Ferrara, dichiara il reddito con il marito. Equitalia le pignora casa

Di Marco Zavagli

Per una cartella esattoriale relativa la pagamento Irpef di anni prima, e per un importo di 14mila lire, si è vista ipotecare la casa. È la stravagante vicenda che ha visto involontaria protagonista una casalinga la cui unica colpa era stata quella di presentare, anni prima, una dichiarazione dei redditi congiunta assieme al marito, imprenditore che all’epoca gestiva una fiorente attività economica.

Se il marito poteva vantare un Irpef da circa cento milioni (si parla sempre di lire), la donna invece si doveva ‘accontentare’ di un debito tributario risibile. Appena 14mila lire. Siamo nel 1996 e i due coniugi presentano questa dichiarazione congiunta. Una circostanza che, anche se la casalinga non ne era al corrente, la impegnava al pagamento non solo delle proprie esigue imposte, ma anche di quelle ben più ragguardevoli del marito.

Passano gli anni e nel 2003 la moglie conferisce l’immobile di cui era proprietaria in un fondo patrimoniale per i bisogni della propria famiglia. Nello stesso anno, alla donna viene notificata una cartella esattoriale in qualità di obbligata in solido al debito Irpef del marito. Marito che subisce un tracollo finanziario. E a repentaglio finisce proprio quell’immobile.

In sede di esecuzione dei crediti Equitalia iscrive ipoteca su quella casa e a quell’atto di pignoramento si oppongono gli avvocati della donna, Michele Minestrini del foro di Ravenna e Sergio Pellizzola del foro di Ferrara. “Quanto successo è surreale – spiega oggi l’avvocato Minestrini -: partendo da un debito di 7 euro, la mia cliente si è vista ipotecare la propria abitazione da parte di Equitalia”. La vicenda ha avuto un lieto fine, dal momento che “il fondo patrimoniale – argomenta il legale – è una specie di vincolo che i coniugi possono creare sui propri beni (es.: immobili, titoli di credito, beni mobili registrati) per destinarli ai bisogni della famiglia; ed i beni ricompresi nel fondo patrimoniale non possono essere intaccati per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia”.

Si tratta di un punto di diritto ancora controverso in giurisprudenza. Fatto sta che davanti al tribunale di Ferrara gli avvocati si sono opposti a quell’atto esecutivo richiamando principi recentemente espressi dalla Cassazione (sentenza n. 15862 del 2009), in base ai quali il fondo patrimoniale non è aggredibile anche per i debiti già preesistenti. In questo caso debiti da Irpef del ‘96. Di conseguenza l’ipoteca di Equitalia sul bene conferito nel fondo è “illegittimo – prosegue Minestrini -, proprio perché nel concetto di bisogni della famiglia non possono rientrare i debiti fiscali, specie se derivano dalla modalità di presentazione della denuncia dei redditi”.

Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/04/ferrara-ha-debito-di-7-euro-ed-equitalia-pignora-casa/489398/

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http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2013/02/ferrara-dichiara-il-reddito-con-il.html

 

Maxi compensi a Sanremo: assolutamente non giustificati,

 

In occasione di ogni kermesse/evento mediatico rilevante, e Sanremo è sempre tra questi, esplodono le solite polemiche circa il compenso dei conduttori: quest’anno il “tesoretto” se lo spartiscono Fazio e la Litizzetto, negli scorsi anni Benigni, Celentano, etc.

Molti cittadini che pagano il canone si indignano, giustamente: ma c’è anche chi, erigendosi ad intellettuale, difende il maxicompenso, con un ragionamento che apparentemente sembra giusto: ma in realtà è una stronzata, vediamo:

“Il compenso è proporzionale all’introito pubblicitario dell’azienda: e visto che in occasione di Sanremo pochi secondi di spot costano un vero e proprio capitale, i conduttori pretendono cifre cospicue: la loro ”fetta di torta”. Un discorso simile a quello riguardante i calciatori: se vengono pagati milioni e milioni è perché per le società sportive è comunque un affare: diritti tv, radiofonici, merchandising etc; Dopotutto ci sono milioni di persone disposte a pagare 30-40-50€ al mese per vedere le partite: pertanto è tutto proporzionale”….

