LA TUA LETTERA CONTRO IL TAV!

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LA TUA LETTERA

CONTRO IL TAV!

 A febbraio 2015, i governi italiano e francese hanno richiesto all’Unione Europea dei fondi TEN-T per la nuova linea Torino-Lione nel periodo 2014-2020. Una decisione in merito potrebbe essere presa entro l’estate.

 SCRIVI UNA LETTERA

 al

 Commissario Europeo dei Trasporti

Violeta Bulc

Commissione Europea

Rue de la Loi / Wetstraat 200
1049 Bruxelles, Belgio

 Esprimi la tua convinzione che l’opera é inutile e dannosa

e chiedi di non stanziare il contributo europeo,

 perché:

 v   La linea ferroviaria ed i valichi esistenti delle Alpi italo-francesi non sono saturi né in via di saturazione; da 12 anni il traffico merci e passeggeri é in calo e non ci sono scenari che ne prevedano una ripresa; l’autostrada é rimasta ai livelli di quando é stata inaugurata;

v   Secondo studi scientifici (Università di Siena) il costo ambientale ed energetico della costruzione di quest’opera é più alto degli ipotetici vantaggi che le sono attribuiti;

v   L’opera sopravvive solo grazie al generoso contributo europeo stanziato per il periodo 2007-2015, di cui é stato utilizzato solo il 27%. Ricordiamo che per l’Unione Europea i contributi devono essere utilizzati totalmente e devono produrre vantaggi esponenziali, cosa impossibile in quest’opera inutile.

 

Potrai consegnare la lettera imbustata, affrancata con 0.95€ (oppure portare 1 euro per il francobollo) e con l’indirizzo del mittente:

 

  • al banchetto durante l’iniziativa “Critical Wine” a Bussoleno il 9-10 Maggio 2015,
  • presso il presidio-container NO TAV di S.Didero Sabato 16 Maggio dalle h 9 alle h 12,
  • oppure presso la libreria Cittá del Sole in Via Walter Fontan, Bussoleno entro il 16 Maggio.

 Le lettere verranno successivamente inviate tutte insieme a Bruxelles.

SCRIVI LA TUA LETTERA PER FERMARE IL TAV!

 

A febbraio 2015, i governi italiano e francese hanno richiesto all’Unione Europea 1.2 miliardi di Euro dei fondi TEN-T per i lavori del tunnel della nuova linea Torino-Lione nel periodo 2014-2020. Una decisione in merito potrebbe essere presa entro l’estate.

  

Invitiamo tutti i comitati, gruppi e collettivi vari, e tutte le persone No TAV ad aderire all’iniziativa che si terrà a partire dal 27 aprile fino al 16 maggio 2015

 

Come fare?

Organizzatevi nei propri paesi, invitate i vostri amici e parenti, cercate di coinvolgere gli amministratori del vostro comune per raccogliere il maggior numero possibile di lettere che devono essere indirizzate al:

 

Commissario Europeo dei Trasporti
Violeta Bulc
Commissione Europea
Rue de la Loi / Wetstraat 200
1049 Bruxelles
Belgio

 

Le lettere devono essere scritte di proprio pugno, usando ognuno le proprie parole

 

  • per esprimere la convinzione che l’opera é inutile e dannosa oltre che costosa,
  • per chiedere di non stanziare il contributo europeo,

 

perché:

 

–         La linea ferroviaria ed i valichi esistenti delle Alpi italo-francesi non sono saturi né in via di saturazione; da 12 anni il traffico merci e passeggeri é in calo e non ci sono scenari che ne prevedano una ripresa; l’ autostrada  é rimasta ai livelli di quando é stata inaugurata;

–         Secondo studi scientifici (Università di Siena) il costo ambientale ed energetico della costruzione di questa opera é più alto degli ipotetici vantaggi che le sono attribuiti;

–         L’opera sopravvive solo grazie al generoso contributo europeo stanziato per il periodo 2007-2015, il quale é stato utilizzato solo per il 27% di quanto previsto rispetto al cronoprogramma per il quale è stato erogato. Ricordiamo che per l’Unione Europea i contributi devono essere utilizzati totalmente e devono produrre vantaggi esponenziali, cosa impossibile in quest’opera inutile.

 

Le lettere potranno essere consegnate, imbustate, affrancate con 0.95€ e con l’indirizzo del mittente

  • al banchetto durante l’iniziativa “Critical Wine” a Bussoleno il 9-10 maggio 2015,
  • presso il presidio-container No TAV di S.Didero sabato 16 maggio dalle ore 09 alle ore 12,
  • oppure presso la libreria Cittá del Sole in Via Walter Fontan, Bussoleno entro 16 maggio.

 Le lettere verranno successivamente inviate tutte insieme a Bruxelles.

volantino scrivi lettera notav4 per social web

E’ LA NATO, STUPIDO! (E ALCUNE EFFEMERIDI CONNESSE)

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2015/04/e-la-nato-stupido-e-alcune-efemereidi.html#more

