«In Italia troppi scioperi, giusto downgrade»

Troppi scioperi?!?!?

11 Luglio 2013 http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21942

Dal Mondo | 11 luglio 2013
La Cnn critica il nostro paese. Credo che non ci sia da stupirsi per il downgrade dell’Italia da parte di S&P, questo fa parte delle conseguenze quando si è sempre in sciopero dice Erin Burnett, conduttrice della trasmissione OutFront che attacca il nostro paese per i troppi scioperi partendo da quello degli avvocati che ha fatto rinviare l’udienza del processo sul naufragio della Costa Concordia. (Rcd – Corriere Tv)
http://video.corriere.it/cnn-contro-italia-tutti-scioperano-come-stupirsi-downgrade/ffd6f5e8-ea30-11e2-8099-3729074bd3db

VIAREGGIO: SI SFRUTTANO MINORI PER ATTIVITA’ CRIMINALI

10-07-2013

Fermati a Viareggio, tre minori di etnia nomade , con il piu’ grande di 13 anni d’ eta’. I genitori risultano essere nomadi residenti al nord, e vista l’ eta’ dei bambini e’ stato deciso di affidarli a centri per minori ed a una ” sedicente ” zia , nel caso di un bambino. Questi tre piccoli nomadi erano stati sorpresi a rubare in un appartamento e chiaramente dietro , ci sono organizzazioni criminali che sfruttano per biechi fini questa infanzia disgraziata, educata secondo gli ” altissimi valori ” di una cultura che ” schiavizza le donne ” consente i matrimoni di spose bambine, e sfrutta i bambini per furti ed accattonaggio. E’ chiaro che questi minori dovrebbero essere tutelati dalla legge italiana, con leggi piu’ dure ed efficaci, come togliere la patria potesta’
a genitori chiaramente incapaci di dare un’ educazione improntata al rispetto ed alla civile convivenza. Nei paesi scandinavi episodi come questo avrebbero portato sicuramente alla revoca della potesta’ genitoriale e all’arresto di questi criminali sfruttatori. Ed invece si condannano questi bambini, ad essere di nuovo ” schiavizzati ” da questi schiavisti dell’ Internazionale Rom del crimine e della tratta di esseri umani. Portati infatti in comunita’, questi minori ovviamente grazie ad un sistema omertoso se non criminale di complicita’, ( ed uno stato civile dovrebbe chiudere questi pseudocentri di recupero, denunziando i responsabili…) vengono lasciati fuggire, riconsegnandoli ai loro aguzzini. E principale causa di questo perverso sistema di sfruttamento dei minori in Italia, e’ il sistema totalmente ” marcio ” della Giustizia Minorile, sicuramente da eliminare, e da affidare alla Giustizia ordinaria. Via quindi giudici dei minori e consulenti vari che decidono
sugli affidamenti dei minori, spesso con motivazioni poco trasparenti ( vedi corruzione e mazzette come riporta spesso la stampa….) . Una giustizia minorile che alcuni anni fa , i Radicali di Marco Pannella avevano tentato con referendum di abrogare anche sull’ onda di casi giudiziari che avevano interessato alcune loro notissime parlamentari, ma con esito negativo. E’ da augurarsi quindi una nuova campagna contro i tribunali dei minori, e allo stesso tempo e’ urgente una campagna di opinione e denuncia permanente per l’ adozione di leggi e pene durissime per chi schiavizza bambini e bambine per compiere reati come accattonaggio, furto e prostituzione ( la recente vicenda di Querceta dove una famiglia rom che usufruiva di contributi comunali e poi faceva prostituire le proprie bambine e’ semplicemente vergognosa ! “
OSSERVATORE TOSCANO
http://voxnews.info/2013/07/10/viareggio-si-sfruttano-minori-per-attivita-criminali/

Mukhtar Abljazov, “perseguitato politico”

