Cresce il business per i trafficanti d’uomini nel canale di Sicilia

Si “integreranno” con quel 47% che non lavora (disoccupati ufficiali+”Inattivi”) o con quel 53% che pur lavorando non riesce a mantenere la famiglia?

O si integreranno con i suicidati di stato? 

 17 giugno 2013

 Sbarchi a Lampedusa

di Luciano Lago

Arrivati nelle ultime 48 ore oltre un migliaio di africani sulle sponde di Lampedusa, la Marina Militare ed i guardacoste italiani super impegnati nei salvataggi con dispendio di mezzi e di uomini senza soste.

I profughi arrivati in Sicilia dichiarano che ci sono moltissimi altri che aspettano di partire ed imbarcarsi per l’Italia, un numero enorme ma imprecisato. Un ottimo business in crescita per i trafficanti di uomini.

Ultime dichiarazioni in proposito della neoministra per l’integrazione cecilie Cecilie Kyenge: “non esiste nessuna emergenza, accoglieremo tutti, è un flusso che non si può fermare”.

Segnalazioni di giugno: tra farsa e tragedia

Segnalazioni di giugno: tra farsa e tragedia fonte http://www.tankerenemy.com/[1]

 

[2]

 Gli eventi si rincorrono, si accavallano in un turbinio sempre più convulso e tumultuoso. E’ perciò difficile selezionare le novità più significative. Tuttavia, pur nella consapevolezza, che certe segnalazioni, almeno per ora, devono essere trascurate, passiamo in rassegna alcune notizie, ripromettendoci di approfondirle, se sarà possibile.Per un singolare e funesto sincronismo, alla pubblicazione dell’articolo “Ipnosi[3]” ha fatto tragico pendant un cruento fatto di cronaca: un Ghanese, Mada Adam Kabobo, a Milano il giorno 11 maggio scorso, ha ucciso a colpi di piccone due passanti e ne ha ferito un altro. L’uomo, una volta tratto in arresto, ha dichiarato che udiva delle voci: è un particolare che è spesso riferito dei cosiddetti “candidati manciuriani”, da soggetti vittime del controllo mentale. Si notino alcune stranezze e le incongruenze dell’”assassinio”: le mani dell’omicida si colorano all’improvviso di rosso. Egli si tocca più volte gli abiti, ma sui vestiti non si vede traccia di sangue. Il militare è stato decollato, ma non perde una stilla di sangue. I passanti sono del tutto noncuranti rispetto a quanto sta accadendo.

 VediIpnosi[3], 2013

 La tragedia occorsa in Italia è contrappuntata dalla farsa inscenata a Londra, dove è stato allestito uno spettacolo degno di Antonine Artaud: un attore, che interpretava il ruolo del fanatico islamico, ha decapitato un soldato britannico con un machete. La pellicola ricorda la pantomima di Palazzo Chigi. Il regista londinese è un bolso imitatore di Dario Argento: molto sangue, soverchio gusto del macabro, recitazione enfatica, eccessi che vanno a discapito della cura della verosimiglianza, con la donna che serafica tira il suo trolley[2], mentre l’attentatore inveisce e sbraita rivolto verso la camera.

 Vedi G. Ranella, Punto di non ritorno[4], 2013 e Attentato davanti a Palazzo Chigi: un false flag all’italiana[5], 2013

 Negli Stati Uniti i farabutti con i gradi si stanno accanendo contro l’Oklahoma, tempestato da due uragani artificiali a distanza di poco tempo l’uno dall’altro. Il meteorologo Scott Stevens ed altri ricercatori sostengono che i cicloni, con il loro strascico di distruzione e morte, sono stati diretti verso l’Oklahoma, dopo essere stati manipolati con H.A.A.R.P. e scie chimiche. Le mappe satellitari attestano che è stato sferrato un attacco climatico, Stevens in particolare nota che nell’area, poi colpita dal disastro, sono stati avvistati droni, camuffati da aerei di linea, mentre volavano a bassa quota intenti a compiere il loro sporco lavoro.

 Vedi The Oklahoma Tornado[6], di Scott Stevens – 2013

 La guerra climatica non risparmia l’Italia: qualche tornado si è abbattuto nel Nord, mentre l’agricoltura segna il passo, a causa delle temperature inclementi e delle piogge copiose che impediscono la semina. Missione quasi compiuta: in alcune zone si lamenta una riduzione del raccolto che tocca il 40 per cento. E’ ovvio che i prezzi di cereali, ortaggi e frutta sono destinati a lievitare, danneggiando i consumatori già attanagliati da una crisi ormai degenerata nella stagflazione.

