I FORCONI ULTRAS, BATTAGLIA A TORINO

da: Il Fatto
TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO SI UNISCONO A ESTREMISTI E CANI SCIOLTI: UN ARRESTATO, 14 FERITI TRA AGENTI E CARABINIERI, SCHIERATI IN NETTA INFERIORITÀ NUMERICA. I POLIZIOTTI SI TOLGONO I CASCHI, E RICEVONO APPLAUSI

 

di Cosimo Caridi
   Torino

   Sembra nebbia, ma gli occhi bruciano. Piazza Castello, sede degli uffici del governatore Roberto Cota, è avvolta nei fumi dei lacrimogeni. É la guerra dei forconi, il movimento nato due anni fa in Sicilia dalla rabbia dei contadini e diventato simbolo dello scontento nazionale, il collante che adesso però tiene insieme ultrà, cani sciolti ed estremisti di ogni colore contro la casta, la politica, il nemico comune.    In terra, a Torino, ci sono pietre, fumogeni, mattoni, bottiglie di vetro, bulloni: le armi utilizzate dagli ultrà contro le forze dell’ordine. A fine giornata il bilancio è di 14 agenti feriti e un manifestante, Alessio Mi-rotta, 19 anni, di Avigliana, arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltre che per danneggiamento aggravato. A Torino la protesta è iniziata prima dell’alba: dalle 5:30 due presidi hanno rallentato il traffico cittadino. Due piazze sono state occupate, una a nord e una a sud della città, entrambe vicine agli svincoli autostradali. Blocchi alle stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa, con 17 corse ritardate o cancellate. In piazza Pitagora i manifestanti sono oltre 200: “Fermiamo le macchine per qualche minuto – spiega un disoccupato 30enne – giusto il tempo di spiegare le nostre ragioni”. Niente simboli di partito, solo bandiere tricolore: “Qui non ci sono né comunisti, né fascisti – dice un manifestante –. Nessuno si nasconde dietro a un Che Guevara o a una croce celtica”.    L’APPUNTAMENTO è alle 9 in piazza Castello. Gli organizzatori confermano che “sarà una giornata di disagi, ma pacifica”. Bar, edicole, alimentari: tutti rimangono con le saracinesche abbassate. Qualcuno affigge un cartello “chiuso per sciopero”, ma per molti la serrata è obbligata. “Sono passati con dei volantini – racconta un barista – e ci hanno ‘caldamente consigliato’ di rimanere chiusi”. Migliaia di persone si sparpagliano per il centro, non c’è una testa, ogni gruppo sceglie il suo obiettivo. Le due stazioni ferroviarie vengono occupate. Mentre una parte degli attivisti si ferma davanti all’Agenzia delle Entrate: un po’ di tensione, nessun contatto con le forze dell’ordine. La folla invita i poliziotti a cambiare lato dello schieramento: “Dovete stare con noi, siamo tutti nella stessa merda”. La polizia in assetto antisommossa toglie i caschi. “Erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo” sosterrà poi la questura. Dal popolo dei forconi arrivano applausi e urla di approvazione. “Il gesto merita un plauso – spiega Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia Siulp –. Togliersi il casco è un atto che per quanto simbolico dimostra che la misura è colma e che i palazzi, gli apparati e la politica sono lontani dai problemi reali dei cittadini”. Beppe Grillo sul suo blog: “Sono i gesti di cui abbiamo bisogno. Le forze dell’ordine provengono dal popolo”.    Poco dopo mezzogiorno i vari gruppi convergono su Piazza Castello. La sproporzione delle forze in campo è evidente: sei mezzi di carabinieri e polizia devono difendere la sede della Regione da migliaia di ‘arrabbiati’. Arrivano in piazza anche gli ultrà di Juventus e Torino. Prima qualche coro da stadio, ma ben presto parte la prima sassaiola.

Scontri in Piazza Castello, a Torino LaPresse

I FORCONI ULTRAS, BATTAGLIA A TORINOultima modifica: 2013-12-10T15:28:46+01:00da davi-luciano
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