Carpi, bar evade 95 centesimi: chiuso per tre giorni e multa da 2400 euro

Vuoi mettere? Non è mica come l’evasione delle banche, comprese quelle del Pd, come MPS e della famiglia Boschi. Quella è finanza etica

 L’episodio in provincia di Modena: il provvedimento dell’Agenzia delle entrate è arrivato dopo che la Guardia di finanza aveva segnalato al fisco la mancata emissione di quattro scontrini fiscali tra il 2007 e il 2012

di Annalisa Dall’Oca | 25 febbraio 2015

Tre giorni di chiusura forzata per un’evasione fiscale da 95 centesimi di euro. Sarà costretto a tenere la serranda abbassata dal 25 al 27 febbraio Paolo Brofferio, titolare del Romeo cafè restaurant di Carpi, in provincia di Modena, colpevole, secondo l’Agenzia delle Entrate, di aver commesso un’evasione fiscale da 95 centesimi. Secondo quanto racconta Brofferio al Resto del Carlino, infatti, il provvedimento è arrivato pochi giorni fa, dopo che la Guardia di Finanza aveva segnalato al fisco la mancata emissione, da parte dell’attività, di 4 scontrini fiscali, tra il 2007 e il 2012. E siccome, secondo la normativa vigente, 4 irregolarità in cinque anni corrispondono a uno stop forzato, con sospensione della licenza e dell’autorizzazione a esercitare, per un periodo di tempo che va da un minimo di 3 giorni, a un massimo di 6 mesi, Brofferio dovrà tenere chiuso, con tanto di sigilli alla porta, fino al 27 febbraio prossimo. E inoltre pagare una sanzione pari a 2.400 euro: circa 600 euro a scontrino.

“Io  ho sempre rispettato le regole – sottolinea Brofferio a ilfattoquotidiano.it – non ho mai commesso irregolarità in 23 anni di attività. Ora invece mi trattano come fossi Al Capone, o una di quelle persone che nascondono chissà quali capitali in un paradiso fiscale. Capisco la lotta all’evasione fiscale e sono d’accordo, ma chiudere un locale per tre giorni con tanto di sigilli alla porta che precludono l’ingresso anche per lo staff è una pena troppo alta rispetto a quello che è successo. Se avessi voluto veramente evadere le tasse avrei fatto ben altro, non mi sarei certo messo in difficoltà per pochi centesimi su qualche colazione”.

 Brofferio, con il verbale della Guardia di Finanza tra mani, aveva provato a fare ricorso per quegli scontrini. “Un paio erano di clienti che li avevano lasciati sul bancone, un altro di un cliente uscito a fumare durante la consumazione, ma l’ho perso. Perché, secondo la legge, il cliente deve sempre prendere scontrino quando lascia un locale, e conservarlo finché non si allontana di diversi metri dall’attività. Altrimenti, se si verifica un controllo, e ne viene trovato sprovvisto, la responsabilità è del titolare, anche se lo ha regolarmente emesso. Quindi è la normativa a essere sbagliata, perché impone sanzioni spropositate, e non c’è modo di spiegare le proprie ragioni”. E infatti, così, come previsto dalla legge, per Brofferio sono scattati sia la multa, sia la chiusura forzata. “E’ una situazione assurda, specie quando sui giornali si parla di milioni di euro di evasione fiscale trasferiti in Svizzera”.

 Quello del Romeo Cafè, del resto, non è l’unico caso di sanzioni simili scattate per la mancata emissione di qualche scontrino. Carlo Mazzoli, barbiere modenese con 40 anni di attività alle spalle, appena due mesi fa, ad esempio, si era visto apporre i sigilli al negozio sempre per non aver emesso 4 ricevute fiscali. “Un errore, lo ammetto – dice – e non contesto la multa, però arrivare a mettere i sigilli alle porte mi sembra esagerato, sono stato trattato come un disgraziato nel vero senso della parola”. E sempre di questi giorni è la vicenda capitata all’artigiano di Riccione Emilio Ravagli, idraulico, a cui era stato negato il Durc, il documento unico di regolarità contributiva, fondamentale per poter lavorare in cantiere, a causa di un problema fiscale. “Quando c’è da pagare, pago”, spiega Ravagli, e infatti dal 2012 al 2014 di guai con l’Inps non ne aveva mai avuti. Finché, il 12 febbraio scorso, l’Istituto gli ha negato il Durc per non aver versato, in tutto, 37 centesimi di contributi. Che sommati ai 18 centesimi evasi dal suo socio, che si era trovato nella medesima situazione, fanno 55 centesimi non pagati. La multa, 29,30 euro, Ravagli l’ha pagata subito, per poter ottenere il documento il prima possibile. “Alla fine ho avuto il Durc, quindi è finita bene – spiega Ravagli a ilfattoquotidiano.it – ciò che da fastidio è essere trattato come chi evade decine di migliaia di euro, e tutto questo per mezzo euro”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/25/carpi-bar-evade-95-centesimi-chiuso-per-giorni-multa-2400-euro/1455684/