 Vedi H.A.A.R.P.: missione compiuta[7], 2013

 A proposito di recessione economica, orchestrata ed attuata dalle élites mondialiste, per sbranare le nazioni, è passato purtroppo inosservato il lucido intervento del parlamentare Carlo Sibilia,

 continua qui: http://www.tankerenemy.com/[8]

 http://www.stampalibera.com/?p=64051

Fine della ‘Primavera araba’

da Sito Auora

 giugno 16, 2013

 Obama sacrifica i suoi servitori arabi, lo sceicco Hamad e il primo ministro

Karim Zmerli, Tunisie-Secret[3] 16 giugno 2013

 Era prevedibile per chiunque, tranne che per questi capicosca, che si credevano invulnerabili. Agli ordini di Washington, Hamad abdica in favore del figlio Tamim. Ma, sostenuto da Israele, il primo ministro di questo emirato wahhabita ha tentato di prendere il potere con la forza. Invano. La situazione non è ancora chiara in questo Paese microscopico, ma tutto indica che la sua politica estera cambierà totalmente.

 

obama-thanks-qatari-amir-for-support-on-libya

[4]

Mentre la stampa francese ha osservato omertosamente il segreto, il settimanale Le Point evocava il 5 giugno il ritiro di sheikh Hamad in favore del figlio. Le point ha scritto che “L’emiro del Qatar, lo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, organizza il passaggio di consegne a suo figlio Tamim. Al potere dal 1995, l’attuale emiro sembra stanco e vuole ritirarsi… Quindi questa è una transizione graduale, durante la quale il Primo ministro Hamad bin Jassim al-Thani, dovrebbe lasciare il posto. Inoltre, l’emiro aveva iniziato la trasmissione dei suoi beni immobiliari francesi a una delle figlie.”

L’unica piccola bugia, per omissione, è che lo sceicco Hamad non è né stanco, né malato, né desideroso di lasciare il potere, anche se a favore del figlio. Questo è un ordine di Barack Hussein Obama al capocosca del Qatar di sparire. Il motivo del licenziamento è duplice. In primo luogo, il fallimento del servitore arabo nel far cadere il regime siriano. In secondo luogo, l’indiscrezione con cui ha sostenuto l’ascesa al potere degli islamisti in Tunisia e in Egitto. Alleato strategico dei Fratelli musulmani, Obama avrebbe preferito che i suoi sostenitori servili operassero con tatto e discrezione. Peggio ancora, si credeva autorizzato a sostenere al-Qaida e altre organizzazioni terroristiche islamiche in Mali e nel continente africano. Secondo il nostro collega R. Mahmoudi di Algeria Patriottica, “Sembra che il ricchissimo principe non abbia più il favore dei suoi sponsor statunitensi che non apprezzano, da qualche tempo, l’incoscienza e l’avidità del loro alleato, e vorrebbero un socio più adatto alla nuova realtà… Si scopre che il suo fallimento in Siria e la cattiva situazione di tutti i Paesi che hanno sperimentato il cambiamento di regime, Tunisia, Libia ed Egitto, giocano contro di lui. Gli Stati Uniti, che fin dall’inizio hanno sostenuto la “primavera araba”, ora cercano di stabilizzare il mondo arabo, per evitare di danneggiare i loro interessi nella regione e la sicurezza d’Israele.”

La nostra ben informata fonte ha detto che a Doha, ieri, il Primo ministro e ministro degli Esteri Hamad bin Jassim, molto turbato da questo trasferimento di potere dal padre al figlio di Mozza, avrebbe tentato un colpo di Stato con l’appoggio dei suoi amici israeliani. Il fallito colpo di Stato è stato riferito dal quotidiano palestinese al-Manar, ripreso dall’agenzia di stampa iraniana IRIB, secondo cui “Il colpo di stato fallito è stato inscenato da un gruppo di leader politici e militari guidato dal primo ministro del Paese, Hamad bin Jassim.” Sempre secondo la nostra fonte  locale, una trentina di funzionari militari e della sicurezza sono stati arrestati dalle guardie del corpo dell’emiro licenziato. Protetto da Israele e da alcuni potenti alleati neoconservatori statunitensi, Hamad bin Jassim non è stato arrestato, ma privato delle sue guardie del corpo e messo agli arresti domiciliari. Alcuni osservatori occidentali ben consapevoli ritengono che il nuovo emiro dovrà fare i conti con questo incrollabile alleato di Israele e Regno Unito. Di tutti questi avvenimenti, al-Jazeera e i media del Qatar non hanno lasciato filtrare nulla. Come affermato da al-Manar, “in effetti cercano di consolidare le basi del potere del futuro emiro, qualcosa che richiede la previa eliminazione dei leader del colpo di Stato.”

