Morire di lavoro

blog | 2 aprile, 2013 – 20:44 | Da Monia Benini 

Fra le tante email e i messaggi che ricevo, ce ne sono che proprio non mi sento di lasciare cadere nel silenzio. Quello che segue è uno dei casi che sentivo di dover assolutamente condividere. E’ scritto da Agostino Campagna e merita l’attenzione di tutti noi, perchè non si può morire di lavoro, a causa del lavoro.

Nel caso specifico si parla di Goodyear, ma quanti casi come questo ci sono in Italia? Quante ILVA,quanti petrolchimici, quante Thyssen, quante aziende produttrici di eternit, quante fabbriche della morte hanno ridotto in polvere le esistenze di chi spendeva la propria vita per il lavoro? Non si può. Non si deve essere costretti a scegliere fra morire di fame o morire per il lavoro.

QUESTA LETTERA è DEDICATA A TUTTI I MIEI AMICI MORTI DI TUMORE DENTRO LA GOOD YEAR IN PARTICOLARE AL MIO AMICO ERMANNO.
Ciao sono Agostino ci siamo conosciuti tantissimo tempo fa, io avevo 13 anni e facevo il barista in una stazione di servizio, tu invece già portavi il camion insieme ad un mio cugino e tra un pieno e l’altro venivate a prendere un caffè.Ciò che ricordo era la tua faccia un pò troppo scura e le tue risate che non finivano mai. Passano gli anni e tornato dal servizio militare nel 1970 nel piano boom economico della nostra zona faccio la domanda e vengo assunto alla good year ed è la che ci rincontriamo di nuovo ,tu già operaio nel reparto bambury io apprendista di un reparto qualunque, tu già militante socialista ed impegnato a far nascere il sindacato dentro la nostra fabbrica. Ci passeremo 30 anni insieme ” quanti scioperi e quante assemblee abbiamo fatto insieme” io un pò rompi palle perchè militavo il lotta continua,gruppettari che volevano tutto e subito,poi sono cominciate le delusioni sindacali i padroni sono diventati datori di lavoro. l’accettamento ricattatorio della cassa integrazione,aumento dei carichi di lavoro ecc..piano piano i sogni di essere persone stavano finendo ogni giorno che passava diventavamo oggetti senza più nessun diritto nessun sogno nessuna pretesa di esseri. Fu nel gennaio del 1993 che cominciò a farsi strada nei miei pensieri “IL TUMORE” c’erano state alcune morti sospette e questo mi convinse a fare un esposto alla procura di latina chiedendo se le mosrti erano collegabili con il lavoro che svolgevamo,per dare forza a ciò decisi di iniziare un sciopero della fame che durò 11 giorni,la notte dell’undicesimo giorno collassai 3 volte,fui portato in ospedale e ricoverato,non fu certo la morte che mi sfiorò,che mi fece male,fu soprattutto l’indifferenza degli altri che non capirono ciò che stava accadendo dentro la nostra fabbrica. Ci volle la chiusura della Good year per risvegliare qualche coscienza,incominciai quasi per scherzo a contare chi ci aveva lasciato per il tumore,erano tantissimi,incominciai a girare casa per casa compresa la tua per richiedere la famosa cartella clinica,credimi fu doloroso ascoltare le vedove che avevano perso il marito o le madri il proprio figlio,fui coinvolto dai loro dolori e soprattutto dalla loro domanda “PERCHE’?”.
Quando tu ti ammalasti ti si otturarono le vene dovuto forse alle sostanze che per 30 anni avevi respirato nel reparto mescole,il male ti prendeva un pò alla volta piano piano le tue gambe diventavano sempre più corte fino all’amputazione totale,tu ora stavi su una sedia a rotelle tu cosi combattivo ora eri costretto a chiedere di essere vestito o di essere portato in bagno.
tu colpivi tutti noi con la tua saggezza ironica, riuscivia scherzare anche sul tuo male,ti ricordi quando siamo stati in procura per presentare la denuncia ti venni a prendere a casa per farti salire e scendere dalle macchina ti presi in braccio ridendo molto perchè i tuoi pantaloncini scesero giù,fu soltanto una risata di dolore.Ora sei dentro quella bara troppo lunga per te e mentre ti passo vicino per prendere l’ostia l’accarezzo e torno dietro la colonna perchè volevo guardarti senza essere disturbato. Manchi a tutti Ermanno.

 

Morire di lavoroultima modifica: 2013-04-14T17:04:00+02:00da davi-luciano
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