LA UE PUR DI COMBATTERE PUTIN E’ PRONTA A COMPRARE GAS DA DUE DEI PEGGIORI REGIMI DITTATORIALI (E CORROTTI) DEL PIANETA

lunedì 23 febbraio 2015

BERLINO – Alla luce del conflitto tra l’Ucraina e la Russia, la Commissione europea vorrebbe avviare al piu’ presto le trattative per l’importazione di gas dalle ex Repubbliche Sovietiche dell’Azerbaijan e del Turkmenistan, puntando cosi’ su soluzioni politiche alquanto discutibili: e’ quanto emerge dalla bozza della cosiddetta unione energetica europea, scrive “Der Spiegel”. Perchè per non comprarlo da Putin, sarebbe disposta a comprarlo da due conclamati dittatori.

Quest’anno dovrebbe essere siglato un memorandum d’intesa tra l’Unione Europea e gli ex Stati dell’Unione Sovietica. L’accordo sarebbe parte di un pacchetto che la Ue intende sviluppare entro il 2016 per aumentare la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento di gas europeo.

Lo scorso dicembre il settimanale tedesco aveva riferito che la Ue intende raddoppiare la capacita’ di un gasdotto dall’Azerbaijan: il paese potrebbe presto consegnare al Vecchio continente fino a 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Da diverso tempo, inoltre, la Turchia si sta impegnando per far arrivare il gas turkmeno in Europa. Finora il gas naturale turkmeno e’ stato immesso solo raramente nelle condutture che dalla Russia arrivano in Ucraina.

“L’Unione Europea utilizzera’ tutti gli strumenti di politica estera per creare dei partenariati energetici strategici con i paesi di produzione e di trasporto del gas”, si legge nel progetto sull’unione energetica. Tra questi si contano anche l’Algeria, la Turchia, l’Azerbaijan e il Turkmenistan.

L’obiettivo dell’Ue e’ anche quello di rafforzare la cooperazione con la Norvegia, con gli Stati Uniti e il Canada. In una precedente versione del documento, risalente al mese scorso, tra i potenziali partner energetici strategico della Ue era citato anche l’Iran, ma il riferimento ,scrive il settimanale tedesco, non compare nell’ultima versione della bozza.

Al suo posto si legge che la Ue “prende in considerazione altri potenziali fornitori”. L’Europa cerca quindi di diversificare le sue fonti, anche se alcuni dei partner strategici rimangono alquanto controversi, a dir poco.

Il Turkmenistan detiene uno dei maggiori giacimenti di gas al mondo, ma l’ex Stato sovietico e’ tutto fuorche’ democratico e, secondo Transparency International, e’ uno dei dieci paesi piu’ corrotti del globo.

L’Azerbaijan occupa il 162esimo posto su 180 nella lista di Reporter Senza Frontiere sulla liberta’ di stampa. Attualmente la Ue copre circa i due terzi del suo consumo di gas grazie alle importazioni: la Russia e’ il maggiore esportatore e consegna quasi un terzo del gas utilizzato in Europa.

Quindi, la democratica Ue, bastione della libertà, pur di non comprare più il gas dall’odiata Russia, è disposta a comprarlo da due tra i più corrotti e dittatoriali regimi del pianeta Terra.

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Sarebbe interessante sapere che ne pensa l’Italia, di tutto ciò. 

Redazione Milano.

 http://www.ilnord.it/c-4082_LA_UE_PUR_DI_COMBATTERE_PUTIN_E_PRONTA_A_COMPRARE_GAS_DA_DUE_DEI_PEGGIORI_REGIMI_DITTATORIALI_E_CORROTTI_DEL_PIANETA

Obama ha mancato il suo colpo di Stato in Venezuela

USA, Germania, Canada, Israele e UK hanno lanciato la ‘Operazione Gerico’. Di nuovo, l’amministrazione Obama ha tentato di cambiare con la forza un governo che le resiste

 


Redazione
domenica 22 febbraio 2015 18:00

 

«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°117

di Thierry Meyssan.

Ancora una volta, l’amministrazione Obama ha tentato di cambiare con la forza un regime politico che le resiste. Il 12 febbraio, un aereo Academi (ex Blackwater) travestito da aereo dell’esercito venezuelano doveva bombardare il palazzo presidenziale e uccidere il presidente Nicolas Maduro. I cospiratori avevano pianificato di mettere al potere l’ex deputata María Corina Machado e di farla immediatamente acclamare da ex presidenti latinoamericani.

