In azione lo squadrismo CONTRO I BLOCCHI in difesa del regime LETTA-ALFANO E DRAGHI

Un altro esempio di tolleranza da coloro che si ergono a superiori

Forconi e Autonomi, scintille sotto la Loggia a Udine
In piazza Libertà volano insulti, bottiglie di birra e anche qualche sasso. Poco dopo tra i circa 400 manifestanti torna il sereno, nessun incidente
protesta forconi
di Michela Zanutto

UDINE. Sono volati insulti, bottiglie di birra e anche qualche sasso. La seconda manifestazione del Movimento 9 dicembre, ieri sera, si è accesa oltre misura davanti alla Loggia del Lionello, quando quasi 400 persone – scese in strada per la seconda volta nel giro di tre giorni – hanno sfilato davanti a un cartellone sistemato da un manipolo di ragazzi della Nuova autonomia udinese, una sigla di estrema sinistra nata da poco in città. «Quando tra gli imbecilli e i furbi si stabilisce un’alleanza, attenti che il fascismo è alle porte», c’era scritto. È bastato riportare una frase dello scrittore Leonardo Sciascia per scatenare gli animi più fumantini. Una decina di minuti di tensione o poco più, risolti grazie all’intervento delle forze dell’ordine e degli stessi organizzatori che hanno impedito ai manifestanti di salire i pochi gradini che dividono il loggiato da via Mercatovecchio. «Non dobbiamo piegarci alle loro provocazioni – hanno gridato dagli altoparlanti –, non dobbiamo fare scadere in rissa una manifestazione altrimenti pacifica».
E il variegato popolo udinese dei forconi si è ricompattato, schierandosi sul terrapieno della piazza e stemperando gli animi con un minuto di silenzio in memoria delle vittime della crisi. Il corteo si è mosso da piazzale Osoppo – quartiere generale della protesta – quando erano passate da pochi minuti le 18. Subito è stata una pioggia di petardi, schiocchi sordi proseguiti durante tutta la manifestazione. E poi i fumogeni: bianco, rosso e verde, per ricordare che «siamo in piazza per salvare l’Italia».
Ma in prima fila c’erano i bambini, «sono le figlie e i figli di chi oggi è in piazza – spiega il coordinatore della manifestazione, Alessandro Gallo – vogliamo dare un segno tangibile, spiegare visivamente a tutti perché siamo qui a protestare. Lo facciamo per assicurare un futuro alle nuove generazioni». Un filo rosso di “no” unisce i manifestanti: no all’Europa, no alla Casta, a Honsell, a Letta, al governatore Serracchiani, al senatore Monti, a Berlusconi per arrivare fino ai massoni. Cori da stadio e “tutti a casa”, facevano da contraltare alle “ramazze”, già figura simbolo che al Carroccio non ha portato molta fortuna.
Era abbastanza eterogeneo il serpentone che, partendo da piazzale Osoppo, è scivolato lungo viale della Vittoria per piegare in via Giovanni da Udine, via Gemona, fino a piazza Libertà, per poi rientrare attraverso piazza San Giacomo. Pensionati, studenti, mamme e papà, grillini e anche parecchi esponenti di CasaPound, riconoscibili perché indossavano una maglietta gialla con il simbolo della sede cittadina del movimento di estrema destra. Un incedere lentissimo ha caratterizzato l’azione dimostrativa di ieri sera: oltre due ore per percorrere qualche centinaio di metri. Un piano studiato a tavolino così da bloccare il più a lungo possibile il traffico. Un piano che ha raggiunto l’acme in piazzale Osoppo, intorno alle 20, quando i manifestanti hanno invaso la strada per circa mezz’ora costringendo le automobili a procedere a passo d’uomo. La protesta prosegue a oltranza, l’obiettivo è ottenere la caduta del governo. E in questo senso ieri a Roma si celebrava una giornata cruciale. Perché la speranza del popolo del 9 dicembre era di vedere sfiduciato Letta in Parlamento. Così non è stato e «quindi venerdì scenderemo tutti in massa nella capitale per manifestare davanti a Montecitorio – assicura Gallo –, dobbiamo guardarli in faccia e gridare tutta la nostra disperazione». Domani, gli organizzatori parlano di circa 300 persone che in pullman convoglieranno a Roma per unirsi al movimento nazionale. Ma si ipotizza un terzo corteo pure in città, anche se con la contemporanea corsa della Staffetta 24 per un’ora di Telethon è difficile ipotizzare l’ok della Questura. In ogni caso il presidio in piazzale Osoppo prosegue. È ormai permanente da domenica sera. È persino spuntata una tenda da campeggio in cui i manifestanti si riparano nelle ore più fredde della notte. E la solidarietà è molta, con uomini e donne che portano un pasto caldo ai ragazzi che per tutto il giorno continuano incessantemente a distribuire volantini, perché «ribellarsi è un dovere».

11 dicembre 2013

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/12/11/news/forconi-e-autonomi-scintille-sotto-la-loggia-a-udine-1.8282290

In azione lo squadrismo CONTRO I BLOCCHI in difesa del regime LETTA-ALFANO E DRAGHIultima modifica: 2013-12-12T09:18:19+01:00da davi-luciano
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