 

ablyazov

“Invece, un incidente ci sarebbe stato se Roma non avesse risposto alle richieste di Astana, poiché il ‘perseguitato politico’ in questione, appunto Mukhtar Abljazov, è sì ben perseguitato in Kazakhstan, Paese da cui è fuggito. Ma è fuggito nel Regno Unito dopo aver sottratto diversi miliardi di dollari della BTA Bank, la banca che aveva contribuito a fondare in Kazakhstan grazie alla privatizzazione di una ex-banca pubblica. In sostanza, Abljazov è l’ennesimo speculatore che ha saccheggiato l’economia di una delle Repubbliche dell’ex-URSS. Ed infatti, per far comprendere chi detta i toni di quest’ennesima storielletta sui ‘diritti umani violati’, ecco Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), la radio gestita dalla CIA e da George Soros, elogiare l’eroica figura di Abljazov, ex-tecnocrate del processo avviato da Nursultan Nazarbaev, presidente del Kazakhstan, per modernizzare la nazione: “Abljazov a gli altri avevano rotto i ranghi, adducendo a motivo il disincanto per la corruzione endemica che prosperava nelle cerchie che si muovevano attorno a Nazarbaev”. Va ricordato che Nazarbaev, una decina di anni fa, espulse tutte le ONG legate agli USA e allo speculatore miliardario statunitense George Soros, da cui l’acrimonia di questi paladini della ‘democracy&liberty’ e dei relativi dipendenti verso Nazarbaev e il Kazakhstan.

Nel novembre 2001, Abljazov e altri suoi colleghi banchieri fondarono la Democratic Choice of Kazakhstan (DCK), movimento di opposizione al governo Nazarbaev. La DCK era composta da boss politici e ricchi affaristi che rivendicavano soprattutto il ‘decentramento del potere politico’, ovvero la balcanizzazione del Kazakhstan. Nel luglio 2002, Abljazov fu dichiarato colpevole di “abuso di potere compiuto in qualità di ministro” (accusa più che fondata, vista la carriera successiva di questo ennesimo eroe di cartone della democracy-export) e condannato a sei anni di prigione. Ovviamente i soliti Parlamento europeo e Amnesty International si mobilitarono, su ordine di Soros, per salvare la quinta colonna statunitense in Kazakhstan. Comunque, il ‘perseguitato politico’ Abljazov, già nel 2003 era a Mosca, e nel periodo 2005-2009 fu il presidente del consiglio di amministrazione della BTA Bank. Insomma, contrariamente a quello che ci raccontano e ci racconteranno le varie agenzie di propaganda atlantiste, Abljazov non è mai stato in carcere; anzi Abljazov avrebbe speso “milioni di dollari per finanziare gruppi di opposizione e mass media indipendenti” in Kazakhstan, secondo un altro agente d’influenza al servizio di Washington, Evgenij Zhovtis, capo del Kazakhstan International Bureau for Human Rights and Rule of Law.

Con Abljazov, i prestiti effettuati dalla BTA Bank dal 2005 al 2009 crebbero rapidamente, ma non altrettanto i depositi bancari, trascinando la banca nell’insolvenza. Tra il 2003 e il 2007, i crediti insoluti della BTA Bank crebbero del 1.100%.

(…)

Ma nonostante tutto, e forse grazie al fatto di aver formulato accuse indimostrate contro Nazarbaev, Abljazov si vide attribuire l’asilo politico nel Regno Unito. La richiesta di estradizione proveniente dal Kazakhstan fu quindi ignorata. Nel novembre 2012, una corte britannica ingiunse ad Abljazov di versare 1,63 miliardi di dollari e relativi interessi, disponendo “contro Abljazov nuovi blocchi giudiziari dei beni per un ammontare illimitato e nuovi ordini di blocco in relazione ad alcuni altri imputati“. Difatti Abljazov vive a Londra in una casa di lusso, protetto dall’imperialismo inglese in vista di future possibili rivoluzioni colorate in Asia centrale. In effetti, la vicenda del rimpatrio da Roma della moglie e della figlia del bancarottiere ‘democratico’, non a caso viene collegata, proprio dalla stampa inglese, ai buoni rapporti economico-commerciali che l’Italia ha stabilito con il Kazakhstan. Un nuovo tentativo di far subire all’Italia un’altra debacle strategica, e questa volta mortale, poiché dopo la Libia, restano all’Italia quali fonti energetiche disponibili l’Algeria e il Kazakhstan, appunto. L’inconsistenza di questo governo, pieno di anime belle e guidato da una nullità come Enrico Letta, nipotino di suo zio Gianni, non promettono nulla di buono per il Paese.

