( casello uscita ); La Spezia ( casello uscita ); Danto Stefano ( casello uscita ); Barberino ( casello uscita ); San Benedetto ( casello uscita ); Porto S. Elpidio ( casello uscita ); Civitanova ( casello uscita ); Ancona ( casello uscita ); Pescara ( casello autostradale ); Orte ( uscita casello ); Roma ( uscita Fiano Romano ); Latina ( S.S. Pontina ); Frosinone ( casello uscita ); Anagni ( casello uscita ); Ferentino ( casello uscita ); Ceprano ( casello uscita );Teramo; Benevento ( casello Paolise ); Sarno ( casello uscita ); Nocera Pagani ( casello uscita ); Nocera Pagani ( casello uscita ); Battipaglia ( casello uscita ); Eboli ( casello uscita ); Sicignano ( casello uscita ); Padula ( casello uscita ); S. Severino ( casello uscita ); Salerno ( Porto ); Salerno ( Raccordo SA – RC ); Brindisi ( San Vito ), Brindisi ( terminal porto ); Taranto ( Raffineria ); Lecce; Polignano ( Complanare Polignano Monopoli ); Andria / Barletta; Foggia; Potenza ( raccordo autostradale ), Lamezia Terme ( S.S.280 svincolo autostradale ); Rosarno ( casello uscita ); S. Onofrio ( casello uscita ); Olbia ( Porto ); Sassari; Cagliari ( Porto ); Oristano; S.S. 131; Catania ( vari posti in città e provincia); Palermo ( varie posti in città e provincia ); Castelvetrano; Siracusa; Agrigento ( vari posti in provincia ); Trapani ( vari posti in provincia).

http://www.trasportoeuropa.it/index.php/component/content/article/51-notizie-camion/9882-trasportounito-soddisfatto-primo-giorno-fermo-autotrasporto

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Comunicazioni

Inizia il secondo giorno di sciopero, e nella notte non sono pervenute notizie di rilievo, tranne lo spostamento di alcuni punti di volantinaggio in zone più sicure per i partecipanti e la comunicazione di nuove iniziative per la giornata di oggi. Ieri sera, alcune emittenti televisive nazionali e locali, hanno prestato attenzione allo sciopero dell’autotrasporto e anche oggi sono previsti nuovi appuntamenti. Il primo alle 08,00 su RAI 3, ciò da la possibilità ai partecipanti, di chiarire la posizione di quella parte dell’autotrasporto, che sicuramente non è minoritaria come sostenuto da Rappresentanti del Governo e di qualche Associazione , che ha deciso di fermarsi e che oggi continua a manifestare, nel rispetto delle regole senza blocchi e distribuendo volantini,

Tutto si è svolto e si sta svolgendo con serenità e massima collaborazione delle forze dell’ordine, che ringraziamo.

Ricordiamo sempre ai Colleghi di essere vigili e prudenti nel rispetto del Codice di Autoregolamentazione dell’Esercizio dello Sciopero nel Settore dell’Autotrasporto valutato idoneo dalla Commissione di Garanzia Scioperi, e attenersi alle disposizioni prescritte dalle Prefetture e dalle Questure.

LO SCIOPERO CONTINUA, VERRANNO COMUNICATE NEL CORSO DELLA GIORNATA LE INIZIATIVE CHE LOCALMENTE SARANNO ATTIVATE.

Per ogni necessità contattare la Segreteria Nazionale, attiva anche nelle ore notturne.

10 Dicembre

TrasportoUnito

Liguria, Bloccata la A10 a Imperia

A Genova un centinaio di studenti raggiunge il presidio di piazza De Ferrari, per decidere nuove azioni. Nel capoluogo del ponente un gruppo di manifestanti ha fermato il traffico allo svincolo di Imperia Est. A Savona sgomberato il presidio

Seconda giornata di blocchi stradali a Imperia nell’ambito delle cosiddetta protesta dei forconi contro la classe politica attuale: dalle 8.25 circa un gruppo di manifestanti ha bloccato l’accesso allo svincolo di Imperia Est dell’Autostrada dei Fiori, così come già avvenuto nel primo pomeriggio di ieri. Blocchi si segnalano anche in vari punti della città ligure. Prevalente la presenza di studenti liceali.

A Savona è stato sgomberato il presidio sulla via Aurelia, nei pressi della Torretta: le forze dell’ordine, questa mattina all’alba, sono intervenute facendo allontanare i manifestanti che bloccavano il traffico. “La manifestazione ha trasceso i limiti della libertà di protesta – ha detto il prefetto savonese, Gerardina Basilicata – interferendo con la vita dei cittadini. durata troppo a lungo e ha avuto forme intollerabili”.

