In Italia 4,8 mln di persone sono in condizioni di povertà assoluta

ma come è stato possibile giungere fin qui visto che in piazza a lottare ci sono sempre i paladini dei deboli? Quelli che pensano basti votare Tsipras e riformare la ue delle banche e dei banchieri (che tanto sono disponibili vero i più poveri, sono ragionevoli e ci si può parlare per riformarli….)

By Edoardo Capuano – Posted on 12 febbraio 2014

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In Italia, una famiglia su quattro versa in condizioni di disagio sociale. È ciò che emerge dal rapporto Noi Italia pubblicato dall’Istat, secondo il quale, nel 2011, sei famiglie su dieci (il 58%), hanno vissuto con uno stipendio inferiore ai 2.500 euro mensili, ovvero (29.956 euro annui, circa 2.496 euro al mese).
 
L’istituto di statistica rileva, inoltre, come la disuguaglianza nella distruzione del redditosia particolarmente alta in Campania e in Sicilia, dove il reddito medio annuo è inferiore di oltre il 28% rispetto a quello del resto della Penisola. In Sicilia, inoltre, metà delle famiglie vive con 17.804 euro annui, circa 1.484 euro mensili.
 
Nel 2012, poi, una famiglia su quattro (24,9%) ha presentato almeno tre delle difficoltà che si contemplano nell’indice sintetico di deprivazione, mentre al Sud la percentuale ha raggiunto il 41%. In particolare, il 2,4% delle famiglie non si può permettere l’acquisto di una tv, di un telefono o di un’auto, il 50,5% afferma di non riuscire a permettersi una settima di vacanza lontano da casa, il 17,5% non si può permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni e il 22% non riesce a scaldare adeguatamente la propria abitazione.
 
Sono in condizioni di povertà assoluta, invece, il 6,8% dei nuclei familiari, per un totale di più di 4,8 milioni di persone. L’incidenza più alta della povertà assoluta si registra in Sicilia (29,6%), Puglia (28,2%), Calabria (27,4%) eCampania (25,8%). Nella Provincia autonoma di Trento si osserva il dato più basso: 4,4%.
 

I MANDANTI E IL “SICARIO”: PERCHE’ LE GRANDI LOBBY SCARICANO NAPOLITANO

Postato il Mercoledì, 12 febbraio

 Mettiamola così: certi scoop si pesano. Dipende chi li fa e quando escono. Napolitano in queste ore mi ricorda Di Pietro. Ricordate? Il leader dell’Italia dei Valori è caduto, ha perso improvvisamente ogni credibilità, sparendo dalla scena politica, quando Report di Milena Gabanelli andò frugare tra le casse e gli statuti del Partito. E cosa scoprirono i cronisti di Report? Nulla che non fosse già noto. Tutto già uscito, anzi urlato da molto giornali. Solo che detto dalla Gabanelli ovvero dalla più famosa e più temuta giornalista d’inchiesta aveva un altro peso. Non era una denuncia, ma una sentenza ovvero era la conclamazione mediatica di una situazione indifendibile. E d’incanto anche i giornalisti simpatizzanti di Di Pietro, a cominciare da Santoro, lo mollarono.

 Ora tocca a Napolitano. Le accuse che sono emerse nelle ultime ore sono nuove? Niente affatto. Il Giornale le denunciò in tempo reale e un quotidiano come La Stampa ne parlò in un prudentissimo ma preciso retroscena.

Chi ora parla di “non scoop” tecnicamente ha ragione. In realtà torto; perché se lo scrive Alan Friedman, ovvero un giornalista anglosassone tutt’altro che ostile all’establishment, con il supporto di interviste a Mario Monti, Carlo De Benedetti, Romando Prodi – videoregistrate e dunque non equivocabili – e con la vetrina simultanea di due grandi testate come il Corriere della Sera e il Financial Times, la notizia prende un altro peso e, come avvenuto con Di Pietro, diventa una Verità; non più un sospetto, ma un fatto mediaticamente incontestabile.

 E dunque coloro che tendono a relativizzare o addirittura ridicolizzare lo scoop sbagliano. Le leggi della comunicazione sono inequivocabili e ben note sia a Friedman che ai navigati interlocutori che si sono concessi al suo microfono. Lo scandalo c’è ed è colossale.

 Sa di licenziamento. Già, ma per mano di chi? Del Parlamento e del popolo italiano? Macché, questa è democrazia e la democrazia si sa non è più di moda.Il vero potere risiede altrove – nell’establishment europeista, transnazionale e finanziario – e si esercita in altro maniere, meno desuete, eppure molto efficaci, in quanto fondate non sul consenso elettorale, bensì sul controllo delle leve che determinano il destino dei popoli e dei Paesi.

 Dunque: la moneta, il debito pubblico, la possibilità di imporre leggi al di sopra dei Parlamenti nazionali e di dettar legge attraverso organismi sovranazionali, naturalmente privi di sovranità popolare. Non è questo il mondo in cui viviamo? Un mondo in cui i governi non hanno quasi più poteri, i parlamenti non riescono a legiferare e in cui la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e naturalmente l’Unione europea hanno poteri soverchianti?

 La sensazione, sgradevolissima ma temo veritiera, è che la vicenda di Napolitano sia “cosa loro” ovvero che risponda a logiche e modalità che sfuggono al comune cittadino e che finiscono per ingannare anche quei politici che, avendo capito dove risiede il vero potere, lo corteggiano nella speranza di essere cooptati.

 E alcuni ci riescono. Giorgio Napolitano, naturalmente. Ma anche Gianfranco Fini, la cui svolta antiberlusconiana si manifestò dopo la sua partecipazione alla Convenzione europea, ovvero al consesso che nella prima metà degli anni Duemila era stato incaricato di elaborare la Costituzione europea. Lì, Gianfranco, l’allievo prediletto di Almirante e uomo dai radicati valori della destra nazionalista, capì chi comanda davvero. E svoltò rinnegando se stesso e diventando strumento nella lotta contro Berlusconi, uno che l’élite non ha mai sopportato.