Nella foto in apertura:

Il presidente Obama con il suo consigliere per l’America Latina, Ricardo Zuñiga, e la consigliera nazionale di sicurezza, Susan Rice.

© Casa Bianca

 Il presidente Obama aveva già avvertito. Nella sua nuova dottrina di Difesa (National Security Strategy), scriveva: «Noi stiamo al fianco dei cittadini il cui esercizio della piena democrazia sia in pericolo, come nel caso dei venezuelani». Eppure, poiché il Venezuela è, dopo l’adozione della Costituzione del 1999, uno dei paesi più democratici del mondo, questa frase lasciava presagire il peggio per impedirgli di continuare nel suo percorso di indipendenza e di ridistribuzione della ricchezza.

 Era il 6 febbraio 2015. Washington finiva di mettere a punto il rovesciamento delle istituzioni democratiche del Venezuela. Il colpo di Stato era stato pianificato per 12 febbraio.

L’«Operazione Gerico» era supervisionata dal Consiglio Nazionale di Sicurezza (NSC), sotto l’autorità di Ricardo Zuñiga. Questo «diplomatico» è il nipote del dell’omonimo presidente del Partito Nazionale dell’Honduras che ha organizzato i colpi di stato del 1963 e del 1972 a favore del generale López Arellano. Ha diretto la stazione CIA all’Avana (2009-11), dove ha reclutato e finanziato gli agenti per formare l’opposizione a Fidel Castro durante la negoziazione per la ripresa delle relazioni diplomatiche con Cuba (finalmente conclusa nel 2014).

Come sempre in questo tipo di operazioni, Washington fa attenzione a non apparire coinvolta negli eventi che conduce. La CIA agisce attraverso organizzazioni suppostamente non governative per organizzare il colpo di stato: il National Endowment for Democracy e i suoi due pseudopodi di destra (International Republican Institute) e di sinistra (National Democratic Institute), Freedom House, nonché l’International Center for Non-Profit Law. Inoltre, gli Stati Uniti sollecitano sempre i loro alleati affinché siano loro subappaltate certe parti del golpe, in questo caso la Germania (incaricata della protezione dei cittadini della NATO durante il colpo di Stato), il Canada (con il compito di controllare l’aeroporto civile internazionale di Caracas), Israele (incaricato dell’assassinio di personalità chaviste) e il Regno Unito (responsabile della propaganda dei golpisti). Infine, mobilitano le loro reti politiche che si tengono pronte a riconoscere i golpisti: a Washington il senatore Marco Rubio, in Cile l’ex presidente Sebastián Piñera, in Colombia gli ex presidenti Álvaro Uribe e Andrés Pastrana, in Messico gli ex presidenti Felipe Calderón e Vicente Fox, in Spagna l’ex presidente del governo José María Aznar.

Per giustificare il golpe, la Casa Bianca aveva incoraggiato delle grandi aziende venezuelane a stoccare, piuttosto che distribuire beni di prima necessità. L’idea era quella di provocare le code davanti ai negozi, e di infiltrare agenti tra la folla per causare disordini. In realtà, sebbene ci siano stati problemi di approvvigionamento a gennaio-febbraio e delle code davanti ai negozi, i venezuelani non hanno mai attaccato i negozi.

Per rafforzare la sua azione economica, il presidente Obama ha firmato, il 18 dicembre 2014, una legge che impone nuove sanzioni contro il Venezuela e molti dei suoi dirigenti. Ufficialmente, si trattava di punire le persone che avevano represso le proteste studentesche. In realtà, dall’inizio dell’anno, Washington pagava un salario  – quattro volte più alto del reddito medio – a persone inserite in bande affinché attaccassero la polizia. Gli pseudo-studenti avevano ucciso così 43 persone in pochi mesi e avevano seminato il terrore per le strade della capitale.

Ex numero 2 dell’Isaf in Afghanistan, il generale Thomas W. Geary è ora responsabile dell’intelligence presso SouthCom.

