Progetto definitivo e follie

Qualche giorno fa Virano ha presentato qualche carta in sede istituzionale sul progetto definitivo.


Mi è stato segnalato il PDF riassuntivo.

Riporto una frase

ottimizzare il quadro energetico della Valle con particolare riferimento alle opportunità offerte dal territorio (micro�idroelettrico, biomasse e soprattutto geotermia recuperando calore a seguito dello scavo del tunnel );

Ora forse qualcuno ricorderà queste parole ad un convegno presso il Politecnico di Torino. Ponti-Tartaglia VS Barbieri-Villa (Osservatorio).
Era Barbieri a esprimere questa novità, dinnanzi al pubblico sconcertato. Siamo in periodo di barzellette no?

Ponti aveva risposto: “Guarda che per fare il geotermico basta un buco largo 10 centimetri”

Barbieri allora aveva detto “allora sai quanto calore tiriamo fuori?”

il pubblico rideva di gran gusto.

se per caso c’è una minima base scientifica, forniscano i numeri e qualche caso di successo simile, ovunque nel mondo: quanto calore possiamo tirare fuori, diciamo in 20 anni? vale 20 miliardi di euro? e ci spieghino perchè nelle miniere o nelle altre gallerie, anche molto lunghe e profonde (gran sasso, frejus, monte bianco) questa cosa non viene fatta.

 

Piantiamola di dire “mille posti di lavoro, soldi e felicità per tutti”. Non è campagna elettorale, questa. facendo due rapidissimi conti (qualche divisione), ognuno dei 1000 posti di lavoro per 10 anni costa 90.000 euro al mese. Forse potremmo usarli per assumere più gente a fare cose produttive.

 

Trivella di Venaria. Processo ai No Tav


Lunedì 4 febbraio è cominciato il
processo contro 28 No Tav sotto accusa per la lotta alle trivelle dell’inverno 2010. Nel mirino il presidio permanente a Venaria, dove, grazie ad un’ampia solidarietà popolare, i No Tav riuscirono a rallentare i lavori finché in fretta e furia il cantiere venne smontato.
In via Amati la trivella arrivò nel tardo pomeriggio del 26 gennaio. Siamo in una zona di grandi palazzi stesi lungo la tangenziale, fiancheggiati da tralicci dell’alta tensione. Qui l’opposizione al Tav si legge, oggi come allora, nelle bandiere appese ai balconi.
Nel prato di fronte alla trivella ci siamo trovati in tanti: No Tav che si erano fatti tutti i presidi e gente di Venaria preoccupata per il proprio futuro, in questa periferia stesa tra la città e il niente delle auto in corsa oltre la barriera antirumore.
La trivella era accompagnata da un imponente nugolo di poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa, che invasero la strada rendendo difficoltosa la circolazione.
Già nel tardo pomeriggio una cinquantina di No Tav armati di bandiere e striscioni fronteggiava nel prato la polizia. Partì il consueto tam tam e presto eravamo molti di più. Bidoni, legna, qualcosa da mangiare.
Un camion con le luci rimase bloccato dal gran numero di persone che si riversarono in strada. Furono tre giorni di presidio permanente, con assemblee, incontri, cene collettive.
Tanta gente che abita nella zona di via Amati scese in strada, partecipò alle discussioni, alla lotta.
Quelli che non potevano fermarsi portavano caffè caldo e una brioche, segni tangibili di una solidarietà vera.
La sera del 26 gennaio, nonostante un’abbondante nevicata all’assemblea spontanea tra il prato e la strada parteciparono centinaia di persone. Emerse netta la volontà di contrastare il sondaggio, di mettere i bastoni tra le ruote a chi pretendeva di imporre con la forza un’opera inutile e dannosa.
In serata arrivò anche il sindaco Pollari, che fece un po’ di acrobazie per acquisire consensi, ma convinse poco. Si disse contrario al Tav in Val Susa ma possibilista su una nuova linea a Venaria. Un colpo al cerchio – i cittadini di Venaria che presidiavano la trivella – e un colpo alla botte – il suo partito, il PD, schierato su posizioni si tav.
La gente sa bene che il Tav a Venaria correrà in mezzo alle case, fuori o in galleria, saranno dieci anni di cantieri, polvere, disagi per un’opera inutile e dannosa.