 Giorgio Napolitano ha seguito lo stesso percorso. Leggendo “Il tramonto dell’euro” di Alberto Bagnai, troverete riportato un bellissimo discorso in Parlamento in cui Napolitano prevedeva, con straordinaria lungimiranza, le devastazioni che avrebbe provocato la moneta unica. Poi, però, Napolitano divenne europarlamentare. E la sua visione cambiò drasticamente. Di quell’uomo oggi non c’è più traccia.

Come Gianfranco, anche Giorgio pensava di essere arrivato, di appartenere a pieno titolo alla super élite transnazionale. Entrambi si sentivano intoccabili; non capivano, però, che le logiche di quell’establishment sono diverse da quelle dei partiti, che le loro leggi, non scritte, sono implacabili e, soprattutto, che non tutti i membri sono uguali. Al suo interno c’è chi conta di più (come Draghi senza dubbio) e chi di meno (come quasi tutti i politici italiani); chi sa e chi non sa; chi viene cooptato nel girone divino e chi, pur partecipando, resta ai margini.

Ecco, Napolitano apparteneva alla seconda categoria. E ora che non serve più o forse semplicemente perché ha deluso, viene abbandonato a se stesso. Con modalità che sono proprie di quegli ambienti, usando come sicario un giornalista americano, che di nome fa Alan e di cognome Friedman.

 Marcello Foa

 Fonte: http:

 Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/02/12/i-mandanti-e-il-sicario-ecco-chi-vuole-la-testa-di-napolitano/

I salvataggi della Troika “in violazione” delle leggi sui diritti umani dell’UEDA

La Ue ha un concetto strano dei diritti umani. Valgono quelli dei migranti e dei pedofili, ma di tutti i cittadini indistintamente di avere un reddito ed un tetto questi non sono contemplati come diritti umani

mercoledì, 12, febbraio, 2014
I programmi di austerità concordati con la Troika dei prestatori internazionali (la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale) sono in violazione della Carta EU dei Diritti Fondamentali, secondo un esperto legale tedesco.

Andreas Fischer-Lescano, un professore di diritto e e politica europea dell’università di Brema è stato incaricato dalla Confederazione dei Sindacati Europei di controllare la legalità dei cosiddetti “Memorandum of Understanding” firmati tra i paesi salvati e i loro prestatori.
Egli ha concluso che, alla luce della carta UE dei diritti fondamentali – un testo legale divenuto vincolante per gli stati membri nel 2009 – molte misure di austerità imposte dai MoU possono essere impugnati in tribunale.
“Ci sono limiti a quel che si può scrivere in un MoU. Anche in un contratto bancario ci sono limiti a quel che può essere scritto, i tribunali e la legge pongono sempre dei limiti. Per ciò che riguarda gli accordi internazionali dovrebbe valere lo stesso, e nemmeno i MoU della troika sono immuni dalla legge”, ha detto Lescano sul suo sito web.
Lescano ha fatto notare che una recente interrogazione del Parlamento Europeo (EP) riguardo all’operato della troika, metteva correttamente in discussione la sua base giuridica, in particolare la mancanza di un mandato alla BCE di chiedere riforme strutturali ai governi nazionali.
“Ma questa è solo una parte del problema. L’interrogazione parlamentare non guarda quasi per niente all’aspetto dei diritti umani”, ha aggiunto Lescano.
Il suo studio sottolinea che i MoU “hanno limitato pesantemente l’autonomia di datori di lavoro e sindacati nel negoziare i salari”.
“In Irlanda, i salari hanno dovuto scendere di 1 euro all’ora. E non esiste nemmeno una logica a supporto di questa misura di austerità. Perché quando viene compromessa l’autonomia, lo stato deve supplire alla mancanza di reddito, come succede in Germania.”
Le riforme al sistema scolastico e sanitario prescritte dai memorandum sono anch’esse discutibili perché si focalizzano troppo sul taglio dei costi, ha dichiarato.
“E’ vero che a volte queste misure vengono prese a livello nazionale, ma la cosa pericolosa è che la troika ha impacchettato tutte queste misure di austerità, che hanno portato serie conseguenze, specialmente sugli strati della popolazione vulnerabili”.
Lescano ha fatto notare che il concetto di “stabilità finanziaria” è stato posto in cima a tutte le altre considerazioni. “Ma la stabilità finanziaria non può essere ottenuta senza stabilità sociale”.
“Quello che manca è una presa di responsabilità da parte della UE riguardo a queste misure. L’UE dice sempre che la responsabilità dell’adozione e applicazione di queste misure è a carico degli stati membri. Ma se gli stati non accettano i termini imposti, i prestiti vengono bloccati”.
L’esperto tedesco è cauto circa la prospettiva che una causa legale nelle corti europee possa probabilmente rigettare i MoU nella loro interezza, ma spera che qualche aggiustamento possa essere fatto a qualche condizione della troika.ciali del Consiglio d’Europa ha osservato che le politiche pubbliche in atto dal 2009 non sono state in grado di arginare un generalizzato aumento della povertà nel continente.
Il comitato ha identificato 180 violazioni di disposizioni della Carta Sociale Europ
“Abbiamo appena iniziato la discussione, ma è molto importante uscire da questa frammentazione delle misure sociali. I conflitti sociali sono erroneamente rappresentati come conflitti nazionali. Ma si tratta di una questione europea e gli stati sono semplicemente usati l’uno contro l’altro: la siesta in Spagna conto il duro lavoro in Germania” ha dichiarato.
La Carta Sociale
Da parte sua, nel suo rapporto annuale pubblicato mercoledì (29 gennaio), la Commissione per i Diritti Soea riguardo l’accesso alla protezione sanitaria e sociale nei 38 paesi europei.
Nei paesi salvati, il comitato ha trovato parecchie violazioni – in particolare in termini di salari e prestazioni sociali.
L’Irlanda è in violazione della carta sociale per non aver coperto con garanzie minime la malattia, la disoccupazione, la sopravvivenza, gli infortuni sul lavoro e i benefici di invalidità.
La Grecia e Cipro hanno prestazioni minime ”inadeguate” riguardo la disoccupazione, la malattia, la maternità, l’anzianità, oltre a un sistema di sicurezza sociale limitato.
Anche la Spagna paga troppo poco i lavoratori in malattia e limita l’accesso dei cittadini di altre nazioni europee alla sicurezza sociale.

