‘Nel mondo di oggi o fai il Chavez o il maggiordomo dei potenti’

1) Prima di tutto vi ringrazio per aver accettato di farvi intervistare da noi. Come avete accolto, quattordici anni fa, la notizia dell’elezione di Chavez in Venezuela? Quali aspettative ha suscitato in Iran?

Che sia lodato Dio, il Migliore dei Creatori.

All’inizio di questa intervista sento il dovere di soffermarm i su questo verso di Rumi, poeta persiano classico, che diceva che se si cerca di mettere il mare in una brocca, si potrà prendere solo ciò che basta per qualche giorno. Parleremo di Chavez ma ricordiamoci che la nostra parola è solo una brocca mentre stiamo cercando di parlare del mare.

Al contrario di come avviene di solito in Occidente e come quindi gli occidentali pensano avvenga per tutto il resto del mondo, l’Iran non accoglie o al contrario non critica mai l’elezione di nessuno in nessuna parte del mondo. Apparirà paradossale ma come paese che e’ sempre stato infastidito dalle ingerenze straniere, abbiamo deciso di non fare agli altri ciò che non piace a noi. L’Iran rispetta sempre la scelta dei popoli e l’esito delle elezioni. Credo che la più grande dimostrazione in questo senso l’Iran l’abbia dato quando ha riconosciuto e rispettato l’esito del voto persino negli Stati Uniti, con cui non ha nemmeno relazioni diplomatiche. Per il Venezuela la questione fu la stessa. L’Iran assistette a quella prima vittoria di Chavez nel 1998 silenzioso, senza particolari reazioni, positive o negative, col suo metodo tradizionale. Certo non significa che l’Iran non abbia o non avesse le sue opinioni o che al tempo non ritenesse difficile la situazione in Venezuela che prima di Chavez era sotto un governo filo-americano. Ma l’Iran ha sempre seguito un politica di principio. Con la sua rivoluzione nel 1979 e con la sua esperienza negli anni successivi ha detto al mondo che si può vivere anche senza la protezione delle potenze e senza essere servi di queste. Poi ha lasciato la decisione ai popoli; ed abbiamo visto che laddove i popoli lo hanno voluto, il modello iraniano è stato seguito.  L’Iran non va certo ad imporre questo pensiero…come certi paesi che impongono la democrazia con le bombe. Per l’Iran il principio più importante è sempre quello, non interferire negli affari degli altri.

Ma devo dire che nel 1998, in Venezuela, vinse una persona che aveva precisamente questo pensiero in mente. Chissà se il paracadutista e colonnello aveva anche informazioni sulla rivoluzione islamica del 1979; ma anche se non lo ha voluto ha seguito la stessa corrente di pensiero. Nel mondo di oggi, tra l’altro, la scelta per i politici non è difficile. Le opzioni sono due:

O fai il Chavez, o per dire fai l’iraniano, in altre parole pensi al tuo popolo e te ne infischi di potenze, propaganda dei media, critiche ed ecc…e ti appoggi alla tua gente. Oppure fai, come dice Giulietto Chiesa, il tipico “maggiordomo di secondo o terzo grado”, il “lavapiatti”. Insomma diventi una sorta di rappresentante di banche, potenze straniere, poteri finanziari, multinazionali ed eccetera alla testa del governo; lì tu devi ingannare la gente ed agire se necessario anche contro di loro per fare bene ed al più lungo possibile il maggiordomo, ed accumulare denaro per la tua attività. Potrebbe sembrare una suddivisione troppo allegorica e semplicistica, ma purtroppo è la verità. Tu non puoi fare un pò questo ed un pò quello, perchè non ti viene permesso. Naturalmente se fai il Chavez, oltre alle politiche interne, anche la tua Politica Estera è indipendente ed incentrata sulle politiche nazionali. Quindi non finisci come certi paesi che forniscono le loro basi per aggredire un loro alleato, con cui hanno firmato un accordo di pace ed alleanza, accordo il cui inchiostro non si è ancora asciugato.

