Su Ebola è scattata la congiura del silenzio

E’ il ceppo Zaire, il più letale. Nove su dieci muoiono, ma la Marina continua il servizio taxi e Alfano e la Lorenzin tacciono. Anche la stampa tace, meglio parlare delle femmine di Renzi capoliste alle europee….
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E’ stata definita da Medici senza Frontiere una epidemia apocalittica e allora come mai sul ceppo Zaire del virus Ebola, il più aggressivo e letale di tutti, che uccide oltre 9 persone su 10 e per il quale non esiste nessuna terapia medica, nessun vaccino, nessuna cura, e che ha fatto già oltre 118 morti, i media sostanzialmente tacciono? Come mai non assistiamo a un’occupazione dell’informazione, nonostante gli appelli dei microbiologi, nonostante negli aeroporti di Madrid, Bruxelles, Lisbona e Parigi  si mettano in quarantena gli aerei provenienti dalla Guinea e nonostante l’allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sugli aereoporti? Come mai invece per l’aviaria e la semi-innocua suina, per la quale al contrario erano disponibili vaccini anti-influenzali, si fece un gran clamore  e si spesero ventiquattro mi lioni di euro, per poi cestinare tutto ? Forse proprio perché non esiste nessun vaccino da vendere, ma l’unica, esile speranza sono l’isolamento e l’autoguarigione ? Ma se l’unica speranza e l’isolamento come si può continuare a mandare la nostra Marina a recuperare centinaia di emigranti ogni giorno? Quali precauzioni vengono prese? Questi buffoni di Alfano e della Lorenzin devono parlare !
 

Il Cile celebra il trionfo contro la legge Monsanto e l’Accordo UPOV

Il ritiro della legge Monsanto sulla privatizzazione delle sementi contadine e la non-adesione alla Convenzione UPOV 91 sulla protezione dell’ottenimento dei vegetali, sono state celebrate dai cittadini cileni, che si impegnano attivamente in difesa della produzione agro-ecologica e della cultura familiare contadina.
Trad.kefos93
http://www.michelcollon.info/?lang=fr