A due anni da quel gennaio la Procura di Torino ci presenta il conto. Alla sbarra siamo in 28, tutti scelti con cura tra gli attivisti più noti alla polizia politica, per tentare ancora una volta il gioco dei buoni e dei cattivi, nascondendo la realtà di una lotta popolare forte anche a Torino e nei paesi vicini.
Il processo era di competenza della sede di Ciriè del tribunale di Torino, ma è stato spostato nel capoluogo per ragioni di “ordine pubblico”.
In aula c’è il solito clima dei processi No Tav: tanta gente diversa che ha costruito i propri legami tra un presidio e una barricata. Gente che non si arrende alla violenza e ai tribunali.
Si comincia con grande ritardo, per qualche intoppo burocratico. Dopo il rituale appello, l’udienza viene sospesa per un’eccezione di tipo tecnico proposta da uno degli avvocati. La giudice valuta che uno dei compagni non era presente per un legittimo impedimento ed rimanda il processo al 4 marzo.
Fuori c’è una marea di poliziotti. Scopriremo dopo che temevano un incontro dialetticamente vivace tra No Tav ed Esposito e Boccuzzi, due onorevoli diessini, che si sono distinti per gli attacchi continui al movimento.
Inutile dire che se li avessimo incontrati faccia a faccia non avremmo nascosto la nostra indignazione specie a Boccuzzi, scampato alla strage della Thyssen, che, dopo aver cambiato la tuta con la giacca da deputato, ha dimenticato che i cantieri Tav nella sola tratta Bologna/Firenze hanno ucciso 83 lavoratori, uno per ogni chilometro di Tav costruito.
Il potere corrompe. Sempre.

http://anarresinfo.noblogs.org

L’invasione degli UltraEuropeisti

From Evernote:

 

L’invasione degli UltraEuropeisti

 

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La guerra è pace”, recita il primo slogan del Ministero della Verità (1984, di George Orwell). Come dire: non stiamo mica facendo la guerra, stiamo solo esportando la democrazia. “La libertà è schiavitù”, recita il secondo. Ovvero possiamo essere liberi di decidere, sì, ma se lo facciamo sulla base di informazioni sbagliate, tutto si riduce a un’illusione: la libertà di scegliere se andare al macello per il corridoio sinistro o per quello destro. Per questo “L’ignoranza è forza”, come dice il terzo slogan. L’ignoranza dello schiavo è infatti quella forza, più potente di una catena, che naturalizza l��ingiustizia e legittima l’oppressione. E’ l’inerzia dell’ignorante che non è consapevole dei suoi diritti o che, di più, crede di non poterne neppure avere, diventando così la più formidabile delle garanzie che salvaguardano l’oppressore. Così le vittime finiscono per difendere spontaneamente i loro stessi carnefici.

Il Ministero della Verità, tramite una costante e minuziosa opera di falsificazione, ha come obiettivo la diffusione capillare della propaganda. La propaganda tiene le masse in apnea e consente alle élite di continuare a controllare la società. Il risultato più straordinario di questa strategia è che l’esercito più spietato e feroce al servizio del sistema è quello costituito da volontari, cittadini comuni che si arruolano spontaneamente tra le fila dei più accaniti sostenitori della Verità ufficiale. Costoro si fanno anche delatori, spie, infiltrati, provocatori involontari: la loro stupidità e la mancanza di strumenti intellettuali idonei all’esercizio della critica li rende zombie controllati dagli organi centrali che, come un virus, infettano nuovi individui e ingenerano la convinzione che chiunque non reciti il rosario istituzionale sia un elemento pericoloso, sovversivo o semplicemente ridicolo. Il bisogno dell’uomo medio di far parte del branco, per sentirsi protetto, fa il resto. Del resto, è per questo che nascono gli Stati: per proteggere gli individui, anche da se stessi.

