La massoneria crea con la mafia il suo braccio armato

ma perché indagare? Insabbiare insabbiare….

Documenti: Massoni i vertici di Cosa Nostra
Posted By Redazione On 3 luglio 2013

Fonte: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/03/03/massoni-vertici-di-cosa-nostra.html [1]

Articolo del 3 marzo 1996

PALERMO – Cosa nostra sarebbe stata fondata nel 1630 come il braccio armato della massoneria. Lo sostiene il pentito Leonardo Messina, ex uomo d’ onore di San Cataldo (Caltanissetta) che ieri è stato interrogato nell’ aula bunker di Rebibbia nel processo al commercialista Giuseppe Mandalari, massone, accusato di associazione mafiosa e ritenuto il “ragioniere” dei corleonesi. Per Messina la massoneria deriva direttamente dall’ apostolo Pietro “ed è per questo – ha affermato – che i nostri vecchi si chiamavano discepoli di Pietro; al Vaticano sanno tutta la storia e nei loro archivi ci sono documenti che spiegano tutto”. Le affermazioni del pentito sarebbero però smentite dalla “storia”, afferma il professor Massimo Ganci, docente di Storia all’ Università di Palermo e presidente della Società siciliana di storia patria. “Innanzitutto la massoneria nel 1600 non esisteva ancora e l’ organizzazione mafiosa in quanto tale è nata con l’ Unità d’ Italia. Al tempo della dominazione borbonica in Sicilia, Cosa nostra non esisteva; erano presenti bande di malviventi, briganti, che nel 1860, in coincidenza con l’ Unità di Italia, si organizzarono in maniera diversa”. Per il professor Ganci le verità storiche di Messina sarebbero pure invenzioni, “discorsi da caffè”. Il pentito ha anche dichiarato che ad uccidere il bandito Salvatore Giuliano (il 5 luglio del ‘ 50 dopo il tradimento del suo fedelissimo Salvatore Pisciotta) sarebbe stato l’ allora giovanissimo Luciano Liggio, il boss di Corleone, morto lo scorso anno in carcere. Sui rapporti tra mafia e massoneria Leonardo Messina ha ribadito che tutti i vertici di Cosa nostra erano massoni e questo rafforzava il loro potere. “Ho visto una riunione – ha affermato Messina – in un ristorante vicino Caltanissetta cui partecipavano persone vestite con grembiulini e collari; se dicessi i nomi di quelli che vi parteciparono la mia vita sarebbe in gravissimo pericolo perché erano persone che detenevano il potere a Caltanissetta”. Ha poi aggiunto che a Caltanissetta c’ era uno studio di avvocati che erano tutti massoni “cui ci rivolgevamo per intervenire e aggiustare i processi”.

a z http://www.stampalibera.com/?p=64543

Marra: Grave lutto per il popolo dei giornalisti, massoni, cocainomani e pornofili: De Vincenzo e Matera arrestati.

a certa gente piacciono i confratelli di tutte le logge, purché non siano della P2. Secondo il loro cervellino, massoneria piduista male, MASSONERIA non piduista, BUONA.
 E via a proteggere gli incappucciati affaristi-mafiosi

Posted By Redazione On 5 luglio 2013
www.signoraggio.it [1]

Il Fatto Quotidiano, per esempio, ieri (4.7.13) mi ha fatto una lunga intervista, ma poi ha pubblicato un editoriale nel quale De Vincenzo e Matera diventano anonimamente «due persone», e la vicenda viene spersonalizzata il più possibile perché, per quanto sia noto a tutti chi siano, i media seguono la logica dei numeri: se ne parli in un modo la notizia colpisce la coscienza di un certo numero di italiani, se ne parli in un altro il numero si abbassa e l’effetto è minore.

Identica posizione Dagospia, che finora non faceva altro che sbrodolarsi nelle vicenda, e tutti i grandi media.

D’altro canto il colpo è duro: ho dato una legnata in piena fronte al popolo dei massoni deviati che gestisce e controlla i media, la politica, la cultura della droga e quella della pornografia: diciamo dunque all’80% della popolazione.

