LUC MICHEL SUR RADIO SPUTNIK (MOSCOU)/ LA NOUVELLE CRISE GEOPOLITIQUE EN MER NOIRE: BUCAREST DESTABILISE LA MOLDAVIE

# EODE-TV/ RADIO SPUTNIK : LUC MICHEL. OTAN ET NOSTALGIES GEOPOLITIQUES. QUAND BUCAREST CIBLE KICHINEV ET AGRESSE TIRASPOL !

EODE-TV - EXPERTS lm PMR (2015 03 25) FR

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & RADIO SPUTNIK (Moscou) / Avec EODE Press Office/ 2015 03 25)

Intervention de Luc MICHEL, Administrateur-général de EODE :

 Podcast audio sur le Website d’EODE-TV  https://vimeo.com/123306252

Diffusé sur RADIO SPUTNIK

Mercredi 25 mars 2015

interview et commentaires par Igor YAZON.

EODE-TV / EODE Press Office / 2015 03 25 /

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Muos, procura ordina il sequestro del sistema di comunicazioni militari Usa

Il provvedimento è stato disposto per violazione del vincolo paesaggistico di inedificabilità assoluta presente nella riserva naturale di Niscemi (in provincia di Caltanissetta), al quale sono sottoposte anche le costruzioni di carattere militare

di | 1 aprile 2015

La procura di Caltagirone ha ordinato il sequestro del Muos, il sistema di comunicazioni satellitari della Marina militare americana che si trova nnella riserva di Niscemi (Caltanissetta), in contrada Ulmo. Il provvedimento arriva dopo la decisione del Tar di Palermo che aveva accolto i ricorsi dei comitati No-Muos e del Comune contro la prosecuzione dei lavori di realizzazione dell’impianto di Tlc.

A febbraio i giudici del Tar hanno stabilito che il sistema è pericoloso per la salute dei cittadini. Nella sentenza della prima sezione del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Caterina Criscenti, si legge che lo “studio dell’Istituto superiore di sanità costituisce un documento non condiviso da tutti i professionisti che hanno composto il gruppo di lavoro e – fatto ancor più significativo – risulta non condiviso proprio dai componenti designati dalla Regione siciliana, Mario Palermo e Massimo Zucchetti“.

Il sequestro è stato disposto dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, per violazione del vincolo paesaggistico di inedificabilità assoluta presente in una riserva naturale, al quale sono sottoposte anche le costruzioni di carattere militare. Il provvedimento è stato già notificato al comandante del contingente militare statunitense presente nella base di Sigonella. L’esecuzione è del nucleo di polizia giudiziaria della Polizia municipale della Procura di Caltagirone.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/01/muos-niscemi-procura-ordina-sequestro-sistema-comunicazioni-militari/1557488/


 

Muos: procura sequestra impianto

Dopo decisione Tar Palermo su sospensione lavori

(ANSA) – CALTAGIRONE (CATANIA), 1 APR – La procura di Caltagirone ha ordinato il sequestro dell’impianto satellitare Usa Muos nella riserva di Niscemi (Cl). Il provvedimento fa seguito alla decisione del Tar di Palermo che aveva accolto i ricorsi dei No muos contro la prosecuzione dei lavori di realizzazione dell’impianto di Tlc nella base americana.

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2015/04/01/muos-procura-sequestra-impianto_d562f616-8728-4bb7-84c3-50e1d80d7d32.html

 Muos, sigilli all’impianto satellitare

Fotostory: proteste contro l’antenna

Il sequestro, disposto dalla procura di Caltagirone, fa seguito alla decisione del Tar di Palermo che aveva accolto i ricorsi dell’attivisti contrari alla realizzazione della struttura

CATANIA – La procura di Caltagirone ha ordinato il sequestro dell’impianto satellitare Usa Muos nella riserva di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Il sequestro è stato disposto dal procuratore Giuseppe Verzera per violazione del vincolo paesaggistico di inedificabilità assoluta presente in una riserva naturale, al quale sono sottoposte anche le costruzioni di carattere militare. Il provvedimento è stato già notificato al comandante del contingente militare statunitense presente nella base di Sigonella. L’esecuzione è del nucleo di polizia giudiziaria della Polizia municipale della Procura di Caltagirone.