Nato nel 1980 ed erede ufficiale dal 2003, Tamim bin Hamad al-Thani si è laureato alla Royal Military Academy di Sandhurst, Regno Unito. E’ Presidente del Consiglio del QIA, il fondo di investimento del regno, e del Comitato Olimpico del Qatar. È l’uomo della politica sportiva dell’emirato, del PSG e della Coppa del mondo di calcio 2022. La sua influenza è cresciuta negli affari del Qatar in questi ultimi mesi. Da due giorni il giovane emiro ha cominciato le grandi pulire delle stalle di Augia. Ha dato ordine di rimpatriare le ONG pseudo-umanitarie che operano in Egitto, Tunisia, Libia e soprattutto nell’Africa nera. L’ambasciatore del Qatar a Tunisi è stato richiamato. Un’altra spettacolare inversione di tendenza, le figure emblematiche della Fratellanza musulmana residenti a Doha sono state invitate a lasciare rapidamente il territorio. Secondo il quotidiano al-Ahram al-Jadid del 15 giugno, il mercenario palestinese Khaled Mashaal è stato espulso lo scorso venerdì verso una destinazione sconosciuta. Il leader di Hamas che ha tradito i suoi ex protettori siriani per del denaro, viveva a Doha da due anni. Altri giornali egiziani indicano che è arrivato al Cairo con una ventina di compagni. Secondo la nostra fonte presente nella capitale del Qatar, anche Yusif Qaradawi sarebbe colpito da queste misure. Sembra anche che ieri davanti al palazzo dell’imam, chiamato dall’opinione araba “il mufti della NATO“, siano stati visti tre grandi camion in movimento. Destinazione probabile l’Egitto. Il Mufti della NATO ancora gode della cittadinanza del Qatar!

Riguardo all’emiro deposto, la sua scelta è caduta sulla Francia. Secondo le nostre fonti francesi, lo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani probabilmente si stabilirà in uno dei suoi castelli, non lontano da Nizza, dove potrà finire i suoi giorni frequentando la “Biblioteca”, il più grande casinò della città.

 Traduzione di Alessandro LattanzioSitoAurora[5]

 URL to article: http://www.stampalibera.com/?p=64071

La bugia di Marino sulla truffa all’Inps: la sua denuncia non esiste

Uno scandalo travolge il Pd? Impossibile, sono sempre povere ignare vittime delle circostanze e di singole persone senza scrupoli.

 08-06-2013

 Un paio di giorni, quando uscì la notizia della truffa all’Inps

 Uno scandalo travolge il candidato Pd al Campidoglio Ignazio Marino a due giorni dal voto. La sua onlus “Imagine” avrebbe aggirato il fisco, creando rapporti di lavoro falsi con dipendenti che non esistono, fingendo poi di pagarli con assegni per creare fondi neri. E’ quanto scrive il sito Affariitaliani.it, che pubblica il plico ricevuto in redazione che denuncia la vicenda.

 Il comitato Alemanno parla di notizie gravissime e aggiunge: «Se fosse vero sarebbe una delle pagine più incresciose della storia politica romana che coinvolge la sinistra. Marino ne tragga le conseguenze e ritiri la sua candidatura».

 http://voxnews.info/2013/06/06/truffe-allinps-scandalo-travolge-marino-alemanno-chiede-il-ritiro-della-candidatura/

 Ignazio Marino replicò:

 Nella replica alla notizia sulle truffe di Imagine – la Onlus di Marino – il comitato per la sua elezione a Sindaco precisa: ”Ignazio Marino non amministra la Onlus Imagine, si occupa del lato scientifico dall’associazione”. Poteva non sapere.