Il PM Elena Guarino (non so il nome del GIP), di Salerno, ha fatto una cosa incredibile: si è messa contro quasi tutta la magistratura, l’informazione e l’opinione pubblica italiana.

Anche se devo dire che nelle settimane scorse le avevo spianato la strada con i miei documenti contro la massoneria deviata e anche pedofilo satanica che, al servizio delle dinastie bancarie, controlla il governo, la giustizia, i media, e insomma tutto, e che ha fatto dello sterminato popolo dei drogati e dei pornofili il suo esercito.
Francamente non credevo proprio potesse farcela, perché un PM può anche fare una richiesta di arresto, ma poi bisogna che sia accolta e, se il contesto che lo circonda è sfavorevole, di solito viene respinta, e inoltre il provvedimento potrebbe essere smentito successivamente.
Sennonché, il popolo degli abietti non si illuda: ormai ha comunque perso.
Io purtroppo non so nulla, ma immagino tutto: il documento sulla massoneria satanica nella Caserma Garibaldi di Caserta, la spiegazione della «gnosi per tesseramento», i documenti pubblicati in relazione a Paolo Ferraro, hanno rotto gli equilibri massonici nazionali e anche internazionali – equilibri criminali – e ora sono tutti in fuga.
È un po’ come quando finì il fascismo: come scomparvero i fascisti da un momento all’altro, ecco che ora sono scomparsi i massoni. Salvo naturalmente quelli troppo implicati, che ancora cercano di tirar calci.
Ma, parlando d’altro, il pm De Cristofaro, a Napoli, ha la singolare idea di impiantare un processo a me per diffamazione perché ho chiamato depravato quel depravato e criminale di De Vincenzo.
Ebbene, da 1 a 100, quanto doveva essere certo De Cristofaro che mai al mondo sarebbe potuto avvenire che arrestassero De Vincenzo per poter avere l’idea di raccogliere una querela di un simile figuro contro di me in un contesto giudiziario in cui non riescono a fare nemmeno un decimo di quello che dovrebbero, e soprattutto non hanno il tempo di fare nulla contro le banche?

E come mai, in virtù di che, aveva una simile certezza sulla immunità di De Vincenzo?
Perché è chiaro che se avesse mai potuto ipotizzare l’arresto di De Vincenzo non si sarebbe messo in una situazione che ora lo fa trovare con una tale mucchio di escrementi sulla scrivania da dover studiare.

Chi è insomma De Vincenzo, oltre ad essere uno che è finito in carcere per delitti come la violenza sessuale nei confronti di un incapace e la sommistrazione di droghe, e che era già da molto tempo indagato a Roma, e non so se anche altrove, per sfruttamento della prostituzione?

E perché la procura di Roma, pur di fronte alla prova pubblica dell’incapacità di Tommasi un attimo prima di girare il primo porno, rappresentata dal video delle Iene, non ha fatto nulla, quando già a fine luglio del 2012 un alto funzionario della Digos dichiarava che «In un paio di giorni li avrebbero arrestati tutti!», riferendosi innanzitutto a De Vincenzo?
Perché hanno aspettato Elena Guarino per arrestarli? Che gioco è questo? Che significa tutto ciò?
Ebbene significa quello che ho scritto in tutti i documenti che ho pubblicato a riguardo, e significa che il mostro bancariomassonicogiudiziariomediaticopolitico che alimenta la cultura della droga, della pornografia e in generale dell’abiezione, ha avuto un violento colpo.
Se ho qualche sostenitore, stia tranquillo: da ora in poi gliene infliggerò molti altri e senza dover muovere un dito.
Questa guerra, infatti, la sta combattendo l’esercito dei miei soldatini pronti a combattere senza paura e senza paga fino alla morte, data la loro qualità di fogli di carta da lire 10 stampati in fronte retro..

Ora cominceranno ad emergere anche alcuni di quelli vecchissimi, quelli di cui io non ricordo più, ma che nel frattempo sono riusciti a scovare i miei amici nei cuori stessi persino dei miei peggiori nemici..