IL PARAGONE CON I CALCIATORI è FUORVIANTE: i calciatori infatti hanno un contratto annuale, e ovviamente si concedono alla società sportiva disposta a pagare di più. I calciatori famosi sono indispensabili per le grandi società, e c’è una concorrenza ed un mercato europeo e mondiale: Barcelona e Real Madrid; Machester Utd, Arsenal, Chelsea; Bayern e molte altre, oltre alle italiane.

Se da questo punto di vista i maxi compensi del calcio sono “giustificati” (e comunque elargiti da società private) SANREMO è UNA QUESTIONE BEN DIVERSA:

SI TRATTA DI POCHE PUNTATE e NON C’è CONCORRENZA: se quei giorni Fazio e la Litizzetto non avessero condotto Sanremo non sarebbero andati in un’altra emittente tv con un cachet maggiore, ma probabilmente sarebbero rimasti a casa (a guardare Sanremo?). Inoltre si tratta di un evento che conferisce grande prestigio al conduttore; ci arrivano sempre presentatori e personaggi di grande esperienza, ma il Festival è una sorta di consacrazione. DAVVERO LA LITIZZETTO E FAZIO NON AVREBBERO ACCETTATO LA CONDUZIONE PER UN CACHET DI 100.000€ (cifra di tutto rispetto) E SE AVESSERO RIFIUTATO, PER TALE CIFRA NON SAREBBERO STATI TROVATI SOSTITUTI ADEGUATI? Tra l’altro, personalmente non sono un grande fan di Fazio, non mi sembra questo “gran che” da meritare simili cifre…

LA RAI, IL CUI BILANCIO NON è NEMMENO FLORIDO, DEVE INTRODURRE TETTI MASSIMI PER I COMPENSI… anziché ridurre le redazioni regionali che offrono un servizio utile come il TGR

A.R. – nocensura.com



http://www.nocensura.com/2013/02/maxi-compensi-sanremo-assolutamente-non.html

L’80% degli immobili sono di proprietà delle banche

Di Maurizio Frigo

Questa affermazione è confermata dalla statistica: nel 1981 gli italiani che vivevano in una casa di proprietà erano il 64%, ma questa percentuale è salita all’81% nel 2012.

La domanda che mi pongo è la seguente: ma la proprietà di chi?

L’ Italia, sempre se ci rifacciamo alle statistiche disponibili, si differenzia da Eurozona, per una percentuale di indebitamento finanziario complessivo pari al 60% del reddito disponibile.

In Italia, dalle statistiche di Abi, il 62% delle aperture di credito vengono richieste per un prestito ipotecario, dunque finalizzato all’ acquisto di un’ abitazione.

I dati dimostrano che nonostante la crisi l’italiano medio cerca “stabilità e certezza” nella propria abitazione.

D’altra parte la cultura italiana è sempre stata quella del lavoro fisso (se statale o in banca ancora meglio) e casa.

Sono tante le persone nella nostra nazione pronte ad indebitarsi per 30 anni con lo scopo di avere una dimora “sicura”.

Ecco che a questo punto la mia domanda trova una risposta concreta.
Le difficili condizioni economiche nelle quali sei costretto a barcamenarti e l’impossibilità al pagamento delle rate del mutuo ha causato l’ esplosione dei pignoramenti .

Dal 2008 al 2011 i pignoramenti e le esecuzioni immobiliari sono aumentati del 75% e con l’aumento del 22% nel 2012 il dato sulla quantità di immobili sottratti ai loro proprietari originari è praticamente raddoppiato.
Possiamo allora dire che la sicurezza di avere la propria casa non esiste, perché in effetti non esiste la proprietà privata.

Quando le persone accendono un mutuo per l’acquisto della propria abitazione non si rendono conto che stanno consegnando le chiavi alla banca che ha concesso il finanziamento.

Con ogni probabilità da li a poco l’istituto di “debito” e non di credito, prenderà possesso dell’immobile e ne farà ciò che vorrà. In questo periodo si sente parlare di derivati swap e Monte dei Paschi di Siena.

Certo che la notizia fa scalpore! Ma è altrettanto grave la situazione del privato che viene colpito senza pietà sino nel profondo dei propri valori.

