Le major petrolifere controllano gli eurocrati

ma tu guarda….questi eurocrati che, ascesi al trono di Bruxelles acquistano l’aureola della santità grazie al lavorio incessante di adorazione svolto dalla stampa mainstream che vuole tutto quanto sia sovrannazionale come sacro e lindo ad un livello che noi lerci italiani mai potremmo capire…Eh già, 15 MILA lobbisti delle multinazionali, finanziarie, assicurazioni, banche etc di stanza proprio a Bruxelles sono lì solo per goderli il clima..

La britannica e l’anglo-olandese, British Petroleum e Shell, fanno pressione sulla Commissione europea per ottenere favori 

Andrea Perrone

La British Petroleum e la Shell sono accusate di aver tentato di influire e ottenere favori in cambio di lauti compensi forniti ai tecnocrati di Bruxelles e ad alcune associazioni legate alle istituzioni europee. Condizione questa non troppo difficile da realizzare visti gli interessi in gioco e l’atteggiamento degli eurocrati sempre disposti a sostenere le decisioni dei poteri forti.
Un portavoce del gigante petrolifero ha però dichiarato che le attività della major britannica sono completamente trasparenti per cui la Bp non intende e non ha inteso in alcun modo fare pressioni su qualcuno, tanto meno su Bruxelles.
“Segnaliamo i nostri costi di influenza diretta e elenchiamo anche le nostre appartenenze ad associazioni come Europia, Concawe, Eurogas”, ha dichiarato il portavoce della Bp.
Ma da parte sua, da Bruxelles il gruppo ecologista e ambientalista Amici della Terra Europa (Friends of the Earth Europe), ha precisato che sia Bp che la major petrolifera anglo-olandese Shell forniscono informazioni fuorvianti al registro per la trasparenza dell’Unione europea.
Le due compagnie petrolifere hanno aumentato i loro bilanci per effettuare pressioni su Bruxelles dichiarati nel Registro di sistema dopo che gli Amici della Terra hanno presentato una denuncia al mediatore Ue ai danni della Commissione europea nel 2012. L’associazione ambientalista sottolinea che il bilancio della Shell nel registro è passato da 400.000 euro a 4.000.000 di euro nel febbraio 2012. I rappresentanti del gruppo ecologista della sede di Bruxelles hanno precisato che le multinazionali del petrolio hanno aumentato anche le loro spese di finanziamento dichiarate nel Registro di sistema, a partire dal novembre 2012.
La Bp da parte sua ha fatto notare che le associazioni di settore – come Europia, Concawe e Eurogas – sono state enumerate nel registro e riportati anche i contributi che ricevono periodicamente.
“Se riportassimo i nostri contributi inviati a loro, ci sarebbe un doppio conteggio dei costi sul registro, che darebbe una visione distorta di sforzi e finanziamenti al settore”, ha precisato il portavoce della Bp.
La major che ha sede nel Regno Unito ha dichiarato di avere cinque eurodeputati sul suo libro paga, ma in realtà ne ha otto accreditati all’Europarlamento. La Bp ha voluto sottolineare che questa discrepanza è dovuta all’incertezza delle segnalazioni ricevute sul tempo pieno e tempo parziale, precisando che i registri non sono sempre aggiornati.
Gli Amici della Terra Europa già nel 2010 avevano cercato di ottenere il permesso dalla Commissione europea di divulgare documenti che rivelavano la reale portata degli sforzi in termini economici compiuti dalla multinazionale per ottenere dei vantaggi da Bruxelles.
La Commissione europea da parte sua ha negato l’accesso pieno, affermando nel febbraio 2011 che alcune delle informazioni richieste dal gruppo erano “irrilevanti”. Tuttavia gli Amici della Terra  non si sono dati per vinti e per tutta risposta hanno presentato una denuncia ai danni dell’esecutivo comunitario al mediatore europeo Nikiforos Diamandouros.
Il mediatore dell’Unione europea si è messo subito in movimento e ha pubblicato le conclusioni della sua indagine sulla denuncia dell’associazione ambientalista.
Diamandouros ha chiesto alla Commissione di migliorare la precisione e il monitoraggio del registro per la trasparenza. “Ciò include inoltre assicurare una guida migliore per le aziende e le organizzazioni che registrano sé stesse, in modo da garantire che le informazioni fornite siano accurate”, ha sottolineato il mediatore in una dichiarazione. Infine ha aggiunto che la Commissione “aveva fatto tutto quanto in suo potere per indagare sulle denunce e che le sue conclusioni erano ragionevoli”, ma Diamandouros ha criticato l’esecutivo comunitario per non aver spiegato in primo luogo perché ha respinto le argomentazioni di imprese pronte a concedere informazioni sensibili su loro operato.
Il portavoce della Commissione Ue per gli Affari istituzionali, Antonio Gravili, ha sottolineato che la decisione si riferisce ad avvenimenti che hanno avuto luogo prima di registrare in modo trasparente quello che era stato chiesto dall’associazione ambientalista.
“Pochissimi Paesi al mondo, tra cui gli Stati membri dell’Ue, hanno dei solidi sistemi per evidenziare la trasparenza di coloro che cercano di influenzare il processo decisionale”, ha sottolineato il mediatore.
Gli Amici della Terra, da parte loro, hanno sottolineato che la sentenza dimostra che un registro Ue fondato sulla trasparenza volontaria non è credibile.
Anche l’altra major coinvolta nel tentativo di controllar Bruxelles e i suoi Soloni, ovvero la Shell è stata contattata riguardo a questa vicenda sulle pressioni agli eurocrati, ma non ha ancora risposto. Il timore è quello di dover rivelare i nomi di chi usufruisce di lauti compensi da parte delle multinazionali del petrolio per sostenere i loro interessi e dall’altra il rischio di perdere il sostegno di alcuni personaggi influenti delle varie lobby economico-finanziarie in seno alla Commissione europea e all’Europarlamento, al servizio come è noto dei grandi potentati economici e non dei popoli europei, che non possono nominare i tecnocrati di Bruxelles.

16 Luglio 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22010

Le major petrolifere controllano gli eurocratiultima modifica: 2013-07-18T08:46:00+02:00da davi-luciano
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