Abljazov, infatti, attraverso un’intervista a La Stampa del 5 luglio 2013, ha chiesto ad Enrico Letta di far luce sull’episodio. Il servizievole Presidente del Consiglio dei ministri non si è fatto attendere nel rispondere positivamente alle pretese del criminale protetto da Londra. Il premier ha dichiarato di aver chiesto privatamente delucidazioni al ministro dell’Interno e vicepremier Angelino Alfano. Non avendo ottenuto risposta, Letta ha reiterato la richiesta pubblicamente. Emma Bonino, ministro degli Esteri, ha definito la vicenda una “figura miserabile” per l’Italia, opportunamente dimentica la figura miserabile racimolata da lei e dal suo governo con il Presidente boliviano Evo Morales, al cui velivolo hanno negato il passaggio nello spazio aereo italiano. Ma si sa, nel canile italiano i cagnetti dirittumanitaristi vengono addestrati ad eseguire gli ordini del padrone e a ringhiare contro i suoi nemici. Compiti in cui eccellono i meticci di sinistra.”

 Da L’oligarca processato, i noti amici e Letta di Alessandro Lattanzio.

http://byebyeunclesam.wordpress.com/2013/07/11/mukhtar-abljazov-perseguitato-politico/

Francia: l’Eliseo svende la sovranità nazionale

Il presidente Hollande ha deciso di mettere in liquidazione le aziende a partecipazione statale mettendo a repentaglio il futuro della nazione

Andrea Perrone    

La Francia svende le proprie aziende a partecipazione statale, allo scopo di utilizzare i ricavati per favorire la crescita: una manovra dell’Eliseo che servirà soltanto a salvare capre e cavoli nel tentativo di riacquisire una gran parte dei consensi andati perduti, ma che mette a repentaglio la sovranità nazionale ed economica del Paese d’Oltralpe.
Il governo francese, ansioso di abbinare la sua retorica della promozione della crescita insieme all’austerità di bilancio, ha presentato un piano di 12 miliardi di euro per incrementare gli investimenti nel prossimo decennio, in parte finanziati dalla vendita di alcune delle grandi partecipazioni societarie dello Stato.
Ma il programma relativamente modesto non entrerà in gioco fino al 2016 affinché non venga meno l’impegno del governo socialista di ridurre il deficit di bilancio al 3 per cento del disavanzo entro il 2015 – un obiettivo già pianificato dall’Unione europea indietro di due anni da parte di Bruxelles, mentre l’economia vive momenti di grande difficoltà.
“Gli investimenti e la responsabilità di bilancio si muovono di pari passo”, ha sottolineato il premier francese Jean-Marc Ayrault. “Per rispettare la strategia finanziaria dello Stato, la spesa legata al piano di investimenti crescerà gradualmente e subentrerà al programma di investimenti futuri”, ha proseguito.
Il presidente francese François Hollande (nella foto) entrato in carica lo scorso anno ha vinto le elezioni anche grazie alle critiche mosse alle ricette economiche lacrime e sangue imposte dalla Germania, ma alla fine anche il capo dell’Eliseo ha dovuto fare i conti con la crisi e ha deciso di avviare tagli senza precedenti alla spesa pubblica francese a partire dal prossimo anno. La settimana scorsa ha licenziato il ministro dell’Ecologia del governo in carica, poiché aveva osato attaccare pubblicamente i tagli decisi dall’esecutivo e dal presidente.
Il piano di investimenti evidenzia i vincoli a cui il capo dell’Eliseo è soggetto e a cui in qualche modo deve rispondere. Sarà in effetti una continuazione diluita di un programma da 35 miliardi di euro di investimenti pianificato, ma mai applicato, dall’ex presidente Nicolas Sarkozy.
Il premier Ayrault ha detto che sarà finanziato in parte con la vendita di alcune partecipazioni statali, ovvero azioni in possesso dello Stato francese, per un valore complessivo di 60 miliardi di euro di alcune delle più grandi società quotate in Francia tra cui la casa automobilistica Renault, la compagnia energetica EDF, nonché Orange, l’ex France Telecom.
Il governo ha ricavato circa 2 miliardi di euro dalla vendita delle partecipazioni di EADS, il gigantesco gruppo aerospaziale, a seguire l’appaltatore della difesa Safran, e ADP, la società aeroportuale di Parigi. Ma si vocifera che l’esecutivo non risparmierà nemmeno la vendita delle partecipazioni di società considerate dei veri e propri asset strategici, utili a favorire – secondo l’Eliseo – sviluppo e competitività. Un falso che il popolo francese finirà per pagare caro perdendo il controllo definitivo delle compagnie economiche ed energetiche del Paese d’Oltralpe.
Per quanto riguarda i progetti e le strategie decise dal presidente emerge che il programma di investimento vorrebbe contribuire alla modernizzazione dell’economia e a migliorare la competitività francese. La maggior parte dei  12 miliardi di euro andranno alla ricerca e alle università, fino al finanziamento del passaggio a forme più efficienti e rinnovabili di energia, e all’industria aerospaziale. Ma è soltanto una presa di posizione che arrecherà soltanto danno alla sovranità della Francia.
Il governo ha deciso anche di stanziare 25 miliardi di euro per finanziare il lancio nel prossimo decennio di una rete a banda larga ad alta velocità e l’installazione di contatori “intelligenti” per il controllo automatico del consumo dell’energia elettrica. Una manovra che dovrebbe alleggerire il peso dei costi delle aziende sullo Stato francese ma che rischia di mettere a repentaglio il futuro della sovranità nazionale ed economica della Francia per soddisfare i vincoli di bilancio e i voleri dei tecnocrati di Bruxelles e del Fondo monetario che chiedono a gran voce continue riforme economiche di stampo ipeliberista realizzate ai danni del popolo francese, e non per il bene presente e futuro della nazione transalpina.