L’azione militare era soggetta alla supervisione del generale Thomas W. Geary, dal SouthCom a Miami, e di Rebecca Chavez, dal Pentagono, e subappaltata all’esercito privato Academi (ex Blackwater); una società ora amministrata dall’ammiraglio Bobby R. Inman (ex capo della NSA) e John Ashcroft (ex Attorney General dell’amministrazione Bush). Un Super Tucano, immatricolato N314TG, acquistato dall’impresa della Virginia nel 2008 per assassinare Raul Reyes, il n. 2 delle Farc colombiane, doveva essere camuffato da aereo dell’esercito venezuelano. Doveva bombardare il palazzo presidenziale di Miraflores e altri bersagli tratti da una lista di una dozzina di obiettivi predeterminati, tra cui il Ministero della Difesa, la direzione dei servizi segreti e il canale televisivo dell’ALBA, TeleSur. Mentre l’aereo stazionava in Colombia, il quartier generale operativo di “Gerico” era stato installato presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Bogotà con la partecipazione dell’Ambasciatore Kevin Whitaker e del suo vice Benjamin Ziff.

Alcuni alti ufficiali, in attività o in congedo, avevano registrato in anticipo un messaggio alla nazione in cui annunciavano di aver preso il potere al fine di ristabilire l’ordine. Era previsto che essi sottoscrivessero il piano di transizione, pubblicato il 12 febbraio mattina da El Nacional e redatto dal Dipartimento di Stato USA. Un nuovo governo sarebbe stato formato, condotto dall’ex deputata María Corina Machado.

Il colpo di Stato doveva mettere al potere María Corina Machado. Il 26 gennaio, ha ricevuto a Caracas i suoi principali complici stranieri.

 María Corina Machado è stata la presidente della Súmate, l’associazione che ha organizzato e ha perso il referendum revocatorio contro Hugo Chávez Frias, nel 2004, già allora con i soldi del National Endowment for Democracy (NED) e i servigi del pubblicitario francese Jacques Séguéla. Nonostante la sua sconfitta, fu ricevuta con tutti gli onori dal presidente George W. Bush, nello Studio Ovale, il 31 maggio 2005. Eletta rappresentante dello Stato di Miranda nel 2011, è apparsa improvvisamente, il 21 marzo 2014, come capo della delegazione panamense per l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Fu immediatamente destituita dalle sue funzioni di deputata per aver violato gli articoli 149 e 191 della Costituzione.

Per facilitare il coordinamento del golpe, María Corina Machado ha organizzato a Caracas, il 26 gennaio, un simposio, intitolato «Potere del cittadino e Democrazia oggi», a cui hanno partecipato la maggior parte dei personaggi venezuelani e stranieri coinvolti.

Nessuna possibilità: i servizi segreti militari venezuelani sorvegliavano personalità sospettate di aver fomentato un precedente complotto che puntava ad assassinare il presidente Maduro. Lo scorso maggio, il procuratore di Caracas aveva accusato María Corina Machado, il governatore Henrique Salas Römer, l’ex diplomatico Diego Arria, l’avvocato Gustavo Tarre Birceño, il banchiere Eligio Cedeño e l’uomo d’affari Pedro M. Burelli, ma costoro hanno disconosciuto le e-mail, sostenendo che erano state falsificate dall’intelligence militare. Naturalmente, erano tutti in combutta.

Nello stare sulle tracce di questi cospiratori, l’ntelligence militare ha scoperto l’«Operazione Gerico». La notte dell’11 febbraio, i principali leader della trama e un agente del Mossad sono stati arrestati mentre la sicurezza aerea è stata rafforzata. Altri sono stati recuperati il giorno 12. Il giorno 20 le confessioni ottenute hanno permesso di fermare un complice, il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma.

 Il sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, era l’ufficiale di collegamento con Israele. Si è recato segretamente a Tel Aviv, il 18 maggio 2012, per incontrarsi con Benjamin Netanyahu e Avigdor Lieberman. Rappresentava il capo dell’opposizione venezuelana, Henrique Capriles Radonski.

