Il “pacchettino Lavoro”. Un colabrodo annunciato

Lo hanno chiamato anche “decreto del Fare”. Ma né Letta né i suoi ministri vivono tra la gente comune: non sanno cosa legiferano 

Antonio Rossini

Dopo tanto dire il governicchio del presidente Napolitano, ha incluso nel decreto legge del cosiddetto “fare” il “pacchetto lavoro”. Un insieme di provvedimenti non articolati, senza senso, improvvisati per mettere a tacere l’opinione pubblica, che non darà alcuna sterzata sul fronte dell’occupazione e in particolare per quella giovanile. Secondo il decretino, dovrebbero essere i padroni a cogliere l’occasione e investire (?).
Non sappiamo più dove viva Letta e i suoi ministri. Sicuramente, come tutti i politici, sono persone che non conoscono il valore dei soldi perché non hanno mai lavorato e non sono mai andati a fare la spesa.
Abbiamo già parlato di questo governicchio che serve alla destra e alla sinistra per affilare le proprie armi, per ricomporre lo sfascio che c’è al loro interno, il divario con i cittadini e resterà in carica sino a quando i due poli non saranno pronti ad indossare una nuova casacca con nome diverso.
Ma il popolo non puù ancora subire il loro malgoverno.
L’Italia deve riprendersi l’onore e l’orgoglio perduti e riprendersi la sua sovranità. Ma per fare questo occorrono attributi che sino ad oggi e dal dopoguerra, non ha avuto nessuno salvo il passaggio Craxi.
I rapporti specialistici non parlano dell’Italia, bensì di circa sei milioni di posti di lavoro mancanti negli stati europei in una fascia giovanile che non supera i 25anni. Però si commette un gravissimo errore, perché non si tiene conto di chi prima ancora di questi non aveva e non ha trovato mai lavoro. Prima di questi giovani, ci sono altri giovani che hanno dai 30 ai 35anni che non hanno mai lavorato o fatto solo la comparsa sui luoghi di lavoro grazie a leggi poco meritevoli che hanno favorito il padrone e dato la possibilità di schiavizzare la manodopera con contratti ridicoli che hanno avuto l’avallo dello stato e dei sindacati solo perché proposti e inventati da personaggi della sinistra.
Se si vuole parlare di lavoro occorre rivedere i dati forniti dai preposti che considerano occupata una persona che lavora almeno un ora al giorno. Dobbiamo pertanto smetterla di prenderci in giro, di raccontare bugie e fare di queste una verità.
In Italia la disoccupazione è pari almeno al 40% e nelle regioni meridionali supera il 50%. Solo in questo modo possiamo iniziare a discutere seriamente.
Nella disoccupazione poi occorre fare una selezione della classe inoccupata, perché i non occupati sono:
– i lavoratori in mobilità;
– i lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni;
– gli Esodati;
– i lavoratori a contratti mini part-time;
– i giovani in cerca di prima occupazione;
– i giovani che hanno terminato gli studi e cercano un lavoro.
– i giovanissimi che dopo il lavoro a tempo determinato sono a casa o per la via, in moltissimi casi con moglie e figli a carico.
Queste sono le problematiche che neppure sfiorano il cosiddetto pacchetto lavoro che considera giovani le persone sino ad un massimo di 29anni.
Secondo il nuovo scienziato cui è stato affidato il ministero del lavoro, questo decreto, dovrebbe produrre 200mila occupati. E’ una balla.
Sono stati stanziati, anzi “si stanzieranno” 800milioni di euro, ma noi specialmente al sud, sappiamo cosa significa la frase “sono stati stanziati”. Tutti i governi democristiani stanziavano fiumi di soldi al sud, ma arrivavano (?), si usavano(?), dove finivano?
Letta da buon cattocomunista recita la stessa parte.
Si parla di assunzioni a tempo indeterminato e per questo lo Stato (noi) incentiverà i padroni per il 33% della retribuzione per un periodo di 18mesi per un massimo di 650euro per lavoratore; se i contratti vengono trasformati in tempo indeterminato per altri 12 mesi. Allora non si impone affatto l’assunzione a tempo indeterminato ma si continua all’italiana: quando saranno trascorsi i 18 mesi, le imprese inizieranno a licenziare o a non “trasformare” i contratti.
Ergo, altri soldoni sprecati a danno del popolo.
Il ministero del lavoro non ha chiara una cosa, gli imprenditori italiani non vogliono pagare sulla base dei contratti nazionali di lavoro, preferiscono gli stranieri e gli extracomunitari e cavalcano la tigre dell’inserimento sociale, dell’umanità verso queste popolazioni, dell’assistenza alla pari delle tante associazioni che lucrano. A fare la fame sono solo gli italiani poveri che vengono scartati e scacciati anche dalle associazioni cosiddette caritatevoli. Questo cose non le inventiamo, facciamo delle prove recandoci e facendoci scartare oltre ad avere testimonianza di persone anche al nord, per esempio nei comuni di Tradate, Vengono Inferiore, Varese, Milano, Bologna ecc.
Attenzione, dimenticavamo una giusta informazione, gli incentivi ci saranno solo per chi è nella fascia dai 18 ai 29 anni che è la più numerosa e siano disoccupati, abbiano almeno una persona a carico e siano poco istruiti e comunque senza il diploma di Stato. Il contrario dei padroni che vogliono l’operaio giovanissimo, che conosca bene l’inglese, abbia una laurea in ingegneria e sia disposto a guadagnare 700euro mese per cumuli di ore di lavoro dal lunedì al sabato.
Sapete che per fare il postino a tempo indeterminato chiedono il diploma di stato, il voto oltre il 42/60 o pari percentuale ? Il governo ed i suoi ministri credo non sappiano neppure questo…
 
04 Luglio 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21838

Il “pacchettino Lavoro”. Un colabrodo annunciatoultima modifica: 2013-07-04T17:12:00+02:00da davi-luciano
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