MONDOCANE

DOMENICA 26 APRILE 2015

 “Chi conosce la verità e la chiama menzogna è un criminale”. (Bertold Brecht)
Colui che ha corrotto e prostituito la purezza della propria mente al punto da sottomettere il suo credo professionale a cose in cui non crede, ha preparato se stesso al commettere qualsiasi crimini”. (Thomas Paine)
In una sala del Senato, per iniziativa della senatrice Paola Da Pin e del Comitato No Nato, insieme  a un appello che già ha raccolto migliaia di firme, è stata presentato il disegno di legge per l’uscita dell’Italia dalla Nato e per la chiusura delle basi militari nel nostro paese. Sono intervenuti giornalisti e analisti politici, da Manlio Dinucci a Giulietto Chiesa, da Alex Zanotelli a Franco Cardini e al sottoscritto. Il “manifesto” si è impegnato per l’iniziativa con un trafiletto di annuncio di 6 righe e con mezza colonnina di cronaca. Ne riferirò più sotto.
Mamma li mori!
Si fa fatica ad occuparsi della questione migranti, soffocati come si è dall’osceno tsunami di ipocrite lamentazioni, piagnistei, proposte salvifiche assurde o sospette, ripetuto tale e quale mille altre volte, dopo il crimine atlantista che ha affogato altri 900 vittime dell’Occidente al largo della Libia. Un paese, già prospero, ordinato e felice, meticolosamente ridotto nella condizioni di “caos creativo” (leggi genocidio) pianificate dall’inizio e che ora devono assicurare l’ulteriore decimazione di popoli di troppo. Una colossale operazione di ricolonizzazione, da parte di un mondo evoluto in tecno nazismo, stavolta guidata da USraele con gli sguatteri UE al traino, di stati, popoli, risorse, che solo mezzo secolo fa erano riusciti a liberarsi della schiavitù europea. Qualcuno, come Travaglio o Calchi Novati, nel denunciare e ridicolizzare la fregola guerresca maltusiana degli affondatori di barconi e la liquidazione degli scafisti, ultima, miseranda  ruota del carro, arriva spericolato fino ad accennare alla causa prima della fuga dei milioni scampati al genocidio attuato a casa loro dalle armate occidentali e delle compagnie di ventura jihadiste assoldate. Ma lì, all’astratto discorso su “guerre, persecuzioni, fame, dittature”, tutti si fermano. Nessuno che faccia un nome.
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Il sicario numero uno della Cupola genocida, Obama, si dispiace, con tre mesi di ritardo, dell’assassinio con droni di Giovanni Lo Porto e dell’israelo-americano Warren Weinstein. E si dispiacciono Renzi e gli altri chierichetti. Ma solo dopo essersi fatti entrambi grassi sghignazzi e paccone sulle spalle per la photo-opportunity, già sapendo quanto era successo ai propri concittadini. Obama, peraltro, ha incassato dalla riserva in panchina tutti gli F-35, la disponibilità di altri occupanti italiani in Afghanistan e, massimo bottino, l’incondizionato entusiasmo per il TTIP.  Erano detti cooperanti, i due nella lista dei sacrificandi con droni, e delle Ong sappiamo cosa pensare, come dei fucilieri anti-pirati che sparano addosso alla gente dove non ci sono pirati, ma solo pescatori. E neanche balene. Weinstein faceva capo a USAID, la più fetida delle Ong di Stato per spionaggio e destabilizzazione. Lo Porto lavorava, diversamente, con Welt Hunger Hilfe, Ong privata tedesca che, però, va riconosciuto, stava con il legittimo governo siriano e con Cuba. Forse l’uno doveva star zitto e l’altro rompeva le scatole. Zitti e fuori dalle palle come le decine di migliaia di civili assassinati dai droni di Obama in Pakistan, Afghanistan, Somalia, Yemen, di cui nessuno si dispiace. Come nessuno esprime una virgola di cordoglio ai 3 milioni di iracheni trucidati in 24 anni di aggressione Nato (cifra ancora una volta documentata da una ricerca di scienziati anglosassoni).
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 Per salvare la faccia agli assassini Usa-Nato-Isis non rimangono che le cortine fumogene dei corridoi umanitari (promossi con foga dalle agenzie e Ong cattoliche e coop che si occupano di emigranti), dei campi da allestire nelle zone viciniore, dei missili idioti e assassini sui barconi, che poi potranno essere pescherecci, mercantili, barche da diporto, villaggi e porti costieri con incalcolabili e mai calcolati “effetti collaterali”. In previsione della riconquista totale da parte delle potenze vere, si consente alla solita armata Brancaleone italiota di allestire qualche testa di ponte perché pure l’ENI ne ricavi il suo barile di petrolio e l’industria militare Usa e Nato possano incrementare i profitti. I caporali di giornata con il temperino tra i denti, Renzi, Pinotti, Gentiloni e le vivandiere Santanchè e Bonafè, si vedranno cadere qualche boccone dal banchetto. L’UE fa propri gli indirizzi di cui i geostrateghi umanitari Santanchè e Salvini sono i proponenti. Essendo costola della Nato, da Bruxelles esce un dato di euclidea logica: chi è parte del problema, non può essere parte della soluzione.  Fuori dalla Nato finirà col comportare fuori dall’UE.
Vox clamantis in simulatione
Delle banalità populiste, più maleodoranti che imbarazzanti, dei Bergoglio, quelle cerimoniali dei Mattarella, quelle sciroppose degli Erri De Luca, quelle oniriche dei Guido Viale e teste di gallina affini, che sogliono esprimersi sul “manifesto”, quelle trucide e sciacallesche di Renzi, c’è solo da indovinare se vengono espettorate da utili idioti, o da amici del giaguaro. Per il papa venuto da lontano le deprecazioni per la persecuzione di cristiani – un cristiano ammazzato o perseguitato su diecimila musulmani ammazzati o perseguitati – con l’implicito promo allo “scontro di civiltà”, che da sempre è l’ideologia, condivisa con le élites predone, alla base di tutte le colonizzazioni passate e presenti, l’identificazione della categoria è facile. Come lo è per la maggioranza non ottusa degli “accogliamoli tutti”, capeggiati dalla furia umanitaria pro-migranti e pro-rom degli sterminatori di palestinesi e arabi tutti. Rispetto agli xenofobi subumani del “respingiamoli tutti”, utilizzati per consolidare nello Zeitgeist la normalità della guerra, del razzismo e dell’eterogenesi del terrorismo (di cui si deve mascherare la generazione in casa), gli “accogliamoli tutti”, guru della “società civile”, con quelle dei filo-israeliani di  “Libertà e Giustizia” in testa, fiancheggiano il proposito della cupola imperiale nei confronti di subordinati con possibili tentazioni di autodeterminazione.
A che servono guerra, terrorismo e migranti
Proposito che si articola in varie direzioni: 1) impedire potenziali partnenariati europei con entità complementari, quali i produttori di petrolio e di altre materie prime, investitori, mercati, governi contrari a militarizzazione e guerre (paesi africani e mediorientali, Russia); 2) impegnare i vassalli europei a sostenere la massima parte dei costi delle avventure belliche statunitensi e, al tempo stesso, saturare di profitti le industrie degli armamenti anglosassoni e israeliane; 3) destabilizzare i paesi europei, a partire da quelli del Sud, più propensi storicamente e culturalmente a conversare proficuamente con l’altra sponda, con lacerazioni della coesione sociale e aggravamento delle carenze strutturali attraverso l’arrivo dei milioni di profughi determinati da guerre USA dirette e surrogate. Una destabilizzazione fondata sulle guerre tra poveri, sul tipo di quelle del divide et imperapraticato da tutti gli imperi e riformulato da Israele (Oded Yinon, 1982) per sciti, sunniti, curdi, arabi, cristiani e musulmani. Guerre alimentate con i noti strumenti propagandistici (da Obama a Bergoglio) della “guerra al terrorismo”, già condotta per mezzo millennio  con la parola d’ordine del “fardello dell’uomo bianco” da portare tra i “selvaggi”. Guerre interne intrasociali che, indebolendoli, riduca ai paesi europei la forza economica e politica di agire in proprio, nel proprio interesse e di colloquiare con chi ritiene opportuno.