Le minacce UE: spaventapasseri e sciacalli

di Sergio Savoia (*) – 12 febbraio 2014

Il mondo accademico nello sconforto! Una nube funesta incombe sulle universita’ svizzere: l’UE ha minacciato di escludere la Svizzera da “Orizzonte 2020” l’ottavo programma quadro europeo per la ricerca. E i media ci sono andati a nozze (anche se la notizia proviene da una fonte europea non identificata).

Ad alimentare il clima da day after termo-nucleare globale, ci ha pensato anche il Segretario di stato alla formazione e alla ricerca Mauro Dell’Ambrogio che, a giornalisti che gli chiedevano lumi, ha risposto con un laconico: “Non dico nulla”.Beh pero’ tre cosine ce le poteva anche dire Dell’Ambrogio, almeno per evitare atti di autolesionismo da parte della migliori menti di questo paese. Cominciamo col dire che la partecipazione ai programmi di ricerca va rinegoziata di volta in volta e che quindi l’UE ad ogni scadenza puo’ pigliarci per la collottola se facciamo pipi’ fuori dalla cassetta. O se non riprendiamo pari pari il diritto europeo. E gia’ qui uno si dice che i negoziatori svizzeri avrebbero potuto pensarci prima, ma lasciamo perdere. All’Ue conviene veramente rinunciare alla partecipazione svizzera ai programmi di ricerca? Non saprei, giudicate voi: ad esempio, nel settimo programma quadro, quello dal 2007 al 2013, 2678 progetti elvetici hanno ricevuto quasi 1,6 miliardi di franchi, pari al 4,3% delle sovvenzioni e il contributo della Svizzera ammontava grosso modo a 2,4 miliardi di franchi

In chiaro: versiamo 800 milioni in piu’ di quanto riceviamo. Quando si dice che il budget globale dell’ottavo programma di ricerca e’ di 80 miliardi di euro, non significa che sono 80 miliardi destinati alla Svizzera. Anche per il settimo programma sono stati stanziati 54,6 miliardi di euro, ma noi abbiamo ricevuto 1,6 miliardi di franchi, mica tutto il pacchetto.Inoltre: Bruxelles blocca i negoziati sull’elettricita’ …. sai che scoop! Di fatto sono bloccati dal 2012. L’UE ci aveva allora gia’ detto chiaro e tondo che prima di qualsiasi altro accordo bisognava risolvere la famosa questione istituzionale. Gli osservatori, almeno quelli un pelino scafati, ci avevano avvisato che l’UE avrebbe fatto la voce grossa, ma che per vedere quali misure saranno veramente adottate ci vorra’ un po’ di tempo. Nessuno nega l’importanza di simili accordi di cooperazione, ma vediamo di evitare che un’ondata di panico si abbatta sul paese.

Il giochetto apocalittico delle minacce e delle terribili conseguenze ci e’ stato ammannito per tutta la campagna. Ma c’e’ chi non si stanca mai. L’ex consigliere federale (**) PLR Pascal Couchepin ha detto ieri che dopo l’approvazione dell’iniziativa dovremo tutti lavorare piu’ a lungo. Tirare avanti fino a 65 anni non bastera’ piu’ a finanziare le assicurazioni sociali. A parte il fatto che il PLR questa ideona di alzare l’eta’ pensionabile ce la ripropone in tutte le salse gia’ da parecchi anni, ma io non ho capito perche’: se un posto di lavoro lo occupa un residente i contributi alle assicurazioni sociali non li paga? Sono solo gli stranieri che versano AVS, AI e compagnia bella? Fatemelo sapere perche’ in questo caso sono decenni che do via soldi senza ragione! Li rivorrei indietro, se non vi dispiace.

La consigliera agli Stati (***) Anita Fetz (PS/BS) addirittura dice che le quote di stranieri devono essere ripartite in proporzione del voto dei cantoni. A parte il fatto che in Ticino tutti le direbbero subito “va bene!” ma da quando in qua un voto popolare si applica in base alla percentuale di si’? O peggio, si usano le misure post-voto per punire gli elettori?
Poteva dircelo anche prima la signora Fetz perche’ noi ticinesi abbiamo votato contro la libera circolazione fin dal 2000. Ma sai quanta fatica ci risparmiava? Sono anni che tentiamo in tutti i modi di arginare gli effetti nefasti della libera circolazione, e invece era tanto semplice. Mi raccomando signora Fetz, non si dimentichi neppure che in Ticino abbiamo respinto la revisione dell’assicurazione disoccupazione, quella che ha ridotto le prestazioni a tutti, soprattutto ai giovani e ai disoccupati di lunga data. Fanno quasi tre anni di arretrati, grazie!

Concludendo: e’ disgustoso il compiacimento con cui i perdenti di domenica si sollazzano all’idea che l’UE ci punira’. Per cosa? Per essere un popolo sovrano? Questi spaventapasseri si rallegrano che una burocrazia di non eletti minacci una delle democrazia piu’ avanzate al mondo per aver permesso ai propri cittadini di esprimersi? E, internamente, sciacalli e avvoltoi se la ridono ogni volta che qualche passacarte di Bruxelles vomita le sue patetiche minacce contro di noi?

ps: Il Consiglio dei ministri UE, annunciando l’interruzione dei negoziati sull’elettricita’, ha detto che “Il mercato interno e i quattro pilastri sono indivisibili ed e’ impossibile accettare una separazione fra la libera circolazione degli individui e quella dei capitali”. Un’idea ripresa anche dal segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero,”La Ue deve rispondere all’esito del referendum svizzero sull’immigrazione interrompendo i rapporti commerciali e finanziari: se non possono circolare liberamente le persone perche’ dovrebbero circolare merci e capitali?”.