La “vittoria” delle banche che può scatenare un’altra crisi

Mauro Bottarelli
lunedì 1 4 aprile 201 4
Meglio tardi che mai, ammesso e non concesso che questa v olta alle parole seguano i fatti. Parlando a margine del meeting primaverile del Fmi a Washington sabato scorso, Mario Draghi ha dichiarato che «a fronte di un ulteriore apprezzamento dell’euro sui mercati v alutari, si renderebbero necessari ulteriori misure di stimolo monetario». Alleluia, visto che dal luglio 201 2 l’euro è cresciuto del 1 4% contro il dollaro e questo ha certamente aiutato la creazione dello stato pre-deflattiv o in cui ci troviamo oggi. Ma, come anticipato, Mario Draghi da almeno nove mesi minaccia interventi, salv o poi rintanarsi nell’immobilismo sperando che sia la Fed a sgonfiare la bolla globale. E tanto più che il presidente non ha per nulla fornito una soglia del tasso di cambio che potrebbe innescare un’azione da parte della Bce, limitandosi a dire che «i cambi sono uno degli elementi, non l’unico, che influisce sulla stabilità dei prezzi».
Staremo a vedere, tanto ormai siamo abituati alle cronache marziane che ci offre questo mercato da
pazzi. Una cosa è certa: chi dà le carte sono sempre gli stessi e, crisi o non crisi, l’atteggiamento non
cambia. Due esempi. Il primo riguarda ancora la Grecia e l’emissione del suo bond a 5 anni che ha fatto eccitare tanti osserv atori: sapete chi ha comprato un terzo dei 3 miliardi di euro di debito messi all’asta?
Hedge funds, mentre il rimanente è stato comprato da investitori da tutto il mondo, metà dei quali però, stranamente, con sede a Londra. Leggi, speculazione pura. Siamo alla follia pre-Lehman, si compra tutto ciò che garantisce un rendimento, tanto si sa che qualcuno interverrà in tempo.
Sabato fonti europee hanno subito gettato acqua sul fuoco dell’entusiasmo, dicendo chiaro e tondo che, nonostante l’ottima asta, Atene avrà ancora bisogno di aiuto finanziario per riuscire a onorare i
pagamenti di interessi cui deve andare incontro nei prossimi tre anni: e siccome da qui al 201 6 circa
l’80% del debito greco sarà in mano alla Bce/Ue e a creditori ufficiali, capite da soli che bisogna
garantire quei pagamenti. Insomma, la solita partita di giro. Ecco l’effetto placebo sui mercati: con tutto quel debito in mano a soggetti istituzionali, il rischio default è molto basso. Quindi, si compra col badile nonostante la ratio debito/Pil ellenica sia ancora al 1 7 8% e nonostante un haircut sui creditori priv ati di circa il 7 0% in termini effettivi. Ma come vi ho detto sabato, già il giorno dopo il bond a 5 anni ha preso 32 punti base di rendimento e perso 1 ,5 punti sul prezzo: sintomo che magari la domanda ci sarà anche stata, ma tanta parte era meramente speculativa e qualcuno in 24 ore ha già patito una perdita. Chi? Facile, i fondi pensione e i fondi di investimenti che riguardano la gente come noi, gente normale, i quali si sono fiondati immediatamente a comprare dagli hedge funds. I quali, terranno un po’ di quella carta greca ancora nei portafogli e poi se ne libereranno offrendola a prezzo d’oro al parco buoi un minuto prima dell’arriv o della tempesta. Anche perché, dopo aver patito un calo del Pil del 26% dall’inizio della crisi a oggi, come dimostra il primo grafico, l’economia greca non è affatto in miglioramento, come mostra il secondo grafico, dal quale si desume che investimenti e importazioni di capital goods necessari per far ripartire il sistema sono letteralmente collassati.
Ma veniamo al secondo esempio. La conferma che il mondo della finanza non è cambiato di una virgola dal 2008 a oggi è arrivata giovedì pomeriggio, ma ai piani alti delle banche d’affari ne si vociferav  da tempo: il Comitato di Basilea ha fatto retromarcia e ha reso noto attraverso il documento finale pubblicato proprio quel giorno che le regole più stringenti sul mercato dei deriv ati proposte lo scorso anno, di fatto, sono lettera morta. In particolare, quella che imponev a alle banche dal 1 gennaio 201 7 di accantonare somme maggiori di denaro a garanzia del mercato degli swaps, settore che v anta un controv alore nozionale di 693 triliardi di dollari. Insomma, il settore più grigio del mercato, quello di fatto alla base della crisi finanziaria del 2008, può dormire sonni sereni e continuare a macinare utili e combinare disastri.
Cosa avrebbero previsto le regole rimangiate dai regolatori è presto detto: di base, ciò che veniv a
proposto era di incrementare i requisiti sul margine nel mercato swap del 1 250%, percentuale che
appare ovviamente spropositata, ma che v a a inserirsi in un contesto dove – basti ricordare il caso
Lehman – il fallimento di un controparte v a a riverberarsi sull’intera catena del collaterale. Ora,
invece, in base ai nuovi requisiti basterà accantonare almeno il 20% della cifra totale. Una vittoria su
tutta la linea per le grandi banche che operano nel trading su deriv ati, un successo che parte da lontano e che è frutto di un’operazione di pressione lobby stica quasi senza precedenti.
Lo scorso settembre alcuni grandi soggetti bancari, tra cui l’International Swaps and Derivatives
Association, scrissero una lettera al Comitato di Basilea nella quale definiv ano «eccessiva e non equa» la proposta, sottolineando come questa «potrebbe sfociare in requisiti di capitale che renderebbero il sistema di clearing non economico». Giovedì, la sv olta. Nel documento finale reso noto dal Comitato di Basilea sulla supervisione bancaria, infatti, si richiede alle banche che operano come broker su operazioni swaps di accantonare molto meno denaro rispetto a quanto proposto un anno fa: si passa dal 1 250% della bozza originaria ad appunto il minimo del 20% attuale. Quindi, dal 1 gennaio 201 7 basterà depositare il 20% di risk-weighting presso un clearinghouse, cassa di compensazione che funge da terza parte di garanzia della transazione, e si potrà continuare a far crescere quella cifra folle che incombe sul sistema finanziario.
A confermare la vittoria delle banche, ci ha pensato prontamente Chris Cononico, presidente della
GCSA, un sottoscrittore newy orchese che punta ad assicurare le clearinghouses per il mercato dei
derivati: «Hanno (il Comitato di Basilea, ndr) av uto gente che ha potuto pensarci su un anno e hanno cambiato idea. Le banche dovrebbero essere molto felici. Di fatto, le regole proposte sono ev aporate». E a godere di questa ev aporazione sono in tanti, ma soprattutto sei soggetti, quelli che in base ai dati della US Commodity Futures Trading Commission, detenev ano a fine 201 3 i brokers su derivati più grandi:
Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Newedge Group, Morgan Stanley , Bank of America-Merrill Ly nch e Deutsche Bank. La quale, da sola, sconta – come da ultimo bilancio e prima del netting – un nozionale lordo sui derivati di 55,6 triliardi di euro a fronte di depositi per 7 52,2 miliardi. Il Pil tedesco, per intenderci, è di 2,7 trilioni di euro. Non aggiungo altro.
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/4/14/SPY-FINANZA-La-vittoria-delle-banche-che-puo-scatenare-un-altra-crisi/491048/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Euro-tax, mille euro a testa: prelievo forzoso per 20 anni

sarete mica euroscettici? Napolitano:Il monito di Napolitano: “Anche se vincono gli euroscettici, l’Europa non torna indietro” democrazia dell’europa dei popoli…….

Scritto il 14/4/14  
Mille euro all’anno per persona, per i prossimi vent’anni. L’ultimo mostro targato Ue si chiama Drf, “Debt Redemption Fund”. Letteralmente: fondo di redenzione del debito. «Tutti avranno notato lo strano silenzio della politica italiana sul Fiscal Compact, quasi che se lo fossero scordato, magari con la nascosta speranza di un abbuono dell’ultimo minuto», rileva Leonardo Mazzei. E’ un po’ come avvenne al momento dell’ingresso nell’Eurozona per i famosi parametri di Maastricht. «Ma mentre i politicanti italiani fingono che le priorità siano altre – dice Mazzei – a Bruxelles c’è chi lavora alacremente per dare al Fiscal Compact una forma attuativa precisa quanto atroce». Anche in questo caso, come per l’italica “spending review”, sono all’opera gli “esperti”: undici tecnocrati di provata fede liberista, guidati dall’ex governatrice della banca centrale austriaca, Gertrude Trumpel-Gugerell. La ratifica? A cose fatte, dopo le elezioni europee, e senza ovviamente informarne gli ignari elettori.Stando alle prime anticipazioni, sembra che la proposta sarà incentrata su tre punti: Debt Redemption Fund, Eurobond e Tassa per l’Europa. Nel Drf  «verrebbero fatti confluire i debiti di ogni Stato che eccedono il 60% in rapporto al Pil – per l’Italia, ad oggi circa 1.100 miliardi di euro», scrive Mazzei su “Antimperialista”, in un post ripreso da “Come Don Chisciotte”. Secondo Antonio Pilati del “Foglio”, «l’idea degli esperti è a doppio taglio e la seconda lama fa molto male all’Italia: è infatti previsto che dal gettito fiscale degli Stati partecipanti si attui ogni anno un prelievo automatico pari a 1/20 del debito apportato al fondo. Nel progetto, le risorse raccolte dal fisco nazionale passano in via diretta, tagliando fuori le autorità degli Stati debitori, alle casse del fondo. Si tratta di un passaggio cruciale e drammatico tanto nella sostanza quanto – e ancora di più – nella forma».Concorda Riccardo Puglisi sul “Corriere della Sera”: «L’aspetto gravoso per l’Italia è che la Commissione sta anche pensando ad un prelievo automatico annuo dalle entrate fiscali di ciascuno Stato per un importo pari ad un ventesimo del debito pubblico trasferito al fondo stesso. Il rientro verso il 60 per cento avverrebbe in modo meccanico, forse con un eccesso di cessione di sovranità». E’ probabile che la patata bollente verrà affrontata solo dopo le elezioni europee, ipotizza Mazzei. «Ma la direzione di marcia è chiara. La linea dell’austerity non solo non è cambiata, ma ci si appresta ad un suo drammatico rilancio, del resto in perfetta coerenza con i contenuti del Fiscal Compact, noti ormai da due anni». Di fatto, «per l’Italia si tratterebbe di un prelievo forzoso – in automatico, appunto – di 55 miliardi di euro all’anno per vent’anni. Cioè, per parafrasare lo spaccone di Palazzo Chigi, di mille euro a persona (compresi vecchi e bambini) all’anno, per vent’anni. Per una famiglia media di tre persone, 60.000 euro di tasse da versare all’Europa».Questa è l’ipotesi sulla quale sta lavorando l’Unione Europea – quella vera, non quella narrata «dal berluschino fiorentino» o “l’altra Europa” «dei sinistrati dalla vista corta». Per Mazzei, «è la logica del sistema dell’euro e della distruzione di ogni sovranità degli Stati, che in questo sistema sono destinati a soccombere. Tra questi il più importante è l’Italia. E forse sarà proprio nel nostro paese che si svolgerà la battaglia decisiva». Il sistema dell’euro, «tanto antidemocratico quanto antipopolare», procede imperterrito per la sua strada. «Le classi popolari hanno davanti vent’anni di stenti, miseria e disoccupazione. O ci si batte per il recupero della sovranità nazionale, inclusa quella monetaria, o sarà inutile – peggio, ipocrita – lamentarsi della catastrofe sociale che ci attende». Quest’ultimo giro di vite lo conferma: gli eurocrati non si fidano più dei singoli Stati, e si preparano a «mettere direttamente le mani nel gettito fiscale di ogni Stato da “redimere”».“Antimperialista” fornisce anche l’identikit degli 11 super-tecnocrati che preparano il maxi-prelievo forzoso europeo. Gertrude Tumpel-Gugerell, ex banchiera centrale austriaca «famosa per le operazioni speculative che misero in difficoltà la banca», è ora nel Cda di Commerzbank. Agnés Bénassy-Quéré, economista e docente universitario francese, ha lavorato al ministero delle finanze di Parigi. Vitor Bento, ex banchiere centrale del Portogallo, è un esponente del centrodestra portoghese. Il neoliberista Graham Bishop, consulente finanziario di alto rango, è stato membro influente della commissione che, negli anni ‘90, preparò il passaggio all’euro. Ultra-liberista anche la tedesca Claudia Buch, esperta di mercati finanziari. Leonardus Lex Hoogduin, economista olandese, è stato advisor della Bank of International Settlements, la super-banca dei regolamenti internazionali.La lista si completa con Jan Mazak, giudice slovacco, già avvocato generale presso la Corte Europea di Giustizia di Lussemburgo. Belén Romana, ex direttore del Tesoro spagnolo, è attualmente amministratore delegato della Sareb, la “bad bank” cui sono stati conferiti gli asset tossici del settore immobiliare iberico. Nel gruppo figurano anche Ingrida Simonyte, ex ministro delle finanze della Lituania, e Vesa Vihriala, membro dell’associazione degli industriali finlandesi nonché ex advisor di un certo Olli Rehn. Non mancano infine personaggi come l’economista Beatrice Weder di Mauro, proveniente dal Fmi e oggi nel board della ThyssenKrupp ed in quello di Hoffman-La Roche. Questi sono i nomi – e i curriculum – degli “esperti” del super-potere eurocratico incaricato di “tosarci” per i prossimi vent’anni, scavalcando ormai anche l’amministrazione fiscale dei nostri Stati.
http://www.libreidee.org/2014/04/euro-tax-mille-euro-a-testa-prelievo-forzoso-per-20-anni/?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=feed+%28LIBRE+-+associazione+di+idee%29

Sempre più acidi gli oceani. E sempre più in fretta

domenica 13 aprile 2014
 
 
Da “Climate Progress”. Traduzione di MR
 
Di Emily Atkin
  
Una barriera corallina norvegese con gorgonie e madrepore in Norvegia. Foto AP Photo/Geomar, Karen Hissmann
 
