Da Alberto Perino ( per , aggiungo io, METTERE UNA PIETRA TOMBALE SU RECENTI POLEMICHE ):

Oggi sarò a Torino, sul palco, per il comizio di Beppe Grillo, per appoggiare a titolo assolutamente personale la candidatura dei NO TAV in lista con il M5S.
Sarò a Torino, sul palco, per mettere la mia faccia a titolo personale – come persona libera e pensante – in favore di una lista che da sempre è al fianco delle lotte contro la nuova linea Torino Lyon senza se e senza ma.
Sarò a Torino, sul palco, per mettere la mia faccia a titolo personale – come persona libera e pensante – in appoggio alle candidature di Marco e di tutti gli altri/altre amici/amiche e compagni che sono stati con noi nelle lotte, nelle manifestazioni, in Clarea, nelle aule dei tribunali e nel consiglio regionale.
Nel movimento NO TAV, per chi se lo scordasse, ognuno ha diritto di esprimere le sue personali opinioni, di pensarla come meglio crede e di dire anche pubblicamente quello che pensa, in favore o contro l’esercizio del voto, in favore di questa o di quella lista.
Quindi, anch’io, che sono solo uno dei tanti che fanno parte di questo movimento, al di là di quello che scrivono i vari pennivendoli, ho questo sacrosanto diritto.

Chi pensa di contestare le mie libere scelte personali forse sarebbe meglio contestasse i palloncini SITAV di Agostino Ghiglia.

Comunicato delle liste civiche valsusine sull’incontro di Virano a Susa

DA: NOTAV.INFO — 15 febbraio 2013 at 18:55

 

 

Contro l’ennesimo inganno mediatico dell’Architetto Virano con la collaborazione e la partecipazione del Sindaco di Susa, denunciamo pubblicamente quanto segue:

– il Progetto non è stato per nulla partecipato dal territorio: la sua presentazione “blindata” ad inviti e preclusa alla popolazione direttamente e pesantemente condizionata per i prossimi vent’anni dai cantieri ne rappresenta la più efficace ed inequivocabile riprova, sancendo il fallimento dell’Osservatorio dal quale 22 sindaci in rappresentanza di almeno il 70% della popolazione della Valle sono stati cacciati perché contrari.

– L’accordo di Pra Catinat continuamente citato dall’Architetto Virano è in realtà un documento probabilmente da lui scritto: è falso parlare di un accordo perché non c’è neppure una firma che sia una, di un sindaco al fondo di quel documento.

– Tutti i numeri e gli aspetti finanziari ed economici confermano la non priorità dell’opera e la sua inutilità davanti alle urgenze dell’Italia e dell’Europa a tutti evidenti. Si tratta invece della difesa di interessi di un gruppo ristretto di poteri finanziari e politici che nei grandi appalti trovano la loro ragione di esistere.

– La Corte dei Conti Francese conferma quanto appena sopra detto e la Corte dei Conti Italiana ha più volte messo in guardia il Governo per la mancanza della copertura finanziaria.

– Si tratta di un’opera dai pesanti impatti economici ed ambientali sulla Valle intera e non solo su Susa. Questo fatto richiederebbe un confronto tra tutti i sindaci: in questi ultimi due anni non è mai stato possibile perché ogni volta che l’argomento tav era all’ordine del giorno dell’assemblea dei sindaci della Comunità Montana, i sindaci a favore dell’opera si alzavano e se ne andavano rifiutando a priori il confronto e il dialogo.

– Questo metodo di convocazione a porte chiuse e di riunione tra pochi intimi sia nelle modalità che nella sostanza denota uno scarso rispetto per la Valle e i suoi abitanti: non invitare pubblicamente tutti i cittadini della Valle se è vero come dice l’Architetto Virano che esiste un’ampia condivisione del territorio, è la dimostrazione che non c’è condivisione né dialogo con la Valle ma solo falsità, arroganza e paura del confronto pubblico per la pochezza delle argomentazioni, in un contesto di tagli ai servizi essenziali e di aumento delle tasse per pagare un’opera costosissima, inutile e non prioritaria come il tav.