 Il presidente Nicolas Maduro è immediatamente intervenuto in televisione per denunciare i congiurati. Mentre a Washington, la portavoce del Dipartimento di Stato faceva ridere i giornalisti che si ricordavano del colpo di Stato in Honduras organizzato da Obama nel 2009 – per stare all’America Latina –  o, più recentemente, del tentato colpo di stato in Macedonia, nel gennaio 2015 – per riferirci al resto del mondo -, quando affermava: «Queste accuse, come tutte le precedenti, sono ridicole. È una questione di politica di lunga data, gli Stati Uniti non sostengono transizioni politiche con mezzi incostituzionali. Le transizioni politiche devono essere democratiche, costituzionali, pacifiche e legali. Abbiamo visto più volte che il governo venezuelano sta cercando di distogliere l’attenzione dalle proprie azioni, accusando gli Stati Uniti o altri membri della comunità internazionale per gli eventi in Venezuela. Questi sforzi riflettono una mancanza di serietà da parte del governo del Venezuela nel far fronte alla grave situazione cui è chiamato a porre rimedio.»

 Per i venezuelani, questo colpo di Stato non riuscito pone una questione grave: come far vivere la democrazia, se i principali leader dell’opposizione si ritrovano in carcere per i crimini che stavano per commettere contro la democrazia?

Per coloro che pensano, a torto, che gli Stati Uniti siano cambiati, non siano più una potenza imperialista e difendano ormai la democrazia nel mondo, l’«Operazione Gerico» è un oggetto di riflessione inesauribile.

  Gli Stati Uniti contro il Venezuela

– Nel 2002, gli Stati Uniti avevano organizzato un colpo di stato contro il presidente eletto Hugo Chávez Frias [1], poi assassinarono il giudice incaricato delle indagini, Danilo Anderson [2].

– Nel 2007, hanno cercato di cambiare il regime organizzando una “rivoluzione colorata” con dei gruppi trotskisti [3].

– Nel 2014, sembravano rinunciare al loro obiettivo e sostennero gruppi anarchici per vandalizzare e destabilizzare il paese, è la Guarimba [4].

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=116286&typeb=0

Rissa tra tunisini in via Roma: uno finisce al pronto soccorso

Scambio culturale

PADOVA – Violenta rissa tra tunisini in mezzo al centro storico. Quattro nordafricani si sono affrontati in via Roma in mezzo ai passanti. In tre hanno pestato a sangue un connazionale colpendolo con calci e pugni. Poi sono scappati inseguiti dalla polizia. Il ferito è stato trasportato al pronto soccorso. La violenza sarebbe esplosa per motivi di gelosia legati a una donna.

http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/PADOVA/padova_rissa_tunisini_ferito_polizia/notizie/1199185.shtml

Non ci sono i fondi, niente sconti sugli autobus per gli esuli istriani

Non è discriminazione per i profughi 200milioni, per gli esuli nemmeno uno sconto per l’autobus

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 di Elisabetta Batic

TRIESTE – Senza risorse aggiuntive assegnate alla Provincia da parte della Regione non è possibile, ad oggi, applicare la norma legata agli abbonamenti a prezzo scontato riservati agli esuli istriani. E’ la Provincia di Trieste, che ha la competenza del trasporto pubblico locale, ad intervenire per fare chiarezza su una questione che sta accendendo il dibattito politico.

 La legge regionale 20/1997 individua i soggetti beneficiari degli abbonamenti agevolati e cioè: invalidi civili, ciechi e sordomuti, invalidi di guerra e civili di guerra e del lavoro, i perseguitati politici italiani antifascisti e razziali e gli ex deportati nei campi nazisti. “A queste categorie – si legge nella nota – i benefici di legge sono garantiti nell’ambito degli impegni assunti in sede di gara e che i concessionari sono tenuti a rispettare dalla data della stipula dei relativi contratti e sono coperti finanziariamente dai corrispettivi pattuiti”. Dieci anni dopo, la legge regionale 23/2007 aggiunge all’originario elenco dei beneficiari anche gli esuli.

 La stessa legge precisa però, che tale integrazione potrà trovare applicazione solamente “a decorrere dall’entrata in vigore della legge regionale di assegnazione delle risorse finanziarie necessarie per compensare i maggiori oneri derivanti dall’imposizione dell’obbligo di servizio”.

 La Regione, cioè, potrà imporre alle concessionarie il rilascio delle ulteriori tessere gratuite solamente quando sarà in grado di dare alle amministrazioni provinciali risorse specifiche aggiuntive rispetto al corrispettivo contrattuale vigente. La Provincia di Trieste non ha mai ricevuto dalla Regione, per tali finalità, risorse aggiuntive rispetto ai contratti in essere.

