Service tax: rivolta degli inquilini. Previsto uno “tsunami” di sfratti

la Cgil quella che ha “ereditato” le sedi esentate dall’Imu non è contenta non per le modalità assai discutibili dell’abolizione e reintroduzione dell’Imu sotto altro nome, ma perché lo vede come cedimento ai ricatti del PDL.

Ecco come il sindacato difende i cassintegrati, i disoccupati, i precari, i pensionati che magari pagano ancora un mutuo O i disoccupati che magari ereditano un tetto, se hanno tale fortuna perché certo non ci pensa il Governo a dare loro un tetto. di Marta Panicucci – 30 Aug 2013 – 12:37

 A quanto pare l’abolizione dell’IMU, sostituita dalla Service tax, porta con sé problematiche e critiche. A scatenare l’ira delle associazioni di inquilini e sindacati è la natura della nuova tassa che graverà, non più solo sulle tasche del proprietario di casa, ma anche sull’inquilino che vi abita. La service tax è la nuova tassa federale, che a partire dal 2014 sopperirà il mancato gettito IMU, accorpando sia i costi della Tari, la tassa sui rifiuti, sia quelli della Tasi, i cosiddetti servizi indivisibili.

 Come stabilito in questi giorni dal Governo infatti, dal 2014 la tassa sulla casa sarà sostituita con la tassa sui servizi locali. La service tax sarà calcolata in base alle metrature e alle rendite catastali dell’abitazione e rischia di gravare per circa il 20% sugli inquilini, con conseguente stangata di circa 1000 euro in più all’anno.

 La rivolta degli inquilini

Secondo Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione inquilini la service tax comporterà l’abbattersi di un vero e proprio tsunami sulla categoria degli affittuari.

 La service tax quindi, ancora tutta da scrivere e definire, già preoccupa le associazioni di inquilini. La nuova imposta sarà infatti a carico sia del proprietario di casa, che dell’inquilino in percentuali ancora tutte da decidere. Ma secondo le associazioni di categorie

“saranno a carico degli inquilini la maggior parte degli oneri relativi alla nuova tassa che, di fatto, anche negli importi, sostituirà sostanzialmente l’Imu oggi pagata dai proprietari

 L’Unione inquilini attacca il Governo che

“fa finta di non sapere che l’80% degli inquilini ha un reddito lordo inferiore ai 30mila euro, che già oggi il 90% delle circa 70.000 sentenze annue di sfratto sono per morosità ed infine che in Italia sono 650mila le famiglie che hanno diritto ad una casa popolare avendone i requisiti certificati dai Comuni

 Sfratti per morosità

Sempre scagliandosi contro la service tax, Walter De Cesaris, denuncia che

più che un piano casa “sembra un piano sfratti che travolgerà oltre tre milioni di inquilini”.

 E la cosa assurda è che l’introduzione della service tax, se davvero avesse queste ripercussioni sulla categoria degli inquilini, rischierebbe di vanificare l’altra parte del decreto quella che stanzia fondi a sostegno dei “morosi incolpevoli“. Infatti, oltre all’abolizione dell’IMU, gli inquilini che non riescono a saldare l’affitto perché licenziati o in cassa integrazione riceveranno aiuti dal piano casa che stanzia fondi per il loro sostegno.

 Sottolineando questa discrepanza l’Unione inquilini denuncia che la service tax

 avrebbe un effetto moltiplicatore del costo dell’abitazione, con il risultato di aumentare in maniera esponenziale gli sfratti per morosità che lo stesso decreto tenta di arginare

 Il problema degli sfratti per morosità non è questione da poco e guardando le statistiche si comprende subito l’entità del problema e l’incidenza che la crisi ha avuto sull’economia domestica degli inquilini. Infatti i dati del 2008, raccolti cioè agli albori della crisi, dicono che gli sfratti in Italia sono stati 264.835. Di questi più di 60.000 solo nel 2012 e i dati descrivono una situazione generale in costante peggioramento soprattutto considerando anche le richieste di esecuzione di sfratti arrivate a quota 611.833 dall’inizio della crisi.

 Tetto massimo: una soluzione possibile

La service tax graverà sui proprietari di casa e sugli affittuari; ma in che percentuale? E’ proprio su questo punto che si sta giocando la battaglia finale per la stesura definitiva del profilo della service tax.

 A commentare la questione è il Ministro per gli affari regionale Graziano Delrio, che propone un tetto massimo del 20% al gettito che i comuni potranno chiedere agli inquilini. Il restante 80% della service tax resterebbe quindi a carico dei proprietari di casa, così com’era per l’IMU.

 Questa ipotesi, ben vista anche dalle associazioni di categoria al momento sul piede di guerra, è all’esame del Ministero del Tesoro. Tutti gli aspetti tecnici, questo incluso, della service tax troveranno posto all’interno della legge di stabilità che il Governo dovrà presentare in Parlamento entro il mese di ottobre.

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Service tax: rivolta degli inquilini. Previsto uno “tsunami” di sfrattiultima modifica: 2013-08-31T14:38:00+02:00da davi-luciano
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