5.7.2013

                                                   Alfonso Luigi Marra

: http://www.stampalibera.com/?p=64626

ZECCA KILLER – Primi casi di meningoencefalite anche in Italia

Posted by pjmanc on giu 26th, 2013 in 

zekkakiller

SI CHIAMA IXODES RICINUS

 

Una zecca diffusa nell’Est Europa e in Italia localizzata nel Triveneto e in molte aree rurali e urbane, e il cui morso provoca la Tick borne encephalitis, meningoencefalite.I casi ogni anno non sono molti, circa 30 (80 dal 2000 a oggi), ma spesso gravissimi, talvolta mortali, e in costante crescita, proporzionalmente all’aumento delle temperature medie che hanno reso l’attivà la zecca dall’inizio della primavera (marzo) fino all’autunno inoltrato. Proprio l’estensione del fenomeno ha spinto le autorità sanitarie europee a chiedere anche all’Italia di inserire la malattia tra quelle ‘notificabili’.Un trekking nei boschi, un’escursione in montagna, un sonnellino su un prato incolto: sono situazioni in cui è possibile fare l’incontro indesiderato. Il morso di questo animaletto può inoculare un virus della famiglia Flavivirus in grado di colpire in alcuni casi il sistema nervoso centrale, causando la meningoencefalite da zecca.

 

SI TRATTA DI UNA MALATTIA SERIA

 

in aumento in determinate zone dell’Europa Centrale e Centro-Orientale (in particolare Austria, Slovenia e Triveneto), che l’Unione Europea vuole tenere sotto controllo tramite un monitoraggio dei casi registrati in ospedale da parte dei singoli Stati membri.Esistono tre varianti del virus, quello più aggressivo è localizzato nell’Est Europa e in Russia, dove i casi gravi sono il 30-40% dei contagi. In Italia è presente invece la variante meno violenta. “La meningoencefalite è una malattia non facile da diagnosticare perché dà una sintomatologia simil-influenzale”, spiega Fabrizio Pregliasco, ricercatore al Dipartimento di Scienze biomediche all’Università degli Studi di Milano.”Una leggera febbre, mal di testa, dolori muscolari che compaiono a distanza di 7-14 giorni dal morso, cui può seguire una seconda fase con l’interessamento del sistema nervoso centrale e possibili danni permanenti o invalidanti. È una patologia che sta emergendo nell’evidenza dei numeri, ma è ancora sottostimata perché molti casi lievi non vengono registrati”.Nella seconda fase – che può arrivare anche dopo diverse settimane – la malattia si presenta con febbre molto elevata, cefalea, confusione mentale, dolore alla nuca o alla schiena, perdità di sensibilità e paralisi agli arti. Solo nell’1-2% dei casi la TBE causa la morte.

 

IL VIRUS PUO’ ESSERE DIFFUSO DA VARI TIPI DI ZECCHE

 

zecca Ixodes ricinus

ma in particolare dalle cosiddette “zecche dure” (Ixodidae), che si possono trovare in tutta Italia. Perché avvenga il contagio però la zecca deve essere infetta, cioè in grado di trasmettere il patogeno attraverso il morso.Una condizione molto rara al di fuori delle aree a rischio, anche se questo parassita ha una grande capacità di adattamento e non è raro trovarlo anche nelle aree urbane. “Inoltre non tutti i morsi di zecca provocano la malattia, anche se la zecca è infetta dal virus della TBE”, spiega Maurizio Ruscio, direttore del Dipartimento Diagnostico Strumentale dell’ospedale Sant’Antonio di San Daniele del Friuli (Udine), Centro di riferimento nazionale per la meningoencefalite da zecca con un’esperienza trentennale.”Un terzo delle persone aggredite dal’infezione non sviluppa alcun sintomo, un terzo presenta solo febbre simil-influenzale e un terzo mostra sintomi, talora anche gravi, a carico del sistema nervoso centrale o periferico”.Ma il problema non riguarda solo gli Stati Uniti e l’Europa. A causa del cambiamento climatico con inverni miti e mesi primaverili caldi anche la Russia deve far fronte a un’invasione di zecche. Il problema si sta evidenziando nelle foreste di betulle della Russia Centrale, tra cui anche Mosca (circondata da boschi) e un certo numero di regioni limitrofe, nonché nel Nord, in Siberia e nell’Estremo Oriente.