– Siamo indignati e scandalizzati per la falsità dei dati e delle argomentazioni addotte, per le modalità con cui l’intera operazione progetto TAV è stata condotta e che cominciano ad emergere in modo puntuale grazie all’intervento della Magistratura. Sottolineiamo le omissioni di informazione e le manipolazioni mediatiche grossolane e costanti per fuorviare l’opinione pubblica, denunciamo a causa del Tav i tagli a settori fondamentali per lo sviluppo economico (ricerca, università), sociale, culturale, ambientale (ad ogni piccola pioggia contiamo feriti morti e danni per milioni e milioni) non solo della Valle ma della Nazione intera per finanziare “grandi opere” come il tav che hanno alle spalle non l’interesse pubblico ma quello di aziende come la CMC e dei suoi soci in affari e politica con la “p” minuscola: non ci interessa far parte di questa associazione né di partecipare alle sue false celebrazioni mediatiche.

· Ribadiamo con forza il nostro impegno istituzionale e di cittadini per evitare l’ennesimo spreco di risorse pubbliche per arricchire pochi a danno della collettività.

· Tutte le iniziative legali saranno messe in campo e rafforzate per smascherare tutti i tentativi di impiego improprio del denaro pubblico in un’opera che ad oggi si dice iniziata (cantiere di Chiomonte/Giaglione) in assenza di un progetto esecutivo approvato e validato, con spese per l’allestimento del cantiere gonfiate rispetto al prezziario di riferimento nazionale e ad oggi senza copertura finanziaria mentre chiudono ospedali e si riducono servizi essenziali.

Per questi motivi, in segno di ferma protesta sia per i contenuti che per le modalità seguite, non ci presenteremo all’ennesima farsa mediatica.

 COORDINAMENTO AMMINISTRATORI LISTE CIVICHE VALSUSA

MATTIE – Cristian ed Emanuele

febbraio 16, 2013

Ieri ho letto su Facebook la “confessione” di Cristian Rivetti. Cristian – (è stato scritto nei giornali nei giorni scorsi) – si sarebbe riconosciuto in una foto scattata dalla Digos il 27 giugno 2011 nell’atto di lanciare un sasso mentre era in corso lo sgombero dell’area della Maddalena di Chiomonte… Queste le sue parole che qualcuno ha postato sul socialnetwork: “io ho 33 anni, non ho mai avuto nessuna denuncia, non ho mai fatto a botte con nessuno, non ho mai causato nessuna rissa, insomma, non ho mai rotto il cazzo a nessuno, ma quel giorno ho tirato una pietra. … L’ho tirata contro la ruspa che ha abbattuto la barricata Stalingrado, l’ho tirata perché quell’abbattimento è stato un tentato omicidio alle persone che c’erano sopra e la difendevano, l’ho tirata perché quel giorno ho visto i miei genitori, presenti anche loro, piegati in due dai lacrimogeni tossici al CS, l’ho tirata perché ho visto sempre i miei genitori e i miei amici scappare con la polizia dietro a manganelli spiegati e non so cosa avrei fatto se li avessero presi e pestati e l’ho tirata perché abbiamo subito un attacco militare terribile e ingiustificato… ma l’ho tirata alla ruspa, e chi mi conosce sa che non ho mai fatto male a nessuno e non ho mai avuto intenzione di fare male, persino ai poliziotti. Non ho scritto per giustificarmi, ho scritto per spiegare il perché l’ho fatto.…Io non sono un violento! Cristian Rivetti – No Tav”. L’ho incontrato nell’atrio dell’Ospedale di Susa (assieme a Emanuele Davi – suo compagno di disavventura) – mentre – appena scarcerati per non aver commesso il fatto di cui erano stati accusati – tornavano dalla visita a un amico comune che la sera della fiaccolata di Mattie si era fratturato la tibia scivolando malamente in una scarpata. La sera di Mattie….