Arrestato ex sindaco nel napoletano, coinvolti parlamentari. Un indagato: “Con Caldoro porte aperte”. La replica del governatore: “Macchina del fango”

Un altro del PD. Ma shh non se ne deve parlare troppo. Tirate fuori gli scontrini del trota così si va avanti 3 mesi  e la mafia del Pd può continuare a rubare indisturbata. Tanto in piazza ha già la manovalanza che va a contestare chi contesta Renzi.

Casavatore: il gip sequestra la società Fisiodomus srl. Nell’indagine i nomi del deputato Marco Pugliese e del senatore Antonio Milo

di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO

25 febbraio 2015

Coinvolge politici ed eccellenti l’inchiesta della Procura di Napoli che ha appena condotto in carcere l’ex sindaco di Casavatore (in carica fino a dicembre quando le dimissioni di 9 consiglieri condussero allo scioglimento del consiglio), comune a nord di Napoli. Una vicenda foriera di importanti sviluppi giudiziari.

Il politico arrestato è del Pd, si chiama Salvatore Sannino, ha 47 anni, ed è finito in carcere in seguito a una indagine coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso d’Avino e condotta dai pubblici ministeri Celeste Carrano, Giusy Loreto e Henry John Woodcock.

É un’articolata e ramificata vicenda quella scoperta dalla Procura di Napoli. Che, partendo dalle irregolarità e dalle anomalie registrate nella gestione del centro di fisioterapia Fisiodomus srl – la cui attività risultava cessata nel settembre 2010, ma è diventata poi l’attuale Fisiocenter Neapolis per riabilitazione e fisioterapia – hanno consentito agli inquirenti di ricostruire “un numero indeterminato di reati di falso e truffa aggravata ” in grado di “creare artatamente le condizioni per mantenere in vita il centro fisioterapico affinché lo stesso potesse ottenere l’accreditamento con il Servizio Sanitario nazionale “, distrarre poi questi ultimi fondi per “sottrarsi ai debitori del centro” e girare il denaro pubblico sui “conti correnti personali di Andrea  e Giovanni De Vita e Raffaele Iovine”.

E tra gli altri obiettivi strategici del gruppo vi erano anche due livelli superiori : fornire “certificazioni e fatture riferite a prestazioni fisioterapiche inesistenti a favore di due parlamentari “; e “commettere reati contro la pubblica amministrazione (di corruzione ) consistenti nell’erogazione di denaro e altra utilità a pubblici ufficiali delle amministrazioni pubbliche deputate al rilascio di autorizzazioni al fine di ottenere l’accreditamento – in precedenza revocato – in favore del centro di riabilitazione da parte della Regione Campania. In questo ambito il  gip ha disposto il sequestro preventivo della società Fisiodomus srl.

Il centro di riabilitazione e fisioterapia Fisiodomus di Casavatore, secondo l’accusa ha dunque emesso fatture e certificazioni false a due parlamentari per prestazioni mai effettuate. Si tratta del deputato Marco Pugliese (gruppo Misto) e del senatore Antonio Milo (Gal), già indagati per essersi fatti rimborsare le fatture dal Servizio sanitario integrativo per le competenze del parlamentari. Per questi fatti i due parlamentari finirono sotto inchiesta nel 2013.

Oltre al sindaco sono finite agli arresti altre quattro persone, due in carcere – Giovanni De Vita, 45 anni e il giordano Alì Rashed Mohmoud Rahid Al Omleh, 49 anni – e altre due – Andrea De Vita, 40 anni e Raffaele Iovine di 47 – ai domiciliari.

