TAV: inutile, dannoso e politicamente… vergognoso

Black Bloc

4 cm di Tav = 1 anno di pensione.
3 metri di Tav = 4 sezioni di scuola materna.
500 metri di Tav = 1 ospedale da 1200 posti letto, 226 ambulatori, 38 sale operatorie.
1 km di Tav = un anno di tasse universitarie per 250 mila studenti, oppure 55 nuovi treni pendolari.

Mai visto un bosco così polveroso, nemmeno in estate, ma qui siamo in Val Susa ed è il 23 ottobre! Pare che nessuno si accorga dello sconvolgimento climatico che stiamo vivendo e soprattutto causando… Ma questa è un’altra storia anche se riguarda comunque l’ennesima, catastrofica piaga sentenziata dall’uomo attraverso le creature con meno scrupoli che esistono: i comitati d’affari travestiti da politici!

Testa di ponte, tagliatrice di rete

Veniamo alla cronaca della giornata che, al di là delle più misere gufate da parte degli omini citati sopra (più i loro organi di disinformazione: Repubblica e Stampa su tutti), è stata meravigliosa. Colorata, divertente, musica e canti in accompagnamento, una bella passeggiata tra i boschi in un luogo magico insieme a circa 20000 persone che chiamerò Compagni perché in quel luogo si usa fare così ma non per strani retaggi cultural-politici, perché viene spontaneo in una comunità così unita e decisa a far valere le proprie giuste e sacrosante ragioni. Parli con una persona e parli con la Valle intera. Comunque io son teso all’inizio, si è voluto speculare moltissimo dopo i fatti di Roma del 15 ottobre, insinuando infiltrazioni di black bloc e imbecilli di vario genere, dipingendo il movimento NO TAV come possibile ricettacolo delle frange estreme; quindi uno spiegamento di forze impressionante: circa 2000 uomini compresi gli alpini di ritorno dall’Afghanistan (mortacci!) con in dotazione carri armati (i lince), truppe speciali come i segugi mimetizzati nei boschi (purtroppo per loro il clima così secco non favorisce la nascita dei funghi), la creazione di una famigerata zona rossa estesa per circa due km intorno al finto cantiere finora costruito (in realtà è un fortino con nulla al suo interno) e l’immancabile elicottero per l’intero arco della giornata. Il tutto costato circa un milione di euro (per un’unica giornata!). E allora si vedono per le strade dei vari comuni moltissimi posti di blocco, pare che abbiano anche chiuso le uscite dell’autostrada presso Susa impedendo a tantissime persone di raggiungere il luogo di partenza. Si parte dalla località Giaglione verso quella rete che il corteo, guidato dalle donne NO TAV, si accinge a tagliare; tutto secondo le indicazioni della vigilia e a volto scoperto perché questa è disubbidienza civile! Davanti al corteo un nugolo di giornalisti di tutte le testate possibili costretti però a chiudere in fretta le eventuali dirette, infatti nessuno gli ha regalato le prospettate “violenze”.

Anarco-insurrezionalista

Arrivati alla rete, il battesimo del taglio lo dà una pericolosissima donna anarco-insurrezionalista di circa settant’anni arrivata con stampelle perché operata da poco alle anche; la rete è presto smontata, è un atto simbolico ma importante, la volontà di gridare che non si può istituire una zona di interdizione per chilometri tutto attorno al finto cantiere fino in mezzo ai boschi. Infatti il corteo presto si divide in tre parti, senza però mai avvicinarsi alle reti del “fortino”, tra i bellissimi sentieri di quei luoghi, verso la baita Carlea, presidio permanente del movimento e teatro di tensioni e minacce di sgomberi forzati il giorno precedente.

A questo punto curiosa è l’immagine di circa 70 uomini delle forze dell’ordine a presidio del ponte antistante la baita che lentamente e inesorabilmente vengono circondati da migliaia di persone da tutte le direzioni, a volto scoperto a mani nude e a testa alta.

Il resto preferisco raccontarlo con le immagini qui allegate…

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

Per completezza aggiungo un breve resoconto scritto a seguito della manifestazione del 3 luglio scorso per capire maggiormente cosa significhi il TAV per gli abitanti della valle e perché la loro lotta ci riguarda tutti da vicino.

VAL SUSA: BLACK BLOC O PIUTTOSTO TIRO AL PICCIONE? COME CANCELLARE 70000 PERSONE!