Concordo: visto che la Svizzera non ha mai aderito al mercato unico, visto che le merci e i capitali non circolano liberamente da noi, perche’ dovremmo tenerci solo la libera circolazione?

 

(*) coordinatore dei Verdi, sezione Ticino

(**) membro del governo nazionale

(***) senatrice, rappresenta il semicantone di Basilea-Citta’

Da:

http://blog.savoia.ch/2014/02/le-minacce-ue-spaventapasseri-e.html

IL SIGNIFICATO DI DIEUDONNE’

Postato il Martedì, 11 febbraio DI GILAD ATZMON

gilad.co.uk

Sin dalla rivoluzione studentesca del ’68, la sinistra americana ed europea, insieme ad una fronda progressista ebraica, hanno speso molte energie nel tentativo di frammentare la società in molteplici segmenti di identità. La sinistra ha adottato tale approccio perché non ha mai saputo affrontare la propria sconfitta nell’unirsi alla classe operaia. Gli intellettuali ebrei che hanno guidato la campagna hanno capito che nazioni divise e frammentate al loro interno sono molto meno pericolose per gli ebrei. Come ben sappiamo, per gli ebrei, un nazionalismo coeso e patriottico rappresenta una grande minaccia. Dopotutto sono state le vittime per eccellenza di un tale ideologismo.

In modo alquanto strano, abbagliata dalla falsa profezia emergente dell’identità politica post-sessantottina, la sinistra ha prontamente abbandonato il proprio ethos universale. Mentre in passato il suo fine era quello di superare le divisioni e di unire la classe lavoratrice, la sinistra postsessantottina ha fatto in modo di dividere e ghettizzare i cittadini occidentali tramite l’identificazione.
Invece di essere e celebrare chi e cosa siamo, abbiamo imparato ad identificarci con citazioni belle e pronte. Invece che essere semplicemente Jill, Joseph, Abe o Youssef, ci identifichiamo come “una donna” , un “gay”, “un ebreo”, “un musulmano, ecc. ecc. In pratica, la nuova sinistra ha eretto un muro intorno ad ognuno di noi nel tentativo di separarci in gruppi infinitamente piccoli con una identità marginale. E’ proprio la sinistra del post ‘68, più che il capitalismo, ad averci portato alla segregazione, all’isolamento ed alla paralisi politica. Dieudonné, comico francese di colore, è riuscito, in modo inaspettato, a riunificare la classe lavoratrice: le comunità di emigranti, i neri, i proletari bianchi e, allo stesso tempo, a trasmettere un messaggio universale.

Dieudonné ci ha ricordato che cosa la sinistra ha da sempre sostenuto, prima che fosse conquistata da Marcuse e dai suoi seguaci dello Yeshiva di Francoforte. Il comico francese porta alla luce la parte più istintiva della Sinistra: siamo in realtà uniti e ci identifichiamo nella disobbedienza ai nostri oppressori, vale a dire “il Sistema”. La “quenelle” (ndt. la polpetta) un gesto di saluto introdotto appunto da Diedonné, ingloba una modesta e garbata apertura di vera resistenza. E’ una semplice reazione, contenuta e poetica, all’approccio osceno anglo-americano del “ben ti sta” (ndt. traduzione dell’espressione volgare “Up yours” forma abbreviata di “Up your ass”, “ficcatelo dove non batte il sole”.) Il gesto è ovviamente universale e aperto a tutti, inclusi gli ebrei, in opposizione al discorso di identità postsessantottino, determinato dalla biologia e dalla razza. Essendo l’emblema di posizione universalista guidata dall’etica, la “quenelle” simboleggia anche l’opposizione verso la supremazia della sofferenza ebraica e verso la tirannia della correttezza politica. Dieudonné è l’eroe definitivo del pensiero socialista genuino, nello spirito della comune di Parigi e, come tale, rappresenta un grosso pericolo per i nuovi finti sinistroidi e per i loro tesorieri al CRIF (ndt. Conseil Représentatif des Institutions juives de France, Consiglio Rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia).

L’esperto kosher di Francoforte tiene d’occhio l’impeto delle masse francesi che si uniscono questo impeto di raduno delle masse francesi e marciano nelle vie di Parigi gridando “l’imperatore è nudo”. In realtà ormai c’è ben poco da svelare o da sopprimere. Ancora una volta, la nuda verità si rivela contro tutti gli ostacoli.

Link: http://www.gilad.co.uk/writings/the-meaning-of-dieudonne.html

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di NICOLETTA SECCACCINI

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12924&mode=thread&order=0&thold=0

Comunicato Stampa – IV Forum contro le Grandi Opere Inutili e Imposte

http://www.tgvallesusa.it/?p=5322

SCRITTO DA: VALSUSA REPORT – FEB• 11•14
         

Forum contro le Grandi Opere Inutili e Imposte

www.rosiamontana.org/fauimp4   – http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=3164


Cari amici, siamo felici di annunciarvi che il IV Forum europeo contro le Grandi Opere Inutili e Imposte avrà luogo nel piccolo comune di Roșia Montană, Romania, tra l’8 e il 11 maggio 2014.

In questa edizione del Forum rafforzeremo le relazioni tra le diverse lotte in Europa e oltre, con particolare attenzione alle campagne dell’Europa orientale.

La crisi economica in Europa ha portato molte persone ad un atteggiamento più critico nei confronti del capitalismo, dell’avidità delle grandi imprese e della sete di potere dei politici. Ma all’inizio della crisi, la maggior parte degli europei dell’Est tacevano. Dopo 45 anni di comunismo totalitario, il capitalismo sembrava una buona idea. Poi il “sogno della democrazia” si è trasformato in un incubo.