E’ conoscenza comune nella comunità scientifica che il cambiamento climatico alla fine acidificherà gli oceani rendendoli aspri. Ciò che è una conoscenza meno comune è quando esattamente accadrà. Nell’Oceano Pacifico tropicale, tuttavia, le risposte stanno diventando un po’ più chiare – e non sono piacevoli. Secondo uno studio pubblicato da scienziati del NOAA e dell’Università di Washington mercoledì, la quantità di biossido di carbonio ne Pacifico tropicale è aumentata più rapidamente di quanto previsto negli ultimi 14 anni, rendendo quella parte dell’oceano molto più acida di quanto si credesse in precedenza. “Ipotizziamo che gran parte dell’aumento di biossido di carbonio [nel Pacifico tropicale] sia dovuto al CO2 antropogenicoha detto a E&E News Adrienne Sutton, una ricercatrice presso l’Istituto Congiunto per lo Studio dell’Atmosfera e dell’Oceano del NOAA all’Università di Washington. In altre parole, gli scienziati dicono che i loro risultati mostrano che gran parte dell’aumento delle concentrazioni di biossido di carbonio possono essere attribuite al cambiamento climatico antropogenico. Questo perché mentre la quantità di CO2 nell’atmosfera aumenta ad un tasso di circa 2 ppm all’anno, parti del Pacifico tropicale hanno visto un aumento delle concentrazioni di CO2 fino a 3,3 ppm all’anno. Lo studio del NOAA ha monitorato i livelli di CO2 su sette boe nel Pacifico tropicale a partire dal 1998.
 
E’ stata una grossa sorpresa. Non ci aspettavamo di vedere tassi così forti”, ha detto la Sutton. Anche se la frase “riscaldamento globale” in genere evoca immagini di un’atmosfera più calda, il fenomeno probabilmente ha un impatto ugualmente grande sui nostri oceani. Quando grandi concentrazioni di CO2 vengono rilasciate nell’atmosfera, l’oceano finisce per assorbirne circa un quarto, secondo il NOAA. Il CO2, a sua volta, rende l’oceano più acido. Alcuni scienziati sostengono che le nostre emissioni di CO2 cambiano la chimica dell’oceano più rapidamente di quanto sia cambiata in milioni di anni. Questo, secondo un rapporto di mercoledì della BBC News, promette di avere un effetto dannoso sul corallo – una parte vitale dell’ecosistema oceanico. “Siamo molto preoccupati perché i piccoli di corallo trovano molto difficile sopravvivere in alti livelli di CO2, quindi le barriere non saranno in grado di ripristinare sé stesse” ha detto alla BBC Katharina Fabricius dell’Istituto Australiano di Scienze Marine. “E’ molto, molto grave”. L’acidificazione danneggia anche i pesci, facendo perdere ad alcuni il senso dell’odorato e facendoli “agire in modo incauto in presenza di predatori”, ha riportato la BBC.
 
Il rapporto più recente dell’IPCC dell’ONU ha detto che c’era una sicurezza alta che il cambiamento climatico esacerberà l’aumento di CO2 nell’atmosfera, causando quindi un maggiore assorbimento da parte degli oceani che diventano così acidi. Ci sono anche prove emergenti del fatto che il processo di acidificazione dell’oceano possa essere arrivato al limite, contribuendo realmente al cambiamento climatico stesso. Secondo un articolo sulla rivista Nature, l’acqua di mare intrisa di biossido di carbonio causerà il rilascio nell’atmosfera da parte del plancton di alcuni sui composti.

Ebola: un filo ci lega alla morte ma non lo si recide. ALFANO E LORENZIN FATE QUALCOSA !!

L’omertà antirazzista che costa vite umane, tanto delle vittime quanto dei possibili futuri contagiati.
Si parla di Ebola, non di un problema risolvibile con l’aspirina

Le parole di una madre squarciano il velo di omertà intorno a Ebola. 40 emigranti sono stati blindati di corsa a San Rossore, con febbre e congiuntivite…ma nessuno ne parla

