L’INTEGRAZIONE URGENTE? QUELLA DEI NOSTRI POVERI: TERMOLI, 78 ANNI, 400 EURO DI PENSIONE, SFRATTATO IACP D ORME IN MACCHINA DA 1MESE

poveri in Italia? non esistono. Siamo solo un esercito di choosy sfaticati. Non si danno nemmeno la pena di sapere quante persone sono indigenti e come vivono…..Ah giusto. Non esistono, per questo i media non ne parlano

L’INTEGRAZIONE URGENTE? QUELLA DEI NOSTRI POVERI: TERMOLI, 78 ANNI, 400 EURO DI PENSIONE, SFRATTATO IACP DORME IN MACCHINA DA 1MESE
Posted on luglio 30, 2013
 
A 78 anni sfrattato e solo: Tonino, che vive in macchina nel parcheggio dell’ospedale
Dorme nella Cinquecento bianca parcheggiata da un mese sotto il sole spietato del piazzale ospedaliero. Cucina con un fornelletto da campo e si ripara sotto una tenda di fortuna montata sul cofano. Nessuno, in queste settimane, gli ha dato una mano. Eppure Antonio Pagano è “uno di noi”, nato a Larino e tornato a Larino 43 anni fa dopo l’esperienza da emigrante in Australia. Sfrattato dall’alloggio Iacp l’inverno scorso, ha vissuto in una masseria prima di approdare a Termoli e fare del parcheggio d’asfalto la sua dimora. Una storia agghiacciante nel Molise dove non esiste più lo stato sociale.

Termoli. A vederle, quelle due auto parcheggiate una accanto all’altra, con sedie da pic-nic attorno e una tenda a fiori sporca e consunta che penzola dal bagagliaio aperto nel vano tentativo di fornire un po’ d’ombra, non lo diresti mai. Che non è la scena di una scampagnata, per quanto stramba, ma è una casa, quella. Una casa ai margini del parcheggio di cemento arroventato dell’ospedale San Timoteo. La casa di Antonio Pagano, per tutti “Tonino”, da un mese. Lì dentro ci dorme poche ore, vicino a una radiolina a batterie che manda musica gracchiante e a un quadro della Madonna. Lì dentro ci cucina, tira fuori pane e verdure dal cofano, olio e cipolle che mette insieme alla meno peggio con l’aiuto di un fornelletto da campo.

Lì dentro, tra la Fiat Cinquecentoe la Fiat Panda, una verde e una bianca, entrambe sue – le uniche cose che gli sono rimaste – c’è un mondo fatto di stracci e carte giudiziarie. Che Tonino tira fuori a pacchi, liberandole dalle cartelline di plastica, per mostrate le denunce e i verbali che raccontano pezzi di una storia qualunque finita nel modo più incredibile. A vivere in macchina in un parcheggio riscaldato dall’afa e dai fumi dei tubi di scappamento, invisibile per i servizi sociali, malgrado il contorno da circo.

Lo hanno notato però i podisti che la mattina presto macinano qualche chilometro su quella strada, col fresco. Lo sa l’edicolante che di fronte al parcheggio osserva gli spostamenti diurni di quell’uomo anziano, la pelle dura e abbronzata, gli occhi chiarissimi velati dalla cataratta. Non ci vede bene, Tonino, ma continua a guidare per cercare, da un ufficio all’altro, qualcuno che gli dia una mano. Qualcuno – un avvocato, un patronato, un amministratore pubblico – che almeno lo stia a sentire, che si prenda la briga di capire come è finito in mezzo alla strada un uomo di 78 anni, padre di tre figli tutti vivi, che 43 anni fa è tornato dall’Australia nella sua Larino. «E’ la città dove sono nato e dove non voglio morire» dice succhiando il filtro di una sigaretta, mentre lampi di vergogna e disgusto s’alternano sul volto scavato.

Le due auto sono lì da un mese, tra pezzi di pane secco, scarti di verdura che ripone nelle buste dell’immondizia, un bidone per l’acqua ormai vuoto. «Non ce la faccio più, non posso vivere così. Voglio una casa, ho diritto a una casa». Era un uomo come tanti, Antonio Pagano, prima di diventare suo malgrado un senzatetto. Ha fatto il meccanico e il carrozziere in Australia, si è sposato e ha messo al mondo tre figli che ogni tanto lo chiamano ma che non vede mai. «Mia moglie è morta e io sono tornato in Italia nel 1971 coi tre bambini, ho vissuto nella casa dei miei genitori con loro due». Poi il padre e la madre sono morti, e quella casa è rimasta a un fratello col quale i rapporti non sono mai stati idilliaci. Quindi la trafila per un alloggio popolare.

«Per quindici anni ho abitato in una casa che mi ha dato il Comune, ma poi mi hanno sfrattato».

Fa i nomi di chi, in divisa, «è venuto a prendermi a calci, a buttarmi dalle scale senza pietà, come un criminale». Questo è accaduto, si legge nell’esposto inoltrato alla Procura della Repubblica, nell’inverno scorso. Antonio, arrabbiato ma impotente, ha contattato «l’avvocato che non mi risponde mai», si è trasferito provvisoriamente un una masseria «ma mi hanno mandato via anche di là» e ha girato i paesi a ridosso della Bifernina fino a decidere di fermarsi a Termoli, in questo piazzale senza un filo d’ombra, dove i parenti dei pazienti in corsia ormai lo salutano come uno di casa: “Ciao Tonì”.

Diabetico, zoppo, malato: ce le ha tutte. Una pensione di invalidità da 400 euro al mese, un vecchio cellulare («me ne hanno rubati già tre») che a malapena sa usare. Ogni volta che deve fare una chiamata è una impresa, una sfida con la vista opaca e il tremolio delle mani. Il caricabatterie agganciato all’accendisigari della Cinquecento lo sta per abbandonare. Il latte nella busta è inacidito. Le sedie pieghevoli sono bucate. La canottiera è sporca, i pantaloni stazzonati hanno bisogno di un bagno in lavatrice. «Non mi fotografare in faccia, mi vergogno a farmi vedere così». Piange, Tonino Pagano, classe 1935, emigrante, padre, vedovo. «Sono solo, e solo in queste condizioni cosa posso fare?». Alza un pugno, la rabbia asciuga le lacrime e poi si sgonfia sconfitta dalla realtà: in un mese nessuno si è nemmeno preoccupato di andare a vedere che faccia ha questo vecchio, uno dei “nostri vecchi”, uno dei vecchi del Molise senza più stato sociale.

FONTE:

http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=14349

L’INTEGRAZIONE URGENTE? QUELLA DEI NOSTRI POVERI: TERMOLI, 78 ANNI, 400 EURO DI PENSIONE, SFRATTATO IACP D ORME IN MACCHINA DA 1MESEultima modifica: 2013-07-30T14:26:00+02:00da davi-luciano
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