Grandi Opere Inutili e Imposte costruite da regimi totalitari sono state sostituite daGrandi Opere Inutili e Imposte costruite nel “mondo libero” da multinazionali. A poco a poco, movimenti civili sono emersi, reti di solidarietà sono apparse e campagne ambientali e sociali hanno iniziato a crescere nella maggior parte dei Paesi dell’Europa dell’Est. Tra una diffusissima corruzione e l’offensiva del consumismo le persone hanno imparato attraverso queste campagne cos’è la vera democrazia, perché il diritto alla protesta è fondamentale e perché ogni Grande Opera Inutile e Imposta dovrebbe essere fermata.

Quest’anno ci incontriamo a Roșia Montană, il luogo di nascita della più grande campagna ambientale e sociale in Romania (“Salvaţi Roșia Montană”), che si batte contro il più grande progetto di miniera d’oro in Europa. Vogliamo sostenerci e saperne di più a vicenda, vogliamo trovare insieme delle soluzioni. Abbiamo bisogno di coordinarci meglio, dobbiamo migliorare la nostra resistenza e dobbiamo agire insieme.

Vi invitiamo ad unirvi a noi a Roșia Montană, partecipando al Forum e portando il vostro contributo alle lotte per proteggere i popoli, la terra e la natura contro le Grandi Opere Inutili e Imposte in Europa e altrove!

Roșia Montană è un comune di circa 2500 abitanti, nei monti Apuseni della Romania che si trovano nella Transilvania occidentale. Dista circa 90 km da Alba-Iulia e 140 km da Cluj-Napoca da dove è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Una lista con i mezzi di trasporto da e per Rosia Montana sarà disponibile tra breve sul sitowww.rosiamontana.org/fauimp4. Tuttavia, se necessario, forniremo assistenza con la pianificazione del percorso.

Anche se non siamo in grado di pagare le spese di viaggio, il denaro non deve essere un impedimento a partecipare. Se siete in questa situazione o conoscete persone che davvero vogliono partecipare e non  possono permettersi i costi di viaggio, scriveteci e cercheremo di fare del nostro meglio per trovare una soluzione.

I partecipanti possono alloggiare in tenda, in un campeggio libero, vicino alle tende della cucina e a quelle delle riunioni. Pertanto, vi preghiamo di portare la vostra tenda, il materassino e il sacco a pelo.

Per un costo di € 9 a notte o anche meno, possiamo fornire un alloggio presso gli abitanti del luogo. Questo è un contributo agli abitanti che offrono le loro case per ospitare i partecipanti al Forum.

Ricordatevi che nel mese di maggio il tempo in montagna può essere a volte freddo, quindi portatevi vestiti caldi e scarpe adatte alla pioggia.

Per partecipare, compilate il modulo che trovate all’indirizzo qui sotto e inviatelo entro il 20 marzo.

http://tinyurl.com/qjgbjd4

Inoltre, se conoscete persone che vorrebbero partecipare e non hanno ricevuto l’invito potete inviarci il loro indirizzo.

La maggior parte delle informazioni necessarie saranno disponibili a breve sul sitowww.rosiamontana.org/fauimp4, ma se avete domande non esitate a scriverci:fauimp4@rosiamontana.org.

Arrivederci a Roșia Montană! FaUIMP 4 Team Salvaţi   

Forum against Unnecessary Imposed Mega Projects

www.rosiamontana.org/fauimp4   – http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=3164


Dear friends,

we are glad to inform that the 4th Forum against Unnecessary Imposed Mega Projects (Stop UIMP)will take place in the village of Roșia Montană, Romania, between8th and 11th of May 2014.

In this year’s edition of the forum we will strengthen the relations between different struggles in Europe and beyond, with focus on campaigns from Eastern Europe.

The economic crisis in Europe brought, for many people, a more critical attitude towards capitalism, towards the greed of corporations and the politicians’ power thirst. But at the beginning of the crisis, most of the Eastern Europeans were silent. After 45 years of totalitarian communism, capitalism seemed like a good idea. Then the “democracy dream” turned into a nightmare.

Unnecessary Imposed Mega Projects built by totalitarian regimes were replaced byUnnecessary Imposed Mega Projects built in the “free world” by multi-national corporations. Little by little, civil movements emerged, solidarity networks appeared and environmental and social campaigns started to grow in most of the east European countries. In the middle of generalized corruption and consumerism offensive, these campaigns made people learn how the real democracy looks like, why the right to protest is fundamental and that every corporation and every mega project should be stopped.

This year we meet in Roșia Montană, the birthplace of the biggest environmental and social campaign in Romania (“Salvaţi Roșia Montană”), which is fighting against the biggest gold mining project proposal in Europe. We want to support each other, we want to learn more about one another and we want to find solutions together. We need to coordinate better, we need to improve our resistance and we need to act together.

We are inviting you to join us in Roșia Montană, to participate in the Forum and to bring your own contribution to the struggle for protecting the people, the land and the nature against Unnecessary Imposed Mega Projects in Europe and elsewhere!

Roșia Montană is a commune with about 2500 inhabitants, of Alba County in the Apuseni Mountains of western Transylvania, Romania. It is situated 90 km circa from Alba-Iulia and 140 km from Cluj-Napoca and is easy to reach with public transportation.

A list with means of transportation to and from Roșia Montană will be available in short time on the website www.rosiamontana.org/fauimp4. However, if needed, we will provide help with planning the route.

Although we are not able to pay travel costs, money should not be an impediment for someone to participate. If you are in this situation or know people that really would like to participate and cannot afford travel costs, please write us and we try to do our best and find a solution.

Participants can stay in tents, in a free camping, near the kitchen and workshop tents. Therefore, please bring your own tent, mattress and sleeping bag.

For a fee of € 9 per night or even cheaper, we can provide you accommodation at the locals. The fee represents a support for the locals that offer their houses for participants.

Please think that the weather in may can be sometimes cool in the mountains, please bring warm clothes and rain booth with you.

For participating, please fill the application form below and send it to us back until the 20th of March.

http://tinyurl.com/qjgbjd4

Also, if you know people that would like to participate and didn’t receive the invitation, please feel free to make us any suggestions.