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Ebola: quello che non ci dicono: lettera aperta di una madre in ansia al Prof. Clerici
Sono una Madre Italiana,
figlia, sorella, cugina, nipote di medici e fin da piccola in casa a colazione abbiamo mangiato pane e prevenzione, quindi benché non sia medico, so esattamente cosa sia ebola per trasmissione diretta dell’informazione. detto ciò da quando nell’aria ho sentito la parola Ebola le mie antenne si sono drizzate e ho iniziato a monitorare la situazione su questo sito hisz.rsoe
Ad oggi dal 19 di marzo 2014 sono 5 le NAZIONI, ribadisco 5 Nazioni colpite da EBOLA, oggi tristemente si è aggiunto il Ghana. Lei lo sa meglio di me cosa questo significa, quando leggo che ci vorranno 2 o 3 mesi per fermare il contagio onestamente mi metto a ridere per non mettermi a piangere. il fatto che il virus Ebola Zaire sia arrivato in una città così grande che conta più di 1 milione di abitanti per me povera ignorante vuole dire solo una cosa: è stato perso il controllo. quando leggo che ci sono 122 infetti io leggo che quei 122 sono quelli che sono stati identificati per pura fortuna ( a Firenze si dice in un altro modo) fino ad ora e che per quei 122 sotto osservazione ce ne sono con tutta probabilità altrettanti in giro ad ungere la popolazione. altrimenti mi deve spiegare come ha fatto una bambina di 12 anni in Ghana ad essere contagiata. non mi dica minestra di pipistrello o zuppa di scimmia per cortesia!
Il punto è che essendo arrivato il virus in una grande città non solo si è perso il controllo della situazione, ma la cosa si complica ulteriormente perchè una città di 1 milione di abitanti con il napalm non la si può proprio trattare per ”disinfettarla” come è stato fatto al termine dell’emergenza con i villaggi rurali sparsi in mezzo al niente dove fino ad ora ebola si è manifestato.
Vogliamo parlare del centro di cura in Guinea attaccato dalla popolazione e dal quale il personale di MSF è dovuto evacuare? nelle mani di chi sono gli infetti adesso? chi si assicura che nessuno possa essere contagiato in quell’area? chi si assicura che i cadaveri vengano trattati nel giusto modo? il servizio sanitario locale? mi chiedo come mai in Africa dove a malapena in delle aree c’è l’anagrafe ci sia bisogno di MSF se c’è un così efficiente servizio sanitario! lo dica insieme a me: è stato perso il controllo.
Dal presidente dei Microbiologi clinici italiani in tutta onestà una affermazione come questa proprio preferirei evitare di sentirla, altrimenti mi chiedo se vive in Italia! << L’Italia non ha voli diretti con le capitali dei Paesi attualmente coinvolti dall’epidemia>> riportata in questo link  Corriere.it  si ho visto che ha nominato i centri di prima accoglienza ma non sarebbe forse il caso di dire che si è vero non abbiamo voli diretti da quelle zone, ma abbiamo un servizio di taxi via mare EFFICIENTISSIMO D’ECCELLENZA, e con la DEPENALIZZAZIONE del reato di clandestinità siamo la meta più attraente del momento ora che offriamo vitto alloggio e vitalizio a chi ci porta in cambio regalini come la tubercolosi!
Lei vive in Italia? lo sa che sono attesi più di 600.000 ”turisti-migranti” col servizio taxi via mare nostrum? che manco a farlo apposta arrivano proprio da quelle zone? lei dice sarebbe meglio fare attenzione? io dico sarebbe meglio interrompere MOMENTANEAMENTE l’operazione mare Nostrum perchè, a parte i vostri laboratori, voglio vedere chi della croce rossa è disposto a CONTRARRE il virus per dare la prima accoglienza e fare i primi controlli sanitari. Me lo immagino già il cordone sanitario! sarà tanto se al personale della croce rossa verranno dati dei guanti!!! figuriamoci mascherine e occhiali, i camici? i sovracamici? lavati e sterilizzati tutti i giorni suppongo! stiamo parlando di un virus ai quali infetti il personale sanitario si avvicina solo se ha una protezione altissima-
E il personale militare che soccorre chi casca in acqua o prendono la mano di chi scende per farli appunto scendere??? e se una goccia di starnuto di un infetto finisce nell’occhio o nella bocca di un altro? lei lo sa meglio di me, i migranti viaggiano stipati uno addosso all’altro per ore in mare e lo scambio di umori in quella situazione è più facile che mai e nei centri di accoglienza idem, IN QUELLE CONDIZIONI NE BASTA UNO INFETTO per portarci alla catastrofe. i laboratori di diagnosi una volta che il virus avrà preso piede in Italia, saranno inutili. A meno che qualcuno non stia VENDENDO la salute pubblica MONDIALE a qualche azienda del settore, a beh allora!!! avanti tutta mare nostrum!!!! sono su questo mondo da 45 anni e credo di aver già visto questo film. NESSUNO VUOLE PIU’ VEDERE QUESTI FILM.
Se ha un po di AMORE per il suo Paese se non è uno dei tanti VENDUTI, si faccia sentire, faccia interrompere temporaneamente l’operazione mare nostrum. Bisogna pattugliare le acque e controllare seriamente gli aereoporti. o ci si concentra su gli aeroporti o ci si concentra sul flusso di migranti. strategicamente delle due una! quanto personale sanitario specializzato può scendere in campo ben attrezzato e munito dell’ adeguato abbigliamento per MONITORARE SERIAMENTE la situazione????
Se è un ITALIANO, se è innamorato dell’umanità invece che della poltrona, se essere il presidente dei Microbiologi clinici italiani conta qualcosa in questa spiacevole occasione, si comporti come un essere umano e difenda il POPOLO italiano. Tatticamente quanto crede che ci vorrà perchè le nazioni europee chiudano gli aeroporti? poco ci manca poco. e noi teniamo aperta l’emorragia via mare mentre chiudiamo le piccole escoriazioni che sono gli aeroporti a confronto? una volta che l’infezione arriva in Italia, la Germania, la Francia e la Svizzera chiuderanno le frontiere e gli Italiani rimangono tutti dentro lo stivale. la prego si attivi, dia la sveglia che qui mi sa che dormono tutti sulla poltrona più preoccupati dei vantaggi personali che di assicurarsi che il bene comune sia tutelato.
Lei lo sa meglio di me, prevenire è meglio che curare una patologia estremamente contagiosa, fulminea, mortale 9 casi su 10, in Italia poi … dove gli ospedali sono già saturi di malati in tutti i reparti e le condizioni igieniche fanno quasi concorrenza all’Africa oramai. Ce ne sarà uno in Italia che ragiona utilizzando la testa e il cuore? io mi auguro che sia lei. Coraggio. O volete passare alla storia come coloro che per sciatteria e scelleratezza hanno diffuso la pandemia di ebola sulla faccia del pianeta? Si adoperi per fermare temporaneamente qualunque sbarco, perchè gli aeroporti e i porti vengano controllati maggiormente e perchè si invii personale specializzato in Africa a dare supporto a medici senza frontiere in campo e alle frontiere.
Legga sotto per cortesia, possibile capire cosa succede a san rossore? 40 migranti provenienti dall’africa blindati a san rossore con febbre e congiuntivite. paginaq.it  ho parlato con il responsabile dell’associazione citata nell’articolo e mi ha detto che i migranti arrivano dalla Libia, mentre invece so da persone residenti nei pressi che hanno parlato con dipendenti della tenuta che i 40 migranti arrivano dal Congo e dal Mali. diciamo che qualcuno mente! perchè? magari mi sbaglio ma sa com’è a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca! la ringrazio dell’ascolto, è possibile che abbia avuto la sensazione di essere strapazzato, mi dispiace, è il compito di una Madre quello di strapazzare! Sono molto preoccupata per la situazione e ho intenzione di smuovere mari e monti perchè si capisca che abbiamo una emorragia in corso che è un filo diretto con EBOLA. un sincero saluto
Francesca Colella

Europa, il sogno di pochi che è diventato incubo per tutti

Informare Per Resistere
 
– di Pier Paolo Dal Monte –
 
All’inizio dell’opera di Sigmund Freud L’interpretazione dei sogni, si trova, in epigrafe, la strofa diVirgilio che recita: “Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo” (“Se non riuscirò a muovere gli dei del cielo, smuoverò gl’inferi”, Eneide VII, 312). Il padre della psicanalisi voleva così indicare l’attività onirica come espressione delle profondità inconsce della psiche, da lui accostate agli inferi.
 