A Genova, infine, un centinaio di studenti ha raggiunto la tenda-presidio di Piazza De Ferrari per decidere nuove manifestazioni, dopo quelle che ieri hanno bloccato sia la stazione ferroviaria di Brignole che la Sopraelevata e alcuni punti cruciali del traffico cittadino. Tra l’altro si attende a Genova la protesta dei lavoratori della Bombardier di Vado Ligure, che sono attesi davanti al consiglio regionale in via Fieschi.

http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/12/10/news/liguria_riparte_la_protesta_bloccata_la_a10_a_imperia-73195871/?ref=HREC1-3

Forconi, replay di una protesta – Mercati deserti, piazza Statuto in tilt

La seconda giornata di manifestazioni organizzata dal movimento 9 dicembre è cominciata con i blocchi in piazza Derna e Pitagora. Presidi anche ad Avigliana, Pinerolo e Collegno. Fassino: “Inaccettabile”

Lo sciopero dei forconi concede il bis. Sarà un’altra giornata nel segno della protesta, con disagi e tensione. La giornata è cominciata con la conferma dei due presidi in città, il primo in piazza Pitagora, il secondo in piazza Derna. In questo momento piazza Statuto è congestionata: gli accessi di corso Inghilterra e via Cibrario sono bloccati da alcuni gruppetti di manifestanti che hanno mandato il traffico in tilt. Gli automobilisti sono in coda, gli autobus della Gtt fermi con le quattro frecce. Un paio di bandiere italiane vengono sventolate. I vigili stanno cercando di mantenere sotto controllo la situazione che al momento è pacifica.

Ma il segnale letto con maggior inquietudine, quello che potrebbe far pensare a un replay della giornata di ieri, è la protesta degli ambulanti: anche oggi i mercati di Torino rimarranno chiusi. Dalle 3.30 circa 200 persone stanno creando dei problemi all’uscita dei mezzi dal Centro agro alimentare di Torino (Caat). C’è la speranza che riaprano almeno i negozi dopo la giornata di ieri in stile day after dove anche in centro città era assai difficile prendere un caffè o mangiare un panino. Ma intanto si sono avute tensioni al mercato di Grugliasco di via Echirolles dove un gruppo di ambulanti ha tentato di impedire ai colleghi di piazzare i banchi. Tra i due gruppi non c’è stata violenza ma tesi battibecchi. Alla fine una quindicina di banchi è riuscita, sotto la supervisione della polizia municipale, a prendere posizione mentre alcuni hanno preferito andarsene.

Disagi si annunciano anche in val di Susa, ad Avigliana, dove gli organizzatori de “L’Italia si ferma” hanno istituito un altro posto di blocco, con mezzi pesanti e trattori. Rallentamenti sono segnalati anche al presidio di Pinerolo. Un altro presidio è stato organizzato allo svincolo della tangenziale tra Collegno e Pianezza; dalle 7.30 alle 9 i manifestanti hanno bloccato la rotonda vicino all’Ikea distribuendo volantini tra i mezzi in coda e rallentando il traffico. Ora il presidio si è concentrato solo in direzione di Torino. Altre manifestazioni sono in corso sulla circonvallazione di Pinerolo.

Un’altra promessa di una giornata difficile mentre gli investigatori proseguono l’esame dei filmati degli scontri di ieri per arrivare a identificare gli autori dell’attacco alle forze dell’ordine. Si annunciano arresti e denunce.

“Si stanno danneggiando i cittadini ed è una cosa inaccettabile”. Lo ha detto il sindaco Piero Fassino, intervenendo a “Radio anch’io” sulla protesta dei forconi. “Le ragioni della protesta – ha aggiunto – spariscono di fronte a questa cosa”.

10 Dicembre

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/12/10/news/forconi_replay_di_una_protesta_anche_oggi_mercati_deserti-73187929/

Forconi e Poliziotti

Non so se sia vera oppure se è una bufala come è stato scritto la notizia dei poliziotti che ieri a Torino quasi alla fine di una durissima giornata di scontro con i forconi si sono tolti il casco in segno di distensione e di rispetto. Qualcuno ha voluto parlare di condivisione delle ragioni degli scioperanti, ma questa interpretazione viene rifiutata dai poliziotti che certamente hanno una funzione di mantenimento di ordine pubblico che però il Potere e cioè il Ministero degli Interni tende a caricare di un significato intimidatorio aggressivo e violento.
I poliziotti, anche se non sono lo Stato che rappresentano, hanno compiuto l’unico gesto ragionevole e sensato che lo Stato potesse compiere nella ottusa giornata di ieri con una stampa scatenata da un lato alla ricerca dell’incidente e della violenza nei cortei e dall’altro a stare in ginocchio davanti al grande successo di Renzi definito un evento storico destinato a cambiare l’Italia.
L’atteggiamento del Governo, dei partiti, del Parlamento, dei sindacati, del Presidente della Repubblica che si preoccupa molto del suo beniamino a Palazzo Chigi ma non di quello che sta accadendo nel profondo del Paese, è di fastidio di indifferenza spesso di ostilità. La cosidetta sinistra diffida di un movimento fatto di piccoli agricoltori, artigiani, autotrasportatori, commercianti insomma del cosidetto ceto medio produttivo e non si rende conto che questo attira forze dai cassintegrati , disoccupati, pensionati cioè dalla grande disperazione sociale in cui sta sprofondando il Paese.