 La pronuncia del Tar

Il provvedimento fdella Procura di Caltagirone fa seguito alla decisione del Tar di Palermo che aveva accolto i ricorsi dei No-Muos contro la prosecuzione dei lavori di realizzazione dell’impianto di Tlc nella base americana. Secondo i giudici, che nel febbraio scorso si sono pronunciati sulla vicenda, il sistema sarebbe pericoloso per la salute dei cittadini, ipotesi caldeggiata da tempo anche dai tanti comitati locali sorti contro il Muos

Il sindaco: «È la notizia che aspettavamo»

«Anche la procura ci difende. È la notizia che aspettavamo, rende giustizia a chi ha lottato in questi anni per fermare il Muos, sono contento e anche i cittadini di Niscemi lo sono», ha detto il sindaco di Niscemi Franco La Rosa dopo il sequestro da parte della procura di Caltagirone . La Rosa aggiunge: «Abbiamo sempre riposto fiducia nella magistratura, un po’ meno nella politica, a cui chiediamo di fare passi indietro per bloccare il Muos e trasferirlo in una zona senza abitanti. Al posto dell’impianto satellitare spero che venga realizzato un ecomuseo delle Scienze, che attragga turisti qui a Niscemi». Poi riferendosi alla manifestazione nazionale il programma il 4 aprile a Niscemi, il sindaco dice: «Sarà una giornata di festa, passeggeremo nella Sughereta, respirando i profumi della natura».

E in Colombia gli indigeni “battono” le multinazionali

http://www.dirittodicritica.com/2015/03/29/indigeni-uwa-colombia/

Storica vittoria degli indigeni U’wa, colombiana Ecopetrol smantella sito di estrazione gas

E in Colombia gli indigeni “battono” le multinazionali
Alessandro Proietti

È stata definita a tutti gli effetti “una vittoria decisiva e storica” contro una delle multinazionali colombiane più conosciute nella raccolta del gas, la Ecopetrol. Gli indigeni U’Wa, che vivono nel nord-est della Colombia, negli ultimi 20 anni si erano battuti per la chiusura e la dismissione dei pozzi di raccolta di gas nei loro territori. Nel febbraio scorso, il Consiglio della tribù colombiana aveva denunciato l’arrivo di “una valanga di macchinari pesanti e un numero crescente di soldati” presso il sito Magallanes, destinato, secondo Ecopetrol, all’estrazione di gas naturale. Dopo una serie di pesanti affermazioni e azioni eclatanti, da parte degli U’wa, la multinazionale ha deciso di sospendere definitivamente le operazioni, nonostante avesse annunciato una parziale retromarcia già nel gennaio scorso.

“Siamo molto felici del risultato raggiunto – ha detto al Guardian il vice-presidente dell’Associazione degli U’Wa, Heber Tegria Uncaria –, dopo 20 anni di battaglia e grazie all’aiuto dei media e delle agenzie di supporto nazionali ed internazionali. I vertici di Ecopetrol – ha aggiunto – sono stati intelligenti a prendere questa decisione, anche perché conoscono la nostra tribù e sanno che non avremmo smesso di combattere”. La storica decisione della Ecopetrol, di ritirarsi e rispettare i territori di insediamento di una tribù locale, potrebbe spalancare la porta alle altre etnie locali del Sud America, che da anni lottano contro lo sfruttamento delle materie prime a danno dell’ambiente e delle popolazioni che ci vivono. La decisione di Ecopetrol arriva anche dopo gli accordi fatti dal governo locale con i guerriglieri delle Farc a Cuba, nel rispetto dei diritti umani e delle comunità indigene.

 Ecopetrol, tuttavia mantiene la sua “licenza ambientale” nella zona di Magallanes, con l’azienda che ha definito “temporanea” la decisione di sospendere le estrazioni, “continuando ad esplorare la zona, nel rispetto degli accordi presi con gli U’Wa”. La zona di Magallanes è vasta circa 220.000 ettari e ciclicamente è minacciata da concessioni di perforazioni minerarie. L’oleodotto Cano Limon-Convenas è stato attaccato centinaia di volte, mentre infuria lo scontro tra guerriglieri, paramilitari e l’esercito colombiano.

Ridate la scorta a Pino!

“Signora Presidente, è stata revocata la scorta a Pino Masciari, di nuovo. Ciclicamente, il Ministero dell’interno revoca le misure di protezione a questo cittadino che ha denunciato la mafia; in questo caso non le ha revocate solo nel caso in cui Masciari si trovi in Calabria.