Questa frase ci sembra oggi assai attinente per tutto ciò che riguarda ciò che viene propagandato come il “Sogno europeo” che, come è ormai evidente, non fu concepito per muoversi verso le regioni celesti, ma per sprofondare negl’inferi.
 
Secondo le scritture Indu, Maya rappresenta l’illusorietà del divenire fenomenico che si frappone come un velo davanti al nostro sguardo, impedendo la vista del “reale”. Se dal punto di vista ontologico viviamo in un’illusione, la stessa cosa si può dire secondo un punto di vista assai più terreno: quello della narrazione dei fatti e degli eventi e della vita di tutti i giorni, quello che si suole, con un eufemismo abbastanza grottesco, chiamare “informazione”. Anche qui la rappresentazione dei fenomeni copre con uno spesso velo la realtà, solo che in questo caso il velo è costituito dalle menzogne con le quali, ciò che chiameremo pietosamente lo “spirito del tempo”, cela la realtà.
 
In quest’ottica possiamo osservare il castello di fandonie che è stato costruito, negli ultimi decenni, dalle varie marionette di regime (giornalisti, economisti, politici), riguardo al famoso “Sogno europeo”. Tutto questo per convincere gi ignari cittadini -e forse anche se stessi- che tutto quello che veniva attuato sulla loro pelle e loro malgrado, e che è costato loro “lacrime e sangue” (economicamente parlando), veniva fatto per “il loro bene” (visto che vi è sempre qualcuno così lungimirante e generoso che conosce quale sia il bene altrui e lo persegue, nonostante tutto).
 
Così è stata fatta un’accurata e quasi perfetta opera di disinformazione atta a convincere tutti che questo Sogno, sognato solo da alcuni, dovesse essere il Sogno di tutti. Certo, ma come non pensare che i sogni di tutti non debbano essere popolati d’altro che una moneta unica, un grattacielo situato a Francoforte con davanti una € circondata da tante stelline? Come non ritenere ovvio che la direzione maestra sia quella di sottoporsi a inutili sacrifici, sottoporsi a parametri macroeconomici arbitrari, che vengono dettati da istituzioni sovranazionali (la famosa troika) capitanate da repellenti marionette?
 
Quanto a noi, non riusciamo proprio a sognare questo Sogno, nemmeno nei momenti nei quali la nostra coscienza si assopisce per scivolare nell’oblio del riposo (ammettiamo la nostra condizione di peccatori, perché l’agnosticismo onirico è il più moderno dei peccati). No, non ci è mai accaduto. di sognare unioni valutarie o politiche che comportassero sacrifici inenarrabili e gratuiti.
 
In questi ultimi anni molti cittadini europei (anche se la dizione è impropria, perché l’Europa è un concetto, non uno stato) hanno potuto scoprire sulla propria pelle che il famoso Sogno è diventato un incubo: Acheronta movebo.
 
Per interpretare questo Sogno, non abbiamo scomodato Freud, ma abbiamo trovato una chiave di lettura assai migliore nel libro di Alberto Bagnai, dal suggestivo titolo Il tramonto dell’euro, che ci pare compiere un’opera di disvelamento particolarmente efficace.
 
L’autore ci racconta che le tante parole e frasi che, negli ultimi anni, hanno riempito ogni angolo dell’etere e della carta stampata, come “rigore”, “austerità” e, in nome di un destino immanente, incarnato dalle parole “ce lo chiede l’Europa”, non siano state altro che una propaganda pervasiva ed efficace per nascondere il vero volto dei fatti, nascosto dalla “bava essiccata di generazioni di mentitori di professione” (Renè Daumal). Difatti, la spiegazione è da cercarsi altrove, in primis nella teoria delleAree Valutarie Ottimali (il cui acronimo suona Oca, dall’inglese Optimum Currency Area) che, per essere tali devono essere caratterizzate da una certa omogeneità tra le economie dei paesi che ne fanno parte, in particolare riguardo  il tasso di inflazione, la politica fiscale, e le politiche del lavoro. Inoltre, le aree economicamente più deboli devono poter essere sostenute dalla fiscalità generale (tramite trasferimenti diretti e/o sgravi fiscali, come avviene tra i vari stati degli Usa).
 
Questo, tuttavia, non è stato il caso dei paesi aderenti all’unione monetaria europea, come denuncia l’autore: “La teoria suggeriva che l’Europa non poteva essere un’Oca e che il sogno sarebbe diventato un incubo. La decisione quindi non poteva essere tecnica, doveva essere politica, di quella politica pelosa che dichiara di volare alto, al di sopra della piatta razionalità tecnicistica, e quindi induce al sogno, cioè al sonno, i molti, perché questo è il modo migliore per fare l’interesse dei pochi, di quelli che possono pagare”.
 
E ancora: “Quello che inquieta è il disegno politico di quest’operazione: l’idea che in una democrazia i governanti possano procedere in modo autonomo, prendendo delle decisioni che costringono i cittadini a “fare la cosa giusta” imponendo loro dei costi [..]. Dietro al grande “sogno” europeo si intravede, in realtà un disegno di compressione delle libertà civili ed economiche delle classi subalterne in nome del famoso vincolo “esterno”.
 