Se fai invece il maggiordomo, in Politica Estera devi seguire le potenze che ti comandano e va a finire che entri in guerra con questo o quel paese senza nemmeno sapere il perchè. Va a finire che ti costellano il territorio con le basi militari, che ti tengono in casa le bombe nucleari senza che tu le voglia, che ti costruiscono una base che ti arrostisce la popolazione come se questa fosse in un forno a microonde, si prendono anche quello che c’è di buono della tua industria, oltre alle risorse, naturali ed umane e a tutto quello che c’è da prendersi. Nel 1998, il nuovo presidente del Venezuela era Hugo Chavez, ed oggi vediamo come il suo nome sia sufficiente per indicare il primo tipo di politica che un leader di Stato possa scegliere.E’ naturale che se nel mondo di oggi scegli la prima strada, quella di fare il Chavez, le cose si mettono male per te.  Perchè i politici che hanno preferito fare i maggiordomi, hanno l’ordine di farti a pezzi. Ti criticano, ti danno del dittatore, la grande potenza che ti voleva come pedone del suo scacchiere ti colpisce con le sanzioni, cerca di ucciderti con un golpe, ed alla fine magari ci riesce. A Chavez tutto questo è accaduto. Ma a riappagarti c’è il fatto che la tua gente vivrà meglio, sarà più felice, ti amerà e sarai eterno. Certo i pennivendoli ed i media della potenza e dei maggiordomi della potenza ti bombarderanno. Washington Post, New York Times, Time, Guardian, Der Spiegel, Corriere della Sera, Repubblica, Panorama, Haaretz, France24, Reuters, Ansa, CNN, AP…scriveranno male di te, diranno che sei un dittatore, scaveranno nella tua vista per scoprire i tuoi punti deboli, si inventeranno falsi oppositori contro di te, intervisteranno false persone che hanno ricevuto presunti maltrattamenti e torture nel tuo stato, o che diranno di non essere liberi. Ti insulteranno anche dopo la tua morte. Pensiamo un pò al titolo dell’8 Marzo di Panorama che scrive “Anche senza Chavez il mondo è comunque pieno di dittatori“.

Tutti i popoli hanno avuto i loro Chavez. Anche l’Italia li ha avuti. Penso ad Enrico Mattei che fece tanto per il suo paese ma che fece una brutta fine. Insomma, se fai l’eroe prima o poi ti uccidono. Ma muori da eroe e fai del bene alla tua gente. Altrimenti puoi morire di vecchiaia e fare pure il presidente del Consiglio per cinquanta volte, ma la storia non ti ricorderà con gloria. Ed alla tua camera ardente, invece di milioni di persone ed i capi di Stato stranieri, arriveranno quattro gatti radunati dai tuoi padroni.

Se poi la vediamo dal profilo ideologico islamico e nella galassia islamica dal punto di vista sciita, quello dell’Iran, se muori da eroe sei martire e come ricorda il Corano nel versetto 169 della terza sura del Corano, “Non considerare morti quelli che sono stati uccisi sul sentiero di Allah. Sono vivi invece e ben provvisti dal loro Signore”. In altre parole, se fai il Chavez o il Mattei, è vero che un giorno o l’altro ti fanno fuori, ma il bello è che in realtà non muori mai. Perchè Dio tiene conto di tutto e rimarrai vivo per sempre anche tra la gente. Divieni “martire”.

Tornando alla domanda, dal 1998 in Venezuela è iniziata una avventura perchè lì una persona ha avuto il coraggio e l’onestà di scegliere l’autentico presidente del suo paese e non il maggiordomo degli altri. L’Iran ha solo assistito con entusiasmo, da quell’anno, a questa potrei dire “romantica” storia, la storia di amore un uomo che ha liberato il suo popolo e che ha diffuso l’idea di libertà in tutta la regione dell’America Latina.

2) Chavez ha subito stretto legami fecondi con la Repubblica Islamica dell’Iran. Come li giudicate? Qual è la loro portata?