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Mattie è un paese un po’ speciale: se ne sta nascosto (protetto) dietro un grande costone morenico. Per arrivarci pare quasi di dover uscire dalla Val di Susa: così vicino ma così lontano. Divenne un luogo famoso suo malgrado, tanti Sanremo fa: per la villetta acquistata da tale Rita Pavone (chi era costei?), coi guadagni dei primi 45giri (che cos’erano?). Ma sono naturalmente altri i motivi per cui vale la pena salirci: il suo microclima che consentì che vi dimorasse fino a pochi anni fa il basilisco. Il suo essere un po’ appartato ha conservato meglio che altrove l’integrità del territorio e – conseguentemente – del paesaggio. E che fosse un luogo “protetto” lo si può capire da un fatto sicuramente ancor meno noto ma piuttosto importante: per anni vi soggiorno’ (per proteggersi da giornalisti già allora molto curiosi) Rita Montagnana, la moglie di Palmiro Togliatti (il “migliore”)
con il figlio Aldo e ancora oggi vi passa quasi l’intera estate uno dei due nipoti viventi, Ugo
Berga il decano dei partigiani valsusini! E poi si dovrebbe assegnare un premio – ad abitanti e sindaci mattiesi – per aver accettato di essere – per decenni – la sede di valle della raccolta-rifiuti, compresi quelli che milanesi e torinesi lasciano – a tonnellate – sulle montagne olimpiche”. Altro che Nimby!…
A Mattie si arriva dopo due stretti tornanti, al culmine della provinciale che si dipana dalla statale 24 poco dopo Bussoleno. All’ingresso del paese c’è il bar trattoria dove ci si ferma ogni volta che si capita qui: si beve un caffé e si fanno due chiacchiere. Sui muri del locale tutto parla della lotta No Tav. Anche qui c’è la foto di Cristian ed Emanuele, i due No Tav arrestati nella notte di venerdì 8 febbraio…racconta il comunicato di No Tav Autogestione… Lo stesso posto dove mi sono fermato anch’io, domenica sera; prima della fiaccolata organizzata in poche ore nonostante carnevale, e un gelo come ancora non s’era sentito in questo strano inverno elettorale da cui usciranno papponi e papi…Sono stato accolto dal calore della stufa – e delle persone – anche se non avevo tempo – io – neanche per un caffé: ero in ritardo e senza macchina e in un comune di borgate sparse dovevo arrivare al municipio che sta sul lato opposto: mi ci hanno accompagnato prima ancora che avessi tempo di chiedere un passaggio, così sono arrivato quando le fiaccole avevano appena cominciato a illuminare un po’ magicamente vicoli e stradine, baite e cappelle. I notabili torinesi del PD, con i pochi collaborazionisti che il partito di MPS, CMC & Coopsette conserva in valle, non avevano lasciato nulla di intentato per scoraggiare i cittadini e minacciare i sindaci dal partecipare al moto spontaneo di solidarietà verso i due ragazzi arrestati all’altezza del campo sportivo di Giaglione (a ridosso della stradina che porta al cantiere di Chiomonte, senza neanche sapere che l’azione del taglio delle reti abusive s’era gia conclusa)…Una stradina che il papa’ di uno di loro avrebbe battuto palmo palmo nella gelida notte tra venerdì e sabato perché – dopo aver trovato l’auto del figlio parcheggiata – e non vedendoli rientrare – aveva temuto fossero precipitati in qualche dirupo. Una angoscia così pesante che la perquisizione della propria casa, avvenuta all’alba da parte della Digos, era stata accolta come una liberazione (pur rappresentando la notifica di arresto): ma allora sono vivi! Sta in questa insolente mancanza di sensibilità la cecità della burocrazia, nell’atteggiamento coloniale – quasi una forma di razzismo alla rovescia: se sei il padre di un valligiano ottuso sarai sicuramente complice o addirittura all’origine del suo antagonismo contro le istituzioni repubblicane! Del resto sono le famiglie dei camorristi che contestano gli arresti: quelle dei galantuomini chiedono – come il ristoratore di Cuneo – che si getti via la chiave della cella dove sta rinchiuso il figlio antagonista… Altro che dare comunicazione di un