Sabotatore

Come iniziare a fare questa cronaca è molto difficile, perché mi son trovato in un campo inaspettato di cui devo ancora smaltirne gli effetti e per le motivazioni che mi hanno spinto a visitare, testimoniando, quei luoghi martoriati e il dramma che stanno vivendo i valsusini. Ripeto un termine importante, per sfatare la completa disinformazione che ho puntigliosamente e con disgusto ricercato oggi sui media d’informazione (???) principali (emblematico uno degli striscioni principali sempre ripreso e mai trasmesso in tv: “NO TAV NO MAFIA”, viste anche le recenti vicende che coinvolgono esponenti importanti del PD piemontese con la ndrangheta –i cameraman sono precari, filmano e portano il materiale al giornalista che ha già preparato tutto il “pacco” dalla sua stanza d’albergo e monta il video come pare ad altri), mi son trovato in una situazione INASPETTATA! E come me tanti che arrivavano da fuori valle a portare la propria solidarietà per una causa comune; ergo ecco identificati i pericolosissimi balck bloc venuti dall’estero. Comunque questa è la mia cronaca e chi sono io per dire che il poco che ho visto è la verità? Nessuno, sono solo un testimone oculare (sebbene abbia passato momenti terribili di cecità dovuti a gas micidiali) che ha cercato di osservare gli avvenimenti percorrendo in su e in giù la valle per una trentina di chilometri (non sono allenato e oggi non sto in piedi, quindi ringrazio chi mi ha fatto un po’ correre, ne avevo bisogno), poi ho cercato di sentire più voci nell’arco della giornata. Solidarietà, testimonianza… Si, questo era il mio obiettivo seguendo da diversi anni l’argomento, fare foto e riportare a noi l’immagine di un luogo splendido con le ragioni di chi lo difende da oltre vent’anni; ma gli avvenimenti, e soprattutto la cattiva informazione, mi costringono ad occuparmi più della pagliuzza piuttosto che della trave, sperando che i veri motivi di questa Resistenza emergano sempre più forti.

Manifestante armata

Ormai la rete è diventata pressoché l’unica fonte se ci si vuole documentare seriamente; in televisione si assiste solamente a sterili dibattiti di tipo ideologico ma rigorosamente privi di ideali. Infatti gli unici argomenti, nelle rare volte che si affrontava il tema TAV, sono del tipo “siete contro il progresso”, “rimaniamo tagliati fuori dall’Europa”, o i famigerati 600 milioni di euro della comunità europea. Tutto questo senza mai un dibattito serio sull’argomento. Mai una domanda vera o una riflessione concreta che possa ragionevolmente sancire la presunta utilità di questa linea ferroviaria. Beh non lo farò neppure io perché è sufficiente andare a cercare alcuni nomi di esperti molto autorevoli, e per questo mai invitati nei giornali, su google, tipo il professor Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino, il professor Marco Ponti di Milano o il presidente della comunità montana l’ingegnere Sandro Plano e tanti altri ancora, l’ingegner Cicconi o anche leggersi le 140 pagine di osservazioni. Basterebbe poco a sbugiardare i vari Fassino, Maroni, Matteoli, Bersani, Cota e invece no, vengono chiamati a raccontare, senza alcun contraddittorio, l’importanza di una cosa che misconoscono (mai una domanda con numeri reali!) e quando quelli della Val Susa si incazzano si cerca di schiacciare le loro ragioni con l’autoblindo, richiamando la MILITARIZZAZIONE della valle… Mi limiterò a riportare qui l’esaustivo riferimento alle famose 150 RAGIONI CONTRO LA TAV: http://www.pro-natura.it/torino/index.php?c=tav mai smentite o discusse da chicchessia dei responsabili politici di quest’opera, ovviamente perché incapaci di affrontare l’argomento.

Cane Squatter

Ora faccio la mia di cronaca, partendo dal corteo di Exilles, una folla immensa; è verosimile il dato di affluenza che parla di 70000/80000 persone. Parlo con parecchia gente del luogo ma anche venuta, come me, da fuori. Giovani e anziani, bambini, donne e uomini, tutti uniti da un’unica idea: questa opera è una buffonata e anche parecchio costosa. Significativo il racconto di un valsusino, sindacalista edile tra l’altro, che mi racconta dello sgombero del loro presidio avvenuto lunedì 27 giugno e di come, bombardati di lacrimogeni, sono stati letteralmente salvati dagli “autonomi” che hanno tamponato l’avanzata dei poliziotti permettendo la loro fuga. Aggiunge: “Chiunque viene qui è ben accetto se si comporta secondo le nostre regole”. Quello che comunque percepisco è una comunità molto unita, montanari ma molto ospitali, duri, tenaci (e come diversamente se combattono da vent’anni contro questo scempio), ma guai a chi “ferisce” uno di loro: “se ne tocchi uno si rivoltano tutti!” Difficilmente si trova un protav in questi luoghi. Si inizia a camminare, immaginavo fosse dura ma non così faticoso, e io scelgo di andare verso i boschi passando in due piccoli paesi dove alcune persone, dalle finestre e dai terrazzi, applaudono il corteo e ringraziano questa massa rumorosa e canora che inneggia a una valle libera. L’emozione diventa forte e la consapevolezza di essere dalla parte giusta si radicalizza sempre più. Si fa una sosta prima di entrare nel bosco dove, con mio stupore, i valsusini distribuiscono mascherine, limoni e malox (che l’aria di montagna faccia venire mal di stomaco?). Comunque sono posti meravigliosi, bellissimi borghi antichi, una vegetazione lussureggiante con splendide fioriture e acqua, tanta acqua, che mi ricorda impietosamente la TAV Bologna-Firenze dove in alcuni luoghi è sparita. Infatti una ditta appaltatrice è appena stata condannata per disastro ambientale.