Nell’inchiesta, supportata da numerose intercettazioni tra gli inquisiti, il gip sottolinea come nei dialoghi dei promotori delle truffe si faccia molto spesso riferimento ai loro contatti con la Regione e in particolare con Stefano Caldoro (non indagato). A un certo punto, il gip Amelia Primavera sottolinea che, parlando dell’accreditamento della struttura Fisiodomus presso la Regione Campania, “De Vita ribatte in merito ai suoi interlocutori dicendogli di avere “una porta aperta” con il governatore Stefano Caldoro in quanto c’è “una causa di risarcimento di 12 milioni alla Regione Campania””. Quelle parole, sempre secondo il gip sono “emblematiche dell’approccio del De Vita e dei suoi interlocutori rispetto alla pubblica amministrazione: in buona sostanza l’intervento per fare sbloccare la pratica alla regione, assume, nel contesto di tale discorso, la connotazione della prestazione del socio d’opera”.

Ma Caldoro, che solo poche ore fa era rappresentato come parte lesa nel processo per dossieraggio che si sta celebrando a Roma a carico di Denis Verdini, Cosentino e altri, fa spallucce e liquida le intercettazioni come millanterie che non lo riguardano. Informato poi del dettaglio delle citazioni contenute nell’atto ormai notificato agli inquisiti, ribatte colpo su colpo. E parla di macchina del fango. Commenta il governatore : “Ho la sensazione che la campagna di dossieraggio non sia finita. Per alcuni aspetti il clima non è cambiato”.

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/02/25/news/casavatore-108153088/

Ha diritto a un rimborso dopo 24 anni,ma il Fisco non sa calcolare gli interessi

Strano, il Fisco quando dice che ne ha diritto agli interessi pratica le tariffe da usura, così non si sbaglia

giovedì 26 febbraio 2015, 09:54

Una lunga querelle giudiziaria con il Fisco, risolta, ma solo in parte, dopo 25 anni. Un uomo torinese, infatti, avrebbe diritto ad un rimborso per un’errata cartella esattoriale per mancati versamenti Irpef, ma l’Agenzie delle Entrate non è in grado di calcolare gli interessi dovuti.

La vicenda è riportata dal quotidiano La Stampa, dopo la denuncia di un lettore. L’uomo è figlio di una 85enne, ex socia di un’azienda di Torino che ora non esiste più, e che nel 1989 ricevette una cartella esattoriale da diversi milioni di lire. All’inizio la famiglia decise di pagare, pur ricorrendo alle vie legali. Dopo una lunga battaglia legale, terminata nel 2013, il Fisco ha deciso di restituire l’intera cifra pagata oltre venti anni prima, pari a circa 12 mila euro. La famiglia, allora, ha chiesto spiegazioni in merito: nel rimborso non erano infatti stati calcolati gli interessi.

 Il motivo è molto semplice. «Una gentilissima funzionaria dell’Agenzia delle Entrate mi ha spiegato che per il rimborso manca un software che sia in grado di calcolare gli interessi», spiega l’uomo, deciso a portare avanti la lunga battaglia dell’anziana madre. Lo fa non solo per i soldi, ma anche per una questione di principio: «Se il comune cittadino tarda a pagare una tassa, la mora scatta in automatica. Perché non vale lo stesso anche per l’Agenzia delle Entrate.

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/rimborso_fisco_non_sa_calcolare_interessi/notizie/1205051.shtml

Salvini al Campidoglio (con maglione) “Marino a casa”. Viene contestato: “Roma non ti vuole”

Viene contestato da chi dall’affaire MAFIA CAPITALE ci guadagna. Il capo banda non si contesta. Se ci fossero stati elementi solo di Alemanno nell’affaire Mafia Capitale erano tutti i giorni sotto ad urlare dimissioni. Ma c’è il pd, il diversamente onesto

 Salvini al Campidoglio (con maglione) “Marino a casa”. Viene contestato: “Roma non ti vuole” (foto)Condividi 25 febbraio 2015In Piazza del Compidoglio si è consumata una doppia contestazione che ha visto ‘protagonista’ nel bene e nel male il leader della Lega Nord. Salvini va con striscioni e maglione d’ordinanza contro il sindaco della Capitale, ma viene contestato: “Roma non ti vuole”, “No omofobia, Salvini vattene”, si legge in alcuni cartelli di protesta. –

See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Salvini-al-Campidoglio-striscioni-a-favore-e-contro-6909b9e8-b112-4c97-bcfd-f7e43586c668.html

Vicenza, il generale carica i parà contro Putin in Ucraina

Ben Hodges, al comando dell’esercito americano in Europa, ha incontrato alla Del Din il battaglione della Airborne che dovrà addestrare i soldati ucraini: “Non sono separatisti, sono mandati dal presidente Putin”

 Redazione  · 26 febbraio 2015

Storie Correlate

Esercitazioni militari in Ucraina, parteciperanno anche militari della base di Vicenza