fermo: “lo sanno benissimo dove sono i loro ragazzi (sanno persino dove andarli a cercare). E poi perderebbe d’ogni efficacia lo strumento dell’isolamento che serve a far loro confessare gli efferati crimini che hanno sicuramente in gestazione, oltre che l’avvenuta partecipazione a fatti che destano un così alto allarme sociale: tagliare illegalmente… le reti illegali di un cantiere illegale! A Torino nei locali che si chiamano sfrontatamente “41bis” ci si va a consumare cappuccino e brioches (magari con la scorta). In Valle di Susa lo applichiamo. Ma agli indigeni, non agli infiltrati di camorra e ‘ndrangheta che se non girano con la coppola non c’è DIA che possa scovarli…
***
Torniamo a Mattie, ancora No Tav Autogestione che cita Maria – 83 anni portati con leggerezza – che giudica severamente l’accusa di “squadrismo” usata per Cristian ed Emanuele dai funzionari legacoop prestati al PD del Commissario Virano: lei ne ha conosciuto un altro di Virano, molti anni fa, che invece che l’architetto-burocrate faceva il medico (e come questa professione la si intendeva una volta: una missione!). E il “suo” Virano veniva in Valle anche durante l’occupazione nazifascista: ricorda bene anche di quella volta in cui lo si sconsigliò di salire nella frazioni dell’”inverso” di Bussoleno e fino a Mattie perché la zona brulicava di nazisti e repubblichini, ma lui, mostrando la sua spilla da medico sul bavero della giacca, rispose che i malati erano più importanti.
Che la lotta al Tav dovesse assumere una connotazione così dirimente nessuno di noi che l’ha avviata, quasi un quarto di secolo fa, se lo sarebbe mai potuto aspettare. Ma siccome questo è successo – sta succedendo e in modo del tutto spontaneo – ci sarebbe da interrogarsi molto, soprattutto da parte di coloro che si occupano di politica per mestiere. E la cui sensibilità deontologica è ben distante – non solo nel tempo – da quella del dottor Virano, medico militante. Ma ci sarebbe materia di riflessione anche per chi continua a ricevere uno stipendio (in un momento in cui altre professioni di servizio vengono tagliate e compresse): Magistrati, inquirenti, ricercatori, giornalisti. Loro stessi o chi li ha preceduti hanno lasciato che la politica gli delegasse totalmente la “soluzione” del “problema No Tav Val di Susa”. Un problema che solo il maggiordomo di DAlema – segretario pro-tempore del PD – si ostina a ridurre a ottusa opposizione a un treno e alla “modernità” che questo dovrebbe rappresentare…Le responsabilità di due generazioni e mezza di politicanti (dimostrabilmente dediti al prelievo bancomat di tangenti dai capitoli della spesa pubblica che maggiormente si prestano alla bisogna, per la dimensione e concentrazione dei flussi di denaro e per la facilità di barare su prezzi e misure) è spaventosa. Se altrove hanno messo in ginocchio il paese consegnandone la ricchezza collettiva alla speculazione finanziaria multinazionale, in Valle di Susa dove la consapevolezza diffusa tra i cittadini è cresciuta di pari passo con la lotta (inizialmente molto più rivolta alla difesa di quel che restava della qualità della vita già molto compromessa dai grandi cantieri che vi si sono insediati senza sosta per più di mezzo secolo) le conseguenze sono sotto gli occhi di chiunque non sia in palese conflitto di interessi: perché in Val di Susa, forse più che in qualsiasi altro posto, i cittadini possono verificare (come in una sorta di laboratorio in scala reale) come l’attività legislativa, l’applicazione di leggi e regolamenti, l’azione di polizia e magistratura finisca per essere rivolta pressoché a esclusiva tutela di interessi che alla lunga si rivelano sempre speculativi e fraudolenti mentre l’attività di repressione viene condotta quasi esclusivamente contro i cittadini che non vogliono rassegnarsi a questo stato delle cose. Insomma quel che il magistrato Livio Pepino ha ben riassunto nel titolo del suo recente libro:”Forti con i deboli”.
Borgone Susa, 16 febbraio 2013 – Claudio Giorno