 

ospedale_maggiore_trieste

PRIMO CASO A TRIESTE DI MENINGOENCEFALITE DA ZECCA

 

La persona colpita dalla grave malattia (Tick borne encephalitis, Tbe) ha passato un ricovero al reparto di Malattie infettive dell’ospedale Maggiore. È guarita.Ma l’esordio di un caso di Tbe veicolato da una zecca con questa infezione finora confinata in Austria, Slovenia, zone montane del Tarvisiano e della Carnia, e a Trieste del tutto assente, fa scattare ulteriori allarmi dopo quelli, annuali, per la zecca infetta che causa il morbo di Lyme portando il batterio Borrelia.Le zecche “viaggiano” con gli animali selvatici e proliferano con le alte temperature, dunque sempre più da quando è cambiato il clima. La vigilanza deve durare da aprile a ottobre. E deve estendersi agli animali domestici.Nemmeno le aree urbane (per esempio la Pineta di Barcola) sono ormai immuni, anche se i medici avvertono: “Nel 95% dei casi le zecche sono del tutto innocue, solo una minima parte si infetta venendo a contatto con la fauna selvatica”.Un altro paziente, residente a Nuoro, dopo i primi esami è stato ricoverato nel reparto Malattie infettive ma da ieri mattina, dopo un arresto cardiaco, è stato trasferito in Rianimazione. Avrebbe contratto l’infezione almeno due settimane fa, ma i sintomi, molto simili a quelli di un’influenza, non avevano insospettito né lui né i familiari.

 

IL FORTE DOLORE AL PETTO E IL BATTITO CARDIACO IRREGOLARE HANNO ALLARMATO SUBITO I MEDICI

 

che valutati anche gli altri sintomi, hanno subito provveduto a fare una diagnosi di sospetta puntura di zecca. Ieri mattina il paziente è stato sottoposto a una Tac, ma proprio durante l’esame si è verificato il blocco cardiaco. Dopo il primo intervento, l’immediato trasferimento in Rianimazione.Ci sono dei suggerimenti pratici per chi vive nelle zone a rischio o le frequenta saltuariamente: tenere ben puliti e falciati prati e giardini, controllare con regolarità cani e gatti che vivono in casa praticando trattamenti anti-zecche, in caso di escursioni indossare un abbigliamento il più possibile coprente eventualmente spruzzando repellenti sugli abiti (per esempio, permetrina o DEET), non sedersi mai nell’erba alta o vicino a cespugli, scuotere gli abiti e ispezionare le parti del corpo scoperte.Al termine della passeggiata è bene farsi una doccia e controllare tutto il corpo per individuare l’eventuale zecca: due persone su tre infatti non si rendono conto di essere state morse, a causa delle sostanze anestetizzanti presenti nella saliva del parassita.

 

Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio

I postumi del Vertice Ecofin e i sudditi dei padroni Anglo-Cinesi

Sabato, Luglio 6th/ 2013
Roma: 8 miliardi di elemosina agli schiavi Italiani mentre altri fiori all’occhiello del Made in Italy
volano in Cina
Lisbona: a milioni nelle piazze contro l’eurosistema