Il contratto di mutuo ha una serie di clausole che provocano uno sbilanciamento netto a favore della banca e a danno del consumatore.
Tutti i contratti che leggiamo riportano tra le postille scritte in piccolo un articolo che recita:

“…il verificarsi di una delle ipotesi di cui all’articolo 1186 del Codice Civile, ivi compreso il prodursi di eventi tali da incidere negativamente sulla situazione patrimoniale, finanziaria od economica della Parte mutuataria . costituisce decadenza del beneficio del termine…”.

Il significato è molto semplice: al verificarsi di queste condizioni la banca può chiedere al cliente di rientrare subito del debito residuo , più gli interessi e le rate non pagate.

Quante persone ogni giorno si ritrovano a dover affrontare questo problema?
Il mercato del lavoro diventa sempre più precario anche per i dipendenti che dalla sera alla mattina si ritrovano in cassa integrazione, in mobilità e persino senza un reddito.

I costi dei beni di prima necessita sono in aumento e le tasse comprimono ogni possibilità di risparmio. E quindi?

Quante sono le persone che non si sono rese ancora conto di aver perso la casa nella quale abitano? Ecco che il titolo parla chiaro, da oggi non hai più la sicurezza, il posto fisso e la casa.

Da oggi hai capito che svendi il tuo tempo tutti i giorni, per pagare i debiti contratti per un bene che non è nemmeno tuo.
Ecco che ti viene in soccorso la legge, la stessa legge che sembrava mettere i bastoni fra le ruote.
Si, perché quello che ho appena descritto è il quadro raccontato come vogliono che sia esposto e non per come è veramente.
In questi giorni il centro dell’attenzione è stato volutamente spostato sui derivati e su Monte dei Paschi di Siena.

A breve ci saranno le elezioni politiche e tu credi che questa notizia sia stata messa li a caso in un momento come questo?
Il mondo è manipolato, la società nella quale viviamo è influenzata da chi ha interesse a far si che il comportamento di ognuno di noi risponda a certe regole, consuetudini.
Le persone lavorano 8-10 ore al giorno, vanno a fare la spesa, tornano a casa e domani ancora, ancora e ancora.

Debiti che ti legano alla sicurezza della casa e dopo il week end si ricomincia.

E’ l’intero sistema che imploderà.

Il problema non è MPS, ma tutto il sistema bancario.

Il problema non è il singolo partito, ma tutta la politica.

Il problema è che tu dovresti pensare alla tua economia, alla tua famiglia e al tuo patrimonio.

Se proteggi quello che hai nessuno potrà scalfire quella barriera che avrai eretto nei confronti di chi vuole gestire la tua vita e allora sarai veramente sicuro.

Fonte:http://www.soluzionecrisi.it/#!blog/c1qba

http://www.wallstreetitalia.com/article/1490969/l-80-degli-immobili-sono-di-proprieta-delle-banche.aspx

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Siria: i ribelli addestrano i bambini a uccidere a mani nude!

Siria: utilizzo militare di bambini da parte dei ribelli

DAMASCO(IRIB)-Un nuovo filmato  scioccante mostra il reclutamento e l’utilizzo  militare di decine di bambini  e adolescenti soldato da parte dei ribelli in Siria. Lo ha riferito la PressTV.

Nel  video, pubblicato di recente su internet, si vede il comandante di un gruppo dei militanti, sostenuti dagli Usa nella provincia settentrionale di Aleppo,  dire che i ragazzini che arrivano da loro,  all’inizio sono solo piccoli bambini  ma quando se ne vanno, si sono trasformati in macchine per uccidere.

Agli adolescenti, nel filmato,  viene insegnato come usare fucili d’assalto, disarmare i propri nemici e ucciderli a mani nude.

Fonte

Disoccupazione giovanile?

Ho la vaga impressione che da un po’ di tempo a questa parte l’insaziabile costituita dall’1%  della popolazione e che parla per bocca dei propri porci camerieri stia alimentando una falsa guerra generazionale. Il loro pallino del divide et impera, a giudicare dai risultati è vecchio quanto il mondo ma decisamente sempre molto efficace.

 Non è la globalizzazione, non è il dumping salariale ottenuto tramite immigrazione, non è l’automazione dei processi industriali e nemmeno l’allungamento dell’età pensionabile tra le cause nominate per l’elevata disoccupazione.

Questo a giudicare dalle parole degli squallidi individui tirapiedi del potere finanziario globale, soprattutto i sindacati che una volta chiamavano le folle in piazza per la difesa del lavoro.

La Camusso non trova di meglio che chiedere di far assumere dallo stato 175 mila persone.

Per carità, non che non ce ne sia bisogno ma, oltre alla vergognosa discriminazione che una proposta del genere comporta nei confronti degli esclusi da questa ipotetica ruota della fortuna, c’è da chiedersi cosa ella pensava fosse il golpe dei tecnici.

Come se l’Italia non ne avesse avuti in precedenza, tutti ben sostenuti e protetti dal centro sinistra. Nel 1998 fu un governo tecnico, guidato da D’Alema a togliere il sussidio di disoccupazione ai dimissionari. Come osano costoro? Si licenziano e vorrebbero essere coperti e garantiti dallo stato? Un oltraggio!

Per non parlare degli autonomi, mai ne hanno avuto altro diritto oltre quello di farsi perseguitare da Uniriscossioni prima ed Equitalia poi.

 Fatto sta comunque, che il corriere oggi riporta, molto in fondo dal momento che il destino di milioni di italiani stona con le notizie da gossip stile novella 2000 che sfilano in precedenza:

 I CONTI DELLA RECESSIONE: 53 MILIARDI PER SUSSIDI E AMMORTIZZATORI

La recessione ha cancellato 480 posti al giorno Uno su cinque tra chi resta a spasso è under 35
Rapporto Confartigianato: falcidiati i lavoratori in proprio. Sotto accusa cuneo fiscale, scuola e riforma Fornero FONTE


UNO SU CINQUE. Ma come, tutta l’enfasi sulla disoccupazione giovanile e qui si scrive nero su bianco come era logico aspettarsi che solo UNO SU CINQUE è un disoccupato sotto i 35 anni?


Gli altri quattro hanno la colpa di essere OVER 35, si meritano dunque la giusta punizione. L’oblio e la discriminazione in favore dei giovani, (quali favori poi….) un poco di strumentalizzazione per avanzare l’ennesima richiesta di offerta promozionale da concedere sulla base dell’età. 


Ci sono disoccupati più disoccupati di altri. Oltretutto, la stampa censoria e manipolatoria, quando riporta un caso di suicidio per disperazione economica, qualifica il suicidato con il suo ex lavoro. Come per l’uomo di 61 anni, Guseppe Burgarella che si è tolto la vita con quella cartastraccia chiamata costituzione in mano. Han scritto “operaio”. Guai, disoccupato suona male. 

Si sarebbe tolto la vita se, avesse avuto diritto ad un reddito di cittadinanza?
Questa domanda vale anche per tutti i 4 mila suicidi per crisi l’anno, solo in Italia.

In una intervista di tempo fa all’associazione over 40 che nessuno osa mai interpellare, emerge che SOLO IL 29%  dei disoccupati percepisce un sostegno.


Ma per essere una nazione circondata da tanti filantropi profondamente afflitti per il destino dei disoccupati, pensionati e lavoratori, non si tratta di un grande risultatoi. Quell’1% ha proprio assoldato degli ottimi tirapiedi che cautamente appunto non toccano i pilastri causa di tale disastro ma anzi, propongono ancora favoritismi a vantaggio degli stessi, comenel caso del cuneo fiscale.


Vorrei proprio sapere come fanno a spendere questi 53 miliardi di sussidi ed ammortizzatori.

I dimissionari non percepiscono nulla, i dipendenti licenziati da imprese con meno di 15 dipendenti grazie alla solidarietà dei compagni (ref art 18 – 2003 grazie Cofferati) non hanno mai beneficiato di alcunché, i disoccupati che usufruiscono di un qualche ammortizzatore sono il 29% del totale. Come si chiede Giusti, che fanno gli altri 70, vanno a rubare?
Masi tratta di un quesito risposta,  in quest’Italia, dove la società civile pare nominare costituzione ed eguaglianza ad ogni pie’ sospinto, senza dimenticarsi di proclamare qualche marcetta ogni ottobre all’indomani dell’approvazione delle finanziarie, prima di procedere  regolarmente a calmare le acque. Dopo 20 anni di manovre lacrime e sangue ormai è palese quale possa essere l’unico punto di arrivo, in un paese dove si continua a fingere di avere un tasso di occupazione dell’11% occultando il 37% che è inattivo (sempre disoccupato ma rassegnato ed affamato lo stesso).

TS INCHIESTE (n.7) 3/4-3-2012: Disoccupati over 40


Stefano Giusti – Presidente Atdal over 40 min 7.38

GEOINGEGNERIA clandestina ESPLOSIVO DOCUMENTO E.N.A.V. Attesta l’impiego di DRONI nelle attività di GEOINGEGNERIA clandestina

Solo i piccoli segreti vanno protetti. Per quelli grandi sarà sempre sufficiente l’incredulità della gente. (M. McLuhan)

Il documento riservato
http://img841.imageshack.us/img841/4279/areeinterdettealvoloper.jpg

che pubblichiamo attesta l’impiego di droni nelle operazioni di Geoingegneria.

Il dispaccio indica delle aree interdette ai voli civili, a tutto vantaggio delle attività compiute dai cosiddetti Unmanned aircraft, ossia aerei senza pilota gestiti a distanza attraverso postazioni a terra (come il M.U.O.S.) e ponti satellitari.
http://www.tankerenemy.com/2009/01/droni-gi-negli-anni-70-da-il-ritorno-di.html

Il bollettino, diramato dall’E.N.A.V. e consegnato al pilota civile che ce lo ha trasmesso, è riservato e costituisce una prova inoppugnabile.

Qualcuno potrebbe obiettare, osservando che il materiale si riferisce ad un’esercitazione bellica.

A questa obiezione rispondiamo rammentando che le esercitazioni militari sono normalmente svolte in apposite zone, inoltre di solito vi si impiegano caccia e ricognitori, non soltanto droni.

Si notino le quote destinate agli UAVs: sono le stesse alle quali incrociano i tankers.
http://www.tankerenemy.com/2009/11/il-problema-del-traffico-sconosciuto.html
[1]

Si concentri l’attenzione sul lungo lasso di tempo in cui sono interdetti i voli di linea (dicembre 2012 – marzo 2013) e sugli orari (07:00-23:00): un addestramento bellico si compie nell’arco di qualche giorno o, al massimo, nel volgere di una settimana o due.
http://chemtrails-sat.blogspot.it/2010/05/la-nube-vulcanica-che-ha-obnubilato-la.html

È difficile che si protragga per mesi e con tali orari giornalieri, anche in tempi di conflitti “umanitari” come quelli attuali.

Piuttosto evidenziamo che gli orari sono quelli tipici degli interventi più massicci di guerra climatica nei nostri cieli.

Un’altra tessera del mosaico è l’indicazione di un apparato laser che sappiamo essere talora abbinato alle operazioni di modifica meteo-climatica ed a sperimentazioni sul trasferimento delle informazioni.
http://www.tankerenemy.org/2009/03/sistemi-laser-e-distruzione-delle-nubi.html

Last but not least: chi ci ha fornito questo esplosivo documento è testimone fededegno.

Egli, da persona addentro, ci ha assicurato che le informazioni riguardano proprio la gestione dei voli chimici a basse altitudini (1600-6000 metri circa).

[1] A tale proposito, ricordiamo che gli interventi chimico-biologici, oltre a coprire un po’ tutte le latitudini, si sviluppano a diverse quote, da quelle basse e bassissime, con aerei visibili ad occhio nudo e gestiti da satellite sia a quote medio alte, per mezzo di aerei commerciali, fino alle notevoli altitudini della stratosfera laddodove sono adoperati altri tipi di velivoli, anch’essi privi di pilota.
In questo modo l’intero sistema terrestre è saturato di elementi e composti elettroconduttivi ed igroscopici, diffusi per scopi militari e non solo.
In questo modo è inevitabile che si distrugga la vita sul pianeta, anche deteriorando lo strato di ozono.