Muos: Gli Usa rifiutano la lettera di revoca dei lavori

14 febbraio 2013 – Palermo. Gli Usa rifiutano la lettera di revoca dei lavori del Muos, firmata nei giorni scorsi dalla Regione siciliana. Il funzionario della Regione Siciliana che si e’ presentato questa mattina alla base Usa di Sigonella, il 41esimo Stormo, per consegnare il plico contenente la revoca delle autorizzazioni per proseguire i lavori di realizzazione del radar Usa Muos di Niscemi (Caltanissetta)
e’ stato lasciato fuori dai cancelli dal militare all’ingresso. Si ingarbuglia cosi’ sempre di piu” la vicenda che rischia di fare scoppiare un incidente diplomatico tra la Sicilia e gli Stati Uniti a causa della realizzazione del sistema radar della Marina militare Usa. Il funzionario della Regione Pasquale Calamia, collaboratore dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello, come apprende l’Adnkronos, dopo avere informato il Governatore siciliano Rosario Crocetta, si e’ rivolto all’Ambasciata americana. Ma fino a questo momento non ha ottenuto una risposto. Una copia con ricevuta di ritorno e’ stata inviata anche al Dipartimento navale degli Stati Uniti.
“E’ una vicenda che ha dell’incredibile – spiega l’assessore Mariella Lo Bello – noi abbiamo fatto tutto cio’ che dovevamo fare. Abbiamo il nostro collaboratore bloccato a Sigonella che cerca di contattare l’Ambasciata”. Al momento, come spiega Lo Bello “i lavori sono sospesi, ma vorremmo fare arrivare la lettera di revoca delle autorizzazioni direattamente a Sigonella. Il mio collaboratore e’ li’ da questa mattina”. Ma gia’ nei giorni scorsi la base di Sigonella aveva mandato indietro la prima raccomandata della Regione siciliana, datata 11 gennaio 2013, con cui si annunciava l’avvio di procedura di sospensione dei lavori. In altre parole, la base amerciana fino ad oggi non ha mai ricevuto una notifica o una comunicazione ufficiale delle decisioni della Regione siciliana. Nei giorni scorsi i ‘grillini’ avevano bloccato in aula l’approvazione del Dpef per protestare contro la mancata revoca dei lavori. Ma all’indomani Crocetta ha firmato la revoca. Pero’ gli Usa, al mom ento, non hanno dato esecuzione ai lavori.
(Adnkronos)


http://terrarealtime.blogspot.it/2013/02/muos-gli-usa-rifiutano-la-lettera-di.html

Sciame di meteoriti Russia: si aggrava il bilancio 400 i feriti

venerdì 15 febbraio 2013

Tre persone sono gravi in ospedale Lo sciame ha provocato stamani violente esplosioni e molti danni 
Colpite 6 città nell’area degli Urali

Un meteorite che si è disintegrato ha provocato violente esplosioni negli strati inferiori dell’atmosfera e una pioggia di cristalli al di sopra degli Urali e nelle regioni centrali della Russia,
che hanno divelto le finestre dei palazzi. Lo hanno indicato le agenzie di stampa russe, che hanno citato autorità e testimoni. Lo sciame ha provocato 400 feriti, almeno 3 dei quali sono in condizioni gravi. Lo ha indicato l’agenzia di stampa Interfax, che ha citato l’amministrazione della regione di Chelyabinsk. Il ministero dell’Interno russo parla di « cristalli di un meteorite caduti nella regione di Cheliabynsk, sui monti Urali». «Secondo le prime informazioni 400 persone hanno fatto ricorso all’assistenza medica, la maggioranza a causa di tagli causati dai cristalli, e tre dei feriti sono gravi», ha spiegato un portavoce. Inizialmente si era pensato a una pioggia di meteoriti. Ma fonti ufficiali russe hanno spiegato che si è trattato di cristalli di un meteorite che «si è disintegrato nella parte bassa dell’atmosfera». 
 