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Nobilissima per lignaggio, coerenza e altruismo, tra le figure dei vari resuscitatori delle mummie di una sinistra compatibile e sostenibile, spicca per dirittura morale e onestà intellettuale la figliola di quell’Altiero Spinelli che ebbe l’idea di fare dell’Europa un Ersatz, un surrogato, dell’America. Una specie di Karkadè rispetto al caffè scomparso dagli scaffali del regime. Sul corpo agonizzante della Grecia marciano gli stivali dei feldmarescialli europei, tedeschi al comando. Al suo capezzale Tsipras somministra dosi massicce di privatizzazioni e spoliazioni. Come interviene in soccorso la capofila degli tsiprasiani italioti, arrivata all’Europarlamento grazie alla promessa rimangiata di far passare la collega? Con questa iniezione di coraggio e determinazione: “Atene farebbe bene a non irritare Berlino con richieste di riparazioni belliche” (Il Fatto Quotidiano, 25 aprile 2015) E’ chiaro, guai a irritare quelle brave persone che ti stanno tirando su un albero, appeso a un cappio.
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Voci per un 25 aprile globale
Presenti alla conferenza del Senato del 21 aprile erano coloro che hanno infranto l’equivoco, con via d’uscita obbligata, degli utili idioti e amici del giaguaro, che hanno prosciugato l’oceano di lacrime tossiche degli umanitaristi dell’accoglienza senza se e senza ma, che hanno indicato, con precisione inoppugnabile, i piromani dell’immane rogo dandogli i nomi di battesimo: Usa, Nato, alleati tiranni del Golfo e mercenari di varia estrazione; che hanno strappato il temperino dai denti degli infoiati renzusconiani dell’armiamoci e partite. Hanno raccolto le voci, un tempo corali e oggi ancora sparute, di coloro che, dall’Italia al resto del mondo, si battono per l’uscita dall’organizzazione necrofaga con cui l’élite occidentale a guida statunitense si è assicurata dal 1949 la sottomissione dell’Europa e che ora si lancia alla ricolonizzazione e allo sfoltimento del pianeta. Eravamo quattro gatti di relatori e alcune decine di partecipanti. Ma ce n’est que un debut. Intanto, in pochi giorni, il Comitato No Nato ha raccolto le prime 6000 firme sotto l’appello per l’uscita dal trattato, violatore della nostra Costituzione per quanto esaltato e rilanciato dai Napolitano, Renzusconi, piantoni Nato vari. Si trattava di riprendere una parola d’ordine di lotta per, in primis, la sopravvivenza, parola d’ordine silenziata dal tradimento, prima e, poi, dall’estinzione, di una sinistra ammaliata dal masochismo della rinuncia alla sovranità e dalle scudisciate inflitte con guerre imposte ai propri cittadini e ai propri bilanci.
Vincenzo Brandi introduce con l’illustrazione di motivi e obiettivi. Manlio Dinucci ripercorre il cammino del Patto Atlantico da finta organizzazione difensiva, a dichiarata armata d’assalto. Giulietto Chiesa tratteggia l’apocalittico scenario della Terza Guerra Mondiale a partire dagli ormai evidentissimi preparativi di guerra alla Russia, principale potenza che mantiene saldi i nervi e la difesa del diritto internazionale e della pace. Alex Zanotelli ha denunciato gli Stranamore dell’arma nucleare, oggi agitata con psicopatica disinvoltura dagli Usa, con Obama che stanzia un trilione di dollari per l’ammodernamento dello strumento che ci garantirà la terza estinzione di massa nella storia dell’uomo.
Della Nato, poi, sono state sottolineate altre funzioni, non direttamente legate all’apparato e ai progetti militari. La Nato è la spada che difende il solco. Il solco è quello tracciato dal dominio del capitale militar-finanziario: un turboliberismo finalizzato alla scarnificazione dei popoli attraverso il più grande travaso di ricchezza dal basso alla cima della piramide. Dato che la Cia, il Mossad e l’MI6 stanno alla Nato come Gladio, allora, e l’eversione razzista-fascista, oggi, stanno ai mafioregimi italiani dal 1948 ad oggi, l’adozione dei modelli del capitalismo e della militarizzazione interna  degli Stati Uniti è assicurata.  Se non si vuole incorrere in avvertimenti False Flag con operazioni come Charlie Hebdo, le bombe a Londra e Madrid, l’abbattimento di aerei come il Germanwings in Francia. O, or ora, il pandemonio propagandistico, magari a nascondere altre efferatezze, degli arresti di massa di pakistani in Sardegna, perché brigavano con Osama Bin Laden nel 2010, miracolosamente risuscitato dalla morte per diabete nel 2001, come dichiarato da tutti i cronisti e governanti pakistani allora.
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Magistrati sulla palla
Inserisco una nota personale. Il procuratore Mura di Cagliari, autore dell’operazione, è lo stesso Mura che, al tempo del rapimento del piccolo Faruk in Costa Smeralda, ottenne dal mio direttore Sandro Curzi (TG3) che io venissi richiamato dalla Sardegna perché nei miei reportage mettevo in dubbio la teoria, sposata dalla Procura e da tutta la stampa, che si trattasse del classico atto di banditismo sardo, imputabile a Matteo Bove e non invece di un’operazione di ben altra consistenza economica, relativa al controllo dello sviluppo turistico sardo. Quanto ai pakistani “terroristi”, forse anche contro il papa, tutti i media, dal “manifesto” ai giornalini scandalistici, col passo dell’oca appresso alle certezze degli inquirenti. Presunzione d’innocenza? Quella la riserviamo a De Luca e Paita.
I Mura sparsi per l’Italia si moltiplicano di giorno in giorno. Sennò che ci sta a fare il Pacchetto Antiterrorismo di Renzi e Alfano. E’ un pacchetto antropofago molto vorace e  non deve esserci limite alla nostra paura del prossimo e, quindi, della necessità di nutrire il Pacchetto.
E qui mi viene in mente la famiglia Al Saud, caro a noi occidentali per come sapientemente gestisce i suoi possedimenti famigliari. Negli stessi giorni dell’impresa sarda, riferiscono i media, “L’Arabia Saudita ha sventato un attentato organizzato da una cellula terroristica dell’ISIS”. Contemporaneamente si manifestano anche in Yemen, ovviamente contro il movimento di liberazione guidato dagli Huthi, cellule dell’ISIS. Urgente, per il clan Saud, dimostrare, con la scoperta di tagliagole ISIS in casa propria, che loro, i Saud, con lo “Stato Islamico” non hanno proprio niente a che fare, non vi pare….?
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Nato e Servizi a essa integrati determinano anche l’assetto e il pensiero sociale. Assicurano, attraverso il dominio e i ricatti di cui sopra, l’assimilazione delle identità sociali, economiche e culturali europei ai modelli con i quali la Cupola è riuscita a lobotomizzare la società statunitense, a partire dalle tecnologie programmate per la frantumazione della coesione sociale e l’alienazione dalla realtà effettiva e a finire, dopo molte tappe, ai videogiochi dalla ferocia e dal killeraggio indiscriminato e premiale. Quelli che tale
 apologeta Ercoli esalta sistematicamente nel “manifesto”.
Il manifesto” ecocida ? L’Assopace filo-Al Qaida?
Su una pagina il combattivo giornale ambientalista denuncia la fine del mondo per mano degli inquinatori e cementificatori. Su quattro (4) pagine pubblica  un affascinante insertoredazionale colorato dell’ENI (nessun accenno che si tratta di redditizio elemento pubblicitario), che celebra i fasti e i benefici della totale devastazione petrolifera della Val d’Agri in Lucania, dove alle trivelle, che già hanno rovinato la massima parte del territorio, delle acque e della salute, ora grazie allo Sblocca Italia, se ne aggiungeranno altrettante che distruggeranno il resto. Tant’è valido il modello, che sui luoghi del misfatto vengono trascinate scolaresche alla guida di insegnanti acquisiti alla causa. Ecopedagico, “il manifesto”, in parallelo con inecropedagogici tributi di Ercole ai videogiochi delle mattanze.
 Yarmuk
L’Assopace è l’organizzazione della pacifista Luisa Morgantini, quella che da anni si aggira in Palestina dichiarandosi amica non violenta sia dei palestinesi, sia degli israeliani mentre si affanna a portare in piazza gruppetti di israeliani “buoni” accanto ad alcuni smarriti palestinesi. Un mistificazione che alimenta illusioni e distoglie dai termini veri del confronto. Oggi l’Assopace è venuta allo scoperto con una sparata a favore del Fronte Al Nusra, descritto come si trattasse di una cerchia di dame di S. Vincenzo, ripulito di una storia di 4 anni di orrende atrocità nella lotta terrorista contro il popolo e lo Stato siriani. Il fine è ancora più sconvolgente: sostenere il ruolo di Al Nusra nel campo palestinese di Yarmuk, dove l’organizzazione affiliata ad Al Qaida e ora alleata all’ISIS e in sintonia strategica con Israele, ha provocato, insieme ad alcune organizzazioni di rinnegati seguaci di Abu Mazen e Khaled Mashaal, traditori vendutisi al Qatar, la decimazione della popolazione, ridotta da 180mila a 6000. Per la sua foia anti-Assad, Assopace trascura anche che i palestinesi scampati alle stragi di questi mercenari USraeliani sono stati tutti accolti, protetti e curati nei campi allestiti dal governo di Damasco. Assopace?Luisa Morgantini? Fine di una mistificazione. 