Fonte:

http://www.tankerenemy.com/2013/02/esplosivo-documento-enav-attesta.html#.URYycBziB3A.facebook

http://www.facebook.com/pages/Orwell-2012/173278516094112?ref=ts&fref=ts


SANREMO: 1 MILIONE DI EURO A LITTIZZETTO & FAZIO

Posted By Redazione On 11 febbraio 2013 di Gianni Lannes

 Lo spettacolo è cominciato, come al solito. Vi faranno ridere a crepapelle e piangere a catinelle, mentre vi prenderanno per i fondelli tanto per nascondere la realtà. Domanda facile facile. Quanti secoli occorrono ad un operaio italiano, o se preferite un insegnante, oppure un agricoltore e mettiamoci anche un artigiano e un impiegato, per guadagnare circa due miliardi delle vecchie lire? Chissà chi lo sa. Naturalmente a milioni di precari e disoccupati non basteranno altre vite. Ebbene, è la cifra che in una manciata di giorni intascherà il duetto Littizzetto & Fazio. Ma dove sta scritto che questi individui debbano sgraffignare così tanti soldi, per giunta in un momento difficile per il nostro Paese? In una fase eterna dove a pagare sono sempre gli onesti ed i lavoratori che ormai non arrivano neanche alla fine della settimana, non dico del mese. Ma dove sono tutti gli specialisti a pagamento che affollano i divanetti televisivi e pontificano sempre, senza avere le competenze?Il tema è per niente artistico: il cachet milionario ai vip della televisione. La RAI seguita a violare la normativa sulla trasparenza che obbliga l’azienda di Stato a pubblicare in Rete (online) la pubblicità dei compensi, metà dei quali pagati dal contribuente italiota. Da almeno 6 anni la società guidata dalla plurindagata Tarantola, già ai vertici di Bankitalia, calpesta impunemente le leggi in vigore senza alcuna conseguenza. Perché mai la Corte dei Conti non interviene? Eppure, recentemente, un decreto legge dal 1 gennaio scorso impone ancora una volta alla Rai di fare quel che finora non ha mai fatto: rendere noti i compensi delle star. Ma la legge, si sa, almeno in Italia non è uguale per tutti.

 

Dalle stalle alle stelle: i compensi stratosferici ed ingiustificati. E nessun solone di centro, destra e & sinistra, fiata, compreso Vendola. E si capisce Nichi: è spesso ospite di siparietti televisivi. Si parla di cifre a 5 zeri per entrambi i conduttori, cifre che si aggirano attorno a 600 mila euro per Fabio Fazio, mentre a  Luciana Littizzetto – che ogni domenica spara a zero circa i compensi dei politicanti italiani – andranno più di 350 mila euro, più tutti  gli extra garantiti dagli immancabili sponsor pubblicitari. A parte le trivialità, la comicante torinese pubblica con Mondadori, di proprietà dell’imbonitore confusionario Berlusconi (tessera P2 numero 1816). La stessa casa editrice di Massimo D’Alema: esatto, quello delle scarpe da ricchi che nel 1999 in qualità di “premier” autorizzò i bombardamenti in Kossovo e firmò il 13 dicembre 2007, assieme a Romano Prodi, il famigerato e poco noto Trattato di Lisbona. Vale sempre l’adagio: per entrare nel sistema bisogna appartenere al sistema. 

Ricordiamo che il presentatore dell’anno scorso, Gianni Morandi, tra festival e pubblicità incassò più di un milione di euro, mentre Belen Rodriguez per il ruolo di valletta venne pagata circa 150 mila euro.

 Quanto costa questa kermesse? Si era tanto parlato di un Festival di Sanremo, che puntava tutto sulla qualità e soprattutto sul “risparmio”, o per meglio dire quel principio di “spending review”, di cui abbiamo tanto sentito blaterare dal primo ministro non eletto democraticamente, Monti Mario (affiliato a società segrete e consulente di banche e multinazionali che speculano sull’Italia).

Cifre da capogiro, che fanno impallidire e anche un po’ rattristire: ma non è solo questo il caso in cui bisognerebbe indignarsi. Restano da capire i soldoni  che verranno intascati dai super-ospiti di quest’anno, tra i quali ci sarà anche Carla Bruni, non si sa bene a quale titolo.