 “Tutte le attività amministrative e contabili della Onlus Imagine vengono gestite dalla direttrice. In relazione a quanto ipotizzato da Affaritaliani.it si precisa che tutti i contratti di cui si fa menzione sono stati redatti e sottoscritti nella consapevolezza della regolarità e della legittimità”.

 In una precedente smentita si faceva menzione della falsità delle accuse, in questa, invece, si precisa che Marino “non si occupa di amministrazione“.

 La cosa simpatica è che quando sarà Sindaco, e qualcuno farà qualcosa che non va fatto, potrà sempre dire che lui si occupa del lato scientifico.

 http://voxnews.info/2013/06/06/marino-sulla-truffa-allinps-io-non-mi-occupo-di-amministrazione/

 Aggiunse anche di avere – lui estraneo perché non si occupava di amministrazione – denunciato chi commetteva illeciti nella sua onlus. Nella quale lavorava ma non sapeva.

 Ecco, la denuncia però  non si trova. Non è mai stata presentata. L’unica denuncia fatta, a seguito della rivelazione choc sulla truffa all’Inps, è contro chi ha osato consegnare il plico con i documenti alla redazione di Affaritaliani.it.

 Scrive Libero:

 che giovedì pomeriggio ha lanciato online lo scoop in cui si riferiva di un presunto giro di pagamenti in nero, avvenuti intestando assegni a due teste di legno e girati per 18 mesi a un unico dipendente, probabilmente per aggirare le regole fiscali.  La polizia postale non ha perso tempo: ieri  ha convocato Carlo P., l’informatico che per raggiungere «il compenso pattuito con Marino, 1.500 euro», spiega il suo legale a Libero, ogni mese intascava il suo assegno e «quelli di due colleghi mai conosciuti», forse mai esistiti.

 L’avvocato Massimiliano Scaringella, ieri fuori città per lavoro,  ha parlato con l’agente della Postale  che aveva firmato la convocazione di Carlo, dando disponibilità ad accompagnare il 42enne lavoratore precario già oggi, per  fornire al più presto tutte le spiegazioni alla polizia. «Mi hanno risposto che non c’era fretta», racconta il legale, «hanno fissato l’incontro per il 12 giugno». A urne chiuse, quindi, quando il ballottaggio tra Marino e il sindaco uscente Gianni Alemanno avrà già sancito chi indosserà la fascia tricolore per i prossimi 5 anni.

 La cosa curiosa è che giovedì sera, nel confronto in diretta su Sky, Marino aveva tagliato corto riguardo la storia della onlus. Con grande sicurezza, il chirurgo aveva zittito Alemanno: «La onlus di cui si è parlato è una onlus di persone perbene, parte lesa in una situazione in cui c’è stata una denuncia a carabinieri, polizia e magistratura e c’è un’indagine in corso». Chi sia stato a ledere “Imagine”, Marino non lo ha detto. Ma Carlo P. si è risentito, come chiarisce ancora l’avvocato Scaringella. «L’idea non è stata certo del mio assistito, che sperava semplicemente di arrivare presto a un contratto a tempo indeterminato, con pagamenti regolari, che gli era stato promesso un anno e mezzo fa. Questa procedura di pagamento, gli avevano assicurato il dottor Marino e la amministratrice della onlus, era una soluzione momentanea. Invece andava avanti da 18 mesi. Periodo durante il quale, sia chiaro, Carlo non si è certamente travestito per prendere gli assegni di quei due colleghi mai visti». Due colleghi fantasma in un ufficio con cinque persone: Marino, Carlo, la amministratrice e altre due persone che non rispondono ai nomi riportati sugli assegni. Ieri l’informatico non se l’è sentita di andare al lavoro, in via dei Volsci, e nessuno lo ha chiamato per avere notizie. È chiaro che l’esplosione di questa bomba non fa bene a nessuno di loro, ma l’avvocato Scaringella ne è certo: «Se c’è una parte lesa, quella è Carlo», che non si è fatto troppe domande e ha accettato il bizzarro metodo di pagamento, in attesa del tanto sospirato contratto a tempo indeterminato. Ciò che adesso spaventa il 42enne è di essere finito in un gigantesco scandalo politico a poche ore dall’assegnazione della poltrona di sindaco. Un trono che Marino potrebbe perdere proprio dopo questo scandalo, che potrebbe anche portargli guai penali. Del resto è lui, come presidente, ad avere firmato i contratti ai due dipendenti fantasma.

 Insomma, Marino non si occupa di amministrazione e nemmeno di denunciare i responsabili. A quanto pare.