Haniyeh e Mashaal di Hamas, con i sultani Erdogan e Al Thani
L’Italia al tempo della peste
Gli effetti necrogeni della Nato si estendono al territorio e alla salute. Si parlava di ENI, finanziatore del “quotidiano comunista”. Ho girato un bel po’ d’Italia per le riprese del nuovo docufilm “L’ITALIA AL TEMPO DELLA PESTE – Grandi Opere, Grandi Basi, Grandi Crimini”, perpetrati sotto il governo della diarchia Nato-governo. Sulle devastazioni industriali e cementificatrici della Basilicata veglia la presenza della Marina Nato nel Golfo di Taranto con l’intimidazione perenne del naviglio nucleare che vi approda. Su quelle della Puglia, con Brindisi devastata nell’ambiente e nella salute come Taranto, e con il TAP, gasdotto speculativo (perché inutile) dall’Azerbaijan a controllo Usa, agli intatti lidi del Salento e, sù sù,  a squarciare le regioni verso nord, si moltiplica la garanzia militare di Gioia del Colle, dei poligoni dell’Altamura, delle basi di droni a Manfredonia. Alla Spezia, l’Arsenale ingabbia mezza città, le discariche criminali l’altra metà e le navi militari mezzo mare. Aviano e le decine di postazioni Usa e Nato del Friuli, alla vista della nuova guerra semifredda nell’Est, tornano operativi e i friuliani si sognano di tornare in possesso della loro salute, dei loro terreni, dei loro habitat. Faranno da sagoma da colpire con eventuali rappresaglie. Segue spot.
Il viaggio non finisce lì. Tocca Genova, Venezia, Pisa con quel Camp Darby da dove sono usciti, addestrati, i mercenari di Gladio e i fascisti dell’eversione nera per strategie della tensione che, mantenendo in sella le bande mafiopolitiche, ne rafforzavano i padrini e sponsor oltre Atlantico. Arriva all’epitome della colonizzazione Nato in Sardegna dove, allo sfacelo industriale, si appaia una presenza di poligoni che occupano il 60% del demanio militare nazionale e quasi un terzo dell’isola. Vi si esercitano e sperimentano dai tempi dell’ingresso della Nato, eserciti e industrie militari di tutto l’Occidente e di Israele. Con il risultato di un territorio sottratto, desertificato, avvelenato, e con i più alti tassi di patologie tumorali del paese, forse del continente. Non per nulla è in Sardegna, come anche in Sicilia a Niscemi contro il MUOS, che abbiamo visto svilupparsi il più massiccio e cosciente movimento anti-basi e anti-Nato d’Italia.
Tout se tien. E’ importante rendersi conto che la Nato è quella che, dalla Valsusa militarizzata ai fini di ladrocinio e devastazione TAV, a Salto di Quirra con i suoi pastori in agonia e i loro vitelli a due teste e con l’uranio o il torio in pancia, garantisce l’agibilità e l’avanzata del mostro planeticida. Alla stessa stregua con cui i narcos messicani e le truppe che pretendono di combatterli, entrambi addestrati nelle tante nuove Scuole delle Americhe succedutesi alla prima, troppo sputtanata, assicurano il controllo sociale da parte di regimi che stanno in piedi grazie all’armatura fornitagli dal Pentagono  attraverso l’accordo militare similNato locale. Non è un arrampicarsi sugli specchi della polemica a tutti i costi, alla luce di quanto risulta evidente, dire che la Nato (e le alleanze analoghe altrove), è la madre di tutti i nostri guai. Se abbiamo dovuto subire i regimi della progressiva fascistizzazione e mafizzazione, se ora si affaccia all’orizzonte l’ombra mortifera del TTIP, trattato di libero scambio Usa-Ue, che la farà del tutto finita con la civiltà dei diritti umani, di quelli al lavoro dignitoso, all’ambiente, alla salute, all’integrità sociale, è grazie a classi dirigenti sicarie della Cupola e del suo braccio armato. Con le sedicenti sinistre, a partire da un Berlinguer a 90 gradi di fronte alla Nato, ridotte a pettinatrici della chioma di serpenti della Medusa dallo sguardo che pietrifica..
Lo dico all’orecchio  di coloro che inarcano le sopracciglia solo pensando a quanto ci costa, in termini di salari, ospedali, scuole, mancati risanamenti, il mercenariato nelle guerre contro fratelli innocenti, o contro terroristi che, nella strategia imperiale del controllo di entrambi i fronti, sono utilizzati dalla stessa strategia per la quale F16 Nato fingono di bombardarli. Lo dico anche per coloro la cui sensibilità estetica e morale è offesa dagli eccidi in massa di trasmigratori e stanziali. Giusto. Ma c’è ben altro tra i motivi per cui la cacciata della Nato è conditio sine qua non per la sopravvivenza e il riscatto.
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A chi il 25 aprile?
Questo 25 aprile è stato requisito dai filo-israeliani. Media e oracoli politicanti mettono in testa agli ebrei perseguitati il cappello dell’evento. Con tutto il rispetto per quanto questa comunità ha subito, del 25 aprile non si può fare un monopolio israelita che, in trasparenza, si risolve in copertura delle nequizie di Israele. Con tanto di Brigata Ebraica, associata alle truppe alleate, boicottatrici della resistenza partigiana, che voleva manifestare sotto le insegne di Israele. Un retropensiero da contaminare ciò che dovrebbe essere una vittoria di popolo, guidato dai comunisti. Il termine “liberazione” ha subito un forte inquinamento attraverso la sua attribuzione, da ogni parte politica, anche alle truppe alleate, il cui principale obiettivo era di impedire una rivoluzione nazionale e sociale e di imporre all’Italia il ruolo di bastione antisovietico sotto perenne dominio e controllo statunitense e capitalista, garantito da servi politici e Gladio. Intervento americano che ha sancito, fin dallo sbarco e per tutti questi anni, la governance congiunta di mafia, fascisti e classe politica, tutti agli  ordini di Pentagono e Wall Street. La vera liberazione, sociale, nazionale, culturale, l’hanno fatta i partigiani e ce ne perpetuano l’esempio oggi i partigiani che in Siria, Iraq, Donbass, Somalia,Yemen, America Latina, ovunque, tagliano i tentacoli alla piovra imperialista. Il messaggio di tutti questi per il nostro 25 aprile non può che essere che l’invito a una nuova lotta di liberazione, stavolta contro il tecnonazismo costruito dalle élites imperiali e  qui impersonato da Renzi, dal coacervo di rigurgiti clerico-reazionari che lo sostiene e dalla Nato che gli copre le spalle.
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Chiudo con un elogio al sublime eccesso di prudenza di politici, intellettuali, giornalisti e Ong, che si sono astenuti dal puntare il dito contro il lanciafiamme che innesca gli incendi da cui, già ustionati, fuggono i milioni che arrivano dalle nostre parti. Tra tutti i piagnoni, umanitaristi, latranti belluini,che si sono avventati su quella che chiamano la tragedia degli annegamenti e che invece ne è il crimine di guerra e sulla “calamità dell’invasione islamica”, entrambi prodotti dalle aggressioni Nato, quanti hanno avuto l’onestà intellettuale di indicarne le cause e i responsabili? Cause e responsabili che giganteggiano su tutta l’area dalla quale si verifica l’esodo e si chiamano Obama, Hollande, Cameron, regimi europei, multinazionali, vere dittature antipopolari del Golfo. E, dunque, i nostri bombardieri, le nostre basi, i nostri finanziatori e addestratori di terroristi e il sistema politico-economico che li impiega. Nonostante che tante e inconfutabili voci di accusa si levino dai territori non corrotti o piegati del nostro paese, una sola ne è emersa in parlamento. Quella di Alessandro Di Battista che, per la prima volta nella storia dell’istituzione, ha sbattuto in faccia all’assise impegnata a ciurlare nel manico sulle migrazioni, il suo ruolo di corifeo dei signori delle guerre e degli strangolamenti economici: “Siete tutti responsabili! Siete tutti responsabili!””.