Fonte: La Stampa

Russia: esplosioni e fuoco dal cielo seminano il panico!

venerdì 15 febbraio 2013

15 febbraio 2013 – Russia – Una pioggia di meteoriti e’ caduta sulla citta’ russa di Chelyabinsk  provocando il panico in pieno giorno,esplosioni onde d’urto hanno fatto andare a pezzi vetri e finestre di uffici e palazzi.Scene di panico tra le persone che si sono riversate nelle strade in preda alla paura.
La scia di fuoco e’ stata filmata da un video amatore in tempo reale.Leesplosioni sono state provocate dall’impatto del corpo celeste infuocato con l’atmosfera,questi frammenti potrebbero essere collegati al passaggio ravvicinato dell’asteroide 2012 DA14 che transitera” oggi a soli 28.000 km dalla superficie terrestre. 

 
 

 
 
 


http://terrarealtime.blogspot.it/2013/02/russia-esplosioni-e-fuoco-dal-cielo.html#more

Legge in Marocco per sterminio randagi

Ines Fur

“VI PREGO FIRMATE QUESTA PETIZIONE CONTRO UNA LEGGE MAROCCHINA CHE STA PER ESSERE APPROVATA. STROZZARE I CANI ECCO COME RISOLVONO I PROBLEMI DEL RANDAGISMO. MONDO SCHIFOSO”

Cliquez pour Empêchor le Maroc d’exterminer ses chiens! »

HELP ! Le Maroc va exterminer ses chiens : la loi 56-12 a été adoptée et va être applicable si nous ne nous mobilisons pas rapidement pour la bloquer ! Signez et faites passer

CRISI/ I ‘compromessi’ di Autogrill Spa: “O ti trasferisci (per 500 euro) o ti licenzio”.

e che si aspettavano i sindacati che firmarono la Biagi?

Ora fingono di ignorare le conseguenze?

 

L’Autogrill Spa, controllata al 59,3% dalla famiglia Benetton, leader mondiale della ristorazione e con un fatturato annuo di 5 miliardi di euro, continua a sforbiciare il personale. La denuncia accorata è dei sindacati che non contestano solo i molti licenziamenti – ultimo in ordine di tempo è il prossimo taglio di 140 dipendenti – ma anche le assunzioni con contratti di 15 giorni. A tutto questo si aggiungono, per la Cgil, Cisl e Uil, strani compromessil’azienda riduce le ore di lavoro, pena il licenziamento oppure impone il trasferimento nei ‘locali limitrofi’ – a ben 80 chilometri di distanza – e tutto questo per soli 500 euro. Una situazione insostenibile per i lavoratori, che in tutti i modi – con proteste, scioperi addirittura boicottando i prodotti – cercano di difendere i loro diritti.

di Maria Cristina Giovannitti

È il grande impero Benetton, tramite la finanziaria Edizione s.r.l,. a dominare anche l’azienda leader nella ristorazione, l’Autogrill Spa con il 59,3% delle azioni. Luciano Benetton-padre è stato alla guida della multinazionale di famiglia e con un passaggio di testimone oggi è nelle mani del figlio Alessandro, detto l’Illuminato, per via delle sue illuminanti – e a quanto pare poco proficue – innovazioni lavorative. In realtà con Alessandro-figlio le cose non vanno poi così bene per i lavoratori a discapito di un fatturato che, invece, non conosce crisi. Autogrill Spa conta 9 mila dipendenti in Italia e 60 mila unità impegnate all’estero registra delle entrate pari a 5,84 miliardi di euro l’anno, di cui 4 miliardi solo nella ristorazione. L’Autogrill Spa non è in crisi considerando che nel 2011 l’azienda ha chiuso con un ben più 4% rispetto al 2010 ed un utile netto al più 26,7%. Nonostante tutto sono mesi che arrivano ondate di licenziamenti da tutte le regioni, un taglio frammentato ma costante che, oltre a incentivare il numero di esodati, presenta non poche anomalie.

ESTERNI CON CONTRATTI A 15 GIORNI – Dopo mesi ed episodi simili, arriva l’ultima stangata: è previsto il licenziamento di altri 140 dipendenti dell’Autogrill Spa perché l’azienda è in esubero di 79 lavoratori full-time e 61 part-time. Nonostante i lauti guadagni dell’azienda – 5 miliardi di euro l’anno – l’Autogrill Spa spende per questi 140 lavoratori circa 3 milioni di euro, una spesa esigua rispetto alle continue entrate, nonostante la crisi. Eppure ‘padron Alessandro l’illuminato’ a breve manderà queste persone a casa.