Italia-Ecofin – 8 Miliardi di Elemosine per Condannati                               

Bruxelles – La scorsa settimana, come detto (vedi articolo in allegato) i ministri dei 27 paesi membri Ue si sono incontrati per definire il piano di bilancio dell’Eurozona per il periodo 2014-2020. Il vertice, conclusosi a notte fonda, ha determinato nuovi importanti cambiamenti ma il mondo mediatico, al solito, ha trattato, come visto, solo una piccola ed esigua parte delle decisioni prese. I principali mezzi d’informazione europei, infatti, hanno posto il focus su questioni minoritarie e di propaganda, come gli 8 miliardi di euro stanziati per l’occupazione giovanile. In realtà questa somma, ridicola se si prendono in considerazione le enormi lacune del mondo del lavoro di oggi, non può in alcun modo essere interpretata come un segnale di ripresa. Occorrerebbe a questo punto far ripartire le piccole e medie imprese, le sole capaci di far nascere nuovi salari e nuovi contratti per la manodopera dei paesi membri come ha tenuto a sottolineare il premier finlandese Jyrki Katainen: “Il fattore fondamentale è come gli stati europei aumentino la propria competititvità e creino posti di lavoro duraturi”. Ma ciò solo spezzando le catene della moneta debito. La notizia dello stanziamento, tuttavia, è stata sbandierata al mondo come un’ondata innovatrice, capace di risollevare le sorti del Vecchio Continente e dell’Italia. Lo stesso Enrico Letta ha voluto sottolineare l’importanza di questa iniziativa, riempiendosi la bocca di termini cari all’opinione pubblica quali lavoro, gioventù e “motore della ripresa” del Paese.

Vertice Ecofin – Al Netto della propaganda                                                       

Intanto, dietro queste iniziative di facciata, i ministri europei hanno di fatto deciso altri importanti punti protesi a segnare in maniera pressocchè irreversibile – tranne sussulti popolari, da più parti invocati – le sorti delle popolazioni dela colonia USA chiamata Europa. Una colonia a vocazione israelo-statunitense soggiogata dal mondo mediatico e dagli stessi politicanti posizionati nei punti cardine. Ma la vera novità, dunque, è stata un’altra: l’Inghilterra di Cameron ha ottenuto un’importante sconto sulle tassazioni, assicurandosi la propria stabilità monetaria per gli anni futuri. E ciò, malgrado siano stati proprio gli istituti bancari britannici e le loro speculazioni – accanto a signoraggio rubato ed alla moneta unica – a contribuire a trascinare l’Europa verso il collasso.

I Sudditi di Westminster                                                                                           

La City of London, dunque, continua a pretendere, con successo, di mantenere i propri privilegi, lasciando interessi passivi e more sulle spalle degli schiavi obbedienti dei paesi minori (Pigs), veri e propri sudditi di Westminster.  E , come vedremo, non solo. Frattanto, come arcinoto, le sanguinose politiche d’austerity continuano a falciare nel silenzio più assoluto la cosiddetta classe media e il proletariato spagnolo, greco, portoghese ed italiano – e non solo – sebbene i nostri politicanti, asserviti al governo centrale BCE, si ostinino a propinare le proprie certezze sulla ripresa, seguendo i diktat della Troika. vedi ultime pressioni dell’FMI della signora Lagarde. E sebbene lo studente stanunitense Thomas Herndon (vedi allegato) abbia dimostrato la completta infondatezza delle tesi pro-austerity, gettando nel ridicolo l’intera casta Usa ed UE.

Intanto a Lisbona…                                                                                                    

Intanto, negli ultimi giorni sussulti notevoli si sono registrati in Portogallo, dove – nel complesso – oltre cinque milioni di cittadini si sono riversati sulle strade di Lisbona, manifestando contro l’eurosistema, modello chiaramente destinato prima o poi a fallire. O meglio, magari al fallimento pilotato, con una moneta unica europea (l’euro) presto presumbilmente rimpiazzata da una moneta unica mondiale: vero obiettivo del New World Order (vedi articoli in allegato). Questo – ovviamente – mentre altre decine di migliaia di posti di lavoro nelle ultime settimane sono andate in fumo e centinaia di aziende sono state svendute – e lo sono ogni settimana – ad Americani, Tedeschi e, soprattutto, Cinesi.