Yemen

Se Usa e UE hanno fatto un cimitero del Mediterraneo, intorno al quale si agitano medici del tutto identici a quelli descritti dal Manzoni nella peste del 1630 che, per celarne le cause igienico-sociali, cianciavano di astrologia e untori, un cimitero dello Yemen l’ha fatta la coalizione di despoti medievali, guidata dai sauditi, protetta da Usa e Nato e gratificata di comprensione dall’UE. Alla fine degli anni ’70 lo Yemen era la mia base per la copertura giornalistica di Corno d’Africa e Medioriente. Poi, una volta che Ali Saleh, il presidente caro agli Usa e cacciato dalla primavera yemenita del 2011, aveva rimosso e fatto uccidere il legittimo presidente Ibrahim El Hamdi, filosofo, poeta, giusto reggitore e anche mio amico, ne venni espulso. Era l’Arabia Felix dei romani e, ai tempi miei, un paese ridotto in povertà, ma capace di farcela con dignità, seppure costantemente insidiato dalle manovre dei sauditi che ritengono la cruciale posizione strategica del paese su Bab el Mandeb e il Golfo di Aden un’appendice dei loro possessi famigliari.
Era l’aria, allora purissima, che nel 2011 soffiava nei paesi arabi sotto proconsoli Usa e francesi a risvegliare la ribellione di un popolo che riuniva confessioni  e tribù, ma di cui gli zaiditi sciti del Nord erano la massa critica e il motore. Spazzato via lo sgherro degli Usa e respinta, a forza di enormi manifestazioni popolari e, infine, con la rivolta armata guidata dagli Huthi (sciti), la manovra Usa-Golfo di installare, col vice di Saleh, Mansur Hadi, un altro fantoccio, gli Huthi si posero, in alleanza con gli strati progressisti delle altre confessioni, come movimento di liberazione nazionale, progressista e democratico. La loro disponibilità a concordare con la vecchia classe dirigente un nuovo assetto dello Stato, che non emarginasse più le minoranze e introducesse una vera democrazia, venne pervicacemente frustrata dalle manovre della Casa di Saud e dai suoi padrini occidentali.
Conquistata la capitale Sanaa nel settembre 2014 e cacciato definitivamente Hadi a gennaio di quest’anno, Huthi e alleati avanzarono rapidamente alla conquista del paese. Con loro avevano vasti segmenti dell’esercito, la maggioranza delle tribù, tutta l’intellighenzia. Contro, l’immancabile Al Qaida, installata nel paese dalla Cia e dal Mossad, sul modello dei mercenari islamisti di Libia, Siria e Iraq, alcune frange neo-indipendentiste di Aden, al Sud e una micidiale campagna di droni assassini statunitensi. Il che non impedì che il movimento conquistasse, il porto di Hodeida, Taiz, al centro, Aden e tutto il paese, escluse alcune sacche nell’oriente di Hadramuth, presidiate da Al Qaida e da reparti militari rimasti fedeli a Hadi.
Una prospettiva intollerabile per i padroni delle posizioni strategiche di terra e di acqua e dei controllori del maggior flusso di petrolio del mondo, resa ancora più nefasta dall’intesa logistica e dagli aiuti economici dell’Iran, con quello che veniva paventato come l’ulteriore estensione del cosiddetto arco scita, Iran, Iraq, Hezbollah e i movimenti sovversivi in Bahrein  nella stessa Arabia Saudita. Una prospettiva che metteva a repentaglio l’intero assetto mediorientale e petrolifero a dominio delle più feroci e oscurantiste dittature famigliari del mondo.
Parte così la guerra al più povero e uno dei più fieri popoli della regione. 10 regimi reazionari e subimperialisti, appesi al filo dell’assistenza militare Usa e israeliana, bombardano da settimane il paese causando stragi e devastazioni, mettendo a rischio anche uno dei patrimoni archeologici e culturali più preziosi del mondo. Strategia americana, attuata in prima persona in Iraq con la distruzione e la depredazione della biblioteca e del museo nazionale e poi con l’obliterazione dei monumenti sumeri, assiri,  babilonesi, della culla della nostra civiltà. L’intento è chiaro: distruggere l’identità, l’autostima, la coscienza di sé dei popoli da cancellare, frantumandone la coesione e sradicandone le testimonianze storiche. Farne “un volgo disperso che nome non ha”.
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Arabia saudita  e lanzichenecchi associati hanno fatto dello Yemen niente di meno di quello che Israele ha fatto a Gaza. Poche brave persone No Nato e No War in Italia hanno manifestato all’ambasciata saudita, contro l’ennesimo genocidio perpetrato da Occidente e totalitarismi associati. Ma i bombardamenti, nell’incapacità di affrontare sul terreno un popolo in armi motivato dalla libertà, proseguono. Quando ero lì, mi capitò di attraversare il Mar Rosso, sotto i cannoni del nemico etiopico, su una barca colma di fuggiaschi dalla repressione. Sbarcammo in un’Eritrea in corso di liberazione e accogliente. Phantom etiopici rasero al suolo il villaggio dove eravamo sbarcati. La popolazione si salvò rifugiandosi nelle grotte dei monti dancali. Ora il flusso si è rinnovato e già un milione di yementi è sbarcato sulle stesse coste e in Somalia, a unire disperazione a disperazione. Il rifugio più sicuro è l’Eritrea, satanizzata dall’orchestra di un imperialismo che la soffoca con l’embargo e l’ha fatta dissanguare in due guerre con il fiduciario occidentale di Addis Abeba. Lo so, mi dite che gli stessi profughi eritrei avallano la versione del governo eritreo come dittatura spietata. Avrei qualche dubbio, conoscendo il paese e il suo movimento di liberazione dal 1970 e comprendendo che questi profughi, o parlano male del loro regime, o col piffero che rimediano l’asilo politico dalle nostre parti.
Il martirio dello Yemen continua. L’ONU del pagliaccio Ban Ki Moon approva, un embargo delle armi viene inflitto ai soli combattenti patrioti, i giusti muoiono, l’Europa si compiace. E anche qui c’è la risposta obbligata: Via dalla Nato!

25 aprile, Arcigay contro i partigiani: “Anpi ci chieda scusa”

24 aprile 2015, Andrea De Angelis

“Ci sono dei capi partigiani, dei militanti la cui omosessualità è stata sempre un po’ nascosta, messa in secondo piano e censurata, perché questo significava in qualche modo svilire il valore della Resistenza“. 

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 Lo ha affermato il presidente di Arcigay, Flavio Romani, ospite del programma “KlausCondicio”, in onda su YouTube.

 Romani ha invitato l’Anpi a “rivelare i nomi di altri omosessuali che hanno fatto parte della Resistenza, ma che non sono stati adeguatamente riconosciuti”.

Il nome posto in primo piano dall’Arcigay è invece quello di Elio Marcuzzo, ucciso dalla Brigata Garibaldi “perché omosessuale, con la scusa di essere una spia nazista”. Così Romani, che cita anche Ingrao: “Già il grandissimo Pietro Ingrao ebbe modo di scusarsi con i familiari di Marcuzzo, mentre l’ Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), non l’ha mai fatto. Ora è venuto il momento e lo chiediamo a gran voce”.

 Nessuna polemica però, precisa Romani, sulla Resistenza, “che resta assolutamente un momento fondamentale della democrazia italiana. Il punto è che è stato assassinato un uomo dai partigiani per la sua omosessualità e che va riabilitata la sua memoria infangata dalla mistificazione”.

http://www.intelligonews.it/articoli/24-aprile-2015/25819/25-aprile-arcigay-contro-i-partigiani-anpi-ci-chieda-scusa

Vertice Ue sull’immigrazione. La linea dura di Cameron: “Non accoglieremo migranti”

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Il premier britannico: “Daremo il nostro contributo sia dal punto di vista del budget sia sul piano dei mezzi, ma le persone salvate non devono essere portate da noi”

Nico Di Giuseppe  – Gio, 23/04/2015 – 17:59

Mini vertice ristretto fra i leader di Italia, Germania, Francia e Regno Unito prima dell’inizio del Consiglio Ue straordinario sull’immigrazione.

Nel Palazzo del Consiglio dell’Unione Europea si stanno incontrando Matteo Renzi, Angela Merkel, Francois Hollande e David Cameron. Dopo, i 28 leader inizieranno ad affrontare in sessione straordinaria il tema della gestione dell’immigrazione. La Gran Bretagna intanto ha detto la sua. Il premier britannico David Cameron al suo arrivo nella sede del Consiglio Ue ha spiegato: “La Gran Bretagna darà il suo contributo sia dal punto di vista del budget, sia sul piano dei mezzi, fornendo ad esempio navi ed elicotteri, ma il contributo britannico è subordinato alle giuste condizioni, ovvero che le persone salvate siano portate nei Paesi sicuri più vicini, come l’Italia e che non chiedano asilo nel Regno Unito”.

Intanto anche l’Onu è intervenuto sulla vicenda e ha esortato: “I leader europei mettano al primo posto la vita umana, i diritti e la dignità allorché sono chiamati oggi a trovare un accordo sulla risposta comune alla crisi umanitaria nel Mediterraneo”. Le Nazioni Unite hanno poi auspicato “una robusta operazione di soccorso guidata dagli Stati, proattiva e adeguatamente finanziata”, la “creazione di adeguati canali di migrazione sicura e regolare” e l’impegno ad “accogliere un numero sensibilmente più alto di rifugiati”.

Intanto, la marina tedesca potrebbe partecipare in brevissimo tempo con tre navi alle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo di fronte alle coste italiane. È quanto scrive l’agenzia Dpa citando fonti militari tedesche. Berlino si è offerta di inviare in direzione dell’Italia la nave di sostegno “Berlino” e le fregate “Karlsruhe” e “Hessen”, attualmente impegnate a vigilare le acque di fronte al corno d’Africa in operazioni anti-pirateria. Le navi potrebbero raggiungere la meta in cinque giorni.

Una bozza del comunicato che dovrebbe essere diffuso al termine del Consiglio europeo in corso a Bruxelles, visionata da Reuters, elenca 13 proposte per affrontare i flussi di migranti che cercano di raggiungere l’Europa.

Il primo punto della bozza prevede di “rafforzare la presenza dell’Ue sul mare” e “almeno raddoppiare” i finanziamenti per l’operazione Triton, attraverso la quale Frontex pattuglia le coste italiane. Attualmente la missione dispone di un budget di 2,9 milioni di euro al mese e di circa sette navi. Secondo funzionari e diplomatici dell’Ue, le divergenze tra gli Stati significano che il mandato legale di Triton non sarà modificato per renderla un’operazione esplicitamente mirata a cercare e mettere in salvo migranti vicino alle coste della Libia. I comandanti dovrebbero avere però la libertà di scegliere le zone da monitorare per impedire l’ingresso illegale nelle acque territoriali dell’Ue.

Tra le altre proposte ci sono “raid chirurgici” contro le barche che stanno per essere usate da scafisti e altre azioni di intelligence per “distruggere il modello di business” dei trafficanti in modo simile a quello con cui si era affrontato il problema della pirateria al largo della Somalia. I diplomatici di alcuni Paesi hanno insistito tuttavia sul fatto che per questo tipo di azioni sarebbe necessario un mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che l’Ue difficilmente potrà ottenere a causa delle tensioni con la Russia, che ha il potere di opporre il veto al Consiglio. Nella bozza si propone anche di aiutare i Paesi che confinano con la Libia a controllare le frontiere, nell’ambito degli sforzi per impedire ai migranti di raggiungere le coste libiche. Infine si fa appello a un nuovo programma di “rapido ritorno” per chi non ottiene lo status di rifugiato in Europa e si propone che funzionari Ue valutino le richieste d’asilo all’estero.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/vertice-ue-sullimmigrazione-linea-dura-cameron-non-1119938.html

Liberazione, spunta a Torino un fantoccio di Salvini

Wow, questo sì che è combattere il “sistema”…..contro la finanza? Guai. Contro  il Pd? No, sia mai è il governo amico….Lega= fascismo.