 “Ad oggi, pertanto – precisa l’assessore Vittorio Zollia – la norma è concretamente inapplicabile, salvo che qualcuno non sostenga, ma la norma non lo prevede, che dovremmo ridurre i km annui di servizio ordinario a favore dell’intera utenza per rilasciare questa ulteriore tipologia di tessere. Solo a titolo di curiosità ogni 1000 tessere rilasciate sul nostro territorio provinciale varrebbero 85.000 Km di servizio in meno, previa stipula dei relativi atti aggiuntivi qualora naturalmente la Regione volesse integrare la norma in tal senso”.

 “E’ evidente che fino a eventuale e diverso pronunciamento della Regione – ha concluso – le domande non sono accogli bili, in quanto verrebbero a costituire al momento un’inutile spesa per i cittadini”.

http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/TRIESTE/trieste_fondi_sconti_bus_esuli_istrani/notizie/1199133.shtml

«Sono clandestino e faccio quello che voglio». Pugni in faccia a due anziani

È uno scambio culturale. Ma se lo fa un “indigeno” c’è il carcere. Eguaglianza moderna

ANCONA – Prende a pugni in faccia due anziani ad Ancona, per il solo fatto che sono italiani. E’ successo sabato sera, poco dopo le 20, all’uscita del cinema multisala Goldoni, in pieno centro. Uno straniero, clandestino, ha avvicinato due coppie di anziani che erano andate a vedere un film. Ha iniziato a inveire contro di loro, al grido: «Sono clandestino e faccio quello che voglio». Poi ha sferrato un pugno in faccia a una 70enne.

 Un uomo della comitiva, 80 anni, con problemi di deambulazione, ha provato a difenderla ma è stato a sua volta colpito in viso. Poi lo straniero si è dileguato nel nulla. Gli anziani, che hanno riportato tumefazioni, hanno chiamato i carabinieri.

Lunedì 23 Febbraio 2015, 10:11 – Ultimo aggiornamento: 13:03

 http://www.ilmessaggero.it/MARCHE/ancona_clandestino_picchia_anziani/notizie/1198692.shtml

la figlia della Boldrini “”Certo che, se questi bambini poveri che hanno fame si aspettano che la mia mamma prepari loro la pasta ci resteranno male…”.

La figlia che gira con  la scorta pagata dai contribuenti, ai quali, in caso di aggressione non è riconosciuta nemmeno la legittima difesa

 Laura Boldrini in libreria: ecco la sua autobiografia: “Due anni alla Camera”

 Episodi, retroscena: la presidente si racconta in un libro. E spunta una frase della figlia

Mario Valenza  – Lun, 23/02/2015 – 15:27

 Crisi di nervi per Laura Boldrini. Dopo l’approvazione del Jobs Act, la presidente della Camera ha messo nel mirino il premier accusandolo di essere autoritario nella gestione del suo piano di governo.

Ma adesso la Boldrini rischia di finire ancora di più sotto il fuoco delle polemiche. È in infatti in uscita un’autobiografia che racconta la sua vita in politica e il suo passato all’Onu quando si occupava dei profughi. Come ricorda Il Giorno per la Boldrini non è un esordio letterario dato che ha già scritto un saggio (Tutti indietro, 2010) sulle crisi umanitarie che ha affrontato. La scrittura ma anche i viaggi tra le passioni della Presidente della Camera.

 Ma proprio questo suo continuo andare in giro per il mondo aveva spinto la figlia a lanciare una frecciatina alla sua mamma. La piccola – secondo Il Giorno – si era lamentata: “Certo che, se questi bambini poveri che hanno fame si aspettano che la mia mamma prepari loro la pasta ci resteranno male…”.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/laura-boldrini-libreria-ecco-sua-autobiografia-due-anni-1098011.html

FRAUDE FISCALE ET PARADIS FISCAUX. DÉCRYPTER LES PRATIQUES POUR MIEUX LES COMBATTRE

EODE-BOOKS – lire – s’informer – se former

Un service du Département EDUCATION & RESEARCH

de l’Ong EODE

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EODE-BOOKS -  Paradis fiscaux (2015 02 23)

# FRAUDE FISCALE ET PARADIS FISCAUX. DÉCRYPTER LES PRATIQUES POUR MIEUX LES COMBATTRE

 Auteur:  Eric Vernier

Editeur:  Dunod

 Affaire Cahuzac, affaire Guéant, affaire Karachi, affaire Bettencourt …

« Ces affaires ne sont pas la conséquence d’un monde qui se dégrade, mais celle d’une vigilance et d’une transparence accrues », affirme l’auteur.

 Alors que les États sont en quête d’argent frais, la fraude fiscale coûte près de 100 milliards d’euros à la France et plusieurs centaines de milliards à l’ensemble des nations par an. Les paradis fiscaux accueillant les fonds de la corruption doivent être combattus avec force.

 Ce livre explique clairement les tenants et aboutissants de la fraude fiscale et des paradis fiscaux :

De quoi parle-t-on ?

Comment fonctionnent les paradis fiscaux ?

Comment blanchit-on le fruit de la fraude fiscale ?

Quelles sont les conséquences sociales de ces délits ?

Quelles ont été les grandes affaires médiatiques ?

Quelle réglementation mettre en place ?

 Accessible, agrémenté d’avis d’experts et d’exemples, cet ouvrage s’adresse aux acteurs exposés aux délits fiscaux, à ceux qui luttent contre ce fléau, aux enseignants et étudiants et à tous ceux qui s’intéressent à notre environnement économique et politique.

 LE ROLE DES PARADIS FISCAUX

 A la suite de la crise financière mondiale de 2008, le G20 a pris position contre les paradis fiscaux et en faveur de la “transparence”. La finance internationale serait mieux régulée, les paradis fiscaux combattus et le secret bancaire éradiqué.

 En 2013, l’opération Offshore Leaks révèle les liens qu’entretiennent des dizaines de milliers de personnes dans plus de 170 pays avec des compagnies basées dans les paradis fiscaux.

 Qu’est-ce qu’au juste un paradis fiscal ?

Quel rôle jouent ces “paradis” dans la fraude fiscale ?

Quel impact pour les budgets de l’Etat ?

Comment lutter contre les paradis fiscaux ?

 Ce livre dresse aussi un panorama précis et synthétique sur la fraude et les paradis fiscaux et place la question de l’exil fiscal dans un contexte plus large : celui de la politique des Etats (qui en pâtissent ou en profitent).

 SOMMAIRE :

 Fraude fiscale et paradis fiscaux : de quoi parle-t-on ?

La fraude fiscale : concepts juridiques et données statistiques.

Les paradis fiscaux : histoire et définitions.

Le blanchiment de la fraude fiscale.

Aspect politiques et socio-économiques.

Les conséquences économiques, politiques et sociales.

Les grandes affaires… et les moins grandes.

La réglementation, les projets et les attentes.

Guide touristique des paradis fiscaux.

Inventaire avant liquidation.

 L’AUTEUR :

 Eric Vernier – Docteur en finance HDR, directeur de l’IRSI à Sup de Co La Rochelle, chercheur à l’IRIS, il anime depuis plus de 15 ans des séminaires sur le blanchiment et la fraude fiscale. Consultant international, formateur Francis Lefebvre et expert APM sur le risque de blanchiment, il a été administrateur de banque durant 10 ans.

 192 pages – 140×220 mm

EAN13 : 9782100705351

 EODE / 2015 02 23 /

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LE FLIRT MERKEL – POROCHENKO REVELE LES APETITS DE BERLIN EN UKRAINE / COMPLEMENT D’ENQUETE 011

Complément d’Enquête, une nouvelle série de documents videos pour mieux comprendre les émissions de géopolitique d’EODE-TV …

 LM pour EODE-TV/ 2015 02 23/

EODE-TV - COMPLEMENT flirt Merkel Porochenko (2015 02 23) FR

# COMPLEMENT D’ENQUETE 011/

DOCUMENTS pour comprendre l’émission

LE GRAND JEU. AU COEUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE.

Faut-il avoir peur du retour de la Grande-Allemagne ? (*)

 Une des rencontres Merkel-Porochenko  Kiev.