A questo punto tutto il Sogno, appare nella sua cruda realtà: un esperimento sociale su scala continentale, compiuto dapprima sulla Grecia, poi, visto il successo ottenuto nell’opera di distruzione di quel piccolo e sfortunato Paese, su numerosi altri (i cosiddetti Piigs). I moderni e anaffettivi burocrati che coordinano questo esperimento, non sono altro che moderne espressioni di quella “banalità del male” già incarnata in passato da personaggi altrettanto grigi come Adolf Eichmann. Ma forse il concetto di Untermenschen non è solo un ricordo del passato.
 
Per un approfondimento di questi temi, ci permettiamo di suggerire il convegno Un’Europa senza euro: costi e benefici per famiglie e imprese nelle proposte di economisti e politici europei, che si terrà a Roma il prossimo 12 aprile.
 

Impennata dei prezzi mondiali del petrolio. End game della strategia mondialista?

di Cristina Amoroso
 
I prezzi mondiali del petrolio hanno registrato un’impennata nel corso di rinnovate tensioni e di nuove ondate di proteste di massa in Ucraina. Martedì scorso, a New York, il prezzo della West Texas Intermediate (Wti) per la consegna di maggio è salito di 2,12 dollari, attestandosi al 102,56 al barile, che è il suo livello più alto in un mese. Il prezzo della Brent Mare del Nord per la consegna a maggio è cresciuto di 1,58 dollari per raggiungere 107,67 dollari al barile a Londra.
 
L’aumento dei prezzi segue a ruota il crescere di manifestazioni filo-russe in Ucraina. Domenica 6 aprile, si sono verificati nuovi scontri a Donetsk. Una manifestazione di circa duemila persone che protestavano contro il governo centrale ucraino si è trasformata dopo poco in un assalto di un drappello di uomini all’edificio dell’amministrazione regionale. Entrati all’interno, i manifestanti hanno issato bandiere russe sui balconi e chiesto ai consiglieri di indire un referendum sull’autonomia da Kiev entro il 18 aprile. Analoghe manifestazioni filo-russe si sono tenute nelle principali città di Kharkiv e Lugansk in Ucraina orientale nei giorni scorsi. I manifestanti di Kharkiv, hanno dichiarato la loro indipendenza da Kiev annunciando la formazione della repubblica indipendente alla stregua dei pro-russi di Donetsk. Le principali città dell’Ucraina orientale e meridionale stanno chiedendo la loro autonomia dopoché la Crimea ha dichiarato la propria indipendenza, facendo formalmente parte della Federazione russa a seguito del referendum del 16 marzo, in cui quasi il 97 per cento degli elettori ha votato l’annessione alla Russia.
 
Desmond Chua, analista di mercato presso i Cmc Markets a Singapore ha sostenuto che: “Le tensioni rinnovate in Ucraina stanno decisamente fornendo un sostegno ai prezzi del petrolio”. I ricercatori di mercato infatti ritengono che i commercianti sono preoccupati per un’interruzione nella fornitura di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina, che porterà i prezzi del petrolio e del gas alle stelle.
 
Il contrasto tra Kiev e Mosca non è una questione tra due Paesi vicini  ma un vero conflitto globale, una guerra iniziata a suon di economia e finanza, approvvigionamento energetico e materie prime. Una volta terminata la guerra con le armi è iniziata la lotta per la supremazia. Al crollo dell’Unione sovietica, Washington ha instaurato un assetto geopolitico unipolare incardinato sugli Stati Uniti, per raggiungere il quale i centri decisionali statunitensi hanno escogitato e messo in atto una strategia “mondialista” volta ad omologare tutti i popoli che abitano il pianeta ai principi del nuovo ordine mondiale. Tale strategia si è dispiegata sul piano economico attraverso l’espansione coatta del libero mercato, su quello geopolitico con l’occidentalizzazione del mondo e su quello militare con la riconfigurazione ed espansione verso Est della Nato, come sostiene Giacomo Gabellini nel suo libro, “La Parabola. Geopolitica dell’Unipolarismo Statunitense”.
 
Sta di fatto che ora il controllo dell’Ucraina è diventato obiettivo strategico geopolitico. Dietro l’impennata dei prezzi mondiali del petrolio c’è il Gazpromrusso, il transito nei gasdotti ucraini è fondamentale per mantenere lo status quo sulle forniture.
 
Riuscirà Washington a interrompere il rapporto Russia-Ue sul gas per inserirsi con le sue forniture e legare a sé l’Europa in un abbraccio mortale?
 
Riuscirà Washington a subentrare in Ucraina nel “granaio” della Russia, per “aumentare” la produzione del grano grazie alla Monsanto e alla Dupont, e alle altre multinazionali “occidentali” come la Nestlè, la Kraft, la Cargill… che vi hanno investito negli ultimi anni miliardi di dollari?
 
Riuscirà Washington a mettere in Ucraina un altro tassello alla strategia militare Usa-Nato per accerchiare la Russia, avanzando il suo scudo missilistico dopoché i Paesi dell’Ex Unione Sovietica sono entrati nella Nato (Polonia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia)?
 
Riuscirà Washington a portare avanti la sua strategia mondialista? E se non ci riuscirà quale altra strategia metterà in atto in Europa o nel mondo?
 
E intanto la situazione degli  Ucraini ricorda sempre più quella della Grecia, il loro Paese è a rischio fallimento, per i debiti con i russi… l’aumento del prezzo del gas… Fortunatamente gli occidentali hanno un altro obiettivo strategico: gli eurodollari dati in prestito.
 