Ok, ed il terzo governo consecutivo non eletto per gli antagonisti è democrazia. Ne prendo atto. Prendo atto che il pd per questi antagonisti difendeo i deboli, pensionati e lavoratori per questo deve essere salvaguardato dalla lega.

Le immagini servono per comprendere cosa sia la democrazia del Pd e degli antagonisti che lo proteggono

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Fuori dalla sede del Carroccio: “Lega fascisti, in piazzale Loreto c’è sempre posto”. Indaga la digos LEGGI ANCHE Salvini: “Il 25 aprile starò con i miei figli”

Sale la tensione a Torino in vista delle celebrazioni del 25 aprile. La digos ha sequestrato stamattina tre fantocci con le sembianze di Fassino, Renzi e Salvini posizionati vicino alle sedi di Anpi, Pd e Lega Nord. Indaga la Digos su tutti gli episodi. Gli agenti ipotizzano che si tratti di un blitz del movimento anarchico torinese, che si è sempre professato “antifascista e antileghista”. Oltre al manichino è stata imbrattata la parete esterna alla sede del Carroccio con la scritta “Lega fascisti, in piazzale Loreto c’è sempre posto”. Salvini, che ha esplicitamente condannato i fatti di questa notte, commenta su Twitter:

Il segretario regionale e capogruppo in Regione Piemonte del Pd, Davide Gariglio, parla di “un atto ignobile che fa ancora più impressione in quanto fatto il giorno prima la Festa della Liberazione”. “Le minacce di morte simulate con i manichini e le scritte – prosegue Gariglio –  sono l’evidente segno di un delirio d’odio che preoccupa. Siamo di fronte a incursioni violente paragonabili a un vero e proprio attentato alla civiltà che fanno male ma che non fermeranno la nostra azione politica”. Gariglio sottolinea che “risponderemo alle minacce con il lavoro quotidiano sul territorio e nelle istituzioni, continuando a impegnarci per affermare le idee in maniera civile e non violenta”. Ieri i segretari regionale e provinciale del Pd, Davide Gariglio e Fabrizio Morri, hanno scritto alle organizzazioni sindacali invitandoli a un confronto per prevenire episodi di violenza al prossimo corteo del I maggio. “Alla luce delle minacce di questa notte – conclude Gariglio –  l’invito a un confronto con i Sindacati diventa più necessario e urgente”.

I precedenti. Non è la prima volta che la palazzina in cui si radunano i militanti del Carroccio viene colpita alla vigilia della Festa della Liberazione. Il 23 aprile del 2009 era comparso un fantoccio con le sembianze di Mario Borghezio. Salvini ha sollevato polemiche da parte dell’area autonoma e anarchica torinese praticamente in occasione di ogni sua visita nel capoluogo piemontese. L’ultima volta in cui ha tenuto un comizio, lo scorso marzo, il centro di Torino è stato teatro di scontri particolarmente duri tra polizia e antagonisti.

Redazione online

http://www.iltempo.it/politica/2015/04/24/liberazione-spunta-a-torino-un-fantoccio-di-salvini-1.1408149

Domani, 25 aprile, si celebra la vera perdita della libertà.

C’è gente che si pone domande, giustamente su ogni tipo di evento storico narrato come verità dai media etc, ma che guai a porre dubbi su come si svolsero gli eventi della seconda guerra mondiale. Ah già, è reato. E poi, il FMI  la BCE, il terzo governo consecutivo non eletto, disoccupazione, suicidi, son mica questi i problemi. Gli antagonisti hanno individuato l’unico e significante problema d’Italia, Salvini. Si vede che a questi antagonisti, il resto, il mondo secondo la mafia del PD piace così com’è e va protetto.

 Che la storia andrebbe riscritta “ex novo”, a partire dalle guerre puniche, non è una novità.

Ma che, in merito a fatti relativamente recenti, quali I e II guerra mondiale, nessuno sia ancora riuscito ad aprire gli occhi, la cosa crea un notevole ed imbarazzante sconcerto.

Telegraficamente e in estrema, anzi estremissima sintesi:

Due guerre mondiali con decine e decine di milioni di morti ognuna.

Due guerre studiate ad arte e create a tavolino (e in seguito ce ne saranno molte altre) solo perché, tralasciando le grandi speculazioni di commercio di armi, sfruttamento iniquo di materie prime e di ricostruzioni, alla fine di ogni conflitto, i cittadini, allo stremo delle forze, certo non stavano a guardare cosa succedeva alle loro banche centrali di Stato.

Il 23 dicembre del 1913, con la subdola e illegale costituzione della Federal Reserve, totalmente privata, si fottono i cittadini americani e si corona il sogno Rothschild. Obama,a dicembre del 2012 poteva riprendere la sovranità monetaria, ma si è guardato bene dal farlo. Così come si è ben guardato dal farlo, lo scorso anno, il nostro caro Giorgino.

Grandi conflitti per rimuovere le banche centrali di Stato e portare il debito pubblico a livello mondiale.

Infine, FMI (creato ad arte nel 1944) e accordi di Bretton Woods (tramite i quali le banche possono creare denaro dal nulla, ma non gli Stati) e con la UE e la BCE, si raggiunge l’usura globale a spese dei cittadini.

In tutto questo, i politici (di qualsiasi partito), creati e voluti non dagli elettori ma dai gruppi bancari, quindi perfettamente assoggettati, contro ogni logica democratica e costituzionale, si sono limitati ad eseguire pedissequamente il dettato liberista di tali gruppi.

Dettato che ha portato, attraverso l’invenzione infantile del debito pubblico, alla nuova schiavitù.

I cittadini USA hanno perso ogni loro diritto e sovranità il 23 dicembre 1913 e gli italiani il 25 aprile del 1945.

Ora, dobbiamo solo aspettare il Nuovo Ordine Mondiale, come già anticipato da Giorgino Napolitano, così finalmente avremo un’altra data da festeggiare.

 Però, detto tra noi, mi chiedo:“Ma domani, che cazzo volete festeggià’?”

Marinella Andrizzi

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ITIS FERRARI, INACCETTABILE CHIEDERE I DOCUMENTI AGLI STUDENTI PER ENTRARE A SCUOLA

FREDIANI – SCIBONA (M5S): “ITIS FERRARI, INACCETTABILE CHIEDERE I DOCUMENTI AGLI STUDENTI PER ENTRARE A SCUOLA”

Inaccettabile che alcuni studenti dell’ITIS Ferrari di Susa (TO) abbiano dovuto esibire i documenti alle Forze dell’Ordine. Una scuola, di fatto, blindata solo perché alcuni giovani si sono opposti alla passerella mediatica in orario scolastico di alcuni politici da sempre favorevoli all’alta velocità in Valsusa.

Peraltro Ferrentino, uno dei tre consiglieri regionali intervenuti, proprio questa mattina, avrebbe dovuto partecipare, in quanto componente, alla prima Commissione in cui si discuteva del bilancio regionale, non proprio un tema irrilevante. Evidentemente ha preferito altri impegni rispetto a quelli per i quali è profumatamente pagato dai cittadini.