Ucraini a Vicenza, increduli davanti al massacro: “Aiutateci

Esclusivo, ucraini a Vicenza: “Se non dovessi mantenere i miei, sarei con loro”

“Penso che sia molto importante riconoscere che questi non sono separatisti, questi sono mandatari del presidente Putin”. Con queste parole, ripetute più volte ai media internazionali, il generale Ben Hodges ha caricato i 600 parà della Del Din, che sono in procinto di partire per addestrare tre battaglioni ucraini “a difendersi dall’artiglieria e dai razzi dei Russi e dei ribelli”, ha aggiunto Hodges,  oltre che alla messa in sicurezza di strade, ponti e infrastrutture, ed il trattamento e l’evacuazione dei feriti.

 “Dalla quantità di munizioni e dal tipo di equipaggiamento risulta del tutto evidente che vi è un intervento militare russo diretto nella zona intorno a Debaltsevo” ha spiegato Hodges e si può immaginare che rispecchino il pensiero del suo governo, che attraverso le parole del suo più alto rappresentante militare lancia un ben preciso segnale politico, per di più nel contesto di una conferenza di pace che probabilmente si ha motivo di ritenere non propriamente risolutiva.

 Il Congresso dovrebbe presto approvare la fornitura all’Ucraina di armamenti per 1 miliardo di dollari, a testimonanza che gli Usa intendono fornire al presidente Porošenko un aiuto concreto e di ampie proporzioni, a partire dall’arrivo del battaglione Airborne di stanza a Vicenza. Rimarranno nel centro addestrativo di Yavariv, uno dei più grandi d’Europa, o accompagneranno i militari ucraini nel settore dei combattimenti, col rischio di entrare direttamente in contatto con truppe russe che, come ritiene il generale Hodges, sono presenti nel Donbass? Inoltre giungono, da varie fonti, notizie di attività o movimenti militari, siano essi riferiti ad aiuti all’Esercito ucraino o ad attività nell’ambito di “Atlantic Resolve”, l’operazione avviata nel 2014 allo scopo di dimostrare l’impegno americano verso gli alleati mediante esercitazioni e movimenti di Unità nell’est europeo.

Hodges ha già  dichiarato in un’intervista che entro l’autunno circa 3 mila soldati americani e 150 tra carri e veicoli da combattimento verranno rischierati in Europa andando ad aggiungersi ai circa 67 mila militari già presenti anche se, ha voluto precisare, non è detto che questo sia in via permanente.

http://www.vicenzatoday.it/cronaca/vicenza-il-generale-carica-i-para-contro-putin-in-ucraina.html

I Frecciarossa diventano giapponesi Ansaldo Sts e Breda passano a Hitachi

Della saga…” i tedeschi ci comprano tutto”

Ceduta Ansaldo per 1,9 miliardi. «Così potremo competere con Bombardier, Alstom e Siemens». Moretti (Finmeccanica): nessun rischio per l’occupazione