Il Fondo Monetario Internazionale ha negoziato con l’attuale premier ucraino Arseniy Yatsenyuk, che è un economista ed ex dirigente di banca (guarda caso?), un pacchetto di “aiuti all’Ucraina” tra i 14 ed i 18 miliardi di dollari, gli Usa promettono un miliardo, il Giappone uno e mezzo, l’Ue ha promesso 11 miliardi di cui 1,6 arriverà dopo l’accordo con il Fmi. Prestito o sciacallaggio? L’Italia ne sa qualcosa!

Ecco la Finanziaria di Renzi: 44 miliardi di tasse in più

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di MARIETTO CERNEAZ
 
Sarebbe il caso che la stampa allineate la smettesse di continuare a propagandare le menzogne di governo, che con Renzi al timone non sono diverse da quando le raccontavano Berlusconi, Monti e Letta.
 
Ieri, l’Istat (roba pubblica) ha sciorinato numeri che lasciano ben intendere che la ripresa è solo nella testa bacata dei politicanti. Due giorni fa, la Cgia di Mestre ci ha spiegato che quest’anno, 2014, le gabelle sulla casa schizzano a quasi 5 miliardi di euro. Due giorni fa, le ennesime conferme su aumento del debito pubblico, della disoccupazione e dei parassiti assunti dallo Stato: la panzana del taglio delle province, prevede – non a caso – l’aumento di oltre 20.000 cadreghe per la casta politicante.
 
Oggi, Finanza.com ci ricorda che la stangata fiscale in arrivo è di oltre 44 miliardi di euro. Leggiamo: “E’ quanto le famiglie e imprese pagheranno in più di tasse  nel quinquennio 2013-2018 secondo quanto previsto dal Documento di economia e finanza approvato dal governo Renzi la scorsa settimana. Lo rileva un’analisi del Centro studi di Unimpresa sulla base delle informazioni contenute nel Def 2014. Il programma dell’esecutivo prevede infatti maggiori entrate per 3,8 miliardi quest’anno e per altri 6,4 miliardi l’anno prossimo; nel 2016, nel 2017 e nel 2018 sono previsti incassi tributari aggiuntivi rispettivamente per 10,1 miliardi, 11,8 miliardi e 11,8 miliardi. In totale, famiglie e imprese pagheranno tasse in più per 44,09 miliardi nel quinquennio 2013-2018″.
 
Ancora: “Gli interventi del piano nazionale di riforme non sono quindi a costo zero e comportano l’indicazione di cosiddette coperture finanziarie. Le maggiori entrate previste, rimarca il rapporto dell’associazione, si riferiscono nel dettaglio alle misure per il contenimento della spesa, il lavoro e le pensioni, il sostegno alle imprese. Per quanto riguarda il contenimento della spesa, per coprire le sforbiciate al bilancio statale sono previsti incrementi di imposta, evidentemente con l’obiettivo di non ridurre i servizi della pubblica amministrazione ai cittadini, pari a 1,6 miliardi quest’anno e 4,1 miliardi nel 2014; nel triennio successivo sono previsti maggiori entrate per 8,1 miliardi, 10,1 miliardi e 10,09 miliardi. “Complessivamente – rimarca Unimpresa – le misure sulla spesa statale provocheranno 34,09 miliardi di tasse in più. Gli interventi sul lavoro e sulle pensioni comportano inasprimenti fiscali per 1,5 miliardi nel 2014 e 1,7 miliardi l’anno nel periodo 2014-2018: in totale si tratta di imposte aggiuntive per 8,4 miliardi. Le misure sul sostegno alle imprese saranno coperte con 1,5 miliardi di tasse in più nel quinquennio in esame (620 milioni nel 204, 630 milioni nel 2015 e 326 milioni nel 2016)”.
 
Le parole stanno a zero! La frottola degli 80 euro in busta paga – che Renzi e la sua compagnia cantante – vanno propagandando è nulla più che l’ennesimo specchietto per le allodole. Le tasse, come sempre, continueranno ad aumentare. La spesa pubblica anche. Cottarelli e la sua spending review sono solo ciarlatani di regime. Ricordatevi: “Se tutti pagassero le tasse, lo Stato sprecherebbe e spenderebbe di più”. E’ quanto sta puntualmente accadendo.

L’Islanda smantella la Corruzione – Poi ha Arrestato Dieci Banchieri dei Rothschild

” La verità della questione è … Nessuno , tranne gli islandesi , devono essere l’unica cultura del pianeta che hanno ottenuto questo successo . Non solo hanno avuto successo , a rovesciare i Governanti corrotti , ma hanno anche redatto una nuova Costituzione per evitare che questo succeda ancora.
“E questa non è la parte migliore … La parte migliore è che hanno arrestato tutti ibancari burattini dei Rothschild / Rockefeller, responsabili del caos e del crolloeconomico del Paese. La settimana scorsa 9 persone sono state arrestate a Londra e Reykjavik per la loro eventuale responsabilità per il crollo finanziario dell’Islanda nel 2008, una crisi profonda che si è sviluppata in una reazione pubblica senza precedenti, che sta cambiando la direzione del paese … “
” … La pressione esercitata dai cittadini islandesi ‘ è riuscita non solo a far cadere il governo, ma anche ad iniziare la stesura di una nuova costituzione (in corso), e sta cercando di mettere in galera i banchieri responsabili della crisi finanziaria del paese . “
” Sigurdur Einarsson , ex presidente della defunta banca islandese Kaupthing, è stato arrestato a Londra alle 5.30 di questa mattina insieme con il più grande cliente della banca, Robert Tchenguiz, e altri cinque in un’operazione congiunta da parte delSerious Fraud Office ( SFO) del Regno Unito  e  l’ Ufficio del Procuratore speciale in Islanda.”
 
tradotto da me 31/3/2014