Most of the information needed will be available shortly on the websitewww.rosiamontana.org/fauimp4, but if you have question please feel free to write us:fauimp4@rosiamontana.org

See you in Roșia Montană !

FaUIMP 4 Team Salvaţi

Immigrazione, denunciò emergenza Tubercolosi a Siracusa: sospeso ricercatore

la salute pubblica credevo che fosse un punto saldo, meritevole di tutela. Sia per l’ammalato che per i potenziali contagiati.
Quando big pharma deve vendere un suo vaccino le pandemie si inventano. Ma quando c’è di mezzo un problema reale ecco che subentra la strumentalizzazione politica e se questo costa delle vite condannate alla TBC poco importa. Se un medico non può nemmeno dire se siamo davanti ad un problema di salute pubblica, ALTRO CHE REGIME. QUI SI GIUSTIFICANO E CERCANO LE PANDEMIE E DECESSI.
Ripeto, a me preme che non si diffonda la TBC, non si diffonda in qualsiasi soggetto, sia esso italiano che non. Non credo che lasciare che si diffonda il contagio perché “non sta bene” parlarne sia sintomo di intelligenza e responsabilità

12-02-2014

 Salvatore Rossitto, pneumologo, fino a due anni fa responsabile dell’ex dispensario tubercolare di Siracusa è sospeso dai vertici – si fa per dire – dell’Azienda sanitaria provinciale.
Rossitto fa parte del gruppo di esperti del Centro Formazione Permanente Tubercolosi del Niguarda di Milano e unico referente per il Sud e le isole del Gruppo di Studio Tubercolosi dell’Aipo.
 
E’ stato lui a denunciare l’epidemia di Tubercolosi che ha colpito la città a causa dei continui sbarchi, denuncia sulla quale è calato un silenzio mediatico quasi totale.
 
Denunciava un’allarmante ‘recrudescenza’ del batterio, con un aumento del 600% tra il 2004 e il 2009, in una delle relazioni per la dirigenza dell’azienda sanitaria pubblica.
Con un dato choc, quello dell’Oms, che parla di circa 40 mila positivi al bacillo. Numeri privi di senso, se non calati nella realtà di una città che ‘accoglie’, suo malgrado, clandestini da paesi dove la malattia è endemica.
 
Ebbene, dopo la denuncia, Rossitto, già costretto a lasciare il dispensario tubercolare due anni fa, viene sospeso.
 
Ma intanto, in città, l’epidemia non può essere ‘sospesa’.
 
 
Siamo al settembre scorso, a Siracusa succede che una donna ospite del centro di accoglienza Umberto Primo, un’immigrata, si presenti in pronto soccorso: ha la tubercolosi in forma attiva, ma non le viene riconosciuta, deve tornare al centro. La donna peggiora, torna in ospedale, viene ricoverata: la diagnosi stavolta c’è. É tubercolosi. In malattie infettive non c’è un’ala apposita. Non è ancora finita. Soltanto un mese prima, sempre all’ospedale di Siracusa, il deputato del M5s Stefano Zito, durante un’ispezione a sorpresa, apprende della fuga di un immigrato affetto anche lui da tubercolosi in forma attiva. Siamo a due casi, nel giro di qualche settimana. L’escalation è abbastanza chiara: nel 2007 casi di tbc in una scuola elementare di Rosolini, in una scuola media di Noto; nel 2010 in una scuola materna di Buscemi. Ancora casi di tbc conclamata nel 2008 negli ospedali di Noto e di Lentini, nel 2009, nella comunità di Solarino e sempre nel 2009 nel centro di accoglienza di Cassibile. Rossitto valuta gli impedimenti opposti dall’Asp, procedimenti oppositivi alle norme ministeriali. L’emergenza non è mai rientrata, Rossitto opera in condizioni di totale isolamento. Fino a oggi. Esonerato da tutto, persino da una qualche specie di dignità professionale, dice: “È soltanto il prolungamento di un calvario, che dura da anni. Mi chiedo perché le istituzioni avversino così tanto la verità”. Per i procedimenti disciplinari intentati dai vertici della Asp nei confronti del medico pneumologo sono ancora in atto i ricorsi giudiziari in fase di appello.
 
Per non parlare di tutti quei casi, dei quali non veniamo a conoscenza. Che vengono insabbiati perché l’immigrazione è una risorsa.
 
Siracusa è una città martire dell’immigrazione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ammette: inquinamento cancerogeno OMS inquinamento

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di Giuliano Polichetti
 
Ci siamo spesso occupati di inquinamento atmosferico, in particolare di PM (polveri sottili), e abbiamo visto le correlazioni esistenti tra di esse e numerosissime patologie (malattie cardiovascolari, respiratorie, difficoltà riproduttive e altre). Sono ormai anni che il mondo scientifico produce evidenze clamorose in tal senso, ma quasi mai riesce a sortire effetti che conducano politici e società civile a un cambio di rotta, a incoraggiare i cittadini ad assumere stili di vita meno impattanti e a tutelare l’ambiente in cui viviamo e il cibo di cui ci nutriamo. Eppure proprio la scorsa settimana l’IARC (International Agency for Research on Cancer), un ramo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che si occupa esclusivamente di sostanze in grado di indurre neoplasie, ha ufficialmente riconosciuto l’inquinamento atmosferico e in particolare il PM come agente cancerogeno, in grado cioè di fare sviluppare a qualunque essere vivente molteplici tipologie di tumore. La conclusione? Più viviamo in ambienti inquinati più abbiamo la possibilità di sviluppare il cancro.
 
La situazione è davvero preoccupante dal momento che l’Organizzazione ha inserito le polveri sottili tra le sostanze del cosiddetto “Primo Gruppo” ovvero quelle dichiaratamente pericolose e delle quali è stata dimostrata la cancerogenità. Dal resoconto dell’IARC risulta che solo nel 2010 le morti per cancro al polmone imputabili al PM sono all’incirca 223.000, un dato che fa rabbrividire, soprattutto se consideriamo che si riferisce al solo mondo occidentale e a pochi paesi emergenti (Cina per esempio).
 