Forconi che sono stati sfortunati dalla coincidenza della loro protesta con la giornata della incoronazione del reuccio, del nuovo caudillo che si aggiunge a Berlusconi per poi sostituirlo. L’Italia incivile antidemocratica di “uno solo al comando” che si è riunita nei gazebo ed ha dato vita ad un plebiscitarismo che è tanto piaciuto ai post-comunisti che sono diventati anche post-democratici e che agognano e sbavano per essere soggiogati da qualcuno con uno staffile in mano ma dotato di fenomenali attributi priapei veri o soltanto immaginati.

I poveri forconi, demonizzati soprattutto dalla “sinistra”, corrono il rischio di vedere morire la loro protesta. Proprio come l’altra volta. Il potere volta la faccia dall’altra parte ed i suoi ruffiani nei massmedia si occupano di altro oppure li criminalizzano.
Per loro non c’è speranza. Equitalia continuerà a sequestrare le loro proprietà per svenderle agli amici degli amici. Molti di loro sono destinati a finire sotto i ponti. Il ceto medio produtttivo spina dorsale assieme ai lavoratori dell’Italia prospera e felice degli anni settanta deve cedere il passo alla economia corsara dei Tir che riempiono i magazzini dei commercianti di prosciutti fasulli. Il made in Italy che dava da mangiare a milioni di persone ed aveva creato una prospera benestante piccola e media industria se c’è ancora è manipolato e gestito dai tedeschi o dagli olandesi.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=184825#184825

Renziana, la squadraccia digitale che fa parlare di sé

La presa del potere di Matteo Renzi, eletto alla segreteria del Pd, nei sempre più rari sottoboschi della politica viene definita come il trionfo di un ex Dc in un partito sostanzialmente egemonizzato dagli ex Pci. Certo, l’appartenenza di Renzi ai giovani popolari, ultima stagione democristiana, è innegabile. Come il fatto che Renzi abbia conteso ad Angelino Alfano, quando si dice il destino, proprio la segreteria nazionale dei giovani popolari nei primi anni ’90. Eppure, proprio se si guarda a Firenze, Renzi non fa parte della tradizione Dc dei La Pira o del cattolicesimo popolare che ha prodotto, oltre a livelli oggi inimmaginabili di clientelismo, quadri intellettuali e politici attenti alle dinamiche di equilibrio sociale. Certo il milieu politico dal quale nasce Renzi – basta guardare al padre che è punto di incrocio tra politica, comunicazione e mattone – è abbastanza chiaro. Ma, dal punto di vista culturale, Renzi è un’anomalia. Nel nuovo segretario del Pd c’è piuttosto una rielaborazione, grazie alla cultura neotelevisiva e dietro modi che si vogliono simpatici, dell’arroganza dello squadrismo fiorentino. Quello della “Disperata”, che si scagliava contro i lavoratori del capoluogo della regione. Allora usando il manganello come procedura, mentre oggi, sempre contro i lavoratori, usando la procedura, di privatizzazione, come un manganello. Oggetto appena rinfoderato, come è accaduto per la vicenda Ataf, per non trovare sugli stessi schermi nazionali sia la notizia dell’incoronazione di Renzi che lo sciopero a causa delle politiche del lavoro promosse dal sindaco di Firenze. Politiche che, come al solito, la Cgil farà finta di non vedere ma che per essere promosse, tagliando salari e diritti, hanno proprio bisogno della spinta di un’arroganza di fondo nei confronti dei lavoratori che non si trovava nemmeno nella Dc di Scelba. Democrazia Cristiana che, se qualcuno non lo sapesse, i lavoratori li caricava non appena mettevano il naso in piazza. Ma qui più che contenere le folle, secondo le rigide leggi della deflazione salariale imposte dal patto di stabilità e dalle esigenze del mondo della moneta, c’è proprio bisogno di attaccare i residui diritti del lavoro.

