IMU, la finta abolizione porta in dote 3 tasse sulle seconde case

 di ALTRE FONTI


La si potrebbe definire l’altra faccia dell’abolizione dell’Imu, ed è quella che riguarda le seconde case, circa 6 milioni e mezzo di abitazioni (la stima è del Sole24Ore) su cui graveranno d’ora in poi ben 3 imposte: Imu, Irpef (pure retroattiva dal 1 gennaio 2013) e Service Tax. L’altra faccia, una faccia oscura. Oscura perché né il governo nè Pdl e Pd hanno detto chiaramente che un miliardo di tasse dei quattro di Imu che non si pagano più in realtà si paga. E lo pagano appunto le seconde case. Oscura perché il governo ci ha provato e poi, scoperto in flagrante da Sole 24 Ore e Corriere della Sera, ha negato con apposita “nota” di Palazzo Chigi. Però nero su bianco non c’è nulla e non ci sarà almeno fino al 15 di ottobre.

Quindi, se da una parte il governo sbandiera  la cancellazione delle imposte sulla prima casa, per il 2013, il conto per le seconde non solo non cala, e fin qui ci si poteva anche stare. Ma diventa più salato e questo è un “magheggio” fiscale, aggravato dalla pessima circostanza del retrodatare il ritorno dell’Irpef seconda casa sull’imponibile 2013. Cioè si paga anche per il 2013, nonostante due terzi dell’anno in questione siano già alle spalle. Palazzo Chigi emette “nota” di smentita, però in nessuna “nota” di Palazzo Chigi si legge dove il governo troverà i due miliardi e mezzo per abolire la rata di dicembre dell’Imu prima casa. A pensar male, a pensare alle tre tasse sulla seconda casa ci si indovina. D’altra parte o quelle, le seconde case, o la benzina.

Che l’Imu sia scomparsa, o meglio scomparirà con la prossima legge di stabilità, e non colpirà più le prime case non è un mistero. Come non è un mistero, anche se gode di decisamente minor appeal mediatico, il fatto che la tanto contestata Imu rimarrà tale e quale a come era sulle seconde case, peraltro quelle che hanno garantito la maggior parte del gettito complessivo dell’Imu già nel 2012. Ma sarà questa solo la prima delle tre imposte che d’ora in poi peseranno sui conti degli italiani che possiedono più di un immobile.

Nel 2014 infatti, ma in realtà già dal 2013 visto che, come spiega Gianni Trovati sul quotidiano di Confindustria: “Come da (pessima) abitudine degli aumenti di tasse, la norma è retroattiva e vale già per tutto il 2013, anche se otto mesi su dodici se ne sono già andati: con tanti saluti allo Statuto del contribuente”, le seconde case che non sono abitazioni principali e non sono concesse in affitto saranno nuovamente gravate dall’Irpef. Irpef da cui erano state sgravate quando arrivò l’Imu ma che ora tornae, in un certo senso, torna alla grande.

La nuova/vecchia imposta andrà calcolata partendo dalla rendita catastale dell’immobile interessato, rendita che andrà rivalutata e che si sommerà quindi all’imponibile del contribuente in questione. Spiega ancora Trovati: “Per ogni proprietario non è troppo difficile calcolare l’effetto ad personam. Bisogna prendere la rendita scritta nei rogiti, aggiornarla con l’aumento lineare del 5%, gonfiarla del 33% come previsto dal Testo unico delle imposte sui redditi nel capitolo immobiliare, e dividere il tutto per due: sul risultato bisogna applicare la propria aliquota Irpef, comprensiva di addizionali, e si scopre il costo della novità”. Costo che, a conti fatti, spesso e volentieri sfiorerà il beneficio derivante dalla cancellazione dell’imposta sull’abitazione principale e, in alcuni casi limite, lo supererà persino.

Facciamo un caso concreto: rendita catastale 1000 euro più aggiornamento del cinque per cento fa 1.050 euro. Se la seconda casa è data in affitto o in uso al figlio l’imponibile Irpef del proprietario sale di 525 euro oltre tutti gli altri suoi redditi. A questi 525 euro viene applicata l’aliquota Irpef dello scaglione di reddito di riferimento, insomma dal 3o al quaranta per cento. E questo è quello che il proprietario di seconda casa paga di Irpef seconda casa, più l’Imu per l’importo che ha già pagato, più una Service tax da definire. Diciamo che se su questa casa rendita catastale 1.000 l’Imu è stata e resta 1.300, l’Irpef sarà 200 e la Service vallo a sapere, però altri 200 almeno ci puoi scommettere. Da 1.300 a 1.700 almeno, così impara ad avere una seconda casa.

Questo se la seconda casa è affittata o se è residenza di un familiare. Se invece la seconda casa è vuota (il fisco non fa differenza se è una villa al mare o una casa in città che non si riesce ad affittare) i 1.050 euro di rendita catastale (mille più rivalutazione 5%) diventano 1.050 più 33,3% di penalizzazione casa sfitta. Divide per due e l’imponibile aggiuntivo diventa di 698 euro. Su questo imponibile l’aliquota Irpef di riferimento, quindi da 200 circa a 300 euro circa. Su questa seconda casa sfitta le tre tasse: l’Imu di prima e cioè 1.300, quasi 300 di Irpef e la Service che fa probabilmente 300. Risultato 1.900 euro. Attenzione, in entrambi i casi abbiamo dimenticato di conteggiare le addizionali regionali e comunali sull’imponibile Irpef, fanno qualche altra decina di euro tanto per gradire.

Oltre al peso della reintrodotta Irpef un altro aspetto di questa nuova/vecchia imposta merita di essere sottolineato e lascia, ad onor del vero, alquanto perplessi: le nuove regole sopra descritte colpiranno tutti gli immobili non principali sfitti, che si tratti di case al mare, di appartamenti in città rimasti senza inquilino o di case date in uso ad esempio ai figli. Un mare magnum privo di distinzioni che applicherà quindi medesime regole e medesimi costi a realtà estremamente differenti e che porterà, si stima, circa un miliardo di euro nelle casse dello Stato.

Ma non è tutto, i sei e passa milioni di seconde case italiane pagheranno, dall’anno prossimo, anche la Service Tax. La nuova tassa che ingloberà la vecchia Tares, l’imposta sui rifiuti, il costo dei servizi comunali e una quota di imposta sugli immobili, si applicherà infatti a tutte le abitazioni, principali o meno che siano.

Ecco quindi che dall’anno prossimo, e non da questo solo perché la Service Tax, almeno quella, non sarà retroattiva, le seconde case si troveranno a pagare tre imposte a fronte dell’una e mezza (la vecchia Tarsu-Tares) che pagavano con la legislazione appena superata: Imu, Irpef e Service Tax. Non certo un affare, specie per chi la seconda casa l’ha concessa in comodato gratuito a parenti o figli.

TRATTO DA: http://www.blitzquotidiano.it

IMU, la finta abolizione porta in dote 3 tasse sulle seconde caseultima modifica: 2013-08-31T14:36:00+02:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo