La Grecia è crollata, definitivamente. Stanno assaltando i supermercati!

La Grecia è crollata, definitivamente, sotto il peso dei debiti contratti con la BCE.Ma in Italia nessuno ne parla perche’ siamo in campagna elettorale,l’attenzione dei media e’ stata spostata sulle dimissioni del Papa,mentre l’Europa brucia!

Stanno assaltando i supermercati. Ma non si tratta di banditi armati. Si tratta di gente inviperita e affamata, che non impugna neanche una pistola, con la complicità dei commessi che dicono loro “prendete quello che volete, noi facciamo finta di niente”. Si tratta della rivolta di 150 imprenditori agricoli, produttori di agrumi, che si sono rfiutati categoricamente di distruggere tonnellate di arance e limoni per calmierare i prezzi, come richiesto dall’Unione Europea. Hanno preso la frutta, l’hanno caricata sui camion e sono andati nelle piazze della città con il megafono, regalandola alla gente, raccontando come stanno le cose.

Si tratta di 200 produttori agricoli, ex proprietari di caseifici, che da padroni della propria azienda sono diventati impiegati della multinazionale bavarese Muller che si è appropriata delle loro aziende indebitate, acquistandole per pochi euro sorretta dal credito agevolato bancario,quelli hanno preso i loro prodotti della settimana, circa 40.000 vasetti di yogurt (l’eccellenza del made in Greece, il più buon yogurt del mondo da sempre) li hanno caricati sui camion e invece di portarli al Pireo per imbarcarli verso il mercato continentale della grande distribuzione, li hanno regalati alla popolazione andandoli a distribuire davanti alle scuole e agli ospedali

Si tratta anche di due movimenti anarchici locali, che si sono organizzati e sono passati alle vie di fatto: basta cortei e proteste, si va a rapinare le banche: nelle ultime cinque settimane le rapine sono aumentate del 600% rispetto a un anno fa. Rubano ciò che possono e poi lo dividono con la gente che va a fare la spesa. La polizia è riuscita ad arrestarne quattro, rei confessi, ma una volta in cella li hanno massacrati di botte senza consentire loro di farsi rappresentare dai legali. Lo si è saputo perché c’è stata la confessione del poliziotto scrivano addetto alla mansione di ritoccare con il Photoshop le fotografie dei quattro arrestati, due dei quali ricoverati in ospedale con gravi lesioni.

E così, è piombata la sezione europea di Amnesty International, con i loro bravi ispettori svedesi, olandesi e tedeschi, che hanno realizzato una inchiesta, raccolto documentazione e hanno denunciato ufficialmente la polizia locale, il ministero degli interni greco e l’intero governo alla commissione diritti e giustizia dell’Unione Europea a Bruxelles, chiedendo l’immediato intervento dell’intera comunità continentale per intervenire subito ed evitare che la situazione peggiori.

Siamo venuti così a sapere che il più importante economista tedesco, il prof. Hans Werner Sinn, (consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti, avvalendosi addirittura dell’appoggio di un rappresentante doc del sistema bancario europeo, Sir Moorald Choudry (il vice-presidente della Royal Bank of Sctoland, la quarta banca al mondo) hanno presentato un rapporto urgente sia al Consiglio d’Europa che alla presidenza della BCE che all’ufficio centrale della commissione bilancio e tesoro dell’Unione Europea, sostenendo che “la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall’euro, svalutando la loro moneta del 20/ 30%, pena la definitiva distruzione dell’economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come “tragedia umanitaria” e quindi cominciare anche a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11461

No all’invasione selvaggia delle trivelle

IL MANIFESTO BLOG
   D’ambiente, nucleare, TAV e altri mostri…di Massimo Zucchetti
 
  • Si è tenuto di recente a Viggiano, in Provincia di Potenza, il Convegno “Tutela del Territorio tra petrolio, acqua e sismicità in Alta Val D’Agri“. La collega Albina Colella dell’Università di Potenza mi ha inviato un appello che volentieri pubblico.

    Un coro di no si sta levando dalla Campania, Basilicata, Puglia, Molise e Sicilia, contro l’’invasione selvaggia delle trivelle in terra e in mare, in aree a rischio sismico, ricche di risorse idriche, prossime ai centri abitati, a vocazione turistica e agricola biologica, protette da vincoli paesaggistici nazionali ed europei.

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    Stavolta alla voce degli ambientalisti e dei sindaci, si unisce l’appello di cinque professori universitari di geologia e medici dell’ambiente, volto alla salvaguardia delle risorse idriche, il cosiddetto l’oro blu del XXI secolo. Aree come l’Alta Val d’Agri, il Vallo di Diano e l’Irpinia, rivestono una importanza strategica idrogeologica nazionale per l’abbondanza di acque sotterranee e superficiali, che rappresentano, a differenza del petrolio, risorse rinnovabili; nel contempo il sottosuolo, con faglie attive e ad elevata pericolosità sismica, non offre garanzie di sicurezza per le tubazioni metalliche verticali ed orizzontali dei pozzi petroliferi in occasione di violenti sismi. Tali evidenti problematiche rendono incompatibili le attività petrolifere, così come finora attuate.

    Ed ecco le proposte di M. Civita. A. Colella, G. D’Ecclesiis , F. Laghi, F. Ortolani, per contenere il danno ambientale ed in particolare il rischio di contaminazione delle acque:

    1) applicazione urgente da parte di Regioni, Province e Comuni della normativa vigente (D.Lgs. 152/06 e precedenti sino al DPR 236/88) che prevede la delineazione delle aree di salvaguardia di sorgenti, pozzi e specchi d’acqua che forniscono o possono fornire acque destinate al consumo umano;

    2) redazione di Carte della vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento, strumento di pianificazione operativa per la protezione e prevenzione dell’ambiente idrico, previste dalla legge citata per le aree sensibili;

    3) realizzazione di un monitoraggio ambientale integrato e istituzione di un centro di studi per la protezione ambientale del territorio, in grado di raccogliere dati, effettuare misure e analisi, gestire i monitoraggi ecc. Un centro di studi da realizzare unitamente alle aree contigue alla Val d’Agri, come il Vallo di Diano, grazie a fondi europei, che comporterebbe l’assunzione di giovani prospettori, così cominciando ad agire contro la disoccupazione giovanile;

    4) adeguamento dell’attuale apparato legislativo che sovrintende alle ricerche e attività petrolifere nel sottosuolo interessato da faglie attive sismogenetiche, al fine di garantire la sicurezza ambientale, la tutela di tutte le georisorse e la sicurezza dei cittadini.

    Queste proposte sono scaturite durante il convegno di Viggiano (PZ) in Alta Val d’Agri, un’area emblematica poiché racchiude molte delle criticità succitate e necessita di particolare tutela ambientale. L’Alta Val d’Agri, infatti, è un’area ricca di georisorse di importanza strategica, dove al più grande giacimento in terraferma di idrocarburi d’Europa (finora sfruttato) si aggiungono uno dei più importanti serbatoi di acque superficiali e sotterranee d’Italia, risorse umane, agricoltura biologica, beni culturali e naturali protetti da vincoli ambientali nazionali ed europei, come il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese con aree SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona a Protezione Speciale), come il lago del Pertusillo. Alla ricchezza di risorse si aggiunge la pericolosità sismica del territorio, caratterizzato da faglie attive e da terremoti di forte intensità, come quello del 1857 con epicentro nell’area di Montemurro, che causò la morte di 9257 lucani.

    In Alta Val d’Agri sono presenti 25 pozzi petroliferi attivi, l’oleodotto più grande d’Europa e il Centro Oli di Viggiano. Le perforazioni petrolifere attraversano sicuramente diversi acquiferi sovrapposti. Alcuni pozzi petroliferi sono ubicati addirittura nell’area di ricarica degli acquiferi, un’area ad elevatissima vulnerabilità all’inquinamento, come accade ad esempio per il pozzo Alli 2, ubicato a circa 500 m da un centro abitato.

    La ricchezza di risorse idriche dell’Alta Val d’Agri si manifesta con la presenza di 23 corsi d’acqua di cui il Fiume Agri è il maggiore, di poco più di 650 sorgenti, di circa 76 sorgenti con portate superiori a 1 l/sec, con una portata media annua totale delle sorgenti degli acquiferi carbonatici di circa 3.550 l/sec. ed un volume medio annuo di 112 Mm3, e di 22 idrostrutture che alimentano le relative sorgenti. 2,5 km a valle del Centro Oli di Viggiano, c’è l’invaso del Pertusillo, che fornisce acqua destinata ad uso umano alla Puglia e alla Basilicata. L’invaso ha una capacità di circa 155 milioni di metri cubi d’acqua, di cui il 65,6% viene fornito alla Puglia a scopo potabile e il 34,4% alla Basilicata a scopo irriguo e potabile. Analisi chimiche di 4 campioni di acque e 11 di sedimenti del Pertusillo realizzate da associazioni ambientaliste, hanno evidenziato la presenza di alte concentrazioni di idrocarburi e di metalli pesanti tra cui il bario (usato come additivo nei fanghi di perforazione petrolifera), che spesso superano i limiti previsti dalla legge. Nelle acque le concentrazioni di idrocarburi sono fino a 646 volte superiori ai limiti di legge per le acque potabili e nei sedimenti fino a 9 volte. Nelle acque il bario raggiunge concentrazioni fino a 3 volte superiori al limite del bario nelle acque di classe A2 (1000 microgrammi/litro) e fino a 4 volte superiori al limite per le acque potabili (700 microgrammi/litro) fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

    Recentemente l’Acquedotto Pugliese ha reso nota la presenza di idrocarburi e di bario nelle acque del Pertusillo già potabilizzate dall’impianto di Missanello. Ciò implica evidentemente che tale depuratore non elimina dalle acque gli idrocarburi e i metalli come il bario, con le conseguenti implicazioni per la qualità delle acque potabili distribuite in gran parte della Puglia e in parte della Basilicata.

di massimozucchetti 
pubblicato il 11 febbraio 2013 

Se questa è la Giustizia……:!

“Cristian Rivetti, 33 anni, ed Emanuele Daví, 41, di Mattie, sono di nuovo liberi per non aver commesso il fatto.”

 

Ma intanto sono stati privati ingiustamente della libertà per 3 (tre) giorni ed hanno perso almeno una giornata di lavoro, chi paga, che li rimborsa per il danno subito?

 

I Poliziotti ed i PM dovrebbero come minimo dimostrare di aver agito “secondo buona fede” (come prescrive il codice di compostamente dei Dipendenti Pubblici, e la Legge) e di aver operato “con diligenza”, e comunque dovrebbero pagare personalmente (e se fossero uomini “d’onore”) volontariamente i danni subiti dai due nostri amici.

Gli errori si pagano e questo dovrebbe essere valido per tutti!!!

Quindi almeno due poliziotti e due PM si autotassino per non meno di 100 Euro a testa e li diano a Cris ed a Lele come parziale riparazione dei danni, inoltre rimangano (sempre volontariamente) agli arresti domiciliari per il prossimo fine settimana e paghino loro gli onorari degli avvocati.

 

Certamente hanno voluto dimostrare che possono arrestare chiunque loro vogliano, anche a notevole distanza dal cantiere, e poi trattenerlo “senza giustificato motivo”, fargli perdere giornate di lavoro e spendere denaro in avvocati (è ininfluente se, in questi casi, ci sono bravi avvocati che si prestano volontariamente) e farla franca; se questo non è uno Stato di Polizia….

 

Possono commettere qualsiasi illegalità, tanto con il supporto di certi PM hanno la garanzia dell’impunità.

 

Ricordiamo il caso dei Sindaci di Chianocco e di Borgone: un Poliziotto aveva accusato che gli avevano rotto il naso e per dimostrarlo aveva addirittura allegato una radiografia, “peccato” che si è potuto dimostrare che era precedente ai fatti contestati, ma il Poliziotto è stato processato e condannato per le accusa dimostratesi false? Neanche per sogno!

Se non si fosse riusciti a dimostrare che la radiografia non aveva nulla a che vedere con i fatti contestati cosa sarebbe successo?

 

E’ necessaria una seria riforma della Magistratura che deve essere resa responsabile dei propri atti e sottoposta a seri controlli indipendenti.

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http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/02/12/news/valsusa_assalto_al_cantiere_scarcerati_i_due_no_tav_72_544x376_normal_0_14_false_false_-52449867/

Valsusa, assalto al cantiere
Scarcerati i due “No Tav”
 

Il gip ha deciso di non convalidare il fermo di Rivetti e Davi, entrambi di Mattie, per non aver commesso di fatto

di FABIO TANZILLI

Sono stati scarcerati lunedì sera  i due No Tav valsusini arrestati dopo l’assalto al cantiere di Chiomonte, avvenuto venerdì scorso.  Cristian Rivetti, 33 anni, ed Emanuele Daví, 41, di Mattie, sono di nuovo liberi per non aver commesso il fatto. Il giudice delle indagini preliminari, Elisabetta Chinaglia, ha deciso di non convalidare l’arresto, nonostante la richiesta di mantenimento della custodia cautelare effettuata dai pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, durante l’udienza tenutasi lunedì mattina. Gli avvocati dei due No Tav, Marco Melano e Federico Milano, sono riusciti a dimostrare l’innocenza dei due attivisti, provando che entrambi non erano presenti alla Maddalena nelle ore in cui sono avvenuti gli scontri. Uno dei No Tav arrestati aveva anche il cartellino di lavoro timbrato nella stessa ora in cui si é svolto l’attacco alla Maddalena, tra le 21.30 e le 22.40, dimostrando quindi la sua estraneità ai fatti.La Digosli aveva poi arrestati alle 23, quando ormai gli scontri erano terminati. Il movimento No Tav festeggia la notizia, e questa sera intorno alle 23.15 sono scesi in piazza, a Bussoleno, per accogliere alla stazione ferroviaria Rivetti e Daví: “Crolla ancora una volta il castello di sabbia di Questura e Procura – dicono – che scarcera i due, arrestati per pura rappresaglia”.


Anziani indigenti, è colpa di silvio dice la Cgil

incredibile, 20 anni di sindacati concertativi e non trovano di meglio che USARE E STRUMENTALIZZARE la situazione degli anziani indigenti E QUESTO DOVREBBE FAR SORGERE QUALCHE DOMANDA SULL’OPERATO di costoro che dicono di difendere i deboli PER FARE CAMPAGNA ELETTORALE PRO MONTI

che schifo

 Il sindacato dei pensionati avverte che “pesa l’azzeramento da parte del governo di Silvio Berlusconi del fondo per la non autosufficienza”. E chiede che il nuovo governo definisca immediatamente una legge nazionale

di | 12 febbraio 2013

 

In Italia ci sono 2,3 milioni di anziani, di cui due terzi con oltre 75 anni, e soltanto uno su cinque usufruisce dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi). L’allarme è stato lanciato dal sindacato dei pensionati della Cgil, che sottolinea invece il continuo aumento del numero di ricoveri presso strutture residenziali, che sono arrivati a oltre 300mila.

“Sulla non autosufficienza”, avverte Spi-Cgil, “pesa l’azzeramento da parte del governo di Silvio Berlusconi del fondo per la non autosufficienza, la cui dotazione fino al 2010 era di 400 milioni di euro”. Mentre il governo di Mario Monti “ha ripristinato solo parzialmente le risorse da destinare al fondo per una cifra di 275 milioni di euro, che sono assolutamente insufficienti e che non bastano per affrontare quella che è a tutti gli effetti una vera e propria emergenza nazionale“.

Qualcosa in più, secondo il sindacato, è stato invece fatto sul fronte dell’Adi attraverso la riprogrammazione dei fondi per la coesione territoriale, che ha visto lo stanziamento di 380 milioni destinati alle regioni del Mezzogiorno. “Chi si candida a governare il Paese”, conclude lo Spi-Cgil, “deve avere tra le sue priorità un intervento urgente sulla condizione degli anziani ed è per questo che insieme a Fnp e Uilp chiediamo fin da subito che il nuovo governo definisca immediatamente una legge nazionale sulla non autosufficienza”.

 http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/12/cgil-23-milioni-di-anziani-non-autosufficienti-solo-1-su-5-riceve-aiuto-a-casa/ 496818/

DUE SUICIDI PER LA CRISI: PRECARIA SI LANCIA NEL VUOTO, DISOCCUPATA S’IMPICCA

Martedì 12 Febbraio 2013 – 12:06

VENEZIA – Due suicidi nel giro di poche ore in Veneto, dove a decidere di togliersi la vita sono state due donne. Insegnante precaria una, disoccupata alla disperata ricerca di lavoro l’altra. Dietro entrambi i gesti ci sarebbero storie di disagio prsicologico legate alla realtà lavorativa delle due donne.
L’insegnante era Maria Risalvato, 40 anni. Avrebbe dovuto prendere un aereo da Venezia nel tardo pomeriggio di domenica per raggiungere i familiari in Sicilia, ma a causa di un guasto a un velivolo che ha occupato la pista il suo volo è stato rimandato. La donna, che era in compagnia del fratello, è stata alloggiata nell’hotel Maggior Consiglio di Treviso in attesa di poter ripartire con un giorno di ritardo. 
Approfittando dell’assenza del fratello, che era andato a informarsi sull’arrivo del pullman per raggiungere l’aeroporto, Maria Risalvato ha compiuto il gesto estremo, lanciandosi nel vuoto. Inutile l’intervento del 118 e del 113. La donna non ha lasciato alcun messaggio, nessuna spiegazione. A trovare una motivazione possibile al suicidio è stato il fratello, che ha raccontato di una donna stanca e nel bel mezzo di un periodo difficile. Insegnava inglese in una scuola media, ma contemporaneamente si preparava per superare il concorso a cattedra per uscire dal precariato. 

A togliersi la vita, nel bel mezzo della domenica d’apertura del Carnevale di Venezia, un’altra donna. Aveva 41 anni, viveva a Castello e non riusciva a trovare un lavoro onesto che potesse darle di che vivere dignitosamente. Ha attaccato una corda alla porta d’ingresso e si è impiccata. Ad accorgersi dell’accaduto è stata la sorella della donna, che l’ha raggiunta a casa preoccupata dal fatto che non rispondeva al telefono né al cellulare. Sapeva che era preoccupata per il lavoro e lo sfratto incombente. 



http://www.leggo.it/news/cronaca/due_suicidi_per_la_crisi_precaria_si_lancia_nel_vuoto_disoccupata_simpicca/notizie/214068.shtml

SI CERCA LA TALPA NO TAV NEL CANTIERE DI CHIOMONTE!

Da NOTAV.INFO  — 12 febbraio 2013 at 15:01

SI CERCA LA TALPA NO TAV NEL CANTIERE DI CHIOMONTE!

QUALORA FOSSE VERA QUESTA RICOSTRUZIONE CI RENDIAMO DISPONBILI FIN DA SUBITO A SOSTENERE ECONOMICAMENTE E LEGALMENTE LA TALPA E A PROTEGGERE LA SUA FAMIGLIA. NON POSSIAMO CHE SCHIERARCI AL SUO FIANCO IN QUESTA GIUSTA LOTTA DI RESISTENZA NO TAV.

Martedì 12 febbraio. Apprendiamo in questo freddo pomeriggio  dalle agenzie di stampa che si starebbe cercando la talpa nel cantiere tav di Chiomonte. Sembra una battuta ironica ma purtroppo è la triste verità. Tutto ovviamente è riferito all’azione no tav di venerdì 8 febbraio nella quale il movimento ha inflitto un altro duro colpo al cantiere tav di Chiomonte. A quanto apprendiamo la questura torinese dopo aver arrestato per rappresaglia due no tav che nulla c’entravano con l’accaduto giusto per darli in pasto alla stampa come mostri colpevoli a priori ora cerca la talpa, l’uomo all’interno del cantiere che sapeva! Colui che avrebbe interrotto l’energia elettrica dell’impianto di illuminazione del cantiere prima dell’azione. Sembra a noi l’ennesima scusa o stratagemma accampato per nascondere una lacuna-incapacità nell’apparato di protezione e sicurezza del cantiere. Una ricostruzione che ci sembra a dir poco fantasiosa ma che ci impone di rispondere come già era accaduto per il corvo della Maddalena. Se vi fosse realmente qualcuno all’interno del cantiere che sostiene la lotta e la resistenza no tav riceve tutta la nostra stima e il nostro sostegno. Da subito ci rendiamo disponibili a proteggere e a sostenere questa o queste persone, a proteggere loro e i loro familiari (che invece in queste ore a quanto pare sono sotto la lente di ingrandimento dell’ufficio digos di Torino), a sostenerli economicamente qualora dovessero subire delle conseguenze e a dar loro tutto il supporto legale del quale possiamo disporre con le decine di professionisti e consulenti del Legal Team No Tav. Invitiamo quindi questa talpa, se esiste, a recarsi nei nostri presidi no tav o a contattarci tramite questo sito qualora avesse bisogno del nostro aiuto.

Intervista a Christian Abbondanza

Le sue indagini coraggiose sulla mafia e sullo stretto intreccio fra criminalità organizzata, potere politico e finanziario, lo hanno reso un bersaglio per le ritorsioni della ‘ndrangheta. Cosa sta succedendo?
In quali aspetti l’intreccio fra criminalità e politica è più evidente?

Appello per “Dare la scorta a Christian Abbondanza” clicca qui >>

Teste Libere

 

La Vita in Vendita

di Andrea Chinappi

Ci sono cose che si possono comprare. Tutto il resto, anche.

Nella società in cui viviamo ormai la logica di mercato domina ogni aspetto della nostra vita non limitandosi esclusivamente alle pratiche economiche, agli affari di Stato o alle relazioni internazionali ma governando la nostra esistenza come mai era stato fatto prima.

Ecco un primo esempio:

Fare da cavia nelle sperimentazioni farmacologiche per una compagnia farmaceutica: 7500 dollari[1] (L’invasività delle procedure usate e il malessere procurato possono far variare la paga).

Dalla seconda metà del ’900 la cieca fedeltà riposta nei mercati ha promosso un’ esaltazione generale nello sfrenato sviluppo di questi tanto da assoggettare la libertà e il benessere  di tutti al capitale, facendo godere di un prestigio incontrastato e promuovendo sempre più come legislatrice della nostra vita l’economia. E sono state in gran misura soprattutto le scelte dei ministri dei paesi occidentali a favorire il trionfo della logica di mercato, attraverso pensieri e riforme liberali, rivolgendo totalmente la fiducia nel mercato come veicolo primario per garantire uno sviluppo sociale, economico e  soprattutto “equo”.

Se da una parte queste scelte hanno portato all’esplosione e alla vittoria finanziaria dei mercati (in qualche modo attenuata dalla crisi del 2008), che ha visto protagonista gli Stati Uniti d’America, ha messo in discussione una categoria dell’uomo che è al di sopra di ogni logica e ogni guadagno : la Moralità. Si è passati da avere un’economia di mercato ad essere una società di mercato. E la più grande conseguenza è stata la mercificazione dell’uomo e il potere d’acquisto allargato ad ogni aspetto dell’esistenza. Prendiamo come esempio le nascite. In India ogni anno vengono “ prodotti” più di 1500 bambini attraverso la pratiche degli uteri in affitto. La gestazione della madre indiana viene retribuita con 7 mila dollari, una somma accecante per le povere donne (spesso analfabete) che a loro insaputa vanno incontro a rischi fisici non indifferenti a causa dell’utilizzo di ormoni per migliorare la percentuale di successo della nascita, assolutam ente non tutelate da alcun servizio medico e assicurativo (Premila Vaghela, 30 anni, morta all’ottavo mese per complicazioni di gestazione; il bambino della coppia statunitense venne salvato con un parto cesareo).

Per non parlare delle fiorenti banche del seme o dei mercati neri degli spermatozoi in cui il potenziale genitore può scegliere grazie ad un portale web le caratteristiche fisiche per il futuro figlio, dal colore degli occhi a quello dei capelli.

Il denaro accompagna tutta la vita di un uomo, caratterizzando sfere della vita umana tradizionalmente dominate da altri valori. Ad esempio  in America, precisamente in una scuola di Dallas, un bambino svogliato che non ottiene grandi risultati può essere pagato dall’istituto con due dollari per ogni libro letto; questo sistema potrà anche far leggere più libri ma sminuisce il valore e il senso stesso della lettura, che verrà vista come una semplice occasione di arricchimento economico più che un arricchimento personale. Sempre negli Stati Uniti una madre single bisognosa di denaro per gli studi del figlio è stata retribuita con dieci mila dollari per aver “affittato” la sua fronte ,utilizzata per esporre una pubblicità commerciale attraverso un tatuaggio permanente che indicava il sito web del prodotto.

L’avidità di denaro acceca l’uomo moderno, il mercato lo abbrutisce; la compravendita non è governata  da  leggi morali che giudichino cosa sia bene o cosa sia male far naufragare nel mare dello scambio, ma si limita soltanto a stabilirne i prezzi (in Sudafrica i ranchers possono vendere il diritto di sparare ad un rinoceronte nero in via d’estinzione per duecentocinquanta mila dollari!). Le cose che contano nella vita perdono di valore se vengono mercificate:il diritto civile,la politica, la natura, l’arte,  l’informazione e la pubblicità,la scuola, le relazioni sociali, la giustizia, la sicurezza, la salute;in un mondo in cui non tutte le cose sono accessibili in ugual modo a tutti gli individui, l’ineguaglianza economica e sociale e la competizione crescono in maniera esponenziale, mentre nell’immaginario della società la natura dei beni ( nel significato letterale del termine) viene corrotta ed etichettata. Il mercato della  vendit a e dell’acquisto sfrenato di ogni oggetto che sia un prodotto umano, che non lo sia o semplicemente che sia un essere umano, e la mercificazione di ogni valore e di ogni idea producono un’abbondante quantità di ricchezza e contribuiscono largamente al moderno flusso economico, ma si annullano dinanzi ad un impoverimento alquanto più rilevante: nel Pensiero e nella Dignità.


[1] Tutti i dati sono tratti da un saggio di Michael J. Sandel “ Quello che i soldi non possono comprare”

fonte: L’Intellettuale Dissidente

 



http://www.oltrelacoltre.com/?p=15600

Se questo, per loro, è vita

lunedì 11 febbraio 2013

Se questo, per loro, è vita

  Se lo scopo del sistema è perpetuare se stesso, oggi lo strumento della perpetuazione è rappresentato dalle elezioni. Ed è così vitale per il sistema il potersi perpetuare, che tutto passa in secondo piano -o non passa affatto- rispetto alla propaganda elettorale. Come un treno che sfreccia in un’unica direzione, risucchiando nella sua scia di vento tutta la gente, la propaganda se ne infischia di tutto il resto, tutti devono essere risucchiati dal vortice in coda, a formare una catena di corpi deformi che rotolano nell’aria, corpi non pensanti, centrifugati, alienati, trascinati per inerzia nella bassa pressione che insiste da dietro per ottenere velocità autoprodotta. Cosa c’è al di là della scia? Cosa accade altrove? Possiamo girare lo sguardo e ‘distrarci’ da questo treno? Vedo la Grecia al collasso, la gente ormai assalta i supermercati per routine, le cassiere abbozzano, dicono ‘prendete quello che volete, noi facciamo finta di nie nte’; vedo gli agricoltori greci che si rifiutano di mandare al macero la frutta -come vorrebbe l’UE- e la portano in piazza per darla alla gente; vedo che le rapine in banca sono aumentate del 600%, si rapina per fame, vera fame; vedo anarchici torturati dalle mele marce e sbattuti in prima pagina con le foto ritoccate per nascondere le ferite; vedo questi anarchici che, nel loro orgoglio umano, non esitano a dichiarare: ‘sì, abbiamo rapinato la banca perché la gente ha fame e non ha più lavoro’; vedo la gente raccogliere rami secchi per scaldarsi in casa e mamme che vendono le posate per comprare il latte ai figli. E vedo pure la Spagna, gente massacrata dal sistema, vittima della corruzione dei governi, annientata dal ricatto autoritario. E così nelle altre nazioni. E’ questo il senso della vita? E’ questo il progresso del sistema? E’ questa l’evoluzione civile millantata dallo stato? Ora, qui, i fautori macchinisti di questo barbaro treno, vengono ancora a get tare le loro esche avvelenate agli ignari e ignavi, ai giocatori di FarmVille, la cui unica fortuna è quella di riuscire ancora a contare gli anni che rimangono da qui alla loro dipartita, segnandoli sul calendario come fanno i carcerati sul muro. E anche oggi s’è mangiato. Se questo, per loro, è vita.

 

http://italianimbecilli.blogspot.com/2013/02/se-questo-per-loro-e-vita.html

 

CRISI BENETTON/ Un impero che si sgretola: licenziati 450 lavoratori. Spunta l’ombra di Goldman Sachs

Notizie – Italia

Scritto da Maria Cristina Giovannitti

Domenica 10 Febbraio 2013 00:00

A settembre una campagna pubblicitaria alquanto provocatoria, in pieno stile Benetton  “Unemployee of year” denunciava i livelli record di disoccupazione. Solo pochi mesi dopo   arriva la grande “mazzata”: il colosso Benetton si inginocchia alla crisi e manda a casa 450 lavoratori. I sindacati raccolgono anche le lamentele dei lavoratori della Benetton-Trasporti – l’azienda gestisce anche il 37% dell’Atlantia Spa – che denunciano licenziamenti a pioggia, abbassamento dei salari, impoverimento della manutenzione.  Eppure la holding di famiglia ha goduto dell’appoggio del governo Monti: nel 2012 in piena crisi si è avuto l’aumento del pedaggio autostradale che ha incrementato le entrate del 2%, arrivando a circa 4 miliardi di fatturato all’annoUltimo regalo di Monti&Co. è stato l’aumento delle tariffe a Fiumicino – gestita dai Benetton – e l’ampliamento dell’aeroporto che porterà alla famiglia un guadagno di 12 miliardi di euro.

di Maria Cristina Giovannitti

Sembrava non conoscere crisi il colosso italiano del tessile e dei trasporti, la famiglia Benetton. Eppure la stangata è arrivata anche per la multinazionale preferita da Monti. L’impero dell’azienda è ramificato: Edizione Holding la nota famiglia possiede il 67% della Benetton Group Spa, che conta 1.900 dipendenti sul territorio italiano e diecimila nel mondo. Ma la Holding non gestisce solo il tessile, domina anche nei trasporti con Autogrill Spa – al 57% – Atlantia/ Autostrade Spa – 37% – Olimpia Spa al 16%, che controlla la Telecom e le Grandi Stazioni, la Sagat Spa al 24% che gestisce l’aeroporto di Torino. Inoltre la famiglia Benetton è azionista, con quasi il 9%, della Cai-Alitalia. Insomma un impero che conta per l’economia italiana e che, nonostante gli appoggi della politica, comincia a barcollare ed entra in crisi.

LA MULTINAZIONALE BENETTON MANDA A CASA 450 LAVORATORI TRA LE LAMENTELE DEI SINDACATI – Con il senno di poi, la provocatoria campagna pubblicitaria della Benetton suona come un monito o, per altri, come una scelta di cattivo gusto. A settembre la multinazionale tessile tempestava le città del mondo denunciando i livelli record di disoccupazione: “Unemployee of year” – “Disoccupati dell’anno” lo slogan che riprendeva giovani ragazzi “non avvocati”, “non giornalisti”, “non ricercatori” a causa del ‘non lavoro’. Ora a mandare a casa i lavoratori sono proprio loro.

La denuncia arriva da Cgil, Cisl, Uil che definiscono una «vera mazzata» per l’economia italiana, il netto taglio di personale annunciato dalla multinazionale: non saranno solo 100, come tempo fa aveva preannunciato l’azienda, ma bensì 450 lavoratori che a breve si ritroveranno senza lavoro. Di questi ben 258 saranno licenziati nelle sedi di Ponzano Veneto e Castrette di Villorba. Cominciano a tremare i lavoratori – soprattutto tecnici e sviluppatori di prodotti, i primi che saranno mandati a casa. A questo licenziamento di massa segue anche la recessione del contratto di fornitura per 135 laboristi, per la maggior parte veneti. Una vera stangata per l’economia italiana temuta anche dal Presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Mu raro, che è preoccupato poiché l’azienda Benetton ha annunciato che affiderà la realizzazione di alcuni prodotti ai fornitori esteri. Un fulmine a ciel sereno questo che colpisce la Benetton, un’azienda che perfino in piena recessione vedeva incrementare i suoi fatturati. Come mai? Una crisi dovuta al calo dei consumi specialmente in Italia e in Spagna- che detiene circa l’11% del mercato totale. Il ‘piano di trasformazione’, che manderà a casa 450 lavoratori, è necessario per il rilancio dell’azienda, spiegano in un comunicato ufficiale, soprattutto in quelle zone che non sono più strategiche per la vendita. Intanto alla denuncia dei sindacati si somma anche quella dei dipendenti della Benetton-trasporti che denunciano licenziamenti, riduzione dei salari e scarsa manutenzione delle autostrade nonostante le agevolazioni avute con il governo tecnico.

IL ‘REGALINO’ DI GOLDMAN SACHS ALLA FAMIGLIA BENETTON – Con la privatizzazione nel 1999 delle autostrade, voluta dal governo D’Alema, l’Atlantia-Autistrade Spa fa capo alla famiglia Benetton, la quale può godere di ben 4 miliardi di euro  l’anno per il pedaggio. Una cifra non da poco se si considera che durante il 2012, al culmine della recessione e della spending review, le tariffe autostradali sono aumentate e la holding ha chiuso il bilancio in positivo del 2%. Nonostante la crescita economica, i disservizi e i disagi ai lavoratori sono stati molti e denunciati ai vari sindacati. Ma il vero scandalo è stata la ‘gentile concessione’ che il governo Monti ha fatto, tramite il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera, alla famiglia Benetton. Prima dell’uscita di scena del Professore, il ministro Passera ha firmato un provvedimento che da ben 26 anni er a chiuso in un cassettoun vero e proprio regalo all’impero Benetton che incrementa il sistema di oligarchie e privatizzazioni. In totale silenzio sono state incrementate le tariffe aeroportuali di Fiumicino che sono addirittura raddoppiate, passando da 16 euro a passeggero a 26,50 euro. Ovviamente questo è tutto guadagno per i poteri forti che gestiscono Fiumicino e tra questi ci sono anche i Benetton.

Inoltre nel provvedimento è previsto anche un ampliamento dell’aeroporto, con una pista in più, e si potrà realizzare solo grazie ai 1.300ettari di terreno circostante che sono di proprietà della Maccarese Spa. Ma chi sono i proprietari di questa impresa agricola? Ovvio, gli stessi Benetton che rivenderanno allo Stato quello che hanno acquistato dallo Stato stesso. Quest’operazione costerà 12 miliardi di euro e, in caso di esproprio delle terre, l’impero Benetton crescerà ancora di più: il provvedimento prevede che ogni metro quadrato di terreno sarà pagato 20 euro, per un totale di 200 milioni di euro.

Quest’ultimo colpo di coda di Monti è la nuova manifestazione del favoritismo alle caste all’oscuro dei cittadini, che continuano a subire la crisi tra tagli del personale e aumento delle tasse.

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