Allora la Renziana, squadraccia di creativi digitali, ecco che ti mette in campo il set di Matteo che lodava Marchionne ieri come un piano per il lavoro oggi che, in quanto a salario reale, è qualcosa che erogherebbe più salario solo rispetto ad un rastrellamento per spedire la gente in un campo di lavoro. Diverse radici culturali della Renziana sono quindi maggiormente rintracciabili in riviste futuriste fiorentine degli anni ’10 del ‘900 come Lacerba, che diventò interventista, che per la demolizione del cascame culturale italiano promuoveva “genio”, “cinismo” e “la vittoria dell’uomo creatore”. Naturalmente oggi tutto questo è riletto secondo i canoni del politicamente corretto, l’estetica Apple e il gergo da bar dove si fa l’aperitivo giusto, ma l’anima culturale della Renziana è quella. D’altronde attaccare il lavoro, e i lavoratori, i cui diritti sono definiti privilegi, richiede un’anima che si vuole energetica, cinica e creatrice del nuovo. Introvabile nella vecchia cultura Dc toscana, rintracciabile in questi archetipi sempre attivi della cultura italiana contemporanea, comunicabile grazie a spin-doctor nemmeno tanto superlativi. Vi è quindi il momento il cui la Renziana si fa, necessariamente, Orwelliana. È quello in cui le politiche promosse dal sindaco di Firenze, antisociali e contro i lavoratori, vengono codificate “di sinistra”. Tutto ciò che fa privatizzazione (che diviene sfacciatamente qualcosa di assimilabile al bene comune perché “abbatte il deficit”), taglio dei salari (almeno 200 euro al mese nei trasporti fiorentini, tutta roba di sinistra perché “abbatte i privilegi”) riduzione dei servizi (venduta come “razionalizzazione”, niente di più progressista del razionale). Mentre a destra ci sono i “conservatori”: quelli che vogliono mantenere un livello di vita decente e dignitoso e che si ostiano a rivendicare la “rigidità” dei diritti”. La Renziana, assieme alla sottosquadraccia Orwelliana, non ha inventato molto di nuovo. Ha però adattato al format della promozione delle politiche dei Chicago Boysad un elettorato, quello di centrosinistra, che prima di essere ridotto a comunicare politicamente quasi solo su Facebook e col telecomando di Sky Active contro tutte queste politiche, definite da Renzi “di sinistra”, ci scendeva in piazza fino a non molti anni fa.

E qui fa effetto il segreto industriale della Renziana, il lato buono del marketing della squadraccia fiorentina. Quello del rivolgersi “alle mamme”, di parlare “delle nostre scuole”, che sarebbero ferocemente privatizzate da Renzi, e “del nostro welfare”, pronto ad essere cannibalizzato dai consiglieri economici superliberisti della Renziana. E si vede anche che il renzismo, sottoprodotto patinato ma aggressivo dell’autoritarismo, rappresenta la bancarotta mentale dell’elettorato di centrosinistra impaurito dalla crisi che, attratto da parole confortevoli, si getta per l’ultima volta, forse l’estrema, proprio nelle braccia del liquidatore dei beni che sostiene di voler tutelare. Naturalmente ci sarà chi guadagnerà, e molto, da tutta questa operazione. Ma non per chi si è convinto di andare a votare in nome dei propri figli o delle proprie scuole. Infatti se Pci e Dc erano, in modi molto diversi, rappresentanti diretti di interessi sociali, il Pd direttamente rappresenta solo interessi di ceto. Quello scosso dalla voragine bancaria, quello che deve muovere indici di borsa, quello che deve aprire a “investitori esteri”, che ribassano il salario. Tutta gente alla quale stanno strette le decisioni del parlamento, che infatti vuol dimezzare, figuriamoci i diritti.

In Cile, per implementare le politiche alla Renzi, c’è stato bisogno dei carri armati, qui bastano le primarie. Certo dopo Prodi, Berlusconi e Monti, il sindaco di Firenze trova il lavoro molto avviato. E una governance europea pronta a supportarlo. Ma la strada da fare è irta di ostacoli e pericoli. Ce ne saranno ancora di più se passerà la consapevolezza che, contro una destra di questo genere, un antifascismo di tipo nuovo sa essere un valido argine. Ci vada pure il Renzi dall’Anpi a fare la comparsata, secondo il copione stabilito dalla Renziana. Assomiglia a quel Franjo Tudman che, dopo aver portato la Croazia a destra, rispettava formalmente qualche vestigia della lotta partigiana. Un antifascismo di tipo nuovo, intelligente e capace di capire il mondo digitale, sa come leggere i comportamenti della Renziana. Intanto, per gradire, un fascista vero a Livorno si è presentato a un seggio del Pd per votare alle primarie. È stato accolto, non c’è alcun regolamento che vieti ai fascisti di inquinare le primarie di un partito democratico (sic), ha aderito al programma Pd ed ha votato Renzi. In attesa che si capisca la portata potenzialmente devastante, plebiscitaria e antidemocratica, della Renziana, ecco un camerata vero che rompe gli indugi. Non resterà solo, non c’è da dubitarne.

Fonte: www.senzasoste.it
9.12.2013