 Ieri intanto Marino non ha presenziato all’ultimo confronto televisivo con Alemanno, per evitare domanda scomode. «Il fatto che questa sedia sia vuota è un brutto segnale, mi aspettavo che Marino fosse qui a spiegare la questione della sua onlus che è emersa ieri e invece non c’è». Ha detto il Sindaco in carica.

 Non basta. Il direttore del dorso romano di Affaritaliani.it, Fabio Carosi  stufo delle continue «minacce telefoniche ricevute», andrà a portare tutto il materiale alla Guardia di finanza. «Senza fare denunce mi limiterò a consegnare spontaneamente le carte che sono state spedite giovedì in redazione in forma anonima».

http://voxnews.info/2013/06/08/la-bugia-di-marino-sulla-truffa-allinps-la-sua-denuncia-non-esiste/

 

L’ennesima balla di Saviano: s’era inventato un rapporto del Con gresso americano contro gli emigranti italiani

13-06-2013

 Domenica 26 maggio Roberto Saviano, intervistato da Fabio Fazio nella trasmissione Che tempo che fa, per combattere quella da lui definita l’ondata di «odio morale verso gli immigrati» ha letto un testo. Cito testualmente le sue parole: «Avevo visto e trascritto qui alcune parole della relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso americano, quindi un documento ufficiale del governo americano del 1912, così descrive gli italiani».

Ecco il testo letto da Saviano:

«Gli italiani sono generalmente di piccola statura e di pelle scura, non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane, si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Si presentano di solito in due, cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci, tra loro parlano lingue a noi incomprensibili probabilmente antichi dialetti.

Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina, fanno molti figli che poi faticano a mantenere.

Dicono siano dediti al furto, e le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici, ma perché si parla di stupri o agguati in strade periferiche.

Propongo che si privilegino le persone del nord, veneti e lombardi, corti di comprendonio e ignoranti, ma disposti più degli altri a lavorare».

Concludeva poi Saviano:

«Incredibile che il nostro paese tutto questo non lo ricordi, non ne faccia memoria attiva, ma lo trasferisca quando si rivolge ad altre comunità o “etnie”».

Trovandomi per caso quella sera davanti alla tv di Stato, mi è parso del tutto evidente il fumus di “patacca” che emanava da frasi così volgari ed offensive in un documento ufficiale del Senato degli Stati Uniti nei confronti di un intero popolo.

Una rapida ricerca su Google mi ha permesso di scoprire che già Paolo Attivissimo sul sito del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale), aveva a suo tempo verificato che di quel testo erano in circolazione varie versioni, una delle quali, lanciata da Rainews24, citava come fonte il giornalista e conduttore televisivo Andrea Sarubbi – piddino e fanatico dell’immigrazione – che nel 2009 aveva pubblicato un articolo con quella citazione. Sarubbi, interpellato, aveva precisato di non aver tratto la citazione direttamente dal documento statunitense originale.

La sua frase: «Ho fra le mani un documento dell’Ispettorato per l’immigrazione», non era quindi letterale, ma derivava da una fonte italiana, «un articolo pubblicato un anno fa sul giornale Il Verona dall’avv. Guarenti».

Guarenti, a sua volta, dichiarava di averlo trovato «in un libro di un anno fa» ma non era in grado di citare il titolo del libro.

Insomma, concludeva Attivissimo: «Siamo di fronte ad una situazione almeno di terza mano di cui non si sa la fonte intermedia».

 Sulla traccia di Attivissimo ho interpellato pertanto formalmente l’ambasciata americana che mi ha risposto il 30 maggio: «La commissione sull’immigrazione degli Stati Uniti conosciuta come la Dillingham Commission dal nome del senatore del Vermont che l’ha presieduta ha lavorato dal 1907 al 1911 e ha pubblicato 41 volumi di rapporti contenenti dati statistici sull’immigrazione negli Stati Uniti, l’occupazione degli immigrati, le condizioni di vita, la scolarizzazione dei bambini, le organizzazioni sociali e culturali, delle comunità degli immigrati e la legislazione sull’immigrazione a livello statale e federale».

Continuava poi l’ambasciata americana: «Questi sono gli unici rapporti ufficiali sull’immigrazione elaborati in quegli anni e disponibili al pubblico. Da una visione superficiale, la citazione da lei riportata nella sua mail non appare in nessuno di questi rapporti, ma per esserne certi bisognerebbe eseguire una ricerca più accurata, per la quale purtroppo noi non siamo in grado di aiutarla in questo momento».

