Tav, associazioni ambientaliste perseguite per avere presentato un esposto

 Una delle immagini presentate nel nuovo dossier di Pro Natura mostra la zona dove segnalata come potenzialmente franosa

Una delle immagini presentate nel nuovo dossier di Pro Natura: mostra la zona segnalata come potenzialmente franosa

  

 

(Alinews.it) – Torino, 8 lug – Pro Natura risponde con un nuovo esposto sulla sicurezza del cantiere Tav. Pro Natura e Legambiente avevano presentato un esposto alla Procura ipotizzando violazioni delle norme di sicurezza per il cantiere Tav della Maddalena a Chiomonte, ma alla fine i denunciati sono loro. La Procura (Pm Padalino) ha deciso di perseguire i due presidenti regionali delle maggiori associazioni ambientaliste piemontesi: Fabio Dovana, presidente regionale di Legambiente e Mario Cavargna, storico “tecnico” No Tav e presidente regionale di Pro Natura. L’ipotesi di reato è “procurato allarme” per la conferenza stampa del 3 maggio con cui le associazioni ambientaliste annunciavano la presentazione di un esposto per presunte violazioni delle prescrizioni per il cantiere Tav di Chiomonte. Il 22 maggio, l’avvocato Enrichens ha poi effettivamente presentato l’esposto alla Procura e ad altre autorità redatto da Silvio Durante, tecnico forestale che da sempre lavora in alta valle di Susa, e da Giorgio Guglielmo, ex segretario comunale che conosce molto bene il territorio di Chiomonte. L’esposto era stato sottoscritto anche dalle due associazioni ambientaliste. La segnalazione riguardava la presunta mancanza di protezioni contro il rischio di distacco di massi dalla paleofrana di Clarea. In particolare, si segnalava la mancanza di reti paramassi. Ltf aveva risposto che le reti paramassi erano previste ma non erano ritenute fondamentali secondo particolari approfondimenti geologici. Il Pm, ha chiesto conferma all’Arpa che a suo tempo aveva affermato che non c’è un pericolo imminente per il cantiere. La Procura ha così pensato di incriminare le due associazioni per procurato allarme.

Oggi, Pro Natura ha risposto alla denuncia presentando un nuovo dossier corredato da quasi 50 fotografie contestando un’altra mancanza di approfondimenti sui rischi frana. Ma questa volta per le pareti rocciose più in alto, a quota 900 metri.

“Ltf ha sostenuto di avere posto reti a difesa del cantiere – commenta oggi Mario Cavargna, imprenditore con un master in geologia – ma i lavori per le vere reti anti frana sono iniziati  soltanto da pochi giorni. Vuol dire che il nostro esposto ha colpito del segno”.

Dovana e Cavargna si sono presentati, sabato, in Procura per l’interrogatorio, ma non hanno voluto rispondere alle domande del Pm “per non avere avuto il tempo di leggere gli atti. Ci hanno convocati in pochi giorni senza nemmeno dirci di cosa si trattava”, affermano.

Nella lunga storia della battaglia contro la Torino-Lione, gli esposti, così come i ricorsi al Tar, sono sempre stati una delle armi più utilizzate dal movimento. Nessuno è andato a buon fine; ma, in alcuni casi, sono servizi a rallentare la macchina delle approvazioni dei progetti e di avvio dei cantieri. Al di là del merito, delle questioni che, di volta in volta, venivano poste all’attenzione della Magistratura e delle autorità ambientali, sanitarie e di vigilanza sui cantieri, gli esposti a raffica hanno sempre fatto parte della strategia comunicativa dei No Tav e sono stati ampiamente appoggiati anche dagli amministratori (Ferrentino è stato un grande produttore di ricorsi ed esposti).

Anche se il merito magari non è fondato, l’esposto fa parte dei gioco; fa parte delle “armi di carta” con cui il movimento cerca di attirare l’attenzione sulle proprie battaglie.

La scelta della Procura sembra voler stoppare un uso evidentemente giudicato spregiudicato della segnalazione alla Magistratura. Ma non era ancora successo che se i cittadini segnalano un problema e lo dicono ai giornali il giorno dopo vengono denunciati. “Le associazioni ambientaliste sono assolutamente titolate ad esercitare un ruolo di controllo su opere come il Tav, e dunque sono perfettamente legittimate, come tutti, a presentare esposti; per di più se si rileva la mancata ottemperanza di prescrizioni. È davvero singolare e preoccupante che, invece di perseguire i responsabili delle inosservanze individuate negli esposti si voglia perseguire noi. Ma nessuno pensi di fermaci. Continueremo a segnalare alle autorità e all’opinione pubblica ogni violazione”.

Tav, associazioni ambientaliste perseguite per avere presentato un espostoultima modifica: 2013-07-08T19:40:07+02:00da davi-luciano
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