Ci chiediamo che senso abbiano iniziative del genere che offrono ai politici un’occasione di fare propaganda politica nelle scuole, un luogo che dovrebbe essere per definizione super partes. Esprimiamo massima solidarietà e vicinanza ai Giovani No TAV che hanno presidiato l’ingresso dell’ITIS in dissenso rispetto all’ipocrisia di questa manifestazione.

Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte
Marco Scibona, Senatore M5S

Movimento antagonista e No Tav: dieci misure cautelari, due arresti domiciliari

http://www.nuovasocieta.it/metropoli/movimento-antagonista-e-no-tav-dieci-misure-cautelari-due-arresti-domiciliari/

NuovaSocietà

Movimento antagonista e No Tav: dieci misure cautelari, due arresti domiciliari
aprile 24 2015
 
Operazione alle prime ore del mattino di polizia e Digos ai danni del movimento No Tav e antagonista. Circa una decina i provvedimenti cautelari, due gli arresti domiciliari per i tafferugli scoppiati in piazza Castello nell’ottobre 2014 in occasione del vertice europeo, quando i manifestanti, studenti e precari, cercarono di arrivare al Teatro Regio dove si stava svolgendo un summit tra ministri europei.

Ci furono cariche e lanci di lacrimogeni: i candelotti finirono tra gli operai della Fiom in manifestazione per sciopero quello stesso giorno e degli arresti.
Altre misure cautelari invece per due militanti di un centro sociale torinese e un NoTav che erano stati fermati durante i disordini alla galleria Prapontin sull’A32 il 27 gennaio scorso, dopo la sentenza del maxiprocesso contro 53 attivisti.
I provvedimenti di oggi, tranne i due arresti domiciliari, riguardano firme e obblighi di dimora. Proprio ieri il senatore del Partito Democratico Stefano Esposito aveva lanciato l’allarme per il Primo Maggio chiedendo che in sostanza che i sindacati garantissero l’incolumità per la manifestazione a lui e al suo partito visto che fin dai tempi dell’entrata in guerra nei balcani da parte dell’Italia la piazza torinese ha sempre contestato il Pd e i suoi rappresentanti in quella giornata. Non solo. Ma si sono verificati incidenti, basti ricordare l’anno scorso con varie cariche anche in via Roma e arresti.
Quest’operazione di polizia, però, c’entra poco con le parole di Esposito visto che la firma del magistrato è precedente alle dichiarazioni del Senatore, ma arriva comunque in coincidenza con le manifestazioni contro l’Expo di Milano. Misure cautelative che viste a ridosso di quest’appuntamento ricorda un po’ quanto avvento per gli arresti relativi agli incidenti a margine del summit del G8 universitario in viale Marconi nel maggio del 2009. Nei fogli di richiesta cautelare infatti i magistrati facevano chiaramente riferimento al fatto che la Procura aveva deciso di procedere anche in prospettiva delle manifestazione del G8 de L’Aquila a cui gli indagati avrebbero potuto partecipare.

In Valsusa per entrare a scuola devi mostrare i documenti

 http://www.autistici.org/spintadalbass/?p=5434

Spinta dal Bass

In Valsusa per entrare a scuola devi mostrare i documenti

E’ decisamente una vergogna, un fatto grave e inaccettabile che gli studenti dell’ITIS Ferrari di Susa (TO) abbiano dovuto esibire i documenti alle Forze dell’Ordine per entrare a scuola. Una scuola blindata solo perché alcuni giovani si sono opposti alla passerella mediatica, svolta in orario scolastico, di alcuni politici da sempre favorevoli all’alta velocità in Valsusa.

Questa è la conseguenza del Tav in Valle di Susa. Colonizzano una scuola per propaganda, la blindano e identificano gli studenti all’ingresso, entra solo chi applaude ai poteri forti.
Sembra di vivere in una dittatura sudamericana e siamo abitanti di una valle alpina che Lorsignori vogliono distruggere e la cui popolazione deve essere messa a tacere per gli sporchi interessi di politici e lobby.
Siamo nel 70° della Liberazione e c’è ancora molto da fare!

Ci chiediamo che senso abbiano iniziative del genere che offrono ai politici un’occasione di fare propaganda politica nelle scuole, un luogo che dovrebbe essere per definizione super partes.
Ci domandiamo se il direttore scolastico non avesse dovuto evitare tutto questo e opporsi ad un tale trattamento degli alunni.

Solidarietà a chi è stato identificato e ai Giovani No TAV che hanno presidiato l’ingresso dell’ITIS in dissenso rispetto all’ipocrisia di questa manifestazione mascherata da convegno.

Misure cautelari ai No Tav, chi ha paura del 1° maggio?

post — 24 aprile 2015 at 10:59

notavMattinata movimentata oggi tra Torino e la Val di Susa poiché la questura Torinese ha notificato diverse misure cautelari per due diversi procedimenti, uno riguardante le azioni di protesta avvenute in valle dopo la sentenza del maxi processo per i fatti del 27 giugno e 3 luglio 2011 e un altro sulle azioni contro il vertice dei ministri del lavoro riuniti a Torino il 17 ottobre scorso.

Le persone colpite da misure cautelari sono dodici, quasi tutti appartenenti al Centro Sociale Askatasuna di Torino ed attivisti del movimento No Tav.

Rispetto ai fatti di valle stiamo parlando del 27 gennaio 2015 (vedi Le condanne non ci fermano:bloccano l’autostrada) giorno in cui il movimento si era dato appuntamento alla stazione ferroviaria di Bussoleno alle 18.00 per poi muoversi in corteo in paese e verso Chianocco.

In quella giornata il corteo era stato bloccato dalla celere in assetto antisommossa sulla statale all’altezza di Chianocco, ma un gruppo di No Tav era riuscito ad aggirare polizia e carabinieri ed a  raggiungere l’autostrada per improvvisare un blocco. Il lancio di fuochi d’artificio era stato accolto con entusiasmo dall’altro gruppo di No Tav che sulla statale continuava a fronteggiare le forze dell’ordine.

La polizia era intervenuta tempestivamente riuscendo a fermare tre No Tav nei pressi dell’autostrada, portandoli in questura per poi rilasciarli poco dopo.

Oggi per questi tre No Tav arrivano le misure cautelari consistenti nell’obbligo di dimora nel comune di residenza e il rientro alla propria abitazione dalle 19.30 alle 7.00 del mattino, richieste dai soliti pm Rinaudo e Padalino e confermate dal gip Paola Boemio.

Per l’altra operazione sono invece state applicate le misure degli arresti domiciliari, firme e obbligo di dimora a 10 giovani attivisti di Torino.

Due operazioni ad orologeria, ad una settimana dalle mobilitazioni contro l’inaugurazione dell’expo di Milano destinate a persone partecipi delle lotte in città come in valle e a pochi giorni dalle azioni di disturbo al cantiere di Chiomonte.

Qualcuno ha paura si rovini la festa a Renzi e compagnia bella il 1° maggio a Milano? Per quanto ci riguarda, un motivo in più per esserci!

Ci vediamo stasera alle 20,15 in piazza della Stazione a Bussoleno per la Fiaccolata dei 70 anni dalla Liberazione che si snoderà per le vie intitolate ai protagonisti della Resistenza.

Le lotte non si arrestano, liberi tutti e tutte!