Aiutati che Dio ti aiuta, ho consultato tramite la mail inviatami dall’Ambasciata tutti i volumi senza trovar traccia del documento citato da Saviano, ma viceversa una interessantissima disamina sull’immigrazione dell’Italia che ho fatto tradurre dall’inglese e si può leggere sul sito www.carlogiovanardi.it.

 Per il resto ringrazio Saviano che mi permette di aggiungere il XII ed ultimo capitolo al libro intitolato Balle che sto pubblicando, dove spiego come l’opinione pubblica italiana fonda le sue convinzioni su vere e proprie bufale che vengono troppo spesso disinvoltamente spacciate come verità.

 FONTE: http://www.tempi.it/saviano-in-tv-spiega-che-una-volta-eravamo-noi-italiani-zingari-america-ma-e-una-bufala#.UbnIN0DvhiY

 Cosa non si fa – e Saviano è esperto di Patacche a detta delle sentenze dei tribunali – in nome del moloch immigrazione. Si arriva perfino a diffamare la propria gente inventandosi risibili – e chiaramente falsi – rapporti politici. L’emigrazione italiana in America è il terreno di caccia preferito delle fiere xenofile. Vorrebbero dimostrare un parallelo – come abbiamo visto anche inventandosi di sana pianta documenti ufficiali – tra l’orda barbarica di cui sono vittime le nostre città, e l’emigrazione italiana ed europea nelle Americhe.

Ma il parallelo immigrazione attuale ed emigrazione italiana dell’800 o del ’900 non ha alcuna logica. L’America era allora un continente spopolato, nessuno era “americano” tutti erano immigrati, tranne i poveri indiani che l’immigrazione l’hanno subita, e gli italiani erano solo una delle popolazioni che emigrò in America insieme a tedeschi, irlandesi, polacchi e altri europei. Tutti in fila ad Ellis Island, non da clandestini. Non mantenuti a 45€ al giorno.

 Complimenti a Saviano e al fido marchettaro Fazio.

http://voxnews.info/2013/06/13/lennesima-balla-di-saviano-sera-inventato-un-rapporto-del-congresso-americano-contro-gli-emigranti-italiani/

 

In mertito al comunicato di LTF ltf sulla patoperforazioni

Ricapitolando. A inizio marzo alla Pato Perforazioni di Rovigo viene tolata la certificazione antimafia (“Un decreto antimafia giunto in Prefettura ha ordinato la sospensione di tutte le attività e la rimozione dei macchinari dell’azienda” fonte http://www.rovigooggi.it/articolo/2013-03-29/tutto-fermo-per-dei-controlli-amministrativi/#.UcCgaBan11M). Il 16 maggio il movimento No Tav comunica che la Pato lavora all’interno del cantiere di Chiomonte (http://www.notav.info/post/al-cantiere-lennesima-ditta-fuorilegge/). Il 21 maggio leggiamo sui giornali che una ditta è stata esclusa dal cantiere di Chiomonte perchè non in regola con i certificati antimafia

 (http://www.notav.info/post/il-certificato-antimafia-notav-e-piu-veloce-di-quello-della-prefettura-di-torino/). Pochi giorni fa abbiamo notato due container e una gru della Pato all’interno del cantiere

(http://www.notav.info/post/al-cantiere-continuano-a-lavorare-le-ditte-senza-certificato-antimafia/). Prontamente Ltf ci ha risposto che quei mezzi la Pato neanche può andarseli a riprendere (?) dato che non ha la certificazione (http://torino.repubblica.it/dettaglio-news/13:39/4360337).
Al netto dell’idea che chiunque si può fare seguendo l’ordine degli avvenimenti la domanda interessante è la seguente: i controlli per verificare se una ditta che ha vinto un appalto ha le carte in regola, Ltf lo svolge prima o dopo aver concesso l’appalto?
La logica e la norma imporrebbero di valutare prima se una certa ditta ha il certificato anitmafia o meno, e non al contrario farlo quando questa già si è impiantata, armi e bagagli, mezzi e container, nel cantiere. E un’altra domanda interessante riguarda il perchè una volta che una ditta è stata esclusa i suoi mezzi e i suoi container ancora scorrazzino nel cantiere, giacchè non sostano come Ltf sostiene. L’addetto stampa di Ltf sarcasticamente ringrazia il movimento che al fianco della Corte dei Conti italiana e di quella francese vigila sul cantiere. Ma siamo noi a dover ringraziare Ltf, perchè il cantiere di Virano è fonte inesauribile di vergognose sorprese e di presenze incredibili, fra ditte fallite dal passato ingombrante ad altre senza neppure il certificato antimafia.