L’atavica crisi economica, dunque, sembra aver messo piede anche sul palco dell’Ariston, tanto che la Rai avrebbe deciso di andare al risparmio, con costi che oscilleranno tra gli 11 ed i 12 milioni di euro (al netto della convenzione tra la Rai e il Comune di Sanremo, che vale 7 milioni l’anno), ovvero un milione in meno rispetto agli ultimi due anni, con un taglio pari al 10 per cento circa. Compresa la convenzione, dunque, i costi complessivi oscilleranno tra i 18 ed i 19 milioni.

 La legge del dicembre 2007 valida per tutte le pubbliche amministrazioni, traccia la strada della «trasparenza»: c’è un tetto nel mondo del pubblico legato allo stipendio del primo presidente della Cassazione, ma lo si può superare per prestazioni artistiche o professionali svolte in particolari condizioni, insomma quando la concorrenza offre ingaggi milionari. Perfetto, però in questi casi ci vuole «l’indicazione nominativa dei destinatari e dell’ammontare del compenso, attraverso la pubblicazione sul sito web». Non ci sono dubbi. Il decreto legislativo 150 del 2009  fa riferimento alla trasparenza intesa come accessibilità totale. Non è tutto. Il decreto del 22 giugno 2012 fa riferimento alle sanzioni che scattano appunto dal primo gennaio 2013. La grave e reiterata mancanza di trasparenza, comporta infatti «la diretta responsabilità amministrativa, patrimoniale e contabile per l’indebita concessione o attribuzione del beneficio economico.

C’è poco da fare. La Rai deve rendere noti all’opinione pubblica gli ingaggi dei suoi divetti. Altrimenti non dovrebbe pagarli con i soldi di cittadine e cittadini. Ma è meglio non far sapere nulla a quei fessi e pecoroni di italiane ed italiani. Alla luce di questi fatti inequivocabili ilcanone RAI non è altro che una rapina legalizzata.

Con 10 milioni di persone in Italia che sopravvivono al di sotto della soglia di povertà materiale, secondo i rapporti della Caritas, che sommati ai dati sconosciuti dello Stato arrivano a toccare effettivamente 12 milioni, i governanti dilapidano ancora il denaro pubblico come se niente fosse. Possibile che i pensionati a fare la carità per mangiare dinanzi ai supermercati siano invisibili?

Anche il tribuno Grillo tace sul tema, ma sbotta, mettendo le mani avanti, attanagliato dalla strizza di non riuscire a far entrare in Parlamento i suoi servitori: «Se non facciamo il botto subito, lo facciamo tra sei mesi. E’ solo questione di tempo: se non facciamo il botto subito, lo facciamo in autunno. Restando così la situazione, torniamo alle urne fra sei mesi». Parola di Beppe Grillo, che in un’intervista al Secolo XIX annuncia di voler «mettere i politici a dieta».

Niente di nuovo, tutto programmato, preordinato, legato e coordinato. Tutto torna. Recitano a soggetto mentre il popolo italiano giace in letargo ed avverte la fame.

Il problema, forse, siamo noi che li sopportiamo: non è il prezzo del successo. Un altro nodo irrisolto e cruciale, è la diseguaglianza sociale, sempre più grande. Perché dobbiamo foraggiare ed osannare questi privilegiati? Non siamo una platea ma esseri umani, con cuore, intelligenza ed anima. Ora basta, ma non basta indignarsi. Voglio scendere in piazza e paralizzare pacificamente l’Italia. Siamo una forza, ma disuniti. Siamo patria. E’ ora di dimostrarlo con i fatti concreti. Coraggio!