e nell’ex Giardino d’Europa…  trasformato in deserto cinese                     

Aziende fiore all’occhiello del Vecchio Continente e – come tristemente noto – dell’Italia. Vedi ad esempio alcuni degli ultimi casi: Chianti, Fiorucci, Orzo Bimbo, Gancia e Riso Scotti. Ma purtroppo, a quanto pare, non sono queste le notizie degne d’essere trattate dai principali quotidiani e network europei. La disperazione e la rassegnazione dei popoli del Sud Europa, ridotti in cenere, inoltre, sembrano minacciare la stabilità dei paesi vicini, attaccati come foglie d’autunno al loro rametto di false speranze. Forse ora anche gli ultimi Italiani illusi dal bipolarismo partitico e dalle false bagarre politiche – alimentate dai giornali di regime, da destra a sinistra, al centro e create ad arte dal sistema masso-mafioso per dividere ed imperare – avranno aperto gli occhi. Che dite? Forse anche gli ultimi irriducibili illusi, a Lisbona come a Roma, avranno focalizzato finalmente il vero problema di questa truffa, identificandolo a ragione nell’illegittimo esercizio del potere di signoraggio da parte dei banchieri privati; nello spossessamento della sovranità monetaria e finanziaria in seno alle nazioni e nello spossessamento della proprietà popolare della moneta ai danni dei cittadini. E questo i ministri dell’Ecofin lo sanno bene. Potete giurarci!

Giovanni Antonio Fois, Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
http://www.quieuropa.it/i-postumi-del-vertice-ecofin-e-i-sudditi-dei-padroni-anglo-cinesi/

Processo NOTAV udienza 5 luglio aula bunker,processo equo? (parte 1)

La mattina si preannuncia particolarmente calda, arrivo in aula bunker un po’ prima delle 9:30 ed il numero di plotoni pronti ad attenderci sembra più numeroso dell’ultima volta, anche questa  volta viene chiesto il documento all’ingresso.

Strano, ci sarà qualche teste d’eccezione? Non si sa, perché a quanto pare l’arrivo dei testi è quasi a sorpresa.

L’insostenibile pesantezza dell’essere…in aula bunker!

Alle 9:40 inizia l’appello, dato il numero di imputati e legali è piuttosto lungo, poi il Presidente si pronuncia in merito alla richiesta formulata nuovamente all’udienza del 21 luglio dal legal team NO TAV (alla quale si erano associate le parti civili, seppur con motivazioni diverse) di spostare il procedimento nel Tribunale di Torino, C.so Vittorio.

Niente da fare, “visto il parere contrario di Rinaudo, e considerato che la maxi aula di C.so Regina ha un’ampia capienza, a garanzia di un sereno processo, peraltro garantita più che dal luogo fisico dal presidente di tribunale ( e allora, penso io, il presidente non si può spostare a Torino?); ritenuto poi che visto l’alto numero imputati, avvocati di parte e parte civile, che si avvicina pericolosamente al numero possibile nelle maxi aule del tribunale; ritenuto inoltre che lo svolgimento sino ad oggi del processo è stato caratterizzato da numerosi incidenti dovuti alle intemperanze del pubblico (che osa lamentarsi perché non sente niente?), che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine (e cita episodi del 21 luglio 2011 e il 1° febbraio), è meglio che il processo si svolga presso l’aula bunker di corso regina anziché il tribunale di Torino.”

Uno degli imputati a quel punto lascia l’aula, scandendo il suo netto rifiuto ad accettare di “essere giudicato come i terroristi e i mafiosi”.

Quando le immagini mancanti sono contemporanee a quelle del “video shock”…

L’Avv. Novaro, nell’illustrare il materiale video prodotto dalla difesa, fa notare che manca, nel materiale dell’accusa, un particolare momento per il quale viene richiesta nuovamente la testimonianza dell’addetto alle riprese video, per capire come mai mancano 30 minuti (se ho capito bene) di riprese video dall’elicottero, e per verificare che gli operatori siano a conoscenza di alcuni eventi, riprodotti nel filmato meglio noto come “video shock” riferito al fermo di Soru e Nadalini (intorno alle 12:45).

“Voi avete un verbale di arresto e avete le lesioni riportate dai signori Soru e Nadalini”, spiega Novaro, “nei verbali di arresto risulta che Soru e Nadalini sono caduti e si sono feriti da soli, ma avete agli atti un video nel quale si vede che i due imputati subiscono violenze da parte di alcuni agenti, venendo picchiati pesantemente con manganelli e bastoni (armi in dotazione standard? nda) . Chiediamo quindi che venga disposta l’audizione dei testi, sovrintendente De Luca che ha realizzato le immagini in questione.”