Nel 1992 Pino Masciari si ribella alla ‘ndrangheta, subendo gravi ripercussioni in ambito lavorativo e familiare, cominciando ad essere oggetto di furti, incendi, danneggiamenti e minacce. Alcuni malavitosi avvicinarono uno dei suoi fratelli e gli spararono alle gambe. Pino, che nel frattempo aveva subito numerose perdite economiche, fu costretto dai malavitosi a non costituirsi parte civile.

Masciari, che ha contribuito ad assicurare alla giustizia molti malviventi, non abita più in Calabria da anni, ma questa non è una motivazione sufficiente. La ‘ndrangheta è dappertutto e le ultime vicende ancora una volta ce lo dimostrano.

Oggi, lo Stato abbandona chi si espone per denunciare il malaffare, le ritorsioni, il sistema mafioso che sempre di più opprime i liberi cittadini del nostro Paese. Come possono gli italiani fidarsi di uno Stato che chiede ai suoi cittadini di denunciare il malaffare e poi, quando il cittadino è minacciato, lo abbandona?

Spero si tratti solo di una incomprensione, altrimenti verrebbe da pensare veramente a qualcosa di drammatico e pericoloso per quella che continuiamo a chiamare Italia. Non possiamo che unirci ai numerosi cittadini, a svariati consigli comunali e regionali che chiedono a gran voce: ridate la scorta a Pino!”

 https://www.youtube.com/watch?v=F0QJ7DKK4jQ

EXPO RIMANDATO DI UN MESE

Appena arrivata in redazione.

Ufficiale, Expo non comincerà il 1 maggio, ma un mese dopo, per la precisione il 31 maggio 2015. Il ritardo, ormai ufficiale, è dovuto principalmente alla impossibilità di collegare le rete idrica ed elettrica ai padiglioni. E’ evidente che senza questi servizi, la fruibilità delle strutture verrebbe meno. Accantonata l’idea di utilizzare un ponte umano di secchi e qualche milione di candele, la direzione generale ha deciso di posticipare l’inaugurazione di 30 giorni. Nel comunicato, si legge in calce, si evidenzia che è invece in anticipo di qualche ora il primo di aprile

news

La fine di un supercontinente stimolò la biodiversità nel Cambriano

http://www.lescienze.it/news/2015/03/31/news/esplosione_cambriano_biodiversita_tettonica-2546844/

31 marzo 2015

Fu la tettonica a placche a innescare il più ampio aumento della biodiversità che si sia mai verificato sul nostro pianeta, la cosiddetta esplosione del Cambriano, avvenuta tra 540 e 520 milioni di anni fa. La scoperta è di Lin Na  e Wolfgang Kiessling, della  Friedrich Alexander Universität a Erlangen-Nürnberg e della Humboldt Universität a Berlino, che la descrivono sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

Nell’arco di tempo geologicamente breve in cui si verificò l’esplosione del Cambriano, emersero una cinquantina di nuovi phyla animali (il phylum è il raggruppamento tassonomico più generale, appena sotto il regno e sopra la classe), ma non è mai stato chiaro se i fattori che guidarono questa eccezionale diversificazione siano stati abiotici (per esempio, salinità e temperatura delle acque), ecologici, genetici o qualche complessa interazione tra di essi.

La fine di un supercontinente stimolò la biodiversità nel Cambriano
La struttura corporea fondamentale di tutti gli animali marini oggi viventi è riconducibile a una delle nove forme di base apparse durante l’esplosione cambriana. Molti animali della precedente fauna di Ediacara, vissuta fra 620 e 550 milioni di anni fa, avevano strutture differenti, che nessun animale odierno possiede più (Cortesia Eric Cheng/Stanfod University)

Lu e Kiessling hanno analizzato i dati disponibili sui fossili dell’epoca e le formazioni geologiche che li contenevano, per poi classificare le informazioni sulla base del tipo di diversificazione osservata nelle serie storiche in funzione delle località di ritrovamento. Per valutare la biodiversità, hanno preso in esame tutti e tre i livelli a cui può essere considerata: il numero di specie presenti in una comunità che occupa un certo ambiente in una certa località geografica (detta biodiversità alfa); il numero di comunità presenti in una determinata area geografica (diversità beta); e  il numero totale di specie presenti in una data regione geografica (diversità gamma).