 Article printed from STAMPA LIBERAhttp://www.stampalibera.com

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GIUDICE PEDOFILO FA CARRIERA

From Evernote:

GIUDICE PEDOFILO FA CARRIERA

di Pintus  

Accade come sempre in Italia, dove i magistrati che sbagliano e di errori ne fanno assai, vengono addirittura promossi come nel caso di un giudice che fa violenza ai minori. Giudicato “incapace di intendere e volere”. E’ una storiaccia di cui si è parlato poco, una vicenda a luci rosse che ha visto coinvolto un magistrato milanese.
Giudice del tribunale di Milano sorpreso a fare sesso con un quattordicenne nella toilette di un cinema: assolto perché tre anni prima aveva sbattuto la testa.
Si tratta di uno spaccato indecente che si sviluppa nel corso di 25 anni, teatro: un cinema periferico della capitale. La maschera sorprende il giudice in questione e un ragazzino minorenne nei bagni, la sfortuna del togato sta anche nel fatto che in sala, tra gli spettatori ci sia anche un poliziotto fuori servizio che interviene prontamente.
Il ragazzino racconta che l’uomo  si è avvicinato alla sua sedia, cominciando a toccarlo e convincendolo a proseguire nel bagno, in cambio di denaro. Il giudice finisce in cella, pur negando tutto e viene processato per atti osceni e corruzione e adescamento di minore.
Il Csm lo sospende  dalle sue funzioni e, comunque, al termine del processo di primo grado la sorpresa: l’entità della pena, appena un anno.
In appello il collegio giudicante scrive “L’approccio con il ragazzino è avvenuto e si è consumato nel chiuso del bagno” quindi niente atti osceni in luogo pubblico e il magistrato si vede ridurre la condanna a quattro mesi.
Ma il fondo si tocca con la sentenza della Suprema Corte che annulla la condanna senza rinvio in quanto “Il reato è da considerarsi estinto per sopravvenuta amnistia”. Il Csm si adegua reintegrando il magistrato nei ranghi.
E qui accade il miracolo.
Un medico, durante l’istruttoria dichiara di aver sottoposto il paziente togato ad intense terapie a causa di “un trauma cranico riportato per il violento urto del capo contro l’architrave di una bassa porta. Si trattava di ferite da taglio all’alta regione frontale”. La terribile capocciata era avvenuta tre anni prima del fattaccio.
Anche un provvidenziale notaio, la cui sorella è stata fidanzata con il giudice non ha esitazioni a giurare che “Il loro fidanzamento è stato ineccepibile da un punto di vista morale”.
Tutto ciò commuove il Csm che scrive “ciò che colpisce e stupisce, in questa dolorosa vicenda, è che l’episodio si staglia isolato ed estraneo nel lungo volgere di un’intere esistenza fatta di disciplina morale, studi severi, impegno professionale”.
Quante volte è necessario uccidere per essere considerati dei criminali omicidi?
Il Csm non lo spiega ma persevera “l’episodio in esame non solo costituisce l’unico del genere ma esso, anzi, ponendosi in contrasto con le direttive abituali della personalità, è da riferirsi a quei fatti morbosi psichici”. La famosa capocciata ha trasformato  l’irreprensibile giudice in uno schifoso pedofilo.
Una botta in testa di tre anni prima “Ha svolto un ruolo di graduale incentivazione delle dinamiche conflittuali latenti nella personalità – osserva il Csm – fino all’organizzazione della sindrome nell’episodio de quo». Il giudice è diventato scemo in ritardo e solo per un po’, perché è subito tornato normale. «Proprio l’alta drammaticità delle conseguenze scatenatesi del fatto, unita alle ulteriori cure e al lungo distacco dai fattori contingenti e condizionanti – prosegue il Csm – hanno favorito il completo recupero della personalità nella norma, com’è testimoniato dai successivi otto anni di rinnovata irreprensibilità”.
 Un banale incidente di percorso e l’imputato può tornare a giudicare?
 Assolutamente sì, perché “trattasi di episodio morboso transitorio che ha compromesso per breve periodo la capacità di volere, senza lasciare tracce ulteriori sul complesso della personalità”.
In capace di intendere e volere all’epoca dei fatti, incredibile ma vero!
Ovviamente non è mancata la promozione a consigliere di Cassazione per il magistrato, ma il ‘fastidio’ gli ha provocato un ritardo e il giudice per effetto del cumulo degli scatti di anzianità gode di uno stipendio più elevato rispetto ai colleghi con pari qualifica.
Colleghi che ovviamente hanno protestato per la disparità di trattamento, ottenendo lì adeguamento della loro retribuzione al livello del giudice vittima della capocciata.
Che senz’altro adesso viene visto dalla casta togata come un benefattore, per lo Stato un onere che sfiora i 35 milioni di euro.

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