11 Luglio 2013  http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21952

GIANNI DE GENNARO PATRIMONIO DELL’UNESCO?

Di comidad del 11/07/2013

 La cattiva gestione dei reperti archeologici di Pompei è stata motivo per l’agenzia ONU Unesco di minacciare il ritiro della qualifica di “Patrimonio Culturale dell’Umanità” per questa area. Per fortuna, un miliardario filantropo statunitense, David W. Packard, con la sua fondazione Packard Humanities Institute, è giunto in soccorso delle autorità italiane con progetti modello, come quello per Ercolano, diventando un interlocutore stabile del ministero dei Beni Culturali. La fondazione filantropica ha stabilito la sua sede proprio in Italia, a Pisa, per consentire un impegno continuativo. L’attività filantropica di Packard è stata celebrata con entusiasmo dal quotidiano “Il Sole-24 ore”.

Packard, nel suo slancio filantropico, non si occupa però solo di Beni Culturali, ma anche di politica estera, sostenendo lo sforzo delle neonate democrazie dell’Europa dell’Est. Insomma, è nato un vero e proprio impero filantropico Packard, che si sta affiancando agli imperi, altrettanto benemeriti, di George Soros e di Bill Gates.

David Packard è il figlio di uno dei fondatori del colosso informatico HP. David Packard padre svolse anche la funzione di vicesegretario alla Difesa nell’Amministrazione Nixon. Il fatto che l’industria di Packard fosse uno dei maggiori fornitori della Difesa non impedì dunque al magnate di andare a servire il proprio Paese nella veste di viceministro, poiché, in quella civiltà superiore, neppure si pone la possibilità di un conflitto di interessi. Si potrebbe dire che è roba di quaranta anni fa, tanto più che Packard padre ha fatto improvvisamente mancare i suoi preziosi servigi al mondo nel 1996. Invece la HP, appena nel giugno scorso, ha ottenuto dal Pentagono due contratti miliardari, uno per l’Esercito e l’altro per la Marina, che la terranno impegnata almeno sino al 2018.