Dall’analisi dei dati hanno concluso che l’esplosione del Cambriano è stata determinata anzitutto dall’aumento della biodiversità beta, ossia da una intensa proliferazione di differenti comunità “provinciali”. Questa proliferazione fu innescata dalla frantumazione dell’antico supercontinente di Pannotia, che portò all’apertura degli oceani Giapeto e Aegir, e quindi alla separazione e migrazione nei quattro continenti di Laurentia, Baltica, Siberia e Gondwana. Laurentia comprendeva le placche che oggi formano l’America settentrionale, la Groenlandia e la Scozia, mentre il nucleo del continente di Gondwana era formato dalla riunione degli attuali Sud America, Australia, India, Africa, Antartide, ed era circondato da numerosi microcontinenti (corrispondenti a Cina meridionale, Iran, e Turchia e altre attuali aree dell’Europa).

Questo impressionante smembramento si consumò in tempi geologicamente molto ristretti, non più di venti milioni di anni, e comportò  la dislocazione delle diverse regioni costiere in posizioni caratterizzate da climi più caldi e più freddi, e l’alterazione delle correnti marine. Tutto ciò determinò una  moltiplicazione di nicchie marine differenti in cui si svilupparono forme animali diverse.

Alla riduzione delle dimensioni delle varie nicchie si sovrappose poi un ulteriore meccanismo, quello dell’aumento della predazione locale, forse legato anch’esso alle minori dimensione delle nicchie rispetto a quelle originarie.

Un ritardo che non è scusabile

 EDITORIALE
 

Expo, il Padiglione Italia e le difficoltà di arrivare pronto alla data di apertura

di Sergio Rizzo

I vertici di Expo 2015 giurano che siamo al rush finale. Ma è chiaro che per completare in tempo Padiglione Italia servirebbe qualche cosa di più. Un miracolo, dice qualcuno. Dobbiamo dunque sperare nell’intervento divino, che comunque non abbiamo meritato. Domani, 31 marzo, sono sette anni precisi dal fatidico giorno in cui l’allora sindaco Letizia Moratti annunciò trionfante che la città di Milano aveva vinto la sfida con Smirne. Era ancora in carica il governo Prodi e il presidente della Provincia Filippo Penati rimarcava orgoglioso come gli ispettori del Bureau International des Expositions fossero rimasti impressionati dalla «coesione istituzionale».

Non c’è che dire: nelle apparenze i nostri politici sono sempre stati bravissimi.Peccato che quando si deve passare dalle parole ai fatti la «coesione istituzionale» vada regolarmente a farsi friggere. Come nel caso dell’Expo. Dove le cose sarebbero andate ancora peggio se dopo gli scandali non fosse intervenuta tempestivamente l’Autorità anticorruzione, con modalità tali da meritare il riconoscimento dell’Ocse. Pur fra mille difficoltà forse anche sorprendenti. Si duole il presidente dell’Anac Raffaele Cantone nel libro Il Male italiano scritto con Gianluca Di Feo di «aver incontrato i problemi maggiori proprio in due cantieri simbolo dell’Expo, i due progetti che più di ogni altro dovrebbero rappresentare il nostro Paese agli occhi del mondo: il Padiglione Italia e il cosiddetto Albero della Vita. In entrambi i casi i lavori erano in ritardo sulla tabella di marcia e pian piano sono emersi non pochi problemi». C antone parla di insofferenze verso i controlli, superficialità nell’affidamento dei contratti, anomalie nelle procedure. Il tutto giustificato evidentemente con la necessità di fare in fretta per recuperare il troppo tempo perduto, anche se ormai irrecuperabile.

 Dei sette anni passati dal 31 marzo 2008 più di metà se ne sono evaporati in contrasti fra i partiti, lotte di potere interne, guerre di poltrone. Prima lo scontro sull’amministratore delegato della società. Poi la battaglia per i terreni, in vista delle future appetitose speculazioni immobiliari. Quindi commissari generali che si sovrapponevano ai commissari straordinari e gli inevitabili conflitti. Per non citare le deroghe infinite (e sospette) al codice degli appalti, con i lavori dell’Expo esentati da ben 78 articoli di quel monumentale regolamento. Una corsia preferenziale tanto larga da provocare le proteste dell’Associazione dei costruttori proprio a proposito dell’appalto da 25 milioni per il solito Padiglione Italia: subito rintuzzate da uno stizzito Antonio Acerbo, il direttore di quell’opera che avrebbe poi patteggiato una condanna a tre anni. E intanto i giorni passavano. Mentre la corruzione dilagava, come fosse il capitolo conclusivo, e naturale, di questo incredibile copione. Adesso che manca un mese al 1° maggio, la memoria non può che andare all’altra Esposizione universale milanese, quella di oltre un secolo fa. Fu un successo senza smagliature, preceduto dalla costruzione del traforo del Sempione: realizzato in poco più di sei anni, era il più lungo del mondo e permetteva il collegamento ferroviario diretto con Parigi. L’Expo del 1906 viene ricordato come l’evento che certificò l’ingresso della giovane Italia unita nel novero delle nazioni industrializzate e l’investitura di Milano come città simbolo di quella svolta. Non vorremmo che l’Expo del 2015 passasse invece alla storia quale prova della italica incapacità a rispettare gli impegni. Anche i più banali, per esempio finire in tempo di arredare casa nostra. 