La richiesta di Novaro è stata accolta, nonostante l’avvocatura di Stato, pur non opponendosi all’audizione del teste De Luca, abbia affermato che, “per quanto riguarda le dotazioni che fanno parte dell’equipaggiamento delle forze di polizia è pacifico che vengano usati gli strumenti  consentiti e che quindi non parliamo di armi improprie rispetto al tipo di dotazione standard, quindi è un tipo di questione che non è prospettabile,  è manifestamente infondata….. Non c’è nessun dubbio sul tipo di dispositivi che sono stati utilizzati e quindi non c’è nessun problema ad effettuare tutte le verifiche possibili.

Il video shock è quello diffuso come “Operazione Hunter”, se ve lo siete perso lo trovate a questo link: http://www.youtube.com/watch?v=mS9htMKF2Ns .

Processo equo?

L’Avv. Bertone solleva il problema di illegittimità costituzionale, in relazione alla rilevanza dell’indagine difensiva. Mi perdo dei pezzi, ma dalle parole di Bertone si tratta di una questione molto determinante, ritenendo che le indagini difensive siano state ostacolate in qualche modo dalla procura e non siano state “a largo raggio alla ricerca di eventuali situazioni ma molto specifiche e molto determinate”, grave anche la mancata opportunità di acquisire documentazioni importanti relative ai danni da CS. Tutti gli avvocati si associano alla richiesta, ma il PM Rinaudo sminuisce prontamente la questione di legittimità costituzionale, quanto alla documentazione sui CS sostiene che siano sufficienti le testimonianze già previste, “che potranno dare tutte le indicazioni”. L’illegittimità costituzionale viene successivamente considerata infondata.

Il clima è decisamente teso. Potrei dirvi che ho davvero avuto la netta sensazione di un’atmosfera di nuovo kafkiana, come se quel processo fosse più “un atto dovuto” che un percorso corretto dove due parti si affrontano ad “armi pari”, ma preferisco, anche a costo di risultare prolissa, riportavi alcune frasi testualmente perché possiate essere voi a farvi un’idea.

Testimoni a sorpresa. Naturalmente, per la loro sicurezza.

Quando il Presidente chiama a testimoniare il dirigente della Digos Petronzi, il legal team evidenzia quelle che parrebbero essere “scorrettezze” nella gestione del processo da parte della Procura di Torino, in una successione di eventi inquietanti. Le eccezioni sollevate dalla difesa vertevano infatti sull’anomala convocazione a testimoniare del Sig. Lazzaro (dell’azienda Italcoge, coinvolta nei lavori di cantierizzazione dell’area sin dal 27 giugno 2011), che NON ERA tra i 4 testimoni dell’accusa indicati dalla Procura nell’udienza del 21 giugno. In sostanza sembrerebbe che qualche giorno fa sia stata notificata a Lazzaro la notifica per la testimonianza in data odierna, ed è facile presumere che la notifica sia giunta PRIMA del ritrovamento nell’ufficio postale di Susa di una busta contenente polvere “sospetta” ed un proiettile calibro 7,65 con un foglio formato A4 contrassegnato dal logo del movimento NOTAV e la sottoscritta “fotografo infame devi morire”. Difficile pensare che questa coincidenza possa essere una casualità! 

L’avvocato Novaro fa notare l’illegittimità della convocazione dei testi >

Novaro segnala inoltre che qualche giorno fa il signor Pier Paolo Pittavino, consulente tecnico, è stato oggetto di perquisizione con sequestro dei computer sul quale lavorava, in particolare uno contenente i file prodotti in tribunale, con evidenti difficoltà a costruire una difesa nel processo. Chiede quindi tempo per studiare il materiale del teste di oggi, Dott. Petronzi, e di conoscere con anticipo i testimoni che verranno sentiti nelle prossime udienze perché “i processi vanno fatti seriamente e con correttezza reciproca”.