La prima anomalia, denunciata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil è da un lato il licenziamento di massa e dall’altro l’assunzione di ben 92 persone che avranno un contratto ‘a termine’ di 15 giorni: una strategia sbagliata che lede i diritti dei lavoratori, oltre che il dovere da parte dell’azienda di riassorbire – in caso di necessità – il proprio personale. E così mentre molti lavoratori tornano a casa, l’illuminazione della Benetton è far aumentare questi contratti brevissimi.

Così i sindacati si chiedono – e chiedono soprattutto all’Autogrill Spa – perché si continua a licenziare e contemporaneamente ad assumere ‘esterni’ senza tenere in considerazione i propri lavoratori? A quanto pare nessuna risposta è stata ancora data, mentre continuano i licenziamenti.

TRASFERIMENTO IN ALTRI LOCALI A 80 KM PER 500 EURO AL MESE – Altra nota dolente per lavoratori e sindacati è lo strano compromesso  obbligato dall’Autogrill dove il gioco vale la candela e, in questo caso, la candela è il lavoro. Accade che il timore non è più solo essere licenziati in tronco ma essere messi nella condizione di licenziarsi: l’azienda di ristorazione impone ai lavoratori di passare da un lavoro a tempo pieno – 40 ore settimanali – ad un part –time di 20 ore, pena il licenziamento.

Oltre alla riduzione del lavoro ai dipendenti, s’impone anche il trasferimento verso altri locali di ristorazione disposti ad accettare il personale in esubero, dirottato a destra e manca. I nuovi posti di lavoro, però, possono essere anche ad una distanza massima di 80 chilometri e tutto questo per uno stipendio part-time di 500 euro al mese, soldi investiti per la maggior parte in benzina per gli spostamenti.

Piovono le lamentele e le paure dei lavoratori che vedono rischiare il loro posto di lavoro – anche solo per 500 euro – mentre l’impero Benetton e l’azienda Autogrill Spa fanno orecchie da mercante e aggiungono altri 140 dipendenti a quelli già mandati a casa negli scorsi mesi.



http://www.infiltrato.it/notizie/italia/crisi-i-compromessi-di-autogrill-spa-o-ti-trasferisci-per-500-euro-o-ti-licenzio

 

Stop al maltrattamento degli animali per i fast-food!!

Gli animali che vengono macellati per fare gli hamburger di McDonald’s passanno la loro breve vita in allevamenti intensivi, dove non possono quasi muoversi.E’ innegabile che negli ultimi tempi si siano compiuti dei notevoli passi in avanti per quanto concerne il benessere degli animali e in particolare sulle pratiche di abbattimento. L’azienda bovina Central Valley Meat Company in California, la quale rifornisce anche un colosso come Mc Donald’s, è stata protagonista in negativo di un video girato dal gruppo Compassion Over Killing. Il video ha scatenato un vero e proprio putiferio tanto che all’azienda sono stati messi i sigilli da parte del Dipartimento per l’Agricoltura. Il motivo di tutto questo sconquasso è da ricercare nella brutalità con la quale venivano trattati gli animali. Nel video si vedono mucche a terra sofferenti e incapaci di camminare, picchiate con pungoli elettrici, bovini in fin di vita soffocati da operai con un piede, ed altri animali avviati alla macellazione ancora coscienti. Tutto questo, oltre a far scattare i sigilli immediati sul mattatoio, ha fatto si che le autorità competenti effettuassero ulteriori verifiche sulla salute degli animali macellati  e sugli eventuali rischi per la salute. McDonald’s, cliente dell’azienda, dopo la diffusione del video ha annunciato la cessazione dei rapporti commerciali. «Dalle immagini emergono comportamenti che sembrano inaccettabili e non aderenti agli standard che ci chiedono i nostri fornitori» ha spiegato la catena di fast food in un comunicato. Lo stesso Dipartimento per l’Agricoltura, che aveva acquistato dall’azienda 21 milioni di tonnellate di carne nel 2001 per le mense scolastiche, ha sospeso i rifornimenti.  Quindi se ci tenete veramente agli animali, un grande passo è firmare questa petizione e cercare di porre fine al mondo di assassini dei fast food e cominciare a pensare agli altri essere viventi.Questo è il video girato al Central Valley Meat Company. http://m.youtube.com/watch?v=oHUvJ_AWCSQ