Questa presa di posizione dell’OMS segna un evento epocale: finora infatti, benché questi effetti fossero confermati da buona parte della comunità scientifica sopravviveva ancora un limbo di “detto non detto” su cui si reggeva, e tuttora si regge, il “non fare” delle istituzioni di tutto il mondo. La dichiarazione dell’OMS è vincolante e lascia poco, o meglio nessun margine al dubbio e all’incertezza. Nessuno può più far finta di niente o accampare alibi e tutti siamo obbligati a porre rimedio e trovare una strada per sanare questa boccia tossica in cui viviamo. Inoltre questo è l’esempio di come la ricerca, quando è indipendente e senza scopo di lucro, riesce a fornire la verità, pura e semplice. Ora la mia domanda è: alla luce di quanto detto, noi cittadini attenderemo magniloquenti provvedimenti internazionali o sceglieremo nel nostro piccolo di far qualcosa per salvarci la pelle? Ora è tempo di cambiare, il boomerang sta tornando dietro.
 
Giuliano Polichetti
Chimico Farmaceutico
Specialista in Farmacologia e Tossicologia Clinica
 
 
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Oms: “Smog è cancerogeno come l’amianto”. 220mila le morti causate solo nel 2010.
L’inquinamento dell’aria è stato inserito nel gruppo delle sostanze più dannose. E’ la prima volta che l’organizzazione mondiale della Sanità conferma ufficialmente un collegamento con il cancro ai polmoni
 
Lo smog è uno dei più importanti agenti cancerogeni. Lo ha dichiarato ufficialmente l’Iarc, l’agenzia di ricerca sul cancro dell’Oms, che ha annunciato oggi la decisione di inserire gli inquinanti dell’aria nel gruppo numero 1, quello dei sicuri cancerogeni, insieme a sostanze come amianto e benzene. E’ la prima volta che l’organizzazione mondiale della Sanità dichiara ufficialmente che l’inquinamento dell’atmosfera può causare il cancro. In precedenza l’agenzia aveva dichiarato nocivi solo alcuni componenti dello smog, come ad esempio i gas combusti del gasolio.
 
“L’aria che respiriamo è inquinata da diverse sostanze cancerogene – ha spiegato Kurt Straif, curatore della monografia dell’Iarc sull’argomento – Ora sappiamo che l’inquinamento dell’aria, oltre a provocare una serie di danni per la salute, è anche un potente cancerogeno, più del fumo passivo”. Lo studio dell’Oms raccoglie più di mille ricerche effettuate sui danni derivanti dall’inquinamento dell’aria in tutto il mondo. Un’analisi che ha registrato più di 220mila casi di morti nel 2010. Anche se la composizione dell’atmosfera varia da zona a zona, hanno spiegato gli esperti, le conclusioni sono valide in tutto il mondo.
 
“Ci sono prove sufficienti per affermare che l’esposizione all’inquinamento dell’aria provoca il cancro ai polmoni e aumenta il rischio di contrarlo alla vescica” ha precisato il team di ricercatori. Il rischio per i singoli individui è basso, anche se Straif ha precisato che le fonti di questo tipo di inquinamento sono così diffuse da essere difficili da evitare. I dati della ricerca non hanno permesso di stabilire se un particolare gruppo (donne o uomini, giovani o anziani) sia più vulnerabile ma è emerso che più aumenta l’esposizione più aumentano le probabilità di ammalarsi.
 
Sull’argomento l’Oms ha ricordato che si sta impegnando, insieme alla Commissione Europea, ad abbassare i limiti imposti per legge all’inquinamento atmosferico.
 
fonte: Repubblica

Zyuganov a proposito della nuova realtà olimpica di Soci: “Dobbiamo pensare ai bambini“.

quando i comunisti sono seri, stanno dalla parte dei più deboli e non cantano bella ciao come vittoria PER LE BANCHE
 