30 marzo 2015 | 09:04

Germanwings aereo caduto, poteva succedere un disastro nucleare

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Germanwings volo 4U9525 Airbus A320-S sfiora le centrali atomiche sul territorio nazionale francese, anche il caccia alzatosi in volo all’inseguimento è arrivato tardi.

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di Valsusa Report

La notizia dell’incidente aereo che ha colpito 150 famiglie lascia molti interrogativi, Germanwings compagnia aerea cerca di ricostruire le ultime fasi di volo e restituisce gli ultimi momenti concitati tra il copilota e il pilota che cerca di farsi aprire. Non solo, dalla base aerea di Orange decolla all’inseguimento un caccia Dassault Mirage 2000, intenzionato a capire meglio gli eventi, non arriverà in tempo.

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MAPPA CENTRALI NUCLEARI

La procedura antiterrorismo prevede appunto l’affiancamento ai dirottamenti da parte di aerei militari che nel caso limite possono addirittura abbattere l’aereo, nell’immaginario ricordiamo l’attacco terroristico delle torri gemelle.

Sono le 10:05 del 24 Marzo 2015, presso Saint Paul lès Durance l’A320 Airbus il Germanwing sorvola e va giù in pochi minuti, se l’angolo di discesa era più importante e con una leggera inflessione di traiettoria di pochi gradi, sarebbe avvenuta la catastrofe, il minuto di differenza che separa l’incidenza avrebbe fatto abbattere l’aereo sul centro di ricerca di Cadarache, Bouches-du-Rhône (uno dei più importanti centri di ricerca e sviluppo sul nucleare in Europa . Esso comprende 21 impianti nucleari di base e impiega 4.500 persone in media tra cui 2.100 ufficiali CEA, fonte Wikipedia), la Francia avrebbe dovuto affrontare una catastrofe nucleare senza precedenti nel paese.

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CENTRALE NUCLEARE DI FESSENHEIM

Vicino al luogo dell’impatto vi sono anche altre centrali nucleari, come anche al di qua del confine italo-francese. Scenari che bisogna anche tenere conto nell’avvenire, un futuro che vede sempre di più i voli aerei a portata di tutti e quindi in un sicuro aumento.

Con qualche altro minuto Andreas Lubitz avrebbe potuto schiantarsi sulla Centrale nucleare di Tricastin composta da 4 reattori ad acqua pressurizzata (PWR) di tipo CP1 con 915 MW di potenza elettrica ciascuno. La centrale si trova nel sud della Francia ( Drôme e Dipartimento Vaucluse ) presso il Canal de Donzère-Mondragon vicino al Donzère-Mondragon Dam e il comune Pierrelatte. La centrale fa parte del complesso Tricastin nucleare, dove tre dei quattro reattori del sito sono stati utilizzati fino al 2012 per alimentare la Eurodif l’impianto di arricchimento dell’uranio, che si trova ancora sotto al sito di superficie. (fonte Wikipedia)

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CENTRALE NUCLEARE PHENIX

Nelle vicinanze anche i siti di Marcoule a 30 km da Avignone zona del Gard, compie oggi numerose attività nucleari produzione del combustibile MOX , mantiene una vecchia fabbrica di lavorazione del combustibile esaurito, ha stoccaggio dei rifiuti radioattivi ed è centro studi sulle scorie radioattive. (fonte WikipediaCentrale nucleare di Cruas si trova nel dipartimento dell’Ardèche, regione del Rodano-Alpi, nel 2009 la centrale è stata teatro di un incidente di livello 1. L’impianto, sorge a 35 chilometri dalla centrale di Tricastin. (fonte Wikipedia)

Fa pensare appunto che nessun sito nucleare sia protetto da incidenti di questo tipo e che questi siti non siano in grado di sopportare uno schianto dal cielo, viene da credere che l’unica soluzione sia appunto l’abbattimento in volo, o la non costruzione per scongiurare inutili Cernobyl o Fukushima.

V.R. 31.3.15