Risulta chiaro a chiunque che l’intento umanitario è sia nella produzione di armi che nella gestione delle aree di interesse culturale, poiché entrambe convergono a consolidare la pace e la democrazia; ma, in questo mondo infestato dalla mala pianta dei complottisti, qualcuno potrebbe sospettare che il filantropo Packard usi la sua fondazione come ulteriore strumento di occupazione di un territorio già disseminato di basi militari USA. Tali ingenerosi sospetti coinvolgono anche il ministero dei Beni Culturali, che sarebbe ormai talmente occupato dal lobbying delle ONG filantropiche, da essere diventato un’agenzia di privatizzazione strisciante delle aree archeologiche più prestigiose e turisticamente remunerative. La privatizzazione potrebbe essere presentata come inevitabile se si ponesse l’emergenza di un ritiro della qualifica di Patrimonio Culturale dell’Umanità da parte dell’Unesco.

In questo malaugurato caso però si potrebbe rimpiazzare Pompei riconoscendo il titolo di Patrimonio Culturale dell’Umanità al prefetto Gianni De Gennaro. Non si tratta di un volo pindarico, poiché effettivamente De Gennaro costituisce un’enciclopedia vivente dei meccanismi del potere: dalla polizia, al commissariato per l’emergenza rifiuti, alla direzione dei servizi segreti, poi la nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sino a diventare oggi un collega di Packard. Il Cursus Honorum di De Gennaro si è potuto realizzare in modo assolutamente trasversale agli schieramenti politici ed alle dinamiche dei partiti, a dimostrazione che queste furiose diatribe tra destra e “sinistra” costituiscono un semplice talk-show.

Appena diventato presidente della maggiore industria italiana degli armamenti, Finmeccanica, De Gennaro è stato oggetto degli strali degli sprovveduti, che si sono domandati cosa ci faccia un ex poliziotto, e poi supremo dirigente dei servizi segreti, a capo di un’industria degli armamenti; come se non fosse arcinoto alle cronache che i maggiori piazzisti di armi nel mondo sono proprio i servizi segreti. L’importante è che le cronache rimangano abbastanza generiche e sopravvengano a fatto compiuto, a meno di non voler fare la fine di Ilaria Alpi, eliminata per aver disturbato un affare di armi del SISMI in corso in Somalia. Senza rivangare troppo questi casi incresciosi, si può soltanto concludere che il fatto che il piazzista ora sia addirittura diventato presidente costituisce semplicemente un esempio di sana meritocrazia. Il quotidiano “Il Sole-24 ore” ha infatti celebrato anche lanomina di De Gennaro a presidente di Finmeccanica, osservando che sicuramente gioveranno all’azienda gli storici ed eccellenti rapporti dello stesso De Gennaro con gli Stati Uniti.

Che i rapporti di De Gennaro con gli USA siano ottimi, è provato dal fatto che egli sia l’unico straniero ad essere insignito con la massima onorificenza del Federal Bureau of Investigation. Ecco finalmente uno che potrà parlare con il Pentagono e con tutti i servizi segreti USA in piena familiarità.

I soliti complottisti sospettano persino che De Gennaro avesse a che fare con i servizi segreti ancor prima di diventarne ufficialmente dirigente. Il SISDE fu infatti presente a Genova nel 2001 durante il famigerato G8, diffondendo notizie allarmistiche su manifestanti che avrebbero avuto intenzione di usare i poliziotti come “scudi umani”. Proprio il tipo di notizie utili a creare il clima per il massacro alla scuola Diaz. La informativa SISDE sugli “scudi umani” fu riportata a suo tempo da quel giornale indipendente e imparziale che è “La Repubblica”.

Ma chi tira in ballo argomenti del genere, non ha considerato le sacrosante motivazioni della sentenza che ha scagionato De Gennaro da ogni addebito per i fatti della Diaz. Parrebbe infatti che tutto sia avvenuto alle spalle di De Gennaro, il quale, per eccesso di affabilità e gentilezza d’animo, aveva difficoltà a farsi obbedire e prendere sul serio dai suoi sottoposti. Insomma, non lo pensava nessuno.