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“Siamo appena tornati dalle Olimpiadi di Sochi – ha dichiarato  Gennady Zyuganov. I Giochi Olimpici sono un fenomeno unico nella vita di tutta l’umanità. Le persone hanno da tempo riconosciuto che è meglio  competere sui campi da gioco all’idea di combattere con le armi.
“Voglio congratularmi con i nostri primi campioni. Tutti coloro che hanno gareggiato con successo. E coloro che si stanno preparando in modo serrato per la prossima gara – ha continuato il leader del Partito Comunista. Le Olimpiadi hanno rivelato un  grande spirito di squadra e il desiderio di vivere lo sport in pace ed amicizia”.
Il Leader comunista russo ha elogiato i risultati della sport di squadra russa di pattinaggio. “Il nostro team di skaters ha ottenuto un risultato brillante. Il pattinaggio è diventato il centro dell’attenzione non solo per i fan russi, ma per l’intero pianeta. Tre anni fa, nelle competizioni di pattinaggio di figura è stata una semi debacle. Voglio ringraziare i nostri allenatori, che sono stati in grado di Recuperare la tradizione sovietica di preparazione tecnica di pattinaggio”.
Secondo GA Zyuganov, il pattinatore Evgeni Plushenko alle Olimpiadi è stato protagonista di un’autentica  prodezza atletica. “ho sempre sostenuto  Zhenya Plushenko. Questo è l’eroe del nostro tempo. Come il pilota leggendario Alexei Maresiev lui stesso ricostruito completamente dopo una grande operazione sulla colonna vertebrale, e ora mostra la più alta abilità e la dignità, con una brillante forma e un raro coraggio “- ha dichiarato il leader del Partito Comunista.
“La pattinatrice quindicenne Yulia Lipnitskaya è il nostro gioiello sportivo. Sono sicuro che avrà un futuro unico. Bella forma atletica. Tranquillità Rare. Doti rare per una ragazza della sua età, questo è il prologo di un futuro di successi”, previsione di GA Zyuganov.
Il leader del Partito Comunista ha dichiarato che in epoca sovietica lo sport degli juniores era più preso in considerazione. Ha ricordato altresì di come alla vigilia delle olimpiadi si sia cercato di trovare dei difetti nella preparazione sportiva di epoca sovietica. Nonostante ciò sappiamo che alcune realtà tra cui la Cina hanno comunque ripreso elementi significativi del passato sportivo sovietico, ha dichiarato GA Zyuganov.
“E’ disdicevole la nostra prestazione nella disciplina del Biathlon. Il quattro volte campione olimpico biathleta Alexander Tikhonov in quasi 20 anni ha ottenuto ottimi risultati. Dobbiamo rifondare la struttura che ci portò ottimi risultati in questo sport“.
“Siamo già interessati a capire come verrà utilizzata la struttura olimpionica che verrà lasciata dopo le competizioni, speriamo che venga lasciata per lo sviluppo delle competizioni juniores e per la creazione di un centro  sportivo “Artek -2” – ha dichiarato  Gennady Zyuganov.
“Il fatto che questa struttura venga data per le competizioni juniores, verrà visto questo gesto come un grande dono”- ha dichiarato il leader del Partito Comunista.
“Questa struttura verrebbe affiancata alle scuole già presenti sviluppando una sinergia tra cultura e sport facendo crescere sotto ogni aspetto le nuove generazioni”, GA Zyuganov.
“Vorrei ricordare che Sochi fu trasformata in tre differenti passaggi. Negli anni 30 Stalin ha costruito là le sedi governative locali e poi ospedali. In poco tempo furono innaugurati e resi funzionanti diversi reparti chiamati: “Sochi“, ”Il minatore“, “Frunze“. Ogni cittadino sovietico poteva essere curato in questi reparti“, ricorda Zyuganov.
“Poi ci fu un secondo passaggio, negli anni sessanta. In quel periodo, venne assicurata una struttura ampia per la riabilitazione. Queste strutture furono fortemente volute da Brezhnev e Kossyghin”- ha dichiarato GA Zyuganov.
“E ora, con la creazione di una nuova base olimpica, dobbiamo pensare ai bambini. Una nuova generazione. Oggi, le malattie infantili, come la tubercolosi negli stessi bambini si sviluppano a macchia d’olio. Su useremo questa struttura per curare e prevenire nuove malattie rafforzeremo lo spirito patriottico e daremo un futuro migliore anche ai più piccoli. Mi auguro che la Russia ottenga presto una nuova vittoria.“
 
Traduzione a cura di Dario Daniele Raffo

22 febbraio, dalla Val di Susa a Firenze per estendere la solidarietà e rilanciare le lotte

http://altracitta.org/2014/02/11/22-febbraio-dalla-val-di-susa-a-firenze-per-estendere-la-solidarieta-e-rilanciare-le-lotte/

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Riceviamo dall’Assemblea cittadina di solidarietà al movimento No Tav e volentieri pubblichiamo
 
La Firenze attiva e resistente che si batte per la difesa del territorio, per il diritto alla casa, per la dignità dei migranti, contro le privatizzazioni dei servizi e dei beni comuni, che lotta per un lavoro dignitoso e non vessato da ricatti e sfruttamento aderisce all’appello lanciato per il giorno 22 febbraio dal Coordinamento dei comitati del movimento NO TAV per una giornata di mobilitazione e di lotta ognuno nel proprio territorio.
Diffondi l’appello e condividi l’evento facebook:https://www.facebook.com/events/1403822269874266/

Esprimiamo solidarietà ai quattro no tav Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò arrestati con l’accusa di ‘attentato con finalità di terrorismo’ per aver danneggiato un compressore. Siamo vicine/i alle altre donne e uomini imputati, sottoposti a restrizioni e condannati a risarcire danni immaginari per oltre 200.000 euro a Ltf , per aver praticato il diritto di resistenza, il diritto alla difesa del proprio territorio dalle invasioni e dallo sventramento.

L’intero Paese è animato da realtà che dissentono con il potere costituito per difendere i bisogni reali delle persone, per rivendicare la fine dello sfruttamento sul proprio corpo, sulla propria aria, sulla propria terra e sulla propria acqua. In tutti questi luoghi si interviene con la repressione per bloccare, intimidire e sedare in partenza ogni scintilla di disobbedienza.

Anche a Firenze assistiamo alla volontà dell’Amministrazione di non dare risposte ai bisogni della collettività e bloccare ogni forma di lotta con l’autoritarismo.
Ricordiamo i 14 no tav che andranno a processo in questa città il 20 maggio e le 30 persone indagate per la manifestazione del 21 dicembre scorso sui temi della crisi.
Sgomberi violenti a danno di bambine/i, donne e uomini dalle occupazioni fatte da chi non ha una casa, multe salate, sospensioni e provvedimenti disciplinari verso le autiste e gli autisti ATAF colpevoli di lottare per salvaguardare un servizio pubblico essenziale come il trasporto e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

La nostra città subisce ogni giorno la negazione dei diritti essenziali dei soggetti più deboli, la demolizione dei diritti nel mondo del lavoro, lo spreco di risorse pubbliche finalizzato a grandi opere come il sottoattraversamento Tav e l’inceneritore di Case Passerini che oltre ad essere inutili sono dannose per il territorio e la salute degli abitanti che lo vivono.

Per il diritto alla resistenza, per estendere la solidarietà, per rilanciare le lotte e contro il limite all’accesso nelle zone proibite della città invitiamo tutte le realtà e le singole persone ad attivarsi e coordinarsi per dar vita ad un ricco calendario di iniziative di sensibilizzazione e avvicinamento al 22 febbraio.
Invitiamo alla diffusione e alla partecipazione dell’appuntamento comune che a Firenze ci vedrà partire alle ore 15:00 da piazza Tasso per poi percorrere le strade del centro e arrivare alla stazione.

– See more at: http://altracitta.org/2014/02/11/22-febbraio-dalla-val-di-susa-a-firenze-per-estendere-la-solidarieta-e-rilanciare-le-lotte/#sthash.eZpkeH5G.dpuf