 

Firenze: le prostitute ‘esercitavano’ dentro il Comune

che maligni. Un funzionario pubblico stava dando un buon esempio di integrazione. Mica come il caso Ruby…..l’Italia giusta può

 15-06-2013

 Scrive La Nazione che una prostituta, – gli altri le chiamano escort, noi no – straniera, ha intrattenuto un funzionario del Comune di Firenze direttamente nel suo ufficio. I due sarebbero stati interrotti da un’addetta alle pulizie che, dopo aver aperto la porta, li avrebbe sorpresi in atteggiamento inequivocabile. Il tutto fa parte di un giro di prostituzione straniera nel capoluogo toscano in cui sono coinvolti nomi “importanti”. Il che spiega il fanatismo del Pd per la “libera circolazione delle persone”.

I “clienti” sceglievano la “merce” su un sito internet. I titolari del sito – grandi estimatori di Schengen – sono indagati per “tratta di esseri umani”.

Ovviamente l’amministrazione di Renzie si dice “stupita”, e fa sapere che chiederà “formalmente indicazioni alla procura”. Perché è evidente che certe “attività” all’interno degli uffici comunali possano avere anche delle ripercussioni negative sul rapporto di lavoro.

Svuotacarceri: “Processo per intrecci mafia-politica Altamura, nessuno andrà dentro” | VoxNews

17-06-2013

 Abbiamo lungamente approfondito nei primi mesi dell’anno la vicenda di Francesco Dipalo, imprenditore altamurano vittima del racket delle estorsioni della mafia murgiana. Dipalo è testimone di giustizia, vive in località protetta, ed è uno dei teste chiave nel procedimento – che si sta svolgendo dal 22 aprile 2013 – su presunti intrecci fra politica, imprenditoria, forze dell’ordine ad Altamura.

Proviamo a seguire l’evolversi del processo anche dall’account facebook di Francesco Dipalo che il 29 maggio scriveva sul suo diario: “Buongiorno. Dopo una notte insonne mi aspetta una nuova udienza del processo che si sta svolgendo a Bari nei confronti della mafia altamurana”. E il 3 giugno ribadiva: “Intrecci mafia, politica, imprenditoria deviata, esponenti forze dell’ ordine ad Altamura. Domani quinta udienza”. La sentenza, da ciò che riportava AltamuraLife il 23 aprile, era prevista per il 5 giugno, ma Dipalo – che abbiamo raggiunto per mail – ci conferma che le udienze sono ancora in corso e l’ultima sembra fissata per il 9 luglio. Il testimone di giustizia ci comunica anche che il 25 maggio avrebbe avuto inizio il procedimento in Corte d’Assise per gli altri 9 imputati – dei 15 chiamati in giudizio – che avevano optato per il rito ordinario.

 Concludiamo quest’approfondimento con un recentissimo ed inquietante post facebook di Francesco, datato 16 giugno:

 Intrecci mafia, politica, imprenditoria deviata, ed esponenti delle forze dell’ ordine ad Altamura. Quasi tutti gli imputati sono stati scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Ora circolano tranquillamente per le strade di Altamura. A questo bisogna aggiungere che con il nuovo decreto svuota carceri, probabilmente nessuno tornerà in carcere. Lo Stato umilia le vittime di mafia che denunciano e premia i criminali!

 Cercheremo di riscontrare nelle prossime settimane la fondatezza di questa denuncia di Dipalo. Al momento rilanciamo l’ennesimo grido di dolore e di rabbia di un uomo che ha rinunciato, insieme alla sua famiglia, al suo lavoro, alla sua vita, alla sua terra per denunciare quello che sembra emergere, in alcuni “contesti” pugliesi, come un sistema aberrante di collusione fra criminalità organizzata e politica locale.