di FABIO SAVELLI

Un dossier lungo quasi quattro anni. Lo stesso venditore, la controllante Finmeccanica. Lo stesso acquirente, la conglomerata giapponese Hitachi da 70 miliardi di euro di fatturato. Da ieri la divisione europea di Hitachi ha coronato il suo inseguimento ufficializzando l’acquisizione del 100% di Ansaldo Breda, attiva nella produzione di treni ad alta velocità e nella fattura di metropolitane senza conducente, valutandola 36 milioni di euro e del 40% di Ansaldo Sts, gioiellino del segnalamento ferroviario, per 773 milioni di euro attraverso un’offerta pubblica di acquisto di azioni sul mercato. Una partita complessiva da 1,9 miliardi che comporta una riduzione del debito della capogruppo Finmeccanica di circa 600 milioni. «Mi sembra una bella operazione», ha commentato Pier Carlo Padoan, ministro del Tesoro, azionista di riferimento del colosso della Difesa. D’altronde non sfugge la complessità di un’operazione industriale/finanziaria che Mauro Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica, ha sempre voluto condurre tenendo insieme i due asset, seppur una (Ansaldo Breda) non fosse quotata e fosse gravata da un debito piuttosto alto, e l’altra (Sts) negli anni fosse invece diventata leader mondiale nei software di segnalamento. Certo qualche interrogativo resta, ad esempio l’acquirente Hitachi Rail Europe, ha poco più della metà dei dipendenti italiani delle società acquisite, circa 3.500 (2mila Ansaldo Breda negli stabilimenti di Pistoia, Reggio Calabria e Napoli; 1,500 Ansaldo Sts negli impianti di Genova, Torino, ancora Napoli e Potenza) e dai confederali si registra più di qualche preoccupazione. Perplessità subito fugate da Moretti che parla di «nessun rischio per l’occupazione». Dubbi che saranno i giapponesi dover dissipare nel piano industriale che porteranno al ministero dello Sviluppo. Proprio il dicastero guidato da Federica Guidi ieri ha ospitato la conferenza stampa di presentazione dell’accordo. A testimonianza della volontà dei compratori di fornire tutte le garanzie occupazionali confermando anche gli investimenti dell’Ansaldo Breda. La società guidata da Maurizio Manfellotto sta realizzando i primi prototipi Etr 1000, i treni ad alta velocità commissionati da Trenitalia. Raccontano che le perplessità di Hitachi fossero soprattutto sulle penalità che applicherebbe il committente nel caso di ritardi nella fornitura. Ma ad attenuarle sono serviti i circa 700 pendolini Intercity che il dipartimento dei Trasporti britannico ha chiesto ad Hitachi, che proprio a Londra ha il suo quartier europeo. Così in un futuro prossimo non è escluso che sia Pistoia a produrre alcune componenti destinate al mercato inglese. Prodigi della globalizzazione ferroviaria in un settore in cui i margini sono risicati e la tecnologia conta eccome. Tanto che quella italiana ingolosiva anche i cinesi di Insigma. L’esito finale è la creazione del quarto produttore mondiale di treni dopo Bombardier, Alstom e Siemens .

24 febbraio 2015

http://www.corriere.it/economia/15_febbraio_24/i-treni-italiani-diventano-giapponesi-ansaldo-sts-breda-passano-hitachi-b275faae-bc09-11e4-9889-956e36696542.shtml

500 mila euro ad ‘associazione’, per assistere 18 clandestini.

 No no, ma che business dell’immigrazione, puro amore e solidarietà. Peccato che gli italiani non beneficino di altrettante dolci attenzioni

9 febbraio 2014   

Quando si sente parlare una serie di associazioni a favore dell’immigrazione, ci si deve chiedere: cosa ci guadagnano? Ecco, a Palagiano, in Puglia, l’Arci Koiné si è beccata dallo Stato – quindi soldi nostri – un finanziamento per i prossimi tre anni di oltre 500 mila euro. Per fare cosa? Per assistere 18 clandestini. Significa quasi 30mila euro per ogni clandestino. Un ottimo business per individui il cui unico intento è parassitare la società. L’assessore ai Servizi sociali, Prudenza Bomino ha spiegato che il Comune di Palagiano saluta con favore quest’altro successo dell’Amministrazione, presieduta da Antonio Tarasco. Un ‘grande successo’.

E questa è la seconda volta, confessa la repsonsabile Arci, nel passato quinquennio si sono infatti già pappati un milione di euro. Un business.

E poi, questi ‘profughi’ potranno essere utili a qualche cooperativa legata a qualche partito e associazione. Infatti, chi darà loro lavoro, avrà anche uno sconto sui contributi. Mentre se impieghi italiani disoccupati no. Caritas, Arci e compagnia sono lobbies a sostegno dell’operazione Mare Nostrum. Il perché, è evidente.

Fonte (qui)

Aggrediva e rapinava le donne sole, arrestato violento scippatore a Sesto

Aggrediva e rapinava…..cercava compagnia suvvia, siamo tolleranti. Chissà se quelle donne si fossero difese con un bastone, sarebbero state additate come razziste

 L’uomo è un cittadino marocchino di 26 anni

Stiben Mesa Paniagua  · 26 febbraio 2015

Scippava e aggrediva esclusivamente donne, azioni di una violenza efferata e sempre nelle ore serali. Queste le caratteristiche che hanno permesso agli agenti del Commissariato Sesto San Giovanni di individuare ed arrestare un rapinatore seriale che agiva nel loro territorio alla porte di Milano (video).

Si tratta di un cittadino marocchino di 26 anni, è ritenuto responsabile di numerosi furti con strappo. L’attività d’indagine è stata avviata dopo che negli ultimi quattro mesi si sono verificati una serie di scippi, almeno sette casi accertati, riconducibili alla stessa persona per il modus operandi.