 Video sur : https://vimeo.com/120277505

 Lors de l’ « euro-maidan » de fin 2013-début 2014, Berlin, via sa diplomatie, mais aussi le BND soutient à la fois ouvertement et clandestinement les néo-bendéristes, en toute connaissance de cause. Lors du putsch du 21 février 2014, qui renverse Ianoukovitch le président élu, les troupes de choc néonazies de Praviy Sektor qui cernent le parlement sont vêtues de nouveaux uniformes allemands et exhibent même des blindés en service dans la Bundeswehr.

 Mme Merkel tente d’imposer le boxeur Klitschko, membre officiel de la CD-CSU allemande, à la double nationalité germano-allemande et qui vit à Munich, comme président. Les USA refusent. Mme Merkel en fera le maire de Kiev. Mais elle entretient une relation étroite avec Porochenko, le choix de Washington pour diriger l’Ukraine.

 En Ukraine, Mme Merkel, avec le plein accord de Washington, a les mêmes objectifs que le IIe Reich de Guillame II ou que le IIIe Reich de Hitler : la domination économique et la propriété des riches terres agricoles. Ce qui la conduit à la fois au soutien de la Junte de Kiev et à une politique anti-russe.

 « Ce qui n’empêche pas certains analystes d’évoquer ces derniers jours « un rapprochement Merkel-Poutine » qui n’existe que dans leur vision dépassée d’une géopolitique obsolète datant de la décennie précédente » analyse Luc MICHEL …

 EODE-TV / EODE Press Office /

 (*) Emission de référence :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/

PARTIE 1. UNE MENACE POUR L’EUROPE

Sur https://vimeo.com/119400138

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EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

SERVICES SECRETS ALLEMANDS ET NATIONALISME UKRAINIEN : UNE VIEILLE COLLABORATION / COMPLEMENT D’ENQUETE 012

Complément d’Enquête, une nouvelle série de documents videos pour mieux comprendre les émissions de géopolitique d’EODE-TV …

 LM pour EODE-TV/ 2015 02 20/

EODE-TV - COMPLEMENT benderistes et services allemands (2015 02 23) FR (1)

# COMPLEMENT D’ENQUETE 012/

DOCUMENTS pour comprendre l’émission

LE GRAND JEU. AU COEUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE.

Faut-il avoir peur du retour de la Grande-Allemagne ? (*)

La collaboration nationaliste ukrainienne avec les nazis en 1941-44.

Images et photos rares provenant d’un film de propagande benderiste néonazi ukrainien à la gloire des nazis (oubliez le commentaire !).

Documents d’Hitler avec des infirmières ukrainiennes et des soldats ukrainiens volontaires dans la Wehrmacht. Manifestations à Lviv des Benderistes (notez les immenses portrait d’Hitler).

Video sur : https://vimeo.com/120277504

# ALLER PLUS LOIN. BERLIN ET LE NATIONALISME UKRAINIEN :

UNE VIEILLE HISTOIRE DE COLLABORATION SUR PRES D’UN SIECLE

EODE-TV - COMPLEMENT benderistes et services allemands (2015 02 23) FR (2)

La collaboration des nationalistes ukrainiens – dont le leader incontesté est Stepan Bendera – avec les services secrets allemands est une tradition de presque un siècle :

* AVANT 1920 :

Elle commence en Ukraine occupée par le IIe Reich de Guillaume II en 1916-18. Berlin, déjà, pousse à la création d’un état ukrainien artificiel contre la Russie et aide à sa création.

Après la défaite allemande et la guerre civile russe, Moscou reprend le contrôle.

Les nationalistes ukrainiens, qui virent au fascisme radical (et sont depuis toujours antisémites), s’installent à Munich, qui restera leur capitale d’exil.

* LES ANNEES 20 ET 30 :

Ils y établissent des contacts étroits, le ciment étant l’anti-communisme et l’antisémitisme, avec le NSDAP nazi et particulièrement avec son idéologue, le germano-balte Rosenberg, auteur du MYTHE DU XXe SIECLE, la seconde bible du nazisme. Rosenberg dirige dès 1920 la diplomatie parallèle du Parti Nazi.

Pour démember l’URSS (et l’empire russe), Rosenberg prône notamment la naissance d’un état ukrainien. Les USA s’en souviendront en 1991 avec Brzezinski.