 FONTE: http://www.mediapolitika.com/?p=9817

 L’alleanza politica delinquenti continua. Sono al governo

 

Nuove amministrazioni: a Viareggio arriva il gestore del sito porno-gay

beh ma se il porno viene gestito dalla lobby, pardon, dall’italia “giusta” è atto edificante. Discriminazioni “moderne”

 15-06-2013

 Ricordate De Giorgi, quello che “non si era accorto delle foto oscene di bambini” nel suo sito? Dopo avere rinunciato alla candidatura con Monti, a seguito delle polemiche, ora approda al Pd.

 Da ieri infatti è nella squadra del neo-sindaco di Viareggio, il renziano Leonardo Betti, che lo ha voluto come ‘comunicatore’. E chi meglio di lui, la cui  società – che pubblica gay.it – è  proprietaria di due siti che mettono in scena contenuti pornografici: gaysex.it, gaytube.it. E pubblica anche due portali “marciapiede”: nowescort.com e me2.it, che si possono tranquillamente definire “bordelli on-line”, e dove la prostituzione omosessuale è offerta come merce al mercato. E lui guadagna sulla vendita di quella “merce”. In sostanza un cyber-magnaccia?

 Ovviamente, secondo De Giorgi, le pagine del sito “sono destinate ad accogliere profili di ragazzi che, nel sito me2.it, intendono dichiarare la loro disponibilità ad effettuare servizi di accompagnamento personale”.  “Resta inteso che il sito www.me2.it non ha alcun rapporto contrattuale con i tali profili”. E’ il procedimento classico – chiedere ad avvocati del ramo – con il quale chi vuole guadagnare dalla vendita di carne umana, si “premura” dal rischio di poter essere accusato di induzione e sfruttamento della prostituzione.

 Il proprietario del sito mette a disposizione la piattaforma, le prostitute – in questo caso accompagnatori gay – inseriscono la loro merce e, in cambio, versano non “percentuale sul lavoro effettuato” – che sarebbe perseguibile – ma una tariffa per la pubblicazione dei profili. Oppure, non pagano nulla e chi possiede il sito guadagna in pubblicità.  E il gioco è fatto.

 Chi, meglio di De Giorgi, potrebbe “comunicare”? Complimenti al sindaco di Viareggio e al suo nume tutelare.

http://voxnews.info/2013/06/15/nuove-amministrazioni-a-viareggio-arriva-il-gestore-del-sito-porno-gay/

Sartori contro la congolese: “l’Italia non è un paese meticcio, l’integrazione non esiste”

17-06-2013

 Giovanni Sartori, storico politologo, e unica testa pensante a scrivere come opinionista sul Corriere della Sera – interessanti le sue analisi sulla demografia – attacca il ministro della dis-integrazione.

“Nata in Congo, si è laureata in Italia in medicina e si è specializzata in oculistica. Cosa ne sa di integrazione, di ius soli e correlativamente di ius sanguinis?”.

 “La brava Ministra ha anche scoperto che il nostro è un Paese meticcio. Se lo Stato italiano le dà i soldi si compri un dizionarietto, e scoprirà che meticcio significa persona nata da genitore di razze (etnie) diverse. Per esempio il Brasile è un Paese molto meticcio. Ma l’Italia proprio no. La saggezza contadina insegnava moglie e buoi dei paesi tuoi. E oggi, da noi, i matrimoni misti sono in genere ferocemente osteggiati proprio dagli islamici. Ma la più bella di tutte è che la nostra presunta esperta di immigrazione dà per scontato che i ragazzini africani e arabi nati in Italia sono eo ipso cittadini integrati”.

 Poi sull’impossibilità dell’integrazione: “Questa è da premio Nobel. Mai sentito parlare, signora Ministra, del sultanato di Delhi, che durò dal XIII al XVI secolo, e poi dell’Impero Moghul che controllò quasi tutto il continente Indiano tra il XVI secolo e l’arrivo delle Compagnie occidentali? All’ingrosso, circa un millennio di importante presenza e di dominio islamico. Eppure indù e musulmani non si sono mai integrati. Quando gli inglesi dopo la seconda guerra mondiale se ne andarono dall’India, furono costretti (controvoglia) a creare uno Stato islamico (il Pakistan) e a massicci e sanguinosi trasferimenti di popolazione. E da allora i due Stati sono sul piede di guerra l’uno contro l’altro”. “Più disintegrati di così si muore”.

http://voxnews.info/2013/06/17/sartori-contro-la-congolese-litalia-non-e-un-paese-meticcio-lintegrazione-non-esiste/