Come abbiamo detto il primo brutto tiro che ti giocano se decidi di fare veramente il presidente o il premier del tuo paese, invece che l’incaricato d’affari della potenza di turno, è quello della pressione economica e delle sanzioni. Naturalmente Chavez già nei primi tempi si sarà trovato con le spalle al muro pur avendo un paese ricco di petrolio.

Se l’Italia, facciamo un esempio, oggi decidesse di avviare politiche veramente indipendenti, visto che si troverebbe contro tutto l’Occidente, dove dovrebbe andare a cercare? Naturalmente tra le nazioni indipendenti o quelle che non ti vogliono “inglobare” nella loro orbita se commerci con loro. Una di queste nazioni può essere l’Iran, puoi trovarne di altre tra i Brics, ci sono anche almeno una ventina di paesi emergenti, con cui puoi trovare accordi. Credo sia stato il corso naturale della geopolitica mondiale ad aver avvicinato le due nazioni. Se vogliamo parlare più precisamente, oltre alle cooperazioni nel settore del petrolio e dell’industria petrolichimica, l’Iran ha aiutato il Venezuela in settori come quello dell’edilizia, nell’agricoltura tramite la vendita di trattori e poi linee di montaggio di questi; automobili ed altre tecnologie.

Oltre al valore economico degli scambi tra i due paesi che sono andati sempre più lievitando, si può dire che il Venezuela è stato una sorta di porta per l’Iran in America Latina ed ha gettato le basi per l’ incremento di scambi e collaborazioni con tutti i paesi di quella regione. Forse oggi rimangono pochissime le eccezioni.

Pensare che l’Iran, con l’accordo ancora fresco stipulato con l’Argentina della Kirchner, è riuscito a superare un annoso problema sorto con il paese per via della questione del presunto coinvolgimento nell’attentato terroristico del ‘94 contro il centro ebraico Amia. E’ certo che l’avvicinamento tra Iran ed Argentina sara’ un punto di svolta anche perchè gli iraniani, questo nessuno lo sa, potrebbero dare sostegno diplomatico importante a livello mondiale anche per quanto riguarda l’affare delle isole Malvinas, in funzione anti-britannica. E pensiamo alle relazioni dell’Iran con il Brasile, con il Nicaragua, la Bolivia, Cuba, l’Ecuador.

3) Riguardo all’aggressione occidentale e saudito-qatariota alla Siria, quant’è importante per voi il sostegno che il Venezuela di Chavez ha dato e continua a dare a questo paese che è un vostro importante alleato?

Più che per noi iraniani e per la Siria credo che sia importante per lo stesso popolo del Venezuela e per gli altri popoli dell’America Latina. Dobbiamo stare attenti a non sottovalutare l’importanza che ha “sapere la verità”.

In Italia, lo posso dimostrare in tanti modi e lo possono appurare anche gli stessi amici italiani, la gente non è al corrente di molte verità. Quando i media e la tv raccontano bugie, quando i politici fanno lo stesso, allora le bugie diventano la versione ufficiale dei fatti e la realtà diviene bugia. Ciò è l’inizio di un ciclo viziato che alla fine fa pagare tutto alla gente. È parte di quel sistema dei maggiordomi, che come dicevamo prima, devono ingannare la gente per fare gli interessi dei loro padroni. Un altro vantaggio di avere un uomo indipendente o un Chavez alla testa del tuo governo, è proprio dire la verità e dare alla tua gente una versione esatta dei fatti. Questa versione esatta aiuta il tuo paese a muoversi bene e a trarre anche profitti di vario genere.

Oltre al gran dono di sapere la verità sulla Siria, che è andato ai venezuelani, l’importante è che nazioni come gli Usa che mettono sempre in bocca ad una immaginaria “comunità internazionale” le loro opinioni e le loro politiche, possono farlo sempre meno. Quando il noioso Segretario di Stato di turno americano viene a farti la solita predica “la comunità internazionale vuole che Assad se ne vada” e bla bla bla ecco che se ci sono 30 paesi al mondo che come Chavez dicono che lì Assad è il presidente legittimo, ecco che il grande inganno Usa sarà sempre più palese.

