Il gabelliere

Riciclati di rango. Dalla rivoluzione civile alla riscossione incivile in Sicilia 

Ernesto Ferrante

Dalla rivoluzione civile alla riscossione in Sicilia. L’assonanza c’è, la logica invece manca del tutto. Di coerenza, poi, è meglio non parlare nemmeno per non rischiare di scadere nella barzelletta da osteria. Dopo essere stato folgorato dagli elettori sulla via dell’urna ed essere stato trasferito dal Csm ad Aosta, l’ex procuratore di Palermo, Antonio Ingroia, ha trovato casa tra le braccia del governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta.
Ad attendere il leader dell’evanescente Rivoluzione civile c’è, infatti, il timone di Riscossione Sicilia Spa, la controllata delle regione che si occupa di riscuotere le imposte nell’isola. Quel crocettiano “mi piacerebbe portare nel mio Megafono quell’area della sinistra rappresentata da Ingroia”, si è tramutato, dunque, in una poltrona. Dopo i calci nel sedere a Battiato e Zichichi, il governatore ha imbracciato il violino e intonato una serenata per riportare a casa il “partigiano” destinato alle nevi o, come aveva ironizzato qualche giorno fa Silvio Berlusconi, “a fare le intercettazioni agli stambecchi”. Certo, non vorremmo essere, ora, nei panni dei siciliani. A molti di questi, con un brivido lungo la schiena, tornerà in mente l’intervista fatta a Ballarò – che fece rimanere basito persino il conduttore Giovanni Floris – quando in campagna elettorale Ingroia snocciolò il suo programma per recuperare risorse fiscali. Una specie di “terrore fiscale” basato sull’attenuazione delle garanzie, sul sospetto, il sequestro preventivo, con il ribaltamento dell’onere della prova sul cittadino. “Quando si inseguono patrimoni, si possono abbassare le garanzie, perché non è in gioco la libertà personale dell’imputato, come nel processo
penale. Nel processo di caccia ai patrimoni si può avviare un processo
di tipo presuntivo”, ebbe a dire il nostro. E ancora, se si sospetta una sproporzione tra i beni di un soggetto sarà tutto molto semplice: “Come si fa per i mafiosi, si sequestrano questi beni, si avvia un procedimento, la persona avrà diritto a provare la provenienza lecita del bene o che non ha evaso le tasse, e se non riesce, tutto questo verrà sequestrato”.
Il voto aveva seppellito le teorie da recupero crediti del magistrato. E il profondo nord gli era stato riservato dai suoi superiori in quanto unico luogo nel quale non si era candidato. Ma è troppo brusca l’escursione termica tra il Guatemala e la Val d’Aosta, meglio i tepori di casa, avrà pensato il barbuto Antonio che saluta pasionarie e guerriglieri della scheda per un posticino da gabelliere. Dalla lotta alla lottizzazione. La parabola discendente di un aspirante leader maximo, l’epopea poltroniera di un ordinario sinistrato all’italiana.


09 Aprile 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=20189

Il gabelliereultima modifica: 2013-04-09T21:34:00+02:00da davi-luciano
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