Fermare la tortura elettronica a distanza sui miei cani

Creata il Sabato alle 16:58 da Giuseppe Guidi

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Sono titolare di un allevamento di Spinoni Italiani con affisso “Del Passo di Dante”, registrato F.C.I. – E.N.C.I nell’ anno 2003 ed ho partecipato a numerose competizioni raggiungendo notevoli risultati sia in Italia che in campo internazionale. Da alcuni mesi i soggetti dell’ allevamento subiscono torture elettroniche attribuibili a dispositivi comandati a distanza, strumenti che non sono certamente alla portata di gente comune. Ricevono continuamente scosse elettriche procurate da ignoti che selvaggiamente agiscono direttamente sul cranio dei cani e sul sistema nervoso e per essere più preciso, spiego in dettaglio gli episodi che si sono verificati. Ad un maschio di 14 anni è stata fatta ruotare violentemente la testa da una parte all’ altra facendolo urlare, era in giardino davanti a me. Tale fenomeno è riconducibile ad un telecomando azionato a distanza che procura gravi danni cerebrali. In seguito le femmine dell’ allevamento hanno avuto i calori senza più perdite di sangue, cosa che non si era mai verificata. Questo fatto inspiegabile, visto che i cani sono sempre stati accuditi dal sottoscritto con la massima cura e responsabilità, rappresenta un danno evidente che a mio parere ha lo scopo di farmi cessare di allevare. I cani vivono in casa e fanno parte della famiglia, e in passato, quando vivevo a Pisa, sono sempre stati controllati dai migliori veterinari presenti sul territorio nazionale (Clinica Veterinaria Europa – Dott. Carlo Pizzirani, Jacopo Vannozzi ricercatore presso Clinica veterinaria Università di Pisa). Il colmo della crudeltà si è verificato il 7/10/2012, quando Beatrice, campionessa italiana di bellezza, ha ricevuto una fortissima scarica elettrica che la ha fatta saltare in aria. E’ morta dopo poche ore. Aveva undici anni. Qualche giorno prima, passeggiando nei dintorni di casa con Bacco, campione Italiano, Internazionale ed Europeo, fratello di Beatrice, ha ricevuto una forte scossa elettrica ed il giorno successivo si è formato un grosso ascesso pieno di sangue vicino alla colonna vertebrale. Malgrado l’ assistenza di due veterinari che hanno cercato di curarlo, il cane in pochi giorni è rimasto paralizzato ed è morto il 20/10/2012. Ciò che è ancora più spietato, è l’impossibilità di eseguire impellenti interventi chirurgici, non potendo conoscere l’ esito, ed eventuali ripercussioni sugli altri soggetti che rispondono a fenomeni di tipo elettronico. Si tratta di fenomeni di estrema violenza, di vivisezione condotta a distanza da DELINQUENTI che procurano a me ed ai miei cani sofferenze indicibili. Tale situazione non è più tollerabile, da informazioni che ho ricevuto il mio è l’ unico caso in Italia e ciò deve assolutamente cessare individuando i responsabili che rimangono ignoti. Vivo a Sarego, sui Colli Berici e non mi è dato sapere se esistono installazioni ambientali o satellitari elettromagnetiche o a microonde che procurano questa violenta, crudele e disumana tortura. I maltrattamenti sugli animali, e nello specifico sui cani, sono reati contemplati dal codice penale, ma nel mio caso, anomalo nella forma e nell’ impossibilità di individuare i responsabili che restano ignoti, non mi resta che comunicare a Voi tutti questa inaudita e ingiustificata violenza che deve assolutamente terminare. Con preghiera di aiutarmi con estrema urgenza.

 

FIRMARE

http://firmiamo.it/fermare-la-tortura-elettronica-a-distanza-sui-miei-cani