La reazione del PM è immediata e non lascia dubbi alla sua idea di serietà e correttezza: “Non sta scritto da nessuna parte che si debbano segnalare prima i testimoni.”. Per il PM le ragioni di tutela e sicurezza (viste le fantomatiche lettere minatorie attribuite ai NO TAV) sono più importanti rispetto alla richiesta di serietà e correttezza. “La circostanza che le difese non siano in condizioni di procedere al controesame è destituita di fondamento, perché i testi sui quali andremo a discutere e sui quali ci confronteremo sono tutti dettagliatamente capitolati, quindi possono prepararsi al contro-esame”, afferma categorico il PM.

Per quanto riguarda il computer del signor Pittavino, comunica che  stato disposto proprio ieri il dissequestro. Almeno una buona notizia.

Gli avvocati del legal team a questo punto si appellano all’art.6 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo (Diritto ad un processo equo) per evidenziare una palese violazione in base alla quale dovrebbe essere considerata nulla la deposizione del teste di oggi. La risposta della Procura è nuovamente categorica, viene sostenuta l’infondatezza delle eccezioni sollevate dalla difesa citando come norma fondamentale la 497, 1° comma, secondo la quale i testi possono essere convocati “nell’ordine prescelto dalle parti che li hanno indicati”.

Dopo una breve pausa, il Presidente comunica che accoglie in parte l’eccezione sollevata sul teste Lazzaro (evidenziando che le minacce hanno già avuto inizio nel 2008) e dispone che in data odierna abbia luogo il solo esame del teste Petronzi. Invita inoltre le parti ad indicare, al termine di ciascuna udienza, i nomi dei testimoni che prevedono di convocare all’udienza successiva.

A questo punto ha inizio la testimonianza di Petronzi, dirigente della Digos di Torino, accompagnata da due video che riassumono le giornate del 27 giugno e del 3 luglio, e che meritano un capitolo a parte. Coming soon…

LA NUOVA CORSA AI METALLI PREZIOSI E’ SOTTO GLI OCEANI

Posted by pjmanc on lug 6th, 2013 

 

UNA RICERCA CONDOTTA DALL’UNIVERSITA’ DI TOKYO

 

e pubblicata nel 2011 sulla rivista Nature Geoscience, rischia di scatenare una nuova pericolosissima corsa ai metalli preziosi ai danni degli Oceani. Secondo lo studio, infatti, sul fondo degli oceani si troverebbe una quantità di metalli e minerali mille volte superiore a quella che si trova sotto la terraferma!In realtà, già in passato canadesi, cinesi e giapponesi hanno investito in questa nuova tipologia estrattiva e negli ultimi anni anche alcune isole del Pacifico del tutto prive di materie prime, come Papua Nuova Guinea, Fiji e Tonga, avevano provato a seguire questa strada. Uno dei problemi è che ad oggi non esistono legislazioni internazionali in materia, che però diventeranno necessarie a partire dal 2016, quando si ipotizza che la ricerca di metalli preziosi diventerà sempre più diffusa. Il Sud-Est del Pacifico è per ora l’unica area per cui siano state concesse licenze dall’ISA – l’Autorità internazionale dei fondali marini delle Nazioni Unite – dove si pensa che si trovino enormi giacimenti di nickel, rame e cobalto.

 

DIVERSI RICERCATORI TUTTAVIA STANNO LANCIANDO L’ALLARME

 

Tra questi,Richard Wysoczanski, fisico marino al National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA), che sottolinea come gli scavi dei fondali posano liberare dello zolfo che, una volta assorbito dai pesci presenti negli abissi, entrerebbe nella catena alimentare. Infatti la vita a certe profondità dipende più dalla presenza di zolfo che di ossigeno (molto scarso nei fondali).C’è poi il problema delle sorgenti idrotermali, che probabilmente srebbero distrutte o contaminate dalle radiazioni rilasciate dagli scavi, per non parlare dello stoccaggio delle scorie.Speriamo dunque che questa nuova corsa ai metalli venga abbandonata, o quanto meno, ridotta al minimo da legislazioni internazionali severe.

 

* Luca Scialò

 

>Fonte<

Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org