Per consolare il meschino di tanta incomprensione, arrivò per lui nel 2008, da parte del Presidente del Consiglio Prodi, la nomina a commissario per l’emergenza rifiuti a Napoli. La nomina fece scandalizzare gli sprovveduti e gli invidiosi del merito altrui, i quali si domandarono cosa c’entrasse De Gennaro con la monnezza. Invece, probabilmente, i rapporti di De Gennaro con la monnezza erano storici. Forse già allora egli si occupava e preoccupava di questioni attinenti agli armamenti ed alle loro ricadute in termini di sostanze tossiche.

Un paio di mesi fa un parlamentare del M5S, tale Roberto Fico, ha propostoche i militari italiani siano ritirati dall’Afghanistan per venire a presidiare il territorio della Campania, in modo da impedire gli sversamenti illegali di rifiuti tossici da parte della camorra. Fa sempre piacere quando questi movimenti nati in odore di estremismo, riconoscono finalmente il ruolo prezioso per la Nazione svolto dalle nostre gloriose Forze Armate.

Evidentemente Fico pensa agli sversamenti legali di scorie attuati dai militari, come quello ripreso in un video dell’ottobre 2008 nella discarica di Chiaiano. Peccato che riprendere video del genere sia sempre più rischioso, poiché con la Legge 123/2008, le discariche sono state proclamate aree di interesse strategico nazionale, e quindi coperte da una fattispecie di segreto militare.

Come quella di Forrest Gump, anche la biografia di Gianni De Gennaro costituisce la luminosa dimostrazione che non esistono cospirazioni o associazioni a delinquere, ma che la vita è tutta un gioco di felici coincidenze. Infatti il caso vuole che faccia parte del gruppo Finmeccanica una delle più importanti aziende specializzate nel prelievo e nello smaltimento di scorie tossiche, cioè l’Ansaldo Nucleare. Le centrali nucleari stanno lì apposta ad insegnarci che economia ed affari sono cose non solo diverse, ma addirittura opposte: più un affare è lucroso, più sarà antieconomico. Infatti il vero e grande business delle centrali nucleari non consiste nel loro funzionamento, bensì nella loro dismissione, nel cosiddetto “decommissioning”. Produrre energia nucleare non rende, mentre fa guadagnare moltissimo gestire la rimozione e lo smaltimento delle scorie radioattive.

Quanto può durare e quanto può costare il decommissioning di una centrale nucleare? La risposta è un segreto, sia segreto di Stato che segreto militare. “Segreto” va inteso nel modo corretto, non nel senso che le cose non si vengano a sapere, ma nel senso che non si deve rendere conto di nulla. Questa impunità legalizzata crea assuefazione nell’opinione pubblica, perciò viene percepita alla fine come innocenza; quindi, anche quando le evidenze sono a disposizione di tutti, si continua a non voler vedere e non voler sapere. Il fatto che De Gennaro sia assurto ai fasti della presidenza di Finmeccanica, conferma quanto già era evidente, e cioè che il rapporto tra questo gruppo industriale ed i servizi segreti è organico: si tratta di due facce della stessa medaglia. I soliti sospettosi potrebbero osservare che l’esistenza di un tale intreccio tra servizi e segreti e Finmeccanica andrebbe a liquidare l’ipotesi che l’attentato del maggio dello scorso anno all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare potesse essere alla portata dei due imputati attualmente sotto processo a Genova. Anzi, si porrebbero dubbi su tutta la formazione del meccanismo “probatorio”. Tanto più che la Procura di Genova non ha potuto neppure contestare ai due imputati della presunta “Cellula Olga” il reato associativo, poiché l’articolo 416 del Codice Penale indica per questa specie di reato un minimo di tre persone organizzate fra loro.

Ma chi facesse obiezioni del genere, non terrebbe conto del fatto che il terrorismo è una categoria puramente morale, che sospende tutte le leggi della logica, della fisica e della biologia; il terrorismo è un mondo a parte, dove la cattiva intenzione rende possibile ogni cosa.

http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=559