Pisapia-Boeri, basta chiamarla rivoluzione arancione

Tra tre mesi saranno due anni dalla nascita della giunta Pisapia a Milano. La chiama(va)no “rivoluzione arancione”, un’ondata di aria fresca e discontinuità politica dopo il quindicennio berlusconiano incarnato nella città capitale del centrodestra da Gabriele Albertini e poi Letizia Moratti. Sarà per la crisi, i pochi soldi, la debolezza del Pd primo partito del centrosinistra o per l’eccessivo pragmatismo del sindaco, almeno per chi se lo immaginava diverso, sta di fatto che di quel rinascimento ambrosiano fatto di efficienza e democrazia partecipata, per ora si vede ben poco. Come in tante altre amministrazioni comunali si fanno cose buone e meno buone, si naviga a vista nella grande recessione italiana, si litiga e si discute. L’ultimo caso è quello di Stefano Boeri, l’assessore cacciato dal sindaco. In politica succede, ci mancherebbe. Basta non chiamarla rivoluzione arancione!

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Pisapia-Boeri, basta chiamarla rivoluzione arancioneultima modifica: 2013-03-19T11:08:00+01:00da davi-luciano
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