I reati contestati sono furto aggravato, rapina e lesioni. In un caso la vittima, dopo esser stata derubata dello zaino, è stata percossa ferocemente ed ha riportato lesioni guaribili in 20 giorni per policontusioni con trauma facciale.

http://sesto-san-giovanni.milanotoday.it/rapinatore-seriale-donne-arrestato.html

Roma: Salvini contestato da 10 (dieci) attivisti di Sel “Via i razzisti dalla Capitale”

Ovvio, chi è contrario al business più redditizio della droga è razzista. Chi non è razzista non si capisce come mai non manifesta mai per il reddito di cittadinanza. Negare vitto ed alloggio gratis a chi qui purtroppo ci nasce non è considerato discriminante

 mercoledì, 25, febbraio, 2015

Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, scende in piazza a Roma con una manifestazione organizzata in piazza del Campidoglio, proprio sotto gli uffici del sindaco della Capitale. “Roma deve avere un sindaco migliore di Marino”, ha detto il segretario del Carroccio, “spero di aiutare i romani a riprendersi la loro citta’ – ha aggiunto – perche’ Marino e’ una calamita’”.

 Salvini e’ stato contestato da un gruppo formato da una decina di attivisti di Sel: “Salvini a casa! Via i razzisti dalla Capitale”, si legge su uno striscione che i manifestanti hanno esposto proprio sotto la statua del Marco Aurelio. A pochi metri da loro i leghisti hanno srotolato due manifesti con scritto “Marino a casa” e “Marino clandestino”. Salvini ha risposto mandando dei baci ai manifestanti. “Vai via fascista, vai via razzista”, gli hanno gridato.

 Salvini non ha replicato ed ha sceso la scalinata che porta in piazza dell’Ara Coeli scortato da alcuni agenti. “Sabato pomeriggio in piazza del popolo a Roma ci sara’ tanta gente tranquilla che vuole un’Italia e un’Europa diverse da quelle prospettate da Renzi e Alfano. Chi vuole, ha il diritto di organizzare una contromanifestazione, ma lo faccia pacificamente”, ha detto successivamente Salvini, definendo i contestatori “quattro disadattati”.

 “Tre scemi hanno liberta’ di fare quello che vogliono – ha aggiunto Salvini – ma se uno vede fascisti ovunque ha dei problemi”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in una lettera aperta ai deputati e ai senatori del Pd, scrive tra l’altro: “mentre altri si dividono, altri fanno ostruzionismo, altri scendono in piazza con piattaforme ispirate alla destra xenofoba e populista europea, noi siamo quelli che devono riportare l’Italia a crescere. E’ una grande responsabilita’”.

http://www.imolaoggi.it/2015/02/25/roma-salvini-contestato-da-10-dieci-attivisti-di-sel-via-i-razzisti-dalla-capitale/

Rimborsopoli Basilicata, condannato anche il Presidente Pittella (Pd)

I diversamente onesti. Ma tanto nessuno li contesta, la società civile difende la cosca Pd, contestando gli altri che  “osano” occupare le piazze contro Renzi

 giovedì, 26, febbraio, 2015

Con sentenza n. 11, la sezione giurisdizionale della Basilicata (presidente Maurizio Tocca) della Corte dei Conti ha condannato 22 amministratori e consiglieri in carica nel 2009 e nel 2010 a restituire una somma complessiva di quasi 200mila euro per aver ricevuto indebitamente dei rimborsi che erano stati richiesti per attività istituzionale.

 Tra loro anche l’ex presidente Vito De Filippo (Pd), sottosegretario alla Salute, il presidente della Regione Marcello Pittella (Pd) che era consigliere e rappresentanti dell’Ufficio di presidenza dell’Assise in quella legislatura. L’indagine della magistratura contabile è scaturita da un esposto anonimo ed è stata conferita delega investigativa alla Guardia di Finanza che ha acquisito la documentazione presso il Consiglio regionale.

 Le indagini inizialmente hanno riguardato 28 esponenti politici. Si è accertato che non tutte le somme dichiarate a rimborso erano dovute ad attività istituzionale poiché alcune spese di ristorazione o alberghiere, nonché altre personali, non erano legate allo svolgimento della funzione pubblica. Il danno prodotto alla Regione per i 22 condannati va da un minimo di 1.200 euro a un massimo di 28mila euro, importo contestato a Gennaro Straziuso. Tra i ventidue, sono ancora in carica anche il parlamentare del Pd, Vincenzo Folino, e il consigliere regionale di Forza Italia, Nicola Pagliuca.

 http://www.imolaoggi.it/2015/02/26/rimborsopoli-basilicata-condannato-anche-il-presidente-pittella-pd/