Il grande inganno Usa è quello di volere far credere ai popoli di tutto il mondo che possono vivere solo se danno ascolto a ciò che dicono loro. È un inganno e siamo davanti ad un mondo multipolare. Ogni popolo può essere indipendente e farsi rispettare. Lo ha dimostrato l’Iran dal 1979 in poi, lo ha dimostrato il Venezuela dal 1998 al 2013 e lo ha dimostrato la Siria da 60 anni a questa parte.

4) Ora che è morto Chavez, cosa pensate che succederà in Venezuela? Quali problemi si troverà a sfidare il suo successore Nicolas Maduro? Che ruolo potrà avere l’Iran in tutto questo?

Lo scenario è questo. Il vice Nicolas Maduro cerca di unire il paese intorno a quella che fu l’ideologia di Chavez, la rivoluzione bolivariana e non credo avrà problemi a farsi eleggere. Ma il problema sarà poter proseguire sulle orme di Chavez ed essere all’altezza. Non sarà un qualcosa di facile. Soprattutto perchè Obama ha già mostrato i muscoli ed i denti e Capriles e l’opposizione venezuelana sono in agguato. Se si legge il messaggio di cordoglio di Obama, si trova questa frase “gli Stati Uniti d’America ribadiscono il loro appoggio al popolo del Venezuela”.

Noi in Iran ormai siamo maestri nella parafrasi dell e affermazioni dei politici americani ed occidentali. Quando un presidente americano dice di voler sostenere il popolo, significa che sguinzaglierà la Cia per cercare di innescare un golpe nel tuo paese o creare una guerra civile. Vi ricordate che alcuni mesi fà Obama disse che voleva sostenere “il popolo siriano”. Credo che l’esempio in questione confermi la grande precisione della nostra ‘parafrasi’. Dal Venezuela arrivano poi notizie sul fatto che Capriles e le forze sconfitte da Chavez si sono messe in moto. È facile capire che Obama ci proverà per tentare di recuperare il potere in una nazione chiave soprattutto per il suo petrolio, ed userà Capriles e gli oppositori. L’Iran non può fare nulla direttamente, può solo sperare che il popolo del Venezuela resista.

In un secondo momento però, dopo la probabile elezione di Maduro, l’Iran con il sostegno dato attraverso gli scambi economici, la fornitura di nuove tecnologie ed il sostegno diplomatico e politico, può riavere un ruolo a favore del Venezuela. L’Iran può aiutare Maduro anche con l’esperienza accumulata sulla “resistenza” dinanzi ai ricatti di Usa ed Occidente. Credo che questo a livello di gestione della nazione, sia il contributo è la merce più preziosa che Teheran abbia. Ma è naturale che dal punto di vista irano-islamico, se il governo del Venezuela proseguirà con politiche indipendenti e mirate a servire la propria gente, chiunque lo diriga, il maggiore sostegno ed aiuto lo riceverà da Dio e cosa manca a chi ha Lui come Patrono? L’aiuto al Venezuela, voluto da Dio, può arrivare dall’Iran, dalla Siria, dal Brasile, dall’Italia, da qualsiasi paese al mondo. Ma bisogna dire che questo aiuto, il Venezuela, se lo sarà pientamente meritato se continuerà ad essere indipendente.

L’importante ora è il popolo del Venezuela e la sua decisione. Posso augurarmi che prenda la migliore delle decisioni e non c’è bisogno che sia io a dire loro quale sia.

Buona fortuna al Venezuela.

Intervista di Filippo Bovo a Davood Abbasi

Fonte: statopotenza

‘Nel mondo di oggi o fai il Chavez o il maggiordomo dei potenti’ultima modifica: 2013-03-11T13:28:00+01:00da davi-luciano
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