Nel film, “L’Invasione Degli Ultracorpi “, un esercito alieno sbarcava sulla Terra e si impossessava dell’anima degli esseri umani. Un baccello veniva posto nella casa della vittima designata. Quando questa si abbandonava al sonno, nel baccello cresceva una copia identica del suo corpo. Prima del suo risveglio, un nuovo individuo con le sue stesse, identiche fattezze prendeva vita e lo sostituiva in tutto e per tutto: un nuovo essere umano, identico a quello originale ma privo della capacità di provare emozioni, che viveva una vita identica a quella della sua vittima ormai annientata, intrattenendo in sua vece i normali rapporti derivanti dalle attività quotidiane, ap parentemente come se nulla fosse cambiato, ma sotto il totale controllo della volontà aliena. Il suo compito era quello di carpire la fiducia dei suoi simili, depositando nuovi baccelli sotto ai letti o negli scantinati dei malcapitati. Doveva identificare gli esseri umani residui, segnalarli e provvedere alla loro trasformazione. Come riconoscerli? Semplice: erano quelli che ancora mostravano segni di una qualche emozione sui lineamenti del viso.

Il Ministero della Verità di Bruxelles sta per fare la stessa cosa. Scandaglierà il web alla ricerca di cittadini resistenti alla propaganda europeista, da ricercarsi nelle sacche residue di euroscetticismo, e manderà i suoi zombie a depositare baccelli. Siete avvisati: ogni vostro articolo, ogni vostro commento, ogni vostro tweet sarà scrutato. E se tra le pieghe delle parole che userete si potrà ravvisare il segno di una qualunque emozione, di un qualsiasi reagente rivelatore di un pensiero critico, agenti pagati con i soldi dei nostri contributi inoculeranno informazioni correttive, semineranno dubbi, instilleranno l’amore per l’istituzione europea e ristabiliranno la corretta propensione all’amore per l’Europa e per la Verità.

Il Daily Telegraph è entrato in posesso di proposte di spesa confidenziali e documenti interni che pianificano un blitz propagandistico senza precedenti durante la marcia di avvicinamento alle elezioni europee, nel giugno 2014. La chiave di questa nuova strategia sarà la creazione di “strumenti di monitoraggio dell’opinione pubblica” per “identificare in maniera precoce se un dibattito di natura politica tra i followers dei social media e i blog ha il potenziale di attrarre l’interesse dei media e dei cittadini”.

La spesa per “un’analisi qualitativa dei media” deve essere incrementata di 2 milioni di euro e mentre la maggior parte del denaro salterà fuori dai budget esistenti, sarà necessario trovare quasi 1 milione di euro aggiuntivi, nonostante le richieste diffuse di adeguare le spese dell’Unione Europea all’austerity imposta ai paesi membri.

“Un’attenzione particolare deve essere posta ai Paesi che hanno sperimentato un’insorgenza di euroscetticismo”, c’è scritto su un documento confidenziale su cui si è trovato un accordo nel 2012. “I comunicatori delle istituzioni parlamentari devono avere la possibilità di controllare le conversazioni pubbliche e il sentimento popolare in tempo reale, per decifrare i trending topics (gli argomenti più discussi) e avere la capacità di reagire prontamente, in maniera precisa ed efficace, entrando nelle discussioni e influenzandole, per esempio fornendo fatti e schemi per decostruire miti”.

L’addestramento per i dirigenti parlamentari comincerà alla fine di questo mese.

 Intervisterò a breve Loretta Napoleoni, autrice di “Democrazia Vendesi”.
 Loretta è esperta di terrorismo e di economia, ed è stata una di coloro che hanno predetto la crisi quando ancora, anni fa, raccontavano che il peggio era passato. La sua visione può essere un utile contributo al bagaglio di conoscenze indispensabili per affrontare i tempi che viviamo.

 Fatemi pervenire le vostre domande qui, entro domani sera: lorettanapoleoni@byoblu.com 
 

 

  Se volete partecipare alle spese o comparire a video tra i sostenitori, con un nome, un link o una presenza più significativa a livello di sponsor (*), potete contribuire aderendo allaraccolta KapipalCliccate qui per saperne di più

 (*) Le interviste del blog raggiungono decine di migliaia di persone. Il canale Youtube, nel suo complesso, nel solo mese di gennaio ha totalizzato oltre 3 milioni e 700mila visualizzazioni video.

 



http://www.byoblu.com/post/2013/02/04/Linvasione-degli-UltraEuropeisti.aspx