Le IIIe Reich après 1934 prend en mains les nationalistes ukrainiens. Dès 1939, des formations ukrainiennes, destinées à l’attaque contre l’URSS qui se prépare, sont constituées au sein de la Wehrmacht et notamment de ses services secrets, l’Abwehr (le bataillon Nachtegal, dont fait partie Bendera, qui porte l’uniforme nazi).

* 1941-1944 ET L’OCCUPATION NAZIE EN UKRAINE :

Lors de l’invasion de l’URSS, les nazis lâchent les fascistes ukrainiens sur l’Ukraine, mis sont divisés sur la question de l’Etat ukrainien. Bendera passe outre, le proclame et est détenu jusqu’en 1944. Mais ses lieutenants s’engagent dans la collaboration.

La Galicie et Lviv deviennent le cœur du nationalisme fasciste ukrainien (elles le sont encore aujourd’hui).

La fin de la guerre voit une partie des Benderistes former des divisions SS dites « galiciennes ». Les milices de l’UPA de Bendera et de l’OUN (une dissidence), qui ont déjà participé dès 1941 au génocide des juifs, se lancent dans des massacres de masse contre les juifs et les polonais (le soutien de Varsovie à la junte néo-benderiste de Kiev en 2014-2015 est une insultes aux polonais massacrés), mais aussi les autres minorité d’Ukraine, russes, hongroises et roumaines.

1945-1991. RETOUR A MUNICH :

La défaite de 1945 et la victoire soviétique voient les benderistes se replier en Allemagne. Les réseaux ukrainiens en URSS restent sous contrôle allemands jusque mai 1945. Leur chef : le général nazi Gehlen se met au service des américains et « ses » ukrainiens aussi. « L’Organisation Gehlen » sert de services secrets clandestins à l’Allemagne occidentale et à la proclamation de la RFA de Bonn le devient officiellement (le BND actuel). L’OTAN et les USA, via le BND, gardent la main sur les Bendéristes.

Bendera est exécuté à Munich en 1959 par le KGB (ou un de ses rivaux ukrainiens ?). Ses maquis ont mené des actions de sabotage en Ukraine, avec l’aide de l’OTAN, de 1945 à … 1956 !

APRES 1992. ENCORE ET TOUJOURS MUNICH :

Munich reste après l’implosion de l’URSS et la naissance de l’Ukraine indépendante la capitale du nationalisme ukrainien et le BND garde la haute main sur lui.

A partir de 2004, la « révolution orange » commence à réhabiliter les Benderistes, qui sont le noyau dur de l’Orangisme, y compris Bendera lui même et les SS galiciens.

Lors de l’ « euro-maidan » de fin 2013-début 2014, Berlin, via sa diplomatie, mais aussi le BND soutient à la fois ouvertement et clandestinement les néo-bendéristes, en toute connaissance de cause. Lors du putsch du 21 février 2014, qui renverse Ianoukovitch le président élu, les troupes de choc néonazies de Praviy Sektor qui cernent le parlement sont vêtues de nouveaux uniformes allemands et exhibent même des blindés en service dans la Bundeswehr.

Mme Merkel tente d’imposer le boxeur Klitschko, membre officiel de la CD-CSU allemande, à la double nationalité germano-allemande et qui vit à Munich, comme président. Les USA refusent. Mme Merkel en fera le maire de Kiev.

LA POLITIQUE DE PUISSANCE DE BERLIN

ET LES FAUSSES ANALYSES QUI FONT DE MME MERKEL UNE PRO-RUSSE :

En Ukraine, Mme Merkel, avec le plein accord de Washington, a les mêmes objectifs que le IIe Reich de Guillame II ou que le IIIe Reich de Hitler : la domination économique et la propriété des riches terres agricoles. Ce qui la conduit à la fois au soutien de la Junte de Kiev et à une politique anti-russe.

Ce qui n’empêche pas certains analystes d’évoquer ces derniers jours « un rapprochement Merkel-Poutine » qui n’existe que dans leur vision dépassée d’une géopolitique obsolète datant de la décennie précédente …

Luc MICHEL / EODE-TV / EODE Press Office /

(*) Emission de référence :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/

PARTIE 1. UNE MENACE POUR L’EUROPE

Sur https://vimeo.com/119400138

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