Vedetta

Si scende verso la protezione e, ahitutti, non si fa in tempo ad intravedere la recinzione che si è accolti con un massiccio lancio di lacrimogeni ad altezza d’uomo. Si vedono feriti portati via a spalla e molto sangue. Persone vomitare l’anima e altri che non riescono a respirare. Esterrefatto e, nonostante la relativa lontananza dal gas, con gli occhi irritati, decido di addentrarmi fuori percorso per cercare un poco di visuale e rendermi conto, senza intossicarmi, della situazione e poter così documentare con video e foto gli avvenimenti. Scendo un ripido dislivello e arrivo vicino a un’altra recinzione, piccola però, tipo un confine di campagna, ma al di là presidiata dalle forze militari che mi vedono. Qui succede una cosa che ora, da casa, definisco buffa ma sul momento vi lascio immaginare; sono solo, alzo le mani mostrando i miei pericolosissimi strumenti di ripresa (reflex e videocamera), non si intravede anima viva nei dintorni; posso capire la tensione del momento ma all’improvviso mi vengono sparati contro quattro lacrimogeni e intanto da un lato salgono diversi agenti in tenuta antisommossa con manganello pronto. Me ne accorgo quando sono ormai a una decina di metri da me, non realizzo immediatamente, mi sveglio dallo stupore solo quando iniziano ad urlare… non conoscerò mai le loro vere intenzioni, aggiungo per fortuna, fatto sta che mi trasformo in uno stambecco di alta montagna e, fuori sentiero, mi arrampico dove posso percorrendo un centinaio di metri a una velocità da infarto senza mai girarmi indietro… Ho avuto la mia carica personalizzata.

Un’altra esperienza “interessante” (per modo di dire) è stata il gas.

Da Wikipedia:

Benché classificata come un’arma non letale per il controllo delle rivolte, sono stati dimostrati alcuni effetti potenzialmente tossici. Oltre a danneggiare pericolosamente i polmoni, il CS può nuocere gravemente al cuore e al fegato.

Il 28 settembre 2000 il Dr. Uwe Heinrich ha pubblicato uno studio commissionato da John C. Danforth per investigare sui possibili effetti di un’esposizione al gas CS. Il Dr Heinrich ha concluso che la possibile tossicità del gas va determinata in base a due fattori: se si fa uso di maschere antigas e se si è chiusi all’interno di una stanza. Se non si utilizzano maschere antigas e si è in un luogo chiuso “c’è una significativa possibilità che l’esposizione al gas CS possa contribuire o causare effetti letali”.

Molti studi hanno associato l’esposizione al CS con gli aborti spontanei.

Quando il CS viene metabolizzato, inoltre, è possibile riscontrare del cianuro all’interno dei tessuti umani.

Secondo lo United States Army Center for Health Promotion and Preventive Medicine, il CS rilascia “fumi molto tossici” quando viene scaldato e decomposto, e in particolari concentrazioni è un pericolo immediato per la salute. Coloro i quali sono stati esposti al gas CS dovrebbero sottoporsi immediatamente a controlli medici.”

Aggiungo anche un filmato interessante dal titolo “GAS CS, bandito dal Protocollo di Ginevra”http://www.youtube.com/watch?v=ePvOfzBDTzE&feature=youtu.be

Interessante ma da non augurare neppure al peggior nemico; era il gas usato per esempio in Vietnam per stanare i vietcong dai boschi. In seguito vietato nei conflitti internazionali perché classificato come arma chimica… In Val Susa è una questione di ordine pubblico quindi lecito usarlo, mah. Personalmente, le volte che ne sono venuto in contatto, mi son sentito morire; vagavo per i boschi con due tizzoni ardenti al posto degli occhi, la pelle che brucia, la nausea, il vomito e l’impossibilità di respirare che ti da la sensazione della fine ormai giunta… Terribile!

Qui di seguito alcuni dei tanti filmati che gli organi di informazione tradizionali evitano accuratamente di divulgare.

Ivan Setti… A sarà düra

 

TAV: inutile, dannoso e politicamente… vergognosoultima modifica: 2013-07-03T15:22:01+02:00da davi-luciano
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